MUNICIPIO X: OSTIA E TERRACINA, STESSO MARE, STESSI BAGNINI

porcu masci terrapontinaAll’esposto di LabUr del 3 aprile scorso (testo riportato in calce) rispondono oggi, 6 aprile, congiuntamente, in copia all’Avvocatra Capitolina, il Municipio X e la Direzione Centrale Appalti. La questione aperta dall’esposto riguardava il bando europeo per l’assistenza a mare sul litorale romano ed in particolare l’esclusione o no della concorrente Terrapontina srl (unica partecipante al lotto di Castelporziano) per mancato possesso del coerente Codice ATECO. Il Municipio X ha risposto che per l’ammissione era sufficiente l’apposita iscrizione alla Camera del Commercio e dunque Terrapontina srl risulta regolare per il Comune di Roma, anche perché vanta simili esperienze in altre gare aggiudicate in passato, come ad esempio quella della scorsa estate nel Comune di Terracina.

23.08.2016, Ostia. Pierluigi PORCU (sx), Marcello MASCI (dx)

23.08.2016, Ostia. Pierluigi PORCU (sx), Marcello MASCI (dx)

Si segnala a questo punto che Pierluigi PORCU, amministratore unico di Terrapontina Srl, (di cui è legale rappresentante la moglie Luciana SAVIANI), è amico di Marcello MASCI da lunghissima data nell’ambito dell’Associazione Terrapontina, che vede al suo interno anche Sandro CUCCHIARELLI, Alessandro PRO e Marcello PRO.

marcello masciMarcello MASCI, coordinatore provinciale della lista “Cambiamo con Toti”, è consigliere del Comune di Terracina, commissariato dopo gli arresti dell’estate scorsa nell’ambito dell’inchiesta “Free Beach”, che, tra i diversi filoni, include anche il c.d. “Modello Terracina”, vale a dire il ‘particolare’ servizio di salvataggio sulle spiagge libere. Il “modello”, come si legge dagli atti, prevedeva che i bagnini dovessero restituire il 20% del loro stipendio. I fatti sono avvenuti nel 2021. Le spiagge, invece di essere gestite da un ente strumentale del Comune, erano state affidate a terzi. Come risulta dagli atti, ai bagnini veniva consegnata una busta paga di 1.000 euro e dovevano restituirne 200. Ciò sarebbe avvenuto attraverso minacce via WhatsApp.
Marcello MASCI era finito sotto la lente della Procura perché inserito, con altri soggetti, nel “procedimento di assegnazione di 48.700 euro per il servizio collettivo di assistenza e salvataggio sulle spiagge al fine di assegnare il servizio agli operatori balneari di Terracina e in particolare a quelli appartenenti alla cooperativa “Mare e Monti“, il cui amministratore di fatto era sospettato essere proprio Marcello MASCI, che comunque è stato scagionato dalla imputazione di turbativa d’asta a fine marzo 2023.

Tornando al periodo degli arresti, emerge un particolare non irrilevante. Prima del blitz della Guardia Costiera e dei Carabinieri del 19 luglio 2022, il Comune di Terracina si era adoperato per assegnare di nuovo il servizio dei bagnini dopo il caso di sfruttamento del 2021. In un primo tentativo ha invitato tre operatori a formulare l’offerta per il servizio richiesto. Poi, il 3 giugno 2022, il Comune di Terracina aveva chiesto alle tre ditte un preventivo non ricevendo però alcuna risposta. La gara era andata dunque deserta.
Quindi il 15 giugno, il Comune aveva proceduto, con la determina n. 1098 del Settore Patrimonio, a richiedere direttamente la formulazione di un preventivo di spesa ad un solo operatore economico tra i tre accreditati in piattaforma, ossia a Terrapontina, il cui amministratore unico era ed è appunto PORCU.
L’unico operatore interpellato, Terrapontina, ha presentato la documentazione amministrativa richiesta e l’offerta economica per un importo pari a 133.344,40 euro + IVA. Un preventivo che al Comune è andato subito bene. Poi gli arresti, che però si sono basati sui fatti accaduti tra il 2019 e il 2021 ma non su quelli del 2022.
Il 28 marzo 2023 il Procuratore Aggiunto di Latina Carlo LASPERANZA, con i sostituti Giuseppe BONTEMPO e Antonio SGARRELLA, hanno richiesto il rinvio a giudizio per 32 dei 52 indagati all’inizio, rimanendo aperto il filone bagnini.

Emergono dunque, nei nomi e nei fatti, singolari coincidenze con i fatti accaduti ad Ostia nel 2022 e denunciate dall’ANAB Lazio (Associazione Nazionale Assistenti Bagnanti), che meriterebbero da parte del Municipio X maggiore attenzione. Non sarebbe opportuno infatti per questa amministrazione cadere negli stessi errori commessi con l’ex GIL di Ostia o con la progettazione dei pennelli di Ostia Levante.


 

ESPOSTO (inoltrato via PEC in data 3 aprile 2023)

Spett.le Direzione Servizi Dipartimento Centrale Appalti,

LabUr, Laboratorio di Urbanistica,
PREMESSO
– che riveste particolare importanza, per il sequestro dei chioschi in essere, la
procedura di gara rif. ID Tuttogare 1698 ID SUAFF 77471 per l’affidamento dei
“Servizi connessi alla balneazione indispensabili per la tutela della salute e
dell’incolumità pubblica sulle spiagge libere del litorale romano – Lotto 2 Spiaggia libera di Castelporziano CIG: 95819424AE”
– che in data 28 marzo 2023 è stato redatto dal Dipartimento il verbale di gara prot. SU/2023/5338
– che in data 29 marzo 2023 è stato redatta la Determinazione Dirigenziale prot.
CO/43518/2023 dal Municipio Roma X (P.O. Gare e Contratti – Servizio gare e
contratti – Ufficio Gare e Contratti)
– che entrambi gli atti attestano la regolarità della documentazione amministrativa prodotta dalla concorrente “TERRAPONTINA

VISTO
– che dalla visura camerale del 31 marzo 2023 (Documento n .T510741737) la
concorrente “TERRAPONTINA srl” risulta avere un codice ATECO 82.99.99 (“Altri servizi di supporto alle imprese nca”) che non contempla l’attività di “assistenza bagnanti (bagnini)”, inclusa invece nel codice ATECO 96.09.09 (“Altre attività di servizi alla persona nca”), come si può facilmente verificare sul sito dell’ISTAT (https://www.istat.it/it/archivio/17888)

CONSIDERATO
– che nei chiarimenti pubblicati dalla stazione appaltante sul sistema informatico per le procedure telematiche di acquisto (chiarimento n.2 del 23 febbraio 2023, ore 14:02), si legge che “la Stazione Appaltante non ritiene coerenti con le attività oggetto di appalto i codici ATECO 82.99.99 , 81.29.1 e 93.11.2 ferma la consolidata giurisprudenza in materia” (cfr. Cons. Stato, sez. IV, 11 maggio 2020, n. 2953);
– che tale affermazione potrebbe aver portato alla non presentazione di offerte da parte di altri concorrenti in possesso dei codici ATECO dichiarati non coerenti quando invece la concorrente “TERRAPONTINA srl” è stata ammessa pur avendo uno dei tre codici ATECO dichiarati non coerenti,

CHIEDE CON URGENZA
l’annullamento degli atti citati in premessa (verbale e determinazione), con riserva di denunciare i fatti sopra narrati a tutela di un interesse diffuso e collettivo, nelle competenti sedi giudiziarie ed amministrative.

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MUNICIPIO X – OSTIA, SPIAGGE LIBERE. UN DISASTRO ANNUNCIATO

spiagge libere 2023La gestione delle spiagge libere ad Ostia è un disastro annunciato. Ieri, 4 aprile 2023, è stata emessa l’ennesima direttiva di Giunta del Municipio Roma X e l’ennesimo bando a soli 27 giorni dall’inizio della stagione balneare, mentre è in essere un bando europeo per i bagnini. Irregolarità, sovrapposizioni di procedure aperte, servizi esistenti già affidati e pagati a caro prezzo, dubbie convenzioni onerose con i privati, tutto all’ultimo momento. In politica le coincidenze non esistono: per mesi si è discusso in più Commissioni, tra amici, di come garantire ai privati profitti sulla gestione delle spiagge libere, come se fossero spiagge libere attrezzate.
Siamo di fronte al fallimento politico e amministrativo nella gestione di un bene pubblico. L’ennesima triste pagina si consuma sul mare della Capitale d’Italia.

Da sempre la stagione balneare inizia il 1° maggio e termina il 30 settembre, ma il presidente del Municipio Roma X, Mario FALCONI (PD) finge di non saperlo. Pensavamo che non si potesse fare peggio dell’ex-presidente, Giuliana DI PILLO (M5S), attualmente consigliere municipale e vice-presidente della Commissione sulla Legalità, ma al ‘peggio’ non c’è limite.

I FATTI
E’ del 29 marzo 2023 la Direttiva di Giunta Municipale n.17 (Prot. CO/50602) con la quale è stato dato mandato al Direttore Apicale (Marcello VISCA) ed agli uffici competenti, di indire le procedure di gara per l’affidamento dei servizi relativi alla gestione delle spiagge libere di Roma per la stagione balneare 2023. Dunque, da ottobre 2022 ad oggi nulla è stato fatto.
Ricordiamo che secondo la normativa vigente, tali servizi comprendono: assistenza e salvataggio bagnanti, pulizia manuale dell’arenile, pulizia e predisposizione dei servizi igienici sanitari (incluso lo spurgo delle fosse biologiche), la realizzazione di passerelle necessarie per agevolare l’accesso alla battigia di persone con disabilità e altri servizi complementari.

Così, il Direttore del Municipio X, Marcello VISCA, ha emesso ieri, 4 aprile 2023 (prot. CO/52757), il bando/disciplinare per l’affidamento dell’intero pacchetto dei sopra citati servizi connessi alla balneazione sulle “spiagge libere di Ponente del Municipio X di Roma Capitale”, sebbene tra quelle elencate due di esse, le più grandi per altro, siano ad Ostia Levante (ex Amanusa e SPQR).

Peccato che esista già una gara europea per l’assistenza e salvataggio bagnanti per quelle spiagge, di cui abbiamo già scritto nei giorni scorsi. Come è possibile che il 4 aprile, invece di procedere ad un affidamento anche diretto (visto che la legge lo consente) del servizio di assistenza e salvataggio bagnanti per le spiagge libere di Ostia (lotto andato deserto nella gara europea), sia stata sovrapposta una nuova procedura aperta per l’affidamento di tutto il pacchetto dei sopra elencati servizi, incluso quello del servizio di assistenza e salvataggio bagnanti? Inoltre, quali passerelle sarebbero necessarie “per agevolare l’accesso alla battigia di persone con disabilità”, visto che proprio l’ex presidente Giuliana DI PILLO, a giugno 2017, dichiarò che le nuove passerelle “potranno finalmente facilitare a tutti l’accesso al mare, soprattutto ai diversamente abili“? Non dimentichiamo che la fornitura di quei lastroni depositati sulle spiagge libere e spacciati per passerelle passò anch’essa per un affidamento diretto non proprio trasparente da un punto di vista amministrativo.

GLI ALTRI SERVIZI
Nella citata direttiva si richiede anche l’indizione di procedure di gara per i servizi di pulizia meccanica dell’arenile (vagliatura), di predisposizione di servizi igienico sanitari (compreso lo spurgo delle fosse biologiche) e di allestimento delle spiagge mediante posizionamento di strutture di facile rimozione. In pratica, ogni servizio che si renda necessario attivare per garantire l’apertura delle spiagge libere in totale sicurezza.
Desta quindi stupore il fatto che proprio una settimana prima con Determinazione Dirigenziale CO/655/2023, del 22 marzo 2023, già si fosse indetta la gara per l’affidamento del servizio di allestimento delle spiagge libere con strutture di facile rimozione (211.304,18 euro, IVA esclusa): perché una settimana dopo FALCONI la chiede nuovamente?

Si aggiunge inoltre il problema dei servizi igienici sanitari (stanziati 212.563,32 euro, IVA esclusa, con Determinazione Dirigenziale prot. CO/52344 del 4 aprile). Per quelli esistenti a Castelporziano, occorrerà eseguire lo spurgo delle fosse biologiche, invece per alcune spiagge libere di Ostia, occorrerà verificare la funzionalità degli scarichi dove esistono bagni in muratura. Nel dettaglio, la spiaggia ex Amanusa sul lungomare Amerigo Vespucci (avente servizi regolarmente allacciati alla pubblica fognatura) e le spiagge ex La Spiaggetta (Piazzale Magellano) ed ex Social Beach (Piazza Scipione Africano) che hanno servizi igienici collegati alla pubblica fognatura con impianto di sollevamento. Per le altre spiagge, sono previsti 11 bagni chimici (a gara, 196.254,63 euro, IVA esclusa). Fanalino di coda, il servizio di vagliatura delle spiagge, cioè della pulizia di tutto l’arenile con appositi macchinari: altri 204.309,93 euro (IVA esclusa).

SPIAGGE LIBERE PER I PRIVATI

Il Municipio dichiara di non avere soldi e personale per gestire le spiagge e per assicurare la pubblica incolumità durante la stagione balneare. Così da una parte ricorre a dubbie convenzioni con privati – come già avevamo segnalato l’anno scorso – dall’altra affida i rimanenti servizi con procedure che finiscono in mano ai soliti affidatari, impegnando più di 1MLN di euro. Tutto all’ultimo minuto, senza programmazione e con investimenti sbagliati che comportano, ad ogni stagione balneare, il ripresentarsi degli stessi problemi. La stagione 2023 però riesce ad essere peggiore delle altre.

Se si arriva all’ultimo secondo a indire gare, alcune addirittura già indette sullo stesso servizio, se si fanno giochini amministrativi per mandare deserte alcune di esse per inglobarle così in altre, se si piange miseria per giustificare lo stato di degrado esistente, rimane un fatto curioso che per mesi e cioè che si sia parlato a lungo nelle commissioni municipali (come i verbali di seduta attestano) di come garantire agli affidatari privati delle spiagge libere un guadagno, suggerendo addirittura di completare le singole convenzioni con il posizionamento di camioncini bar davanti le spiagge libere.

Ecco perché sorge il sospetto che la somma urgenza con cui si sta muovendo il Municipio a conduzione PD (ed eredità M5S) non sia un segnale di responsabilità amministrativa, ma di fallimento conclamato. Non si può discutere per mesi sul ‘guadagno’ degli affidatari delle spiagge libere e tralasciare una corretta gestione della cosa pubblica.
Per questi motivi, vigileremo e relazioneremo sull’esito delle procedure di gara sopra descritte alle autorità competenti.

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OSTIA, PER LA COCCINIGLIA È STATA UNA SCORPACCIATA: ORMAI DISTRUTTE LE PINETE

coccinigliaDall’estate del 2021 decine di migliaia di pini sono stati abbattuti nel Municipio Roma X, l’unico a Roma ad avere il decentramento amministrativo per il verde. Decimata anche la Tenuta Presidenziale di Castelporziano (1) (2): l’attacco della Cocciniglia tartaruga (apparsa in Campania nel 2014, a Lago Patria) è stato devastante

Un disastro ambientale senza precedenti, ma purtroppo anche senza controllo (3). Eppure dal 3 giugno 2021, nel decreto del Ministero delle Politiche Forestali, c’era scritto tutto quello che si doveva fare.

LA SITUAZIONE
Alla data del 21 marzo 2023, il Servizio Fitosanitario Regionale per il Lazio (SRR) ha comunicato a LabUr (Reg.Uff. U.0314034) di non aver imposto, dalla data di entrata in vigore del decreto ministeriale, misure fitosanitarie puntuali nei confronti di soggetti pubblici o privati proprietari o detentori a qualsiasi titolo delle aree interessate dall’infestazione. Neppure sono state presentate in Regione richieste autorizzative per la movimentazione delle piante ospiti dell’insetto dopo abbattimenti e potature.
Addirittura il Dipartimento di Tutela Ambientale del Comune di Roma rende noto che (prot. QL/22087 del 28 marzo 2023), dalla data del decreto, non vengono più comunicate al SFR i nuovi casi di infestazione, essendo ormai tutto il Comune di Roma “zona infestata”.

Un quadro drammatico che si accompagna al mancato rinnovo della Commissione che gestisce la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, che ha esaurito il suo mandato l’8 agosto 2022. Ricordiamo che la Commissione ha il ruolo di autorizzare gli abbattimenti degli alberi compresi nella Riserva (di cui fa parte p.es. anche la pineta di Castelfusano e delle Acque Rosse) e che non esiste una sua autorità sostitutiva, neppure nei casi di urgenza. Più volte il Comune di Roma ha sollecitato il Ministero dell’Ambiente, senza risposta.
Per ultimo, assistiamo all’impotenza ed inerzia del Reparto Tutela Ambientale del Gruppo X della Polizia Locale di Roma Capitale e del Gruppo Carabinieri-Forestale nell’intervenire in questa triste situazione di degrado.

LA CRONOLOGIA BUROCRATICA
Il Decreto del “Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali” riportante le misure fitosanitarie di emergenza ai fini del contrasto dell’organismo nocivo Toumeyella parvicornis (Cocciniglia tartaruga) è stato emesso il 3 giugno 2021 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie generale n.173 il 21 luglio 2021.
Tale decreto ha affidato ai Servizi Fitosanitari Regionali (SFR) le attività di indagine per accertare la presenza dell’insetto parassita (art. 3), per istituire aree delimitate (art. 5) e ha disposto le misure di eradicazione e di contenimento da adottare (artt. 6 e 7). Al decreto è seguita la Determinazione della Giunta Regionale del Lazio n.548 del 5 agosto 2021 con la quale si è preso atto dei risultati delle indagini effettuate dal SFR Lazio da cui è risultato che la presenza dell’insetto era, in quel momento, limitata nel Lazio all’intero territorio dei comuni di Roma e Fiumicino.

Per le pinete del Municipio X di Castelfusano e Castelporziano così come di moltissime alberature stradali, già considerate infette, dovevano dunque essere adottate dall’estate 2021 le seguenti misure obbligatorie:

– abbattimento delle piante non più curabili e disseccate (“morte in piedi”) anche al fine di evitarne lo schianto, a tutela della pubblica incolumit
– potatura delle parti di chioma secche o malate
– gestione dei materiali di risulta degli abbattimenti e delle potature: distruzione, mediante combustione in loco (dove possibile),
trasporto autorizzato in siti individuati dal SFR, garantendo la non diffusione del parassita durante il viaggio (mezzi chiusi, camion telonati)
– trattamenti insetticidi (per endoterapia o per aspersione in chioma).

Il tutto doveva essere a carico, spese comprese, dei proprietari e dei conduttori, a qualsiasi titolo (privati e pubblici), dei terreni e siti dove erano presenti piante potenzialmente malate. Le sanzioni erano state previste da 1.000 a 6.000 euro. Gli abbattimenti e le potature dovevano essere fatte in inverno e in assenza di vento.
È evidente il fallimento di tutto ciò visto che la Regione Lazio ha dovuto modificare, un anno dopo, la mappa con la Determinazione n. G11997 del 13 settembre 2022 (in scuro, la “zona infestata” dall’insetto e in chiaro la “zona cuscinetto”, che circonda la zona infestata per almeno 5 km di larghezza).

mappa

COSA SI DOVEVA FARE
I proprietari o conduttori, privati o pubblici (p.es. il Comune o la Presidenza della Repubblica), dopo abbattimenti e potature di piante infestate dalla cocciniglia, dovevano presentare al SFR del Lazio la comunicazione preventiva di trasporto da zona infestata a zona libera di tutto il materiale di risulta, attendendo l’autorizzazione. Prima ancora, avrebbero dovuto fornirsi di apposita autorizzazione per l’abbattimento dei pini.
Quindi il SFR per il Lazio avrebbe dovuto inviare sul posto un proprio ispettore fitosanitario a redigere un puntuale verbale dove trascrivere tutto quanto necessario e previsto dal Decreto Ministeriale e dalle linee guida regionali per la gestione del materiale di risulta degli abbattimenti e delle potature di piante infestate dalla cocciniglia, compreso il luogo di destinazione finale dove trattare il materiale. Se ‘rifiuto’ era destinato allo smaltimento per combustione o se ‘biomassa’ doveva essere destinato alla termovalorizzazione.

Così non è andata, se non in sporadici casi di alcuni privati. Due esempi su tutti: che fine hanno fatto i pini tagliati lungo via dei Pescatori o lungo via della Villa di Plinio? Senza parlare delle migliaia di piante uscite e movimentate verso la Toscana dalla tenuta di Castelporziano.

Ma al peggio non c’è mai fine. Altre migliaia di pini, piante “morte in piedi”, restano pericolanti lungo le strade del Municipio Roma X, a rischio di schianto, come ad esempio i circa 500 pini lungo via di Castelfusano. Altri restano “morti in piedi” dentro parchi e pinete (compresa Castelfusano), a volte vicino ad aree giochi per bambini. Per ultimo, il rischio incendi, che la siccità renderà ancora più grave questa estate. Premesso che d’estate i pini non si possono tagliare perché si favorirebbe la diffusione della cocciniglia, cosa faranno le istituzioni davanti a un quadro reso, per incuria e negligenza, così drammatico?

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OSTIA, MUNICIPIO X – L’IGNOTO ANDREA MORELLI SI ‘OKKUPA’ DELLA CASA DELLA CULTURA

morelliLo scandalo dell’immobile di via Calenzana ad Ostia è sotto gli occhi di tutti. Prima mercato rionale “San Fiorenzo”, poi centro occupato “SpazioKamino”, quindi sgomberato nel 2001 sotto Paolo ORNELI che sognava di farlo diventare la più grande ludoteca di Roma, sogno però rimasto irrealizzato. Dimenticata la modesta esperienza del ChiquiPark, i tre piani dell’immobile sono stati per anni teatro di atti di vandalismo, fino all’annuncio nel 2018, in cui si parlò di trasformarlo in ‘Casa della Cultura”, ennesimo flop targato Giuliana DI PILLO (M5S), perchè durante il Covid si è trasformato in una succursale della scuola Vega. I lavori costarono 200mila euro e vennero affidati alla Consorzio C.E.V. CONSORZIO EDILI VENETI Soc. Coop, la ditta padovana coinvolta in un altro scandalo, quello dello skate park di Nuova Ostia. Di nuovo vandalizzato, se ne è tornato a parlare nella prima seduta della Commissione Speciale “PNRR, Giubileo 2025, Esposizione Universale 2023”, il 3 aprile 2023, presieduta da Marco POSSANZINI e alla presenza di Alessandro IEVA, Margherita WELYAM, Sara ADRIANI, Raffaele BIONDO, Giampaola PAU e Monica PICCA. Presente anche Federico STOLFI, delegato dell’Assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel GOTOR. Torneremo nei prossimi giorni sull’argomento, di rilevante importanza urbanistica, relativo alla ricerca di fondi europei, con l’obiettivo di definire la futura destinazione d’uso e gestione degli spazi di via Calenzana, attualmente ancora in fase di ristrutturazione. Quello che ci preme ora sottolineare è il nuovo scandalo andato in onda durante la Commissione, senza che nessuno dei presenti si sia posto qualche domanda. A rappresentare il Municipio Roma X presso il Dipartimento di Urbanistica e a decidere il futuro dell’edificio sono Valentina PRODON (Assessore all’Ambiente) e un certo Andrea MORELLI. Chi sia quest’ultimo, non lo sa nessuno in Municipio X, anche se tutti lo conoscono, nonostante acceda con disinvoltura a tutti gli atti amministrativi, presenziando come un qualsiasi politico eletto. Questa storia va avanti da almeno un anno, ma nessuno interviene. In data 21 ottobre 2022, con prot. CO/0130190, il direttore del Municipio Roma X comunicava che il nominativo di Andrea MORELLI (nato a Roma il 23 settembre 1979) non risultava tra quelli della Segreteria della Presidenza. Eppure Andrea Morelli è sempre stata persona molto vicina al presidente del Municipio X, Mario FALCONI, già dalla campagna elettorale. Premesso che la dotazione organica dell’ufficio di supporto del Presidente e della Giunta del Municipio è stabilita (per ciascun Municipio) nel numero massimo di 11 persone e che alla data odierna non è pubblico alcun incarico conferito ad Andrea MORELLI, ci chiediamo a che titolo Andrea MORELLI acceda agli Uffici municipali e agli atti amministrativi anche riservati. Perché viene ricevuto dagli Uffici Capitolini in rappresentanza del Municipio Xbe anche in altre sedi istituzionali? Neppure Federico STOLFI, che in Commissione ha riferito il fatto, si stupisce della presenza di Andrea MORELLI. La vicenda ricorda un po’ quella del braccio destro di Andrea TASSONE (nel periodo di Mafia Capitale), un certo Francesco VIGLIOGLIA, che l’allora Direttore del Municipio X, Claudio SACCOTELLI, sosteneva di non conoscere pur facendosi vedere in giro con lui. Insomma, prima mercato, poi spazio occupato, poi ludoteca, poi scuola e ora tutto quanto insieme: il luogo dove si insegna a mercanteggiare i soldi pubblici giocando con titoli millantati. Più occupazione di così, si muore. LabUr inteverrà a difesa del valore urbanistico della struttura che non può rimanere in mano a degli sconosciuti, a meno che qualcuno non ci dica chi è Andrea MORELLI.

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OSTIA, INIZIA LA STAGIONE BALNEARE SENZA BAGNINI

bagnini ostiaCome avevamo preannunciato va deserto il lotto di Ostia ponente. Ad un mese dalla stagione balneare non ci saranno i bagnini su quel tratto di lungomare. All’interno della procedura aperta per l’affidamento dei “servizi connessi alla balneazione”, diviso in due lotti, il lotto 1 è infatti andato deserto. Nessuno ha partecipato.
Invece per il lotto 2 (spiaggia libera di Castelporziano, 14 postazioni, 357.046,20 euro) è stata ammessa alla fase successiva di apertura delle offerte tecniche solo la TERRAPONTINA S.r.l. mentre è stata esclusa la seconda concorrente, la ASD ENERGY.
Ma qualcosa non torna.
Nonostante sia stata rilevata “la completezza e regolarità della relativa documentazione amministrativa” della TERRAPONTINA srl, esiste un problema con il suo codice ATECO e cioè con il codice di classificazione delle attività economiche (adottata dall’ISTAT), requisito fondamentale per l’ammissione alla gara. Dalla visura commerciale del 31 marzo 2023 (Documento n .T510741737) risulta infatti il codice ATECO 82.99.99 (“Altri servizi di supporto alle imprese nca”) che NON contempla l’attività di “assistenza bagnanti (bagnini)”, inclusa invece nel codice ATECO 96.09.09 (“Altre attività di servizi alla persona nca”), come si può facilmente verificare sul sito dell’ISTAT (https://www.istat.it/it/archivio/17888).

E’ dunque sorprendente che sia la Direzione Servizi del Dipartimento Centrale Appalti di Roma sia l’Ufficio Gare e Contratti del Municipio X non abbiamo rilevato tale incongruenza. Anche perché, tra i chiarimenti pubblicati dalla stazione appaltante (il Municipio X) sul sistema informatico per le procedure telematiche di acquisto, si legge che “la Stazione Appaltante non ritiene coerenti con le attività oggetto di appalto i codici ATECO 82.99.99 , 81.29.1 e 93.11.2 ferma la consolidata giurisprudenza in materia”, pena l’esclusione.

Ricordiamo che l’aggiudicazione avverrà anche in presenza di una sola offerta valida per ciascun lotto, in ragione della necessità di garantire il servizio qualificato come indispensabile per la tutela della salute e
dell’incolumità pubblica sulle spiagge libere del litorale romano e che, quando una procedure aperta va deserta, è possibile ricorrere in affidamento diretto.

Se dunque per le spiagge di Castelporziano, dove si sta risolvendo la questione del sequestro dei chioschi per intercessione del Segretariato della Presidenza della Repubblica, esiste un problema di legittimità che il Municipio X dovrà affrontare, per tutte le altre spiagge libere di Ostia si paventa l’affidamento diretto del servizio di salvataggio agli affidatari delle spiagge libere che però ancora non esistono perchè il bando di gara non è stato pubblicato.

Si paventa forse un ‘baratto’ tra gli affidatari delle spiagge e il Municipio X, come si sospettava? Concederanno agli affidatari la possibilità di avere punti ristoro disposti sul lungomare prospicienti le spiagge libere in cambio del servizio di salvamento?

Il Municipio X si trova per l’ennesima stagione balneare in grave ritardo sulla gestione dei servizi connessi alla balneazione sulle spiagge libere e a nulla sono valse tutte le polemiche e i contenziosi degli anni passati sull’impiego non troppo regolare degli assistenti bagnanti.

LabUr, nel suo inderogabile dovere di tutela dell’interesse pubblico, segnalerà alle autorità competenti amministrative e giudiziarie questo ennesimo sconfortante episodio di mala gestione amministrativa affinchè sia fatta almeno chiarezza sulle procedure adottate.

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ACILIA, CASETTE PATER: TRA OCCUPAZIONI E DISASTRO URBANISTICO. INVIATO ESPOSTO ALLE FORZE DELL’ORDINE

casette paterLe occupazioni abusive delle case sono da sempre state nella cronaca giudiziaria del Municipio Roma X. Dai fatiscenti palazzi Armellini di Nuova Ostia, alle c.d. Casette Pater dei Monti di San Paolo (Acilia), passando per le vicende giudiziarie del tentativo di occupazione di un casale presso il supermercato Carrefour su Via Ottone Fattiboni (Dragoncello), sventata dagli uomini del Commissariato di P.S. “Lido di Ostia” in data 29 dicembre 2013. È stata una delle pagine buie di Mafia Capitale che ha coinvolto le due signore in “rosso” delle occupazioni (Maria Giuseppa VITALE e Silvia PAOLUZZI, condannate nel 2021) e che avevano come referenti nel Municipio X due consiglieri, rispettivamente del PD e del M5S. È uno schema che si ripete anche oggi con lo scandalo che ha coinvolto Luca FAGIANO, nato ad Ostia, attivista per il diritto alla casa, incluso nella chat dell’Assessore comunale alle Politiche Abitative, Tobia ZEVI, proprio sulla delibera del “Piano Casa”.

Rimane dunque in piedi un’aberrazione tutta romana: la Pubblica Amministrazione non risolve il problema delle case popolari ma ‘dialoga’ con chi le occupa in nome del fatto che non ci sono case popolari. Nel frattempo, si instaura uno scambio di favori: voti contro assegnazioni. Una guerra tra poveri che non dovrebbe esistere.

Oggi, l’ennesima chicca, che riguarda le c.d. Casette Pater dei Monti di San Paolo.

Cogliendo l’occasione del 150º anniversario di Roma Capitale (1871-2021), l’Istituto di Studi sul Mediterraneo del CNR (ISMED) e Biblioteche di Roma hanno avviato un programma di lavoro congiunto sulle migrazioni che hanno popolato la capitale. E’ nata così la rassegna “1871-2021: 150 anni di immigrazioni a roma Capitale“, che vedrà oggi il dodicesimo appuntamento presso la Biblioteca ‘Sandro Onofri’, per parlare delle Casette Pater e dell’inizio dell’urbanizzazione di Acilia. Peccato che si tratti di un ‘falso storico’ perchè non si trattò di una ‘migrazione’ e tantomeno di una ‘immigrazione’.
Era una trasformazione di Acilia da borgata rurale a piccola Città Giardino, “quando in un momento particolarmente propizio alle famiglie numerose in cerca di un rifugio adatto alla sempre crescente figliuolanza, venne costruito nella zona un villaggio, con criteri assolutamente nuovi anche per la scelta dei mezzi costruttivi, fra i più rapidi ed economici allora conosciuti“. Le Casette Pater (dette già al tempo ‘casette di cartone’) avevano le pareti “costituite da trucioli di legno impastati con materiale cementizio”. Era stato previsto che dovessero rimanere in piedi non oltre i 10 anni, poi si sarebbe provveduto alla loro demolizione e alla progressiva sostituzione con fabbricati in solida muratura.
A causa degli eventi bellici, ciò non avvenne, e ancora oggi il Comune di Roma (dopo oltre 80 anni) annaspa nella trasformazione urbanistica dell’area, concedendo così spazio, per la sua inerzia, ad occupazioni degli immobili fatiscenti collegate al mondo politico locale.

Per questo motivo, abbiamo presentato un esposto al Comune di Roma, in copia alla Prefettura di Roma, all’ANAC, all’Unione Inquilini, ai Carabinieri della Stazione di Acilia e al X Distretto di Polizia “Lido di Roma”.
Forse è il tempo di porre fine al disastro urbanistico dei Monti di San Paolo sfruttando l’emergenza casa.

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OGGETTO: ESPOSTO – occupazione c.d. “Casette Pater” (località Acilia, Municipio Roma X) e relazione con i fatti di cronaca (chat diffusa dalla trasmissione “Fuori dal coro – Rete4”, tra Luca FAGIANO, Yuri TROMBETTI, Tobia ZEVI)
LabUr – Laboratorio di Urbanistica, a tutela di un interesse collettivo e diffuso

PREMESSO

  • che nessun provvedimento è stato preso a seguito della diffida inviata da LabUr in data 1 luglio 2022 (in allegato) e del successivo incontro del 2 dicembre 2022 con il Presidente della Commissione Patrimonio e Politiche abitative, Yuri TROMBETTI, neppure dopo numerose note inviate anche all’Assessore Tobia ZEVI;
  • che si apprende dalla stampa (“Fuori dal coro – Rete4”, Il Messaggero) delle relazioni tra Yuri TROMBETTi e Tobia ZEVI con i movimenti di occupazione romani (nella persona di Luca FAGIANO),

VISTO

  • che Luca FAGIANO è personaggio noto nel Municipio Roma X per i contatti con i movimenti di occupazione locali, avente rapporti con la politica locale;
  • che episodi di occupazione sono ben noti nel Municipio Roma X, in stretto rapporto con esponenti politici locali già dal 2013 (vedi p.es. procedimento penale nr.31665/2013 R.G.N.R., nei confronti di Maria Giuseppa VITALE e altri);
  • che di recente sono occorsi tentativi di occupazione delle citate ‘Casette Pater’, sventati dall’intervento dei Carabinieri della Stazione di Acilia;
  • che i suddetti tentativi di occupazione avvengono perché (a detta degli occupanti) “le Casette Pater appartengono al patrimonio ATER del Comune di Roma”;
  • che nessun documento pubblico indica le ‘Casette Pater’ appartenenti al patrimonio ATER del Comune di Roma,

CONSIDERATO

  • che i tentativi di occupazione avvengono spesso con indicazione precisa degli immobili da parte di ignoti ma con evidenti relazioni con gli uffici comunali, al fine di ottenere, da parte dell’occupante, l’assegnazione di una casa popolare;
  • che la correlazione temporale tra la conclusione del decennale processo di alienazione agli assegnatari delle ‘Casette Pater’ (oggetto della diffida sopra citata), i recenti tentativi di occupazione delle stesse nonché la prossima approvazione in Giunta Capitolina del c.d. ‘Piano Casa’ (argomento della chat in oggetto, in cui compare anche l’Avv. Guido LANCIANO, coordinatore nazionale ufficio legale Unione Inquilini),

CHIEDE CON URGENZA

  • un chiarimento da parte dell’Assessorato comunale, degli organi politici amministrativi e degli uffici capitolini competenti, in particolar modo da parte di Yuri TROMBETTI e dell’Assessore Tobia ZEVI, sull’appartenenza o no delle c.d. ‘Casette Pater’ al patrimonio ATER del Comune di Roma e sulle azioni intraprese in risposta alla diffida del 1 luglio 2022 inviata da LabUr.
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OSTIA, LA CONFERMA: LA PISTA CICLABILE RENDE IRREGOLARE LA SEDE STRADALE DEL LUNGOMARE

pista ciclabile raggiDopo che il Ministero dei Trasporti l’ha definita illegittima, dopo che la ex-giunta M5S del Municipio Roma X ha dovuto, per mera propaganda elettorale, approvare un nuovo e dubbio atto amministrativo per completarla, dopo che sono stati spesi 2 milioni di euro per realizzarla – deviando i fondi previsti per il mercato dell’Appagliatore e creando debiti fuori bilancio – dopo aver speso un altro milione di euro per evitare che si allagasse ad ogni pioggia – realizzando sui marciapiedi pozzetti a dispersione, non previsti – la pista ciclabile sul lungomare di Ostia diventa protagonista di una nuova irregolarità.

E’ del 28 febbraio 2023 la documentazione ricevuta dal Municipio Roma X (prot. CO/0027327) in cui si conferma che l’attuale sede stradale del lungomare di Ostia, interessata dalla sedicente pista ciclabile, non è a norma rispetto alle leggi vigenti perché ristrettasi a seguito della realizzazione di quella che può definirsi l’opera più fuorilegge mai realizzata ad Ostia, anche più del Polo Natatorio o del Porto Turistico di Roma

misure stradali lungomare ostia (prot. CO/0027327 del 23 febbraio 2023, Municipio Roma X)

misure stradali lungomare ostia (prot. CO/0027327 del 23 febbraio 2023, Municipio Roma X)

Il Municipio X, con l’invio degli atti amministrativi che definiscono la larghezza della carreggiata lato mare e delle banchine del lungomare di Ostia (nel tratto compreso tra Via Giuliano da Sangallo e il Piazzale Cristoforo Colombo) conferma quanto sostenuto da LabUr in questi anni. Risulta infatti che l’assetto attuale di detto tratto di lungomare è di fatto correlato ai lavori per la realizzazione della pista ciclabile eseguiti con Determinazione Dirigenziale prot. CO/131261 del 30 dicembre 2020, con la quale è stato approvato il progetto esecutivo e il relativo elaborato grafico riportante le misure stradali.

Per esempio, risulta una carreggiata a due corsie larga poco più di 6 metri con assenza della banchina in destra della carreggiata sostituita da un pericoloso cordolo e dalle piazzole di sosta ATAC, fuori sagoma. Una cosa visibile a chiunque. Dunque è fuori norma rispetto alla classificazione stradale del tratto di lungomare stabilita dal “Regolamento viario e classifica funzionale delle strade urbane di Roma Capitale” redatto dal Dipartimento Mobilità e Trasporti e allegato al “PGTU – Piano Generale del Traffico Urbano di Roma Capitale” (Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 21 del 16 aprile 2015).

Ricordiamo che ogni aggiornamento della classificazione funzionale della rete stradale del PGTU e del Regolamento deve essere approvato con specifica deliberazione della Giunta Capitolina su proposta del Dipartimento Mobilità e Trasporti, sentiti i Municipi interessati. Cosa mai avvenuta.
L’aver deviato linee ATAC, l’aver privato di parcheggi la più importante sede stradale di Ostia, l’aver complicato l’accessibilità al mare per i disabili, il non aver previsto aree di carico/scarico merci per le attività commerciali, aver creato una difficile mobilità per i mezzi delle forze dell’ordine e di pronto soccorso, non può più rimanere impunito.

Qui di seguito i dati ufficiali che dimostrano che la legge è stata violata senza ulteriori commenti. Abbiamo provveduto ad inoltrare un esposto alle sedi giudiziarie competenti, con nomi e cognomi dei funzionari, dei dirigenti e degli organi politico-amministrativi che hanno ripetutamente commesso atti contro la pubblica amministrazione, addirittura giustificando la sedicente pista ciclabile come misura anti-covid da parte dell’ex presidente del Municipio, Giuliana DI PILLO (M5S).

classificazione PGTU del tratto del lungomare di Ostia interessato alla sedicente pista ciclabile

classificazione PGTU del tratto del lungomare di Ostia interessato alla sedicente pista ciclabile

normativa vigente PGTU per strade interquartiere (IQ) e interzonali (IZ)

normativa vigente PGTU per strade interquartiere (IQ) e interzonali (IZ)

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INFERNETTO, SUPERMERCATO EUROSPIN: LA CONFESSIONE DEL MUNICIPIO SULLA IRREGOLARITA’

eurospin infernettoSi tratta del supermercato della Eurospin nel Municipio Roma X sulla laterale della via Cristoforo Colombo, sulla destra, dopo via Ermanno Wolf Ferrari, in direzione Roma. Sorto grazie a una complessa e poco trasparente determinazione dirigenziale (la QH/22758 del 30 marzo 2021) è l’emblema della trasformazione urbanistica territoriale di questi ultimi tempi, come già descritto in altri articoli (elencati in calce). Abbiamo iniziato pertanto a verificare la regolarità amministrativa dell’apertura del cantiere (data inizio lavori, 21 febbraio 2021), scoprendo che il ponticello in cemento armato che scavalca l’influente I del canale di Palocco e si immette sulla laterale della via Cristoforo Colombo non è mai stato autorizzato come ingresso di cantiere. Un dettaglio? Non tanto, visto che ha inciso sulla grande viabilità della zona e che è solo il primo tassello di un tortuoso iter burocratico che riserverà (dopo gli accertamenti in corso) alcune sorprese.

Pertanto da quasi due anni documentiamo di questo supermercato le irregolarità comunicateci dagli uffici municipali e comunali di Roma Capitale, nonché quelle accertate dal Gruppo X Mare della Polizia Locale
Tutti sono stati informati: dirigenti, assessori, funzionari. Anche Valeria STRAPPINI, imprenditrice di 45 anni e titolare del ristorante ‘Re Carlo’ ad Ostia, eletta l’11 dicembre 2020 presidente della Confcommercio Ostia Litorale Sud che ha come missione quella di rappresentare le imprese del commercio di Roma e provincia. Non solo, ma anche quella di portare “all’attenzione delle istituzioni, nazionali e locali, istanze e proposte raccolte presso gli Associati, con l’obiettivo di ottenere politiche favorevoli alle imprese e alla crescita economica del territorio”.

Di certo per “politiche favorevoli” non si intende “favoritismi”. Qualcuno, dunque, dovrà spiegare, compreso l’Assessore alle Attività Produttive e il Presidente dell’omonima Commissione del Municipio X, Antonio CALIENDO e Raffaele BIONDO, o l’attuale Comandante del Gruppo X Mare, Stefano DONATI, come mai di quel ponticello che collega il piazzale del supermercato alla laterale della via Cristoforo Colombo non se ne è interessato nessuno.

Per agevolare la memoria, abbiamo aggiunto al sottostante elenco degli articoli già pubblicati, il video in cui l’Arch. Raffaella SEBASTI dichiara la mancanza di autorizzazioni del ponticello in questione, unico accesso per i lavori del cantiere che nessuno ha visto ma di cui tutti sanno. Per ultimo, informeremo anche il consigliere Leonardo DI MATTEO che presiede la Commissione municipale III – Lavori Pubblici e Mobilità e che era presente alle dichiarazioni della SEBASTI.

28 maggio 2021
INFERNETTO, CAOS URBANISTICO: PREVISTO UN SUPERMERCATO SULLA COLOMBO

14 giugno 2021
INFERNETTO, IL SUPERMERCATO FANTASMA SULLA COLOMBO

08 novembre 2021
EUROSPIN, INFERNETTO: IL SUPERMERCATO DELLO SCANDALO

25 gennaio 2022
EUROSPIN INFERNETTO: PASSI CARRABILI SENZA AUTORIZZAZIONE MA IL SUPERMERCATO, DIFFIDATO, NON CHIUDE

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LA PETIZIONE CONTRO L’INCENERITORE DI ROMA INVIATA DA COPX E’ STATA APPROVATA DALLA COMMISSIONE EUROPEA

copxIn data 23 febbraio 2023 la competente Commissione Europea ha accolto la petizione inviata da COPX, la Rete per la Conferenza sui Rifiuti del Municipio X di Roma di cui LabUr fa parte. La petizione è stata trasmessa anche alla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo.
Premesso che spetta agli Stati membri attuare la legislazione dell’UE e garantire la conformità a livello nazionale, va osservato che il progetto dell’inceneritore di Roma rientra nell’ambito dell’indagine EU Pilot 2019 (9541), nell’ambito della quale l’Europa sta analizzando l’attuazione del sistema di gestione dei rifiuti nel Lazio. Per tale motivo, l’Europa sta chiedendo alle autorità italiane maggiori informazioni in merito alla coerenza del progetto con gli obiettivi del piano di gestione dei rifiuti del Lazio, senza però riscontrare una costruttiva collaborazione.

LabUr continuerà pertanto all’interno di COPX, vista l’inerzia e la mancata diligenza del Governo Italiano, ad attivarsi per la tutela della pubblica e privata incolumità, della trasparenza amministrativa e del rispetto delle vigenti leggi sulla salute dei cittadini e dell’ambiente.

0713-22.ITÈ necessario un chiaro cambio di rotta, non è possibile procedere sempre in emergenza con decisioni che non tengono conto del benessere delle persone: Roma ha bisogno di un ciclo dei rifiuti efficiente e funzionante. Ben venga pertanto l’attenzione del Parlamento europeo come organo attento alle istanze dei cittadini. Siamo esausti della tecnica dello scaricabarile e di decisioni anti-ecologiche e retrograde che attentano alla salute. Continueremo a fare rete per scambiare le opinioni e per suggerire soluzioni alternative all’inceneritore. I cittadini sanno cosa vuol dire ammalarsi di tumori e vivere in un ambiente malsano: vogliamo che tutti abbiano la possibilità di scegliere il proprio futuro.

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CHIOSCHI SEQUESTRATI DI CASTELPORZIANO: LA RIAPERTURA SPETTA ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

chioschiDopo le imbarazzanti dichiarazioni rilasciate i giorni scorsi a mezzo stampa dal Presidente del Municipio X, Mario FALCONI, in cui ha sostenuto di poter affidare i chioschi sequestrati a Castelporziano entro l’estate, rimane l’amarezza di un’evidente deriva amministrativa in corso. Ricordiamo a FALCONI che il Comune di Roma non paga la concessione demaniale dell’intera spiaggia libera dal 2010 e che il sequestro dei chioschi è avvenuto pochi giorni dopo la sua partecipazione ai festeggiamenti per i 57 anni di vita delle strutture. Tutto è dunque nelle mani del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica che dovrà trovare, con la Capitaneria di Porto di Roma (Ministero dei Trasporti), una soluzione mediatrice tra la convenzione oggi violata – quella del 1965 con cui Giuseppe SARAGAT aprì i cancelli ai romani – e la vigente normativa sul demanio marittimo. Sempre che la Capitaneria di Porto identifichi, una volta per tutte, quali sono i reali confini del demanio marittimo, la c.d. “dividente demaniale”.
Ad oggi sul Litorale romano di Castelporziano insistono, da Sud a Nord, tre tipologie di strutture balneari. La prima è quella di Capocotta, 5 chioschi dichiarati abusivi che dal 2015 godono di una deroga alla chiusura, nelle more dell’elaborazione di una procedura di gara. Tra questi spicca il caso del “Mediterranea” in mano a Legambiente. Poi ci sono i 5 chioschi di Castelporziano subentrati negli anni ‘90 all’Ente Comunale di Consumo. Sono stati sequestrati a fine 2022 perché senza titolo, essendo scaduta nel 2014 la convenzione con il Comune di Roma all’interno della convenzione madre del 1965 siglata dal Comune con la Presidenza della Repubblica e l’Autorità marittima. Infine, ci sono circa 25.000 mq di demanio marittimo all’interno della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, al confine con l’ultimo stabilimento balneare di Castelfusano, “La Marinella”, che risultano occupati dallo stabilimento balneare del Circolo Dipendenti del Quirinale (“CDQ”), già balzato alla cronaca qualche anno fa per l’uso del tutto singolare di poliziotti come bagnini e quindi sottratti al servizio operativo. A regolamentare il rapporto tra il “CDQ” e il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica è la convenzione contenuta nel D.S.G. 9 marzo 2018, n. 52, che contempla anche la fattiva collaborazione del Circolo per la realizzazione dei progetti sociali a Castelporziano. Un esempio è stato il Protocollo d’Intesa firmato con la Regione Lazio (D.G.R. 17 maggio 2022, n. 308) per la VII edizione del centro estivo diurno in favore di adulti e minori con disabilità nei mesi di giugno, luglio e agosto 2022. Il Protocollo prevedeva la fruizione gratuita delle strutture e dei servizi balneari del “CDQ”, ivi inclusi i servizi in spiaggia quali ombrelloni, cabine, sedie, sdraio e la consumazione gratuita dei pasti presso le predette strutture. Dello stabilimento “CDQ” non è pubblico il titolo amministrativo, cioè la concessione, e neppure l’eventuale importo pagato allo Stato per l’occupazione del demanio marittimo. Eppure, non è invisibile. Circondato da dune e da macchia mediterranea, comprende infatti anche campi da beach volley, beach tennis e beach soccer, nonché una bella piscina da 15 metri, più una zona giochi attrezzata e l’immancabile ristorante interno, oltre a parcheggi, cabine e servizi. Se la scusa addotta per tenere aperti i chioschi dichiarati abusivi di Capocotta è stata quella ambientale al fine di garantire una sorveglianza sul delicato sistema dunale costiero, e se lo stabilimento “CDQ” sta sempre più adoperandosi per favorire una più ampia e qualificata possibilità di fruizione della spiaggia a favore delle categorie socialmente fragili, non si capisce perché i chioschi di Castelporziano, anch’essi a difesa delle dune e voluti da SARAGAT per i romani meno abbienti, debbano rimanere chiusi e perché non si trovi per essi una soluzione analoga agli altri due casi.
Di certo non sarà Mario FALCONI a decidere le sorti dei chioschi sequestrati di Castelporziano, ma la Presidenza della Repubblica, su cui ricade tutta la responsabilità di attivare la Capitaneria di Porto affinché rediga il mancante verbale di delimitazione del demanio marittimo ai sensi dell’art.32 del Codice della Navigazione e dell’art.58 del relativo Regolamento. Solo il tracciato di questa linea di confine a terra – che separa il bene pubblico (demanio marittimo) e i beni di altri (in questo caso, la Tenuta di Castelporziano) – potrà fare chiarezza. Infatti, se i chioschi di Castelporziano non fossero insistenti sul demanio marittimo, dovrebbero essere dissequestrati. Diversamente, sarebbe da capire a quale forma di legittimità rispondono le due aree balneari fruibili laterali ai chioschi di Castelporziano (Capocotta a Sud e lo stabilimento “CDQ” a Nord), visto che la dividente demaniale è la stessa, ad oggi identificata con la linea delle dune costiere.

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