Non tutto l’Idroscalo di Ostia è compreso nella lista fornita giorni fa dal demanio, ma solo l’area dei cantieri navali. Saltati gli incontri con i cittadini. LabUr denuncerà alla Corte dei Conti le spese sostenute dal Comune per le demolizioni del 23 febbraio avvenute su un’area distante 1 km.
Le bugie del Comune di Roma sono ormai quotidiane. L’ultima: “Tutto l’Idroscalo passerà dal demanio dello Stato al Comune di Roma che, attraverso il Municipio XIII, è già pronto a valorizzare l’area in senso naturalistico”. In realtà nella partita del federalismo demaniale c’è solo l’area che da Tor San Michele arriva fino ai cantieri navali e se ne parlerà, se tutto va bene, tra 6 anni.” – dichiara Paula de Jesus, urbanista ed esponente del PD – “Nella delibera nr.100 della Giunta Comunale dell’8 Aprile 2009, si è approvato il Protocollo d’Intesa tra l’Agenzia del Demanio e il Comune di Roma finalizzato ad un processo di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del rispettivo patrimonio. In quella seduta veniva solo individuata ed inclusa la “porzione di area e fabbricati censiti a patrimonio dello Stato con scheda RMB0886 denominata Aeridroscalo di Ostia, sita in Ostia (RM) alla via degli Atlantici”. Le stesse indicazioni si ricavano anche dall’elenco in possesso dell’ANSA. Sono i beni censiti dal nr.7929 al nr.8059 (‘Elenco beni patrimonio disponibile 23A1″, pagg. 111 e 112), relativi appunto alla scheda RMB0886, cespite RM2293 di valore d’inventario pari a 6.691.335,3 euro”.
“La lista comprende più di 130 beni classificati come fabbricati.” – prosegue la de Jesus – “Quindi quelle che l’Ass. all’Urbanistica Marco Corsini ha definito ‘baracche’ sono diventate magicamente fabbricati e incluse nel patrimonio dello Stato ? Stesso discorso per il terreno, che è solo quello all’altezza del civico 259 di Via dell’Idroscalo. Da Via delle Piroghe in poi, non vi è traccia”.
“E’ incredibile la schizofrenia di cui è affetta questa amministrazione. Per mesi afferma che l’Idroscalo è passato al Comune, poi intimorisce i residenti e quando la verità viene a galla fa saltare gli incontri previsti con i cittadini. Senza parlare poi dell’imbarazzante Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, che tiene chiuso nell’armadio del suo ufficio il ‘progetto’ della parte finale dell’Idroscalo, quella abitata, attuabile solo con le demolizioni delle case.” – conclude Paula de Jesus “Non c’è limite al peggio. Da una parte gli ambientalisti come Alessandro Polinori, dei Verdi e responsabile della LIPU di Ostia, che definisce l’Idroscalo “un cancro”; dall’altra, i progetti di espansione dello stesso porto che sogna un campo da golf in quell’area. A concertare gli appetiti di diversa natura l’arroganza dell’amministrazione comunale. Per fortuna che il TAR ha chiarito, su nostro ricorso, che la finta ordinanza di protezione civile del 23 febbraio scorso, con cui Alemanno fece abbattere una trentina di case, è terminata. Nel frattempo LabUr (laboratorio di urbanistica) denuncerà alla Corte dei Conti l’amministrazione comunale e municipale per le spese sostenute dai cittadini romani per lo sgombero e le demolizioni e tutto quello che ne è seguito”.
Comunicato stampa LabUr – 30 Giugno 2010