Qui di seguito, l’esposto inviato per PEC, fax e mail ordinaria ai destinatari indicati. Ora non ci sono più scuse, ora sono tutti informati, ora o ci sono interventi o si conferma l’omertà.
ESPOSTO PECe mail ordinaria anticipata via fax (26 settembre 2013), inviato ai seguenti destinatari:
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COMUNE DI ROMA
Sindaco (Ignazio Marino), Segretariato Generale (Liborio Iudicello), Capo di Gabinetto (Luigi Fucito), Avvocatura Capitolina ( Rodolfo Murra), Assessore alla Trasformazione Urbana (Giovanni Caudo), Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica (Anna Maria Graziano), Direzione Programmazione e Pianificazione del Territorio (Paolo Capozzi), Direzione Programmazione Grandi Opere Strategiche (Cinzia Esposito), Dipartimento Comunicazione e Diritti dei cittadini (Marco Girella)
REGIONE LAZIO
Presidente (Nicola Zingaretti), Assessore Politiche del territorio, Mobilità, Rifiuti (Michele Civita), Assessore Infrastrutture, Politiche abitative, Ambiente (Fabio Refrigeri), Assessore Politiche del bilancio, Patrimonio e demanio (Alessandra Sartore), Dipartimento Istituzionale e Territorio (Luca Fegatelli), Direzione Regionale Urbanistica e Territorio (Manuela Manetti), Porti e Trasporto Marittimo (Roberto Fiorelli), Urbanistica e Copianificazione Comunale (Maria Teresa Longo)
MUNICIPIO X
Presidente (Andrea Tassone), Vice Presidente (Sandro Lorenzatti), Assessore all’Urbanistica (Giacomina di Salvo), Dirigente U.O.T. (Paolo Cafaggi)
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Il “Laboratorio di Urbanistica – LabUr”, nella persona del Presidente dr. Ing. Andrea Schiavone, nato a Roma (RM) il 18 Marzo 1963, telefono 340-5708124,
ESPONE I FATTI DI SEGUITO RIPORTATI
L’attuale Municipio X, il Comune di Roma e la Regione Lazio proseguono l’iter burocratico del raddoppio del “Porto di Roma” non fornendo alcuna pubblica informazione del perché siano ignorate le indagini della Procura di Roma (presunta falsificazione di documenti), il fallimento della società A.T.I. srl e la mancata realizzazione, p.es., della Caserma della Guardia di Finanza, come da Accordo di Programma. Elementi sufficienti per una sospensione cautelativa dell’iter burocratico in attesa del riscontro dell’informativa Antimafia e della verifica urbanistica/finanziaria/patrimoniale circa la legalità dell’operazione.
PREMESSO
– che con delibera nr.134 del 31 luglio 2000, il Consiglio del Comune di Roma ratificava l’Accordo di Programma ai sensi dell’art. 27 della legge n. 142/90 per la realizzazione del programma degli interventi denominato “Porto di Roma” in località Ostia Ponente, ponendo a carico della proponente società A.T.I. SpA (c.f. 04988851004) gli oneri relativi alla realizzazione del porto turistico e delle opere annesse;
– che la stessa società A.T.I. srl (passata da SpA a srl in un secondo momento) ha dichiarato fallimento in data 18 aprile 2013;
– che il raddoppio del “Porto di Roma” è indicato dal Comune di Roma come ‘opera strategica’ all’interno del programma ‘Secondo Polo Turistico’;
– che le autorizzazioni per il raddoppio del “Porto di Roma”, sono rilasciate principalmente dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio,
VISTO
– che da un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia resa in parte pubblica a settembre 2013, risulterebbe nei giorni successivi al 4/X/2012 la falsificazione di un documento da parte di M.Balini, General Manager della A.T.I. srl, per ottenere le autorizzazioni per il raddoppio del “Porto di Roma”;
– che M.Balini ha annunciato il 13 ottobre 2012 dalle pagine del quotidiano Il Messaggero (pag.43, a firma di Giulio Mancini) “l’apertura del cantiere a novembre 2012”, dichiarando di aver ottenuto il “via libera di Regione Lazio e Campidoglio”;
– che con delibera n.46 dell’Assemblea Capitolina in data 12/XI/2012 veniva ratificato l’Accordo di Programma per il raddoppio del “Porto di Roma”;
– che in data 8/VI/2013 Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, il giorno prima del silenzio elettorale per il ballottaggio delle elezioni del sindaco di Roma, ha dichiarato di aver “firmato l’accordo di programma che da il via libera agli interventi di ampliamento del Porto Turistico di Roma ad Ostia”;
– che la neo-eletta Giunta dell’attuale X Municipio, insediatasi a metà giugno 2013, continua a sostenere il raddoppio del “Porto di Roma”, pur essendo a conoscenza del fallimento della A.T.I srl e delle indagini giudiziarie in corso,
CONSIDERATO
– che non risulta alcuna dichiarazione dell’attuale X Municipio, del Comune di Roma e della Regione Lazio sui gravi fatti che da luglio 2013 investono il “Porto di Roma” e solo in parte sopra narrati;
– che non risulta alcun atto pubblico dell’attuale X Municipio, del Comune di Roma e della Regione Lazio per esigere dalla A.T.I. srl il rispetto degli oneri inclusi nel sopra citato Accordo di Programma, alcuni mai in 12 anni ottemperati, come la Caserma della Guardia di Finanza su via Carlo Avegno;
– che nei contratti di vendita la A.T.I. srl ha riservato per sé varie proprietà presenti all’interno del “Porto di Roma”, inclusa la torre di controllo che ha però ‘compito di controllo istituzionale’ e funzionale per il porto,
SI CHIEDE
1) di sospendere l’iter burocratico per il raddoppio del “Porto di Roma” in attesa della conclusione delle indagini presso la Procura di Roma;
2) di verificare l’adempimento da parte dell’A.T.I. srl degli oneri relativi alla realizzazione del porto e delle opere annesse, come da Accordo di Programma;
3) di verificare se le proprietà dall’A.T.I. srl a sé riservate all’interno del “Porto di Roma” siano incluse nel fallimento o se siano state vendute o cedute prima del fallimento;
4) di verificare se esistono irregolarità finanziarie che possano, a seguito del fallimento, generare danni a terzi.
Con tale esposto, basato su documentazione pubblica e riscontrabile, si intendono edotti i destinatari delle informazioni ivi narrate. Ogni mancato atto d’ufficio, dovuto dal singolo destinatario per garantire il rispetto e la legalità dell’Accordo di Programma sopra citato, costituisce non solo omissione in atti d’ufficio ma omissione di denuncia di reato qualora, a conclusione delle indagini, risulti quanto da noi esposto e, per negligenza degli organi preposti, ignorato.
Con osservanza,
dr.Ing. Andrea Schiavone