Se a Roma il problema è il ‘traffico’, una ragione ci sarà: forse colpa di amministratori inadeguati? E il caso di Giacomina Di Salvo, assessore all’Urbanistica dell’attuale X Municipio in quota a una Lista Civica Marino a cui non è mai appartenuta. La Di Salvo si è sempre occupata di rischio sismico, ora invece si interessa di mobilità pur essendoci un altro assessore municipale a questo preposto. Moglie di un presidente di un comitato di quartiere in area PD, presso la cui sede si sono tenuti con la Di Salvo più incontri che consigli municipali, ha recentemente affrontato due temi storici del territorio: il trenino Roma-Lido e il raddoppio della via di Acilia. Nel primo caso, ha approvato, consentendo la votazione in aula municipale, la realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie alla futura stazione di Acilia-Dragona (sovrapasso pedonale e parcheggio) modificando addirittura l’ordine delle priorità delle opere pubbliche inserite nel Programma di Recupero Urbano “Acilia Dragona” (adottato nel 2001). In realtà per la stazione non ci sono i soldi e il cantiere, che doveva aprire il 7 novembre di quest’anno, ancora non esiste. Esistono invece i problemi della ferrovia ex-concessa Roma-Lido, un continuo ripetersi di guasti e disservizi, sui quali nessuno interviene in materia definitiva, ma che tutti promettono di risolvere da decenni. Per quanto concerne il raddoppio della via di Acilia (atteso da oltre 10 anni e legato allo scandalo delle Terrazze del Presidente) è tutto fermo, ma l’assessore ‘sismico’ ha voluto dare una scossa agli uffici: impegnarsi a sollecitare il progetto del sottopasso tra via di Acilia e la via Cristoforo Colombo (anche qui senza soldi). Peccato non abbia considerato il rischio idraulico dell’opera e l’inadeguatezza della soluzione dovuta al variato carico urbanistico dell’area occorso negli anni, fatto questo anomalo per la Di Salvo presentata come una ‘esperta urbanista’. Un corretto approccio urbanistico dovrebbe integrare le funzioni di pianificazione, progettazione e controllo della mobilità pubblica e privata con le esigenze del territorio. Dopo 6 mesi un assessore tecnico avrebbe dovuto almeno spiegare come intende pianificare la rete del trasporto pubblico su gomma e su ferro, studiare e monitorare i flussi di traffico privato e merci, valutare il carico urbanistico nei vari settori territoriali. E’ evidente che l’assessore Di Salvo non ha competenza sulla mobilità, nè ‘de jure’ nè ‘de facto’. Inutili dunque le sue dichiarazioni a mezzo stampa, lezioncine riassuntive di problemi noti a tutti e di informazioni reperibili su internet.
Poiché un assessore municipale percepisce uno stipendio che si aggira attorno ai 1.800 euro, una serie di benefit e la conservazione del reddito lavorativo, si giustifica una tale spesa per i cittadini per fare tour nel municipio e produrre documenti che chiunque potrebbe stilare con una semplice ricerca su Google? L’urbanistica è una disciplina al servizio della collettività e non un giocattolo di famiglia per tour nei comitati di parenti e amici. Forse la sede isolata sul Lungomare Lutazio Catulo dove ha voluto portare i suoi uffici non giova al bene comune.
dr.Ing. Andrea Schiavome
presidente LabUr