PORTO DI OSTIA: 2 ESPOSTI A ZINGARETTI IN ATTESA DI 1 RISPOSTA

Nicola Zingaretti (PD), attuale Presidente della Regione Lazio, non ci ha mai risposto nè si è mai pronunciato sul raddoppio del porto di Ostia quando era Presidente della Provincia di Roma (28 aprile 2008-7 dicembre 2012). In quel periodo la Provincia avrebbe dovuto per legge dir la sua, ma non lo ha fatto e il 12 novembre 2012 il Comune di Roma ha ratificato l’Accordo di Programma per il raddoppio del porto. Non solo, ma in data 8 giugno 2013 Nicola Zingaretti, ha comunicato di aver “firmato l’accordo di programma che da il via libera agli interventi di ampliamento del Porto Turistico di Roma ad Ostia”. Proprio il giorno prima del silenzio elettorale fissato per il ballottaggio delle elezioni del sindaco di Roma. Nella politica non c’è casualità. Ora abbiamo inviato a Nicola Zingaretti 2 esposti: aspettiamo 1 risposta.

esposto 10 giugno 2013
esposto 03 luglio 2013

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PORTO DI OSTIA: FALLISCE L’ATI, SALTA IL RADDOPPIO DEL PORTO?

In data 18 aprile 2013 l’ATI srl di Mauro Balini, la società che ha costruito il porto di Ostia, ha dichiarato fallimento. Dopo 12 anni dall’inaugurazione del porto (23 giugno 2001), rischiano dunque di essere azzerati alcuni degli oneri spettanti alla società, in particolare la realizzazione di una nuova Caserma della Guardia di Finanza ma anche il protocollo d’intesa, firmato il 20 novembre 1998 con i sindacati, che doveva assicurare posti di lavoro e corsi di formazione. La data dell’udienza per l’esame dello stato passivo è stata fissata al 10 luglio presso il Tribunale di Roma. Ci domandiamo: saranno presenti il Comune di Roma e la Regione Lazio ad accertarsi che l’accordo di programma, ratificato nel 2000 con delibera n.134 dal Consiglio Comunale, sia rispettato a garanzia dei cittadini? Si può autorizzare il raddoppio del porto se ancora la realizzazione del progetto globale precedente risulta incompleta? Tutta l’operazione del porto di Ostia ha vicende urbanistiche a dir poco ‘complesse’ su cui già ci siamo espressi e torneremo, ora si aggiunge anche questa tegola del fallimento. In realtà non siamo certi che Mauro Balini, al tempo proprietario di stabilimenti balneari come il Plinius e il Kursaal, esca di scena. Infatti Balini risulta socio unico della Porto Turistico di Roma srl, la stessa società che ora ha chiesto e ottenuto il raddoppio del porto e che aveva ricevuto la concessione dall’Amministrazione Marittima in data 30 ottobre 2001. Date che non tornano visto che dalle visure presso la CCIIAA di Roma l’atto costitutivo della società risulta esser stato redatto il 15 dicembre 2004, cioè 3 anni dopo la concessione. Insomma, che ci sia qualcosa da chiarire prima che i lavori del raddoppio del Porto di Ostia abbiano inizio, è fuori discussione. Tutte le autorità preposte al controllo, in particolare il Comune di Roma, la Regione Lazio e la Capitaneria di Porto, devono esprimersi a riguardo. L’imprenditore faccia giustamente il suo percorso, ma i vari Zingaretti, Marino e Tassone (presidente dell’attuale X Municipio), con i loro uffici, pure. Nel rispetto della trasparenza verso la cittadinanza tutta.

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WATERFRONT OSTIA: DA DUBAI ALLA NORVEGIA ATTRAVERSO GLI ‘OSSI DI PERSICA’.

Cosa c’entra Ostia con Dubai o con le microscopiche cittadine di Kirkenes e Bodo in Norvegia? C’entra come la cicoria al Grand Hotel. Siamo infatti passati dalle isole portoghesi di Rutelli e Veltroni, alle piste da sci sul lungomare, modello estate-inverno Ski Dubai di Alemanno, al concorso internazionale del neo sindaco Ignazio Marino. Di concorsi internazionali, per altro costosissimi, i romani ne hanno piene le tasche.
Cosa accumuna questi amministratori? La visione turistica di Ostia, che poco ha a che fare con una visione urbanistica. Ostia e il suo entroterra sono quartieri di Roma, non città balneari.
La musica non sembra essere cambiata nemmeno con la nomina ad Assessore all’Urbanistica nel Municipio X di un’ ‘esperta’ di zone sismiche e appartenente a uno studio di Architettura che si è avventurato in terra scandinava per parlare di ‘Waterfront’. Al suo esordio ha dichiarato: “Mi impegnerò a riqualificare tutto ciò che già esiste per migliorare il territorio anche come meta turistica … Il progetto del Waterfront è l’occasione di sviluppo del territorio”. Da una nomina definita ‘tecnica’ ci si aspettavano commenti ‘tecnici’, che però non abbiamo potuto apprezzare nemmeno in questi ultimi 20 anni, che hanno visto il nostro Municipio eletto a “pattumiera romana del cemento”, dalle densificazioni all’assenza di standard, dagli abusi urbanistici come le Terrazze del Presidente al PUA. Infatti, nel Municipio X dal 2004 al 2011 sono stati accettati 2.093 permessi di costruire su 11.068 totali di tutta Roma, vale a dire il 19%. Per abusi edilizi commessi, nello stesso periodo, il X Municipio è secondo soltanto all’ex XIX Municipio (che però ha solo 788 permessi accettati).
Per il Turismo c’è un Assessorato apposito che poco ha a che fare con l’Urbanistica, a meno che, contrariamente a quanto un ‘tecnico’ dovrebbe sapere, sia l’economia a governare l’Urbanistica e non viceversa.
Tutto cambia perché nulla cambi. Il 4 luglio prossimo, infatti, a cura della Federbalneari, si presenterà ad Ostia un bel libro su come un tempo la città sul mare era stata concepita: gli ‘ossi di persica’, il nome che i romani danno alle spiagge invase dai noccioli di pesca (‘persica’). Insomma, di mobilità, servizi pubblici, recupero dell’edilizia, contrasto all’erosione, standard urbanistici non ne parla nessuno, nemmeno il neo Assessore competente. Eppure si tratta di ‘riqualificare’ un litorale romano indegno di una Capitale europea, figuriamoci mondiale.
Ad ogni tornata elettorale si spera che la musica cambi e invece è sempre la stessa, nella totale assenza di una visione urbanistica degna di questo nome. Per fortuna che i cittadini sono più maturi dei loro amministratori e si sono organizzati con il Tavolo Partecipato del Waterfront, che procede senza sosta a ricucire le idee smagliate di chi il territorio non lo conosce e che ne vuole fare, consapevolmente o inconsapevolmente, carne da macello per becera speculazione. Sono loro, numerosissimi, ad aver capito che se governa il turismo in campo urbanistico si appiattisce, inesorabilmente, la funzione dei beni culturali e del paesaggio a quella di strumento al servizio delle rendite economiche derivate dai flussi turistici. Ed è esattamente l’idea di città che non vogliono.

paula de jesus per LabUr – Laboratorio di Urbanistica

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PORTO DI OSTIA: PRESENTATO L’ESPOSTO SULL’ACCORDO DI PROGRAMMA

Presentato l’esposto in Procura, queste le richieste:

1. di verificare se la ratifica dell’Accordo di Programma da parte dell’Assemblea Capitolina avvenuta in data 12 novembre 2012 abbia violato l’art.34, D.l.gs. n. 267/2000 con conseguente decadenza dell’Accordo di Programma stesso, in uno dei seguenti due casi:
a) perché avvenuta quasi 100 giorni dopo l’approvazione dell’Accordo di Programma da parte della Regione Lazio il 6 agosto 2012;
b) perché avvenuta prima dell’approvazione dell’Accordo di Programma da parte della Regione Lazio, l’8 giugno 2013

2. di verificare, in caso di risposta affermativa al quesito di sopra, se esista il reato di falso in atto pubblico o similare o altro.

(questo, l’articolo de Il Messaggero indicato nell’esposto: articolo)

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PORTO DI OSTIA: NUOVO ESPOSTO PER PRESUNTE IRREGOLARITA’

Come ha fatto l’Assemblea Capitolina con delibera n.46 del 12 novembre 2012 a ratificare l’accordo di programma per il raddoppio del Porto di Ostia se l’attuale Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, oggi pomeriggio, dichiara di aver firmato lui l’accordo di programma? E’ un falso in atto pubblico l’approvazione da parte della Giunta Regionale dell’ Accordo di Programma con deliberazione n. 410 del 6 agosto 2012, come si sostenne a suo tempo? Per il Porto di Ostia è dunque tutto da rifare, come prevede la Legge (dell’art.34, comma V, D.l.gs. n. 267/2000)? Presenteremo un nuovo esposto dopo quello già presentato lo scorso 30 novembre 2012.

Paula de Jesus per Labur

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PORTO DI OSTIA: PENISOLE E PARCHEGGI SUL MARE. ESPOSTO IN PROCURA.

indicazione della 'penisola'

Il Porto di Ostia ha un’intera ‘penisola’ costruita sull’ex-mare: Yachting Club, Ufficio Postale, Sezione Operativa Navale della Gdf, ristorante, bar e altri locali commerciali. Le foto aeree parlano chiaro, i documenti ed il progetto un po’ meno. Premesso che non si può costruire sul ‘mare’, andremo fino in fondo a questa vicenda che nessuno ha visto da Veltroni in poi, presentando un esposto in Procura. In realtà il Porto di Ostia un’eccezione a riguardo già l’ha avuta. Un anno fa, in occasione dell’approvazione del progetto per il raddoppio del porto, il nuovo molo sopraflutto di oltre 2 km è stato adibito anche a parcheggio perché, in fase progettuale, non c’era altro spazio disponibile per dotare di un posto auto i 600 e nuovi passa posti barca, come previsto per Legge. Dunque, con tanto di delibera dell’Assemblea Capitolina, gli standard urbanistici (nel caso specifico, i parcheggi), senza i quali nulla si sarebbe potuto fare, sono stati ‘trovati’ sul mare. Tornando invece alla ‘penisola attrezzata’, ci domandiamo se questa non sia legata alla mancata realizzazione della Caserma della Guardia di Finanza, inclusa nel progetto iniziale, approvata in tutte le delibere e che improvvisamente è stata sostituita (senza alcun atto pubblico) da una scuola e un museo anche questi mai realizzati. Nel frattempo, in quell’area, è sorto un ecomostro, un residence, un orrendo palazzone, di 110 unità residenziali che verrà affiancato dall’hotel Porto di Roma all’interno del perimetro portuale. L’inizio lavori dell’albergo era previsto per il 30 giugno 2011, direttore dei lavori Paolo Solvi (coordinatore UDC), ma tutto è slittato, si dice, per difficoltà burocratiche (forse anche economiche). Nel nostro esposto includeremo anche questa situazione, perché non c’è dubbio che sia tutto collegato.

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OSTIA: COSTRUTTORI E BALNEARI AFFOSSANO IL BORGHETTO DELL’IDROSCALO DENTRO IL WATERFRONT

Il convegno sul Distretto del 17 maggio 2013

Quale futuro per l’Idroscalo di Ostia, che, dentro il waterfront, a sua volta incluso nel Secondo Polo Turistico di Roma Capitale, rappresenta l’intervento più importante del progetto stesso? Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 10 aprile 2013 del Dpcm di istituzione del Distretto turistico e balneare del Secondo Polo turistico di Roma Capitale, si fa complesso il percorso seguito in questi anni dalla comunità locale per realizzare un proprio borghetto alla foce del Tevere. Tutti ricordiamo il vile tentativo di sgombero eseguito da Alemanno il 23 febbraio 2010, così come tutti hanno sentito ieri, in aula Massimo Di Somma del X Municipio (ex-XIII), che tutti gli schieramenti candidati al parlamentino ostiense (dal Centrodestra al Centrosinistra, da Casapound a Rifondazione Comunista) vogliono invece che il borghetto dell’Idroscalo diventi realtà. L’istituzione del Distretto crea però seri problemi perché i primi firmatari del protocollo d’intesa sono i costruttori romani e i balneari di Ostia che su quell’area hanno forti interessi speculativi. Ricordiamo che il Distretto comprende il territorio dei Comuni di Fiumicino, Pomezia e Valmontone, l’ex-XIII Municipio e parte degli ex-Municipi XII, XV e XVI di Roma Capitale, secondo la mappa cartografica di cui alla determinazione della Regione Lazio n. A00271 del 22 gennaio 2013. Avrà enormi poteri decisionali sull’area, anche di indirizzo politico, nonché agevolazioni fiscali, occupazionali e amministrative tanto da rappresentare una ‘Zona a burocrazia zero’, prima in Italia. Non è un caso che, dopo 27 anni, il 19 aprile di quest’anno tutti le associazioni balneari del litorale romano si siano riunite in un’unica Confederazione per esser ancora più forti. Non tutto però è deciso.
Ancora devono essere completate le procedure istruttorie in corso. Infatti i distretti turistici sono delimitati dalle Regioni, d’intesa con il Ministero dell’economia e finanze e con i Comuni interessati, previa Conferenza dei servizi. Un passo in questa direzione lo deve ancora fare l’Agenzia delle Entrate. Scandaloso pertanto che ieri si sia tenuto il convegno/dibattito “Il Distretto Turistico Balneare del Secondo Polo” a cui hanno partecipato il sindaco di Roma, Alemanno, il delegato al Turismo di Roma Capitale, Antonio Gazzellone, il direttore generale del Dipartimento del Turismo della Presidenza del Consiglio, Roberto Rocca e il sen. Mauro Cutrufo presso Spazio Novecento, piazza Guglielmo Marconi 26/b (ore 16.30). Assenti i cittadini, assente la stampa ma presenti i balneari: Rosella Pizzuti, Presidente del Sib Roma, e l’immancabile Presidente di Assobalenari Roma, Renato Papagni.

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OSTIA, WATERFRONT – IL DIETROFRONT DI ALEMANNO E VIZZANI

28 Marzo 2013, Campidoglio - Sala delle Bandiere. Il Sindaco Alemanno riceve il Tavolo Partecipato del Waterfront e annuncia la Cabina di Regia

Il 29 Marzo dichiarava un tronfio Presidente del XIII Municipio G. Vizzani “Quanto accaduto per il progetto Waterfront è da considerare un fatto epocale, un risultato inaspettato. La prossima settimana insieme all’ingegner Stravato dovremo redigere il regolamento (della cabina di regia, n.d.r.) […] Il sindaco si è inoltre riservato di riferire ulteriori considerazioni entro martedì prossimo. Il regolamento sarà oggetto dell’ordinanza che darà vita alla cabina di regia e al tavolo tecnico” .
E’ passato quasi un mese e siamo al nulla di fatto. Non solo. La bozza che gira, oggetto di ordinanza sindacale, redatta nell’incontro tra il Resp. Dipartimento Programma e Attuazione Urbanistica, Ing. Errico Stravato, e il Presidente del Municipio XIII, Giacomo Vizzani, è una presa per i fondelli. Si tratta infatti della fotocopia del Processo Partecipato.
Non è tollerabile che un Presidente del Municipio, che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini e che ha osteggiato per mesi il Tavolo Partecipato sul Waterfront, si vanti di aver ottenuto per primo in Italia un risultato che in realtà disattende. Una becera strumentalizzazione da campagna elettorale. A dichiararlo è Paula de Jesus, urbanista di LabUr – Laboratorio di Urbanistica e membro del Tavolo Tecnico Partecipato sul Waterfront.
Nonostante il fax del 4 Aprile, in cui si sollecitava l’ordinanza sindacale o d.d. per la Cabina di Regia sul “waterfront” di Ostia, e il fax dell’11 Aprile, in cui si chiedeva con urgenza di aver copia del verbale della riunione tra il Presidente Vizzani e l’Ing. Stravato, l’amministrazione, in totale dispregio dei principi della partecipazione, quali la trasparenza e il dialogo, redige un documento lontanissimo da una cabina di regia, che il tavolo aveva proposto al Sindaco per venire incontro all’esigenza di abbreviare i tempi della Progettazione Partecipata, votata dal consiglio del Municipio XIII il 28 Marzo scorso.
La cabina di regia doveva prevedere la presenza del Tavolo alle conferenze di servizi e non la fotocopia del Processo Partecipato. I cittadini non sono merce per becere speculazioni di propaganda politica.

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WATERFRONT: SOLLECITO INCONTRO DIP. URBANISTICA

Il fax di LabUr che segue quello del tavolo partecipato sul “waterfront” (v. LINK) inviato oggi.

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X MUNICIPIO DI ROMA CAPITALE (ex-XIII): 5 TOPONIMI E UN NUOVO SANTO. I CITTADINI CHI LI HA VISTI?

‘Santo’ subito. Questo il coro unanime per l’Ing. Tonino Egiddi, dirigente U.O. Città Periferica presso il Dipartimento di Urbanistica del Comune di Roma. A sperticarsi in elogi, anche il Presidente del X Municipio (ex-XIII), Giacomo Vizzani: “Le grandi soluzioni si trovano con grandi uomini”, ovviamente riferito ad Egiddi. “Egiddi ci ha sopportato in questi tre anni” è il coro dei progettisti. “Grazie Egiddi, grazie!”, il coro dei presidenti dei Consorzi di autorecupero, ‘miracolati’ da Egiddi. Queste le dichiarazioni che si ricavano dalle registrazioni degli interventi e dagli scritti nel processo partecipativo.
Ma che cosa ha fatto Egiddi? Ha portato avanti in 3 anni il processo di progettazione dei cosiddetti toponimi, cioè nuclei abusivi non perimetrati. I primi 55 furono già individuati con la deliberazione di Consiglio Comunale n. 92 del 29 maggio del 1997. Però solo in data 21 dicembre 2009 il Consiglio Comunale, con deliberazione n. 122, ha definitivamente approvato gli “Indirizzi per il recupero urbanistico dei nuclei di edilizia ex abusiva: modalità per la formazione, l’approvazione e l’attuazione della Pianificazione Esecutiva”. Da quella data, i cori osannanti l’Ing. Tonino Egiddi al grido di ‘Santo subito’. Sebbene l’iter burocratico non sia terminato, finalmente tutti i consorziati all’interno dei toponimi possono dedicarsi al famoso mantra: “Speriamo che quanto prima possiamo costruire le nostre piccole case nei nostri piccoli lotti”. Ma è realmente così?
Da marzo 2006 il Comune di Roma si è dotato di un importante strumento per favorire il confronto e il dialogo tra Amministrazione e cittadini: il “Regolamento del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana”, in cui rientrano i toponimi. Dunque, ci si aspetterebbe un fiume di persone interessate a ‘partecipare’ agli incontri pubblici aperti alla cittadinanza del 18 luglio e del 21 novembre 2012 visto che sono ben 5 nuclei i edilizia ex abusiva da recuperare. In particolare:
n. 13.03 denominato “La Lingua Aurora”
n. 13.04 denominato “Infernetto Ponte Olivella”.
n. 13.07 denominato “Dragona – Via di Bagnoletto”
n. 13.08 denominato “Infernetto Via Lotti”
n. 13.10 denominato “Monti San Paolo – Monte Cugno”
Invece, a parlare durante il processo partecipativo solo i presidenti dei Consorzi, rispettivamente: Franco De Luca (1), Rina Rovo, Franco de Luca (2), Giancarlo Anelli, Giuseppe D’Anzieri. Nessun cittadino. Ma i miracoli un Santo Urbanista non li fa e dei 5 toponimi, ad oggi, solo uno (“La Lingua Aurora”) è stato adottato con la delibera di Assemblea Capitolina n.56 del 6 dicembre 2012, ed ora aspetta il via libera della Regione Lazio. Per gli altri 4, la strada è ancora lunga, anche se il 22 marzo la Giunta Capitolina, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Marco Corsini, ha approvato quello Infernetto-Ponte Olivella. Ora dovrà passare in commissione Urbanistica e in consiglio Municipale prima di approdare in Aula Giulio Cesare e dopo in Regione. Peccato che per Ponte Olivella ci sia il progetto, ma non le adesioni dei cittadini. Ecco perché durante il processo partecipativo non c’era nessuno. Perché dunque tutta questa fretta e tutta questa santità?

Paula de Jesus per LabUr

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