CONI: SCANDALOSA ELEZIONE DI MALAGO’ DOPO LA DISCUSSA ASSOLUZIONE NEL PROCESSO SUI MONDIALI DI NUOTO

Il presidente del Circolo Aniene succede a Gianni Petrucci (nella foto insieme)

Dopo l’assoluzione del 12 luglio 2012 nel processo sui ‘presunti’ reati edilizi compiuti negli impianti realizzati per i Mondiali di Nuoto Roma 2009, ecco la scandalosa elezione di Giovanni Malagò a presidente del CONI. Per decenza questo signore non si sarebbe neppure dovuto candidare. L’assoluzione anticipata nel processo dei mondiali di nuoto lo aveva già fatto intuire: la pendenza del procedimento penale in corso avrebbe impedito a Malagò di candidarsi alla presidenza del CONI prima della sentenza finale. Dunque a Malagò è stato riservato un percorso privilegiato e riservato rispetto al lunghissimo iter del processo. Ricordiamo che la documentazione comprovante la conformità dell’impianto Aquaniene esiste, anche se è arrivata al processo mesi dopo la fine dei Mondiali di Nuoto e malgrado fosse stato riconosciuto “impianto pubblico” grazie a due delibere postume del Comune di Roma. Neppure si è proceduto alla verifica di tutti i vincoli gravanti sui terreni dove è sorto l’Aquaniene, su cui il Commissario Delegato, che ha rilasciato il permesso di costruire al posto del Comune di Roma, non poteva andare in deroga. Bel colpo, ma basta leggere la tabella qui sotto per capire come sono andate le cose. Aggiungiamo che l’assoluzione è stata motivata in funzione di quanto espresso dalla sentenza n.5799 del 28 ottobre 2011 del Consiglio di Stato, sez. IV. Dal 6 luglio 2010 è presidente del Consiglio di Stato il 75enne Pasquale de Lise, comparso in intercettazioni dell’inchiesta sui Grandi appalti e amico di Angelo Balducci, Commissario Delegato ai Mondiali di Nuoto prima di Claudio Rinaldi. Pasquale de Lise è amico di Gaetano Trotta, con cui è stato più volte visto andare a messa le domeniche alla Giannella, presso Orbetello, ed è amico di Giovanni Malagò, giocando a tennis presso il Circolo Canottieri Aniene, dove è chiamato confidenzialmente «Lino». Auguri al presidente Malagò per il suo nuovo incarico.

SCHEMA CRONOLOGICO
31 marzo 2009 – data ultima per la consegna dell’impianto, come previsto, pena annullamento della concessione, dalla delibera del Consiglio Comunale nr.85 del 21 maggio 2007
02 agosto 2009 – chiusura Mondiali di Nuoto
04 agosto 2009 – collaudo statico dell’Aquaniene
14 dicembre 2009 – fine lavori dell’Aquaniene (data desunta dal primo certificato di agibilità)
28 dicembre 2009 – primo certificato di agibilità (dichiarazione dell’avvocato Carlo Longari)
24 febbraio 2010 – collaudo tecnico-amministrativo dell’Aquaniene
12 aprile 2010 – data consegna al Comune di Roma del progetto di realizzazione
04 maggio 2010 – data consegna al Comune di Roma del progetto architettonico esecutivo
10 maggio 2010 – data consegna al Comune di Roma del progetto architettonico definitivo
04 giugno 2010 – validazione del progetto da parte del Comune di Roma (Dipartimento Tutela Ambiente e del Verde – Promozione dello Sport)
30 giugno 2010 – prima delibera salva-Aquaniene
20 settembre 2010 – seconda delibera salva-Aquaniene
06 ottobre 2010 – nuovo certificato di agibilità (determinazione dirigenziale 995, allegato n.11 agli atti del processo)

INTERVISTA DEL 20/02/2013 SU RADIOPOPOLARE ROMA 103.3

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XIII MUNICIPIO, ROMA: SCOMPAIONO SOLDI, PISTE CICLABILI E RESTI ARCHEOLOGICI. RESTANO LE BUCHE E UN CAMPEGGIO.

Il cartello lavori della pista ciclabile su via di Castelfusano

Via di Castelfusano, strada importantissima del XIII Municipio: oltre 3 km di buche e radici, quasi un milione di euro scomparsi per ripararla in somma urgenza e un limite di 30 km/h da pochi mesi istituito per evitare di doverla chiudere. Affianco, lavori appena iniziati di una bella pista ciclabile che costa quasi 405 mila euro che però l’assessore ai LL.PP. del XIII Municipio, Amerigo Olive, sponsor dell’iniziativa, ora non vuole più. A causare tutto questo, secondo la versione di Olive, la Soprintendenza Archeologica di Ostia che ha richiesto, tra un pino e un altro, di scavare altre ‘buche’ per fare dei sondaggi archeologici. Per una pista ciclabile? Strana situazione, perché dal lato opposto, oltre la strada piena di buche, sono in corso, dentro la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, pesanti lavori di ruspe per la costruzione (in cemento!) di un campeggio senza che siano stati avviati sondaggi archeologici supplementari. Ricordiamo che nell’area del campeggio Capitol, appunto su via di Castel Fusano, tornarono alla luce anni fa (prima del sequestro del 2007) una villa romana, sepolture ed antiche strutture (forse moli d’attracco) che aspettavano di essere maggiormente indagati per impedire che venissero ricoperti da un cemento che sembrava addirittura abusivo. Ora il sequestro misteriosamente del campeggio non c’è più, così come non ci sono più i soldi per sistemare via di Castelfusano. C’erano invece i soldi per fare una pista ciclabile ma sembra che il governo Monti se li sia ripresi. Vuoi vedere che sono scomparsi anche i resti archeologici? Rimane solo, di questa vicenda tutta ostiense, il limite dei 30 km/h per le buche e un campeggio.

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RISERVA NATURALE STATALE DEL LITORALE ROMANO: SI TAGLIANO I PINI, SI PIANTA IL CEMENTO

Lo avevamo scritto 20 giorni fa: è l’assalto dei campeggi alle pinete costiere di Roma. Il cartello lavori su via di Castelfusano (Ostia) è chiaro: inizio lavori 1 novembre 2012, fine lavori ottobre 2014. Si tratta della costruzione del campeggio Capitol, uno schiaffo di cemento in mezzo al verde romano autorizzato dal Dipartimento Turismo di Roma Capitale (d.d. 57 del 08.08.2012, autorizzazione unica n.QA8030 del 30.11.2005). A eseguire i lavori la Rosa Garden Bio società agricola a.r.l. di Ostia per conto della proprietà: la S.i.l Campeggi, Via Vittorio Emanuele 31, Salò – Brescia. Ricordiamo che il Capitol era stato sequestrato ad agosto del 2007 per abusi edilizi. Ed oggi cosa ci ritroviamo? Un’autorizzazione del 2005! Così si taglieranno, perchè dichiarati ‘secchi’, ben 65 pini, 3 eucaliptus, 1 pioppo e 1 robinia, reimpiantando le seguenti essenze arboree: 30 lecci, 30 pini, 20 esemplari di corbezzolo, 10 esemplari di pioppo nero, 10 esemplari di mirto e 10 esemplari di lentisco. I 65 pini davano forse fastidio al ‘progetto di riqualificazione’ e le nuove piante sono le stesse inserite nel progetto stesso? Andremo fino in fondo per capire cosa sta accadendo, nel silenzio totale di ambientalisti e forze politiche del territorio. Nel frattempo, cresce il cemento: disgustoso.

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RADDOPPIO PORTO DI OSTIA: DENUNCIATI GLI UFFICI DEL COMUNE DI ROMA

FAX denuncia albopretorio

Dopo innumerevoli segnalazioni agli Uffici competenti, tutte documentate per iscritto e di cui si conserva risposta, il Comune di Roma ha comunque ratificato l’Accordo di Programma sul raddoppio del Porto di Ostia. Inviato oggi una denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per l’esistenza di Delitti contro la Pubblica Amministrazione (artt. 314-360 c.p.) da parte degli enti responsabili al processo di partecipazione, a quello di ratifica e a quello di pubblicazione della delibera in oggetto, in particolare il reato di abuso di ufficio per ripetute violazioni di precise norme di regolamento che arrecano ai cittadini un danno ingiusto nonché di omissione in atti d’ufficio.
Si eccepisce quanto segue:

1) presunte irregolarità nel processo di partecipazione;
2) ratifica dell’accordo di programma oltre i 30 giorni di legge.

Anche l’Area Legislativa, Giuridico e Conferenze dei Servizi della Regione Lazio ha inoltrato il 19 dicembre 2012 (prot. 524968) e trasmesso per competenza alla Direzione Regionale Trasporti – Area Porti e Trasporti Marittimo gli stessi quesiti. Malgrado ciò, il Comune di Roma ha inserito la delibera in oggetto con tutti i suoi allegati nella sezione Deliberazioni e Atti del sito web del Comune di Roma senza produrre, in fase di pubblicazione presso l’Albo Pretorio on-line, le dovute rettifiche e chiarimenti.

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XIII MUNICIPIO, ROMA: DAI CAMPEGGI L’ASSALTO ALLA RISERVA NATURALE STATALE DEL LITORALE ROMANO

Riserva Naturale Litorale (riserva di caccia) carta provvisoria_2902_2

Caos nei campeggi del XIII Municipio. Ancora chiuso il Country Club Castelfusano, sotto sequestro per presunti abusi edilizi da inizio marzo 2012. Pronto ad essere riaperto il Camping Capitol su via di Castelfusano, di proprietà della S.i.l Campeggi, Via Vittorio Emanuele 31, Salò – Brescia, sequestrato ad agosto del 2007 per abusi edilizi. Sempre più ‘densificato’ da bungalow e casette, il Fabulous Camping Village, al km 18 della Via Cristoforo Colombo, che recentemente ha ottenuto il via libera per tagliare altri 20 pini. Tutti e tre, dentro la ormai sventrata Riserva Naturale Statale del Litorale Romano il cui ente gestore, il Comune di Roma, sembra essere un inutile spettatore. Ricordiamo inoltre che grazie alla L.R. 13 Agosto 2011, n. 14 (Disciplina delle strutture turistiche ricettive all’aria aperta) diventano possibili colate di cemento nei campeggi scavalcando ogni tipo di vincoli. Per tali motivi, esigendo chiarezza sulla situazione urbanistica/edilizia dei tre campeggi sopra citati, LabUr invierà un dettagliato esposto su quanto sta accadendo ai tre responsabili dell’Ente Parco:

UFFICIO AUTORIZZAZIONI E N.O. RISERVA LITORALE ROMANO
Responsabile: Alessandro Cioè
SERVIZIO RISERVA LITORALE ROMANO E PIANIFICAZIONE AMBIENTALE
Responsabile: Gian Piero Rossi
VALORIZZAZIONE RISORSE AMBIENTALI E BIODIVERSITÀ
Dirigente: Bruno Cignini

Tra le altre cose, non chiederemo solo perché mai si consenta cemento su cemento dentro le Aree di Tipo 1 (massima protezione), comprendenti i campeggi, ma anche come mai sia ancora oggi consentito il rilascio di autorizzazione trasporto armi per uso caccia/sportivo all’interno del territorio della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano visto appunto che tale Riserva è una ‘riserva di caccia’, che, per Legge, è appunto un territorio entro il quale è vietato l’esercizio della caccia.

dr.Ing. Andrea Schiavone, presidente di LabUr

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PORTO DI OSTIA: ANCHE LA REGIONE LAZIO VUOLE CHIAREZZA.

Cinzia Esposito, Resp.le del Procedimento per il Comune di Roma

Dopo le nostre ripetute segnalazioni, anche la Regione Lazio vuole chiarimenti sul raddoppio del Porto di Ostia.

1) Presunte irregolarità nel processo di partecipazione.
2) Presunte irregolarità nella creazione di standard urbanistici ‘sul mare’.
3) Ratifica dell’accordo di programma oltre i 30 giorni previsti per legge.

Queste le tre richieste di chiarimenti che l’Area Legislativa, Giuridico e Conferenze dei Servizi della Regione Lazio ha inoltrato il 19 dicembre 2012 (prot. 524968) e trasmesso per competenza alla Direzione Regionale Trasporti – Area Porti e Trasporti Marittimo, a firma del Direttore Regionale e del Dirigente dell’Area. In attesa di una risposta sul pastrocchio combinato nella pubblicazione presso l’Albo Pretorio del Comune di Roma degli atti relativi alla delibera con cui si sarebbe dovuto dare il via al raddoppio del Porto di Ostia, si aggiunge un nuovo intoppo burocratico. LabUr proseguirà ad analizzare la documentazione passata in votazione in Aula Giulio Cesare per fare chiarezza sulla modalità di trasparenza amministrativa che gli uffici del Comune di Roma sembra che non abbiano del tutto seguito.

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PORTO DI OSTIA: NUOVA PUBBLICAZIONE DEGLI ATTI E NUOVO ERRORE. SI ALLUNGANO I TEMPI.

Marco Corsini, Assessore all'Urbanistica del Comune di Roma

Progetto di ampliamento del Porto di Roma, ad Ostia: il Segretariato Generale del Comune di Roma ascolta la nostra richiesta e fa pubblicare nuovamente la documentazione relativa al progetto presso l’Albo Pretorio. Si allungano i tempi per la realizzazione del raddoppio del porto. Ma c’è un nuovo errore, segnalato oggi per fax a tutti i dipartimenti competenti : quale è la “Relazione Generale” così come indicato nell’elenco degli allegati facenti parte dell’Accordo di Programma? In ben 4 allegati chiamati “Relazione Generale” risulta infatti, per errore, citato lo stesso documento (prot. 25301 del 01.12.20122, Dip.to di Urbanistica a firma del Dirigente Arch. Cinzia Esposito) in cui si legge a pagina 1 di 4 che è necessaria una “variante parziale al PRG vigente”. In un altro allegato, anch’esso chiamato “Relazione Generale”, quello da noi segnalato perché mancante nella precedente pubblicazione presso l’Albo Pretorio (prot. 10588 del 18.02.2010, Dip.to di Urbanistica, senza alcuna firma del Dirigente) si legge invece a pagina 2 di 43 che “non si configura variante urbanistica”. Qualora non giungano questa volta chiarimenti definitivi entro la data del 3 gennaio 2013, si procederà ad inoltrare regolare e dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Ricordiamo che l’Albo Pretorio è, dal 1º gennaio 2011, la sezione nei siti informatici delle amministrazioni e degli enti pubblici dove vengono pubblicati gli atti per i quali è obbligatoria la pubblicità legale affinché tutti i cittadini vengano a conoscenza delle decisioni prese dalle amministrazioni. Inoltre, gli atti amministrativi e i loro allegati devono essere leggibili e comprensibili da tutti nonché essere in maniera inequivocabile esaustivi delle decisioni prese. Infatti ogni documento pubblicato presso l’Albo Pretorio assume carattere di ufficialità ed è parte integrante della decisione presa dalle amministrazioni. Nel caso del porto di Ostia, tutto questo non sta accadendo: un porto o un pastrocchio?

dr.Ing. Andrea Schiavone, presidente di LabUr

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COMUNE DI ROMA: DENUNCIA PER I FUNZIONARI DEL DIPARTIMENTO DI URBANISTICA

“In piena campagna elettorale e, come sempre, sotto le festività, in Campidoglio si approvano delibere urbanistiche tenute nel cassetto per concludere gli ultimi affari di fine mandato, come ad esempio le densificazioni delle 167 (Piani di Zona) B36 Acilia-Saline e C10 Malafede (XIII Municipio), e C22 Casale Nei (in IV Municipio) o come lo scandalo della Piccola Palocco. Il pacco dono di Natale di Alemanno ai cittadini è servito” – dichiara Riccardo Corbucci (PD), vice Presidente del IV Municipio – “E’ ora di dire basta. Partiranno denunce nei confronti di tutti quei funzionari del Dipartimento di Urbanistica del Comune di Roma che hanno firmato, approvandoli, processi partecipativi farsa”.

“Ormai è diventato un vizio di questa amministrazione capitolina. I processi partecipativi, obbligatori per legge, vengono gestiti da dirigenti prostrati ad un sistema affaristico romano ormai marcio. In aula Giulio Cesare arrivano delibere con documenti che i cittadini non hanno mai visto. Siamo di fronte ad un vero e proprio abuso in atti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio da parte di volenterosi carnefici dell’urbanistica romana” – tuona Paula de Jesus, urbanista di LabUr, Laboratorio di Urbanistica.

“La moneta urbanistica, l’assecondare i voleri dei palazzinari, il seguire le decisioni della mala politica romana di questa pessima amministrazione di centro destra, non può essere pagata solo dai cittadini, ma avrà un prezzo anche per tutti quei dirigenti che le assecondano e le avvallano” – prosegue Corbucci.

“Il primo ad essere denunciato sarà il responsabile del procedimento per il raddoppio del Porto di Roma in località Ostia” – dichiara Andrea Schiavone Presidente di LabUr – “Per ben due volte (il 7 e il 19 dicembre 2012) il Segretariato Generale ha richiesto al responsabile l’elenco completo degli atti necessari per la pubblicazione presso l’Albo Pretorio, senza ricevere, ad oggi, alcuna risposta. Vedremo cosa faranno anche con Piccola Palocco”.

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XIII MUNICIPIO: ALTRI 85 PINI SECCHI DENTRO I CAMPEGGI

Perché in due aree superprotette e supervincolate del litorale romano si ‘seccano’ ben 85 pini ? La motivazione è sempre la stessa. Non è la prima volta che accade: “è stata rilevata la totale assenza di attività vegetativa delle piante e/o la compromissione statica delle piante” (protocolli QL 80858 e QL 80845 del Dip.to Ambiente del Comune di Roma).
Le due aree sono il Fabulous Camping Village, al km 18 della Via Cristoforo Colombo, e il campeggio Capitol su Via di Castelfusano (di proprietà della S.i.l Campeggi, Via Vittorio Emanuele 31, Salò – Brescia). Entrambi hanno ottenuto il parere favorevole all’abbattimento da parte del Dip.to Tutela ambientale e del Verde – Protezione Civile in data 26 novembre 2011. Dunque, dentro la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, dove ci sono interventi di antropizzazione, cioè i campeggi, i pini muoiono.
Un caso? Non proprio. Ricordiamo che con Prot.478964 del 8/11/11 la Regione Lazio ha espresso parere favorevole, con prescrizioni, al progetto di riqualificazione del campeggio Capitol in località Ostia Castel Fusano e che solo a inizio marzo 2012 la stampa ha dato notizia della rimozione del sequestro giudiziario del 13 agosto 2007 del campeggio dove erano stati realizzati 640 mq di cemento da destinare a centro commerciale (nonostante il rinvenimento di una villa romana con sepolture). Non contenta la Regione Lazio è riuscita a peggiorare le cose con la L.R. 13 Agosto 2011, n. 14 (Disciplina delle struttre turistiche ricettive all’aria aperta), grazie alla quale sono possibili colate di cemento nei campeggi scavalcando ogni tipo di vincoli.
Qualcuno deve spiegare perché all’interno del campeggio Capitol si ‘secchino’ 65 pini, 3 eucaliptus, 1 pioppo e 1 robinia e si chieda di reimpiantare le seguenti essenze arboree: 30 lecci, 30 pini, 20 esemplari di corbezzolo, 10 esemplari di pioppo nero, 10 esemplari di mirto e 10 esemplari di lentisco. I 65 pini davano forse fastidio al ‘progetto di riqualificazione’ e le nuove piante sono forse quelle inserite nel progetto stesso? La stessa operazione la sta facendo il Fabulous Camping Village, contro il cui operato già esistono moltissimi esposti in Procura e al Corpo Forestale dello Stato, troppo spesso silente. Si sono ‘seccati’ 20 pini e viene chiesto di piantarne altrettanti. Con questo movimento di pini si stanno liberando delle aree per lasciarne altre disponibili ad un centro turistico estivo, costituito da una infinità di casette, con piscina e servizi pubblici, discoteca e quant’altro senza alcun rispetto per la vocazione paesaggistica del luogo.
Ci domandiamo se sia tutto regolare. L’Ente Parco autorizza senza problemi queste attività, così come il Comune di Roma, e il Corpo Forestale dello Stato non si interroga sul perché tutti questi pini si ‘secchino’ sempre negli stessi posti. Anche la Soprintendenza Archeologica di Roma e Ostia non ha nulla da eccepire, nonostante i due campeggi sorgano in aree soggette a ritrovamenti archeologici. L’unica che si lamenta e che dice che tutto questo non è regolare, è la natura, ma si sa, nel XIII Municipio non ha voce in capitolo.

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Roma, XIII MUNICIPIO: UDC – Urbanisti Di Caltagirone

Il XIII Municipio, da sempre oggetto di speculazione edilizia, è spesso finito sulle pagine di cronaca giudiziaria. Un municipio dove i partiti sono in difficoltà ad eccezione dell’UDC che ‘assume’ i transfughi sotto lo slogan “costruiamo una nuova alternativa politica, per cambiare davvero”. In realtà a costruire nel XIII Municipio sono soprattutto i “palazzinari” di nuova e vecchia generazione, quelli nati per finanziare prima DC, PCI, PSI e PSDI e che ora si sono convertiti verso le nuove sigle, accompagnati da imprenditori edili piuttosto discutibili. Cosa lega l’UDC a questo scenario? Tre temi, molto in voga nel XIII Municipio. Il waterfront di Ostia, il raddoppio del Porto di Ostia, l’edilizia selvaggia e becera dell’entroterra ostiense, cioè i quartieri pseudo-residenziali, fatti di villette o palazzoni tutti uguali e privi di servizi. Insomma, dei dormitori. Senza dimenticare la nascita di nuove chiese (come San Corbiniano all’Infernetto, legata a Benedetto XVI) a botte di 5 milioni di euro, ricavati dall’8 per mille degli Italiani.  Anche questa è edilizia.
Manca tutto nell’entroterra, ma le Chiese no. Deo volente, chissà che non arrivino anche i servizi entro il giorno dell’Apocalisse.

L’Urbanistica e l’Ambiente sono di competenza della Regione Lazio, struttura da sempre romanocentrica, dove oggi siedono nella sala dei bottoni due uomini UDC. Il primo è Roberto Carlino fondatore dell’Immobildream S.p.A (quella che “non vende sogni ma solide realtà” di mattoni e cemento armato) e Presidente della Commissione Ambiente. Il secondo è Luciano Ciocchetti, Assessore all’Urbanistica dopo analoga esperienza nel 2000, mancato Sindaco di Roma nel 2008 e artefice del famigerato Piano Casa, vera e propria deregulation in ambito urbanistico, soprattutto sul litorale romano cui ha regalato premi di cubatura fino al 100%. Tra gli altri nomi della squadra regionale, il neo-profugo Mario Mei, ex-Pd, ex-API, passato alla cronaca nel 2010 per aver dichiarato spese elettorali per 216.346 euro con un reddito di soli 46.069 euro mentre era consigliere comunale del PD a Roma. (fonte Corriere della Sera).
Insomma, è proprio la Regione Lazio, con il triplice potere di Urbanistica, Demanio Marittimo e Piano Casa (UDP, quasi un UDC) a controllare le sorti del finto progetto del waterfront di Alemanno, di cui fa parte il raddoppio del Porto di Ostia: 88 milioni di euro e un complesso turistico (albergo più residence, chiamato “Porto di Roma”). Il direttore dei lavori è Paolo Solvi, ex PD e ex Assessore ai LL.PP del XIII Municipio, ora coordinatore UDC XIII Municipio. Il caso vuole però che l’unico albergo che esiste in zona portuale è l’ARAN Blu, dove ARAN sta per Armellini Angela, moglie di Bruno Tabacci (UDC fino al 2008) e figlia del famoso costruttore che realizzò quello scempio che si chiama Ostia Ponente (44 palazzine fatte con sabbia di mare nel cemento che tutti i partiti vorrebbero ‘abbattere per riqualificare l’area’ usando i premi di cubatura del Piano Casa di Ciocchetti). Come se non bastasse, aggiungiamo il recente schieramento UDC in Campidoglio a favore del raddoppio del Porto di Ostia pur sedendo nei banchi dell’opposizione.

Passando nell’entroterra di Ostia, le cose non cambiano. ‘Giardini di Roma’, nome che evoca quelli di Babilonia. In realtà si tratta di un quartiere di palazzoni uguali ad altri sparsi nella periferia romana (stesso identico stampo, basta andare ad esempio a Ponte di Nona), tant’è che è noto più propriamente con il nome di Quartiere Caltagirone, in zona Malafede, una Babele urbanistica. Gli unici spazi verdi sono quelli lasciati a vegetazione spontanea. Le vendite dei palazzoni furono affidate proprio all’Immobildream di Roberto Carlino. Coincidenze, caso.

Che Caltagirone sia legato all’UDC non lo si può negare: “l’UDC ha incassato nel periodo 2008-2011, circa 66,3 milioni di euro, a fronte di circa 35 milioni di spese elettorali e nell’anno delle elezioni politiche, il gruppo Caltagirone, su ben 4,4 milioni di euro di contributi, ne ha elargiti 2,15 milioni” (fonte: Dagospia). Dunque, il 50% delle azioni dell’ “UDC S.p.A.” è di Caltagirone. A seguito dell’entrata nelle fila dell’UDC nel XIII Municipio del transfugo Salvatore Colloca, ex capogruppo PDL, il capogruppo UDC alla Regione Lazio, Francesco Carducci, ha dichiarato “Quella di Ostia è una realtà complessa e molto importante nell’ambito dell’economia dell’intera regione. Il rafforzamento della nostra presenza nel XIII Municipio ci consentirà di essere ancora più incisivi nell’azione di sostegno e sviluppo dell’attività produttiva litoranea”. Forse si riferiva alla fauna, alla flora, alle dune, alle pinete del XIII Municipio ? Dubitiamo. I terreni del XIII Municipio rimasti ancora edificabili sono molti. Di scempi edilizi se ne sono visti tanti in questo Municipio: dalle famigerate ‘Terrazze del Presidente’, senza concessione edilizia ma sanate da una discutibile sentenza, alla zona Stagni di Ostia, zona sotto il livello del mare (come ricorda il nome) dove però arriverà presto molto cemento anche grazie al progetto waterfront, nonostante si trovi a 5 km dal mare. E poi c’è l’ennesima nuova mega chiesa di Sant’Agostino, patrono di Ostia, dopo quella appena realizzata, non a caso, proprio nel quartiere Caltagirone, dedicata, su espresso volere di Papa Ratzinger, al Beato Padre Pio da Pietralcina. Insomma, nomi altisonanti che aumentano il consenso popolare, nel classico stile dei palazzinari amici del clero.

L’UDC fa miracoli urbi et orbi: ha promesso lo sblocco in Regione Lazio del risanamento delle periferie abusive, chiamate tecnicamente toponimi. Un affare enorme che il buon Ciocchetti sta conducendo in prima persona, compreso il piano particolareggiato dell’Infernetto, dimenticando completamente il rischio idrogeologico di queste aree.

Se questa è urbanistica, se questi sono gli urbanisti, se questi sono gli Urbanisti Di Caltagirone (UDC), siamo messi male, anzi malissimo.

Andrea Schiavone e Paula de Jesus

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