Idroscalo di Ostia: fissata la data per aggiudicare la gara della scogliera a mare

LabUr: “Adesso denunceremo Alemanno se il Comune non realizzerà le opere a fiume”.

L’11 Agosto alle ore 10:30, presso la Regione Lazio, verranno aperte le buste economiche relative alla gara per la realizzazione della scogliera a mare a difesa dell’Idroscalo di Ostia. “E’ la prova che esiste il modo per proteggere dalle mareggiate l’Idroscalo e che non c’era alcun bisogno di procedere alle demolizioni comandate da Alemanno il 23 febbraio scorso” dice Paula de Jesus, urbanista di LabUr. “Ci aspettiamo a questo punto – conclude Andrea Schiavone, Presidente di LabUr – che anche il Comune di Roma realizzi a fiume l’intervento incluso nella finta ordinanza sindacale di Protezione Civile usata a febbraio e non pubblicata, come per Legge, all’Albo Pretorio. A questo punto, se ci saranno ulteriori ritardi, denunceremo il Sindaco Alemanno per procurato pericolo” .

Comunicato stampa LabUr – 29 Luglio 2010

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Mondiali di Nuoto, Corbucci-De Jesus (Pd): “presenteremo ricorso al Tar contro delibera salva-abusi”

“Presenteremo ricorso al Tar del Lazio contro la delibera del 30 giugno 2010 del Sindaco Gianni Alemanno. Il Comune di Roma deve recuperare più di 30 milioni di euro dagli impianti abusivi sorti per i Mondiali di Nuoto Roma ’09, sequestrati dalla Procura di Roma ad Ottobre 2009 e rilasciati su intercessione di Alemanno, per pubblica utilità, fino al 30 Giugno 2010” – lo dichiara in una nota Riccardo Corbucci (PD), vicepresidente del IV Municipio – “Gli impianti sono però ad oggi tutti funzionanti e non hanno versato ancora un centesimo di quanto dovuto. Quasi tutti ospitano ristoranti, ludoteche, centri di benessere e asili nido convenzionati, ma anche palestre e campi da calcetto che nulla hanno a che fare con il nuoto, ma che incassano soldi. Ricordiamo che in tutta Italia la Legge stabilisce che ogni nuova costruzione debba pagare degli ‘oneri concessori’ a vantaggio di opere di pubblica utilità come strade e scuole. Recentemente, questi soldi vengono invece deviati dal Comune di Roma nel bilancio ordinario. Come può allora un Comune di Roma, con le casse ormai vuote, rinunciare a 30 milioni di euro, addirittura facendo appositamente una delibera di giunta proprio il 30 giugno per regolarizzare il ‘non pagamento’?”
“Ci troviamo di fronte alla solita squallida storia dei favori alla casta” – spiega Paula de Jesus (PD), urbanista di LabUr – “Per adesso sono solo 5 su 17 gli impianti privilegiati, per gli altri 12 lo stesso Alemanno ha detto ‘che sta provvedendo’, ma basta vedere chi c’è dietro a questi impianti sportivi: Circolo Canottieri Aniene, Presidente G. Malagò; Roma Team Sport , Maurizio Perazzolo, Presidente della Commissione Lavoro della Regione Lazio; Bruno Campanile, rappresentante legale di Sport 2000, di recente nominato direttore dell’Ufficio Promozione Sportiva e Gestione Impianti del Comune di Roma, lo stesso ufficio che ha proposto la delibera di giunta per non pagare gli oneri concessori; Sport Club Roma 70 legato a Paolo Barelli, Presidente FIN, che ha avuto delle quote fino a Giugno 2001; Polisportiva Città Futura, di cui Nando Bonessio, Presidente Verdi Regione Lazio, è socio fondatore. Proprio quest’ultimo circolo, all’indomani della delibera di giunta, ha chiesto a gran voce il dissequestro degli impianti, negato dalla Procura di Roma che ha chiamato il 22 Luglio Alemanno per spiegazioni. La risposta del Sindaco di Roma ? “… tutti gli atti adottati dalla nostra Amministrazione sono ispirati dalla valutazione della natura pubblica delle opere eseguite e del conseguente interesse della città al mantenimento delle spese”.
“Secondo Alemanno, non solo i cittadini romani non vedranno i 30 milioni di euro e mai nuoteranno nelle piscine, per esempio del Circolo Canottieri Aniene, ma in più dovranno sborsare altri soldi per mantenerle. Nel frattempo, Alemmanno e la Polverini stanno preparando la sanatoria per gli altri 12 impianti per cui la Procura ha disposto verifiche sull’impatto ambientale” conclude Corbucci.

Comunicato stampa LabUr – 24 Luglio 2010
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Stasera alla Festa de l’Unità a Caracalla a partire dalle ore 21:30 verranno racolte le firme a sostegno del fax in allegato inviato alla Procura di Roma dove si richiede il sequestro degli impianti abusivi sorti per i Mondiali di Nuoto Roma ’09. Alle 22:00 S.Banci, R.Corbucci e S. Di Stefano introdurranno il film “Draquila” di Sabina Guzzanti, Tutto quello che c’è da sapere sul «miracolo» della ricostruzione a L’Aquila, ma i media ufficiali non hanno mai raccontato. Dalla militarizzazione delle tendopoli, dove sono stati vietati caffè e Coca cola per «non eccitare gli animi», fino al business della «ricostruzione che non c’è». Comprese le vicende del Salaria Sport Village.

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Mondiali di Nuoto Roma ’09: Richiesta di sequestro impianti abusivi.

Questa mattina il Presidente di LabUr, Laboratorio di Urbanistica, Dott. Ing. Andrea Schiavone, ha inviato un fax al Dott. Sergio Colaiocco della Procura di Roma, titolare dell’inchiesta sugli impianti privati abusivi sorti per i Mondiali di Nuoto Roma ’09, con richiesta di sequestro degli impianti.
Tale richiesta, indirizzata in copia conoscenza a tutte le autorità competenti, si è resa indispensabile, secondo quanto afferma LabUr, dopo l’approvazione della delibera della Giunta Comunale di Roma nr.196 del 30 giugno 2010 nella quale si parla soltanto degli impianti dichiarati essere “di proprietà del Comune di Roma”: Roma Team Sport, Sport 2000 Soc. Sportiva Dilettantistica, A.D. Polisportiva Città Futura, Sport Club Roma 70, Circolo Canottieri Aniene.
Per questa ragione, LabUr chiede l’applicazione immediata del sequestro degli impianti (di cui allega l’elenco), così come più volte annunciato anche alla stampa dallo stesso PM Colaiocco, ma ancora ad oggi non disposto dalla Procura.
“E’ un atto dovuto da parte della Procura di Roma, a tutela dei diritti dei cittadini onesti che pagano le tasse”- si legge nel fax inviato – “Gli impianti (in elenco, n.d.r.), infatti, non solo non hanno mai pagato un euro di oneri concessori, edificando senza alcuna regolarità, ma ospitano anche asili nido (come ad es. Babel), costruiti dopo il sequestro degli impianti, dove già si raccolgono le iscrizioni per farne un uso strumentale, come accadde per le piscine”.
Le piscine contenute nell’elenco sono le seguenti:

Casa Generalizia Istituto Fratelli del Sacro Cuore (“Cristo Re”)
Polisportiva Parioli S.r.L (“Tiro a Volo”)
Villa Flaminia Sport S.S.D. arl Provincia Cong.ne Fratelli
Riserva Macchione S.r.L (“Babel”)
Axa Immobil Sport S.r.L. (“Eschilo 1”)
Real Sport Village arl
Salaria Sport Village arl
Circolo Tevere Remo
Circolo Canottieri Lazio
Flaminio Sporting Club
ASD GAV New City
AS Appio

Comunicato stampa LabUr – 22 Luglio 2010

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Idroscalo di Ostia: ancora nessuna protezione dalle mareggiate, gara ferma

Forse solo la settimana prossima l’aggiudicazione della gara per la scogliera a mare. Intanto il Comune di Roma disattende i suoi impegni mettendo a rischio i residenti. LabUr denuncerà il fatto al Prefetto di Roma.

“Denunceremo per inadempienza e procurato pericolo il Comune di Roma all’Area di Protezione Civile della Prefettura di Roma, a cui compete, in fase preventiva, l’attività di coordinamento di tutti gli enti coinvolti per contrastare i fenomeni calamitosi che possono manifestarsi sul territorio”. Queste le dure parole dell’Ing. Andrea Schiavone, Presidente di LabUr sulla vicenda Idroscalo di Ostia e prosegue “E’ singolare che si parli di rischio esondazione alla foce del Tevere, ma che si trascuri il vero rischio, quello delle mareggiate, mandando alle lunghe la gara da un milione di euro della scogliera a mare. Così come è singolare che si parli di riqualificazione ambientalista della foce del Tevere quando la proprietà del Porto di Ostia dichiara di voler realizzare un campo di golf al posto dell’oasi della LIPU, nel silenzio dei Verdi, che però non esitano a definire l’abitato dell’Idroscalo “un cancro”.

“Ricordiamo che il Sindaco di Roma, grazie ad una illegittima ordinanza di Protezione Civile Comunale, è intervenuto all’alba del 23 febbraio 2010 all’Idroscalo di Ostia abbattendo le case lato mare per ‘salvare’ i cittadini dalla mareggiata di 2 mesi prima” – ha proseguito Schiavone – “Invece la Protezione Civile Regionale, il 18 marzo 2010, ha pubblicato un bando di gara per i lavori di rafforzamento e potenziamento della scogliera a mare posta a difesa dell’Idroscalo, per un importo di € 1.140.519,68 (O.P.C.M. n.3734 del 16 gennaio 2009). Le buste delle offerte sono state aperte già da mesi, ma tutto è ancora fermo. Forse si convocherà la seduta pubblica per l’apertura delle offerte economiche solo la settimana prossima. Cosa si aspetta, una nuova mareggiata ? Un nuovo pretesto per agire in assetto antisommossa ? Queste sono le conseguenze dell’intromissione del Comune di Roma, in un’area non di sua competenza, che invece spaccia come propria sostenendo di averla ricevuta dal Demanio.” “Per prendere meglio in giro la gente, il Comune di Roma ha però realizzato nell’area delle demolizioni una ridicola difesa contro le mareggiate, composta da una fila di barriere stradali a muretto, con profilo New Jersey, più un bel cancello dotato di catena. E come se non bastasse il Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, ha illustrato il 29 giugno alla stampa, ma non ai cittadini, un finto progetto nascosto nel suo armadio, incentrato sulla ricostruzione della “duna mediterranea” nell’area della futura scogliera, previo abbattimento di altre case. Una vicenda vergognosa.” – ha concluso Andrea Schiavone.

Comunicato stampa LabUr – 06 Luglio 2010

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La schizofrenia di Alemanno sull’Idroscalo di Ostia

Non tutto l’Idroscalo di Ostia è compreso nella lista fornita giorni fa dal demanio, ma solo l’area dei cantieri navali. Saltati gli incontri con i cittadini. LabUr denuncerà alla Corte dei Conti le spese sostenute dal Comune per le demolizioni del 23 febbraio avvenute su un’area distante 1 km.
Le bugie del Comune di Roma sono ormai quotidiane. L’ultima: “Tutto l’Idroscalo passerà dal demanio dello Stato al Comune di Roma che, attraverso il Municipio XIII, è già pronto a valorizzare l’area in senso naturalistico”. In realtà nella partita del federalismo demaniale c’è solo l’area che da Tor San Michele arriva fino ai cantieri navali e se ne parlerà, se tutto va bene, tra 6 anni.” – dichiara Paula de Jesus, urbanista ed esponente del PD – “Nella delibera nr.100 della Giunta Comunale dell’8 Aprile 2009, si è approvato il Protocollo d’Intesa tra l’Agenzia del Demanio e il Comune di Roma finalizzato ad un processo di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del rispettivo patrimonio. In quella seduta veniva solo individuata ed inclusa la “porzione di area e fabbricati censiti a patrimonio dello Stato con scheda RMB0886 denominata Aeridroscalo di Ostia, sita in Ostia (RM) alla via degli Atlantici”. Le stesse indicazioni si ricavano anche dall’elenco in possesso dell’ANSA. Sono i beni censiti dal nr.7929 al nr.8059 (‘Elenco beni patrimonio disponibile 23A1″, pagg. 111 e 112), relativi appunto alla scheda RMB0886, cespite RM2293 di valore d’inventario pari a 6.691.335,3 euro”.
“La lista comprende più di 130 beni classificati come fabbricati.” – prosegue la de Jesus – “Quindi quelle che l’Ass. all’Urbanistica Marco Corsini ha definito ‘baracche’ sono diventate magicamente fabbricati e incluse nel patrimonio dello Stato ? Stesso discorso per il terreno, che è solo quello all’altezza del civico 259 di Via dell’Idroscalo. Da Via delle Piroghe in poi, non vi è traccia”.
“E’ incredibile la schizofrenia di cui è affetta questa amministrazione. Per mesi afferma che l’Idroscalo è passato al Comune, poi intimorisce i residenti e quando la verità viene a galla fa saltare gli incontri previsti con i cittadini. Senza parlare poi dell’imbarazzante Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, che tiene chiuso nell’armadio del suo ufficio il ‘progetto’ della parte finale dell’Idroscalo, quella abitata, attuabile solo con le demolizioni delle case.” – conclude Paula de Jesus “Non c’è limite al peggio. Da una parte gli ambientalisti come Alessandro Polinori, dei Verdi e responsabile della LIPU di Ostia, che definisce l’Idroscalo “un cancro”; dall’altra, i progetti di espansione dello stesso porto che sogna un campo da golf in quell’area. A concertare gli appetiti di diversa natura l’arroganza dell’amministrazione comunale. Per fortuna che il TAR ha chiarito, su nostro ricorso, che la finta ordinanza di protezione civile del 23 febbraio scorso, con cui Alemanno fece abbattere una trentina di case, è terminata. Nel frattempo LabUr (laboratorio di urbanistica) denuncerà alla Corte dei Conti l’amministrazione comunale e municipale per le spese sostenute dai cittadini romani per lo sgombero e le demolizioni e tutto quello che ne è seguito”.

Comunicato stampa LabUr – 30 Giugno 2010

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Malavita al Polo Natatorio di Ostia o altro ?

Barelli, Presidente FIN, prima accusa e poi smentisce pressioni di ‘gruppi di potere’ per la concessione dell’impianto sportivo. LabUr presenta un esposto in Procura e alla Corte dei Conti.

Paolo Barelli, Presidente della FIN, mente, sulle pagine del Corriere della Sera. Intervistato sul Polo Natatorio, lunedì scorso ha così dichiarato: “Non c’è stata alcuna intimidazione, è stato tutto tranquillo. E non faremo appalti: gestiremo noi l’impianto”. Il riferimento è al timore di presunte azioni di sabotaggio e disturbo da parte della malavita locale per allungare le mani sull’impianto ancora non terminato dopo un anno dalla fine dei Mondiali di Nuoto Roma ’09. Nei documenti depositati presso il Tribunale di Ostia il 10 Dicembre 2009 (in nostro possesso), Paolo Barelli dichiarava invece di essere stato informato dall’Ing. Claudio Rinaldi (Commissario Delegato per i Mondiali) che il non affidamento alla FIN del Polo Natatorio di Ostia “era da imputarsi a pressioni che s’intendevano esercitare sulla FIN al fine di farla recedere dalla concessione ottenuta a favore di ‘gruppi di potere’ allo stato, non identificati”. A seguito di questa gravissima affermazione di Claudio Rinaldi, Barelli minacciava di presentare un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica “ai fini dell’accertamento della sussistenza di penali responsabilità, anche a carico di tutti i soggetti che abbiano concorso o agevolato, anche con comportamenti omissivi, la eventuale consumazione di reati”. Questo esposto-denuncia non ci risulta mai esser stato presentato. Per evitare che un impianto pubblico (ancora non della FIN) possa essere soggetto a manovre oscure per decidere della sua concessione (che lo stesso Barelli afferma non essere stata ad oggi ancora regolarizzata), presenteremo noi un esposto alla Procura di Roma e alla Corte dei Conti, raccontando cosa succede ad Ostia.

Comunicato stampa LabUr – 29 Giugno 2010

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Idroscalo di Ostia – Letera aperta al Prefetto di Roma

Lettera aperta inviata oggi al Prefetto di Roma (Giuseppe Pecoraro), al Sindaco di Roma (Giovanni Alemanno), al Capo Segreteria del Sindaco (Antonio Lucarelli) e all’Assessore all’Urbanistica (Marco Corsini). I rapporti di trasmissione dei fax sono delle 13:42 (il fax anticipa la Raccomandata A/R).


Roma, 15.06.2010

Al Prefetto di Roma, Dott. Giuseppe Pecoraro

Oggetto: Idroscalo di Ostia – Ricorso al TAR del Lazio

Gentilissimo Prefetto Giuseppe Pecoraro,

In qualità di proponente del ricorso numero di registro generale 3870 del 2010 contro il Comune di Roma per l’annullamento dell’ordinanza n. 43  del 17 Febbraio 2010, che ha ordinato e disposto “… lo sgombero forzato immediato, a tutela della pubblica e privata incolumità, di ogni abitazione, locale, struttura ed edificio insistente in zona Idroscalo di Ostia, esposti a rischio di allagamento o isolamento”; visto il pronunciamento dell’ordinanza del TAR del Lazio, II Sezione, del 9 Giugno 2010; viste le inesattezze della memoria difensiva dell’Avv. Rodolfo Murra, dell’Avvocatura del Comune di Roma; visto il ruolo da Lei ricoperto, ritengo mio dovere di cittadino, nonché di professionista in ambito urbanistico, precisare che:

–    Le operazioni di sgombero e di demolizione sono terminate il 5 marzo, così come riportato dal TAR del Lazio, e non il 27 febbraio come invece sostiene l’Avv. R. Murra.

–    L’Avvocato Murra si permette una insinuazione di bassissimo lignaggio quando definisce le nostre considerazioni “politiche”. E’ scritto nell’ordinanza del Sindaco chiaramente che dovevano essere posizionate sul lato fiume le palancole a difesa dall’esondazioni del Tevere, operazione che non è mai stata eseguita. Dunque non è una nostra considerazione politica.

–    L’ordinanza è di Protezione Civile, che segue una prassi molto precisa e non prevede in alcun caso la demolizione delle abitazioni, che invece configura un’operazione di antiabusivismo. Lo stesso Ass. all’Urbanistica, Marco Corsini, durante la trasmissione Metropolis di RomaUno del 25 Febbraio u.s. (visibile anche su youtube), afferma che “…abbiamo fatto tanti interventi antiabusivismo, quasi mai ci siamo preoccupati con questa attenzione della sorte delle persone che potevano essere pregiudicate dalla demolizione di un manufatto abusivo”, confermando dunque la vera natura dell’operazione. Ma le operazioni di antiabusivismo seguono un iter completamente differente. L’Avv. Murra per altro sembra anche non conoscere la differenza tra “demolizione dei manufatti” e “bonifica dell’area”, quest’ultimo espressione è quella contenuta nell’ordinanza oggetto del ricorso.

–    Inoltre, lo stesso Ass. Corsini dichiara, sempre nella medesima trasmissione, che l’operazione era stata pianificata da mesi e prevista a ridosso del Natale 2009 e che, per ragioni legate alla natura delle feste, era stata posticipata. Dunque la mareggiata a cui fa riferimento l’Avv. Murra, quella degli inizi di Gennaio, non era la causa che giustificava l’ordinanza. Poiché l’Amministrazione deve tutelare l’incolumità dei cittadini, se il pericolo c’era, tanto da giustificare la formulazione dell’ordinanza di Protezione Civile, perché l’Amministrazione ha atteso sino al 23 Febbraio ?

–    L’area denominata “Idroscalo di Ostia” è considerata ad alto rischio idrogeologico (R4) per le probabili esondazioni del Tevere e non per le mareggiate, ma l’intervento ha riguardato il lato mare e non fiume.

–    Lo stesso Avv. Murra scrive che l’ordinanza riguarda “LO SGOMBERO DI OGNI ABITAZIONE INSISTENTE NELLA ZONA c.d. Idroscalo di Ostia” e la stessa Amministrazione capitolina, in molte occasioni pubbliche, ha dichiarato che questa è solo “la prima parte di un programma più ampio”, come si evince anche dalla stessa ordinanza. L’elenco delle abitazioni coinvolte nell’operazione considerate dunque a rischio per la incolumità degli abitanti era più ampia di quella che poi si è attuata, per cui, per le persone non sgomberate, il pericolo se c’era prima continua ad esserci tutt’oggi e ciò configura da parte dell’Amministrazione un comportamento anti-protezione civile. L’operazione di demolizione ha riguardato invece anche case che non erano in elenco allegato all’ordinanza, posto che la loro demolizione fosse legittima.

–    I tavoli di concertazione sono stati convocati dall’Amministrazione capitolina per concordare un crono programma di demolizione, che nulla ha a che vedere dunque con l’operazione svoltasi con l’ordinanza n. 43, visto che è decaduta il 5 Marzo u.s., come scrive il TAR del Lazio.

–    Contrariamente a quanto dichiarato dall’Ass. Corsini, sempre nella medesima trasmissione di cui sopra, i beni e le suppellettili non sono stati portati in “deposito comunale”, bensì in un terreno di proprietà privata.

Pertanto, essendo Lei Prefetto di Roma ed avendo Lei tra le sue funzione quella di mediazione e di raccordo tra le Istituzioni pubbliche e le varie componenti della società civile, nonché di responsabilità dell’ordine e della sicurezza pubblica, sovrintendendo al coordinamento degli intereventi di immediato soccorso per fronteggiare le situazione di emergenza in caso di calamità, Le chiedo un incontro urgente per avere un confronto con Lei su quanto è accaduto e su quanto accadrà agli abitanti dell’Idroscalo di Ostia.

Con i miei migliori saluti

Dott. ssa Paula de Jesus

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Idroscalo di Ostia: il TAR ci da ragione contro Alemanno

Il TAR del Lazio decide che lo sgombero è concluso. Dunque, terminato il pericolo le persone dovrebbero rientrare nelle proprie case. Ma dove , se sono state illegittimamente demolite ? Si attende la decisione sull’annullamento dell’ordinanza.

9 Giugno 2010, Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, II Sezione, va in onda la fine delle bugie di Alemanno sull’Idroscalo di Ostia. Con una memoria depositata il 3 Giugno, a seguito del ricorso da noi presentato, il Comune di Roma, difeso dall’Avvocato Rodolfo Murra, ha dovuto ammettere che lo sgombero del 23 Febbraio 2010 è stato completato in data 5 marzo. “Allora perché fino ad oggi il Comune ha tenuto tavoli di concertazione a partire dal 24 Febbraio sostenendo con gli abitanti dell’Idroscalo nuove demolizioni ?” – dichiara Paula de Jesus, urbanista – “Addirittura il TAR ha dovuto respingere la nostra domanda cautelare di sospensione proprio perché l’ordinanza nr.43 non ha più effetto da Marzo”. Resta comunque in piedi la richiesta di totale annullamento dell’ordinanza stessa, su cui il TAR entrerà nel merito però tra non meno di 7 mesi. “Il significato di quanto deciso dal TAR è fondamentale: il Comune di Roma ha ammesso di essere intervenuto per motivi di ‘protezione civile’. Peccato che in quei giorni non ci fosse alcun pericolo e che per ‘proteggere’ i residenti il Comune di Roma ha abbattuto loro le case senza alcuna ingiunzione di demolizione.” – continua Andrea Schiavone, Presidente di LabUr – “E’ come se dopo il terremoto de L’Aquila, Bertolaso avesse comandato di radere al suolo la città. Inoltre, se si trattava, come sostiene il Comune di Roma, di un’ordinanza di protezione civile e il pericolo (inesistente) è finito il 5 Marzo, la prassi vorrebbe che le persone rientrassero nelle loro case, che invece sono state illegittimamente abbattute.” Cosa accadrà dunque alle famiglie alloggiate dal 23 Febbraio a 40 km dall’Idroscalo, in un residence sulla Via Ardeatina ? Quando torneranno in possesso dei loro beni, ad oggi ancora chiusi nei container, ammassati su un terreno privato che non è un deposito giudiziario ? Quando verranno a loro assegnate nuove case, visto che quelle promesse da Gianluca Viggiano, Resp. del III U.O. Ufficio Extradipartimentale Politiche Abitative, non ci sono ancora ? Sono due mesi che si trincera dietro a un imbarazzante silenzio, malgrado i nostri fax. Eppure il 23 Febbraio aveva rilasciato queste dichiarazioni: “Prima dell’estate sarà pronta la graduatoria del bando speciale per l’assegnazione di case popolari che, per una determinata quota, riguarda le famiglie che vivono nei residence. In questo bando saranno incluse le 45 famiglie dell’Idroscalo che ne hanno diritto”.

Ad oggi, non c’è nulla neppure di questo bando e mancano solo 10 giorni all’inizio dell’estate. “Così come non si sono più tenuti i tavoli di concertazione che il Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, aveva promesso ai residenti dell’Idroscalo. Non solo sono stati violati illegittimamente nel loro bene più caro, la casa, ma continuano ad essere presi in giro da politici irresponsabili che sulla loro pelle giocano come a Monopoli, compresi tutti quelli che sapevano cosa stava per accadere e nulla hanno fatto per impedirlo. Neppure Alemanno ha avuto il coraggio di venire all’Idroscalo, come invece aveva promesso, a fine Maggio. Per fortuna che il TAR ha ristabilito un inizio di verità.”, conclude Paula de Jesus.

Comunicato stampa LabUr – 11 Giugno 2010

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Idroscalo di Ostia: Alemanno si impantana

Non mantenuto l’impegno di incontrare i residenti entro Maggio. Piove nel Residence sull’Ardeatina e nessun piano per l’emergenza abitativa è stato predisposto. Il ricorso al TAR spostato al 9 Giugno.

Vizzani in vacanza, Alemanno in altre faccende affaccendato. Così il Presidente del XIII Municipio e il Sindaco di Roma dimenticano gli impegni presi con l’Idroscalo di Ostia. L’aveva scritto il Capo Segreteria di Alemanno, Antonio Lucarelli. Un fax inviato al Parroco dell’Idroscalo, Don Fabio Vallini e al Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, in data 28.04.2010, prot. n.28517, distribuito a tutti i residenti dell’Idroscalo, in cui si affermava che “entro il mese di Maggio il sindaco e gli Uffici interessati saranno in loco per il progetto di riqualificazione dell’Idroscalo”. Impegno non mantenuto, come tanti altri (per esempio la ricostruzione a fiume di 30 metri di scogliera). L’unico progetto che è stato fatto vedere ai residenti, è quello conservato nel proprio armadio da Vizzani, differente da quanto il Vice sindaco Cutrufo invece va raccontando in giro per il mondo. Il progetto prevede altre demolizioni e non è previsto alcun piano di sostegno per le famiglie che dovranno abbandonare l’Idroscalo di Ostia. Intanto, dentro il residence sull’Ardeatina (dove sono alloggiate le famiglie a cui si è già demolita la casa) piove nelle stanze, mentre Gianluca Viggiano (Responsabile del III U.O. Ufficio Extradipartimentale Politiche Abitative) si trincea dietro a un imbarazzante silenzio. Eppure il 23 Febbraio aveva rilasciato queste dichiarazioni: “Prima dell’estate sarà pronta la graduatoria del bando speciale per l’assegnazione di case popolari che per una determinata quota riguarda le famiglie che vivono nei residence. In questo bando saranno incluse le 45 famiglie dell’Idroscalo che ne hanno diritto. I requisiti sono non avere altre case intestate e la residenza”. Ad oggi, non c’è nulla neppure di questo bando e mancano solo 3 settimane all’inizio dell’estate. Insomma il Comune di Roma naviga a vista sui problemi dell’Idroscalo dopo aver eseguito illeciti abbattimenti. A tal riguardo, il ricorso al TAR da noi presentato, è stato rinviato al 9 Giugno, relatore Salvatore Mezzacapo. Ferma anche in Regione Lazio, in attesa che si riunisca la Giunta Polverini, la gara per i lavori della nuova scogliera a mare. All’Idroscalo di Ostia non ci si è mai allagati ma qualcuno ci si sta impantanando.

Comunicato stampa LabUr – 27 Maggio 2010

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Mondiali di Nuoto Roma ’09: è la volta del Vaticano.

Dopo il campionato italiano di nuoto in vasca corta riservato alle Polizie municipali al Polo Natatorio di Ostia, ancora non finito e non aperto al pubblico, è la volta del Vaticano in uno degli impianti privati sequestrati dalla Procura di Roma. A Babel (Agepi) e al Salaria Sport Village tutto continua come se nulla fosse accaduto.

Dopo il Campionato italiano di nuoto in vasca corta riservato alle Polizie municipali tenutosi nel Polo Natatorio di Ostia, ancora non finito e non aperto al pubblico a quasi un anno di distanza dalla conclusione dei Mondiali di Nuoto Roma ’09, è la volta del Vaticano in uno degli impianti privati sequestrati dalla Procura di Roma. Si tratta del centro sportivo Babel all’Infernetto (Agepi), che ospiterà, domenica 30 Maggio, per i festeggiamenti della Festa Parrocchiale di San Corbiniano, le partite di calcio per bambini, nei campi sequestrati a ridosso del confine con la Tenuta Presidenziale di Castel Porziano. E’ la prima festa Parrocchiale di questa enorme Chiesa che sta sorgendo all’Infernetto a cui presiederà il Vescovo Ausiliare di Roma, Sua Eccellenza Mons. Paolo Schiavon.

“Incredibile. Dopo l’apertura, successiva al sequestro, di un asilo nido convenzionato, un ristorante, un’area di baby parking e l’appuntamento di campagna elettorale di Renata Polverini, è la volta del torneo di calcio per la festa di quartiere con tanto di benedizione del Vescovo” – dichiara Paula de Jesus, urbanista ed esponente del PD – “Tutti fingono di non sapere che Babel è stato sequestrato l’8 ottobre 2009 per aver violato le norme paesaggistiche e urbanistiche e che è stato restituito ai proprietari solo perché il Comune di Roma ha ritenuto di dover attivare, in via del tutto eccezionale, una procedura per la sanatoria, nonostante l’assenza di concessione edilizia. L’unica autorizzazione è quella del Commissario Delegato, Claudio Rinaldi, indagato per le vicende della ‘cricca’ legata alla Protezione Civile. Ad oggi la sanatoria non c’è e nulla è stato pagato da parte dei proprietari. Dunque l’impianto sportivo di Babel è da considerarsi ancora un impianto abusivo dove non è possibile realizzare nuove attività o utilizzare le parti sotto sequestro”.
“Nonostante i sequestri, anche al Salaria Sport Village sono proseguiti i lavori per realizzare il parcheggio e il giardino come se nulla fosse” – afferma Riccardo Corbucci (PD), Vice Presidente del Consiglio IV Municipio – “Abbiamo le fotografie che lo dimostrano. Ogni sera le luci sono accese e il fumo dei riscaldamenti esce dal comignolo. Non vorremmo che, come abbiamo appreso dalle intercettazioni, la struttura venga comunque utilizzata anche fuori dai normali orari del circolo sportivo”.

Comunicato stampa LabUr – 25 Maggio 2010

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