Fosso del Fontanile: finalmente si scoprono gli altarini del XIII Municipio

A seguito delle abbondanti piogge di questa mattina che hanno di nuovo messo a rischio i cittadini di Punta di Malafede, si è appena concluso l’incontro richiesto urgentemente con il Presidente del XIII Municipio Giacomo Vizzani, l’Assessore ai LL.PP Amerigo Olive, il direttore dell’Ufficio Tecnico Ing. Aldo Papalini e il delegato del Sindaco Antonio Lucarelli, presenti anche la Protezione Civile, L’ARDIS, il CdQ Punta di Malafede, con il suo presidente Mauro Petrini, e l’Ing. Andrea Schiavone presidente di Labur.

Il Municipio Roma XIII ha asserito che:

– Non è stata mai collaudata l’opera di intubamento svolta dal Municipio Roma XIII in somma urgenza al Fosso del Fontanile nel 2008. Esiste solo un verbale di corretta esecuzione. Il Municipio ha dichiarato che il collaudo non era necessario in quanto l’importo era sotto il milione di euro. In realtà ne sono stati spesi 1 milione e 89mila (resp. di procedimento Berruto, direttore lavori Geom. Pagnanelli, mentre la progettazione è del XII Dipartimento del Comune di Roma).

– Esistono invece dei SAL (Stato Avanzamento Lavori) in quanto l’opera non sarebbe ancora terminata.

– Domani allle 11.30 sul posto si riuniranno la parte tecnica del Comune di Roma, l’ARDIS e Pulcini, proprietario delle terreni a ridosso del Fosso del Fontanile, per far realizzare una vasca di calma delle acque al fine di scongiurare sciagure. Verrano inoltre mostrati ai cittadini tutti i documenti in possesso del Municipio Roma XIII.

– Il Municipio, come asserito sempre da LabUr, è stato diffidato dalla Regione Lazio perché non titolato ad eseguire i lavori.

Comunicato Stampa congiunto CdQ Punta di Malafede e LabUr, 12 dicembre 2011.

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Urbanistica, Infernetto: siamo al golpe della democrazia

Doveva essere il decentramento amministrativo del XIII Municipio a concedere poteri partecipativi estesi alla giunta locale e ai cittadini in termini di scelte urbanistiche. Invece, grazie al famigerato Piano Casa (all’articolo 5, comma 19 della nuova Legge della Regione Lazio n.10 del 13 agosto 2011), basta una delibera di Giunta Capitolina per decidere quanto, dove e come costruire nel ‘monopoli’ del NPRG. Come ad esempio l’ATO I40 – Infernetto Sud (81.920 mc, 700 abitanti), approvato con delibera n.376 del 24 novembre 2011. Scalzando l’Assemblea Capitolina, che rappresenta i cittadini romani, gli Assessori, di nomina politica, decidono di fatto l’urbanistica romana. Vengono addirittura cancellate le procedure di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 1 della precedente Legge Regionale 36/1987. In parole povere: il problema delle distanze tra fabbricati non esiste più, così come l’aumento del carico insediativo complessivo previsto dal PRG, la diminuzione della superficie del verde è risolta inserendo nel suo conteggio le rampe di accesso ai parcheggi, senza alcuna nuova viabilità. E’ tutto secondo legge. Anche il fatto che si costruiscano le palazzine di una 167 (edilizia residenziale pubblica) affianco a quelle a 5 piani dell’ATO I40, comprensive di interrati, in una zona idro-geologicamente a rischio, resa tristemente nota dagli ultimi fatti di cronaca. I 7 milioni di euro di opere pubbliche previsti porteranno solo un asilo nido da 60 posti.

L’ultimo incontro con i cittadini risale ad un anno fa, quando, in una desolante Commissione Urbanistica municipale, disertata dai dipartimenti del Comune di Roma e dal Responsabile dell’Ufficio tecnico del Municipio XIII, a presentare il progetto c’era (incredibile, ma vero!) il geometra della ditta costruttrice. Sembra che il Sindaco Alemanno abbia molto a cuore questo progetto, tanto che a suo tempo sollecitò con una telefonata la votazione in consiglio municipale per la necessaria espressione di parere che, ovviamente, fu favorevole.

A prescindere dal fatto che dentro l’ATO I40 atterrino, ancora una volta, i diritti edificatori del comprensorio “E1 Monti della Caccia” (l’Infernetto è ormai da tempo la discarica del cemento che gli altri municipi non vogliono), la cosa più grave è che non solo si continua a costruire scelleratamente sul territorio, ‘francobollo dopo francobollo’, senza averne alcuna visione d’insieme, ma che le scelte urbanistiche sono in mano a persone di nomina politica che assecondano gli affari del momento.

Del decentramento amministrativo, della partecipazione dei cittadini, della correzione delle patologie manifeste, della risoluzione dei fabbisogni arretrati, della risposta alle emergenze, a partire da quella gravissima del rischio idro-geologico, della democrazia, non importa più niente a nessuno. Siamo oltre l’ipocrisia di spacciare per partecipazione la pura comunicazione di decisioni già assunte dai palazzinari e avvallate sfacciatamente da un’oligarchia politica a loro servizio.

paula de jesus per LabUr

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Perché non partecipiamo alla fiaccolata “Liberiamo Ostia dalle mafie” venerdì, 2 Dicembre 2011

“L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé e per gli altri”.

Poiché coloro che da anni sono costretti a fare i conti con la mafia, che denunciano, che subiscono ritorsioni, intimidazioni, vessazioni, sono lasciati colpevolmente soli anche da molti di quelli che parteciperanno alla fiaccolata, non ci saremo.
Perché bisognerebbe scendere in strada per loro, per i vivi, e non per la morte dei criminali o un imbecille negazionista con una tessera di partito e i suoi fiancheggiatori.
Perché troppo spesso molti di quelli che organizzano queste fiaccolate fanno anti-mafia da dietro la scrivania.
Perché siamo stanchi di scoppi di febbre narcisistica da campagna elettorale di “inutili operai di parole di denuncia” con sottotitolo “non disturbare il manovratore”
Perché la mafia non è né di destra né di sinistra. E’ a destra come a sinistra.
Perché siamo stanchi di fiaccolate di protesta e non di proposta.
Perché siamo stanchi di sentire gli applausi della gente a finti coraggiosi paladini solo perché snocciolano l’elenco delle famiglie mafiose che leggono sui giornali. Non c’è nulla di coraggioso in questo.
Perché siamo stanchi di fare numero nelle fiaccolate da vetrina a favore dei soliti politici per affermare una banalità come “no alla mafia”. Non c’è nulla di coraggioso nemmeno in questo.
Perché il giorno dopo la fiaccolata non si passerà a fatti visibili e questo la mafia lo sa.
Perché la fiaccolata di venerdì contro la mafia dovrebbe almeno avere il coraggio di passare e fermarsi davanti agli esercizi commerciali in mano alla mafia o al racket dell’usura, davanti ai negozi, alle attività produttive, alle associazioni che stanno o per chiudere a causa della mafia o per soccombere alla mafia.
Perché non possiamo sentire, come è accaduto domenica sera, che la mafia la devono combattere i cittadini: la mafia la deve combattere lo Stato e cittadini dovrebbero limitarsi a denunciare, sicuri di essere tutelati.
Perché noi, proprio noi che abbiamo voluto la manifestazione contro il premio a Licio Gelli ad Ostia, vogliamo denunciare i motivi per cui non partecipiamo venerdì alla fiaccolata “Liberiamo Ostia dalla mafia”. Gli altri, quelli lasciati colpevolmente soli, semplicemente e silenziosamente non ci saranno.
Perché questa ennesima fiaccolata contro la mafia è una dichiarazione di sconfitta e non renderà nessuno più forte, soprattutto i più deboli perché soli.

Associazione Culturale Severiana, Comitato Civico 2013, Comunità Foce del Tevere, LabUr

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Alluvione del 20 Ottobre, Casal Bernocchi-Punta di Malafede

Relazione di sintesi dell’intervento di LabUr all’assemblea indetta dal locale comitato di quartiere, Casal Bernocchi – Punta di Malafede

1) Chiedere il verbale di collaudo all’Ufficio Tecnico del Municipio XIII relativamente all’intubamento del Fosso del Fontanile dalla foce lungo tutto il tratto dell’abitato realizzato dal XIII Municipio nel 2009
2) La competenza lungo tutto il corso del Fosso del Fontanile è dell’ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo), che aveva promesso interventi a monte (le c.d. vasche di laminazione) che, secondo quanto risulta a oggi, non sono state ancora realizzate, così come la pulizia del fosso, il controllo sugli scarichi abusivi che sono stati riscontrati, così come il ripristino del tratto di sponda del canale che in parte è ceduta e in parte mostra segni di cedimento
3) Coinvolgimento dei due enti che fino ad oggi non sono stati interessati e che hanno competenza

a. Presidenza della Repubblica (nel tratto sotto la Colombo e dentro la Tenuta. Nessuno infatti è a conoscenza di che acque il Fosso del Fontanile finisca per raccogliere)
b. Autorità del Bacino del Tevere (ABT) (dal momento che si tratta di un fosso naturale e ultimo affluente in sponda sinistra del Tevere. Per non far disperdere le acque dovrebbe far realizzare dei bacini di esondazione perché essa venga reinserita per assorbimento nella falda acquifera).
c. Entrambi devono comunicare che cosa accade a monte dell’ingresso della Tenuta di Castel Porziano sulla Cristoforo Colombo, dal momento che grossi quantitativi di acqua sembrano provenire anche da quell’area.

4) E’ necessario inoltre comprendere come vengono ad oggi gestiti i campi (colti e incolti) che si trovano a monte del fosso e sversano l’acqua mista a terra nel fosso stesso. La responsabilità in questo specifico caso è del Comune di Roma e in parte anche dell’ARDIS (per quanto concerne la gestione delle sponde del fosso). L’ARDIS deve assolutamente rifare la calibratura (pendenza, sponde, ri-calcolo della portata, della velocità ecc. ecc.)

In attesa di recuperate queste informazioni si deve procedere a:

1) Diffida alla Protezione Civile di Roma a difesa dell’abitato affinché intervenga nei momenti critici e fino a quando non saranno completate tutte le opere di messa in sicurezza dell’abitato di Casal Bernocchi-Punta di Malafede
2) Esposto-denuncia alla Procura di Roma per delitto colposo di danno e di pericolo (artt. 449 e 450 c.p.) l’Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo, relativamente ai lavori mai iniziati sul Fosso del Fontanile. Non solo, ma denunceremo anche il XIII Municipio per disastro doloso (art. 434 c.p.) in quanto consapevole di aver commesso un reato sbagliando il progetto dell’intubamento del fosso, di competenza tra le altre cose della Regione Lazio e non del Comune di Roma.
3) Esposto-denuncia alla Corte dei Conti per l’opera eseguita in somma urgenza da parte del Municipio XIII per l’intubamento del Fosso del Fontanile, senza averne competenza

LabUr si riserva nei prossimi giorni di fare le proprie considerazioni, dopo i necessari approfondimenti, su quanto è stato riferito ieri sera in assemblea da alcuni cittadini, secondo i quali nell’incontro tenutosi ieri mattina con il Presidente del XIII Municipio, G. Vizzani avrebbe affermato che:

1) concederà al camping Faboulus la licenza per “appoggiare 71 unità abitative in cambio di alcune opere quali sbancamento per un parco sulla parte sinistra e alcuni aggiustamenti idrogeologici”.
2) ha contattato Pulcini (Terrazze del Presidente) per far rimuovere i calcinacci che sono lì da anni
3) che i cittadini debbono rivolgersi all’ARDIS, competente dopo la delibera del 2010, per quanto accaduto ad ottobre 2011, mentre per i danni del 2008 la responsabilità sarebbe del Comune di Roma.
4) L’ARDIS avrebbe iniziato ieri a “mettere ulteriori 3 ‘palizzate’, cioè dei ‘rallentatori’ (quindi sarebbero 4 +3) più le vasche di contenimento sulla base di un progetto dell’Ufficio Tecnico del XIII Municipio per un importo di 1,2 milioni di euro.
5) Saranno stanziati nel bilancio preventivo per il 2012 i soldi per gli allagamenti del 2008 a titolo risarcitorio
6) Per gli allagamenti del 2011 si è ancor in attesa del via libera da parte del Governo per la calamità naturale che è stata data dalla Regione Lazio comunque su tutta Roma
7) L’ARDIS avrebbe sostenuto che il ponticello sotto l’Ostiense (quello della Roma-Lido) è in sicurezza

19 novembre 2011

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Fiumicino, Ponte della Scafa: Canapini metta mano alla viabilità locale

Imprudenti le dichiarazioni di Canapini (*), sindaco di Fiumicino, sul nuovo Ponte della Scafa, i cui lavori sono fermi per il rinvenimento di due navi romane e dell’antico molo portuale di Ostia. Canapini dovrebbe sapere infatti che il ponte non è stato progettato a scopo di migliorare il ‘turismo’ della città che amministra, bensì per alleviare le lunghe code che si formano la mattina verso Fiumicino e la sera verso Ostia. Canapini dovrebbe anche sapere che il Comune di Fiumicino non mette un solo euro per il finanziamento dell’opera. Invece che invocare un improprio quanto inopportuno intervento della Regione Lazio per forzare lo sblocco dei lavori, Canapini dovrebbe:

1) investire i soldi che ricava dagli autovelox disseminati sulle sue strade non per discutibili spese, ma per fluidificare gli incroci di via Trincea delle Frasche e di Via Cima di Cristallo (ad esempio costruendo delle semplici rotatorie);
2) migliorare l’inserimento da via Redipuglia su via dell’Aeroporto di Fiumicino, in entrambe le direzioni;
3) bloccare il cattivo e disordinato sviluppo urbanistico dell’Isola Sacra, rispettandone innanzitutto la vocazione naturalistica.

Canapini dovrebbe poi sapere che secondo il progetto europeo “Roma Intermodale”, lo scenario futuro sarà ancora più triste se Fiumicino non interverrà subito. Ad oggi, nell’ora di punta del mattino, giungono in aeroporto 8.500 addetti e 3.300 passeggeri, con una ripartizione modale del 28% per la modalità pubblico. Degli addetti, il 17 % risiede a Fiumicino ed il 64% a Roma, di cui il 28 % nei municipi XII e XIII. In particolare, per il XIII Municipio: 34 dall’Infernetto, 68 da Acilia e 173 da Ostia. Spostandoci sull’orizzonte temporale del 2020, le previsioni effettuate stimano un incremento del 56% dei passeggeri e degli addetti (nell’ora di punta del mattino giungeranno in aeroporto 13.200 addetti e 4.600 passeggeri). Non è pertanto l’aeroporto di Fiumicino a creare l’ingorgo sul Ponte della Scafa, quanto il pessimo tessuto viario dell’Isola Sacra che riversa su via della Scafa e Via dell’Aeroporto di Fiumicino tutto il traffico locale.

Infine, Canapini, prima di parlare di beni storici e archeologici, dovrebbe promuovere la conoscenza delle ricchezze del suo territorio non in termini turistici ma culturali, a servizio dell’enorme bacino di utenza dell’aeroporto. Dopo 8 anni, Canapini non può vantare alcun risultato positivo sulla viabilità nel suo territorio. Forse sarebbe ora di voltare pagina.

paula de jesus, urbanista, per LabUr

(*) «Traffico paralizzato, sbloccate il cantiere del ponte della Scafa». Ultimatum del sindaco di Fiumicino alla Soprintendenza. (G. Mancini – Il Messaggero – ed. Ostia)
«Basta con questa incertezza sui tempi e sui modi di realizzazione del nuovo Ponte della Scafa: la Regione Lazio, principale finanziatrice dell’opera, intervenga nei confronti delle Soprintendenze archeologiche e del Comune di Roma per sbloccare il cantiere». E’ infuriato il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini. L’incertezza sui tempi di realizzazione di un’infrastruttura indispensabile come il nuovo viadotto sul Tevere condiziona ogni progetto di sviluppo del comune costiero. Ed è arrivata l’ora di vederci chiaro.
L’occasione per manifestare la sua rabbia, Canapini l’ha colta nel corso di un incontro pubblico con l’assessore regionale al Turismo, Stefano Zappalà. «Il problema dello sviluppo turistico sottolinea il primo cittadino di Fiumicino – dipende anche nella carenza di infrastrutture per la mobilità. Siamo in attesa che la Soprintendenza ci dica che intende fare delle due navi romane emerse nel corso dei saggi preventivi per la costruzione del Ponte della Scafa. Vogliamo sapere se quel viadotto si può fare o no, se necessitano delle varianti, se e quando quei reperti andranno nel Museo delle Navi che è chiuso da nove anni per manutenzione. Serve che la Regione, principale finanziatrice dell’intervento, si faccia sentire».
L’impegno economico è di 32,658 milioni; di questi per 23,40 milioni sono stati messi a disposizione dalla Regione Lazio. I ritardi sono già notevoli: il 25 maggio è stato chiuso il bando per l’appalto, aggiudicato al Consorzio stabile Sinercos, con a capo la Italiana Costruzioni, il Consorzio stabile Coires, la I.A.B. spa e Pesci. I saggi preventivi hanno portato alla luce due imbarcazioni romane all’Isola Sacra e i resti del Porto di Ostia ai piedi di Tor Boacciana. La Soprintendenza attende che gli scavi possano proseguire e, in ogni caso, impossibile rispettare l’impegno del sindaco Gianni Alemanno di aprire i cantieri entro la fine del 2011. «E’ in corso l’iter procedurale per l’affidamento dei lavori per la nuova serie di saggi archeologici finanziati con una somma di 800 mila euro» segnala l’assessore capitolino ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera.
L’ultima parola sul destino dei lavori e su eventuali varianti viarie spetterà alla Soprintendenza di Ostia. E a ciò che le sabbie ancora nascondono.

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ROMA, PRG: UN NUOVO, PERVERSO E DEVASTANTE ATTO AMMINISTRATIVO DENSIFICHERA’ I QUARTIERI RESIDENZIALI

Con la Decisione di Giunta Capitolina n.93 del 16 settembre 2011 si continua ad infierire sul cadavere del piano regolatore di Roma. Tecnicamente, in maniera molto complessa ed articolata, sono stati riscritti gli artt. 13, 52 e 53 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del nuovo PRG, il tutto inviato ad ottobre ai Municipi per espressione di parere. In pratica, si vuole lasciare ai costruttori campo libero di intervento nelle zone residenziali della periferia romana per edificare laddove fino ad oggi non era possibile, se non attraverso l’individuazione di un apposito strumento urbanistico e conseguente discussione in Assemblea Capitolina, preceduta (nei casi previsti) anche dal processo di partecipazione cittadina. Citiamo solo due punti, facilmente comprensibili da chiunque, a titolo esemplificativo:

1) tramite il semplice rilascio del permesso di costruire, si consentirà l’edificabilità (0,3 mq/mq) anche nelle aree ove il previgente PRG prevedeva zone agricole, verde pubblico e servizi, addirittura con possibilità di una maggiore edificazione tramite un contributo straordinario da pagare (ancora non definito nei criteri e nelle modalità di stima del calcolo);
2) con riferimento ai Programmi Integrati (PRINT), strumenti urbanistici nati per migliorare la viabilità e i servizi di aree già edificate mediante risorse private, si elimina la partecipazione dei cittadini e si consente di sottoporre la proposta da parte di soggetti privati anche quelli che non rappresentino, in termini di valore catastale o di estensione superficiaria, alcuna maggioranza.

In questo modo, non solo saranno ad esempio ‘sanati’ nel XIII Municipio scandali come Piccola Palocco o addirittura le Ville di Massimo (oggi bloccate dalla Procura di Roma), ma avranno via libera senza alcun controllo i PRINT di Pietralata, Macchia Saponara e Tor Bella Monaca (l’abbattimento delle torri è difatto un PRINT).Addirittura l’Avvocatura Capitolina si è espressa al fine di sbloccare le difficoltà interpretative delle NTA relative alle aree con destinazione pubblica, a vantaggio delle casse comunali, ma non dei diritti dei cittadini. Tale manovra è stata giustificata in nome della ‘semplificazione amministrativa’, del ‘finanziamento di opere e servizi pubblici’ e della ‘perequazione urbanistica e finanziaria del PRG’.

Questo perverso, quanto devastante, atto amministrativo è stato elucubrato da due personaggi: il Direttore del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, Errico Stravato, e il Dirigente della U.O. Pianificazione Urbanistica Generale, Orazio Campo. Entrambi sono uomini del deputato Fabio Rampelli, AN, ‘architetto demolitore’ di riferimento per Alemanno. (Stravato, quando era ancora presidente del Circolo ‘Obiettivo Roma Torre Angela – Tor Bella Monaca’, si espresse con sperticate tipo “Efficacia, onestà, lealtà, passione, in sintesi Fabio Rampelli. Onore, Onore, Onore” (11 aprile 2002). E’ sempre Stravato che il 28 Aprile 2009, presso la sala “Verdi” dell’Hotel Quirinale a Roma, nella Commissione Urbanistica dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, da lui presieduta, poco prima di essere ‘eletto’ in qualità di direttore del Dipartimento di Urbanistica del Comune, organizzava il seminario “Programmi Integrati, limiti e prospettive nel Piano Regolatore di Roma”).

LabUr nelle prossime settimane renderà pubbliche le nefandezze di tale ‘decisione’ dettagliandone gli aspetti tecnici. Rimarchiamo però che esiste un problema di conflitti che dovrà essere chiarito da parte del Comune di Roma:
1) Si edificherà, ad esempio, su aree agricole del vecchio PRG, con il solo permesso di costruire, dove potrebbero non essere adeguate le opere di urbanizzazione rispetto all’intervento previsto. Si dovrà pertanto dimostrare che l’area oggetto d’intervento attuativo diretto sia già servita da opere di urbanizzazione primaria, ovvero che siano previste solo piccole opere di completamento di infrastrutture esistenti.
2) La riscrittura delle norme tecniche di attuazione nel togliere la partecipazione va in conflitto con l’art.3, comma 1, lettera a) della delibera n.57 del Consiglio Comunale (2 marzo 2006, “Regolamento per l’attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana”), che prevede il processo partecipativo in caso di PRINT.

Siamo dunque di fronte ad un raffazzonato e spregiudicato atto amministrativo prodotto dalla Giunta Alemanno. Vengono in mente le ultime dichiarazioni dell’Assessore all’Urbanistica, Marco Corsini: «Colpire l’abusivismo edilizio, oltre a essere un segno di civiltà, è anche un monito per tutti coloro che vogliono fare i ‘furbettì. La gente deve vivere e comportarsi nel rispetto delle regole». Ma Corsini, si guarda dentro casa sua ? Meno male che è uomo dell’Avvocatura di Stato.

paula de jesus, urbanista per LabUr

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Patto Territoriale Ostia-Fiumicino, centro commerciale Esselunga: chiesta revisione del parere sulla relazione mobilità


FAX INVIATO QUESTO POMERIGGIO

A Comune di Roma – Dipartimento VII – Mobilità e Trasporti

c.a. Ing. Alberto Tofani, Arch. Mauro Degli Effetti

p.c. NUS srl

Ministero dei Trasporti – Direzione Generale del Trasporto Pubblico Locale

Da LabUr XIII – Laboratorio di Urbanistica XIII

Oggetto Patto Territoriale Ostia-Fiumicino, “Intervento 9/D1 – Esselunga”

Pagine 1

Roma, 07.11.2011

Con riferimento alla ‘Relazione sulla Mobilità’ del Patto Territoriale Ostia-Fiumicino, “Intervento 9/D1 – Esselunga, progetto Centro Commerciale località Infernetto (RM)” e al progetto urbanistico definitivo, si evidenzia quanto segue:

1) la frase iniziale ‘poiché la progettazione è attualmente ancora in fase di definizione, le proposte insediative hanno valore di ipotesi ‘ è inaccettabile trattandosi di progetto definitivo;
2) la rilevazione del traffico è del 20-22 ottobre 2006 (ben 5 anni fa!), senza specificare la professionalità dei ‘rilevatori’, ne la strumentazione da essi impiegata;
3) non viene citato lo studio trasportistico relativo alla Centralità Urbana e Metropolitana di Acilia-Madonnetta a cui la rotatoria su Via del Canale della Lingua dovrebbe consentire l’innesto;
4) non è considerata la viabilità d’avvicinamento e i relativi nodi nel raggio almeno di 1 km, ne i rilievi sono mai stati effettuati nei periodi dell’anno di maggiore criticità (periodo estivo da maggio a settembre, Pasqua, Natale, periodo dei saldi, etc.).

Per quanto sopra, si invita con urgenza il Comune di Roma, Dipartimento VII – Mobilità e Trasporti, Direzione Pianificazione, Sviluppo e Controllo dei Sistemi di Trasporto Pubblico (U.O. Programmazione Attuativa dello Sviluppo delle Strategie della Mobilità – Servizio Istruttoria Progetti) a rivedere il parere favorevole rilasciato il 01.09.2011 per l’intervento in oggetto e a ottemperare quanto previsto per legge.

In attesa di una cortese e celere risposta, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.

dr.Ing. Andrea Schiavone
Il Presidente

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Il Salaria Sport Village e le sentenze ‘fantasma’ ad orologeria

Si riapre la questione degli abusi edilizi realizzati durante i Mondiali di Nuoto Roma ’09 grazie ad una sentenza del Consiglio di Stato sul Salaria Sport Village. Secondo quanto riferisce La Repubblica oggi, sulla prima pagina della cronaca di Roma, la sentenza, di cui non fornisce gli estremi, sarebbe uscita venerdì scorso. Nessuno però, a parte Repubblica evidentemente, ne ha avuto visibilità. D’altronde il quotidiano ha seguito sin dall’inizio l’intera vicenda e può contare su molti atti delle indagini preliminari visibili da chiunque su un server del Gruppo Espresso (ftp://213.92.86.155/), dove ci sono tutti i fascicoli relativi alla ‘cricca’ dei Mondiali.

Siamo forse di fronte all’ennesimo pessimo esempio di mancata trasparenza amministrativa in Italia da parte di chi esercita la ‘Giustizia Amministrativa’ ? Come già denunciato l’11 ottobre scorso (dopo l’analisi dei 7.909 ricorsi resi pubblici sul sito internet istituzionale del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa, che oggi, all’uscita della notizia su Repubblica, non è però più possibile consultare), non risulta alcun ricorso al Consiglio di Stato da parte del Salaria Sport Village contro la sentenza del TAR, che lo definì ad inizio anno un’opera “non di pubblico interesse” (v. LINK)
Strane coincidenze.

Restiamo dunque in attesa di vedere la sentenza del Consiglio di Stato, ma soprattutto di capire, quando verrà ripristinato il sito internet del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa, a quale ricorso essa si riferisce. Vale la pena infatti ricordare che esistono 60 giorni dalla avvenuta notifica per fare ricorso presso il Consiglio di Stato contro una sentenza del TAR (art. 28, comma 2, L. 1034/1971). Vedremo dunque se assisteremo ad un ‘ora per allora’.

Così come vale la pena ricordare, in attesa che si diradino le nebbie, che le opere realizzate sotto i Mondiali di Nuoto al Salaria Sport Village devono essere demolite, cosa che nessuno dice. Così come nessuno dice che il “massimo accusatore dei Mondiali di Nuoto”, il PM Sergio Colaiocco, è stato destinato all’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia con funzioni di Ispettore Generale (DD.MM. 13-5-2011 – V° U.C.B. 20-6-2011), malgrado sia in corso il processo penale.

Strano anche che Repubblica si meravigli della “velocità inusuale” con cui è stata prodotta dopo 9 mesi la sentenza del Consiglio di Stato visto che è stato l’unico giornale ad averla preannunciata addirittura il 6 Maggio per il 30 giugno.

paula de jesus per LabUr

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Maltempo, Infernetto: LabUr sporge denuncia contro ignoti dopo sopralluogo su Canale Palocco.

FAX INVIATO IN DATA 31/10/2011

A:
Procura di Roma
Prefettura di Roma
Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente
ACEA
Consorzio Bonifica Tevere e Agro Romano
Comune di Roma-XIII Municipio U.O.T.
Comune di Roma – Protezione Civile
Polizia Municipale

Da: LabUr – Laboratorio di Urbanistica

Oggetto: Canale Palocco, Infernetto (Roma) – Denuncia contro ignoti

Pagine:1+

Il sottoscritto dr. Ing. Andrea Schiavone, nato a Roma (RM) il ……, residente in Roma, …..– 00124 Roma (RM), telefono 340- ….., professione Ingegnere, coniugato, Presidente del “Laboratorio di Urbanistica – LabUr”, per quanto di seguito descritto, sporge regolare

DENUNCIA NEI CONFRONTI DI IGNOTI

I FATTI

A seguito dei disastrosi eventi occorsi per il maltempo nel XIII Municipio in località Infernetto, il giorno 20 ottobre 2011 trovava la morte per annegamento il cittadino cingalese Earnest Saranga Perera, domiciliato in via di Castel Porziano 323.

PREMESSO

1. che l’argine in sponda sinistra del Canale di Palocco risulta essere di ben 2 metri più basso dell’argine in sponda destra nel tratto compreso tra via Ettore Pinelli e viale di Castel Porziano;

2. che la situazione sopra descritta ha determinato l’esondazione del Canale Palocco in una vasta area del quartiere Infernetto, comprensiva non solo dell’abitazione del cittadino cingalese Earnest Saranga Perera, ma anche di centinaia di altre abitazioni distanti fino a 200 metri dalla sponda in sinistra;

3. che è stata prodotta da LabUr una dettagliata documentazione fotografica, reperibile al seguente indirizzo internet: http://www.flickr.com/photos/labur13/

4. che è urgente il ripristino dell’argine nell’area sopra segnalata,

poiché i fatti sopra esposti integrano certamente ipotesi di reato, per tutti questi fatti e per tutti quelli che la Autorità Giudiziaria ravviserà in essi e contro tutti coloro che di tali reati saranno ritenuti responsabili, il sottoscritto sporge formale DENUNCIA CONTRO IGNOTI chiedendo la punizione dei colpevoli e l’assoggettamento degli stessi a giusta pena. Chiede inoltre di essere avvisato, ai sensi dell’art. 408 c.p.p., in caso di richiesta di archiviazione e, ai sensi dell’art. 406 comma 3 c.p.p., in caso di eventuale richiesta di proroga del termine per le indagini preliminari.

Con osservanza,

dr.Ing. Andrea Schiavone

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Maltempo, XIII Municipio: la beffa di Montino

Ricordiamo ad Esterino Montino, capogruppo del PD in Regione Lazio, che gli esposti di cui parla per l’Infernetto e Casal Bernocchi (Punta di Malafede) già sono stati fatti 2 anni fa da LabUr proprio contro la Regione Lazio, quando, a fine ottobre 2009, Montino divenne neo governatore provvisorio della Regione. Avremmo avuto piacere di sentire l’indignazione di Montino e del PD al tempo in cui andavano detti i ‘no’. Farlo oggi suona come una beffa per tutti i cittadini.

Ma procediamo con ordine, partendo da Casal Bernocchi.
Il Fosso del Fontanile, esondato in questi giorni, di competenza da sempre dell’Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo (ARDIS), era già esondato a fine 2008. Successivamente il Comune di Roma, tramite l’UOT del XIII Municipio, è intervenuto impropriamente in ‘somma urgenza’ intubandolo nel tratto abitato (1.477.846 euro, 28/01/2009) e spendendo altri soldi per un finto ripristino della sicurezza (1.231.938 euro, 29/01/2009) e per il suo spurgo (780.000 euro, 17/02/2009, compreso il Fosso di Ponte Ladrone). Un altro milione di euro è stato poi speso, sempre dal XIII Municipio, per interventi occasionali e ripetuti fino ad oggi. Cosa ha fatto la Regione Lazio per Casal Bernocchi fino alle elezioni della Polverini (29/03/2010)? Nulla, nemmeno Montino. Nessun risarcimento per gli abitanti, nessun intervento da parte dell’ARDIS. Non solo, ma il Comune di Roma sotto Veltroni nel 2008 non si era comportato meglio della giunta di Alemanno stanziando 4,5 milioni di euro per sistemare il Fosso del Fontanile (rientravano nel programma triennale delle oo.pp. 2008-2010), ignorando che il Comune di Roma non aveva su quel fosso alcuna competenza. Che oggi Montino dichiari di voler fare chiarezza sui lavori del Fosso del Fontanile suona come una beffa per i residenti.

Montino, oltre alla lunga esperienza in Regione Lazio, è stato dal 1985 al 2001 Consigliere al Comune di Roma, Presidente della Commissione lavori pubblici fino al 1994 e dal 1995 fino a gennaio 2001 Assessore ai Lavori Pubblici e attuazione degli strumenti urbanistici del Comune di Roma. Un persona con così ampia esperienza, può ‘non sapere’ come stanno le cose e prender tempo prima di agire? Anche perché, spostandoci all’Infernetto, c’è un’altra nota stonata nelle sue dichiarazioni relative sempre ad un fosso dell’Infernetto: si tratta della legalizzazione dell’abuso dell’impianto sportivo Babel, sorto durante i Mondiali di Nuoto Roma ’09 (allagatosi in questi giorni) a ridosso della tenuta di Castel Porziano, non rispettando i 150 metri di completa inedificabilità imposti dalla presenza del Fosso del Confine. Montino, nel ruolo di Vice-Presidente ed Assessore all’Urbanistica della Regione Lazio, avrebbe dovuto e potuto far bloccare quello scempio di ‘abuso legalizzato’, ma a quel tempo non l’ha fatto.

Se oggi l’Infernetto e tutto il XIII Municipio sono nelle condizioni di un diffuso disastro idrogeologico, la colpa è solo di chi ha consentito la sistematica violazione o cancellazione di ogni vincolo. Francamente su questo argomento le ultime giunte rosso-verdi, in Regione, Comune e Provincia lasciano molto a desiderare, per usare un eufemismo.

paula de jesus per LabUr


L’impianto Babel all’Infernetto – foto scattata il 21 ottobre 2011

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