La schizofrenia di Alemanno sull’Idroscalo di Ostia

Non tutto l’Idroscalo di Ostia è compreso nella lista fornita giorni fa dal demanio, ma solo l’area dei cantieri navali. Saltati gli incontri con i cittadini. LabUr denuncerà alla Corte dei Conti le spese sostenute dal Comune per le demolizioni del 23 febbraio avvenute su un’area distante 1 km.
Le bugie del Comune di Roma sono ormai quotidiane. L’ultima: “Tutto l’Idroscalo passerà dal demanio dello Stato al Comune di Roma che, attraverso il Municipio XIII, è già pronto a valorizzare l’area in senso naturalistico”. In realtà nella partita del federalismo demaniale c’è solo l’area che da Tor San Michele arriva fino ai cantieri navali e se ne parlerà, se tutto va bene, tra 6 anni.” – dichiara Paula de Jesus, urbanista ed esponente del PD – “Nella delibera nr.100 della Giunta Comunale dell’8 Aprile 2009, si è approvato il Protocollo d’Intesa tra l’Agenzia del Demanio e il Comune di Roma finalizzato ad un processo di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del rispettivo patrimonio. In quella seduta veniva solo individuata ed inclusa la “porzione di area e fabbricati censiti a patrimonio dello Stato con scheda RMB0886 denominata Aeridroscalo di Ostia, sita in Ostia (RM) alla via degli Atlantici”. Le stesse indicazioni si ricavano anche dall’elenco in possesso dell’ANSA. Sono i beni censiti dal nr.7929 al nr.8059 (‘Elenco beni patrimonio disponibile 23A1″, pagg. 111 e 112), relativi appunto alla scheda RMB0886, cespite RM2293 di valore d’inventario pari a 6.691.335,3 euro”.
“La lista comprende più di 130 beni classificati come fabbricati.” – prosegue la de Jesus – “Quindi quelle che l’Ass. all’Urbanistica Marco Corsini ha definito ‘baracche’ sono diventate magicamente fabbricati e incluse nel patrimonio dello Stato ? Stesso discorso per il terreno, che è solo quello all’altezza del civico 259 di Via dell’Idroscalo. Da Via delle Piroghe in poi, non vi è traccia”.
“E’ incredibile la schizofrenia di cui è affetta questa amministrazione. Per mesi afferma che l’Idroscalo è passato al Comune, poi intimorisce i residenti e quando la verità viene a galla fa saltare gli incontri previsti con i cittadini. Senza parlare poi dell’imbarazzante Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, che tiene chiuso nell’armadio del suo ufficio il ‘progetto’ della parte finale dell’Idroscalo, quella abitata, attuabile solo con le demolizioni delle case.” – conclude Paula de Jesus “Non c’è limite al peggio. Da una parte gli ambientalisti come Alessandro Polinori, dei Verdi e responsabile della LIPU di Ostia, che definisce l’Idroscalo “un cancro”; dall’altra, i progetti di espansione dello stesso porto che sogna un campo da golf in quell’area. A concertare gli appetiti di diversa natura l’arroganza dell’amministrazione comunale. Per fortuna che il TAR ha chiarito, su nostro ricorso, che la finta ordinanza di protezione civile del 23 febbraio scorso, con cui Alemanno fece abbattere una trentina di case, è terminata. Nel frattempo LabUr (laboratorio di urbanistica) denuncerà alla Corte dei Conti l’amministrazione comunale e municipale per le spese sostenute dai cittadini romani per lo sgombero e le demolizioni e tutto quello che ne è seguito”.

Comunicato stampa LabUr – 30 Giugno 2010

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Malavita al Polo Natatorio di Ostia o altro ?

Barelli, Presidente FIN, prima accusa e poi smentisce pressioni di ‘gruppi di potere’ per la concessione dell’impianto sportivo. LabUr presenta un esposto in Procura e alla Corte dei Conti.

Paolo Barelli, Presidente della FIN, mente, sulle pagine del Corriere della Sera. Intervistato sul Polo Natatorio, lunedì scorso ha così dichiarato: “Non c’è stata alcuna intimidazione, è stato tutto tranquillo. E non faremo appalti: gestiremo noi l’impianto”. Il riferimento è al timore di presunte azioni di sabotaggio e disturbo da parte della malavita locale per allungare le mani sull’impianto ancora non terminato dopo un anno dalla fine dei Mondiali di Nuoto Roma ’09. Nei documenti depositati presso il Tribunale di Ostia il 10 Dicembre 2009 (in nostro possesso), Paolo Barelli dichiarava invece di essere stato informato dall’Ing. Claudio Rinaldi (Commissario Delegato per i Mondiali) che il non affidamento alla FIN del Polo Natatorio di Ostia “era da imputarsi a pressioni che s’intendevano esercitare sulla FIN al fine di farla recedere dalla concessione ottenuta a favore di ‘gruppi di potere’ allo stato, non identificati”. A seguito di questa gravissima affermazione di Claudio Rinaldi, Barelli minacciava di presentare un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica “ai fini dell’accertamento della sussistenza di penali responsabilità, anche a carico di tutti i soggetti che abbiano concorso o agevolato, anche con comportamenti omissivi, la eventuale consumazione di reati”. Questo esposto-denuncia non ci risulta mai esser stato presentato. Per evitare che un impianto pubblico (ancora non della FIN) possa essere soggetto a manovre oscure per decidere della sua concessione (che lo stesso Barelli afferma non essere stata ad oggi ancora regolarizzata), presenteremo noi un esposto alla Procura di Roma e alla Corte dei Conti, raccontando cosa succede ad Ostia.

Comunicato stampa LabUr – 29 Giugno 2010

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Idroscalo di Ostia – Letera aperta al Prefetto di Roma

Lettera aperta inviata oggi al Prefetto di Roma (Giuseppe Pecoraro), al Sindaco di Roma (Giovanni Alemanno), al Capo Segreteria del Sindaco (Antonio Lucarelli) e all’Assessore all’Urbanistica (Marco Corsini). I rapporti di trasmissione dei fax sono delle 13:42 (il fax anticipa la Raccomandata A/R).


Roma, 15.06.2010

Al Prefetto di Roma, Dott. Giuseppe Pecoraro

Oggetto: Idroscalo di Ostia – Ricorso al TAR del Lazio

Gentilissimo Prefetto Giuseppe Pecoraro,

In qualità di proponente del ricorso numero di registro generale 3870 del 2010 contro il Comune di Roma per l’annullamento dell’ordinanza n. 43  del 17 Febbraio 2010, che ha ordinato e disposto “… lo sgombero forzato immediato, a tutela della pubblica e privata incolumità, di ogni abitazione, locale, struttura ed edificio insistente in zona Idroscalo di Ostia, esposti a rischio di allagamento o isolamento”; visto il pronunciamento dell’ordinanza del TAR del Lazio, II Sezione, del 9 Giugno 2010; viste le inesattezze della memoria difensiva dell’Avv. Rodolfo Murra, dell’Avvocatura del Comune di Roma; visto il ruolo da Lei ricoperto, ritengo mio dovere di cittadino, nonché di professionista in ambito urbanistico, precisare che:

–    Le operazioni di sgombero e di demolizione sono terminate il 5 marzo, così come riportato dal TAR del Lazio, e non il 27 febbraio come invece sostiene l’Avv. R. Murra.

–    L’Avvocato Murra si permette una insinuazione di bassissimo lignaggio quando definisce le nostre considerazioni “politiche”. E’ scritto nell’ordinanza del Sindaco chiaramente che dovevano essere posizionate sul lato fiume le palancole a difesa dall’esondazioni del Tevere, operazione che non è mai stata eseguita. Dunque non è una nostra considerazione politica.

–    L’ordinanza è di Protezione Civile, che segue una prassi molto precisa e non prevede in alcun caso la demolizione delle abitazioni, che invece configura un’operazione di antiabusivismo. Lo stesso Ass. all’Urbanistica, Marco Corsini, durante la trasmissione Metropolis di RomaUno del 25 Febbraio u.s. (visibile anche su youtube), afferma che “…abbiamo fatto tanti interventi antiabusivismo, quasi mai ci siamo preoccupati con questa attenzione della sorte delle persone che potevano essere pregiudicate dalla demolizione di un manufatto abusivo”, confermando dunque la vera natura dell’operazione. Ma le operazioni di antiabusivismo seguono un iter completamente differente. L’Avv. Murra per altro sembra anche non conoscere la differenza tra “demolizione dei manufatti” e “bonifica dell’area”, quest’ultimo espressione è quella contenuta nell’ordinanza oggetto del ricorso.

–    Inoltre, lo stesso Ass. Corsini dichiara, sempre nella medesima trasmissione, che l’operazione era stata pianificata da mesi e prevista a ridosso del Natale 2009 e che, per ragioni legate alla natura delle feste, era stata posticipata. Dunque la mareggiata a cui fa riferimento l’Avv. Murra, quella degli inizi di Gennaio, non era la causa che giustificava l’ordinanza. Poiché l’Amministrazione deve tutelare l’incolumità dei cittadini, se il pericolo c’era, tanto da giustificare la formulazione dell’ordinanza di Protezione Civile, perché l’Amministrazione ha atteso sino al 23 Febbraio ?

–    L’area denominata “Idroscalo di Ostia” è considerata ad alto rischio idrogeologico (R4) per le probabili esondazioni del Tevere e non per le mareggiate, ma l’intervento ha riguardato il lato mare e non fiume.

–    Lo stesso Avv. Murra scrive che l’ordinanza riguarda “LO SGOMBERO DI OGNI ABITAZIONE INSISTENTE NELLA ZONA c.d. Idroscalo di Ostia” e la stessa Amministrazione capitolina, in molte occasioni pubbliche, ha dichiarato che questa è solo “la prima parte di un programma più ampio”, come si evince anche dalla stessa ordinanza. L’elenco delle abitazioni coinvolte nell’operazione considerate dunque a rischio per la incolumità degli abitanti era più ampia di quella che poi si è attuata, per cui, per le persone non sgomberate, il pericolo se c’era prima continua ad esserci tutt’oggi e ciò configura da parte dell’Amministrazione un comportamento anti-protezione civile. L’operazione di demolizione ha riguardato invece anche case che non erano in elenco allegato all’ordinanza, posto che la loro demolizione fosse legittima.

–    I tavoli di concertazione sono stati convocati dall’Amministrazione capitolina per concordare un crono programma di demolizione, che nulla ha a che vedere dunque con l’operazione svoltasi con l’ordinanza n. 43, visto che è decaduta il 5 Marzo u.s., come scrive il TAR del Lazio.

–    Contrariamente a quanto dichiarato dall’Ass. Corsini, sempre nella medesima trasmissione di cui sopra, i beni e le suppellettili non sono stati portati in “deposito comunale”, bensì in un terreno di proprietà privata.

Pertanto, essendo Lei Prefetto di Roma ed avendo Lei tra le sue funzione quella di mediazione e di raccordo tra le Istituzioni pubbliche e le varie componenti della società civile, nonché di responsabilità dell’ordine e della sicurezza pubblica, sovrintendendo al coordinamento degli intereventi di immediato soccorso per fronteggiare le situazione di emergenza in caso di calamità, Le chiedo un incontro urgente per avere un confronto con Lei su quanto è accaduto e su quanto accadrà agli abitanti dell’Idroscalo di Ostia.

Con i miei migliori saluti

Dott. ssa Paula de Jesus

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Idroscalo di Ostia: il TAR ci da ragione contro Alemanno

Il TAR del Lazio decide che lo sgombero è concluso. Dunque, terminato il pericolo le persone dovrebbero rientrare nelle proprie case. Ma dove , se sono state illegittimamente demolite ? Si attende la decisione sull’annullamento dell’ordinanza.

9 Giugno 2010, Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, II Sezione, va in onda la fine delle bugie di Alemanno sull’Idroscalo di Ostia. Con una memoria depositata il 3 Giugno, a seguito del ricorso da noi presentato, il Comune di Roma, difeso dall’Avvocato Rodolfo Murra, ha dovuto ammettere che lo sgombero del 23 Febbraio 2010 è stato completato in data 5 marzo. “Allora perché fino ad oggi il Comune ha tenuto tavoli di concertazione a partire dal 24 Febbraio sostenendo con gli abitanti dell’Idroscalo nuove demolizioni ?” – dichiara Paula de Jesus, urbanista – “Addirittura il TAR ha dovuto respingere la nostra domanda cautelare di sospensione proprio perché l’ordinanza nr.43 non ha più effetto da Marzo”. Resta comunque in piedi la richiesta di totale annullamento dell’ordinanza stessa, su cui il TAR entrerà nel merito però tra non meno di 7 mesi. “Il significato di quanto deciso dal TAR è fondamentale: il Comune di Roma ha ammesso di essere intervenuto per motivi di ‘protezione civile’. Peccato che in quei giorni non ci fosse alcun pericolo e che per ‘proteggere’ i residenti il Comune di Roma ha abbattuto loro le case senza alcuna ingiunzione di demolizione.” – continua Andrea Schiavone, Presidente di LabUr – “E’ come se dopo il terremoto de L’Aquila, Bertolaso avesse comandato di radere al suolo la città. Inoltre, se si trattava, come sostiene il Comune di Roma, di un’ordinanza di protezione civile e il pericolo (inesistente) è finito il 5 Marzo, la prassi vorrebbe che le persone rientrassero nelle loro case, che invece sono state illegittimamente abbattute.” Cosa accadrà dunque alle famiglie alloggiate dal 23 Febbraio a 40 km dall’Idroscalo, in un residence sulla Via Ardeatina ? Quando torneranno in possesso dei loro beni, ad oggi ancora chiusi nei container, ammassati su un terreno privato che non è un deposito giudiziario ? Quando verranno a loro assegnate nuove case, visto che quelle promesse da Gianluca Viggiano, Resp. del III U.O. Ufficio Extradipartimentale Politiche Abitative, non ci sono ancora ? Sono due mesi che si trincera dietro a un imbarazzante silenzio, malgrado i nostri fax. Eppure il 23 Febbraio aveva rilasciato queste dichiarazioni: “Prima dell’estate sarà pronta la graduatoria del bando speciale per l’assegnazione di case popolari che, per una determinata quota, riguarda le famiglie che vivono nei residence. In questo bando saranno incluse le 45 famiglie dell’Idroscalo che ne hanno diritto”.

Ad oggi, non c’è nulla neppure di questo bando e mancano solo 10 giorni all’inizio dell’estate. “Così come non si sono più tenuti i tavoli di concertazione che il Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, aveva promesso ai residenti dell’Idroscalo. Non solo sono stati violati illegittimamente nel loro bene più caro, la casa, ma continuano ad essere presi in giro da politici irresponsabili che sulla loro pelle giocano come a Monopoli, compresi tutti quelli che sapevano cosa stava per accadere e nulla hanno fatto per impedirlo. Neppure Alemanno ha avuto il coraggio di venire all’Idroscalo, come invece aveva promesso, a fine Maggio. Per fortuna che il TAR ha ristabilito un inizio di verità.”, conclude Paula de Jesus.

Comunicato stampa LabUr – 11 Giugno 2010

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Idroscalo di Ostia: Alemanno si impantana

Non mantenuto l’impegno di incontrare i residenti entro Maggio. Piove nel Residence sull’Ardeatina e nessun piano per l’emergenza abitativa è stato predisposto. Il ricorso al TAR spostato al 9 Giugno.

Vizzani in vacanza, Alemanno in altre faccende affaccendato. Così il Presidente del XIII Municipio e il Sindaco di Roma dimenticano gli impegni presi con l’Idroscalo di Ostia. L’aveva scritto il Capo Segreteria di Alemanno, Antonio Lucarelli. Un fax inviato al Parroco dell’Idroscalo, Don Fabio Vallini e al Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, in data 28.04.2010, prot. n.28517, distribuito a tutti i residenti dell’Idroscalo, in cui si affermava che “entro il mese di Maggio il sindaco e gli Uffici interessati saranno in loco per il progetto di riqualificazione dell’Idroscalo”. Impegno non mantenuto, come tanti altri (per esempio la ricostruzione a fiume di 30 metri di scogliera). L’unico progetto che è stato fatto vedere ai residenti, è quello conservato nel proprio armadio da Vizzani, differente da quanto il Vice sindaco Cutrufo invece va raccontando in giro per il mondo. Il progetto prevede altre demolizioni e non è previsto alcun piano di sostegno per le famiglie che dovranno abbandonare l’Idroscalo di Ostia. Intanto, dentro il residence sull’Ardeatina (dove sono alloggiate le famiglie a cui si è già demolita la casa) piove nelle stanze, mentre Gianluca Viggiano (Responsabile del III U.O. Ufficio Extradipartimentale Politiche Abitative) si trincea dietro a un imbarazzante silenzio. Eppure il 23 Febbraio aveva rilasciato queste dichiarazioni: “Prima dell’estate sarà pronta la graduatoria del bando speciale per l’assegnazione di case popolari che per una determinata quota riguarda le famiglie che vivono nei residence. In questo bando saranno incluse le 45 famiglie dell’Idroscalo che ne hanno diritto. I requisiti sono non avere altre case intestate e la residenza”. Ad oggi, non c’è nulla neppure di questo bando e mancano solo 3 settimane all’inizio dell’estate. Insomma il Comune di Roma naviga a vista sui problemi dell’Idroscalo dopo aver eseguito illeciti abbattimenti. A tal riguardo, il ricorso al TAR da noi presentato, è stato rinviato al 9 Giugno, relatore Salvatore Mezzacapo. Ferma anche in Regione Lazio, in attesa che si riunisca la Giunta Polverini, la gara per i lavori della nuova scogliera a mare. All’Idroscalo di Ostia non ci si è mai allagati ma qualcuno ci si sta impantanando.

Comunicato stampa LabUr – 27 Maggio 2010

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Mondiali di Nuoto Roma ’09: è la volta del Vaticano.

Dopo il campionato italiano di nuoto in vasca corta riservato alle Polizie municipali al Polo Natatorio di Ostia, ancora non finito e non aperto al pubblico, è la volta del Vaticano in uno degli impianti privati sequestrati dalla Procura di Roma. A Babel (Agepi) e al Salaria Sport Village tutto continua come se nulla fosse accaduto.

Dopo il Campionato italiano di nuoto in vasca corta riservato alle Polizie municipali tenutosi nel Polo Natatorio di Ostia, ancora non finito e non aperto al pubblico a quasi un anno di distanza dalla conclusione dei Mondiali di Nuoto Roma ’09, è la volta del Vaticano in uno degli impianti privati sequestrati dalla Procura di Roma. Si tratta del centro sportivo Babel all’Infernetto (Agepi), che ospiterà, domenica 30 Maggio, per i festeggiamenti della Festa Parrocchiale di San Corbiniano, le partite di calcio per bambini, nei campi sequestrati a ridosso del confine con la Tenuta Presidenziale di Castel Porziano. E’ la prima festa Parrocchiale di questa enorme Chiesa che sta sorgendo all’Infernetto a cui presiederà il Vescovo Ausiliare di Roma, Sua Eccellenza Mons. Paolo Schiavon.

“Incredibile. Dopo l’apertura, successiva al sequestro, di un asilo nido convenzionato, un ristorante, un’area di baby parking e l’appuntamento di campagna elettorale di Renata Polverini, è la volta del torneo di calcio per la festa di quartiere con tanto di benedizione del Vescovo” – dichiara Paula de Jesus, urbanista ed esponente del PD – “Tutti fingono di non sapere che Babel è stato sequestrato l’8 ottobre 2009 per aver violato le norme paesaggistiche e urbanistiche e che è stato restituito ai proprietari solo perché il Comune di Roma ha ritenuto di dover attivare, in via del tutto eccezionale, una procedura per la sanatoria, nonostante l’assenza di concessione edilizia. L’unica autorizzazione è quella del Commissario Delegato, Claudio Rinaldi, indagato per le vicende della ‘cricca’ legata alla Protezione Civile. Ad oggi la sanatoria non c’è e nulla è stato pagato da parte dei proprietari. Dunque l’impianto sportivo di Babel è da considerarsi ancora un impianto abusivo dove non è possibile realizzare nuove attività o utilizzare le parti sotto sequestro”.
“Nonostante i sequestri, anche al Salaria Sport Village sono proseguiti i lavori per realizzare il parcheggio e il giardino come se nulla fosse” – afferma Riccardo Corbucci (PD), Vice Presidente del Consiglio IV Municipio – “Abbiamo le fotografie che lo dimostrano. Ogni sera le luci sono accese e il fumo dei riscaldamenti esce dal comignolo. Non vorremmo che, come abbiamo appreso dalle intercettazioni, la struttura venga comunque utilizzata anche fuori dai normali orari del circolo sportivo”.

Comunicato stampa LabUr – 25 Maggio 2010

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Alemanno e Canapini nascondono il rischio idrogeologico alla foce del Tevere

Siamo alla mistificazione della realtà, con la complicità e il silenzio di troppi sui progetti turistici del Litorale romano. All’Idroscalo si demolisce, ma a 300m sorgono palazzoni da 5.000 euro al mq.

Dietro al Porto Turistico di Ostia, sorgono palazzoni che fanno impallidire strade come Viale Marconi. A svettare è l’edificio B, iniziato ad agosto 2009 e previsto in consegna quest’estate. I prezzi (ad appartamento) variano da 300 a 540 mila euro, al modico rapporto di 5 mila euro al mq. Ma c’è un piccolo problema: tutto è in area R4, il maggiore rischio idrogeologico esistente previsto dall’Autorità di Bacino del fiume Tevere, per intenderci lo stesso rischio in nome del quale Alemanno si è permesso di demolire il 23 febbraio u.s. le case all’Idroscalo di Ostia (a giorni la sentenza del nostro ricorso al TAR). Come si può dunque permettere la costruzione in quell’area di un palazzone di 100 unità immobiliari dislocate su quattro piani, 8 negozi al piano terra e 218 posti auto coperti al piano interrato, costituito da due autorimesse aventi una superficie complessiva di oltre 7.000 mq ? Chi costruisce è l’Associazione Cooperativa Muratori & Affini Ravenna (ACMAR Soc. coop. p.a.), su committenza della Porto di Roma Srl (per un importo di 14.700.000€), ma le società coinvolte sono tantissime e vicine ai balneari. Così come sono variegate le realtà politiche che qui hanno da sempre chiuso un occhio. Non è un caso infatti che il palazzone sorga addirittura a ridosso del Centro Habitat Mediterraneo della LIPU. D’altra parte, quando il 23 giugno 2001, dopo due anni e mezzo di lavoro e una spesa di 150 miliardi delle vecchie lire, il Porto Turistico venne aperto, fu lo stesso Sindaco Veltroni a dire: “L’inaugurazione del porto è importante perché è servita per strappare al degrado una consistente fetta di Ostia. Qui c’erano rifiuti e sterpaglie, ora c’è un’infrastruttura imponente, che accelera lo sviluppo del turismo nella Capitale”.

Oggi qui si concentrano invece gli interessi turistici di Alemanno e il Secondo Polo Turistico di Roma conta moltissimo sugli investimenti alberghieri in quest’area, motivo per cui tutti tacciono. Dopo i già realizzati edifici A,D,F mancano ancora il C ed l’E. Sarà inoltre lo stesso Alemanno, a fine Maggio a rivelare agli abitanti dell’Idroscalo cosa ne sarà del loro futuro, dopo aver dichiarato alla stampa il 22 febbraio che la zona ospiterà strutture di “ricezione turistica”.

Che fine ha fatto allora il problema del rischio idrogeologico ? Due pesi e due misure: d’altronde proprio oggi il dirimpettaio Sindaco di Fiumicino, Mario Canapini, a proposito del Porto della Concordia che sorgerà nel suo comune, sempre in zona R4 dichiara: “Che c’entra ? Il porto è nel mare”. Vero, ma gli alberghi e i residence invece sono sulla terraferma in R4.

Comunicato stampa LabUr – 21 Maggio 2010

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Idroscalo di Ostia: strade allagate per colpa del Comune

Le piogge di Maggio allagano l’Idroscalo. Non sono le mareggiate e l’esondazione del Tevere, ma l’incuria cui sono abbandonate le strade in manutenzione al Comune di Roma. Promesse mancate quelle di Vizzani, presidente XIII Municipio, di ricostruire la scogliera a fiume, mentre quella a mare è bloccata in Regione Lazio. Nel frattempo, piove nelle stanze del residence sull’Ardeatina dove sono alloggiate le famiglie vittime delle demolizioni di Febbraio.

L’Idroscalo di Ostia si allaga per la pioggia, così come accade nel XIII Municipio anche in quartieri come Saline ed Infernetto. Non sono le mareggiate e neppure l’esondazione del Tevere dunque a creare problemi per l’incolumità dei residenti, come invece vuole far credere il Comune di Roma.

“Sono la mancanza di manutenzione e l’assenza di fognature per le acque meteoriche le vere cause degli allagamenti all’Idroscalo di Ostia, rese ancora più gravi dal fatto che l’Assessore ai LL.PP. del Comune di Roma, Fabrizio Ghera, dopo un anno non ha ancora affidato nessuno degli 8 maxi lotti per la manutenzione stradale pubblica della Capitale”, afferma Andrea Schiavone, Presidente di LabUr – “All’Idroscalo le strade principali sono in manutenzione al Comune. Via dell’Idroscalo lo è dal 1983 e Piazza dei Piroscafi addirittura del 18 Ottobre 1937, con delibera Governatoriale. Evidentemente non lo sa nemmeno Amerigo Olive, Assessore ai LL.PP. del XIII Municipio, visto che non si procede nemmeno alla pulizia dei pochissimi ed insufficienti pozzetti a dispersione presenti presso il muro del vicino Porto turistico di Ostia. Eppure su Via dell’Idroscalo passa la linea ATAC 014, che ha il capolinea nello slargo terminale dell’Idroscalo di Ostia. Dopo solo due gocce d’acqua, si formano delle vere e proprie piscine che tracimano nelle piccole strade che si diramano da Via dell’Idroscalo, compresa Via della Carlinga davanti alla piccola Cappella di Santa Maria Assunta”.

“Si allaga persino il fatiscente posto di Polizia. Basterebbe poco per ottemperare ai propri doveri, ma il Comune di Roma non lo fa. Lascia appositamente nel degrado un’area per poter così intervenire con una finta operazione di Protezione Civile in assetto antisommossa, come accaduto il 23 febbraio u.s. demolendo le abitazioni” – dichiara Paula de Jesus, urbanista ed esponente del Pd – “A fine mese il TAR del Lazio si esprimerà sulla legittimità delle demolizioni. L’amministrazione capitolina e quella regionale intanto sono sempre più assenti, non solo in merito alla manutenzione stradale. Ad esempio, l’aggiudicazione della gara per la nuova scogliera a mare è bloccata in Regione Lazio in attesa che la Giunta di Renata Polverini, decida a chi affidare le sorti della propria Protezione Civile, mentre il Comune di Roma ha completamente disatteso la realizzazione della difesa lato fiume, composta di palancole in acciaio tipo Larssen 23, così come previsto dalla stessa ordinanza del 23 febbraio”.

“Dimenticare le promesse fatte è uno sport molto diffuso, cui partecipa anche il Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, che da gennaio parla, senza fare nulla, di 30 metri di scogliera frangiflutti lato fiume, distrutta dalle opere fatte a suo tempo dal XIII Municipio, sotto l’allora Presidente Davide Bordoni. Dulcis in fundo, piove anche dentro il residence Borgo Bel Poggio sulla via Ardeatina, dove sono state portate le famiglie rimaste senza casa dopo le ingiuste demolizioni del 23 febbraio all’Idroscalo. Ma a nessuno sembra importare nulla, a partire dal XIII Municipio demandato invece alle Politiche Sociali. Sarebbe proprio da dire: ‘Piove, governo ladro!’” – conclude Schiavone

Comunicato stampa LabUr – 17 Maggio 2010

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I fantomatici progetti del “Secondo Polo Turistico” nel XIII Municipio.

8 finti progetti, nessun cantiere aperto. Opere di cui ancora non esiste un bando di gara, altre già bloccate sul nascere da ricorsi al TAR e fronti antiespropri. Incapacità a gestire grandi progetti. Inclusa perfino l’apertura della tenuta presidenziale di Castel Porziano, che però esula dal Federalismo Demaniale. Nella centralità Acilia-Madonnetta il nuovo carcere di Roma? Il Secondo Polo Turistico nel XIII Municipio è semplicemente un manifesto di campagna elettorale permanente.

Sul “Secondo Polo Turistico” Mauro Cutrufo, vice sindaco di Roma, ha puntato la sua campagna elettorale permanente. Dei 23 progetti che lo compongono, per altro mai presentati nel dettaglio, solo i seguenti sono previsti nel XIII Municipio:

01 – waterfront di Ostia e viabilità tangenziale
12 – qualificazione, accessibilità e servizi dell’area archeologica di Ostia Antica
13 – sistema di fruizione e valorizzazione dei parchi naturalistici ed archeologici (Castel Fusano e Castel Porziano)
16 – centralità di PRG, ambiti di trasformazione urbana previsti con rilievo turistico (centralità Acilia-Madonnetta)
17 – viabilità di collegamento Ostia-Ponte della Scafa-Fiumicino
18 – viabilità di collegamento Cristoforo Colombo-Ponte di Dragona-Fiumicino
19 – riqualificazione della Via del Mare
21 – Porto turistico di Fiumicino e ampliamento porto turistico di Ostia

E’ evidente anche ad un neofita che nessuno di questi progetti sarà pronto nei prossimi 5 anni, sempre se si realizzeranno. Nel dettaglio, il Ponte di Dragona (nr.18) e la riqualificazione della Via del Mare (nr.19), di cui si parla da anni, sono solo delle chimere. Il progetto previsto per la Via del Mare è stato bloccato dopo i sondaggi archeologici che hanno portato alla luce una necropoli romana già nota, all’altezza dell’incrocio di Ostia Antica.
Assurdo l’inserimento della Centralità Acilia-Madonnetta (nr.16), che non ha alcun rilievo turistico, visto che l’unico progetto perseguibile è quello del nuovo carcere di Roma, previsto già da Ottobre 2008 dal Dipartimento Affari Penitenziari, con 1.456 posti, momentaneamente saltato dopo l’affossamento della Protezione Civile Servizi SpA.
In alto mare il raddoppio del Porto Turistico di Ostia (nr.21). Non è stata chiusa nemmeno la Conferenza dei Servizi.
Anche il sistema di fruizione dei parchi naturalistici (nr.13) è campato in aria: la tenuta presidenziale di Castel Porziano non si potrà mai aprire al pubblico perché esula dagli accordi sul Federalismo Demaniale; mentre la pineta di Castel Fusano ancora deve veder completata la progettazione iniziata dopo l’incendio del 4 luglio 2000, fattore che non consente di aggiungere altri nuovi interventi di riqualificazione.
Senza parlare dell’area archeologica di Ostia Antica, in degrado dopo il Commissariamento e l’unificazione delle Soprintendenze. Per altro non sono mai stati previsti interventi dentro l’area degli scavi.
Cosa rimane allora di concreto ? Il Ponte della Scafa (nr.17), il waterfront di Ostia (nr.01) e la riqualificazione dell’Idroscalo di Ostia (dentro il nr.13), inserita in una ipotetica Oasi Naturale di Fiumara Grande, alla foce del Tevere. Ma anche questi progetti sono fumosi. Per il Ponte della Scafa sono stati ipotizzati 32 milioni di euro di spesa. Fine lavori previsto in autunno 2013. Il termine ultimo per il ricevimento delle offerte è il 24 maggio p.v., a cui seguiranno i tempi di aggiudicazione, con tutti i rischi legati al quadro politico in cui versa la nuova Regione Lazio. Per altro nel bando di gara è scritto che “l’aggiudicazione definitiva dell’appalto è subordinata all’intervenuto di perfezionamento delle procedure di espropriazione e di occupazione ad urgenza e, con esse, all’intervenuta disponibilità delle aree”. E’ di questi giorni però la notizia di un fronte antiespropri di 500 persone, logica conseguenza dell’incapacità a gestire grandi progetti.
Per il waterfront di Ostia, poi, la situazione rasenta il surreale. Durante l’unico evento pubblico in cui se ne è parlato, presso l’Università LUISS lo scorso 6 maggio, si sono presentate le bozze progettuali del vecchio concorso di idee del 2004, bandito dal XIII Municipio nell’ambito del Contratto di Quartiere “Lungomare di Roma”. Nulla di più, niente di concreto. Il bando del 2004 nasceva dalla Legge n° 8/2002, art.11, con cui la Regione Lazio aveva disposto che i Municipi del Comune di Roma potessero presentare i c.d. Contratti di Quartiere, contenenti interventi di riqualificazione ambientale, miglioramento dell’arredo urbano, sostegno sociale e integrazione culturale. Insomma, un progetto vecchio di 6 anni. Ma Cutrufo è un amministratore creativo e nel waterfront di Ostia inserisce anche il famigerato Polo Natatorio, sorto per i Mondiali di Nuoto Roma ‘09, costato il doppio, ancora chiuso e non completato. Insomma, un modo per salvare in extremis dalle indagini della Procura di Roma un appalto vergognoso.
Infine, la ciliegina sulla torta: l’Idroscalo di Ostia, su cui pende un ricorso al TAR per le illegalità compiute dalla Giunta Alemanno sull’operazione di demolizione del 23 febbraio scorso, grazie ad un’ordinanza di protezione civile in area demaniale.
Il Secondo Polo Turistico nel XIII Municipio è semplicemente un manifesto di campagna elettorale permanente.

Comunicato stampa LabUr – 10 Maggio 2010

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Scandalo al Polo Natatorio di Ostia: arriva anche la Polizia Municipale.

Gare in vasca corta (25 metri) all’impianto di Ostia per la Polizia Municipale, ma i cittadini restano a secco. L’impianto, progettato dall’arch. Zampolini (coinvolto con il Ministro Scajola nello scandalo delle tangenti) è costato il doppio, non è ancora finito e non è mai stato aperto al pubblico. Esistono a Roma almeno altri 34 impianti uguali, perché scegliere proprio questo per le gare della Polizia Municipale, su cui sta indagando la Procura di Roma (PM Golfieri) ?

Siamo all’indecenza” – afferma Paula de Jesus, urbanista ed esponente del PD – “La Polizia Municipale nuoterà nei prossimi giorni nel Polo Natatorio di Ostia, reso disponibile dalla FIN per ‘il campionato italiano di nuoto in vasca corta riservato alle Polizie Municipali, giunto alla tredicesima edizione’. L’impianto che è pubblico, mai aperto alla cittadinanza, come invece promesso in più occasioni anche dallo stesso Sindaco, non solo è chiuso, ma è costato il doppio e come se non bastasse è sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Roma, da parte del PM Golfieri, a cui si aggiungono la violazione della normativa europea sulla trasparenza amministrativa e l’interrogazione del 21 Luglio 2009, n° 4/03667 dell’On. Andrea Sarubbi (PD), proprio sulla lievitazioni dei costi. Malgrado tutto questo la Polizia Municipale ci va a nuotare ?”

“Il progettista esecutivo dell’impianto, quello che ha fatto la piscina esterna più lunga di un metro e mezzo, è l’architetto Zampolini, indagato e coinvolto nelle dimissioni del Ministro Scajola per tangenti” – dichiara Andrea Schiavone, Presidente di LabUr – “Strano poi che si facciano le gare ‘in vasca corta’ proprio al Polo Natatorio visto che ci sono almeno 34 piscine da 25 metri a Roma. Facendoci nuotare la Polizia Municipale forse l’immagine che si vuole dare è che sia tutto a posto ? Per altro sull’impianto pende ancora il giudizio del Tribunale di Ostia sulla disputa tra la FIN e la Marziali, per mancato pagamento dei lavori”.

“E’ incredibile tra l’altro che il Comune di Roma, che non doveva sborsare neanche un euro, abbia invece pagato per questo impianto ben 10 milioni, come risulta dal Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2009/2011 del Comune di Roma, opera nr.798, cod.OP0912830001, 8.113.429,04 euro, ‘POLI NATATORI PUBBLICI OSTIA’, Responsabile del Procedimento Angelica Catalano, e opera nr.734, cod.OP0912860001, 2.000.000,00 euro, ‘COMPLETAMENTO MANUTENZIONE STRADE LIMITROFE AI POLI NATATORI DI OSTIA PER LO SVOLGIMENTO MONDIALI DI NUOTO ROMA 2009’, Responsabile del Procedimento Massimo Ruopoli” – prosegue la de Jesus.

“La Polizia Municipale di Ostia non ha visto i lavori abbandonati della strada all’esterno del Polo Natatorio, con tanto di terra di risulta buttata sulle aree verdi, così come l’inizio dei lavori del vicino PalaFIJLKAM, il palazzetto delle Arti Marziali, per il suo ampliamento senza concessione edilizia, ma sempre con i soldi dei Mondiali di Nuoto. In compenso vedrà lo specchio dell’acqua che i cittadini non hanno mai visto” – conclude Schiavone.

Comunicato stampa LabUr – 10 Maggio 2010

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