LabUr: “Ombre pesantissime sui Mondiali di Nuoto anche ad Ostia”

Commissione Europea: l’aggiudicazione del Polo Natatorio di Ostia non è mai stata pubblicata. “Incompatibile con le norme europee”. E intanto il Polo da 26 milioni di euro rimane incompleto e chiuso, mentre viene indagato il suo progettista (Arch. Angelo Zampolini) coinvolto nelle dimissioni del Ministro Scajola.

L’interrogazione alla Commissione Europea dell’europarlamentare IDV Niccolò Rinaldi sull’appalto pubblico del Polo Natatorio di Ostia per i Mondiali di Nuoto Roma ‘09, ha confermato quanto da noi dichiarato da mesi: l’aggiudicazione dell’appalto non è stata mai pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (GUCE), cosa che “non è compatibile con le norme europee in materia di appalti e concessioni”.

Questo fatto è di una gravità inaudita e getta un’ombra pesantissima sull’intera vicenda, soprattutto alla luce delle inchieste in corso, che vedono coinvolti, anche sul Polo Natatorio di Ostia, il Commissario Claudio Rinaldi e l’Arch. Angelo Zampolini, progettista esecutivo del Polo Natatorio di Ostia e protagonista delle dimissioni del ministro Scajola.

Sull’aggiudicazione di questa gara d’appalto abbiamo sollevato più volte delle fortissime perplessità già ai tempi dell’apertura delle buste, alla quale eravamo presenti, inerenti il balletto sia della ditta aggiudicataria, sia dei sub-appalti, sia dei tempi di aggiudicazione.

Una cosa è certa: ad oggi il polo natatorio di Ostia non è terminato e non è mai stato aperto al pubblico, come invece promesso anche da Alemanno più volte. Da alcuni giorni il cantiere del polo sembra completamente abbandonato dalla ditta appaltatrice. Non si sa nulla nemmeno della causa intentata dalla Marziali nei confronti della FIN per mancato pagamento di oltre 8 milioni di euro, invece inspiegabilmente inclusi nelle previsioni di bilancio del Comune di Roma. Così come non è mai stato giustificato il raddoppio dei costi dell’impianto, passato da 13 milioni a oltre 26 milioni di euro.

Comunicato stampa LabUr – 07 Maggio 2010

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Idroscalo: Lucherini-De Jesus (PD): Alemanno taglia i fondi promessi alle famiglie

E come soluzione abitativa si parla del sistema adottato per i terremotati dell’Aquila

Alemanno taglia i fondi per l’Idroscalo di Ostia. Sarà infatti eliminato il servizio di navetta verso la scuola e i posti di lavoro garantito inizialmente alle famiglie alloggiate presso il Residence Bel Poggio sulla Via Ardeatina. La notizia è stata comunicata ieri dall’Ufficio Politiche Abitative senza mezzi termini: “non ci sono più i soldi”.
“Questa è la normale conseguenza dell’improvvisazione di una Giunta Comunale che in 2 anni di governo non ha saputo fare di meglio all’Idroscalo di Ostia che abbattere le case e sfollare le famiglie a 40 km di distanza” – afferma Carlo Lucherini, segretario provinciale del Pd e consigliere regionale.

Sulla legittimità dell’operazione, sarà il TAR del Lazio, nei prossimi giorni, ad esprimersi circa l’abuso di potere compiuto il 23 Febbraio in cui, con una finta ordinanza di Protezione Civile, Alemanno ha abbattuto le case. Si attende anche una risposta da parte del Prefetto di Roma, a cui i residenti dell’Idroscalo di Ostia hanno inviato una richiesta d’incontro sul deplorevole comportamento tenuto dal Comune di Roma.

“Non si sono infatti più tenuti i tavoli di concertazione promessi da Alemanno per gestire al meglio la situazione di tensione sociale irresponsabilmente generata dal Comune stesso, mentre invece si tengono regolarmente quelli tecnici tra i vari Dipartimenti ed il Demanio (l’ultimo, Giovedì 22 Aprile)” – prosegue Lucherini. “Come se non bastasse i Consiglieri ed Assessori del XIII Municipio continuano a riferire ai residenti dell’Idroscalo imminenti nuovi blitz, contraddicendo il Sindaco che sui quotidiani nazionali ha dichiarato che non ci saranno ulteriori demolizioni senza concertazione”.

“L’altalena di notizie sta creando forti tensioni e preoccupazioni ai residenti che sono stati costretti a ricorrere anche al supporto di psicologi.” – ha dichiarato Paula de Jesus, urbanista ed esponente del PD – “Nessuna notizia sulle nuove abitazioni promesse solo a 45 famiglie dal Responsabile del III U.O. Ufficio Extradipartimentale Politiche Abitative, Gianluca Viggiano, abitazioni che comunque non potranno essere pronte prima di 5 anni e sulle quali continua il toto-terreni da parte dell’amministrazione che è arrivata a prospettare la soluzione C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) de L’Aquila. Si è parlato del campo di calcio del Morandi, a Ostia Nuova poi di quello vicino Depuratore, ben noto per i nauseabondi miasmi che emette, mentre il XIII Municipio non chiarisce il perché i beni sequestrati alle famiglie, a cui è stata abbattuta la casa, siano in container depositati su un terreno privato e non in un deposito giudiziario, come prevede la Legge”.

Comunicato stampa LabUr – 30 Aprile 2010

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Ostia, si apre il Mar Rosso della speculazione?

La decisione di aprire Via del Mar Rosso è forse collegata a speculazioni future dentro la Pineta 10 Giugno, davanti all’Ospedale Grassi ? Sembrerebbe di si perché si potrebbero chiudere due strade, consentendo ai due corpi in cui si spezza la Scuola Tributaria della Guardia di Finanza, di riunirsi e di creare (nella pineta alle spalle) una bella cittadella sportiva a servizio del vicino Stadio Pasquale Giannattasio. In effetti, l’11 ottobre 2004 il Consiglio Comunale ha approvato il Piano di Gestione e il Regolamento Attuativo della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano (delibera c.c. n. 181). Il piano è stato poi trasmesso al Ministero dell’Ambiente che doveva valutarlo e, successivamente, procedere alla sua adozione affinché avesse piena efficacia. Il Consiglio Comunale aveva anche approvato una mozione, inviata al Ministero dell’Ambiente, con cui si chiedeva che al momento dell’adozione il Ministero provvedesse alla pubblicazione del Piano (l’attuale Legge Quadro in materia di Aree Protette -L.394/91- e lo stesso decreto istitutivo della Riserva, non prevede tale fase). Fino all’approvazione del Piano da parte del Ministero, restano in vigore solo le “Misure provvisorie di salvaguardia” dettate dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 29 marzo 1996 che istituisce la Riserva (art. 7). Oggi, dopo una sentenza del TAR del Dicembre 2009, tutto è in mano alla Regione Lazio. Inoltre il Consiglio Comunale (in fase di approvazione) aveva proposto alcuni ampliamenti del territorio della Riserva (in totale 105 ettari) che saranno, eventualmente, effettivi solo in seguito all’adozione del Piano. Tra questi, proprio la Pineta 10 Giugno. Pertanto, aprire Via del Mar Rosso, significherebbe creare una viabilità alternativa per l’Ospedale Grassi ma soprattutto di ingresso (da Via dei Pescatori) verso Ostia. Dopo infatti Via di Castelfusano, per entrare ad Ostia o si prende Via Mar dei Coralli o si arriva al Lungomare (che in quel tratto è previsto pedonale). Quindi, dalla Cristoforo Colombo si creerebbe una tangenziale costituita da Via della Villa di Plinio e Via del Mar Rosso. A quel punto non ci sarebbe più bisogno di Via Mar dei Coralli. Non solo, ma anche Viale Ernesto Orrei e Via Ernesto Giovagnini diventerebbero inutili, consentendo così di raggiungere lo scopo. Questo spiegherebbe perché nella seduta del 16 Ottobre 2009, con all’ordine del giorno la seguente proposta, a firma dei Conss. Ricci (Verdi), Tassone e Orneli (PD), “Adozione del Piano di Riserva Naturale Statale Litorale Romano”, non si discusse in aula per l’assenza del primo firmatario (Ricci). Eppure erano appena stati eseguiti i lavori su Via Mar dei Coralli, che non consentiranno il necessario ampliamento: quale migliore occasione per alzare il problema sull’apertura di Via del Mar Rosso ? Invece non si è fatto più nulla da quella data per sensibilizzare l’adozione del Piano di Gestione della Riserva.

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XIII Municipio: un verde campo da golf nella Riserva del Litorale

La Riserva Naturale Statale del Litorale Romano è stata istituita con D.M. 29/03/1996, soprattutto con la finalità di conservare le caratteristiche ecologiche e idrogeomorfologiche del territorio. Ben 15.900 ettari, parte nel Comune di Roma, parte in quello di Fiumicino. Le aree di Tipo 1 (verde scuro nella cartina) sono quelle a maggior protezione e (secondo l’articolo 7, comma 2) in pratica, in tali aree, non si può fare quasi nulla (è recente la polemica sull’utilizzo della pineta prospiciente il camping Fabolous su Via di Malafede, trasformata in un centro estivo per i giovani). Ebbene al km.15,500 della Via del Mare (civico nr.1050) è invece sorto un bel campo da golf, il Green Tiber Golf Club, ben 18 buche di pitch & putt (versione accorciata del gioco del golf). Per capirci, è dal lato opposto il Casale di Malafede. Oltre al pericolo di accesso (l’ingresso è a raso sulla pericolosissima Via del Mare) rimaniamo stupiti che nessuno abbia avuto qualcosa da ridire, così come rimaniamo stupiti dal silenzio di tutte le associazioni ambientaliste che, sempre schierate in nome della tutela della Riserva del Litorale, qui (guarda caso) non si sono accorte di nulla.

Il campo da golf è in area Tipo 1, quella dove è vietato l’uso di fitofarmaci antiparassitari e pesticidi di prima e seconda categoria. Probabilmente il Green Tiber Golf Club non usa diserbanti a differenza di altri campi da golf o usa diserbanti ‘biologici’ e probabilmente sono anche regolari il ristorante, gli spogliatoi e il pro-shop che sorgono all’interno. Siamo certi che coloro che amano e proteggono la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano (e che conoscono bene questo campo da golf), le domande se le siano già poste. Quindi, siamo tranquilli che è tutto in regola.

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Decentramento dei poteri ad Ostia: tranne la libertà di espressione per tutti ?

L’urbanistica è una scienza che si interessa soprattutto degli spazi pubblici, che sono di tutti. Il finto decentramento di Alemanno a favore del XIII Municipio ha finito, per adesso, solo invece per decentrare gli spazi pubblici a fini di propaganda. Il Movimento di Destra Sociale, ‘Il Popolo di Roma’ (che ha come portavoce, guarda caso, proprio una cittadina di Ostia), ha tappezzato la notte tra il 23 e il 24 Novembre le principali strade del quartiere marino con proprie bandiere e quelle tricolori. Polizia, Carabinieri e Digos ‘okkupavano’ le piazze e gli incroci. Autoblindi che neppure al G8 si erano visti, minacciavano di intervenire. Cittadini, nessuno. ‘Il Popolo di Roma’ era presente invece su tutti i lampioni, compresi quelli davanti al Municipio. Ci sono volute ore ed ore per sistemare quelle bandiere, che nessuno ha visto, compresa la Polizia Municipale. Subito è stata informata, in piazza, la questura di Ostia nella persona di Fabio Baldacchino, che ha riferito al Dirigente Antonio Franco, anche lui presente. Risultato: zero. Le bandiere sono ancora lì, a 4 metri da terra, ben nastrate ai pali dei lampioni. Scandaloso. Non meno di 4 mesi fa la stessa Polizia, le stesse persone, hanno sequestrato (in occasione di un’altra finta inaugurazione, quella dell’ancora chiuso Polo Natatorio, sul Lungomare di Ostia) tre cartelli di cartone, uno dei quali recitava “All’Aquila er G8, a Ostia Gianni e Pinotto”. Il Tribunale del Riesame ha considerato illegittimo il sequestro e i cartelli sono stati restituiti ai 2 cittadini, accusati di manifestazione non autorizzata e a suo tempo finiti al Pronto Soccorso con codice giallo. Ricordiamo che il Tribunale del Riesame è un istituto creato dal legislatore per far fronte a quella esigenza di sottoporre ad un controllo esterno, non solo di legittimità ma anche di merito, i provvedimenti restrittivi della libertà personale. Alemanno cosa ha decentrato al XIII Municipio, al San Giuseppe del presepe (come lui stesso ha definito il Presidente del Municipio, Giacomo Vizzani), il potere di decidere sul diritto costituzionale della libertà di espressione ?

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Ostia: da Alemanno un falso in decentramento

Alemanno ha imposto a un Municipio inutile e passivo come quello Tredicesimo, le scelte di Roma. Lo ha sporcato con il Polo Natatorio e gli impianti privati (abusivi) dei Mondiali di Nuoto, con l’ordinanza di sgombero forzoso su Via Marino Fasan, con le scellerate previsioni urbanistiche del Piano Casa e con tanto altro ancora. Ora il 24 Novembre, finge di lavarsi le mani venendo ad Ostia con un finto decentramento amministrativo, di cui nessuno conosce i contenuti. Ma l’acqua sporca rimarrà sempre a noi cittadini abitanti del territorio. Ricordiamo che il decentramento di Ostia è opera di Marco Pannella, eletto nei primi di Agosto del 1992, appena dopo lo scioglimento prefettizio causato da vicende di tangenti. Regnava come sindaco di Roma, Franco Carraro e l’assessore al decentramento, era il dc Mauro Cutrufo, si proprio lui, quello che oggi (da vice-sindaco) ci parla dell’ovovia tra l’Eur ed Ostia per mezzo dell’Arch. Iannicelli. A quel tempo, dopo l’approvazione della delibera del Consiglio Comunale nr. 281 del 29 ottobre 1992, ”Regolamento speciale del Decentramento nella Circoscrizione XIII”, il consigliere missino Lodovico Pace (oggi Assessore alla Scuola e alle Politiche Sociali della giunta municipale di Vizzani) sottolineava, invece, come lo statuto speciale per Ostia fosse solo il frutto di quanto accaduto negli ultimi due anni (autoscioglimento e tangentopoli). Nessuno si è mai interrogato sulle esigenze di questo territorio. E pensare che sempre Pannella a fine Ottobre 1992 dichiarava che bisognasse dare “precedenza assoluta ai piani particolareggiati della Circoscrizione XIII”. Quello dell’Infernetto (l’unico approvato) è fermo dal 1994. Degli altri non se ne sa più nulla. Fu approvato per sconfiggere l’abusivismo dilagante in quel settore di territorio e tutti ricordano ancora le uniche ruspe viste in azione negli ultimi vent’anni mandate da Pannella. Ma è singolare che a quel tempo sempre Lodovico Pace, da semplice consigliere, si interrogasse sui metodi applicati per combattere gli ‘abusivi’ dell’Infernetto e che invece oggi (da Assessore alle Politiche Sociali) non abbia nulla da dire sugli sgomberi silenti che stanno avvenendo in Via Fasan. Dal decentramento al concentramento: degli affari nel XIII Municipio. E con i progetti del secondo Polo Turistico, del waterfront ma anche con i prossimi rinnovi delle concessioni demaniali ai balneari, ne vedremo delle belle.

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Dopo gli Azzurri anche i Verdi ai Mondiali di Nuoto Roma ‘09

Siamo stati tra i più agguerriti oppositori contro lo scempio dei Mondiali di Nuoto, assieme ad altri Comitati. Ne abbiamo viste di tutti i colori. Ma ci mancava il Verde. Sapevamo che Nando Bonessio, socio-fodatore dell’Associazione Polisportiva Città Futura, molto legato a Fabio Cantoni (presidente della «Polisportiva Città Futura», salito sul tetto del circolo per protestare contro il sequestro dell’impianto ad inizio Ottobre scorso) si era schierato per la riapertura delle piscine private realizzate senza concessione edilizia. Sapevamo anche che a Maggio 2007 si era schierato per la delocalizzazione del Polo Natatorio, ma che nulla aveva avuto da ridire una volta posizionato davanti allo stabilimento “Le Dune” di Renato Papagni. Non sapevamo che fosse invece stato eletto nel Consiglio Federale Nazionale dei Verdi, l’organo (composto al massimo da 100 persone) che ne definisce la linea politica. Come è credibile un partito/movimento che nel rinnovarsi non riesce a dare un taglio con il passato ? Se per Angelo Bonelli continuiamo a conservare stima (lui stesso ha presentato esposti in Procura e alla Corte dei Conti contro i Mondiali di Nuoto), non possiamo essere d’accordo con le dichiarazioni rilasciate l’11 Novembre proprio da Bonessio sulle pagine di Repubblica in nome e per conto della «Polisportiva Città Futura»: «Siamo pronti a denunciare il sindaco Alemanno e a chiedere 5 milioni di risarcimento danni al Comune di Roma». Peccato che la piscina non è stata completata in tempo utile per i Mondiali di Nuoto, per cui ci domandiamo perché avrebbe dovuto usufruire dei soldi pubblici o comunque dei mutui agevolati se non è mai stata terminata ? Bonessio, invece di difendere il suo impianto, pensi a schierarsi contro la nuova foresteria del PalaFIJLKAM che si sta realizzando con l’intesa del Commissario Delegato ai Mondiali di Nuoto (e cosa c’entrino le arti marziali con il nuoto, resta un mistero). Anche perché nel 2007, lì, dove dovrà sorgere, proprio lui non voleva che venisse realizzato alcunché.

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Mondiali di Nuoto RM’09: un pozzo di soldi senza fondo ?

Lo avevamo detto e ora lo confermiamo: i lavori ad Ostia presso il Centro Olimpico Federale della FIJLKAM (la federazione delle arti marziali) si stanno facendo d’intesa con il Commissario Delegato ai Mondiali di Nuoto, Ing. Claudio Rinaldi. Sul cartello lavori del cantiere già aperto si legge testualmente: “Provvedimento di raggiunta intesa CD RM2009 prot. 3160/RM2009”. L’aggiudicazione definitiva è stata fatta l’8 Maggio 2009 a favore della ditta Marziali Costruzioni Generali s.r.l., la stessa aggiudicataria del vicinissimo Polo Natatorio di Ostia, costato 26 milioni di euro (soldi pubblici), in pratica il doppio di quanto previsto in fase di gara e ancora non completato e quindi non agibile. Il costo dei lavori del PalaFIjlKAM è incluso in questa cifra ? Perchè dei quasi 6 milioni di euro non si conosce il fondo di provenienza, anche se l’ente appaltante risulta correttamente la FIJLKAM ? Sul cartello lavori non c’è poi alcuna indicazione di concessione edilizia, solo “l’intesa” del Commissario Delegato, Claudio Rinaldi. In aggiunta, compare in fondo al cartello la citazione di una notifica preliminare prot.2681 del 20 Luglio 2009. Il Comune di Roma sa dunque tutto, visto che il cartello è stato messo dal Municipio XIII. Rimaniamo pertanto sconcertati che proprio quando la Procura di Roma sta indagando l’Ing. Rinaldi per aver autorizzato la realizzazione degli impianti privati dei Mondiali di Nuoto senza concessione edilizia e senza pagare gli oneri concessori, sorga sul Lungomare di Ostia un nuovo edificio dedicato alla foresteria di una federazione sportiva (quella delle arti marziali) che nulla ha a che vedere con il nuoto. In realtà a comune ha una cosa. La Direzione Lavori è a carico dell’Ing. Renato Papagni, già progettista dei poli natatori pubblici dei Mondiali di Nuoto e proprietario dello stabilimento balneare “Le Dune” prospiciente il Polo Natatorio di Ostia. La FIJLKAM e il Comune di Roma, nonché il Commissario Delegato, non ci hanno risposto. A 4 mesi esatti dall’inizio dei Mondiali, sembrano ancora non essere finiti i soldi da spendere. A breve si terrà una conferenza stampa in cui si porteranno tutti i documenti comprovanti non solo quanto sopra dichiarato, ma anche quanto relativo ai lavori stradali in corso presso il Lungomare di Ostia, alle lavorazioni ancora necessarie per completare il Polo Natatorio nonché a quanto depositato presso la Polizia Giudiziaria della Procura di Roma che ha aperto un fascicolo sul Polo Natatorio di Ostia.

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XIII Municipio, Fosso del Fontanile: le piogge e l’abbandono a monte minacciano l’abitato di Punta di Malafede?

Un anno fa si rischiò il dramma come a Sarno. Ci risiamo. Stanno arrivando le piogge e i lavori a suo tempo eseguiti sul Fosso del Fontanile (nel XIII Municipio) non garantiscono l’incolumità dei cittadini. Il Fosso fiancheggia Via di Malafede, nel tratto che dalla Cristoforo Colombo porta alla Via Ostiense. Abbiamo fatto una ricognizione lungo il corso d’acqua e siamo rimasti sconcertati dalla situazione. Ne è prova il recente allagamento del 12 Ottobre causato da un grosso ramo che ostruiva una griglia di scorrimento delle acque del fosso, non permettendone il regolare deflusso, all’altezza del ponticello di via Pietrobono. Ma partiamo dai dati. Il Fosso del Fontanile, dopo aver raccolto le acque dentro la Tenuta di Castelporziano, parte da quota 52 metri s.l.m. (km.18 della Via Cristoforo Colombo) e passa sotto la Ferrovia Roma-Lido a quota 12,5 metri s.l.m., passando dentro l’abitato a quota 15.8 metri s.l.m. (tra Via Pavullo nel Frignano e Via Alessandro Vellutello). Dalla Colombo all’abitato, il Fosso raccoglie anche tutte le acque sulla sponda sinistra (per intenderci, quelle che partono dai terreni intorno al Centro Idrico di Acilia, 60 metri s.l.m.) e quelle che si raccolgono presso il fontanile sotto il Casale l’Aretta (50 metri s.l.m.). Il percorso dalla Colombo all’abitato è di circa 1 km, con una pendenza media del 3,6%, peggiorata dal regime a carattere torrentizio del fosso stesso. Poiché dalla pendenza di un fiume dipendono la velocità dell’acqua, il suo potere erosivo e la capacità di trasporto dei materiali erosi, siamo rimasti sorpresi dei lavori qui eseguiti.

Sembra che siano stati fatti dal XII Dipartimento, in regime d’urgenza, ma non ne è noto il progetto iniziale né il collaudo. Anche il costo dell’opera eseguita dovrebbe aggirarsi sui 5 milioni di euro, ma nessuno ne ha la certezza. Cosa è stato fatto ? Un grosso ‘serpentone’ in cemento, senza adeguati pozzi di ispezione, con canalette laterali che non solo non raccolgono le acque di superficie dai terreni limitrofi, ma che neppure convogliano le acque di sfioro del canale principale in quanto i fori sulle casseforme di cemento che costituiscono il ‘serpentone’, sono tutti ostruiti. Il ‘serpentone’ ha poi in tre punti un terrazzamento a formare vasche di trattenuta, ma pericolosissime griglie di ispezione presso di queste (cementate dall’esterno) costituiscono un potenziale pericolo in caso di distacco (come è regolarmente avvenuto il 12 Ottobre scorso). Tutto qui. In pratica l’acqua trasporta da monte verso valle quello che vuole, si intuba dentro il ‘serpentone’ alla massima velocità e arriva in fondo, prima a Via Pietrobono poi a Via Scartezzini, dentro delle vere strozzature, peggiorate dalle strade esistenti. Da qui, il fosso segue il pre-esistente percorso per dirigersi verso il Tevere.

Cosa si doveva realizzare? Si dovevano realizzare, per esempio, nella parte a monte dell’abitato, opere trasversali in successione (briglie) che, per effetto del rallentamento della corrente, avrebbero provocato a monte delle stesse la sedimentazione del materiale solido trasportato in apposite casse di trattenuta. Ma fino ad oggi non è stata assolutamente calcolata la pendenza di sistemazione né si conosce la portata del fosso per stabilire, eventualmente, l’altezza delle briglie e la distanza tra di esse. Peggiora la situazione non solo l’abbandono delle terre agricole sulla sponda sinistra, ma anche la presenza della recinzione del Camping Fabolous proprio a ridosso della sponda destra del fosso, che ne impedisce l’accesso da questo lato. Il percorso delle acque provenienti dai terreni è ben leggibile sul terreno, così come i danni che queste acque provocano immettendosi nel fosso e indebolendone le sponde. Addirittura la pulizia delle sponde ha finito per rimuovere quella vegetazione necessaria per il loro consolidamento. Il XIII Municipio, sotto la giunta Vizzani, si è presa la responsabilità di garantire che “è tutto a posto”. Si è visto il 12 Ottobre con l’ultimo allagamento. A breve dettaglieremo lo stato dei lavori qui eseguiti evidenziandone tutte le criticità.

il fosso a monte dell’abitato

il serpentone di cemento tra le case

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Ostia, lavori in Via delle Quinqueremi: irregolarità e pericolo ?

Senza alcun cartello lavori. Con i soldi dei Mondiali di Nuoto Roma ‘09. In sostituzione delle opere a scomputo dovute al piano di sviluppo edilizio dell’area (del costruttore Mezzaroma). Questi alcuni dei punti che sollevano dubbi e sospetti sull’irregolarità del cantiere in Via delle Quinqueremi ad Ostia, dietro al famigerato Polo Natatorio. Secondo quanto appreso, Via delle Quinqueremi verrà prolungata fino a Via dei Pescatori, divenendo in pratica il nuovo lungomare carrabile. L’intenzione è di pedonalizzare l’attuale tratto del lungomare di Ostia che va dal Canale dei Pescatori fino a Piazzale Magellano, sdemanializzando le aree verdi da adibire successivamente a parcheggi interrati (con ricostruzione delle ‘dune’). Ma la cittadinanza di Ostia lo sa ? E quali soldi si stanno utilizzando per fare queste opere stradali ? Si parlò tempo addietro addirittura di infiltrazioni della ‘ndrangheta calabrese. Oggi (per mantenere inalterata la sezione stradale) si sta allargando Via delle Quinqueremi, nel tratto tra Via delle Scialuppe e Via della Bussola, a discapito dell’edificio comunale di cui si è ridotto drasticamente il giardino. Ma la cosa più grave è che i lavori su Via delle Quinqueremi si stanno svolgendo senza alcun controllo sulla sicurezza. Solo per citare un esempio, è rimasta in mezzo alla sede stradale la torretta ACEA per l’illuminazione pubblica (nella foto), mentre non sono protette le linee della media tensione relative alla cabina elettrica a servizio del Polo Natatorio. Aggiungiamo che tutta l’area è inoltre a rischio per la possibile presenza di residuati bellici (c’è ancora nei pressi una casamatta della II Guerra Mondiale ed è a tutti noto il lavoro di bonifica bellica ordinato per la realizzazione del Polo Natatorio). Eppure non si sta facendo nulla per garantire l’incolumità dei cittadini. Ovviamente il Commissario Delegato per i Mondiali di Nuoto, Ing. Claudio Rinaldi, non risponde, forse perchè troppo impegnato a sistemare le carte degli abusi edilizi contestatigli su quasi tutti gli impianti di Roma. Un altro caso di cattiva gestione. Nei prossimi giorni verrà presentato un doppio esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.

il nuovo tratto di strada in costruzione

i corrugati di cavi di media tensione

il restringimento dell’edificio comunale


La casamatta in primo piano e l’edificio comunale sullo sfondo

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