OSTIA: LO SCANDALO DELLE CASE ARMELLINI

Pochi ne parlano e la sede del PD di Nuova Ostia proprio dentro uno dei locali presi in affitto dal Comune di Roma da una delle società di Angiola Armellini per “Edilizia Residenziale Pubblica” è l’esempio eclatante. Il Comune paga da sempre la famiglia Armellini che ora la Guardia di Finanza scopre aver evaso le tasse, anche quelle comunali (ICI, IMU) mediante un intreccio di società estere. Qui di seguito l’informativa della Guardia di Finanza e le dichiarazioni (tra di loro contraddittorie) rilasciate dall’amministrazione capitolina. Nessuno sapeva nulla?
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Alla luce delle risultanze investigative emerse dalle indagini svolte, è stato possibile conseguire significativi risultati di servizio in materia di lotta all’evasione fiscale internazionale ed alla detenzione occulta di capitali all’estero.
In particolare si è proceduto:

– al disconoscimento dei citati trust di diritto estero di cui è stata dimostrata l’invalidità, in termini di fittizia interposizione e la conseguente inopponibilità all’amministrazione finanziaria, in qaunto privi dei connotati fisiologici di tale istituto;
– alla disapplicazione degli effetti scriminanti dei menzionati 10 scudi fiscali riferiti al patrimonio estero della Armellini Angiola per circa 100 milioni di euro, in ragione del fatto che le relative istanze di emersione non sono state presentate dall’effettivo beneficiario dei beni artatamente conferiti in trust, bensì dai relativi, formali trustee;
– alla segnalazione nei confronti della competente A.G. di n.13 soggetti a vario titolo indagati per i reati di cui agli artt. 4 e 5 del D.Lgs. n.74/2000, 416 c.p. (con riguardo a 4 dei predetti soggetti) nonché 640 comma 2, c.p.;
all’esecuzione, oltre che di numerose e complesse attività di indagine e di polizia giudiziaria, anche di attività ispettive di natura amministrativa, di cui:
1) nr.3 verifiche fiscali nei confronti di altrettante società ritenute estero-vestite riqualificate quali ‘evasori totali’;
2) nr.1 verifica fiscale nei confronti di persona fisica detentrice di rilevantissimi interessi economici occultati all’estero;
– alla contestazione di violazioni alla normativa in materia di monitoraggio fiscale in relazione all’importo complessivo di € 2.157.959.577,15;
– alla constatazione di violazioni tributarie corrispondenti ai seguenti importi:
1) maggiore base imponibile ai fini IRES: € 110.339.969,97;
2) maggiore base imponibile ai fini IRPEF: € 79.037.486,00;
3) imposta di registro evasa: 231.600,00;
– all’individuazione di un vasto patrimonio immobiliare, articolato in
1) n.3 alberghi (cc.dd. ARAN Hotels)
* Barcelò Aran blu, situato in Ostia (Roma), Lungomare Duca degli Abruzzi n.72;
* Barcelò Aran Mantegna, situato in Roma, via ANdrea Mantegna n.130;
* Barcelò Aran Park Hotel, situato in Roma, via Riccardo Forster n.24;
2) n.1243 fabbricati, ubicati in Roma (in prevalenza), Pomezia (RM) e Sezze (LT), principalmente costituiti da appartamenti con relative pertinenze facente capo – per il tramite di soggetti nazionali ed esteri – in ultima istanza, alla predetta imprenditrice romana.

Tale circostanza, come si dirà meglio nel prosieguo, è stata oggetto di comunicazione ai competenti Organi istituzionali, al fine della applicazione delle misure cautelari ritenute opportune.
L’attività di servizio, peraltro, ha consentito di approfondire specifici profili normativi in relazione ai quali – ravvisate talune criticità – sono state avanzate alla Superiore Gerarchia n.3 proposte di modifica normativa.

Così parlò il 23 gennaio 2014 il presidente del Municipio X, Andrea Tassone
LO SCANDALO DELLE CASE ARMELLINI A OSTIA: ANDREA TASSONE
Così parlò il 23 gennaio 2014 il vicesindaco del Comune di Roma, Luigi Nieri
LO SCANDALO DELLE CASE ARMELLINI A OSTIA: LUIGI NIERI
Così parlò il 2 febbraio 2014 il sindaco del Comune di Roma, Ignazio Marino
LO SCANDALO DELLE CASE ARMELLINI A OSTIA: IGNAZIO MARINO

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MUNICIPIO X, INFERNETTO: IL CAOS TRA CENTRO COMMERCIALE, URBANISTICA E CODICE DELLA STRADA

Non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta dall’assessore municipale all’urbanistica, Giacomina Di Salvo, su presunte irregolarità collegate all’apertura di un nuovo centro commerciale all’Infernetto. Nel frattempo però sono accadute due cose, entrambe imbarazzanti:
1) l’assessore Di Salvo si è fatta fotografare all’inaugurazione di un finto inizio lavori di un impossibile parcheggio davanti alla stazione di Casalbernocchi, dove si è giocato con le macchinine dei bambini;
2) il passo carrabile, da noi contestato, è stato chiuso.

Restano aperte le domande relative a tutte le altre irregolarità oggetto dei nostri esposti ma soprattutto resta aperta una domanda: è così difficile comprendere, per un assessore, il codice della strada e il regolamento viario del Comune di Roma?
Eppure è scritto chiaro: “Per passo carrabile si intende l’insieme delle opere e degli apprestamenti per collegare alla rete stradale i fondi o i fabbricati ed, in particolare, le aree o gli edifici per la sosta dei veicoli… per le strade locali va rispettata la norma che prevede l’interdistanza dei passi carrabili (tra loro e con le intersezioni) pari a 12 m, salvo il caso di autorimesse di notevole capienza (superiore ai 300 posti auto) per le quali detta interdistanza deve risultare non inferiore ai 30 m”. Ora, il supermercato in questione ha ben due passi carrabili uno affianco all’altro, su via di Castelporziano. Via di Castelporziano, nel tratto in questione, è classificata come strada interzonale (tipo E) e dunque deve essere rispettato quanto sopra, addirittura con misure più restrittive se deve applicarsi rigidamente la norma che la definisce un “sottotipo di strada di quartiere”.
Evitiamo di parlare dell’interferenza con il traffico pedonale, perché dovrebbe esser lasciato a quest’ultimo lo spazio e le condizioni di sicurezza. L’Ufficio Tecnico ci scrive che nessuno ha mai richiesto l’apertura di passi carrabili, la polizia municipale sembra non conoscere il Codice della Strada, il supermercato apre come se nulla fosse e l’assessore gioca con le macchinine. Evviva l’Italia, abbasso il Codice della Strada.

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FOSSO DEL FONTANILE: NO AL SOTTOPASSO DI MALAFEDE, SI ALLA SICUREZZA IDROGEOLOGICA

Gli effetti dell'esondazione del Fosso del Fontanile il 20.10.2011

Ci opporremo con tutti i mezzi possibili al dissennato progetto per la realizzazione del sottopasso alla via Cristoforo Colombo in corrispondenza della via di Malafede aggiudicato l’8.5.2013 in via definitiva dal Comune di Roma e dal 15.1.2014 in pubblicazione presso l’Albo Pretorio.
E’ assurdo e irresponsabile, con la realizzazione del citato sottopasso, alterare il già precario regime del Fosso del Fontanile aumentandone la portata per l’immissione dello scarico delle acque meteoriche della sede stradale, della raccolta delle acque di superficie provenienti dalla tenuta di Castelporziano e soprattutto con una discutibile sistemazione del corso del fosso stesso, sotto la sede stradale, mediante realizzazione di un sifone rovescio.

Ricordiamo infatti che dopo l’ultima alluvione subita dall’abitato di Punta di Malafede (a Casalbernocchi: via Scartezzini e strade limitrofe), in data 20 Ottobre 2011, causata dallo straripamento del Fosso del Fontanile con disastrosi allagamenti nelle abitazioni, i residenti hanno chiesto un accertamento tecnico preventivo presso il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche di Roma (N.R.G. 23/12) che ha portato, da parte del consulente tecnico d’ufficio, ad individuare le cause degli allagamenti subiti:

– presenza di una discarica abusiva a monte dell’abitato;
– negligenza nella pulizia dell’alveo del fosso;
– realizzazione di uno scatolare (per l’intubamento del fosso, all’interno dell’abitato) di portata non sufficiente;
– presenza di ostruzioni nello scatolare medesimo;
– rimbalzo delle competenze sulla gestione del fosso.

I successivi lavori svolti dall’ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) hanno messo in parte in sicurezza l’abitato ma hanno anche evidenziato che “la sicurezza idraulica dell’abitato di Casalbernocchi, soggetto all’esondazione del Fosso, non è al momento garantita con i parametri normati dal Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico”. Invieremo a breve una comunicazione al Segretariato Generale del Comune di Roma, Direzione Contratti e Appalti, affinché blocchi l’opera garantendo invece i requisiti per la pubblica e privata incolumità dei cittadini di Punta di Malafede (Casalbernocchi).

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OSTIA, VIA C.COLOMBO E L’INSANA SCELTA DEI CAVALCAVIA

Nel cerchio, l'incrocio di via Pindaro

Per numero di veicoli coinvolti in incidenti, le intersezioni della via Cristoforo Colombo più pericolose, nel tratto interno all’attuale X Municipio, sono: via di Malafede (tamponamenti multipli), via di Casalpalocco e via Pindaro/via E.Wolf Ferrari. Una situazione da sempre denunciata ma mai affrontata con competenza dalla pubblica amministrazione. Tutti si aspettavano soluzioni serie invece la beffa è arrivata proprio in questi giorni. Dopo l’incidente del 1° gennaio di quest’anno al km. 22,00 della Colombo, dove un giovane ha perso la vita per una imprudenza scavalcando di notte il guardrail, si è risvegliata l’attenzione sulla ‘pericolosità’ della via, rivolta non al traffico veicolare bensì agli attraversamenti pedonali, inesistenti da sempre, per scelte sbagliate e negligenza della pubblica amministrazione. La soluzione proposta dall’attuale giunta municipale, governata dal presidente Andrea Tassone, è quella di realizzare dei sovrappassi presso gli incroci a raso già semaforizzati prendendo però come esempio una realizzazione per nulla analoga: il sovrappasso delle Tre Fontane su via Laurentina, dove non c’è alcun semaforo. Chiunque sia competente in materia è a conoscenza del fatto che la soluzione di un sovrappasso in prossimità di incroci a raso, già regolati da semaforizzazione, non solo è inutile ma finisce anche per ridurre la visibilità presso gli incroci stessi, rendendo più pericoloso l’attraversamento veicolare. E’ il caso della via Cristoforo Colombo, che nel tratto in questione è classificata come strada urbana a scorrimento (non veloce), tipologia di strada che ammette attraversamenti pedonali semaforizzati, non a livello sfalsato, come conferma anche il Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale.

Perché dunque la scelta di sovrappassi? Tutto ha inizio dalle scelte sbagliate dell’amministrazione, sempre di centro-sinistra, nel periodo 2006-2008, allora minisindaco Paolo Orneli. Si tentò di mettere in sicurezza l’incrocio di via Pindaro, propendendo appunto per un sovrappasso ciclopedonale. Ad agosto del 2006 il sovrappasso era in fase di progettazione. Nello stesso mese del 2007 l’opera fu finanziata e dichiarata di «immediata cantierabilità». A febbraio del 2008 il Campidoglio garantì che stavano per partire i lavori. Ma a gennaio 2014 ancora non si sa neppure che fine abbiano fatto i 550 mila euro destinati per quella realizzazione. Una soluzione, quella del sovrappasso, che a quel tempo non convinceva neppure i componenti del PD che oggi come nel 2006, siedono nel Municipio X (ex-XIII), ma che invece adesso plaudono la scelta allora contestata. E’ il caso di Marco Belmonte, attuale assessore municipale alla ‘sicurezza’, di Giuseppe Sesa, oggi capogruppo municipale del PD, che voleva addirittura un sottopasso. Il cartello lavori del sovrappasso è ancora lì, dopo 5 anni. Ad aggiudicarsi la gara il 5 maggio del 2008 è stata l’azienda “A.R. Alessandro Rubei Costruzioni srl” con un ribasso eccezionale del 40.3950 % sull’importo dei lavori a base d’asta (€ 466.463,95 diventati 278.035,84). L’azienda è legata alla costruzione delle opere di urbanizzazione e alla realizzazione di unità abitative in località Malafede ed anche ad altre opere per la EUR Servizi Terziari, cioè le Terrazze del Presidente su via di Acilia. Coincidenze? Forse. I lavori dovevano durare 180 giorni a partire dalla data del 31 marzo 2009. Invece accadde l’impiccio. A seguito dell’entrata in vigore del Decreto ministeriale del 14 gennaio 2008, ‘Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni’ (G.U. n.29 del 4 febbraio 2008), e alla normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche, l’impresa presentava un nuovo progetto esecutivo, con una integrazione economica di € 324.840,00 (incremento di circa il 120%). Il Comune, pur valutando tecnicamente idoneo il progetto, ritenne di non approvarlo a causa dei costi elevati e comunicò, il 12 luglio 2009, la possibile risoluzione contrattuale per inadempimento dell’appaltatore. L’epilogo della vicenda si è avuto con la Deliberazione n.64 (Adunanza del 3 novembre 2010) dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture con cui si invitava il Comune a comunicare, nel termine di 30 giorni, le proprie valutazioni ed i provvedimenti adottati o che intendeva adottare per la definizione del caso in questione. Poi il silenzio. Nel frattempo, il 4 febbraio 2009, nell’Aula Consiliare del Municipio ostiense, si apprendeva che il sovrappasso sarebbe stato spostato all’altezza dell’innesto di via Pericle (Casalpalocco) su via C. Colombo, per finire su via Guarnieri (Infernetto), per favorire principalmente i ragazzi del liceo scientifico Democrito sito in via Prassilla a Casalpalocco. La soluzione dei sovrappassi è inutilmente costosa rispetto ad un attraversamento pedonale semaforizzato, introduce ulteriore pericolosità al traffico veicolare, finisce per realizzare artificiose barriere architettoniche e non risolve in tempi brevi neppure la questione della sicurezza dei pedoni, considerato che riattivare tutta la procedura amministrativa di una nuova gara significa attendere almeno 14 mesi, più altri 6 per i lavori.

In tutta questa confusione e approssimazione, LabUr chiederà Accesso Civico agli atti pubblici della precedente gara, almeno per capire dove sono finiti i 550 mila euro previsti per un sovrappasso già inutile 8 anni fa.

Paula de Jesus, per Labur

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MUNICIPIO X, LAVORI SU VIA DI CASTEL FUSANO: RISPONDE IL COMUNE DI ROMA

Il Segretariato-Direzione Generale, Direzione Regolamentazione e controllo dell’attività amministrativa, ieri, 20 dicembre 2013, con N° di Protocollo RC 22122, ha risposto in merito all’esposto presentato da LabUr sui lavori in Via di Castel Fusano (LINK). Nonostante il 18 dicembre ci sia stato il quarto comunicato stampa del Presidente del Municipio X, Andrea Tassone, i lavori su via di Castel Fusano il 19 dicembre non sono partiti, un flop preannunciato da LabUr già l’11 dicembre.
Scrive il Segretario-Direttore Generale al Direttore del Municipio X e al Dirigente U.O.T del Municipio X, in copia conoscenza al Presidente Tassone, all’Assessore alle Periferie e LL.PP. del Comune di Roma, al Comandante U.O. X Gruppo “Mare”, al Direttore del Dipartimento Tutela Ambientale-Protezione Civile, al Segretariato Generale Direttore Area Trasparenza, che “con riferimento all’esposto indicato in oggetto, con p.e.c. del 17/12/2013 (prot. RC21846/17.12.13) da LabUr- Laboratorio di Urbanistica per segnalare presunte irregolarità procedurali nell’ambito dell’affidamento dell’appalto dei lavori per la messa in sicurezza di via di Castel Fusano e per la realizzazione della pista ciclabile sulla via adiacente, si chiede alla SS.LL. di fornire una dettagliata relazione in ordine alle censure poste dall’istante, dandone comunicazione anche a questo Segretariato-Direzione Generale”. Vedremo quindi se l’appalto dei lavori in via di Castel Fusano, per un importo di 1 milione di euro (600mila per la strada, 400mila per la pista ciclabile), è stato gestito nelle piena trasparenza amministrativa.

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MUNICIPIO X, VIA DI ACILIA: ESPOSTO SULLE OPERE DENTRO LA RISERVA NATURALE STATALE DEL LITORALE ROMANO

Si può costruire un nuovo Impianto di Riduzione Intermedia della pressione gas (I.R.I.) presentando una semplice Denuncia di Inizio Attività (D.I.A.) ? Si può pensare di spostare un gasdotto dentro alla Riserva Naturale Statale del Litorale Romano? Secondo l’assessore all’Urbanistica del Municipio X, Giacomina Di Salvo e gli uffici tecnici, sì. Lo scopo? Realizzare un ormai superato e sbagliato progetto del raddoppio della via di Acilia, troppo datato e non più conforme alle esigenze del territorio. Un progetto nato 20 anni fa e che andrebbe rivisto e non forzato sul territorio in maniera ottusa.
Per tali motivi, valutate leggi e normative, presenteremo un dettagliato esposto agli enti competenti chiedendo un adeguamento del progetto stesso affinché siano fermate queste dannose opere propedeutiche (I.R.I. e gasdotto). Siamo certi che ci sia già stato da parte della EUR Servizi Terziari srl, proprietaria dell’area dove si vuole costruire l’I.R.I., un atto di concessione in comodato all’Italgas S.p.A. e che il Comune di Roma abbia provveduto al rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie. Siamo anche certi che la ditta che sta eseguendo i lavori (la Rublan Costruzioni srl) abbia tutte le certificazioni richieste per costruire l’I.R.I. in conto Italgas. Siamo anche certi che i lavori stiano rispettando quanto previsto nell’ordinamento nazionale dal D.P.R. 6 giugno 2001, n.380 T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Ne siamo certi, anche perché se così non fosse vorrebbe dire che l’illegalità ormai si è annidata dentro le istituzioni.
Quello che invece sicuramente non c’è stato è il rispetto dovuto alla Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. Ricordiamo che fino all’approvazione del Piano di Gestione da parte del Ministero dell’Ambiente, restano in vigore le “Misure provvisorie di salvaguardia” dettate dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 29 marzo 1996 che istituisce la Riserva (art. 7). Tali misure prevedono che all’interno del territorio della riserva siano distinte due aree. Quella in oggetto, dove si dovrà spostare il gasdotto, è denominata di tipo 2, caratterizzata “da ambienti agricoli a maggiore grado di antropizzazione con funzioni di interconnessione territoriale e naturalistica”. In tale area (art.7, c.3) “gli interventi di trasformazione e di ulteriore urbanizzazione sono soggetti ad autorizzazione”, comprese anche le opere in questione (art.8, c.1, lett. b). Un’urbanistica seria non ferma la realtà a 20 anni prima, ma segue lo sviluppo del territorio, difendendolo.

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OSTIA, VIA DI CASTEL FUSANO: CARTE NON IN REGOLA, TUTTO FERMO

Non sono iniziati i lavori su via di Castel Fusano, sebbene il presidente del Municipio X, Tassone, lo abbia scritto in 4 comunicati stampa, lo abbia ribadito ieri in sala consiliare e addirittura si sia fatto ospitare su Agenparl, l’agenzia parlamentare per l’informazione politica ed economica. Un flop preannunciato dal fatto che le carte per un appalto da un milione di euro non sono in regola. Assenza del cartello lavori, soldi tirati fuori chissà come dal cilindro magico, affidamento dei lavori senza alcuna evidenza pubblica, mancato studio preliminare dello stato dei 240 pini che contornano la via, inspiegabile marcia indietro della Soprintendenza sui sondaggi archeologici preventivi e, soprattutto, totale assenza presso l’Albo Pretorio della determinazione dirigenziale dal Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, come previsto per legge. Insomma un bel pastrocchio. Per tali motivi, con riferimento al Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ‘Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni’ (G.U. n. 80 del 5 aprile 2013) abbiamo richiesto con urgenza Accesso Civico alla necessaria determinazione dirigenziale sopra citata e comunque la sua pubblicazione prima dell’inizio dei lavori. Ogni giorno, fino a quando non avremo dettagliate risposte, eserciteremo ispezione popolare su questo appalto pubblico. Lavori necessari, indispensabili ma che si devono eseguire nel rispetto della legge e della trasparenza amministrativa.

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MUNICIPIO X, INFERNETTO: IL SUPERMERCATO DELLA VERGOGNA

Dal 27 settembre 2013 la Polizia Municipale di Ostia e l’assessore all’Urbanistica del Municipio X, Giacomina Di Salvo, non rispondono ai nostri esposti (ben due), permettendo di fatto che possa aprire un supermercato all’Infernetto, una delle più pregiate zone residenziali di Roma Capitale, in piena violazione del Codice della Strada e della pianificazione urbanistica. Ha risposto il Comune di Roma, ha risposto il Comando Generale ed il il Gruppo Pronto Intervento Traffico della Polizia Municipale, ha risposto l’Ufficio Tecnico del Municipio: di quel supermercato “non risultano domande di passo carrabile neanche ad uso cantiere”. Può esistere un supermercato senza i regolari ingressi per il parcheggio clienti e per l’area carico/scarico merci? Può esistere un supermercato che li ha entrambi irregolari ma che non c’è reato perché non ‘risultano ufficialmente’? All’Infernetto si. Ora il supermercato ha aperto e regolarizzare la questione sarà più difficile perché si rischia di creare un danno all’imprenditore (che si è avvalso, come coordinatore per la progettazione, dell’Ing.Renato Papagni presidente dell’Assobalneari Roma). Questa è l’Italia che non va. L’Italia che ha una pubblica amministrazione dove l’assessore Di Salvo ha tempo di fare decine di incontri presso il comitato di quartiere del coniuge ma non ha il tempo in tre mesi di dare una risposta. L’Italia che ha un corpo di Polizia Municipale come quello di Ostia che dovrebbe garantire il rispetto dei regolamenti e delle leggi (soprattutto quelle del Comune cui appartiene) e che invece non interviene neppure se sollecitato dal proprio Comando Generale. L’Italia dove un presidente del Municipio X di Roma ‘Capitale’, Andrea Tassone, si conserva la delega al Commercio e non tutela la regolarità amministrativa delle altre attività produttive del territorio. Il costo per richiedere l’autorizzazione di un ‘passo carrabile’ è irrisorio, ma per poterlo richiedere va rispettato l’articolo 22 del ‘Nuovo Codice della Strada’: “senza la preventiva autorizzazione dell’ente proprietario della strada non possono essere stabiliti nuovi accessi e nuove diramazioni dalla strada ai fondi o fabbricati laterali, né nuovi innesti di strade soggette a uso pubblico o privato“. Applicando leggi e regolamenti, quel supermercato, per noi, non è in regola. Aspettavamo delle risposte a conferma della nostra tesi. Abbiamo fatto esposti, non denunce. Ora, visto il silenzio, ricorreremo allo strumento dell’Accesso Civico, previsto dall’articolo 5 del Decreto legislativo n.33 del 14 marzo 2013 e valuteremo dalla documentazione se ci siano stati reati penali dei pubblici ufficiali contro la Pubblica Amministrazione. E questa volta partono le denunce.

I precedenti articoli:
1 – ROMA, INFERNETTO: UN BEL CENTRO COMMERCIALE SENZA ALCUN PASSO CARRABILE
2 – INFERNETTO: IL SUPERMERCATO CONTRO IL CODICE DELLA STRADA
3 – ROMA, INFERNETTO: UN SUPERMERCATO MODIFICA IL CODICE DELLA STRADA

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OSTIA, D’AUSILIO (PD): IL BLUFF DELL’URBANISTICA PARTECIPATA IN SCENA AL TEATRO MANFREDI

Sabato, 14 dicembre, presso il Teatro Nino Manfredi ad Ostia, si terrà l’incontro ‘Agenda per il Litorale’, per “spiegare a chi vive e lavora sul Litorale romano quali sono i progetti del Comune che li riguardano”. Nonostante la presenza degli Assessori all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici del Comune di Roma, l’evento non è stato organizzato dall’amministrazione capitolina, visto che per altro proprio Giovanni Caudo, Assessore alla Trasformazione Urbana, ebbe a scrivere a Luglio “in riferimento alle scelte urbanistiche sul Litorale non si mancherà di coinvolgere la cittadinanza e le sue rappresentanze organizzate con le dovute forme di partecipazione”. Questo spiegherebbe il perché non si tenga in un luogo istituzionale, né tanto meno pubblico, bensì in uno spazio privato a pagamento. Si suppone anche che questo evento non sia finanziato con fondi pubblici, nonostante gli inviti siano partiti dalla segretaria comunale del capogruppo del PD, D’Ausilio. Non si comprende invece perché D’Ausilio lo spacci per un incontro pubblico tra cittadinanza e amministrazione sulle scelte che riguardano il Litorale della Capitale. Il capogruppo di un partito non parla a nome dell’intera giunta comunale e forse nemmeno di quella del proprio partito, vista la debacle nel Municipio X di Cuperlo sostenuto proprio da D’Ausilio alle recenti primarie. L’appuntamento di sabato è più realisticamente l’ennesima presentazione del suo libro “Una capitale sul mare” . D’Ausilio, nonostante non abbia alcuna competenza urbanistica, ha infatti sempre avuto ‘velleità urbanistiche’, che gli hanno procurato, anche nel recente passato, scivoloni catastrofici per eccesso di protagonismo. Lo scorso 29 ottobre, presso il residence Ripetta (un conservatorio per zitelle), all’evento programmatico ‘Le scelte per Roma’ disse testualmente: “Presenterò un pacchetto di misure per creare uno shock nel settore urbanistico… una sessione urbanistica straordinaria dell’Assemblea capitolina, in stretta relazione con la Regione Lazio, per accelerare e completare l’iter di progetti e interventi a lungo attesi… lo 0,30 della futura service tax per la copertura dei servizi di manutenzione di strade, verde e illuminazione”. Ad oggi il vuoto pneumatico. Ma si ricordano anche le sue imbarazzanti proposte per recuperare lo scandalo delle Terrazze del Presidente, lottizzazione abusiva di oltre 250mila mc sulla via di Acilia. ‘Agenda per il Litorale’ quindi non è la presentazione del programma urbanistico della giunta comunale, ma i desiderata di un politico, che ha difeso anche il raddoppio del Porto di Roma e ha glissato sulla necessità di combattere le infiltrazioni malavitose partendo proprio dalla sospensione delle opere pubbliche cadute nel mirino dell’Antimafia. Ribadirà invece “quanto sia importante sfruttare le possibilità che vengono dai traffici marini: Roma capitale d’Italia e centro del Mediterraneo attraverso il Porto di Ostia”, nonostante solo 3 mesi fa abbia fatto scalpore la notizia sul “finanziamento da 100 milioni per l’ampliamento del Porto di Ostia, un documento da falsificare procurato dal numero due della Guardia di Finanza italiana, Emilio Spaziante, un incontro a Bologna con una talpa della Consob “per aggiustare le cose” e l’intervento di Giulio Tremonti per appianare problemi alla realizzazione di un “faraonico progetto”. Sono questi al momento gli elementi su cui la Procura di Roma sta lavorando, emersi da un’inchiesta dell’Antimafia”.
Come farà D’Ausilio a sostenere la centralità del Porto di Roma, seduto affianco all’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma, Paolo Masini, artefice una settimana fa del “Patto per lo Sviluppo, la Legalità e la Trasparenza delle Opere Pubbliche” firmato in Campidoglio dal Comune di Roma con Sindacati e associazioni di categoria? E’ vero che avrà al suo fianco anche il presidente del Municipio X, Andrea Tassone, dichiaratosi ‘carissimo amico’ del patròn del Porto di Ostia, ma è anche vero che le indagini sono ancora in corso e che il Comune di Roma si costituirà parte civile al processo. Non bisogna mai dimenticare che il Porto di Ostia è un’opera pubblica, non privata, che non ha portato alcun vantaggio al territorio e che riguardo alle infiltrazioni criminali esiste una precisa normativa, tra cui la Legge 13 agosto 2010 e il d.lgs 6 settembre 2011, n. 159.
Sabato si assisterà anche alla consegna, da parte dei ‘soliti noti’ e davanti a testimoni di giunta, della lista delle opere fermate, giustamente, e su cui sono in corso approfondimenti tecnici come, ad esempio, “i permessi di costruire per gli interventi proposti con il ‘Piano casa’l’attuazione dei Programmi Integrati e il recupero dei Toponimi”.
Il 14 dicembre dunque, in un luogo privato, ci auguriamo a spese sue, D’Ausilio ci racconterà del suo libro “Una capitale sul mare”, e modererà il suo coautore, l’Architetto Gualtiero Bonvino, che così ha scritto “Roma è l’ultimo avamposto di quell’ Italia che ancora funziona”. A tre giorni dal processo sulle associazioni mafiose sul Litorale, è una frase farsa nella tragedia del presente.

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OSTIA, VIA DI CASTEL FUSANO: UN MILIONE DI EURO, ZERO TRASPARENZA AMMINISTRATIVA

Un milione di euro di lavori su via di Castel Fusano (600mila per la strada, 400mila per la pista ciclabile), gestiti senza alcuna trasparenza amministrativa, non solo rischiano di compromettere la salute di 240 pini ma minacciano anche possibili resti archeologici dell’area. Se il Municipio di Ostia, nelle persone del Presidente Andrea Tassone e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Antonio Caliendo, nonché la Soprintendenza di Ostia, non risponderanno ai quesiti appresso riportati, partiranno le dovute denunce per evidenti violazioni delle leggi e della normativa vigente.

1) IMPORTO DEI LAVORI
Secondo il Municipio, i lavori partiranno entro il 2013 e, grazie ad “un’operazione contabile”, saranno disponibili 578.000 euro. Ad oggi però non esiste alcuna determinazione dirigenziale della Polizia Municipale, pubblicata all’Albo Pretorio, che istituisca una disciplina di traffico provvisoria su via di Castel Fusano in termini di legge. Inoltre su tale via sono presenti 240 pini: come si gestirà la salvaguardia delle loro radici durante i lavori di fresatura per evitare di comprometterne la stabilità e di ripetere situazioni tragiche, come il recente morto sulla via Cristoforo Colombo? Via di Castel Fusano è lunga quasi 3 km ed è fantascienza pensare di ripristinarla tutta con un costo medio di circa 23 euro/mq (radici dei pini comprese). Ricordiamo che per un intervento analogo (via del Lido di Castelporziano, anno 2011) si spesero ben 35 euro/mq, sicuramente troppi, ma che comunque hanno garantito una apprezzabile qualità dei lavori. Il Municipio X è responsabile, grazie al decentramento amministrativo, della manutenzione delle alberate stradali e le alberate stradali sono tutelate dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (art. 10, c.4, lett.g; art. 12, c.1 in quanto le alberature marginali sono pertinenze delle strade pubbliche). Chiederemo dunque all’assessore municipale all’ambiente e sicurezza, Marco Belmonte, di fornire tutte le informazioni necessarie. Marco Belmonte è stato per 5 anni nella precedente consigliatura municipale, come opposizione, presidente della Commissione Garanzia e Trasparenza ma non ha fatto nulla per spiegare dove è finito quasi un milione di euro per riparare via di Castel Fusano in somma urgenza all’interno di uno dei lotti dell’appalto di 5 milioni di euro di giugno 2010. Resta infine da valutare che fine faranno i ben 405.000 euro della limitrofa pista ciclabile (alcuni dicono che addirittura non ci sarebbero più): non vorremo che fossero in parte stati ‘assorbiti’ nei costi di sistemazione di via di Castel Fusano.

2) PISTA CICLABILE
Lateralmente a via di Castel Fusano, nel solo tratto terminale verso via dei Pescatori, è prevista una pista ciclabile i cui lavori dovevano iniziare un anno fa (5 novembre 2012) e terminare dopo 180 giorni. Ad oggi, non c’è nulla perché a suo tempo la Soprintendenza Archeologica di Ostia richiese, tra un pino e un altro, di scavare altre ‘buche’ per fare dei sondaggi archeologici. La zona infatti dove si snoda via di Castel Fusano (area archeologica di Pianabella) è ricchissima di reperti: possibile che a distanza di un anno la necessità dei sondaggi archeologici sia scomparsa? Perché la Soprintendenza oggi tace?

3) AFFIDAMENTO DELL’APPALTO
La fretta con cui il Municipio vuole iniziare ed affidare i lavori, utilizzando magari il principio della somma urgenza o addirittura dell’affidamento diretto, non convince. Se così fosse, oltre ad alcune evidenti mancanze procedurali rispetto a quanto previsto dal “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”, verrebbe meno l’attuazione della evidenza pubblica, cioè della procedura principale e necessaria con la quale la pubblica amministrazione dovrebbe svolgere la sua attività negoziale nell’individuazione di un contraente per il reperimento sul libero mercato di forniture, servizi e opere. Chiederemo pertanto che venga da subito rispettata la comunicazione del 29 aprile 2013 emanata dalla “Autorità per la vigilanza sui Contratti pubblici di lavori, servizi e forniture” che prevede la trasmissione dei dati relativi ai lavori su via di Castel Fusano, con finalità di rilevazione dei dati connesse alle attività sia di vigilanza che di spending review. Interesseremo della questione anche l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Paolo Masini, che di recente è stato artefice del “Patto per lo Sviluppo, la Legalità e la Trasparenza delle Opere Pubbliche” firmato in Campidoglio dal Comune di Roma con sindacati e associazioni di categoria. Tale patto intende infatti favorire la conoscenza e la verifica da parte dei cittadini delle previsioni e conseguenti realizzazioni delle opere pubbliche a Roma Capitale: via di Castel Fusano è tra queste.

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