RADDOPPIO DEL PORTO DI ROMA – CORSINI DA I NUMERI

La delibera della ratifica dell’accordo di programma per il raddoppio del Porto di Roma a Ostia poteva essere per l’Assessore Corsini una delle ultime occasioni per mostrarsi, in Aula Giulio Cesare, con qualcosa di concreto appartenente al quel fantomatico progetto che va sotto il nome di ‘waterfront’. Ed invece è riuscito a fare per ben tre volte la figura dell’impreparato: invertendo il numero di posti auto con quelli dei posti barca, dimenticando quale è l’investimento dell’opera, non rispondendo alla domanda sull’incredibile ritardo accumulato dalla ratifica rispetto all’approvazione della giunta regionale. Per Corsini ci sono 650 posti barca contro i 611 effettivi. Corsini deve telefonare davanti alla giornalista di Omniroma per farsi dire quanti milioni di euro pioveranno con il raddoppio del porto. Corsini non sa giustificare perchè, dal 6 agosto 2012, data in cui la giunta regionale ha approvato la proposta dell’accordo di programma, siano passati 98 giorni contro i 30 previsti per legge (Art. 34, comma V, D.l.gs. n. 267/2000). Non solo, ma si allontana dal suo posto, parlottando tra il pubblico e non rispondendo a nessuna domanda rivoltagli dall’Assemblea Capitolina. Uno spettacolo tra il grottesco e l’imbarazzante. Poco prima di lui l’attore Sylvester Stallone era entrato in Campidoglio per ricevere la Lupa Capitolina: lui, almeno, la parte, l’ha recitata bene.

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Alemanno, l’Idroscalo e Haluvion

Nessun allarme dal mare, nessun allarme dalle piogge, nessun allarme dal fiume. C’è invece all’Idroscalo di Ostia l’allarme Alemanno, un sindaco incapace a non perdere la faccia. Due anni fa cercò di salvare la gente con i manganelli spendendo tre milioni di euro con più di 1.000 uomini in tenuta antisommossa. Ora non ha 1.000 euro per mettere sacchetti di sabbia sulla scogliera a fiume dove aveva scritto che avrebbe messo in piedi un sistema di difesa realizzato con palancole tipo Larssen. La gente dell’idroscalo teme il vento che gonfia il mare e impedisce al fiume di uscire visto anche che la foce é insabbiata. Ma Alemanno non lo sa e chiamerà l’esercito. Intanto i cittadini con 300 euro di spesa si sono realizzati il proprio sistema drenante per le acque meteoriche. New York colpita da Sandy, Roma da Giandy.

Andrea Schiavone e Paula de Jesus per LabUr – Laboratorio di Urbanistica

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XIII MUNICIPIO, INFERNETTO – PARTITI I LAVORI SUL CANALE DI PALOCCO


Ringraziamo il Consorzio di Bonifica Tevere ed Agro Romano (CBTAR) per le opere di difesa intraprese questi giorni sulla sponda in sinistra idraulica del Canale di Palocco, nel tratto compreso tra via Ettore Pinelli e viale di Castel Porziano all’Infernetto, tratto in cui il giorno 20 ottobre 2011 trovava la morte per annegamento il cittadino cingalese Earnest Saranga Perera. L’argine, di ben 2 metri più basso rispetto a quello in sponda destra, verrà rialzato per evitare l’esondazione del Canale Palocco in una vasta area del quartiere Infernetto, comprensiva di centinaia di abitazioni distanti fino a 200 metri dalla sponda in sinistra. L’opera, già attesa dopo la nostra denuncia contro ignoti inoltrata alla Procura della Repubblica in data 31 ottobre 2011, sarà realizzata dalla EUR-Costruzioni srl per un importo di 193.487 euro, più 12.661 euro per la sicurezza, soldi ottenuti all’interno di un finanziamento della Regione Lazio di circa 900 mila euro, gran parte impiegati dalla Terza Università di Roma per un più completo studio di recupero idrogeologico della zona. L’opera del Canale Palocco verrà svolta in somma urgenza proprio per contenere le prossime piogge che si preannunciano copiose sul litorale. Rimane aperta la questione dell’influente L, che sversa nel Canale di Palocco, sempre in sponda sinistra, poco prima del viale di Castel Porziano. In quest’area verranno per il momento posizionati i sacchetti di sabbia portati sul posto già dal 14 ottobre da parte della Protezione Civile. Altra questione aperta, il parco di via Orazio Vecchi, cresciuto negli anni di quota per via dell’apporto di materiale di risulta dei cantieri qui sversato negli anni, che non solo impedisce un corretto drenaggio del suolo, ma che, per le errate pendenze, contribuisce all’allagamento delle abitazioni circostanti. L’intenzione è di ricreare in quest’area una vasca di contenimento delle acque ripristinando la quota originale. Del tutto assente il contributo del XIII Municipio che invece di dotare le strade circostanti dei normali sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, ha proposto invece uno scellerato progetto per aprire una strada interna al parco, contro tutti i principi elementari che governano l’idraulica.

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XIII MUNICIPIO, INFERNETTO – IL NUOVO PIANO TOGLIERA’ 273MILA MQ DI AREE PUBBLICHE

Il nuovo Piano Particolareggiato dell’Infernetto, più precisamente quello della Zona ‘O’ n.51 Infernetto-Macchione, arriva in ritardo a giochi fatti. Non serve per regolamentare quanto ormai è già stato costruito dal 1994 fino ad oggi, ma serve solo per consentire una nuova colata di cemento. Prendiamo i dati forniti da Roma Capitale. Il vecchio piano prevedeva un insediamento di quasi 30mila abitanti, il nuovo di poco più di 20mila. Peccato che nel 2011 all’Infernetto si contavano nella Zona ‘O’ ben 26.390 abitanti. Dove li mettiamo, nel nuovo piano, i 6mila e passa abitanti in più?

Non basta. Con il nuovo piano si perderanno oltre 273mila mq di aree pubbliche, grazie al ‘giochino’ di ridurre le previsioni di insediamento di quasi 10mila abitanti e di diminuire, per ogni abitante, i mq di aree pubbliche spettanti. Nei 273mila mq, composti da 193mila mq di aree verdi e oltre 80mila mq di servizi pubblici (=scuole), verrano ad insediarsi altre 7mila persone, fino ad arrivare non a 20mila, come dichiarato, ma almeno a 33mila abitanti. Senza contare infine che le strade non potranno essere portate a norma visto che ormai è tutto costruito e che non si possono ‘allargare’ e dotare di marciapiedi le strade esistenti.
In questo scenario da manicomio urbanistico si inserisce, a peggiorare le cose, quanto gravita intorno al Piano Particolareggiato e cioè convenzioni, lottizzazioni, toponimi, densificazioni, aree di atterraggio di diritti edificatori, cambi di destinazione d’uso tra commerciale e residenziale, piani di zona (le famigerate ‘167’), case per i Vigili del Fuoco, 3 chiese, il centro commerciale dell’Esselunga, housing sociale e chi più ne ha, più ne metta. Non scordiamoci infatti che l’Infernetto è una zona urbanistica del XIII Municipio (13i) estesa per oltre 1000ha, di cui solo la parte centrale (532 ha) è quella sorta spontaneamente e poi perimetrata nel 1994 (Zona ‘O’), grazie a Pannella. Attorno, negli oltre 500 ha restanti, sta sorgendo da anni di tutto, senza alcun controllo e senza portare nuovi servizi, anzi, barattando qualche scuola (che non si fa nella Zona ‘O’) per ulteriori aumenti di cubatura. Insomma, da manicomio a inferno urbanistico: sarà questo il motivo per cui si chiama Infernetto?
Vogliamo allora proprio vedere come questa dissennata amministrazione renderà compatibile la finta regolamentazione della Zona ‘O’ con aree tipo Riserva Verde, una lottizzazione degli anni ’70 più volte oggetto delle attenzioni della Procura di Roma. Il caso dell’enorme edificio non residenziale in via Luson, è emblematico. Da anni sotto indagine per presunti abusi edilizi, viene ora considerato dal Comune di Roma indispensabile per risolvere il problema dell’emergenza abitativa. In che modo? Si sana tutto, si trasforma in residenziale l’edificio e il costruttore cede al Comune qualche appartamento come contropartita. Peccato che la vera ‘emergenza abitativa’ la subiscono tutti i giorni i cittadini dell’Infernetto in balìa di amministratori e tecnici comunali troppo spesso preoccupati non della “bene pubblico”, ma di quello privato, ma anche di volenterosi carnefici del territorio annidati contemporaneamente dentro discutibili comitati di quartiere, consorzi e consulenze pubbliche e che vogliono solo trovare posto ai loro sacchetti grigi di cemento. La moneta urbanistica paga bene, molto bene.

Andrea Schiavone e Paula de Jesus

(due immagini: una, il confronto tra i due pp, l’altra l’Infernetto con segno della zona ‘O’)

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Ostia, Polo Natatorio – Si celebrano le nozze coi fichi secchi

Il Polo Natatorio di Ostia, sorto per i Mondiali di Nuoto Roma ’09 e di proprietà del Comune di Roma, ospiterà una fiera nuziale privata. Si tratta dell’evento ‘Ostia Sposa’, che si terrà dal 26 al 28 ottobre, dalle 10:00 alle 21:00, nell’area del parcheggio scoperto in concessione alla Federazione Italiana Nuoto (FIN). Cosa abbia a che vedere un centro federale sportivo con le nozze non è dato sapere. Così come non risultano le necessarie delibere e determinazioni dirigenziali di autorizzazione ad un simile evento privato presso l’Albo Pretorio del Comune. Eppure la FIN e il Comune di Roma (patrocinio del XIII Municipio e dell’Assessorato alle Attività Produttive) risultano in bella evidenza sulla locandina di ‘Ostia Sposa’.

I cittadini attendono a distanza di 3 anni che il Polo Natatorio venga terminato e che si concludano le indagini da parte della Procura di Roma per il raddoppio dei costi: 32 milioni contro i 15 previsti in appalto. Per altro il parcheggio non è mai stato utilizzato dai cittadini mentre ne hanno fatto uso i clienti dello stabilimento balneare “Le Dune” del progettista delle piscine dei Mondiali, Renato Papagni, in quanto incluso nel prezzo dell’abbonamento allo stabilimento.
Curioso anche il fatto che solo nel XIII Municipio arrivi il surrogato dell’evento ‘Roma Sposa’, tenutosi il 27-30 settembre presso il Palazzo dei Congressi all’EUR, grazie al sostegno dell’Assessore comunale alle Attività Produttive, Davide Bordoni, nato a Ostia e amico di Paolo Barelli, presidente della FIN.

E’ l’ennesimo grottesco episodio sul Polo Natatorio di Ostia, che si aggiunge all’ultimo scandalo della costosa convenzione con il ristorante “Al Pescatore”, per un servizio mensa nei confronti di atleti e dirigenti che lo frequentano. Anche il bar all’interno dell’impianto sportivo è in concessione allo stesso ristorante. Perché non celebrare allora, durante ‘Ostia Sposa’ anche le “Banali 10 nozze con i fichi secchi” o sarebbe meglio dire “sposa bagnata sposa fortunata”?

paula de jesus, urbanista per LabUr

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Piano Particolareggiato Infernetto: l’ennesimo colpo di mano

Ieri pomeriggio, in aula Massimo di Somma, si è parlato dell’imminente adozione del piano particolareggiato dell’Infernetto. A prescindere dalle molteplici false affermazioni di alcuni tecnici (aumento del verde, risoluzione dei problemi idrogeologici, canali in contropendenza, su cui evidentemente l’ing. Renato Papagni ha fatto scuola anche tra gli architetti), è giunta la notizia che “finalmente sarà tolta la fascia di rispetto dalla tenuta di Castel Porziano, consentendo a questa fascia di divenire edificabile”.
Ricordiamo che togliere la fascia di rispetto peggiorerà il rischio idrogeologico dell’area data la presenza del Fosso del Confine. I recenti allagamenti del circolo Babel, finito sotto l’inchiesta sui Mondiali di Nuoto Roma ‘09, lo provano. Analogamente per la fascia di Via Merano. Si tratta dell’ultimo colpo di mano urbanistico di questa pessima amministrazione comunale.

paula de jesus, urbanista per LabUr – Laboratorio di Urbanistica

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Gli abusi morali di Tommaso Profeta

Dopo il fuori onda di Tommaso Profeta, capo della Protezione Civile della Capitale, secondo il quale all’Infernetto “sono tutte case abusive … qui è tutto abusivo, Roma è stata costruita abusivamente” (v. video a questo link) si susseguono comunicati strampalati sopratutto da parte dei partiti. Evidentemente non conoscono il significato dei termini “abusivo” e “abusivismo”.

Politica, amministratori e tecnici comunali a servizio dei costruttori non possono far ricadere sui cittadini il fallimento in fase attuativa del nuovo Piano Regolatore. L’impiego della moneta urbanistica con cui il Comune di Roma risana da anni il suo bilancio, usando i soldi destinati alle opere di urbanizzazione per garantire la copertura delle spese ordinarie, deve terminare. Zone residenziali di pregio come l’Infernetto, regolarmente costruite, a dispetto di quanto afferma Profeta, sono diventate a rischio idraulico per l’assoluta carenza di opere pubbliche attese da 20 anni. Non ci sono cantieri sequestrati o case senza licenza edilizia. Se un abuso c’è è urbanistico. I sermoni di partiti non vergini o le dichiarazioni in libertà del capo della protezione civile sono invece dei veri e propri abusi morali. Dove sono finiti i 640 milioni di euro previsti da Alemanno un anno fa per il risanamento idrogeologico del XIII Municipio?

paula de jesus, urbanista per LabUr

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Caos nelle concessioni demaniali marittime nel XIII Municipio

I conti non tornano ma arrivano i calci

Ostia, 11 ottobre 2012 – Caos nelle concessioni demaniali marittime nel XIII Municipio. Un inesistente decentramento amministrativo sta consentendo al presidente Vizzani e al dirigente UOAL e UOT, Ing. Aldo Papalini, di intromettersi all’interno dell’annosa querelle di:
– pertinenze demaniali
– testimoniali di stato
– aree scoperte
– aree coperte di facile e difficile rimozione
– pertinenze commerciali
– parcheggi

tutte insistenti su aree demaniali marittime.

Sentenze scandalose emesse dal Tribunale di Ostia, competente in materia, e recenti espressioni del Consiglio di Stato, hanno cristallizzato da almeno 15 anni una situazione unica non solo in Italia, ma anche in Europa. E’ di oggi la notizia della sospensione della conferenza stampa convocata urgentemente dal Presidente Vizzani, che avrebbe dovuto vertere sulla revoca di concessioni commerciali su aree demaniali in relazione all’articolo 45bis del Cod. di Navigazione. In particolare sembra che la revoca riguardasse lo stabilimento Le Dune di Paolo Papagni (protagonista, poco prima della conferenza stampa annunciata, di una scena di violenza in Municipio nei confronti di un attonito consigliere del PdL).
Paolo Papagni, fratello del più noto Ing. Renato Papagni, gode di un’unica concessione demaniale insieme all’adiacente stabilimento Tibidabo. Lo stabilimento Tibidabo risulta in concessione alla A.E.B. Esercizi Bagni r.l. per una superficie scoperta di 19.120 mq, contro i 22.500 mq totali dichiarati, un fronte mare di 450 mq, ma una superficie coperta di soli 3.400 mq, che secondo altre fonti documentali, risalenti addirittura al 2005, risultano essere invece così composte:
– 788 mq di facile rimozione
– 4.313 mq di pertinenze
La prima voce si riferisce a cabine e parcheggi, la seconda a strutture come centri benessere, ristoranti, bar ecc., non inclusi nei testimoniali di stato e dunque di proprietà privata.
E’ nota, anche dalle cronache dei giornali, l’esistenza e la diffusione sul litorale romano della pratica dell’acquisto delle società alle quali sono state rilasciate le concessioni. Sono infatti sempre gli stessi imprenditori a rimanere concessionari. Cambiano in continuazione invece i nomi delle società intestatarie, consentendo così a equivoci giri di denaro di accedere a beni statali come le aree demaniali.

Secondo voci di corridoio oltre al Tibidabo (Le Dune in particolare) sarebbero inclusi nella revoca di concessioni commerciali su aree demaniali altri famosi stabilimenti quali Med, Urbinati, Don Pepe, il Capanno e altri.

Rimane ancora aperta, per conto della Regione Lazio, tutta la regolarizzazione dei parcheggi su aree demaniali del Lungomare A. Vespucci, la gran parte sprovvisti delle necessarie autorizzazioni comunali e delle conseguenti valutazioni di impatto ambientale con conseguenti danni a tutto il patrimonio arboreo, boschivo e dunale, oltre all’inquinamento del sottosuolo.

paula de jesus, urbanista per LabUr, Laboratorio di Urbanistica

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XIII MUNICIPIO, INFERNETTO: NO ALLA SPECULAZIONE DEL GRUPPO PARNASI, ‘LA MACCHIA DI GUERRINO’

L’Assessore del XIII Municipio, Renzo Pallotta, detto “Mister Cemento”, ha partecipato ieri a una Conferenza dei Servizi relativa al programma urbanistico ‘La Macchia di Guerrino’, ignorando di fatto quanto previsto dal decentramento amministrativo vigente ad Ostia.
Da segnalare ci spiega Alessandro Paltoni Presidente della Commissione Decentramento del XIII Municipio, che nessuna concertazione con i cittadini e nessuna discussione in consiglio municipale, e stata fatta a seguito delle varianti edilizie del progetto. Progetto questo già scellerato all’origine, che ora prevede un piano in più per ogni palazzina, utilizzando le richieste del Consorzio di Bonifica Tevere e Agro Romano di aggiungere un piano pilotis. Parliamo di una lottizzazione di 26 edifici da 4 piani, per un totale di 750 appartamenti che porteranno, nel cuore dell’Infernetto, oltre 2.000 persone.
Una lottizzazione questa, in mano a uno dei più spregiudicati costruttori romani, il nome è quello di Parnasi che ha compiuto lo scempio di Euroma2, il centro commerciale all’EUR, sulla via Cristoforo Colombo.
Il Problema adesso, sottolinea Antonio Di Giovanni Presidente dell’associazione Noi – Il Futuro di Roma è che una lottizzazione di oltre 22 ettari destinata a servizi pubblici, grazie a uno scarabocchio depositato il 15 marzo del 2010 (perché di certo non possiamo parlare di progetto), ospiterà 200mila mc di cemento proveniente dalle zone “fatte salve” di Tor Marancia e di Monte Arsiccio, e che nessun altro municipio di Roma ha voluto.
Ancora una volta questo cemento atterrerà all’Infernetto grazie allo strumento urbanistico delle compensazioni edificatorie.
Noi, conclude il Presidente di Labur, Andrea Schiavone, ci poniamo delle semplici domande:
1 – Perché si favorisce ancora una volta il Gruppo Parnasi, già coinvolto nello scandalo dei ‘palazzi d’oro’ (quasi 400 milioni di euro) che comprende quello ATAC con il Comune di Roma (Alemanno) e quello della Provincia di Roma (Zingaretti) ?
2 – Perché il XIII Municipio, ed in particolare l’Infernetto, deve essere la discarica del cemento della Capitale?
3 – Perché, promettendo modeste opere pubbliche, mai realizzate, si baratta la qualità della vita dei cittadini con la speculazione edilizia dei costruttori?
4 – Perché si cerca con ogni mezzo moneta urbanistica per le casse vuote del Comune di Roma?
Infine, ricordiamo a tutti che durante il vergognoso Consiglio Municipale tenutosi per 14 ore consecutive dalle ore 16,00 dell’ 11/11/2012 alle ore 06,00 del 12/11/ 2010, intervenne addirittura una pattuglia dei Carabinieri, alle 03,00 del mattino, per sedare una rissa tra consiglieri in disaccordo su questo progetto.
Non si possono prendere in giro così i cittadini. Nessun mattone dovrà essere posato su quei terreni a forte rischio idrogeologico. Durissima sarà l’opposizione dei residenti.

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CENTRALITA’ ACILIA-MADONNETTA: SI ALLA CITTADELLA GIUDIZIARIA

Abbandonare la vecchia sede distaccata del Tribunale di Ostia. Convertire i locali dell’ex-Italcable, presso la centralità Acilia-Madonnetta, in una vera cittadella giudiziara. A livello urbanistico c’è tutto, a livello di ‘sicurezza’ anche, considerato il delicato ruolo che da sempre ha ricoperto nelle telecomunicazioni l’area in questione. Ampi spazi di parcheggio e una facile raggiungibilità che sarà migliorata con il futuro corridoio di trasporto pubblico previsto da PRG. Non esiste sul territorio del XIII Municipio altro luogo più idoneo per un nuovo Tribunale Roma2. Basti pensare che solo il centro di elaborazione dati, realizzato tra il 1983 e il 1987, è una struttura di ben 35mila mc. Per questi motivi LabUr aderisce da oggi al Comitato Promotore per il Tribunale Roma2 Sud e porterà a breve un dettagliato dossier in cui si dimostrerà non solo la funzionalità logistica di tale scelta ma soprattutto il bassissimo costo di adeguare i locali a servizio della Giustizia.
dr.Ing. Andrea Schiavone – Presidente LabUr

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