L’ennesima vampa d’agosto su Roma Capitale

Quanti Municipi avrà “Roma Capitale” ? Il valzer del numero (prima 12, poi 15, poi ‘si vedrà’) dimostra il caos in cui viaggia l’ammistrazione capitolina. Ma a preoccupare di più è la mancanza di un criterio nel disegnarne i confini. Resta infatti un mistero come Alemanno sappia legare tra di loro le esigenze funzionali, amministrative e urbanistiche dei singoli Municipi.

Questa amministrazione viaggia nel caos più assoluto, mostrando tutta la sua incapacità.
Il 7 maggio 2009 Berlusconi ed Alemanno hanno presentato la bozza dell’ordinamento di Roma Capitale all’interno della Carta delle Autonomie locali, un colpo al cerchio della Lega e uno alla botte di AN, finito in un bel spezzatino politico. Il 20 Luglio 2010 il Comune di Roma all’unanimità ha presentato la proposta che modifica la bozza del primo decreto attuativo per la riforma dello status del Comune nell’ottica di ridurre i costi della politica: meno consiglieri, meno assessori, meno municipi. Secondo il testo governativo i Municipi infatti dovevano passare da 19 a 12, ma il Comune di Roma ha proposto che “il numero, comunque inferiore a quello attuale, viene individuato dallo statuto di Roma Capitale in modo da garantire l’efficace ed efficiente espletamento delle funzioni di loro competenza, nonché una conseguente riduzione dei costi”. Ora, il buon funzionamento della pubblica amministrazione non è un obiettivo bipartisan, ma è strettamente correlato all’impostazione politica complessiva di chi governa. Come un problema di “finanza” si sposi con l’urbanistica rimane però un mistero.
Gli accorpamenti proposti modificano di fatto i cardini del piano regolatore, a partire ad esempio dalle Centralità, che andrebbero ricalibrate, ma soprattutto salta il concetto di ‘periferia’ che Alemanno, con i suoi architetti compiacenti, vuole demolire, delocalizzare, densificare, verticalizzare … ma anche no. Alcuni Municipi oggi sono ‘periferia’, ma se uniti ad altri interni alla cinta del GRA non manterrebbero più la stessa vocazione urbanistica, a meno di creare un secondo livello all’interno del medesimo Municipio. Per fare un esempio concreto il Municipio XIII, che ad oggi non riesce nemmeno a ricucire urbanisticamente Ostia con il suo entroterra, avrebbe dei nuovi e più ampi confini sulla base di un progetto turistico, quello del Secondo Polo, cioè un’”unità di misura” che non si applicherebbe però per tutti i Municipi. Con lo stesso principio allora non si capisce a questo punto perché non creare un solo Municipio del Fiume lungo tutta l’asse del Tevere da Castel Giubileo ad Ostia per coerenza e vocazione turistica, con grandi risparmi di costi.
Rimane dunque un mistero come si sposino esigenze funzionali, amministrative e urbanistiche tra di loro. In tutti i workshop (presunti) urbanistici che questa amministrazione ha svolto in questi due anni e mezzo non si è mai parlato del ridisegno della città secondo questa ‘innovazione’. Più che amministratori sembrano imbanditori di tavole d’affari o sarebbe meglio dire un modo per rimanere in sella altri 5 anni dopo la scadenza. Più che amministratori sembrano dei contabili creativi. La città è un luogo della vita umana, non una partita doppia.

Paula de Jesus – Urbanista
Comunicato stampa LabUr – 02 settembre 2010

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Corbucci – De Jesus (PD): il Governo dovrà rispondere alla UE sui Mondiali di Nuoto Roma ’09

Mentre si attende che il Governo risponda all’interrogazione dell’On. Sarubbi (PD) del luglio 2009, Barnier, Vice Presidente dell’Esecutivo Ue, prenderà contatto con le autorità italiane per avere chiarimenti circa ”tutti gli appalti pubblici recentemente attribuiti dalla Protezione civile del Governo Italiano”

“Mentre il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non risponde all’interrogazione dell’On. Andrea Sarubbi (PD) del 21 luglio 2009, sollecitata anche l’11 febbraio 2010, per conoscere i costi esatti di costruzione degli impianti sorti per i Mondiali di Nuoto Roma ’09 e i finanziamenti pubblici ricevuti; mentre il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, chiamato dalla Procura di Roma a spiegare come mai gli impianti dei Mondiali di Nuoto non abbiano pagato centinaia di milioni di euro in oneri concessori e tradisce la promessa di aprire questi impianti ai cittadini, Bruxelles, attraverso Michel Barnier, Vice Presidente dell’Esecutivo Ue, prenderà contatto con le autorità italiane per avere chiarimenti circa ”le procedure di aggiudicazione seguite per il Polo Natatorio di Ostia, in preparazione dei Mondiali di Nuoto 2009, non soltanto per l’attribuzione dei relativi appalti, ma più in generale, per tutti gli appalti pubblici recentemente attribuiti dalla Protezione civile del Governo Italiano” – dichiara Riccardo Corbucci, Vice Presidente del IV Municipio – “E’ l’ennesima dimostrazione di come un partito che osa chiamarsi “della libertà” intenda questo valore solo come libertà di fare come gli pare, come nei regimi, senza dover dar conto del suo operato”

“E’ scandalosa la mancata pubblicazione ad oggi dell’aggiudicazione della gara del Polo Natatorio di Ostia sulle Gazzette Ufficiali Italiane ed Europee, che per esempio impedisce la possibilità di ricorrere alla giustizia amministrativa (TAR) qualora vengano riscontrate irregolarità procedurali” – prosegue Paula de Jesus, urbanista di LabUr – “Nulla compare neppure sul sito internet del Commissario Delegato ai Mondiali di Nuoto, come invece previsto dalla procedura all’interno del disciplinare di gara. In altre parole, della gara di un impianto pubblico come quello di Ostia, che doveva costare meno di 15 milioni di euro e che ad oggi ha superato i 30, ancora chiuso e non terminato, non si sa nulla. Adesso l’Europa tira le orecchie all’Italia grazie all’interrogazione di Niccolò Rinaldi, capo delegazione dell’Italia dei Valori al Parlamento europeo su nostra sollecitazione. Barnier ha infatti confermato che ”la mancata pubblicazione dei risultati di una procedura di aggiudicazione di appalti pubblici, non è compatibile con le norme europee in materia di appalti e concessioni”. Dal Polo al dolo natatorio”

Comunicato stampa LabUr – 01 settembre 2010

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Mondiali di Nuoto, Corbucci-De Jesus (Pd): ” Pericoloso l’utilizzo del Polo Natatorio di Ostia in assenza di collaudo e assicurazione”

Alemanno taglia i servizi essenziali e spende altri milioni di euro per un impianto chiuso al pubblico e senza tutti i collaudi. Assente anche la copertura assicurativa ? Promesse non mantenute e incapacità che preoccupano in vista della candidatura alle Olimpiadi del 2020.

“Dopo le fandonie che campeggiano sui manifesti affissi abusivamente dal Sindaco Alemanno sui presunti ‘impegni mantenuti’, ancora non abbiamo visto quello sui tre impianti pubblici sorti per i Mondiali di Nuoto Roma ’09″” affermano Riccardo Corbucci e Paula De Jesus del Pd. “I cittadini attendono dopo un anno dalla fine dei Mondiali l’apertura al pubblico così come promesso dal Sindaco durante le finte inaugurazioni del 2009. Non è bastato l’abuso da parte della Protezione Civile dello strumento delle deroghe per i Grandi Eventi per avere tre impianti non terminati, chiusi al pubblico e costati complessivamente il doppio di quanto preventivato. Si è aggiunta anche la beffa per i cittadini romani: mentre Alemanno taglia servizi essenziali per la cittadinanza, al contempo stanzia milioni di euro a copertura di ulteriori spese per gli impianti natatori pubblici. Perché non ci pensa il Governo a saldare il conto visto che è stata la Presidenza del Consiglio a dichiarare Roma 2009 un’emergenza?” – continua Riccardo Corbucci, vicepresidente del consiglio del IV Municipio dove è sorto l’impianto abusivo del Salaria Sport Village.

“E’ davvero incredibile come il primo cittadino, a capo della Protezione Civile di Roma, la utilizzi come un gendarme per fare sgomberi spesso illegittimi come all’Idroscalo di Ostia con la scusa dell’incolumità pubblica, non preoccupandosi invece del fatto, ad esempio, che all’interno del Polo Natatorio di Ostia di proprietà comunale e ancora non collaudato, si tengano gare in presenza di pubblico senza alcun controllo da parte della concessionario FIN. Saremmo curiosi di sapere se esiste un’assicurazione a tutela del pubblico” spiega Paula De Jesus, fra i primi a denunciare gli abusi dei Mondiali di Nuoto e l’aumento dei costi degli impianti pubblici.

“Se lo stesso Castellucci, responsabile dell’impianto di Ostia, è costretto ad ammettere che non ha il permesso per fare entrare più di 200 persone, senza riuscire però a controllarne il numero effettivo, perché Alemanno nel luglio 2009 ha invece permesso che si svolgesse la serata inaugurale con 1.000 invitati, affidandone l’organizzazione al progettista Renato Papagni? Se i mondiali di nuoto sono stati il banco di prova per testare l’incapacità dell’attuale amministrazione, non osiamo immaginare cosa potrebbe succedere per le Olimpiadi 2020” concludono Corbucci e De Jesus.

Comunicato stampa LabUr – 19 agosto 2010

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Mondiali di Nuoto Roma ’09 – Polo Natatorio di Ostia. Lavori fermi da più di un anno per presunte pressioni sulla F.I.N.

Fax inviato alla Procura della Repubblica, al Comune di Roma, alla Commissione Impianti Sportivi del C.O.N.I., all’Istituto del Credito Sportivo e alla F.I.N., chiedendo spiegazioni se il fermo dei lavori sia da “imputarsi a pressioni che s’intendono esercitare sulla F.I.N. al fine di farla recedere dalla concessione ottenuta a favori di ‘gruppi di potere’ allo stato non identificati”, come sostentuto dal Presidente della F.I.N., Paolo Barelli.

Comunicato stampa LabUr – 18 agosto 2010

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Mondiali di Nuoto: LabUr valuta azioni contro il silenzio della Procura di Roma e presenta una nuova denuncia.

Inspiegabile silenzio delle Procura di Roma sugli impianti pubblici dei Mondiali di Nuoto Roma ‘09. Presentata oggi un’altra denuncia dopo le dichiarazioni di Barelli. L’ombra della malavita organizzata ?

Mentre infuria la bufera sugli impianti privati sorti per i Mondiali di Nuoto, la Procura di Roma inspiegabilmente non informa sullo stato delle indagini sugli impianti pubblici, in particolare di quello del Polo Natatorio di Ostia, ancora in fase di cantiere dopo più di un anno dall’inaugurazione del Sindaco Alemanno. Addirittura il Sostituto Procuratore, Maria Letizia Golfieri della Procura di Roma, titolare del nostro esposto datato Novembre 2008 (174/09K) parte per le ferie senza degnarsi di adempiere a quanto previsto dal Codice di Procedura Penale che, all’articolo 407, recita testualmente (comma 1): “Salvo quanto previsto dall’articolo 393 comma 4, la durata delle indagini preliminari non può comunque superare diciotto mesi”. “Stiamo valutando quali azioni intraprendere verso la Procura di Roma” – dichiara Andrea Schiavone, presidente di LabUr – “In 20 mesi non è mai stato richiesto l’incidente probatorio (art. 393), né mai siamo stati informati di eventuali richieste di proroga delle indagini preliminari e/o dell’eventuale richiesta di archiviazione dell’esposto presentato”.
“E’ imbarazzante tutto questo silenzio sull’impianto di Ostia. Abbiamo presentato proprio oggi una denuncia contro ignoti vista l’omertà generale da dicembre 2009 circa le pesanti e gravi affermazioni del Presidente della FIN Paolo Barelli” – dichiara Paula de Jesus, urbanista di LabUr ed esponente del Pd – “L’11 dicembre 2009, infatti, presso il Tribunale di Ostia, il senatore Barelli fece un esplicito atto di denuncia perché era stato informato dal Commissario Straordinario, Claudio Rinaldi, circa “pressioni che s’intendevano esercitare sulla F.I.N. al fine di farla recedere dalla concessione ottenuta a favore di ‘gruppi di potere’ allo stato, non identificati”. Sul Polo Natatorio, costato il doppio, non ancora terminato e non aperto alla cittadinanza come promesso da Alemanno, grava l’inquietante ombra della malavita organizzata come denunciato recentemente anche dalla stampa nazionale”.

Comunicato stampa LabUr – 06 agosto 2010

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Il mare di Ostia è inquinato ? Valori sopra i limiti di Legge

Da novembre 2009, esposto fermo in Procura,mentre quest’anno già superati 3 volte i valori previsti per Legge. Nei prossimi giorni LabUr renderà pubblico un dossier.

“Sosteniamo l’iniziativa del Consigliere Regionale, Claudio Bucci (IDV) per fare chiarezza sulla non applicazione del divieto di balneazione alla foce del Canale dello Stagno (o dei Pescatori), ad Ostia” dichiara Paula de Jesus, urbanista di LabUr. “Era il 30 Novembre 2009 quando presentammo un esposto alla Procura di Roma denunciando che si erano superati di ben 10 volte i valori dei coliformi e degli streptococchi fecali proprio alla foce del canale, dove è previsto uno dei punti di prelievo per stabilire la balneazione delle acque marine di Ostia (nr.416)”. L’Arpalazio ha infatti classificato la foce del Canale dello Stagno, in termini di inquinamento di tipo civile e agricolo, di qualità ‘scadente’, utilizzando come indicatore il Livello di Inquinamento Macrodescrittori (LIM). Addirittura, fino a pochi anni fa la foce era l’unico punto del litorale vietato alla balneazione. Ciò confermava quanto già esistente dal 1971, quando un’ordinanza del Sindaco di Roma, n.48435, 16/07/1971, imponeva il divieto di balneazione allo sbocco a mare del Canale dello Stagno per una estensione di mt. 200 a destra a e a sinistra dello sbocco stesso. Il cartello con la scritta ‘Divieto di Balneazione’ ancora è presente sul lungomare ma le distanze sono scomparse. “Anche quest’anno, il 4 aprile, il 22 maggio e il 26 giugno, i valori sono andati ben oltre i limiti consentiti per Legge (dati resi pubblici dall’Arpalazio). Nessuno interviene, neppure Alemanno, che dovrebbe tutelare la salute dei romani. Ad Ostia si discute solo virtualmente del libero accesso alla spiaggia e della riqualificazione del lungomare, trascurando completamente la risorsa primaria, cioè la salute del mare”, conclude Paula de Jesus. LabUr presenterà nei prossimi giorni un dossier sull’argomento che verrà reso pubblico su internet.

Comunicato stampa LabUr – 03 agosto 2010

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Idroscalo di Ostia: fissata la data per aggiudicare la gara della scogliera a mare

LabUr: “Adesso denunceremo Alemanno se il Comune non realizzerà le opere a fiume”.

L’11 Agosto alle ore 10:30, presso la Regione Lazio, verranno aperte le buste economiche relative alla gara per la realizzazione della scogliera a mare a difesa dell’Idroscalo di Ostia. “E’ la prova che esiste il modo per proteggere dalle mareggiate l’Idroscalo e che non c’era alcun bisogno di procedere alle demolizioni comandate da Alemanno il 23 febbraio scorso” dice Paula de Jesus, urbanista di LabUr. “Ci aspettiamo a questo punto – conclude Andrea Schiavone, Presidente di LabUr – che anche il Comune di Roma realizzi a fiume l’intervento incluso nella finta ordinanza sindacale di Protezione Civile usata a febbraio e non pubblicata, come per Legge, all’Albo Pretorio. A questo punto, se ci saranno ulteriori ritardi, denunceremo il Sindaco Alemanno per procurato pericolo” .

Comunicato stampa LabUr – 29 Luglio 2010

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Mondiali di Nuoto, Corbucci-De Jesus (Pd): “presenteremo ricorso al Tar contro delibera salva-abusi”

“Presenteremo ricorso al Tar del Lazio contro la delibera del 30 giugno 2010 del Sindaco Gianni Alemanno. Il Comune di Roma deve recuperare più di 30 milioni di euro dagli impianti abusivi sorti per i Mondiali di Nuoto Roma ’09, sequestrati dalla Procura di Roma ad Ottobre 2009 e rilasciati su intercessione di Alemanno, per pubblica utilità, fino al 30 Giugno 2010” – lo dichiara in una nota Riccardo Corbucci (PD), vicepresidente del IV Municipio – “Gli impianti sono però ad oggi tutti funzionanti e non hanno versato ancora un centesimo di quanto dovuto. Quasi tutti ospitano ristoranti, ludoteche, centri di benessere e asili nido convenzionati, ma anche palestre e campi da calcetto che nulla hanno a che fare con il nuoto, ma che incassano soldi. Ricordiamo che in tutta Italia la Legge stabilisce che ogni nuova costruzione debba pagare degli ‘oneri concessori’ a vantaggio di opere di pubblica utilità come strade e scuole. Recentemente, questi soldi vengono invece deviati dal Comune di Roma nel bilancio ordinario. Come può allora un Comune di Roma, con le casse ormai vuote, rinunciare a 30 milioni di euro, addirittura facendo appositamente una delibera di giunta proprio il 30 giugno per regolarizzare il ‘non pagamento’?”
“Ci troviamo di fronte alla solita squallida storia dei favori alla casta” – spiega Paula de Jesus (PD), urbanista di LabUr – “Per adesso sono solo 5 su 17 gli impianti privilegiati, per gli altri 12 lo stesso Alemanno ha detto ‘che sta provvedendo’, ma basta vedere chi c’è dietro a questi impianti sportivi: Circolo Canottieri Aniene, Presidente G. Malagò; Roma Team Sport , Maurizio Perazzolo, Presidente della Commissione Lavoro della Regione Lazio; Bruno Campanile, rappresentante legale di Sport 2000, di recente nominato direttore dell’Ufficio Promozione Sportiva e Gestione Impianti del Comune di Roma, lo stesso ufficio che ha proposto la delibera di giunta per non pagare gli oneri concessori; Sport Club Roma 70 legato a Paolo Barelli, Presidente FIN, che ha avuto delle quote fino a Giugno 2001; Polisportiva Città Futura, di cui Nando Bonessio, Presidente Verdi Regione Lazio, è socio fondatore. Proprio quest’ultimo circolo, all’indomani della delibera di giunta, ha chiesto a gran voce il dissequestro degli impianti, negato dalla Procura di Roma che ha chiamato il 22 Luglio Alemanno per spiegazioni. La risposta del Sindaco di Roma ? “… tutti gli atti adottati dalla nostra Amministrazione sono ispirati dalla valutazione della natura pubblica delle opere eseguite e del conseguente interesse della città al mantenimento delle spese”.
“Secondo Alemanno, non solo i cittadini romani non vedranno i 30 milioni di euro e mai nuoteranno nelle piscine, per esempio del Circolo Canottieri Aniene, ma in più dovranno sborsare altri soldi per mantenerle. Nel frattempo, Alemmanno e la Polverini stanno preparando la sanatoria per gli altri 12 impianti per cui la Procura ha disposto verifiche sull’impatto ambientale” conclude Corbucci.

Comunicato stampa LabUr – 24 Luglio 2010
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Stasera alla Festa de l’Unità a Caracalla a partire dalle ore 21:30 verranno racolte le firme a sostegno del fax in allegato inviato alla Procura di Roma dove si richiede il sequestro degli impianti abusivi sorti per i Mondiali di Nuoto Roma ’09. Alle 22:00 S.Banci, R.Corbucci e S. Di Stefano introdurranno il film “Draquila” di Sabina Guzzanti, Tutto quello che c’è da sapere sul «miracolo» della ricostruzione a L’Aquila, ma i media ufficiali non hanno mai raccontato. Dalla militarizzazione delle tendopoli, dove sono stati vietati caffè e Coca cola per «non eccitare gli animi», fino al business della «ricostruzione che non c’è». Comprese le vicende del Salaria Sport Village.

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Mondiali di Nuoto Roma ’09: Richiesta di sequestro impianti abusivi.

Questa mattina il Presidente di LabUr, Laboratorio di Urbanistica, Dott. Ing. Andrea Schiavone, ha inviato un fax al Dott. Sergio Colaiocco della Procura di Roma, titolare dell’inchiesta sugli impianti privati abusivi sorti per i Mondiali di Nuoto Roma ’09, con richiesta di sequestro degli impianti.
Tale richiesta, indirizzata in copia conoscenza a tutte le autorità competenti, si è resa indispensabile, secondo quanto afferma LabUr, dopo l’approvazione della delibera della Giunta Comunale di Roma nr.196 del 30 giugno 2010 nella quale si parla soltanto degli impianti dichiarati essere “di proprietà del Comune di Roma”: Roma Team Sport, Sport 2000 Soc. Sportiva Dilettantistica, A.D. Polisportiva Città Futura, Sport Club Roma 70, Circolo Canottieri Aniene.
Per questa ragione, LabUr chiede l’applicazione immediata del sequestro degli impianti (di cui allega l’elenco), così come più volte annunciato anche alla stampa dallo stesso PM Colaiocco, ma ancora ad oggi non disposto dalla Procura.
“E’ un atto dovuto da parte della Procura di Roma, a tutela dei diritti dei cittadini onesti che pagano le tasse”- si legge nel fax inviato – “Gli impianti (in elenco, n.d.r.), infatti, non solo non hanno mai pagato un euro di oneri concessori, edificando senza alcuna regolarità, ma ospitano anche asili nido (come ad es. Babel), costruiti dopo il sequestro degli impianti, dove già si raccolgono le iscrizioni per farne un uso strumentale, come accadde per le piscine”.
Le piscine contenute nell’elenco sono le seguenti:

Casa Generalizia Istituto Fratelli del Sacro Cuore (“Cristo Re”)
Polisportiva Parioli S.r.L (“Tiro a Volo”)
Villa Flaminia Sport S.S.D. arl Provincia Cong.ne Fratelli
Riserva Macchione S.r.L (“Babel”)
Axa Immobil Sport S.r.L. (“Eschilo 1”)
Real Sport Village arl
Salaria Sport Village arl
Circolo Tevere Remo
Circolo Canottieri Lazio
Flaminio Sporting Club
ASD GAV New City
AS Appio

Comunicato stampa LabUr – 22 Luglio 2010

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Idroscalo di Ostia: ancora nessuna protezione dalle mareggiate, gara ferma

Forse solo la settimana prossima l’aggiudicazione della gara per la scogliera a mare. Intanto il Comune di Roma disattende i suoi impegni mettendo a rischio i residenti. LabUr denuncerà il fatto al Prefetto di Roma.

“Denunceremo per inadempienza e procurato pericolo il Comune di Roma all’Area di Protezione Civile della Prefettura di Roma, a cui compete, in fase preventiva, l’attività di coordinamento di tutti gli enti coinvolti per contrastare i fenomeni calamitosi che possono manifestarsi sul territorio”. Queste le dure parole dell’Ing. Andrea Schiavone, Presidente di LabUr sulla vicenda Idroscalo di Ostia e prosegue “E’ singolare che si parli di rischio esondazione alla foce del Tevere, ma che si trascuri il vero rischio, quello delle mareggiate, mandando alle lunghe la gara da un milione di euro della scogliera a mare. Così come è singolare che si parli di riqualificazione ambientalista della foce del Tevere quando la proprietà del Porto di Ostia dichiara di voler realizzare un campo di golf al posto dell’oasi della LIPU, nel silenzio dei Verdi, che però non esitano a definire l’abitato dell’Idroscalo “un cancro”.

“Ricordiamo che il Sindaco di Roma, grazie ad una illegittima ordinanza di Protezione Civile Comunale, è intervenuto all’alba del 23 febbraio 2010 all’Idroscalo di Ostia abbattendo le case lato mare per ‘salvare’ i cittadini dalla mareggiata di 2 mesi prima” – ha proseguito Schiavone – “Invece la Protezione Civile Regionale, il 18 marzo 2010, ha pubblicato un bando di gara per i lavori di rafforzamento e potenziamento della scogliera a mare posta a difesa dell’Idroscalo, per un importo di € 1.140.519,68 (O.P.C.M. n.3734 del 16 gennaio 2009). Le buste delle offerte sono state aperte già da mesi, ma tutto è ancora fermo. Forse si convocherà la seduta pubblica per l’apertura delle offerte economiche solo la settimana prossima. Cosa si aspetta, una nuova mareggiata ? Un nuovo pretesto per agire in assetto antisommossa ? Queste sono le conseguenze dell’intromissione del Comune di Roma, in un’area non di sua competenza, che invece spaccia come propria sostenendo di averla ricevuta dal Demanio.” “Per prendere meglio in giro la gente, il Comune di Roma ha però realizzato nell’area delle demolizioni una ridicola difesa contro le mareggiate, composta da una fila di barriere stradali a muretto, con profilo New Jersey, più un bel cancello dotato di catena. E come se non bastasse il Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, ha illustrato il 29 giugno alla stampa, ma non ai cittadini, un finto progetto nascosto nel suo armadio, incentrato sulla ricostruzione della “duna mediterranea” nell’area della futura scogliera, previo abbattimento di altre case. Una vicenda vergognosa.” – ha concluso Andrea Schiavone.

Comunicato stampa LabUr – 06 Luglio 2010

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