INFERNETTO: IL SUPERMERCATO CONTRO IL CODICE DELLA STRADA

Continua il grottesco spettacolo del supermercato all’Infernetto senza passi carrabili (1). Ora, si aggiunge anche la beffa e compare un bel cartello di divieto di sosta ‘fai da te’, illegale, che addirittura vieterebbe la sosta dei residenti ‘su ambo i lati’ della strada, messo su via Bocenago ma che si riferisce a una inesistente via Ferrari. Dopo due settimane, la polizia municipale fa ancora finta di niente, ignorando il codice della strada e il regolamento viario del Comune di Roma. Nel frattempo i lavori vanno avanti e l’apertura del supermercato per il 20 novembre, come si vocifera in zona, si fa sempre più vicina. Ricordiamo alla polizia municipale ma anche a un distratto ufficio tecnico municipale, che un supermercato è un luogo aperto al pubblico e che, pertanto, deve sottostare a precise norme, regolamenti e leggi prima di poter essere aperto. E’ chiaro che ci troviamo di fronte a un problema urbanistico con mille complicazioni: il supermercato si trova all’interno del Piano Particolareggiato nr.51 “Infernetto” mai attuato dal 1992, insiste in un comparto che si affaccia su una strada privata dove sono stati previsti ben due passi carrabili e ha altre due strade che lo delimitano, una che è via di alto scorrimento, l’altra che conduce a un ingresso della tenuta presidenziale di Castelporziano. Insomma, un bel papocchio peggiorato dal fatto che l’aumento di volumetria, richiesto dalla proprietà in variante di progetto ed ottenuto grazie al famigerato Piano Casa, impedisce ora qualsiasi spazio di manovra interno per le operazioni di carico e scarico merci. L’assurdo è che se all’interno dell’area privata uno può fare quel che vuole, le aree pubbliche, come le strade, dovrebbero essere tutelate a vantaggio della collettività. Nel caso specifico si viola l’abc del codice della strada e nessuno dice nulla. Un supermercato e due errori: in pianificazione e in attuazione. Vorrà dire che, senza alcun passo carrabile autorizzato, i residenti potranno tranquillamente parcheggiare davanti agli ingressi e nessuno potrà dire che si sta violando il codice della strada perché, se si continua così, è pura carta straccia.

(1) http://www.labur.eu/public/blog/?p=1334

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OSTIA, MAFIA: DENUNCIATO IL PRESIDENTE DEL X MUNICIPIO, TASSONE

Il Presidente dell’attuale X Municipio, Andrea Tassone, dopo solo 4 mesi dalle elezioni, è già chiamato a rispondere davanti alla Legge. I fatti sono esposti nella dettagliata denuncia (1) presentata da Labur ai Carabinieri di Ostia contro la sua persona. Nell’intervista rilasciata a Federica Angeli di Repubblica (2), Tassone si dichiara ‘carissimo amico’ di Mauro Balini, presidente del porto di Ostia, rimanendo evasivo sulle domande sulle recenti indagini dell’antimafia che coinvolgono l’imprenditore ostiense. Come nella migliore tradizione, Tassone però opera nella stessa intervista un becero attacco intimidatorio di ‘stampo politico’ a LabUr, che da anni porta avanti battaglie di denuncia sulla malapolitica e sulla malaurbanistica fatta di omertoso silenzio soprattutto sui fatti di mafia accaduti nel X Municipio. Come rivelato sempre da LabUr (3), la campagna elettorale di Tassone è stata finanziata dai costruttori. Le promesse fatte dunque ai cittadini erano soltanto chiacchiere politiche. Ora si va per vie legali e questo, per un’amministrazione, è il più grande fallimento. Tassone dimentica di essere il primo cittadino del Municipio X e non il garante delle lobby e dei soliti noti. Ricordiamo che, come disse Paolo Borsellino, “il sospetto dovrebbe quantomeno indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati. Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”.

(1) denuncia contro Tassone
(2) intervista Tassone
(3) OSTIA: A TASSONE I SOLDI DEL COSTRUTTORE PULCINI

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ROMA, INFERNETTO: UN BEL CENTRO COMMERCIALE SENZA ALCUN PASSO CARRABILE

Può esistere un centro commerciale (1) senza alcun passo carrabile per lo scarico e carico merci? All’Infernetto si, popoloso quartiere residenziale di Roma, vicino al mare, dove ormai i super, mega, ipermercati sono più delle scuole. A darcene conferma, a pochi giorni dalla sua apertura (annunciata con il metodo del passaparola, quasi ci fosse qualcosa da nascondere…) l’ufficio tecnico municipale che, testualmente, risponde a nostra precisa richiesta: “Non risultano domande di passo carrabile neanche ad uso cantiere, si richiede la documentazione relativa all’oggetto per la verifica della progettazione degli stessi” (prot. CO/108036 del 15 ottobre 2013). Facciamo presente che i lavori sono iniziati il 5 marzo 2012 all’altezza di un incrocio trafficatissimo dove ogni giorno passano centinaia di auto: i vigili urbani non hanno mai visto nulla? Va bene che l’asilo nido e la scuola materna che dal 1994 attendono di essere realizzati lì davanti tanto non si faranno mai, va bene che l’adiacente ingresso alla tenuta presidenziale di Castelporziano in fondo è solo di servizio, va bene che l’asfaltatura di quel tratto di strada è stata fatta solo in occasione dei lavori del centro commerciale, va bene che il centro commerciale ha pure usufruito di un aumento di cubatura grazie al ‘Piano Casa’, ma almeno un po’ di attenzione al Codice della Strada era dovuto. E invece nulla. Addirittura sono state violate le prescrizioni più elementari contenute nel ‘Regolamento viario urbano del Comune di Roma’ riferite al paragrafo 20.6 – Passi Carrabili (fig. 20.1 posizione e dimensionamento passi carrabili, pag.125) e al paragrafo 15.4 – Tipologia di accesso ed interdistanza dei passi carrabili. L’esposto è già stato inoltrato e la risposta è quella sopra citata. Ora si attende l’intervento dei vigili urbani in quanto occorre procedere con urgenza presso il cantiere ancora in corso per ripristinare le seguenti due condizioni di sicurezza pubblica e privata:

1) non arrecare pericolo od intralcio alla circolazione veicolare e pedonale sulla strada locale;
2) agevolare le manovre dei veicoli in ingresso o in uscita dai passi carrabili.

Anche questa è Roma, quella dove finte pedonalizzazioni e l’utilizzo delle biciclette sono avvertite solo come propaganda politica dalle pagine dei giornali.

(1) Si tratta del nuovo centro commerciale (Supermercati Buscaini srl, presenti anche a Vitinia) all’angolo tra via Dobbiaco e via di Castelporziano che ha, come coordinatore per la progettazione, Renato Papagni presidente dell’Assobalneari Roma.

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OSTIA, BALINI CERCA ‘PROMOTORI COMMERCIALI’ PER IL PORTO: 18 ANNI IN PIU’ DI CONCESSIONE?

Il Porto di Roma è citato più volte nelle indagini ancora in corso condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) sulle infiltrazioni malavitose ad Ostia che hanno, per la prima volta nella capitale, riconosciuto l’articolo del codice penale 416-bis, meglio noto come “associazione per delinquere di tipo mafioso”. La stampa ne sta dando ampio risalto, eppure la Regione Lazio, il Comune di Roma e il X Municipio (che comprende Ostia) hanno fatto finta di nulla e proseguono a concedere le autorizzazioni per l’ampliamento del porto stesso. Lo stesso comportamento l’ebbero quando il 18 aprile 2013 la proprietà del porto dichiarò fallimento.
Adesso sopraggiunge però un fatto anomalo. Mauro Balini, presidente, proprietario, padrone ma ormai fallimentare del Porto di Roma risulterebbe l’artefice di un’operazione per la ricerca di ‘promotori commerciali’ per incarichi di assistenza “per la cessione del diritto di utilizzo di unità immobiliari interne alla marina”. In poche parole, chi è già utente del porto, potrebbe estendere, secondo Balini, l’utilizzo delle proprie unità dai 34 anni rimanenti fino a 52, grazie a 18 anni di ulteriore concessione che “l’amministrazione dello stato, considerato l’investimento che la concessionaria ha fatto e dovrà fare per la realizzazione dell’ampliamento e la sistemazione delle opere portuali esistenti” consentirebbe (9 agosto 2013, articolo 11 della nuova concessione). Ma è tutto vero? E’ tutto legale? Il documento, pervenuto in forma anonima, il testo di una scrittura privata tra le parti, è stato riscontrato ‘attendibile’. Per non correre rischi, è stato però inoltrato al vaglio degli organi competenti anche perché al suo interno molte cose non tornano. Una su tutte, la dichiarazione che la Porto Turistico di Roma srl è concessionaria del Porto Turistico di Roma dall’agosto 1998 quando invece risulta che la concessione dell’area demaniale marittima è stata rilasciata alla Porto Turistico di Roma srl solo in data 30 ottobre del 2001, dunque non solo dopo l’inaugurazione del porto (24 giugno 2001), ma addirittura prima che la stessa Porto Turistico di Roma srl si fosse costituita (dalle visure camerali l’atto costitutivo risulta essere del 15 dicembre 2004, notaio Marina Fanfani, rep. 49837). Truffa? Un falso documento? Balini è all’oscuro di tutto? Non sta a noi dirlo. Attendiamo che la Capitaneria di Porto, Regione, Comune e Municipio rispondano al nostro esposto.

IL DOCUMENTO
L’ESPOSTO

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OSTIA: A TASSONE I SOLDI DEL COSTRUTTORE PULCINI

Tassone (PD, sx) e Zambelli (PD, dx) si prendono un aperitivo al mare di Ostia, in campagna elettorale 2013

Tra i finanziatori della campagna elettorale di Tassone, presidente dell’attuale X Municipo, il costruttore Pulcini, quello dei residence per l’emergenza alloggiativa strapagati dal Comune di Roma e che Marino vorrebbe chiudere. La società finanziatrice si chiama Olimpica 2050 srl, di proprietà della Edilizia GIAMP srl, a sua volta di proprietà della Antonio Pulcini Group S.A., domiciliata in Lussemburgo. Il documento comprovante ciò compare sul sito dello stesso Municipio X nell’area trasparenza. Dubbi sorgono invece sulla coerenza del minisindaco Tassone che appartiene all’area popolare del PD (la stessa di Gianfranco Zambelli, passato alla cronaca per il vernissage del suo attico all’EUR con la presenza di Pulcini e Scarpellini a luglio 2011). Dubbi che si estendono alle politiche sociali del X Municipio perché Tassone è già caduto in meno di 3 mesi nelle polemiche del campo Rom all’Infernetto e in quelle della cancellazione dell’abitato dell’Idroscalo da parte della Commissione Urbanistica e degli uffici di Roma Capitale.
La domanda dunque sorge spontanea: con chi sta Tassone? Con il partito e le sue alleanze con i costruttori o con i cittadini ? Di una cosa vi è certezza: Pulcini non è un filantropo, è un vecchio costruttore romano diventato famoso per scaltrezza e furbizia. Pulcini è tra l’altro il costruttore dello scandalo forse più imbarazzante di Roma, quello delle Terrazze del Presidente, una lottizzazione abusiva degli anni ’90 sulla via di Acilia, proprio nel Municipio X, che si è trasformata, sotto le giunte rosso-verdi capitoline, in ben 1.367 unità immobiliari, tra una sanatoria e un’altra. Pulcini ha nel X Municipio anche il residence di via Valle Porcina, sempre sulla via di Acilia, il cui contratto, iniziato nel 2008, scadrà con il Comune di Roma il 5 febbraio 2014, per un costo annuo di oltre 3,5 milioni di euro (3mila euro al mese per ogni nucleo familiare). Insomma, Pulcini è quel tipo di costruttore senza scrupoli che ha saputo finora sempre ben scegliere i suoi interlocutori. Non crediamo si sia sbagliato proprio adesso con Tassone.

Paula de Jesus per LabUr

PER NON DIMENTICARE
– Chi deve ringraziare? (Mondani)
– La politica italiana (Pulcini)

da: http://www.youtube.com/watch?v=TVDK4lq1a4A
Report, \"I Re di Roma\"

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OSTIA IN STALLO PER LE BICI, TRA ILLEGALITA’ E PROTAGONISMI

Il 17 settembre scorso sono stati montati i primi stalli per le biciclette, che giacevano nei depositi della Unità Organizzativa Ambiente e Litorale da oltre tre anni, in diversi punti del Municipio X.
Peccato che il posizionamento degli stalli sia stato operato con spesa pubblica in totale dispregio della Legge 19 ottobre 1998, n. 366, Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica, della Legge Regionale 16 febbraio 1990, n. 13, Interventi regionali per favorire lo sviluppo del trasporto ciclistico, del Regolamento viario urbano del Comune di Roma, del Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, Nuovo codice della strada. Non solo. Questa iniziativa non risulta mai esser stata perfezionata all’atto dell’installazione da alcuna determinazione dirigenziale del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, U.O. X Gruppo Mare, costituendo dunque grave illecito amministrativo, e comunque mai pubblicata per la sua eventuale efficacia presso l’Albo Pretorio on-line del Comune di Roma, come previsto dal D.Lgs del 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali e dalla legge 18 giugno 2009, n. 69, Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile. In particolare, oltre l’arbitraria ed illegittima localizzazione scelta per la realizzazione di stalli per velocipedi, non risultano nemmeno seguite le linee guide da tempo adottate nelle più importanti realtà europee relative all’offerta degli stalli (commisurata alla domanda effettiva, documentabile e quantitativamente significativa di sosta dei velocipedi), al posizionamento degli stalli (il più vicino possibile ai principali punti di approdo/sosta dei ciclisti), alla salvaguardia dei requisiti di sicurezza (accessibilità e fruibilità dello spazio pubblico come pure delle aree private regolarmente autorizzate, particolarmente in presenza di pubblici esercizi e servizi), alla visibilità ed identificabilità degli stalli ad uso esclusivo per velocipedi, con apposizione di opportuna segnaletica orizzontale e verticale.

Dopo che il Sindaco Marino ha percorso in bicicletta contromano Via Regina Elena, ha un degno compare anche nel Municipio X, l’Assessore Marco Belmonte, che ad una legittima richiesta di una mobilità alternativa ciclabile, è arrivato ad una illegale attuazione di protagonismo amministrativo.
Con i soldi impiegati per il posizionamento degli stalli e delle finte pedonalizzazioni e i costi aggiuntivi degli straordinari per i vigili urbani (che solo per i Fori Imperiali è di 400mila euro al mese), si potrebbero realizzare piste ciclabili in sede protetta per completare la magliatura di quelle esistenti. Dalla programmazione alla improvvisazione del problema per una foto sul giornale in bicicletta.

Paula de Jesus per LabUr

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RADDOPPIO DEL PORTO DI ROMA – RICHIESTA DI SOSPENSIONE E VERIFICA

Qui di seguito, l’esposto inviato per PEC, fax e mail ordinaria ai destinatari indicati. Ora non ci sono più scuse, ora sono tutti informati, ora o ci sono interventi o si conferma l’omertà.

ESPOSTO PECe mail ordinaria anticipata via fax (26 settembre 2013), inviato ai seguenti destinatari:
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COMUNE DI ROMA
Sindaco (Ignazio Marino), Segretariato Generale (Liborio Iudicello), Capo di Gabinetto (Luigi Fucito), Avvocatura Capitolina ( Rodolfo Murra), Assessore alla Trasformazione Urbana (Giovanni Caudo), Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica (Anna Maria Graziano), Direzione Programmazione e Pianificazione del Territorio (Paolo Capozzi), Direzione Programmazione Grandi Opere Strategiche (Cinzia Esposito), Dipartimento Comunicazione e Diritti dei cittadini (Marco Girella)
REGIONE LAZIO
Presidente (Nicola Zingaretti), Assessore Politiche del territorio, Mobilità, Rifiuti (Michele Civita), Assessore Infrastrutture, Politiche abitative, Ambiente (Fabio Refrigeri), Assessore Politiche del bilancio, Patrimonio e demanio (Alessandra Sartore), Dipartimento Istituzionale e Territorio (Luca Fegatelli), Direzione Regionale Urbanistica e Territorio (Manuela Manetti), Porti e Trasporto Marittimo (Roberto Fiorelli), Urbanistica e Copianificazione Comunale (Maria Teresa Longo)
MUNICIPIO X
Presidente (Andrea Tassone), Vice Presidente (Sandro Lorenzatti), Assessore all’Urbanistica (Giacomina di Salvo), Dirigente U.O.T. (Paolo Cafaggi)
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Il “Laboratorio di Urbanistica – LabUr”, nella persona del Presidente dr. Ing. Andrea Schiavone, nato a Roma (RM) il 18 Marzo 1963, telefono 340-5708124,
ESPONE I FATTI DI SEGUITO RIPORTATI
L’attuale Municipio X, il Comune di Roma e la Regione Lazio proseguono l’iter burocratico del raddoppio del “Porto di Roma” non fornendo alcuna pubblica informazione del perché siano ignorate le indagini della Procura di Roma (presunta falsificazione di documenti), il fallimento della società A.T.I. srl e la mancata realizzazione, p.es., della Caserma della Guardia di Finanza, come da Accordo di Programma. Elementi sufficienti per una sospensione cautelativa dell’iter burocratico in attesa del riscontro dell’informativa Antimafia e della verifica urbanistica/finanziaria/patrimoniale circa la legalità dell’operazione.
PREMESSO
– che con delibera nr.134 del 31 luglio 2000, il Consiglio del Comune di Roma ratificava l’Accordo di Programma ai sensi dell’art. 27 della legge n. 142/90 per la realizzazione del programma degli interventi denominato “Porto di Roma” in località Ostia Ponente, ponendo a carico della proponente società A.T.I. SpA (c.f. 04988851004) gli oneri relativi alla realizzazione del porto turistico e delle opere annesse;
– che la stessa società A.T.I. srl (passata da SpA a srl in un secondo momento) ha dichiarato fallimento in data 18 aprile 2013;
– che il raddoppio del “Porto di Roma” è indicato dal Comune di Roma come ‘opera strategica’ all’interno del programma ‘Secondo Polo Turistico’;
– che le autorizzazioni per il raddoppio del “Porto di Roma”, sono rilasciate principalmente dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio,
VISTO
– che da un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia resa in parte pubblica a settembre 2013, risulterebbe nei giorni successivi al 4/X/2012 la falsificazione di un documento da parte di M.Balini, General Manager della A.T.I. srl, per ottenere le autorizzazioni per il raddoppio del “Porto di Roma”;
– che M.Balini ha annunciato il 13 ottobre 2012 dalle pagine del quotidiano Il Messaggero (pag.43, a firma di Giulio Mancini) “l’apertura del cantiere a novembre 2012”, dichiarando di aver ottenuto il “via libera di Regione Lazio e Campidoglio”;
– che con delibera n.46 dell’Assemblea Capitolina in data 12/XI/2012 veniva ratificato l’Accordo di Programma per il raddoppio del “Porto di Roma”;
– che in data 8/VI/2013 Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, il giorno prima del silenzio elettorale per il ballottaggio delle elezioni del sindaco di Roma, ha dichiarato di aver “firmato l’accordo di programma che da il via libera agli interventi di ampliamento del Porto Turistico di Roma ad Ostia”;
– che la neo-eletta Giunta dell’attuale X Municipio, insediatasi a metà giugno 2013, continua a sostenere il raddoppio del “Porto di Roma”, pur essendo a conoscenza del fallimento della A.T.I srl e delle indagini giudiziarie in corso,
CONSIDERATO
– che non risulta alcuna dichiarazione dell’attuale X Municipio, del Comune di Roma e della Regione Lazio sui gravi fatti che da luglio 2013 investono il “Porto di Roma” e solo in parte sopra narrati;
– che non risulta alcun atto pubblico dell’attuale X Municipio, del Comune di Roma e della Regione Lazio per esigere dalla A.T.I. srl il rispetto degli oneri inclusi nel sopra citato Accordo di Programma, alcuni mai in 12 anni ottemperati, come la Caserma della Guardia di Finanza su via Carlo Avegno;
– che nei contratti di vendita la A.T.I. srl ha riservato per sé varie proprietà presenti all’interno del “Porto di Roma”, inclusa la torre di controllo che ha però ‘compito di controllo istituzionale’ e funzionale per il porto,
SI CHIEDE
1) di sospendere l’iter burocratico per il raddoppio del “Porto di Roma” in attesa della conclusione delle indagini presso la Procura di Roma;
2) di verificare l’adempimento da parte dell’A.T.I. srl degli oneri relativi alla realizzazione del porto e delle opere annesse, come da Accordo di Programma;
3) di verificare se le proprietà dall’A.T.I. srl a sé riservate all’interno del “Porto di Roma” siano incluse nel fallimento o se siano state vendute o cedute prima del fallimento;
4) di verificare se esistono irregolarità finanziarie che possano, a seguito del fallimento, generare danni a terzi.

Con tale esposto, basato su documentazione pubblica e riscontrabile, si intendono edotti i destinatari delle informazioni ivi narrate. Ogni mancato atto d’ufficio, dovuto dal singolo destinatario per garantire il rispetto e la legalità dell’Accordo di Programma sopra citato, costituisce non solo omissione in atti d’ufficio ma omissione di denuncia di reato qualora, a conclusione delle indagini, risulti quanto da noi esposto e, per negligenza degli organi preposti, ignorato.
Con osservanza,

dr.Ing. Andrea Schiavone

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Ostia o Cripple Creek? Il caso di ‘Approdo alla Lettura’ dopo le dichiarazioni del Municipio X

Oggi sono stati messi i sigilli a una libreria sul Pontile di Ostia, ‘Approdo alla Lettura’, vincitrice di un bando di gara (società “Il Libraio sas”). Dopo l’esposto del Comitato Civico 2013 (v. LINK), inviato in Procura, a cui l’Assessore alla Cultura dell’attuale X Municipio, Sandro Lorenzatti, ha assicurato che risponderà, sono state rilasciate da Lorenzatti e dal Presidente del Municipio X, Andrea Tassone, dichiarazioni a dir poco imbarazzanti. Il bando pubblico per la manifestazione “Libramare”, triennio 2013-2015 (periodo 1 giugno-10 gennaio), recitava chiaro (art.1): “Per l’anno 2013 l’affidamento avverrà, presumibilmente entro il 15 giugno 2013, per consentire l’espletamento della procedura di assegnazione”. La presentazione delle offerte scadeva il 27 maggio 2013. Il 25 giugno si è insediata la nuova giunta del Municipio X: erano dunque trascorsi già 10 giorni dalla data prevista di affidamento e 24 da quella d’inizio attività. La comunicazione di aver vinto il bando è stata alla fine inoltrata alla società “Il Libraio sas” mediante delibera dirigenziale dell’8 luglio 2013, mai pubblicata all’Albo Pretorio del Comune di Roma come previsto per legge, dunque 23 giorni dopo la data prevista di affidamento, 37 da quella d’inizio attività.
Il 15 luglio 2013, dopo la notizia pubblicata dal quotidiano La Repubblica sulle infiltrazioni malavitose dentro l’attuale Municipio X, si è insediato come nuovo direttore l’Avv. Rodolfo Murra, che solo in data 29 luglio 2013 (44 giorni dopo la data prevista di affidamento), ha inviato la diffida alla società “Il Libraio sas”. Questa la motivazione: poichè non è stata stipulata alcuna convenzione, la struttura non può occupare il pontile, cosa invece già fatta dalla società per necessità di esercizio, in attesa di definire le pendenze. Addirittura Murra ha valutato una “indennità risarcitoria” di 57.300 euro per l’avvenuta occupazione senza convenzione, da non confondere con l’indennità di occupazione di suolo pubblico, tanto che nella successiva determinazione di sgombero forzoso firmata il 16 agosto, Murra scrive testualmente: “con successivi provvedimenti si procederà alla quantificazione dell’indennità di occupazione di suolo pubblico (OSP)”.
L’assurdo si ottiene con il comunicato stampa rilasciato dall’attuale Municipio X in cui invece si dichiara che i 57.300 euro sono i canoni COSAP e OSP. Insomma, questi 57mila e rotti euro, che cosa sono? Perché per più di un mese la nuova giunta non ha definito la stipula del contratto? Se c’erano irregolarità o inadempienze, perché non è stata fatta alcuna azione? Ci sono gli estremi per omissione in atti di ufficio da parte dei dirigenti e politici del Municipio?
Il ritardo politico nel far partire la manifestazione, l’inadeguatezza della struttura amministrativa nella gestione del bando, sono evidenti, come è evidente il danno recato ai cittadini, privati di uno spazio culturale. Nel frattempo la sindrome dello sceriffo de’ noantri pervade chiunque possa vantare una stella di latta.
Ma è Ostia o Cripple Creek?

paula de jesus per LabUr, Laboratorio di Urbanistica

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COMUNE DI ROMA: “SCUSI, POSSO ABBATTERE LA SUA CASA ABUSIVA?”

All’Idroscalo di Ostia succede di tutto. Anche nella sua propaggine, il residence sull’Ardeatina (via di Fioranello), dove 35 famiglie furono deportate nel febbraio 2010 a seguito dell’illegittima operazione di Protezione Civile ordinata da Alemanno. Dopo oltre 3 anni accadono cose mai viste. Alla Signora Marina D’Agosto (nome di fantasia), ex-residente all’Idroscalo e oggi inquilina del residence, è stata comunicata la revoca dell’assistenza alloggiativa per motivi di reddito. Allegato alla comunicazione, un altro documento, sottoscritto dalla Signora Marina D’Agosto il 1° marzo 2010, in cui il Comune di Roma chiede l’autorizzazione a demolire la sua casa all’Idroscalo. Per quale motivo? Esiste forse un procedimento in corso che ne giustifichi la demolizione? Nello stesso documento, un modulo prestampato, il Comune scrive che la Signora Marina D’Agosto lascia spontaneamente l’abitazione in cambio di assistenza alloggiativa “senza alcun condizionamento da parte dell’amministrazione di Roma”, mentre stanno abbattendo 35 case con un esercito (tra militari e civili) di 1.200 persone. Il documento non è un modulo del Dipartimento Politiche Abitative o dei Servizi Sociali dell’ex-XIII Municipio, cui la Signora Marina D’Agosto avrebbe dovuto spontaneamente rivolgersi per chiedere assistenza alloggiativa, ma è un modulo dell’Ufficio Repressione Abusivismo Edilizio. Dunque alla Signora Marina D’Agosto, mentre demolivano 35 case con i caterpillar e portavano vie gli averi nei container, l’Amministrazione Comunale le ha fatto firmare, con modalità ingannevoli e dolenti, un documento che contiene false dichiarazioni, tra cui la frase “senza alcun condizionamento da parte dell’amministrazione di Roma”. Ma come, c’era un’ordinanza del Sindaco Alemanno che comandava, con oltre 800 unità delle forze dell’ordine, l’allontanamento della Signora Marina D’Agosto e le si fa firmare un documento con la frase “senza alcun condizionamento da parte dell’amministrazione di Roma”? La Signora Marina D’Agosto prima di quella data aveva forse richiesto interventi socio-assistenziali? Era forse all’interno di graduatorie per ottenere un alloggio in un residence? L’intervento socio-assistenziale del Comune di Roma era finalizzato al sostegno del nucleo familiare della Signora Marina D’Agosto per accertati e gravi condizioni socio-economiche? Oppure la Signora Marina D’Agosto era stata una delle 35 vittime del finto intervento di Protezione Civile ordinato da Alemanno per inesistenti “eventi catastrofici e calamitosi”?

Tutti sappiamo la verità. La Signora Marina D’Agosto non è stata allontanata per sfratti, sgomberi disposti dalla Forza Pubblica o certificazione della ASL di ambiente “malsano” o “inagibile”. E’ stata allontanata per la presenza di inesistenti “eventi catastrofici e calamitosi”. E la sua casa è ancora in piedi all’Idroscalo, ma ora, dopo 3 anni, la vogliono buttar giù.

Se non ha più diritto al residence, considerato che sono cessati da 3 anni perché mai esistiti gli “eventi catastrofici e calamitosi”, visto che la sua casa all’Idroscalo di Ostia è ancora in piedi, perchè ora dovrebbe autorizzare la demolizione della sua casa? Nessun procedimento di anti-abusivismo è mai stato avviato nei confronti della Signora Marina D’Agosto, tanto è che se così fosse non servirebbe la sua autorizzazione. Mai si è visto che ad un abusivo gli venga chiesto se l’amministrazione può demolirgli la casa!

A firmare questi documenti del Comune di Roma, due dirigenti. Quello delle Politiche Abitative, Maurizio Bianchini (che il 26 febbraio del 2013 è stato bloccato dagli stessi uffici di Roma nel tentativo di affidare senza alcuna competenza parcheggi comunali a società private), e il Vicecomandante dei Vigili Urbani, Antonio Di Maggio, presente il 23 Febbraio 2010 all’Idroscalo dove l’Amministrazione Comunale è entrata all’alba demolendo le case con una illegittima ordinanza di Protezione Civile per compiere in realtà una operazione di antiabusivismo che però avrebbe richiesto altre procedure, come sa bene Di Maggio.

Se questo è il modo di procedere di questa nuova amministrazione siamo passati dalla padella alla brace.

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OSTIA, WATERFRONT: LA NUOVA GIUNTA DEL ‘FARE’ DIETROFRONT

Il silenzio della nuova giunta di Ostia sulle recenti operazioni di polizia è inquietante, soprattutto perché accompagnato da una impropria logorrea quando si parla invece di interventi pubblici. Nessuna cautela. Tutti hanno ora necessità di far vedere che l’emergenza è superata e che è ora di ‘fare’. E sul ‘fare’ sono tutti d’accordo, ma nessuno che si degni, almeno per senso di responsabilità, di parlare di legalità e sicurezza. Mentre a Fiumicino si mette all’ordine del giorno l’“anti mafia”, ad Ostia si parla degli F35. Nessuna richiesta di costituirsi parte civile nei processi contro le attività criminose di stampo mafioso afferenti il nostro territorio. Nessuna richiesta di strumenti amministrativi per rafforzare la trasparenza, la legalità e il controllo delle procedure di appalto, di lavori, servizi e forniture. Nessuna richiesta di coinvolgimento delle realtà civiche al fine di promuovere la partecipazione a garanzia della legalità e della vita democratica locale.
Anzi, riparte la solita manfrina propagandistica per regalare illusioni ai cittadini sul raddoppio del Ponte della Scafa, questa volta definendolo “low cost”, che poi “low” non è e l’iter non è affatto a buon punto, come dichiara invece Andrea Tassone.
L’Assessore Comunale alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo, cancella il processo partecipativo sul Waterfront (di cui però fa parte anche l’ampliamento del Porto di Roma). Quello municipale, Giacomina Di Salvo, vuole tavoli tecnici universitari per rimanere nelle quattro mura sicure della “casa accademica”. Il Presidente del Municipio X, Andrea Tassone, dichiara di non voler utilizzare la parola internazionale “waterfront”, però (a sproposito) “low cost” sì. Insomma, una sorta di damnatio memoriae il cui principale obiettivo non è cancellare i cinque anni di Alemanno, bensì fingere che i cinque anni siano trascorsi con un nulla di fatto, quando invece per la prima volta si è riusciti a costruire nel Municipio X un tavolo (il Tavolo Partecipato sul Waterfront di Roma Capitale) intorno al quale tutte le forze civiche del territorio (imprenditoriali, sindacali, professionali e cittadine) sono in grado di discutere con elevata competenza della riqualificazione del Lungomare e hanno già fatto ciò che auspica il Vice Presidente del Municipio X, Sandro Lorenzatti, sempre assente come tutti gli altri, ad eccezione dell’Assessore ai LL.PP. del Municipio X, Antonio Caliendo.
Ad interessarsi del Tavolo è invece l’Assessore comunale Caudo. La nuova giunta, nel vuoto pneumatico di idee proprie ed originali, dopo il fallimento per loro stessa ammissione delle politiche urbanistiche per il Litorale dal 1993 ad oggi, riesuma il ‘Progetto Litorale’ addirittura di 30 anni fa (forse per pubblicizzare il libro del capogruppo del PD in Campidoglio Francesco D’Ausilio), come se il resto del mondo fosse rimasto immobile. Ripropone il solito refrain dei privati illuminati e architetti più o meno famosi e il sacrificio delle aree demaniali dentro il processo di trasformazione urbana. E come se non bastasse aprono il confronto con i balneari e con le forze imprenditoriali del territorio, compreso il Porto di Roma, scosso dalla bufera delle recenti indagini giudiziarie, esattamente come ha fatto il centro-destra.
La politica ancora una volta si dimostra vecchia e miope e in barba al regolamento di partecipazione del Comune di Roma non dialoga con le realtà civiche tutte, ma discute con i soliti noti di progetti ammuffiti nei cassetti. Primo tra tutti, appunto, quell’inutile ‘Progetto Litorale’ che già dal 1981 imponeva il Porto ad Ostia (il settore diportistico da anni è in forte crisi), l’arretramento del lungomare e un maxi campeggio dentro Castelfusano (oltre 600 milioni di allora per realizzarlo).
Come diceva Gaber in una famosa canzone, qualcuno era comunista. Forse varrebbe proprio la pena riascoltarla.

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