XIII Municipio: sconfessato il Presidente Vizzani sul decentramento. “Dimissioni immediate”

Lo chiede Paula de Jesus, dirigente del PD, dopo l’ennesima smentita da parte del Campidoglio. Le dichiarazioni di Vizzani, che lunedì 31 gennaio si sarebbe votato il decentramento ammnistrativo del XIII Municipio, non trovano riscontro nell’ordine dei lavori per la seduta del 31 gennaio firmato dal Presidente del Consiglio Comunale, M.Pomarici. Ennesima figuraccia di Vizzani dopo la buffonata del decentramento di 14 mesi fa tenutasi nel parlamentino ostiense.

Il centro-destra perde pezzi e va in pezzi. Non è solo Alemanno a rilasciare un’intervista al settimanale ‘Panorama’ dichiarando: «Nel 2013 mi ricandido. O anche prima. Se non potrò lavorare come si deve chiederò elezioni comunali anticipate». Ora ci si mette anche Vizzani, presidente del XIII Municipio, su Il Messaggero e su Il Tempo a dichiarare: «Non ho presentato le dimissioni, ma è vero che ho minacciato di farlo”. La questione è la mancata attuazione del decentramento del Municipio XIII che doveva essere calendarizzato nel 2010 prima a novembre, poi a dicembre e poi a gennaio 2011, dopo numerosi rinvii durati un anno. Vizzani ha però aggiunto: «Mi è stata appena data la conferma che la data di votazione del decentramento verrà fissata per il 31 gennaio”. Questo, segue le dichiarazioni di martedì del capogruppo Pdl del Comune di Roma, Luca Gramazio, che è stato costretto a precisare che «sul decentramento amministrativo del XIII Municipio non c’è nessun passo indietro: la maggioranza è in linea con la posizione del sindaco Alemanno e del presidente Vizzani».
Sono passati 14 mesi dalla buffonata del decentramento che venne definito “epocale” dal Sindaco Alemanno e dal minisindaco del XIII Municipio.
Peccato che il Campidoglio smentisca le dichiarazioni di Vizzani proprio nello stesso giorno. Come si evince anche dalla foto, l’ordine dei lavori della seduta del 31 non prevede il decentramento del XIII Municipio. Vizzani, la faccia, l’ha persa da tempo. Per una volta mantenga una promessa: si dimetta e così anche il Sindaco Alemanno.

Dott.ssa Paula de Jesus – Urbanista
dirigente Partito Democratico

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Roma, XIII Municipio: asfalto e buche, affari per pochi.

Esposto in Procura e alla Corte dei Conti per la mancata sicurezza stradale dovuta alle buche e l’assenza di trasparenza amministrativa da parte del XIII Municipio sulla manutenzione delle strade. All’Infernetto, in Via Boezi, l’ennesimo lavoro inutile con i soldi dei contribuenti. Già spesi in somma urgenza (senza appalti) milioni di euro.

Via Boezi, una delle tante strade groviera dell’Infernetto, quartiere di Roma Capitale d’Italia. Stamattina, alle ore 9:37, Marchesi, presidente della Commissione LL.PP. del XIII Municipio, ha condotto in prima persona l’ennesimo rattoppo del manto stradale. Conglomerato bituminoso caldo, portato su un camioncino scoperto, ricoperto da un telo per mantenerne il calore, steso da tre operai a mano, con le pale, in mezzo alla strada, senza alcun cartello, senza alcuna protezione per gli operatori, senza alcuna vigilanza della Polizia Municipale. A chi sono stati appaltati questi lavori, quanto costano e dove sono i collaudi sono ‘dettagli’ sconosciuti ai residenti del XIII Municipio. Con i soldi spesi per questi rattoppi, via Boezi (dove ci sono scuole, asili nido e un supermercato) poteva essere rifatta come si deve. L’assurdo è che il presidente del Municipio (Vizzani) aveva negato interventi dell’amministrazione perché “è una strada privata” (ma in manutenzione da parte del Comune), mentre l’Assessore municipale ai LL.PP. (Olive) ha sempre sostenuto che per avere lavori ben fatti bisogna prima eseguire la quadratura della buca con martello pneumatico o taglierina a disco. Invece Marchesi, fa riempire le buche senza pulirle da acqua, oli e detriti, senza aver preventivamente informato la cittadinanza dei lavori e neppure a chi sono stati affidati. Una buca così rattoppata dura circa 3 giorni, soprattutto in questa stagione (domani nella zona è prevista pioggia). Il costo, dovrebbe essere di circa 10 euro/mq. Moltiplicato per la serie di interventi, stiamo parlando di centinaia di migliaia di euro spesi senza alcun vantaggio per la sicurezza stradale. Costi che non solo la giunta Vizzani non ha mai dettagliato ai cittadini, ma che neppure il PD del XIII Municipio, che ha in mano la Commisisone Trasparenza e Garanzia da più di 1000 giorni, ha mai voluto chiarire. Oltre 3 milioni di euro sono stati spesi in ‘somma urgenza’, senza appalti, per le strade dell’entroterra ostiense nel 2009, altrettanti nel 2010 (mai dichiarati) dopo che il 30 dicembre 2009 l’Assessore Comunale ai LL.PP. (Ghera), riuniti tutti i Dirigenti delle Unità Operative Tecniche municipali, comandò gli interventi necessari di manutenzione stradale. Adesso, 2011, si ricomincia. Lavori eseguiti senza pulire ed asciugare dapprima le buche, senza quadrarle, senza spruzzare un’emulsione a caldo nell’interno, senza trasportare l’asfalto con contenitori termici, lavori spesso eseguiti addirittura con asfalto a freddo invernale, che si sgretola in poco tempo, specie con la pioggia. Stufi di questa presa in giro, invieremo nei prossimi giorni un esposto alla Procura di Roma sulla mancata messa in sicurezza delle strade del XIII Municipio e alla Corte dei Conti per i soldi spesi in 3 anni senza alcuna trasparenza amministrativa.

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Idroscalo di Ostia: conflitto di interessi o malafede ?

Vizzani, presidente del XIII Municipio, è stato consulente del Consorzio Nuovo Idroscalo, quello che nel 2001 sottoscrisse un progetto di riqualificazione dell’area con il Porto di Ostia, analogo a quello che il XIII Municipio ha redatto ma mai reso pubblico se non da Labur. Le demolizioni del 23 febbraio successive alla richiesta dell’ampliamento del Porto di Ostia: un caso ?

Politica, soldi e demolizioni. Una storia che all’Idroscalo di Ostia va avanti da almeno 10 anni, da quando il Porto di Ostia ha finito per alterare l’equilibrio di quello sperduto lembo del XIII Municipio. Così, dopo il parziale sgombero del 23 febbraio 2010 voluto da Alemanno con una finta ordinanza di Protezione Civile, iniziano oggi ad uscire documenti scottanti. Si scopre che Vizzani, attuale presidente del XIII Municipio, a partire almeno dal 1999 è stato consulente (retribuito) del Consorzio Nuovo Idroscalo, quello che poi nel 2001 firmava una dichiarazione d’intenti con il Porto di Ostia (appena inaugurato) impegnandosi “a fornire la massima collaborazione per consentire lo sgombero” dei residenti dell’Idroscalo non consorziati. Si scopre che il progetto di riqualificazione e di costruzione delle abitazioni del 2001 era stato concordato tra il Porto di Ostia e il Consorzio Nuovo Idroscalo, in tutto simile a quello ancora oggi tenuto nascosto (ma rivelato da Labur) che Vizzani tiene chiuso da un anno nei suoi cassetti e che Aldo Papalini, direttore dell’Ufficio Tecnico del XIII Municipio, ha detto pubblicamente di aver firmato senza averlo visto. Si scopre che il Demanio aveva già implicitamente lasciato intendere che l’area delle nuove costruzioni avrebbe avuto una concessione a lungo termine e che l’Autorità di Bacino del Fiume Tevere avrebbe potuto modificare i confini del famoso rischio idrogeologico R4 o comunque l’area del massimo deflusso del fiume, in funzione del progetto del 2001. Poi invece, negli anni seguenti, non si è fatto più nulla, vuoi perché sono saltati gli accordi, vuoi perché (si dice) qualcuno ha fatto il furbo intascandosi i soldi necessari per gli sgomberi. Fatto sta che non appena la società Porto Turistico di Roma srl ha presentato in data 31 luglio 2009 l’istanza del raddoppio del Porto di Ostia, mediante realizzazione di un nuovo braccio a mare lungo oltre 2 km, con la testata di terra posizionata proprio a ridosso dell’abitato dell’Idroscalo, si è rimesso in moto tutto il meccanismo. Come ha riferito l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, Marco Corsini, già da ottobre 2009, si è cominciato ad organizzare lo sgombero della parte finale dell’Idroscalo mentre l’Ufficio Tecnico del XIII Municipio ha redatto l’elaborato tecnico indicante l’area da sgomberare. Il tutto condito mettendo in piedi un preventivo ed illeggittimo censimento delle case e delle persone, con tanto di accertamenti legali, finanziari ed anagrafici in violazione alle elementari leggi sulla privacy. A rovinare la festa, qualcuno della Polizia Municipale di Roma che ha fatto uscire pochi giorni prima del 23 febbraio l’ordinanza di demolizione di Alemanno, interrompendo di fatto l’effetto sorpresa. Infatti tutti, Alemanno e Vizzani compresi, hanno provato a negare fino all’ultimo che ci sarebbe stato lo sgombero dell’Idroscalo, poi la verità li ha sopraffatti e ora dovranno rispondere del loro operato anche in funzione di quanto sopra. Ciò che lascia impressionati è quanta gente era a conoscenza di tutto questo e ha taciuto, lasciando che 850 uomini in tenuta antisommossa entrassero alle 6:30 di mattina, all’Idroscalo, manganelli in mano, in nome della Protezione Civile. Aggiungiamo infine che il progetto del Consorzio Nuovo Idroscalo del 2001 è firmato da Structura srl, di cui un fondatore è Fabrizio Properzi, mentre quello del 2010 da Giuliano Fausti, entrambi noti professionisti di Ostia e fortemente legati a questa e alla precedente amministrazione municipale. Come dire: le demolizioni del 23 febbraio erano proprio un segreto di Pulcinella.
dr.Ing. Andrea Schiavone – Il Presidente

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Acilia: scomparsa una strada lunga 1 km

Una strada parallela alla Via di Acilia, lunga più di 1 km che congiunge Via di Saponara a Via Oscar Chiglia, poco prima del complesso delle Terrazze del Presidente. Questa doveva essere l’opera pubblica 10a/b che doveva realizzare la Societa Settedicembre srl, il cui amministratore unico è Gaetano Anzalone (ex presidente della Roma calcio), un’opera a scomputo per le palazzine nate all’angolo tra via Mellano e Via di Acilia (la Proposta Privata nr.5 del Programma di Recupero Urbano Acilia-Dragona del 2004). Sono passati 7 anni: le palazzine sono terminate e vendute, altre sono in costruzione ma la strada non c’è. Una strada che doveva essere a doppio senso di marcia con due corsie ciascuna e con marciapiedi laterali, compresi i filari delle nuove alberature: ben 14 metri di sezione stradale. Ma la cosa più bella è che dei quasi 1,8 milioni di euro stimati (nel 2004) come importo complessivo dell’opera, non c’è traccia. Così come non c’è traccia del progetto. Svanito anche l’allargamento della Via di Acilia e di Via Mellano in prossimità delle costruzioni, nonchè il progetto della piazza pubblica, arredata a verde, che doveva diventare una nuova centralità del quartiere. Sarebbe interessante sapere se il Responsabile del procedimento, l’architetto Angela Violo, ancora in forze presso il XIII Municipio, abbia applicato qualche penale nei confronti della ditta visto che i lavori dovevavno finire nel 2007. Intanto le case finite di costruire nel 2009, vengono vendute dai 3 ai 4 mila euro a metro quadro, altre sono ancora in costruzione, mentre sulla Via di Acilia il traffico impazzisce ogni giorno.

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Olimpiadi Roma 2020: con il golf, parte l’attacco frontale alla Riserva Naturale Statale del Litorale Romano.


Lo ha affermato Bruno Cignini, Direttore della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, l’11 dicembre 2010 durante un incontro presso il CEA (Centro Educazione Ambientale, con sede in Via Martin Pescatore 66, all’Infernetto): “Per poter essere presa in considerazione la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 serve che la città si doti di un impianto di golf pubblico”. Dove farlo ? Dentro la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, davanti alla Nuova Fiera di Roma in piena zona golenale dove non si potrebbe fare nulla. Ma Cignini, consapevole di questo, ha aggiunto: “Dobbiamo rendere la Riserva una risorsa attiva per il Comune di Roma”.
Così, oltre agli attacchi quotidiani fatti contro l’integrità della Riserva da parte del Presidente e dall’Assessore all’Urbanistica del XIII Municipio (rispettivamente Vizzani e Pallotta), oltre allo scellerato raddoppio dell’aereoporto di Fiumicino (le nuove piste sorgeranno interamente nella Riserva del Litorale Romano), adesso anche la porzione della Riserva dentro il XV Municipio, viene aggredita.
Eppure il 5 gennaio scorso, grazie a un accordo tra il Comune di Roma, la Federazione Italiana Golf e la Seconda Università di Roma “Tor Vergata”, si annunciò che l’impianto pubblico doveva sorgere in Viale della Sorbona, nel quartiere Tor Vergata. Il Comune avrebbe finanziato con 200.000 euro la realizzazione dell’impianto sportivo, mentre l’università doveva affidare per 20 anni l’area alla Federazione Italiana Golf.
Adesso risorge invece il vecchio accordo (de 22 novembre 2006) tra l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, e l’allora presidente della Federazione Italiana Golf, Franco Chimenti. Un’area di 90 ettari, con ingresso al pubblico di 10 euro, per un percorso di 18 buche per 7 km (uno dei più lunghi in Italia). Un progetto di rara incompatibilità ambientale per uno sport che, guarda caso, tornerà ad essere olimpico nel 2016. Ma nessuno dice nulla, neppure le associazioni ambientaliste che hanno un proprio rappresentante dentro la Commissione di Riserva del Ministero dell’Ambiente, designato dalle associazioni ambientaliste riconosciute ai sensi della legge n. 349/1986. Del resto, cosa ci potevamo aspettare se sul lato opposto del Tevere, sempre dentro la Riserva, ma in un’area ancor più protetta, al km.15,500 della Via del Mare (civico nr.1050) è invece sorto un bel campo da golf, il Green Tiber Golf Club, con ben 18 buche di pitch & putt dove giocano tesserati della Federazione dei Verdi e che Bruno Cignini dice di ignorarne l’esistenza ?

Dott.ssa Paula de Jesus – Urbanista

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Tor Bella Monaca: i conti della serva

La presentazione del masterplan per la riqualificazione di Tor Bella Monaca, si è svolta il 4 novembre 2010 nell’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Tor Vergata e nelle due sale adiacenti, in cui i presenti hanno potuto seguire l’evento in videoconferenza. Il progetto prevede la demolizione delle aree più degradate della zona e la sostituzione con nuovi edifici. A distanza di 2 mesi, le cifre e le considerazioni di Alemanno hanno lasciato molta perplessità e non sono state più chiarite. Proviamo a leggerle.

Alemanno ha dichiarato che tutta l’operazione di riqualificazione di Tor Bella Monaca sarà economicamente sostenuta dai costruttori per un importo pari a 1.045 milioni di euro e (per poter far questo) concederà a loro un aumento di cubatura pari a 443.573 mila mq (1,4 milioni di mc).
In totale, verranno costruiti 671.778 mq (compresi i 228.205 mq esistenti degli edifici di proprietà comunale da abbattere).
Togliendo il costo del terreno e ipotizzando l’impiego di materiali di qualità medio-bassa, il costo delle nuove costruzioni sarebbe di circa 532 milioni di euro (1.200 euro/mq), cui vanno aggiunti altri 355 milioni di euro per la trasformazione degli edifici pubblici (abbattimento/ricostruzione).
Per poter dunque completare la riqualificazione di Tor Bella Monaca, avanzerebbero 1.045-887=158 milioni di euro che devono comprendere almeno il costo degli espropri dei terreni Vaselli da parte del Comune (55 milioni) e il costo delle opere di urbanizzazione (138 milioni). Con questi dati (stimati), mancano 158-(55+138)=35 milioni di euro. Senza aggiungere gli imprevisti, come per esempio l’aumento dei costi del personale e dei materiali, o varianti in corso d’opera, progettazione e oneri concessori (ma anche i costi nascosti delle approvazioni delle varianti in consiglio comunale, delle pubblicazioni dei bandi di gara a livello europeo, l’importo legato all’IVA etc.).

Aggiungiamo questa ulteriore considerazione. Per la maggior parte degli interventi edilizi che si realizzano nell’arco di 4 anni, la percentuale di incidenza dell’utile d’impresa, riferita al costo complessivo dell’opera, è intorno al 15%.
Con questa stima (per difetto), siamo a 1.201 milioni di euro, mentre il rischio d’impresa (economico, finanziario, etc.) può essere valutato attorno al 10% (cioè 100 milioni) che vanno aggiunti alla somma portandola a a 1.300 milioni.
Il Sindaco Alemanno ha stimato in 3.000 euro/mq il prezzo di vendita dei 443.573 mila mq, per un totale di 1.330 milioni di euro, da qui a 84 mesi (7 anni !), se si partisse a costruire domani, ma in realtà manca ancora tutto.

Alemanno, che è seduto in Campidoglio da 3 anni, poiché finirà per non fare nulla (in tutto il suo mandato) per questo quartiere di Roma, poteva risparmiare i soldi pubblici di questi incontri ed evitarci i conti della serva sulle buste del pane.

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Ostia. A ritmo serrato i lavori del Palafijlkam

Il cartello lavori non riporta le autorizzazioni a costruire. Un cantiere nato per i Mondiali di Nuoto del 2009, ma che con il nuoto nulla ha a che vedere.

Un cartello lavori sbagliato. La fretta di costruire durante le feste natalizie. La gru che sbanda sotto i colpi del vento che spazzano il lungomare. Questo è il cantiere tirato su velocemente per l’ampliamento e la ristrutturazione della sede della Federazione Italiana arti marziali (FIJLKAM), in Via dei Sandolini 79 Ostia Lido – Roma. Fuori dal Palazzetto delle arti marziali, il cartello indica l’autorizzazione dei lavori rilasciata non dagli uffici comunali, bensì dal Commissario Delegato ai Mondiali di Nuoto Roma ’09. Cosa c’entrino i Mondiali di Nuoto con le arti marziali resta un mistero, ma ricordiamo che l’ancora incompiuto Polo Natatorio di Ostia doveva sorgere proprio qui prima di essere spostato nell’attuale destinazione. Per la precisione, l’autorizzazione ai lavori si riferisce a un non meglio specificato ‘Provvedimento di raggiunta intesa‘ che nulla vuol dire in termini concessori. In realtà si tratta di 6,5 milioni di euro andati in gara (dicembre 2008) senza permesso a costruire, rilasciato dal Dipartimento di Programmazione e Attuazione Urbanistica del Comune di Roma solo a luglio del 2010, mentre ancora risulterebbe mancante l’autorizzazione dell’ufficio tecnico municipale. Scaduti anche i termini dell’appalto (480 giorni dall’aggiudicazione, avvenuta a maggio 2009). Insomma, l’Assessore all’Urbanistica Marco Corsini e il XIII Municipio hanno chiuso tutte e due gli occhi. A tenerli ben aperti sono stati invece il direttore dei lavori (Renato Papagni, presidente dell’Assobalneari) e l’impresa aggiudicataria, la Marziali Costruzioni Generali srl, gli stessi coinvolti nelle vicende del Polo Natatorio. Come dire: lo sport, che passione !

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Ostia, Via Forni. Il Comune vende case con problemi strutturali.

In Via Antonio Forni lo spettacolo dei ponteggi messi a protezione dei passanti per la caduta di calcinacci dalle palazzine, è impressionante. Sono le case messe oggi in vendita dal Comune di Roma, facenti parte di quelle case Armellini costruite con cemento ottenuto con la sabbia di mare quasi 50 anni fa. Un cemento armato non più in ottime condizioni a causa del sale che ne corrode i tondini di ferro. La manutenzione delle palazzine è dal 2005 della Romeo Gestioni SpA che proprio in Via Forni 39 ha un ufficio del Contact Center. Il contratto tra la Romeo e il Comune di Roma scadrà nel 2012 e Alemanno vuole disfarsi di queste palazzine prima che gli interventi straordinari di manutenzione diventino troppo onerosi. Per questo motivo, è stato dato il via, a partire da ottobre 2009, a un piano di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica su tutta Roma che comprende anche le palazzine comunali di Via Forni, acquisite il 27 gennaio 1972 da Armellini.

Il prezzo di vendita ai residenti (tra i 33 mila e i 77 mila euro, per un taglio medio di 70 mq) sarà però maggiorato delle spese di manutenzione straordinaria “sostenute dal Comune” e “opportunamente documentate”, anche se nessuno ne conosce gli importi e anche se non è noto se i lavori si potranno fare con gli inquilini all’interno delle proprie abitazioni. L’aspetto più grottesco è che di fronte a queste palazzine, al piano terra, sempre dentro una palazzina costruita da Armellini, esiste il circolo PD di Ostia Nuova, che ha ottenuto in un consiglio straordinario l’impegno da parte del presidente del XIII Municipio ad “aprire, in collaborazione con il Comune di Roma, uno sportello di aiuto per la casa”. Ma non c’è già quello della Romeo cui rivolgersi ? Perché il PD locale si interessa di mediare la situazione e non fa battaglie per impedire la vendita di palazzine pericolanti ? Di solito, chi compra una casa ha diritto che questa sia esente da vizi occulti. Invece il Comune di Roma fa il contrario: vende una casa pericolante e poi addebita le spese che gli competono.

Da calcoli di massima, un corretto intervento di manutenzione straordinaria prevede una spesa per palazzina di almeno 30-40 mila euro ad abitazione. Confrontando questi costi aggiuntivi con i prezzi di vendita, ci sembra allora che il Comune stia portando avanti un’operazione illecita. In fondo, gli inquilini che non riscatteranno la propria abitazione, continueranno a mantenere il diritto della propria casa. Che senso ha, da parte del PD del XIII Municipio, collaborare con il Comune per dare informazioni ai probabili acquirenti ? Ogni oste, quando interpellato sulla qualità del vino che vende, risponderà che è buono.

Comunicato stampa LabUr – 14.12.2010

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Idroscalo di Ostia, scogliera a mare – de Jesus (PD): “L’Ardis deve consegnare i lavori”

Dopo settimane di false dichiarazioni, la verità. La gara è stata aggiudicata alla Impre.Dor. ma è l’agenzia della Regione che deve accelerare i tempi burocratici per l’inizio lavori.

Nel marasma di dichiarazioni tutte infondate susseguitesi in queste ultime 5 settimane, da destra come da sinistra, relative a fantomatiche date di inizio lavori a novembre o ritardi dovuti a problemi burocratici di concessione delle aree, informiamo che è stata aggiudicata in maniera definitiva dalla Regione Lazio la gara della scogliera a mare per la difesa dell’abitato dell’Idroscalo di Ostia. Si è ancora in attesa di stipulare il contratto, mentre sarà l’ARDIS a consegnare i lavori. Ricordiamo che la ditta vincitrice è la Impre.Dor. srl, con sede legale in Via Capanne di Marino n.2/C, Ciampino (Roma), lo stesso indirizzo della società Idra.Mar. srl, esperta in lavori di difesa e sistemazione idraulica, fluviale e marittima, di cui la Impre.Dor. si servirà secondo la forma giuridica dell’avvalimento. I tempi di realizzazione saranno di 200 giorni naturali e consecutivi (7 mesi) a decorrere dalla consegna dei lavori dichiara Paula de Jesus, dirigente PD e urbanista di LabUr.

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Ostia, sequestro Ville di Massimo: ingannevolezza nella vendita?

Dal precedente cartello di vendita (del 2006) risulterebbero riportati alcuni dati ingannevoli. Mentre la Procura di Roma ancora indaga sull’eventuale reato edilizio, LabUr fornirà alla Polizia Giudiziaria una propria memoria sulla formazione dello strumento urbanistico (ATO R20, oggi, “Ville di Massimo”) sequestrato il 18 novembre 2010.  La sede legale non risulta mai esser stata n Via Ermia di Atarneo.

Mentre ancora indaga la Procura di Roma, intervenuta con il nucleo di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri, e si vocifera di una proroga dei termini del sequestro, è bene fornire alcuni chiarimenti sulle vicende de “Le Ville di Massimo” in Via del Fosso di Dragoncello. L’area sottoposta a sequestro il 18 novembre 2010 è oggetto di indagini per valutare se esiste un reato edilizio, punibile ai sensi dell’art.44 DPR 6.6.2001 n.380 (Testo unico in materia edilizia), che testualmente recita: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato”. In altre parole, potrebbe configurarsi anche il reato, per esempio, di truffa, mentre già esisteva sulle modalità di vendita il sospetto di pubblicità ingannevole. Infatti veniva reclamizzato come “Cantiere Fronte Casal Palocco” quando Casal Palocco è distante circa 3 km. L’area de “Le Ville di Massimo” è denominato nel Nuovo PRG come ATO R20, cioè un Ambito di Trasformazione Ordinaria, dunque area libera già edificabile secondo il PRG del 1962 alla quale si conferma il carattere di edificabilità. L’ATO R20 in particolare ha una Superficie Utile Lorda (SUL) di 13.338 mq, essendo nel PRG del 1962 una sottozona G3 (case unifamiliari con giardino). Di questa, il 70% deve essere area di concentrazione edilizia e verde privato con valenza ecologica, il 30% verde e servizi pubblici.
Ora l’ATO è uno strumento urbanistico esecutivo di iniziativa privata: possono partecipare solo i proprietari che rappresentino la maggioranza assoluta del valore catastale degli immobili interessati. Ebbene, il 25 maggio 2006 l’Assessore ai Lavori Pubblici, Urbanistica e Viabilità del XIII Municipio, Enrico Farina (Forza Italia), informava il Dipartimento VI del Comune di Roma che il progetto depositato presso il XIII Municipio il 23 maggio 2006 dalla Società Consorzio Imprese srl era, in prima analisi, congruente con quanto già deliberato dal Municipio stesso. In realtà gli elaborati presentati dalla Società Consorzio Imprese srl a firma dell’architetto Serena Menghini (estratti di PRG, zonizzazioni e inquadramenti infrastrutturali), non rappresentavano un vero progetto preliminare. Servivano solo per presentarsi come ‘proprietario a maggioranza assoluta‘ dell’area al Comune di Roma, dichiarando di detenere il 72% delle particelle catastali. Era insomma, come la stessa Consorzio Imprese srl scriveva, un “progetto di larga massima”. Il 1° giugno 2006 lo stesso “progetto” veniva protocollato al Dipartimento VI (prot. 9522) da parte del Geometra Paolo Lentini, amministratore unico della Consorzio Imprese srl, con sede in via Ermia di Atarneo 1/A. Nel documento però si precisava: “il sottoscritto fa presente che attualmente sono in corso trattative per l’acquisizione di altre aree interessate dal Piano Urbanistico”.
Il Dipartimento VI del Comune di Roma, nel frattempo, avviava l’iter istruttorio, e poiché la Consorzio Imprese srl non raggiungeva il 75% della proprietà dell’area, riteneva non ammissibile la richiesta comunicando in tempo di Legge tale circostanza alla Società con nota prot. 13402 del 3 agosto 2006 e successivamente con nota prot. 2210 del 1 febbraio 2007. Tali note non sono però mai state restituite al Dipartimento VI, né è mai giunta comunicazione di cambio di sede sociale da parte della società. Al contrario, la Consorzio Imprese srl, ha sostenuto di non avere mai avuto risposta da parte del Comune.
Senza alcuna risposta, dopo 4 mesi (120 giorni), la Consorzio Imprese srl avrebbe però dovuto e potuto per Legge reclamare già al Comune di Roma il proprio diritto ad avere una risposta. Invece già dal settembre 2006 è comparso il cartello delle vendite, con relativa vendita sulla carta dei villini (consegna prevista: ottobre 2007). Il cartello del 2006 non riportava nemmeno l’indicazione de “Le Ville di Massimo” e faceva addirittura riferimento alla “Legge obiettivo” 443/01, cioè alla “Delega al Governo in materia di infrastrutture ed insediamenti produttivi strategici ed altri interventi per il rilancio delle attività produttive”. Un complesso edificatorio è un’opera strategica ?
Ma la cosa più strana è che la Consorzio Imprese srl non ha mai avuto sede legale in quella via. Dal fascicolo storico della società, presso la C.C.I.A.A. di Roma, risulta infatti che da Via Tespi, 3 (18.12.2000, atto costitutivo), la sede legale si è spostata in Via Timocle 60 il 14.05.2007 per poi spostarsi il 24.03.2010 in Via Pindaro 82 (mantenendo però sempre lo stesso telefono: 06-50918586).
Perché allora l’indirizzo di Via Ermia di Atarneo 1/A ? Perché a quell’indirizzo risulta Diego Lentini, fratello di Paolo Lentini (che risiede in via Canale della Lingua, 76). Diego è stato Amministratore Unico della Consorzio Imprese fino al 20.07.2002, data in cui poi subentrò Paolo. Entrambi, hanno eletto residenza poi nello stesso lotto che è una piccola porzione dell’area demaniale (12 ettari) appartenente alla Sede operativa di Castel Fusano dell’Ufficio per le Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato, in Via Canale della Lingua, 74.
Dunque, dal 2006 si sta vendendo qualcosa che non c’è, riportando informazioni ingannevoli (sbagliata la sede legale, nessuna opera ‘strategica’, tempi di consegna dilatati, localizzazione errata). Aspettiamo l’esito delle indagini della Procura, sperando che tutto questo venga chiarito, così come la vicenda delle comunicazioni del Comune di Roma, mai pervenute (anche perché erano indirizzate a una sede legale mai esistita). Dal canto nostro invieremo alla Polizia Giudiziaria questa nota informativa.

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