XIII Municipio: il verde è al verde

XIII Municipio, 23 Giugno 2009 – Per fortuna che ancora esistono società di costruzioni ‘serie’. Ci riferiamo alla SPQR 2000T, edificatrice della convenzione Parco di Plinio all’Infernetto, più volte da noi contrastata per l’acquedotto romano ivi ritrovato ed il taglio delle querce. Grazie a Giuseppe Belli abbiamo avuto, dopo mesi e mesi, la risposta che cercavamo e cioè che i tagli delle querce realizzati per le lavorazioni di cantiere saranno integrati dalla piantumazione (in aree pubbliche del comparto) di 12 Quercus Ilex, meglio conosciuto come Leccio. Avremmo preferito conservare il patrimonio arboreo esistente ma le opere di urbanizzazione comandate dai Dipartimenti del Comune di Roma ne hanno imposto l’abbattimento. Noi non siamo d’accordo su questa scelta ma non è certo responsabilità della ditta costruttrice che anzi a brevissimo partirà con i lavori di un parco pubblico su Via Salorno. Lotteremo affinchè queste nuove querce non vengano, una volta piantate, abbandonate a se stesse. Vogliamo che crescano rigogliose come le sorelle abbattute, integrando quel patrimonio boschivo in via di estinzione nel nostro territorio. Gli alberi sono di tutti e non esiste proprietà privata che se ne possa impadronire. Purtroppo il nostro Municipio (unico a Roma), che ha delega per l’individuazione, progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione delle aree a verde, è messo malissimo. Alcuni esempi. I pini tagliati su Via di Castelporziano non sono stati sostituiti da nuovi alberi perché il Municipio dice che non ha soldi. Falso. Il problema è che davano ‘fastidio’ ai frontisti (non a caso i tagli si concentrano su particolari punti del viale). Un Pinus Pinea alto 3 metri e con 30 cm di circonferenza costa 100 euro: non si riesce a risparmiare tra tanti sprechi 2.000 euro per ripiantarli ? Ma come, si sponsorizzano le aree verdi e non c’è nessun vivaio pronto ad offrirsi ? Gli alberi sono un elemento urbanistico (come le piante, per l’arredo urbano) spesso e volentieri dimenticato. Ne è un caso l’aiuola spartitraffico sul Lungomare Caio Duilio di Ostia, da mesi senza più irrigazione perché ad uso del famigerato cantiere del Polo Natatorio (a proposito, proprio in questi giorni, con un tubo esterno su via delle Quinqueremi, stile ‘piscina gonfiabile’, è stata riempita la piscina scoperta per il collaudo, usando proprio l’acqua per l’irrigazione del verde).

Non ci dimentichiamo dei pini di Via Micali, a Stagni, abbattuti perché di fronte all’entrata del cantiere (non si poteva spostarla un po’ più in la ?). Senza parlare degli incendi della Pineta di Castelfusano, devastata tempo fa anche dalle ruspe destinate ad abbattere nella boscaglia le baracche degli extra-comunitari. Ma il peggio lo abbiamo visto nella terribile confusione di Via dei Misenati con il taglio dei platani. Decine di alberi di alto fusto, in ottime condizioni, che da sempre caratterizzano l’arredo urbano del centro di Ostia, cancellati per la sola volontà di alcuni ‘padroncini del quartierino’. In termini urbanistici, come devono essere rispettati i colori degli edifici, anche le essenze arboree devono essere tutelate per preservare l’originario progetto di sistemazione del centro storico di Ostia. Aggiungiamo che il platano, che può vivere fino a 500 anni, è non solo il più facile da coltivare tra i grandi alberi da ombra, ma  forse è il migliore da piantare lungo i viali cittadini per la sua grande resistenza all’inquinamento atmosferico. Eppure sono state preferite ai platani prima le palmette e poi i prunus, che non c’entrano nulla né in termini di alberatura né in termini di arredo urbano. E pensare che i ‘Misenati’ erano i marinai di stanza a Capo Miseno, utilizzati per fare ombra durante gli spettacoli del Colosseo muovendo l’enorme velario che copriva l’anfiteatro. Crediamo che, dopo il taglio dei platani, si stiano rivoltando tutti nelle proprie tombe. Il verde di questo Municipio è proprio al verde…

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Il Presidente
dr.Ing. Andrea Schiavone

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Mondiali di Nuoto 2009 Alemanno apre la stagione degli abusi

Ostia, 16 Giugno 2009 – Si è consumata ieri pomeriggio, nell’aula capitolina Giulio Cesare, la pagina più nera dei Mondiali di Nuoto Roma ’09. “Non si può spaccare un capello in quattro, chiudiamo un occhio”. Questo in sostanza l’appello al voto del Sindaco Alemanno al fine di superare le problematiche che condizionano il potere (abusivo) del Commissario Delegato, raggiungendo intese “in deroga alle vigenti previsioni urbanistiche e al vigente regolamento edilizio”. Un inno alla illegalità sostenuto da tutta la PDL (ad eccezione del Consigliere e generale dei Granatieri di Sardegna, Antonino Torre).

E l’opposizione ? Banchi mezzi vuoti, a parte il solito drappello dei fedelissimi Alzetta, Nanni, Onorato, Valeriani e Coratti. Quindi, mentre la Procura continuerà a seguire il proprio corso e la Regione Lazio a fare la bella statuina, senza indignarsi sulla violazione di numerosi vincoli paesistici, il Comune di Roma si prepara ad accogliere gli abusi edilizi di numerosi impianti natatori privati, da cui non solo non ha riscosso gli oneri concessori, ma a cui neppure chiederà i costi di una sanatoria. Senza parlare degli impianti pubblici (Valco San Paolo, Pietralata e Ostia), fatti a metà e male, ma costati ciascuno il doppio delle spese previste. E chi coprirà i quasi 30 milioni di euro in più di questi tre impianti ? I Cittadini. Il sindaco neppure si è scandalizzato quando i Cittadini del XIII municipio gli hanno sventolato contro le banconote da 50 euro: “Paga con questi, Sindaco !”. Alessandro Cochi, Delegato per lo Sport, è stato solo in grado di manifestare la sua estraneità alle vicende, ma si dimentica di dire che non ha mai ottemperato alla Delibera nr.85 del Maggio 2007 che lo obbligava “a riferire alle Commissioni Consiliari Permanenti per l’Urbanistica e per lo Sport l’andamento della istruttoria tecnica dei progetti degli impianti privati, prima della eventuale approvazione da parte del Commissario Straordinario”. Su questo, è ancora aperto un esposto in Procura. Fabrizio Ghera, Assessore ai Lavori Pubblici, ha dichiarato una serie di inesattezze. Ha affermato infatti che i tre impianti pubblici saranno finiti a fine mese e che gli impianti di Pietralata e Valco San Paolo hanno contenuto i costi. Peccato che tutti e tre gli impianti siano ancora indietro (Pietralata doveva essere inaugurato il 12 Giugno) e manchino i collaudi (basta vedere quello di Ostia), e peccato che su Valco San Paolo e Pietralata i costi siano aumentati rispetto agli importi di aggiudicazione, malgrado lo stralcio delle foresterie previste, senza parlare di quello di Ostia, che ha avuto un raddoppio dei costi non giustificato. Ha anche dichiarato che le foresterie degli impianti privati sono soltanto 4 e collegate solo a piscine da 50 metri. Falso, basta andare al Macchione (Infernetto) per conoscere la verità. Marco Corsini, Assessore all’Urbanistica, diventato avvocato generale dello Stato a soli 25 anni, avrebbe dovuto, almeno lui, dire la verità. Ha sostenuto che le opere sono gestite da un Commissario Delegato, che la Procura sta indagando, che la precedente Giunta Veltroni ha adottato scelte urbanistiche che non sono più coerenti con la realtà odierna. Un intervento alla Ponzio Pilato.

Il sindaco, Gianni Alemanno, è più di un anno che si tiene tra le mani questa patata bollente dei Mondiali di Nuoto. Non ha fatto nulla per gestirla se non rassicurare Paolo Barelli (Presidente Federazione Italiana Nuoto) e Giovanni Malagò (Presidente Comitato Organizzatore dei Mondiali), entrambi ieri in Campidoglio. Riesuma un’altra patata bollente: quella di Tor Vergata. Insomma, la “butta in caciara”, come si dice a Roma. Nel frattempo manca un mese ai Mondiali, le piscine del Foro Italico ed il mare sono pronti a ricevere gli atleti (speriamo), mentre negli impianti privati procedono i lavori (anche in quello sequestrato della Salaria!). Una brutta pagina di questa storia. L’ennesimo spregio alle norme e alle regolamentazione. Il Comune dunque cura gli interessi della speculazione privata, anziché quelli pubblici, negando la pianificazione, la moralità e la legalità, e offrendo un segnale del deterioramento della cultura del territorio.

Comitato Civico Entroterra13
– dott.ssa Paula De Jesus
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Coord. Spont. Residenti Palombari/Quinqueremi
– dr. Leonardo Ragozzino

Laboratorio di Urbanistica XIII (LabUr XIII)
– dr.Ing. Andrea Schiavone
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Ostia: i padroni del lungomare (3)

Con riferimento al nostro esposto dell’11 Maggio 2009, si segnala nuovamente la presunta irregolarità dell’apertura di un parcheggio privato in area demaniale sul Lungomare Caio Duilio a Ostia (Roma).

Gli estremi della concessione pubblicamente esposti risultano incompleti, così come comunicatoci telefonicamente, su nostra richiesta, dall’Agenzia del Demanio – Filiale Lazio.

Si ricorda che tale parcheggio si trova entro i 300 metri dalla linea di costa e che sul cartello affisso non viene indicato il necessario Nulla Osta della competente area dell’Assessorato Urbanistica Regionale, essendo il sito in area soggetta a molteplici vincoli di PTPR.

Il Gruppo XIII della Polizia Municipale di Ostia si è recato sul posto in data Sabato 9 Maggio 2009, come documentato da apposito verbale redatto sul posto e testimoniato da nostra sequenza fotografica. Ad oggi il parcheggio risulta ancora funzionante a solo servizio degli abbonati dello stabilimento balneare “Le Dune”, prospiciente il parcheggio stesso. Sul posto è presente un guardiamacchine, di cui è dubbia la regolarità in termini lavorativi.

Si deve pertanto ritenere che il Gruppo XIII della Polizia Municipale ritiene regolare la concessione e l’autorizzazione a parcheggio riservato e custodito sin dalla data del 9 Maggio 2009. Questo premesso, si rilevano però le seguenti presunte irregolarità in termini del Regolamento Viario Urbano del Comune di Roma:

1. il passo carrabile del parcheggio non è individuato da apposito segnale e quindi nessun divieto di sosta deve intendersi al suo sbocco;

2. l’interdistanza del passo carrabile (tra Via delle Scialuppe e il Lungomare Caio Duilio) è minore a 12 m (risulta di 7,5 metri), sempre che (come sembra) la capienza non sia superiore ai 300 posti auto, caso in cui la detta interdistanza dovrebbe risultare non inferiore ai 30 m.

Poiché ci risulterebbe che ancora oggi, oltre alla concessione dell’area demaniale, non sia stata rilasciata alcuna autorizzazione da parte della competente area dell’Assessorato Urbanistica Regionale per farne un parcheggio ‘riservato e custodito’ e che nessuna DIA sia stata presentata all’Ufficio Tecnico Municipale di competenza per l’utilizzo dell’area concessa, visto che neppure da parte del Gruppo XIII della Polizia Municipale (che ha ritenuto fino ad oggi tutto regolare) è stato ritenuto necessario richiedere obbligatoriamente ai titolari dell’autorizzazione di porre in opera l’apposito segnale di passo carrabile, nelle forme e con le modalità previste dall’art. 120 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del NCDS, si chiede al Gruppo XIII della Polizia Municipale di fornire chiarimenti in merito, considerato anche che il non rispetto della interdistanza dell’attuale passo carrabile contravviene il Regolamento Viario Urbano del Comune di Roma, arrecando pericolo ed intralcio alla circolazione veicolare e pedonale sia sulla strada locale che su quella del Lungomare (si creano in curva file in attesa dell’accesso al parcheggio, soprattutto adesso, in piena stagione balneare). Si nota anche come i passi carrabili non debbono essere localizzati su zone di incanalamento, né tantomeno su intersezioni tra strade, come invece qui accade.

Inoltre, non solo non è presente alcuna indicazione (con relativa autorizzazione) del passo carrabile, ma neppure è stato definito di quanti posti auto è stato autorizzato il parcheggio, dato questo essenziale per definire la corretta apertura del passo carrabile.

Si fa inoltre presente che, essendo già passato un congruo periodo di tempo dal primo esposto ed essendo già stato redatto apposito verbale di accertamento, qualora non venissero forniti chiarimenti a questa nuova segnalazione ci riserviamo di inoltrare regolare esposto alla Procura della Repubblica di Roma nonché alla Corte dei Conti.

dr. Ing. Andrea Schiavone

LabUr XIII – Laboratorio di Urbanistica

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Infernetto: riaprire a doppio senso Via Salorno per favorire i cantieri edili ?

Infernetto, 14 Maggio 2009 – E’ scandaloso che ieri mattina tutta la Commissione Municipale Lavori Pubblici, accompagnata dalla Polizia Municipale, sia stata convocata in esterno per discutere di Via Salorno, una stradina di campagna all’Infernetto. Con tutte le problematiche di viabilità che ha questo quartiere dell’entroterra, valeva davvero la pena interessarsi di un tratto di strada che non ha su entrambi i lati neppure una casa ? Si tratta infatti del tratto di Via Salorno all’Infernetto, compreso tra Via San Candido e Via Torcegno, strada privata a pubblico transito, fuori dalla perimetrazione del Piano Particolareggiato Zona ‘O’ N.51. Tale strada ha regime di strada locale e pertanto, secondo le normative vigenti, deve avere un’unica carreggiata, con una sola corsia per senso di marcia con larghezza di mt. 2,75. Tale strada è stata asfaltata e inaugurata il 4 Dicembre 2007, in presenza dell’Assessore ai LL.PP. del XIII Municipio, essendo stati espressi tutti i pareri favorevoli. Fu poi sciaguratamente aperta a doppio senso di marcia, tanto da destare preoccupazione nei cittadini che la percorrevano ogni giorno e che sfioravano con le portiere le altre auto nel verso opposto. Questo portò a far si che la Polizia Municipale decise di istituire il senso unico ad Ottobre 2008, dopo un nostro esposto. Da quella data più nessun lavoro di adeguamento è stato fatto sulla strada, se non il ripristino del manto stradale da parte dell’ACEA conseguente allo scavo per la posa di cavi.

Ricordiamo che asfaltare ed illuminare quella strada, come è del resto noto a tutti, servì in campagna elettorale e che la strada è il passaggio preferito dei mezzi pesanti diretti ai cantieri dell’area, divenendo però fonte di pericolo per i genitori che accompagnano ogni giorno i propri figli alla vicina scuola di Via Cles (addirittura le corsie utilizzate da mezzi pesanti industriali, dovrebbero avere larghezza standard di mt. 3,50). In quell’area infatti sorge il cantiere di Parco di Plinio (tristemente noto per la presenza di un acquedotto romano sopra il quale verrà costruito un edificio a 4 piani), quello di Castelporziano Sud e a breve ben 3 comparti di Edilizia Residenziale Pubblica, meglio nota come ‘167’. Ora, se già non tolleriamo questi mezzucci applicati dai politici locali che favoriscono i costruttori e il loro modesto elettorato a scapito dell’intera comunità, facendo anche ‘finte’ opere (come quella di asfaltare la banchina per far sembrare la strada più larga) ci sembra francamente assurdo che la Polizia Municipale assecondi tali comportamenti. Se lavori di adeguamento non sono stati fatti, la strada è sempre quella nella sua larghezza e quindi le cose sono due: o la Polizia Municipale ci spiegherà che si è sbagliata a suo tempo istituendo il senso unico o ci giustificherà la nuova disciplina stradale adducendo a chissà che cosa l’allargamento di Via Salorno.

Certo è che quando ieri, Mercoledì 13 Maggio alle ore 12:15, abbiamo visto misurare la sezione della strada da parte della Polizia Municipale con una fettuccia da ‘sarto’ e non con la classica rotella metrica, ci sono cadute le braccia. Adesso si che capiamo come mai la Polizia Municipale non è mai intervenuta sulla viabilità del restante tratto di Via Salorno diretto a Via di Castelporziano, zona urbanizzata devastata dal traffico dei cantieri e priva di qualsiasi segnaletica: non era stata interessata da Pierfrancesco Marchesi, Presidente della Commissione Municipale LL.PP., ma da semplici cittadini. Nel frattempo, è stato presentato un esposto.

O.L.P. – Osservatorio Lavori Pubblici

Commissione Vigilante

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Ostia: i padroni del lungomare (2)

OSTIA, 9 Maggio 2009 – Venerdì è stato terminato, Sabato era aperto e forse Domenica 10 Maggio sarà già chiuso. Parliamo del parcheggio creato dall’Ing. Renato Papagni (con tanto di recinzione in legno e catena) sul Lungomare Caio Duilio, di fronte al Ristorante Mami, su area demaniale (sembra) a lui concessa. Un’area capace di contenere almeno 200 auto ed esclusivamente riservata agli abbonati dello stabilimento balneare Le Dune, che non hanno più un posto dove parcheggiare a causa del costruendo Polo Natatorio di Ostia (il parcheggio in questione si trova affianco al Polo, lato Via delle Scialuppe). Infatti tutta l’area libera, oggi occupata dal cantiere del Polo, serviva una volta da enorme parcheggio libero per i bagnanti. Ma neppure è corretto  dire che, come invece sostiene l’Ing. Papagni, il Polo abbia privato ‘per sempre’ lo stabilimento Le Dune dei posti auto. Infatti, una volta che sarà (ma quando ?) terminato il Polo Natatorio, ben 330 dei suoi parcheggi saranno a disposizione dei balneari e quindi degli utenti abbonati a Le Dune. Questo sta scritto in una memoria dell’Ing. Claudio Rinaldi, Commissario Delegato ai Mondiali di Nuoto Roma ’09 (prot. nr. 3842/RM2009) inviata il 10 Ottobre 2008 al XIII Municipio. Quindi aver voluto a tutti i costi creare questo nuovo parcheggio su area demaniale, servirà solo ad avere 330 più 200 posti auto. Non male, anche perché tutti a costo zero. Peccato che qualcosa oggi sia andata di traverso. Mentre non più tardi di ieri l’Ufficio Tecnico del Municipio e la Polizia Municipale garantivano che ci sarebbe stato il controllo su quest’area (di cui non è mai giunta in Municipio alcuna DIA, Dichiarazione Inizio Attività), ecco a trovarci oggi in una situazione paradossale. Esponenti del Comitato Civico Entroterra13 e di LabUr XIII segnalano il parcheggio in piena funzione ai Verdi che, assieme all’Assessore Regionale Filiberto Zaratti, riescono a mandare sul posto una pattuglia della Polizia Municipale. Noi abbiamo fotografato solo tutto il nervosismo dell’Ing. Papagni nel gesticolare contro la Polizia Municipale, la quale ha comunque redatto un dettagliato verbale. Se la Legge non è soggetta a interpretazioni personali, su quel terreno demaniale, a meno di 300 metri dal mare, senza alcuna deroga urbanistica, non è possibile insediare alcun parcheggio. Ma aspettiamo che la Polizia Municipale dica la sua, visto che comunque, andando via, non ha obbligato all’Ing. Papagni a far rimuovere dall’area le più di 100 auto ivi parcheggiate. Sarebbe stato un gran bel segnale, visto che proprio in questi giorni sul Pontile di Ostia si ospitano i festeggiamenti per il 157° Anniversario della Polizia, nel nome della legalità riportata sul territorio. Ma noi siamo fiduciosi. Come siamo certi che l’Ing. Papagni, da buon progettista, così come è stato prodigo di parole nel giustificare gli enormi ritardi del Polo Natatorio, sappia giustificare anche quest’ultimo suo progetto: un parcheggio su area demaniale entro i 300 metri dalla costa. Veramente i nostri complimenti.

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Ostia: i padroni del lungomare

OSTIA, 7 Maggio 2009 – Se prima ci impedivano di vedere l’azzurro del mare, adesso si stanno attrezzando per farci sparire anche il verde delle aiuole. Il Lungomare di Ostia ormai ha un solo padrone: i balneari. Stamattina è comparsa, sul lato sinistro del Polo Natatorio (Via delle Scialuppe), di fronte alla discoteca Mami, la recinzione del futuro parcheggio dell’Ing. Papagni, avuto per concessione di suolo demaniale. Invece, sul lato destro (Via delle Prore) si è improvvisata una bella discarica di materiale di risulta proveniente dal cantiere del Polo Natatorio. Entriamo nei dettagli. Intorno alle ore 9:00 sono iniziati i lavori di recinzione dell’area demaniale già denunciata per mezzo degli organi di stampa come luogo di parcheggio per lo stabilimento Le Dune, concessa all’Ing. Papagni. E’ da dire che fino a quando non saranno pronte tutte le autorizzazioni nulla qui potrà essere fatto (siamo a meno di 300 metri dal mare). Restiamo comunque stupiti della facilità con cui il Demanio abbia concesso questa area. Del fatto ne ha preso conoscenza anche l’U.O.T. del XIII Municipio, che vigilerà affinché tutto quanto sia rispettato. Questo è un vecchio progetto dell’Ing. Papagni che vorrebbe tutte le aree demaniali del Lungomare adibite a parcheggio e a servizio dei balneari. Tale ipotesi è inaccettabile: significherebbe affidare il Lungomare agli affari dei balneari. Si attende di acquisire tale concessione tramite il lavoro della Commissione Trasparenza e Garanzia del XIII Municipio, presieduta da Marco Belmonte. Più complessa la vicenda di Via delle Prore. Le opere a scomputo derivanti dagli oneri concessori del Polo Natatorio di Ostia prevedono la sistemazione della viabilità nei pressi del Polo stesso, con tanto di rotatorie e ampliamenti stradali nonché dei marciapiedi. Ebbene stamattina, verso le ore 11:00 una ditta rispondente a quelle già operanti all’interno del cantiere del Polo, nonché al Commissario Delegato, ha iniziato, a fresare il terreno perimetrale del cantiere sul lato di Via delle Quinqueremi per poi gettare camion di terra ‘sporca’ sul verde all’angolo con Via delle Prore. Su segnalazione del Comitato Civico Entroterra13 e di LabUr XIII è stata mandata sul posto una pattuglia della Polizia Municipale e tecnici dell’U.O.T. che hanno rilevato l’assenza sul posto del Direttore Lavori ma soprattutto l’assenza di qualsiasi autorizzazione a gettare lì le terre. Anche questo è avvenuto sotto gli occhi di tutti nella piena consapevolezza dell’impunità. Infatti appena è stato contestato questo abuso, la ditta si è dichiarata solerte a rimuovere (a proprie spese) tutto quanto entro la giornata di domani e di portare tutto quanto in discarica autorizzata.  Ricordiamo che se e solo se l’area di discarica fosse stata interna a un’area di cantiere, forse si poteva anche soprassedere, ma non è possibile che questo avvenga su un’area comunale destinata a verde pubblico e per giunta in prossimità delle strisce pedonali (stamattina un camion in retromarcia ha rischiato di investire una bambina che attraversava). Domani vedremo cosa succederà. Intanto stanno partendo le denunce verso la Direzione e il Coordinamento dei Lavori dell’impianto del Polo Natatorio di Ostia.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO:

COMITATO CIVICO ENTROTERRA13

LABUR XIII

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Mondiali di Nuoto: quanti danni a Via Traetta, all’Infernetto

Infernetto, 07 Maggio 2009 – Sono ancora lì, le transenne del Pronto Intervento dell’Italgas per il danno creato dai lavori dell’impianto per i Mondiali di Nuoto Roma ’09 che sorgerà in Via Traetta, all’Infernetto.  Ma è possibile questa impunità per un cantiere sorto su precedenti manufatti abusivi, poi sanati, che forse sta pure ricevendo soldi pubblici tramite l’Istituto di Credito Sportivo ? Senza parlare dei danni arrecati non solo a Via Traetta dal continuo passaggio dei mezzi pesanti, ma soprattutto di quelli arrecati a Via E. Wolf Ferrari e a Via A. Lotti. Eppure leggiamo dalla stampa che verranno spesi, in accordo con l’Assessorato romano dei Lavori Pubblici, retto da Fabrizio Ghera, soldi per riasfaltare proprio Via Wolf Ferrari. Ma stiamo scherzando ? A parte che questa strada era già stata recentemente asfaltata come ripristino per i lavori eseguiti dall’ACEA (anche se solo su una corsia), ma poi dovrebbero essere proprio i cantieri che la utilizzano con i loro mezzi pesanti a pagare i danni fatti. Nella giornata di ieri, 6 Maggio 2009, abbiamo contato dalle ore 07:30 alle ore 11:30 ben 78 camion su Via E. Wolf Ferrari provenienti o diretti verso l’incrocio della Via C.Colombo. Ricordiamo che dal 1999 è vietato, per disposizione del XIII Gruppo della Polizia Municipale il transito dei mezzi pesanti sul lato AXA. Perché verso l’Infernetto no ? Spendere da parte delle casse vuote di Roma ben 11 milioni di euro per 52 strade, di cui 5 nel XIII Municipio è follia, soprattutto quando questo interviene a favore dei costruttori e su una strada, come Via E.Wolf Ferrari, non acquisita a patrimonio comunale. La Polizia Municipale è assente (basta vedere in che stato è ridotta Via Traetta e come sia mancante tutta la segnaletica di cantiere). Le Istituzioni sono assenti (non è possibile che un cantiere così grande, a ridosso della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, possa andare in deroga a tutte le autorizzazioni invece necessarie per i ‘privati’). Faremo pertanto un dettagliato esposto alla Corte dei Conti segnalando che denaro pubblico, quello proveniente dagli 11 milioni di euro stanziati dall’Assessore Ghera, si sta in parte utilizzando nel XIII Municipio per asfaltare una strada resa dissestata dai movimenti di cantiere senza che nessuno intervenga. Ed è proprio di oggi la notizia, dalle pagine di Repubblica, che la Procura di Roma sta indagando su questo cantiere.

O.L.P. – Osservatorio Lavori Pubblici
Commissione Vigilante

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Mondiali di Nuoto: il cantiere di Via Traetta all’Infernetto

Infernetto, 29 Aprile 2009 – Sarà un esposto di quasi 75 pagine quello che verrà presentato alla Procura di Roma per presunte irregolarità del cantiere di Via Traetta all’Infernetto. Un cantiere enorme, a ridosso della Tenuta Presidenziale di Castelporziano sorto su un fatiscente impianto sportivo (abusivo e poi sanato) che sta creando numerosi problemi ai residenti. Come al solito, uno dei tanti cantieri frettolosi destinati ai Mondiali di Nuoto Roma ’09. Infatti è di pochi giorni fa l’intervento dei Carabinieri e dell’Italgas per la rottura delle condutture del gas, sembra giunti sul posto solo dopo la segnalazione di un Consigliere Municipale, residente nei pressi del cantiere, per il forte odore di gas. Altrimenti chissà cosa sarebbe successo. Questo accade perché nessun controllo viene effettuato sui flussi dei mezzi pesanti diretti al cantiere che stanno dissestando il fondo stradale non solo di Via Traetta ma anche di Via Lotti e di Via E. Wolf Ferrari, due delle principali strade dell’Infernetto nella parte alta della località Macchione. La situazione è poi doppiamente disarmante in quanto esiste una determinazione dirigenziale del XIII Gruppo dei Vigili Urbani (già dal 1999) che impone il divieto di transito ai veicoli aventi una massa superiore a 7 tonnellate, escluso veicoli adibiti a pubblico servizio, ma solo sul lato AXA per le vie Pindaro e di Macchia Saponara. Peccato che qui all’Infernetto le condizioni siano le stesse. Forse l’Infernetto è considerato di serie B ? La mattina i camion che si dirigono al cantiere si inseriscono infatti non solo nel traffico giornaliero dell’incrocio di Via Pindaro con la Via Cristoforo Colombo ma, soprattutto, su quello di Via E. Wolf Ferrari. I camion sfrecciano a velocità ben superiori ai limiti loro concessi, sotto gli occhi delle poche pattuglie dei Carabinieri, della Guardia di Finanza o della stessa Municipale che ogni tanto compaiono su Via E. Wolf Ferrari. E’ questo il controllo ? L’Infernetto già ha di per sé una situazione viaria da paese da Terzo Mondo con incroci a raso in cui è impossibile vedere chi sta arrivando dalla strada affianco ma è anche tappezzato di cantieri più o meno grandi da dove escono i mezzi pesanti. E’ dunque necessario segnalare la presenza di un cantiere con l’apposita segnaletica prevista per Legge in un raggio tale per cui i movimenti dei mezzi pesanti ad esso diretti non creino situazioni di pericolo. Ebbene nulla di tutto questo accade per il cantiere di Via Traetta: non esiste alcuna segnaletica, orizzontale e tantomeno verticale, che segnali la presenza del cantiere. E’ vero che il cantiere, per le sue dimensioni, è ben visibile, ma è anche vero che sarebbe necessario indicare (appunto con la segnaletica) quale è il percorso abituale dei mezzi pesanti. Il fatto più grave è all’incrocio tra Via Traetta e Via Lotti, dove passa una linea ATAC. Neppure qui alcun cartello di segnalazione passaggio veicoli pesanti è stato collocato. In compenso, a questa totale assenza delle istituzioni preposte a far applicare e rispettare la Legge, la discarica abusiva di fronte all’ingresso del cantiere (che neppure ha l’autorizzazione di apertura esposta)  è stata a suo tempo rimossa su indicazione del Municipio, che invece ha lasciato a marcire (ancora mentre stiamo scrivendo) quella di fronte alla Chiesa di S.Maria dei Pellegrini, forse la Chiesa più frequentata dell’Infernetto. Se questo è il modo di amministrare il territorio, l’unica soluzione è rivolgersi alla Procura della Repubblica, come faremo.

O.L.P. – Osservatorio Lavori Pubblici
Commissione Vigilante

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Mondiali di Nuoto: ma dove sono le opere di viabilità ?

Ostia, 22 Aprile 2009 – Il Commissario Delegato ai Mondiali di Nuoto, Ing. Claudio Rinaldi, faccia rispettare l’esecuzione delle opere di viabilità previste per il Polo Natatorio e non prenda ulteriormente in giro la Cittadinanza. Siamo stufi di questa arroganza mascherata da una finta concertazione. Abbiamo in nostro possesso tutte le prove per sostenere tali affermazioni.
Leggiamo dal quotidiano Il Tempo di oggi che il XIII Municipio, nelle persone del Presidente Vizzani e dell’Assessore Olive, starebbe chiedendo fondi speciali per sistemare le strade dissestate del proprio territorio, incontrando l’Assessorato ai Lavori Pubblici del  Campidoglio. Meritevole e oculata visione per una corretta amministrazione, visto che gli obiettivi sono le strade ad alta percorribilità come la Via Cristoforo Colombo, il Lungomare, Via dei Romagnoli e la Via Ostiense. Basti pensare che una stima per difetto del solo Lungomare supera la spesa di 1 milione di euro. Ma ci aspettiamo anche che questa Amministrazione Municipale incastri la ‘saponetta’ Rinaldi, abilissima a sfuggire a tutti i suoi doveri, tra cui quello di far rispettare quanto previsto per Legge in funzione dei suoi poteri speciali. Ricordiamo che un’opera pubblica di forte impatto come quella del Polo Natatorio comporta necessariamente l’adeguamento della viabilità e della mobilità limitrofa. Ed infatti, all’interno del bando di gara, una sezione era dedicata proprio alle spese in questa direzione. Il disegno qui riportato è estratto dalla documentazione di gara (TAV_A02_planimetria-verde) e si vede chiaramente, per esempio, che una bella rotatoria dovrebbe sorgere su Via delle Quinqueremi all’angolo con Via dei Palombari. Leggendo dentro il Computo Metrico Estimativo sempre allegato alla documentazione di gara, alla voce 023 di pagina 68, si legge testualmente: “Lavori stradali e infrastrutture a rete: 212.682,43 euro”. Dove sono finiti questi soldi ? Chiunque passi per Via delle Quinqueremi vedrà il dissesto del manto stradale, utilizzato impropriamente dai camion a cui la Polizia Municipale non applica alcuna sanzione come invece dovrebbe. Neppure è stata messa la segnaletica orizzontale e verticale per segnalare la presenza del cantiere e se quest’estate (visto che i lavori ancora non saranno finiti) ci sarà un incidente, qualcuno pagherà per queste omissioni. Ma la cosa che più ci scandalizza è che mentre tutti i soldi (pubblici) sono concentrati per le spese del Polo Natatorio, dove sono i soldi per sistemare l’area dove si svolgeranno le gare a mare, 4.5 km distante ? Chi prenderà l’appalto per allestire tutte le strutture ? E la viabilità sul Lungomare Vespucci come sarà ? Che l’Ing. Claudio Rinaldi risponda ed esegua quanto a lui demandato è solo un favore che può fare a se stesso perché qui si tratta di denuncie e non più di esposti.

O.L.P. – Osservatorio Lavori Pubblici
Commissione Vigilante

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Via Cristoforo Colombo: no al sovrappasso di Via Pindaro

Infernetto, 04 Aprile 2009 – Sosteniamo pienamente la battaglia del Presidente della Commissione Municipale LL.PP., Pierfrancesco Marchesi, affinchè il sovrappasso di Via Pindaro non venga eseguito. Il giorno stesso in cui inizieranno i lavori, già annunciati per mezzo stampa, presenteremo un esposto alla Corte dei Conti segnalando l’esistenza di un danno erariale. Non è più possibile procedere nell’ignoranza di quanto già scritto e noto per generare soluzioni alternative, costose, dannose ed inutili. Il sovrappasso sulla Via Cristoforo Colombo, all’altezza dell’incrocio con Via Pindaro e Via Wolf Ferrari, è infatti la conseguenza dell’assurda posizione presa dalle istituzioni della precedente giunta Municipale e da disinformati comitati locali, che (sostenendo essere impossibile dotare l’incrocio in questione di strisce pedonali) hanno pensato a un sovrappasso ciclo-pedonale che non servirà a niente. Ricordiamo invece che la Via Cristoforo Colombo, dal punto di vista funzionale, è classificata nel territorio del XIII Municipio come “strada urbana di scorrimento” e quindi dotabile di strisce pedonali. Il Regolamento viario classifica questa tipologia di strada come:

strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchine pavimentate e marciapiedi, con eventuali intersezioni a raso semaforizzate (ad elevata capacità); per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, entrambe con immissioni ed uscite concentrate.

E’ difficile chiedere qualcosa di più ad una strada urbana, considerando che la classifica funzionale non dipende solo dal numero di corsie. Altri quartieri di Roma, serviti da strade come Tiburtina, Casilina o Flaminia, sono in condizioni decisamente peggiori. Tornando alla Via Cristoforo Colombo, questa ha dunque la funzione di garantire la fluidità agli spostamenti veicolari di scambio anche all’interno della rete viaria cittadina, nonché di consentire un elevato livello di servizio agli spostamenti a più lunga distanza interni all’area urbana. Appartenendo a questa categoria, sarebbe possibile entrare in deroga sul limite generalizzato di velocità urbana (art. 142, comma 1 del D. Lgs. 285/92 NCDS: è possibile elevare il limite da 50 fino ad un massimo di 70 km/h previa apposita segnalazione). Quindi sarebbero a questo punto da rivedere tutti i limiti di 80 km/h posti sulla Colombo. Nel frattempo, se invece inizieranno i lavori, questi avranno una durata prevista (per tutte le fasi di lavorazione in officina e montaggio in opera) che è stata dichiarata essere di 150 giorni. Il progetto, si disse, «è di immediata cantierabilità» in quanto la strada ed i terreni limitrofi dove dovrebbe essere realizzato il ponte sono di proprietà del Comune di Roma e non sono necessarie varianti urbanistiche. I piloni di sostegno dovevano essere collocati in prossimità di dove è presente il gabbiotto dei Vigili (lato Via Pindaro) e di fronte al distributore della Esso (lato via E. Wolf Ferrari). Questo vorrebbe dire chiudere ancora di più la visibilità agli incroci, rendendo più pericoloso l’attraversamento veicolare. Ma c’è anche la questione economica. La ditta Alessandro Rubei costruzioni si è aggiudicata la gara con quasi un 50% di ribasso, dichiarando l’importo essere pari a 272.065,56 euro. Il costo per fare le strisce è almeno 90 volte inferiore. Per mettere veramente in sicurezza quel’incrocio non serve dunque mettere le telecamere che rivelano il passaggio con il rosso solo sulla carreggiata Roma-Ostia, ma bisognerebbe avere il coraggio di metterle anche su quella Ostia-Roma. Così come basterebbe fare le strisce pedonali ed isole salva pedoni e cominciare a creare una bella pista ciclabile (in piano, non arrampicata su un impossibile sovrappasso) tra l’Infernetto e l’AXA, collegata a quella embrionale disegnata per Casalpalocco. Ma per qualcuno tutto questo sembra troppo difficile da capire.

O.L.P. – Osservatorio Lavori Pubblici

Commissione Vigilante

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