Via Cristoforo Colombo: l’inutile installazione dei rivelatori d’infrazione

All’incrocio della via Cristoforo Colombo con Via Pindaro (altezza ex-Drive In) passano indisturbati i mezzi pesanti diretti ai cantieri dell’Infernetto, mentre ne è vietato il transito (dal 1999) sul versante AXA. E la Polizia Municipale non interviene, consentendo addirittura il transito degli stessi mezzi pesanti sulle corsie centrali.

Questo è il livello di confusione che regna sull’incrocio in questione. Per ultimo, il posizionamento su Via Pindaro del controllo Telered per le infrazioni compiute con attraversamento con rosso, a cui ha fatto seguito un analogo impianto (più sofisticato) sulla corsia centrale in direzione Ostia. Riteniamo dunque inaccettabile che la Polizia Municipale non chieda, per le corsie centrali della Colombo, l’arretramento della linea di arresto di almeno 10 metri prima dell’intersezione con l’incrocio, evitando quindi che errori e disattenzioni dei guidatori finiscano per portare le vetture ad ingombrare in frenata l’incrocio stesso. Mettere simili sistemi di controllo sulla Colombo non è la stessa cosa di quanto avvenuto sulla Via del Mare, dove non esistono impianti semaforici ed incroci a raso. E’ noto a tutti infatti che lo spazio di frenatura si ottiene dalla seguente formula:

Spazio Frenatura = V x V / 250 x f

dove V è la velocità del veicolo ed f è il coefficiente di aderenza della strada. Chiaramente tale spazio sarà minore se la velocità sarà minore ed il coefficiente di aderenza sarà maggiore. Normalmente un tratto di strada con asfalto rugoso ha un coefficiente di aderenza pari a 1 mentre un terreno asciutto non asfaltato ha un coefficiente di aderenza pari a 0,5. L’incrocio di Via Pindaro è praticamente ‘gommato’ e quindi con un coefficiente di aderenza molto basso. Lo spazio di

reazione (Spazio reazione = V x Tempo reazione) si calcola invece moltiplicando la velocità del veicolo per il tempo di reazione del conducente che è quantificato mediamente in 1 secondo (ma può essere anche molto di più in caso di panico). La somma dei due spazi si dice Spazio di Arresto. In prossimità dell’incrocio la velocità consentita è di 60 km/h con uno spazio di arresto, nelle migliori condizioni teoriche, di ben 36 m (lo spazio di reazione da solo quantifica 18 metri). Ma a 60 km/h non passa nessuno in quell’incrocio sulle corsie centrali. Per intenderci, alla velocità di 100 Km/ h tale spazio è circa di 100 m. Poiché la larghezza dell’incrocio della Via Cristoforo Colombo con Via Pindaro è poco più di 20 metri, è inutile mettere un rivelatore di infrazione se non c’è lo spazio di arresto. In altre parole, chi passa con il rosso comunque ingombrerà l’incrocio in caso di frenata (pur volendo azzerare il tempo di reazione) e poco interessa che verrà multato. Se questo è il modo di mettere in sicurezza un incrocio, siamo messi male. Si obietterà che a Roma, sulla Cristoforo Colombo, tutti gli incroci sono così. Peccato che a Roma la Cristoforo Colombo sia una strada interquartiere e che qui da noi sia invece una strada ad alto scorrimento, che invita l’automobilista a correre e che dovrebbe avere tutt’altra manutenzione del fondo stradale e controllo da parte della Polizia Municipale. Continuiamo pertanto a sostenere la tesi che la Cristoforo Colombo, dall’EUR fino ad Ostia, venga declassata da strada ad alto scorrimento a strada interquartiere, riducendo i limiti di velocità e strutturandola con tre corsie, una delle quali dedicata ai bus navetta per i quartieri limitrofi alla Colombo (esiste lo spazio necessario). Scelte populiste come quella dell’installazione di rivelatori d’infrazione non servono a nulla.

LabUr XIII

Il Presidente

dr. Ing. Andrea Schiavone

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27 Febbraio 2009: manifestazione a Roma

XIII Municipio, 5 Febbraio 2009 – Siamo stufi delle Politiche Urbanistiche scelte da Roma per il nostro territorio. Venerdì mattina alle ore 9:30 manifesteremo per 3 ore armati di striscioni, fischietti e tamburi sotto gli Uffici dell’Assessorato all’Urbanistica, Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio, all’EUR in Via del Turismo 30 (VI Dipartimento del Comune di Roma).

E’ il Dipartimento dove per 10 anni il precedente Assessore, Roberto Morassut, ha fato il bello e il cattivo tempo, così come si prepara ora a fare il nuovo Assessore, Marco Corsini. Tre pullman per un totale di 150 persone, percorreranno la Via Cristoforo Colombo nel caotico traffico mattutino, portando la voce del XIII Municipio fin sotto le finestre degli uffici romani. Scempi ambientali come il Polo Natatorio all’Infernetto (a ridosso della Tenuta Presidenziale), manovre speculative come il commissariamento della Soprintendenza di Ostia o la pessima gestione delle convenzioni urbanistiche, non devono più trovare spazio nel nostro Municipio. Non abbiamo bisogno dei previsti Centri Commerciali sulla Cristoforo Colombo e nell’ex-Prosider, sulla Via dei Romagnoli. Abbiamo bisogno di scuole, strade, bonifica idraulica e corridoi di trasporto pubblico. Dov’è finito il decentramento promessoci dal Sindaco Gianni Alemanno ? Per questo motivo invitiamo Associazioni, Comitati e Cittadini a partecipare in massa alla manifestazione. Noi ci saremo.

Tutte le informazioni saranno disponibili da Lunedì 9 Febbraio 2009 sul nostro sito www.labur.eu e sulla pagina di Facebook (www.facebook.com, voce di ricerca: Labur Tredici). Si prega di comunicare con congruo anticipo la partecipazione per poter riservare i posti sui pullman mediante fax (1782280497, così come scritto, senza alcun prefisso) o posta elettronica (info@labur.eu).

LabUr XIII
Il Presidente
dr.Ing. Andrea Schiavone

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Programma

ore 08:30 partenza Piazza Giardini di Marzo (Infernetto)
ore 09:30 inizio manifestazione Via del Turismo, 30 – Assessorato all’Urbanistica, Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio

ore 12:30 termine manifestazione

ore 13:00 sosta presso il cantiere di Via Traetta (Infernetto) per illustrare le vicende dell’impianto privato che si sta realizzando a ridosso della Tenuta Presidenziale per i Mondiali di Nuoto 2009-02-09

ore 13:30 rientro Piazza Giardini di Marzo (Infernetto)

come arrivare a Piazza Giardini di Marzo: indicazioni

Modalità di Prenotazione

La partecipazione è gratuita previa prenotazione. Si prega di comunicare con congruo anticipo la partecipazione per poter riservare i posti sui pullman mediante fax (1782280497, così come scritto, senza alcun prefisso) o posta elettronica (info@labur.eu), indicando il proprio nominativo e un recapito telefonico. Per ulteriori informazioni, 340-5708124.

Come si svolgerà la manifestazione

La manifestazione sarà autorizzata dalla Questura di Roma.
Avremo striscioni, fischietti e tamburi. Faremo molto rumore per svegliare un’Amministrazione Comunale dormiente ed incapace di realizzare ciò di cui hanno veramente bisogno i Cittadini (scuole, strade, risanamento idraulico e corridoi di trasporto pubblico). Ci saranno quattro interventi:

1) Distruzione del territorio. Il caso del commissariamento ed accorpamento delle Soprintendenze Archeologiche di Ostia e Roma
2) Assurdità di pianificazione urbanistica. Il caso dell’impianto privato che si sta realizzando a ridosso della Tenuta Presidenziale per i Mondiali di Nuoto 2009-02-09, in via Traetta all’Infernetto.
3) La pessima gestione delle convenzioni urbanistiche e delle famigerate 167.
4) Assenza di corridoi di trasporto pubblico. Il caso delle scellerate scelte previste per la via Cristoforo Colombo (sottopassi inutili, centri commerciali a ridosso della strada, progetti non finanziati)

All’inizio e alla fine della manifestazione sarà suonata la canzone di Pierangelo Bertoli ‘Eppure il vento soffia ancora’.

Perché partecipare

E’ l’ultima occasione. Sta arrivando a conclusione il tragico piano di cementificazione del nostro territorio previsto dalla giunte precedenti e in fase di attuazione da parte di quella attuale. Il XIII Municipio non è Roma ed ha bisogno di un decentramento amministrativo che non è voluto dai poteri forti. Siamo comandati e gestiti dagli Uffici di Roma. La manifestazione è di Venerdì, giorno lavorativo, prevede un sacrificio: un giorno di ferie. Ma parafrasando, è meglio perdere un giorno di ferie che tutti i giorni in mezzo al traffico.

Ufficio Stampa

LabUr – Laboratorio di Urbanistica XIII

Via Gaetano Luporini, 105 – 00124 Roma

Tel. 340-5708124 NetFax 1782280497

info@labur.eu

www.labur.eu

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Manifestazione

Nell’ultima settimana di Febbraio LabUr organizzerà una pesante manifestazione a Roma contro l’inefficienza e l’inefficacia dei Dipartimenti del Comune. L’ultimo caso è quello qui riportato delle querce abbattute all’Infernetto per dare spazio a un residence a 4 piani da costruire, tra le altre cose, sopra un acquedotto romano. Questo, con la complicità di tutti gli Uffici di Roma, compreso il Servizio Giardini. Siamo ormai alla follia.

Andrea Schiavone

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Infernetto, Parco di Plinio: abbattute le querce.

Infernetto, 24 Gennaio 2009 – Si chiama Parco di Plinio ed è una convenzione con il Comune di Roma per una delle tante edificazioni intensive del nostro entroterra. Chiamarla ‘di Plinio’ in nome di una romanità accattivante, non ha senso perché prevede la costruzione di un residence a 4 piani sopra un acquedotto romano, su cui ha chiesto informazioni anche la Presidenza della Repubblica. E adesso chiamarla ‘Parco’ è un’altra eresia perché stanno abbattendo tutte le querce che si trovano all’interno. Allora che cosa sarà ? Sicuramente un’impropria pianificazione urbanistica voluta dai Dipartimenti di Roma che qui hanno buttato altro cemento grazie allo strumento delle compensazioni edificatorie, nel particolare, quella dei Monti della Caccia che doveva venire presso la Via Pontina. Cemento su cemento ed alberi tagliati. Anche perché proprio LabUr aveva mandato il 24 Novembre un esposto per la tutela del patrimonio arboreo esistente, visto che quasi tutte le querce (ad eccezione di un leccio centrale) erano state ignorate nel progetto della società Zio Sam srl che qui costruisce. In questi giorni il taglio delle querce. Indiscriminato. Anche quella secolare che sorgeva presso l’acquedotto romano minacciato dal cemento. La scoperta è stata fatta dai residenti che dalla mattina alla sera si sono visti depauperare il proprio patrimonio boschivo. Perché infatti gli alberi sono di tutti, anche se ricadono in proprietà privata. Ma quello che più sconcerta è il fatto che dopo il nostro esposto, in data 27 Novembre 2008, è stata fatta richiesta di abbattere le querce, con conseguente autorizzazione del Servizio Giardini del Comune di Roma che in data 4 Dicembre (immediatamente, quindi) protocollava il tutto con il nr. 46212/2008. Stamattina i cittadini arrabbiati hanno manifestato di fronte al cantiere su Via Bedollo, all’Infernetto, strappando queste informazioni, anche se la proprietà ha ritenuto opportuno chiamare sul posto i Carabinieri (subito accorsi) chissà per quale pericolo. Nulla invece da parte della Polizia Municipale, contattata anche dall’Assessore Amerigo Olive (che ringraziamo), che anzi ci ha risposto in maniera arrogante, dicendo di non avere pattuglie disponibili e negandoci anche le generalità dell’operatore della Sala Operativa, assai infastidito delle telefonate ricevute (ore 12:15 di Sabato 24 Gennaio). Questa è proprio l’Italia che non vogliamo. Oltre l’attivissimo CdQ Amici della Madonnetta, ringraziamo Angelo Bonelli, Giancarlo Innocenzi, Stefano Salvemme, Tonino Ricci, Gianluca Cavino, Sandro Lorenzatti per averci sostenuto nel fare subito chiarezza. Nei prossimi giorni alzeremo una battaglia contro questa mancanza amministrativa da parte degli Uffici di Roma, che dopo ben 3 anni e solo dopo il nostro esposto hanno risolto la questione dell’intralcio che le querce costituivano per la palazzina a 4 piani. Come ? Autorizzando a tagliarle.

LabUr XIII
Il Presidente
dr.Ing. Andrea Schiavone

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Polo Natatorio di Ostia: cantierizzazione irregolare ?

XIII Municipio, 21 Gennaio 2009 – Dopo le irregolarità avvenute in fase di gara, le vicissitudini della bonifica bellica ed il teatrino della progettazione esecutiva (cambiata almeno 4 volte), adesso anche la fase di cantierizzazione del Polo Natatorio di Ostia avviene senza nessun controllo da parte delle autorità competenti. Esistono precise prescrizioni dettate dalla Legge che impongono il rispetto degli abitanti (barriere fono assorbenti, pulizia degli automezzi, viabilità locale, etc.) ma nessuna di queste viene rispettata e addirittura fatta applicare. Eppure le vicende del Polo Natatorio di Ostia sono state ben sintetizzate sul numero in edicola dell’Espresso a firma del giornalista Marco Lillo che ha raccolto, su tutta Roma, informazioni su questo flop che saranno i Mondiali di Nuoto Roma 2009. Come al solito, saranno solo gli impianti privati a trarre vantaggio dall’evento, mentre quelli come il Polo di Ostia (solo sulla carta, pubblici) già si pensa come gestirli e spartirli. Ma la cosa più grave è la totale noncuranza del Commissario Delegato, della Polizia Municipale e dell’Amministrazione Capitolina verso i residenti, in questo caso quelli di Via delle Quinqueremi e di Via dei Palombari. Lavori senza orari che disturbano il diritto dei Cittadini a non vedersi sottratta la propria salute, oltre che la visuale del mare (ostruita da un’assurda costruzione, spacciata per Foresteria ma che diventerà un Centro Federale F.I.N., per la gioia del progettista Renato Papagni). Polveri, rumori, vibrazioni, rischio di incidenti sono all’ordine del giorno. L’area è spazzata dal vento che non porta più l’odore del mare ma solo le polveri di un cantiere frenetico, in fibrillazione, che mai finirà in tempo per il prossimo Marzo, data fissata per il collaudo. Montagne di terra si accumulano perché non più trasportabili sull’area archeologica di Pianabella o dentro il centro di compostaggio dell’Infernetto, interno alla Riserva del Litorale, come invece è stato fatto (e denunciato). Le stesse montagne che accumulando l’acqua di questi giorni, rilasciano i fanghi su tutte le strade limitrofe, compreso il lungomare. Aggiungiamoci anche una pessima viabilità e la tracotanza delle ditte che qui lavorano, abituate a passare con i propri camion (all’ora di pranzo) sullo sterrato per raggiungere il bar del Borghetto dei Pescatori ed il quadro è completo. Fosse stato un semplice privato, questo cantiere sarebbe stato sanzionato dalla Polizia Municipale e chiuso dall’ASL. Ma non è privato. E’ pubblico, diretto da un Commissario Delegato (Claudio Rinaldi) che risponde direttamente alla Presidenza del Consiglio. Il peggio è che anche la Polizia Municipale impedisce di capire cosa stia succedendo, bloccando l’accesso agli atti (Legge 241) richiesto dalle Associazioni interessate. Questa è l’Italia che vogliamo ? Questa è l’immagine che a Giugno 2009, inizio dei Mondiali, vogliamo esportare nel mondo ? Siamo fritti…

Comitato Civico Entroterra13 – Paula de Jesus
Cdq Amici della Madonnetta – Adriana Fornaro
Comitato spontaneo Quinqueremi/Palombari – Leonardo Ragozzino
LabUr XIII – Andrea Schiavone

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Infernetto: la rotatoria di Via Cilea abbandonata a sé stessa

Infernetto, 18 Dicembre 2008 – Il progetto è del 20 Novembre 2007, l’inizio lavori è del 6 Dicembre dello stesso anno, ma ancora non si conosce la data di quando i lavori finiranno. A due settimane dal primo compleanno, la rotatoria di Via Cilea è più pericolosa di prima.

Se una volta il problema era un incrocio dove le macchine non vedevano arrivare le altre, adesso il problema non solo è rappresentato da una viabilità assurda (su cui torneremo non appena ci diranno esser finiti i lavori) ma soprattutto da un cantiere abbandonato e lasciato non in sicurezza per i Cittadini. I marciapiedi attorno alla rotatoria sono disseminati da pozzetti senza chiusura (almeno 6), dove caderci dentro è più facile che evitarli, un cartello pubblicitario rischia di cadere da un momento all’altro e addirittura un lampione è rimasto in mezzo alla strada. Senza contare che un camion di colore rosso (perennemente in sosta al centro della rotatoria stessa) adesso è stato letteralmente parcheggiato sul marciapiede opposto, impedendo il passaggio dei pedoni. Perché l’altro inspiegabile mistero è che questa rotatoria, costata 100 mila euro alle tasche dei Cittadini e oggi un cumulo di terra, non prevede alcun attraversamento pedonale e non solo per i diversamente abili. Non ci sono scivoli e l’unico passaggio previsto è in curva su Via Boezi: peccato che qui il marciapiede non abbia neppure la larghezza necessaria per far passare una carrozzina. Ma purtroppo questo non è stato l’unico errore. Addirittura la larghezza della carreggiata da Via Cilea verso Via Romani era stata prevista di 1,80 mt, contro ogni prescrizione delle norme italiane. Sarebbe da chiedersi come mai tutta questa improvvisazione per un’opera pubblica di semplice realizzazione. Il progetto, sbagliato dall’inizio, è cambiato almeno 5 volte e ancora non è finita. Qualcuno pagherà questi errori ? Sarebbe da chiederlo a chi con molta superficialità ha dichiarato che alla fine sarebbe stato tutto perfetto. Speriamo che lo sia anche il rendiconto economico dei lavori e che i Cittadini non siano costretti a ricorrere alla Corte dei Conti per denunciare questa vergogna.

O.L.P. – Osservatorio Lavori Pubblici

Commissione Vigilante

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Via Cristoforo Colombo: declassarla o suggerire percorsi alternativi ?

XIII Municipio, 16 Dicembre 2008 – Stamattina i tempi di percorrenza sulla Via Cristoforo Colombo, alle ore 10:00, dall’altezza del km. 18 (tenuta di Castel Porziano) fino all’EUR (incrocio degli Oceani) sono stati di 2 ore. Meno di 8 km, con un tempo medio di percorrenza di circa 10 minuti. Inammissibile, soprattutto perché all’altezza del km. 18 era presente una pattuglia della Polizia Municipale, mentre nessuna indicazione del percorso alternativo (completamente libero e scorrevole), raffigurato in foto, è stata fornita. Dopo lo svincolo di Mezzocammino, presa la laterale della Colombo in direzione GRA, esiste infatti il sottopasso di via Ercole Drei, di recente costruzione e sbandierato in tutti i modi possibili sotto la giunta Veltroni. Tale sottopasso immette su strade larghe 10 metri che portano su Via Pechino (zona Torrino), continuazione di Via della Grande Muraglia. Strade non utilizzate, parallele alla Cristoforo Colombo, che immettono nel cuore dell’EUR. Perché non utilizzarle in condizioni di emergenza? Che ci fosse maltempo e che si bloccasse la Colombo era noto dai bollettini emanati dalla Protezione Civile da ben 2 giorni. Ma il traffico sulla Colombo non è stato gestito ed uscire dai quartieri del XIII Municipio per giungere a Roma è stata impresa ardua. Non basta fluidificare gli incroci se la sede stradale è interamente occupata. Migliaia di cittadini intrappolati, senza via di uscita, dallo svincolo di Mezzocammino in poi. Perché l’altra assurdità è  che da Mezzocammino fino all’EUR, la Cristoforo Colombo è una pista da bowling: non si esce né è possibile un’inversione di marcia. Questa strada andrebbe declassata da strada di Scorrimento a strada Interquartiere, per ottenere la terza corsia, da riservare al trasporto pubblico gommato (minibus ATAC per i quartieri Infernetto, Casalpalocco, AXA, Madonnetta, Malafede).  Infatti, ricordiamo, la sezione stradale della Cristoforo Colombo è identica nel tratto urbano a quella dall’EUR a Ostia, con la differenza di passare da tre a 2 corsie (più quella di emergenza). Purtroppo la Pubblica Amministrazione non interviene sulla mobilità e tantomeno sulla viabilità, ma promette impossibili sottopassi (quello di Via di Acilia, di Malafede, degli Oceani) quando basterebbe una migliore segnaletica, un impiego efficace della Polizia Municipale e un po’ di buona volontà. Dimenticavamo: anche la vernice per tratteggiare la terza corsia.

LabUr
Laboratorio di Urbanistica XIII

Il Presidente
dr.Ing. Andrea Schiavone

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Infernetto: una complessa situazione idrogeologica.

Infernetto, 12 Dicembre 2008 – Tutti gli influenti del Canale di Palocco che transitano per l’Infernetto, sono di competenza dell’ACEA mentre la manutenzione di questi canali spetta solo al CBTAR. Per questo motivo si è instaurata una cabina di regia tra il Comitato Civico Entroterra13, LabUr e il Consorzio di Bonifica per verificare lo stato attuale dei canali all’Infernetto, impiegati per la raccolta delle acque piovane non solo stradali ma anche risultanti dalla selvaggia urbanizzazione degli ultimi anni. Il primo canale ad essere interessato è stato l’Influente N, che parte da via Torcegno e sfocia appunto nel Canale di Palocco, traversando i comprensori di Castelporziano Sud e Riserva Verde, ma anche il nuovo comparto “Parco di Plinio” (noto per le vicende dell’acquedotto romano, messo in pericolo dalla costruzione di un edificio a 4 piani proprio sopra il suo antico tracciato). L’incontro avuto con il Presidente del CBTAR, la dott.ssa Federica Lopez, ha portato subito alla collaborazione con l’Ing. Ciro Riccardi, che ha fatto pulire il letto e le sponde dell’Influente N in questi giorni di forte pioggia. Purtroppo lo stato del canale non è in ottime condizioni, a causa di più fattori, ed è necessario intervenire in termini non solo di pulizia e ricalibratura, ma anche in termini di revisione dei ponticelli stradali di sezione idraulica insufficiente. Ma qui si scoprono le malefatte dei vari Dipartimenti del Comune di Roma, tra cui soprattutto il IX Dipartimento, preposto alle Politiche di Attuazione degli Strumenti Urbanistici, vale a dire a controllare che quanto riportato nelle concessioni edilizie sia poi veramente rispettato. Un primo caso è quello del comprensorio denominato Castelporziano Sud, che si estende sul lato sinistro di Via Salorno lasciandosi alle spalle via di Castel Porziano. Tale comprensorio ha avuto dal CBTAR il nulla osta all’edificazione (oggi del tutto completata) con il vincolo di sistemare l’Influente N lungo via Cles (tratto prospiciente la scuola) ed oltre, compreso il rifacimento del ponticello stradale di via Predoi. Quest’ultima opera però non è mai stata eseguita, mettendo a forte rischio (a causa della strozzatura del canale in quel punto) un’area densamente abitata. E’ vero che anche i residenti non hanno rispettato le norme civiche più elementari, come per esempio costruire i muri di cinta a 3 metri dalle sponde del canale. Ed è anche vero che l’inciviltà di qualcuno si è manifestata spesso nel buttare le ramaglie e gli sfalci da giardino dentro il canale o, addirittura, nel convogliare (con allacci abusivi) le acque piovane provenienti dalle proprie gronde sempre dentro il letto del canale. Ma è soprattutto la mancata realizzazione delle opere previste a compromettere la funzionalità del’Influente N. Il problema è lungo tutto il tracciato: case abusive che hanno tombato il canale sotto il proprio giardino, attraversamenti pedonali sul canale che ostruiscono il deflusso delle acque od opere di tombatura (autorizzate) sbagliate da un punto di vista della sezione adottata. Certamente non è tollerabile che l’istituzione non intervenga ed è per questo che partiranno le prime denunce. Intanto, verranno richieste opere di urbanizzazione aggiuntive al comparto “Parco di Plinio” affinchè sistemi il tratto di canale prima di via Predoi. Vedremo allora se queste opere, necessarie per la salvaguardia del bene comune, saranno realizzate (come dovuto per legge) prima dell’edificazione residenziale. Perché spettacoli ’veneziani’ come quello della foto scattata su via Salorno, lasciano perplessi sull’efficienza degli uffici preposti al controllo del territorio.

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Infernetto: Convenzione “Riserva Verde B – Parco di Plinio” – tutela del patrimonio arboreo esistente.

Infernetto, 26 Novembre 2008 – Nel quadrilatero, all’Infernetto, racchiuso tra Via Bedollo, Via Salorno e Via Rifiano, il comprensorio “Riserva Verde B” è oggetto di un progetto edilizio denominato “Parco di Plinio”, di cui sono in fase di attuazione le opere di urbanizzazione. Peccato che all’interno dell’area, siano presenti anche specie arboree protette, in ottimo stato vegetativo, minacciate dai lavori in corso: un leccio (quercus ilex) e 7 farnie (quercus robur). Le seguenti foto ne testimoniano l’esistenza:

Ciò che lascia sbalorditi è che in data 13 Marzo 2008 il Dipartimento VI U.O.5 del Comune di Roma ha protocollato con il numero 6025 l’allegato D (“Zonizzazione su base catastale”) del progetto urbanistico, a firma dell’Arch. Giuseppe Schettini, dove (in legenda) è riportato il simbolo “Alberature Esistenti” e che compare però solo una volta all’interno della planimetria stessa e solo in prossimità del leccio esistente. Degli altri alberi (le 7 farnie) neppure la citazione. Addirittura nella posizione della farnia presso l’incrocio Via Salorno – Via Bedollo (presso l’antico acquedotto romano interrato) è riportato in planimetria l’edificio S1 (la futura scuola pubblica), mentre nella posizione delle 6 farnie lungo Via Salorno è riportata in planimetria la sede stradale, con tanto di rotatoria. I Cittadini della zona sono stufi di vedere avanzare il cemento a danno del territorio, senza neppure salvaguardare il patrimonio arboreo esistente. Tempo fa furono selvaggiamente tagliati gli eucalyptus lungo Via Salorno e di recente sono state sradicate le mimose lungo Via Bedollo. Foto di appena 10 anni fa ancora mostrano la zona ricchissima di alberi, tra cui le pregiate querce. Purtroppo i cantieri su Via Salorno le hanno tutte distrutte, in alcuni casi simulandone il deperimento vegetativo mediante iniezioni di ammoniaca nel basso tronco (in altri casi sono stati fatti fori con il trapano sulla radici per dimostrarne la pericolosità in quanto pericolanti). Per tale motivo è stato presentato un esposto alle autorità competenti da parte di LabUr, chiedendo che si intervenga immediatamente a tutela del patrimonio arboreo in quanto le opere di urbanizzazione in corso minacciano direttamente le 6 farnie lungo Via Salorno. Nell’esposto si è chiesto anche di operare un censimento del patrimonio arboreo esistente all’interno dell’area di cantiere e di valutarne lo stato di stabilità e quello vegetativo. Ricordiamo infine che in latino la parola “forza” e la parola “quercia” si traducevano nello stesso modo con il termine “robur”, da cui deriva in italiano la parola “robusto”. Per questo motivo il nome latino della farnia (la specie più minacciata e più rappresentativa all’Infernetto), è appunto quercus robur. LabUr si batterà affinchè questi alberi non vengano tagliati.

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Infernetto: Via Cilea asfaltata con i fondi del 2005. E le altre opere ?

Infernetto, 21 Novembre 2008 – L’asfaltatura di Via Cilea, all’Infernetto, ha molti padrigni ma solo una madre: il CdQ Infernetto, con sede in Via Stradella. Ricordiamo infatti che in occasione dell’incontro avuto il 22 Ottobre 2007, alle ore 10.00, ad Ostia presso il Municipio XIII U.O.T. Lungomare Paolo Toscanelli, 137, il Responsabile di Procedimento Area LL.PP., Arch. Gianfranco Maiorini, presentò un  documento dal titolo “Manutenzione Straordinaria Strade e Marciapiedi dell’Infernetto”.

Alla presenza di Valter Fanti (Assessore per le Politiche delle Risorse Umane, Bilancio, Patrimonio e Casa), Andrea Schiavone (Presidente Comitato di Quartiere Infernetto), Adriana Bordoni (Presidente Onorario Comitato di Quartiere Infernetto) ed Ernesto Gilardi (direttivo del comitato di Quartiere Infernetto) vennero apportate alcune rettifiche alle voci di spesa. In particolare l’importo di 120.000 euro, proveniente addirittura da fondi del 2005 (Via Bolzoni e Via Parisotti, sempre all’Infernetto) venne convertito, su richiesta del CdQ Infernetto, nella ripavimentazione stradale e marciapiedi su Via Cilea e caditoie su lato a Nord (cioè, su lato del fosso).

Via Cilea Asfaltata

Oggi ci chiediamo, visto che Via Cilea è stata solamente asfaltata, dove siano finiti tutti gli altri soldi perché non vogliamo credere che l’importo per asfaltare poco più di 500 metri di strada larga di media circa 6 metri (3.000 mq) sia stato di 120.000 euro, cioè di 40 euro al mq. E’ vero che, per esempio, il marciapiede su via di Castelporziano è costato più di 200 euro al mq (comprensivo di tutto)  ma è anche vero che c’è un limite anche agli sprechi più vistosi. Tornando poi al tratto interessato di Via Cilea (da Via Pietro Romani al Viale di Castelporziano) resta da chiedersi, qualora anche l’importo dell’appalto sia inferiore ai 120 mila euro (perchè frutto di un ribasso percentuale), come mai con i soldi rimanenti non si siano fatti i marciapiedi o perlomeno i pozzetti a dispersione per la raccolta delle acque piovane. Credere che il manto stradale abbia la giusta pendenza verso il canale che fiancheggia a Nord la strada è una sciocchezza in quanto proprio sul lato del canale sono posizionati i parcheggi (che verrebbero allagati). C’è anche da dire che il canale laterale raccoglie tutte le acque dai terreni superiori adibiti alla produzione di ‘prato pronto’ di una nota ditta della zona e che quindi spesso e volentieri tracima anch’esso sul lato stradale (anche perché non viene mai pulito). In altre parole, asfaltare una strada senza dotarla di segnaletica, pozzetti di dispersione, marciapiedi o perlomeno camminamenti protetti, è soltanto consegnare un’opera incompiuta. Purtroppo all’Infernetto ci sono molte opere incompiute (come la rotatoria di Via Cilea, che tra 2 settimane compierà un anno dall’inizio lavori) e nessuna opera finita. Ci aspettavamo che la forte urbanizzazione del quartiere ed il conseguente pagamento degli oneri concessori riuscisse a portare almeno un miglioramento delle infrastrutture. Ma così non è stato e vedere, per esempio, che si continua a rappezzare, senza alcun metodo, criterio o pianificazione,  la rete viaria esistente, lascia perplessi sulle capacità di un’Amministrazione Municipale. E non solo di quella attuale.

O.L.P. – Osservatorio Lavori Pubblici
Commissione Vigilante

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