MUNICIPIO X, LAVORI SU VIA DI CASTEL FUSANO: RISPONDE IL COMUNE DI ROMA

Il Segretariato-Direzione Generale, Direzione Regolamentazione e controllo dell’attività amministrativa, ieri, 20 dicembre 2013, con N° di Protocollo RC 22122, ha risposto in merito all’esposto presentato da LabUr sui lavori in Via di Castel Fusano (LINK). Nonostante il 18 dicembre ci sia stato il quarto comunicato stampa del Presidente del Municipio X, Andrea Tassone, i lavori su via di Castel Fusano il 19 dicembre non sono partiti, un flop preannunciato da LabUr già l’11 dicembre.
Scrive il Segretario-Direttore Generale al Direttore del Municipio X e al Dirigente U.O.T del Municipio X, in copia conoscenza al Presidente Tassone, all’Assessore alle Periferie e LL.PP. del Comune di Roma, al Comandante U.O. X Gruppo “Mare”, al Direttore del Dipartimento Tutela Ambientale-Protezione Civile, al Segretariato Generale Direttore Area Trasparenza, che “con riferimento all’esposto indicato in oggetto, con p.e.c. del 17/12/2013 (prot. RC21846/17.12.13) da LabUr- Laboratorio di Urbanistica per segnalare presunte irregolarità procedurali nell’ambito dell’affidamento dell’appalto dei lavori per la messa in sicurezza di via di Castel Fusano e per la realizzazione della pista ciclabile sulla via adiacente, si chiede alla SS.LL. di fornire una dettagliata relazione in ordine alle censure poste dall’istante, dandone comunicazione anche a questo Segretariato-Direzione Generale”. Vedremo quindi se l’appalto dei lavori in via di Castel Fusano, per un importo di 1 milione di euro (600mila per la strada, 400mila per la pista ciclabile), è stato gestito nelle piena trasparenza amministrativa.

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MUNICIPIO X, VIA DI ACILIA: ESPOSTO SULLE OPERE DENTRO LA RISERVA NATURALE STATALE DEL LITORALE ROMANO

Si può costruire un nuovo Impianto di Riduzione Intermedia della pressione gas (I.R.I.) presentando una semplice Denuncia di Inizio Attività (D.I.A.) ? Si può pensare di spostare un gasdotto dentro alla Riserva Naturale Statale del Litorale Romano? Secondo l’assessore all’Urbanistica del Municipio X, Giacomina Di Salvo e gli uffici tecnici, sì. Lo scopo? Realizzare un ormai superato e sbagliato progetto del raddoppio della via di Acilia, troppo datato e non più conforme alle esigenze del territorio. Un progetto nato 20 anni fa e che andrebbe rivisto e non forzato sul territorio in maniera ottusa.
Per tali motivi, valutate leggi e normative, presenteremo un dettagliato esposto agli enti competenti chiedendo un adeguamento del progetto stesso affinché siano fermate queste dannose opere propedeutiche (I.R.I. e gasdotto). Siamo certi che ci sia già stato da parte della EUR Servizi Terziari srl, proprietaria dell’area dove si vuole costruire l’I.R.I., un atto di concessione in comodato all’Italgas S.p.A. e che il Comune di Roma abbia provveduto al rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie. Siamo anche certi che la ditta che sta eseguendo i lavori (la Rublan Costruzioni srl) abbia tutte le certificazioni richieste per costruire l’I.R.I. in conto Italgas. Siamo anche certi che i lavori stiano rispettando quanto previsto nell’ordinamento nazionale dal D.P.R. 6 giugno 2001, n.380 T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Ne siamo certi, anche perché se così non fosse vorrebbe dire che l’illegalità ormai si è annidata dentro le istituzioni.
Quello che invece sicuramente non c’è stato è il rispetto dovuto alla Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. Ricordiamo che fino all’approvazione del Piano di Gestione da parte del Ministero dell’Ambiente, restano in vigore le “Misure provvisorie di salvaguardia” dettate dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 29 marzo 1996 che istituisce la Riserva (art. 7). Tali misure prevedono che all’interno del territorio della riserva siano distinte due aree. Quella in oggetto, dove si dovrà spostare il gasdotto, è denominata di tipo 2, caratterizzata “da ambienti agricoli a maggiore grado di antropizzazione con funzioni di interconnessione territoriale e naturalistica”. In tale area (art.7, c.3) “gli interventi di trasformazione e di ulteriore urbanizzazione sono soggetti ad autorizzazione”, comprese anche le opere in questione (art.8, c.1, lett. b). Un’urbanistica seria non ferma la realtà a 20 anni prima, ma segue lo sviluppo del territorio, difendendolo.

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OSTIA, VIA DI CASTEL FUSANO: CARTE NON IN REGOLA, TUTTO FERMO

Non sono iniziati i lavori su via di Castel Fusano, sebbene il presidente del Municipio X, Tassone, lo abbia scritto in 4 comunicati stampa, lo abbia ribadito ieri in sala consiliare e addirittura si sia fatto ospitare su Agenparl, l’agenzia parlamentare per l’informazione politica ed economica. Un flop preannunciato dal fatto che le carte per un appalto da un milione di euro non sono in regola. Assenza del cartello lavori, soldi tirati fuori chissà come dal cilindro magico, affidamento dei lavori senza alcuna evidenza pubblica, mancato studio preliminare dello stato dei 240 pini che contornano la via, inspiegabile marcia indietro della Soprintendenza sui sondaggi archeologici preventivi e, soprattutto, totale assenza presso l’Albo Pretorio della determinazione dirigenziale dal Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, come previsto per legge. Insomma un bel pastrocchio. Per tali motivi, con riferimento al Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ‘Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni’ (G.U. n. 80 del 5 aprile 2013) abbiamo richiesto con urgenza Accesso Civico alla necessaria determinazione dirigenziale sopra citata e comunque la sua pubblicazione prima dell’inizio dei lavori. Ogni giorno, fino a quando non avremo dettagliate risposte, eserciteremo ispezione popolare su questo appalto pubblico. Lavori necessari, indispensabili ma che si devono eseguire nel rispetto della legge e della trasparenza amministrativa.

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MUNICIPIO X, INFERNETTO: IL SUPERMERCATO DELLA VERGOGNA

Dal 27 settembre 2013 la Polizia Municipale di Ostia e l’assessore all’Urbanistica del Municipio X, Giacomina Di Salvo, non rispondono ai nostri esposti (ben due), permettendo di fatto che possa aprire un supermercato all’Infernetto, una delle più pregiate zone residenziali di Roma Capitale, in piena violazione del Codice della Strada e della pianificazione urbanistica. Ha risposto il Comune di Roma, ha risposto il Comando Generale ed il il Gruppo Pronto Intervento Traffico della Polizia Municipale, ha risposto l’Ufficio Tecnico del Municipio: di quel supermercato “non risultano domande di passo carrabile neanche ad uso cantiere”. Può esistere un supermercato senza i regolari ingressi per il parcheggio clienti e per l’area carico/scarico merci? Può esistere un supermercato che li ha entrambi irregolari ma che non c’è reato perché non ‘risultano ufficialmente’? All’Infernetto si. Ora il supermercato ha aperto e regolarizzare la questione sarà più difficile perché si rischia di creare un danno all’imprenditore (che si è avvalso, come coordinatore per la progettazione, dell’Ing.Renato Papagni presidente dell’Assobalneari Roma). Questa è l’Italia che non va. L’Italia che ha una pubblica amministrazione dove l’assessore Di Salvo ha tempo di fare decine di incontri presso il comitato di quartiere del coniuge ma non ha il tempo in tre mesi di dare una risposta. L’Italia che ha un corpo di Polizia Municipale come quello di Ostia che dovrebbe garantire il rispetto dei regolamenti e delle leggi (soprattutto quelle del Comune cui appartiene) e che invece non interviene neppure se sollecitato dal proprio Comando Generale. L’Italia dove un presidente del Municipio X di Roma ‘Capitale’, Andrea Tassone, si conserva la delega al Commercio e non tutela la regolarità amministrativa delle altre attività produttive del territorio. Il costo per richiedere l’autorizzazione di un ‘passo carrabile’ è irrisorio, ma per poterlo richiedere va rispettato l’articolo 22 del ‘Nuovo Codice della Strada’: “senza la preventiva autorizzazione dell’ente proprietario della strada non possono essere stabiliti nuovi accessi e nuove diramazioni dalla strada ai fondi o fabbricati laterali, né nuovi innesti di strade soggette a uso pubblico o privato“. Applicando leggi e regolamenti, quel supermercato, per noi, non è in regola. Aspettavamo delle risposte a conferma della nostra tesi. Abbiamo fatto esposti, non denunce. Ora, visto il silenzio, ricorreremo allo strumento dell’Accesso Civico, previsto dall’articolo 5 del Decreto legislativo n.33 del 14 marzo 2013 e valuteremo dalla documentazione se ci siano stati reati penali dei pubblici ufficiali contro la Pubblica Amministrazione. E questa volta partono le denunce.

I precedenti articoli:
1 – ROMA, INFERNETTO: UN BEL CENTRO COMMERCIALE SENZA ALCUN PASSO CARRABILE
2 – INFERNETTO: IL SUPERMERCATO CONTRO IL CODICE DELLA STRADA
3 – ROMA, INFERNETTO: UN SUPERMERCATO MODIFICA IL CODICE DELLA STRADA

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OSTIA, D’AUSILIO (PD): IL BLUFF DELL’URBANISTICA PARTECIPATA IN SCENA AL TEATRO MANFREDI

Sabato, 14 dicembre, presso il Teatro Nino Manfredi ad Ostia, si terrà l’incontro ‘Agenda per il Litorale’, per “spiegare a chi vive e lavora sul Litorale romano quali sono i progetti del Comune che li riguardano”. Nonostante la presenza degli Assessori all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici del Comune di Roma, l’evento non è stato organizzato dall’amministrazione capitolina, visto che per altro proprio Giovanni Caudo, Assessore alla Trasformazione Urbana, ebbe a scrivere a Luglio “in riferimento alle scelte urbanistiche sul Litorale non si mancherà di coinvolgere la cittadinanza e le sue rappresentanze organizzate con le dovute forme di partecipazione”. Questo spiegherebbe il perché non si tenga in un luogo istituzionale, né tanto meno pubblico, bensì in uno spazio privato a pagamento. Si suppone anche che questo evento non sia finanziato con fondi pubblici, nonostante gli inviti siano partiti dalla segretaria comunale del capogruppo del PD, D’Ausilio. Non si comprende invece perché D’Ausilio lo spacci per un incontro pubblico tra cittadinanza e amministrazione sulle scelte che riguardano il Litorale della Capitale. Il capogruppo di un partito non parla a nome dell’intera giunta comunale e forse nemmeno di quella del proprio partito, vista la debacle nel Municipio X di Cuperlo sostenuto proprio da D’Ausilio alle recenti primarie. L’appuntamento di sabato è più realisticamente l’ennesima presentazione del suo libro “Una capitale sul mare” . D’Ausilio, nonostante non abbia alcuna competenza urbanistica, ha infatti sempre avuto ‘velleità urbanistiche’, che gli hanno procurato, anche nel recente passato, scivoloni catastrofici per eccesso di protagonismo. Lo scorso 29 ottobre, presso il residence Ripetta (un conservatorio per zitelle), all’evento programmatico ‘Le scelte per Roma’ disse testualmente: “Presenterò un pacchetto di misure per creare uno shock nel settore urbanistico… una sessione urbanistica straordinaria dell’Assemblea capitolina, in stretta relazione con la Regione Lazio, per accelerare e completare l’iter di progetti e interventi a lungo attesi… lo 0,30 della futura service tax per la copertura dei servizi di manutenzione di strade, verde e illuminazione”. Ad oggi il vuoto pneumatico. Ma si ricordano anche le sue imbarazzanti proposte per recuperare lo scandalo delle Terrazze del Presidente, lottizzazione abusiva di oltre 250mila mc sulla via di Acilia. ‘Agenda per il Litorale’ quindi non è la presentazione del programma urbanistico della giunta comunale, ma i desiderata di un politico, che ha difeso anche il raddoppio del Porto di Roma e ha glissato sulla necessità di combattere le infiltrazioni malavitose partendo proprio dalla sospensione delle opere pubbliche cadute nel mirino dell’Antimafia. Ribadirà invece “quanto sia importante sfruttare le possibilità che vengono dai traffici marini: Roma capitale d’Italia e centro del Mediterraneo attraverso il Porto di Ostia”, nonostante solo 3 mesi fa abbia fatto scalpore la notizia sul “finanziamento da 100 milioni per l’ampliamento del Porto di Ostia, un documento da falsificare procurato dal numero due della Guardia di Finanza italiana, Emilio Spaziante, un incontro a Bologna con una talpa della Consob “per aggiustare le cose” e l’intervento di Giulio Tremonti per appianare problemi alla realizzazione di un “faraonico progetto”. Sono questi al momento gli elementi su cui la Procura di Roma sta lavorando, emersi da un’inchiesta dell’Antimafia”.
Come farà D’Ausilio a sostenere la centralità del Porto di Roma, seduto affianco all’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma, Paolo Masini, artefice una settimana fa del “Patto per lo Sviluppo, la Legalità e la Trasparenza delle Opere Pubbliche” firmato in Campidoglio dal Comune di Roma con Sindacati e associazioni di categoria? E’ vero che avrà al suo fianco anche il presidente del Municipio X, Andrea Tassone, dichiaratosi ‘carissimo amico’ del patròn del Porto di Ostia, ma è anche vero che le indagini sono ancora in corso e che il Comune di Roma si costituirà parte civile al processo. Non bisogna mai dimenticare che il Porto di Ostia è un’opera pubblica, non privata, che non ha portato alcun vantaggio al territorio e che riguardo alle infiltrazioni criminali esiste una precisa normativa, tra cui la Legge 13 agosto 2010 e il d.lgs 6 settembre 2011, n. 159.
Sabato si assisterà anche alla consegna, da parte dei ‘soliti noti’ e davanti a testimoni di giunta, della lista delle opere fermate, giustamente, e su cui sono in corso approfondimenti tecnici come, ad esempio, “i permessi di costruire per gli interventi proposti con il ‘Piano casa’l’attuazione dei Programmi Integrati e il recupero dei Toponimi”.
Il 14 dicembre dunque, in un luogo privato, ci auguriamo a spese sue, D’Ausilio ci racconterà del suo libro “Una capitale sul mare”, e modererà il suo coautore, l’Architetto Gualtiero Bonvino, che così ha scritto “Roma è l’ultimo avamposto di quell’ Italia che ancora funziona”. A tre giorni dal processo sulle associazioni mafiose sul Litorale, è una frase farsa nella tragedia del presente.

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OSTIA, VIA DI CASTEL FUSANO: UN MILIONE DI EURO, ZERO TRASPARENZA AMMINISTRATIVA

Un milione di euro di lavori su via di Castel Fusano (600mila per la strada, 400mila per la pista ciclabile), gestiti senza alcuna trasparenza amministrativa, non solo rischiano di compromettere la salute di 240 pini ma minacciano anche possibili resti archeologici dell’area. Se il Municipio di Ostia, nelle persone del Presidente Andrea Tassone e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Antonio Caliendo, nonché la Soprintendenza di Ostia, non risponderanno ai quesiti appresso riportati, partiranno le dovute denunce per evidenti violazioni delle leggi e della normativa vigente.

1) IMPORTO DEI LAVORI
Secondo il Municipio, i lavori partiranno entro il 2013 e, grazie ad “un’operazione contabile”, saranno disponibili 578.000 euro. Ad oggi però non esiste alcuna determinazione dirigenziale della Polizia Municipale, pubblicata all’Albo Pretorio, che istituisca una disciplina di traffico provvisoria su via di Castel Fusano in termini di legge. Inoltre su tale via sono presenti 240 pini: come si gestirà la salvaguardia delle loro radici durante i lavori di fresatura per evitare di comprometterne la stabilità e di ripetere situazioni tragiche, come il recente morto sulla via Cristoforo Colombo? Via di Castel Fusano è lunga quasi 3 km ed è fantascienza pensare di ripristinarla tutta con un costo medio di circa 23 euro/mq (radici dei pini comprese). Ricordiamo che per un intervento analogo (via del Lido di Castelporziano, anno 2011) si spesero ben 35 euro/mq, sicuramente troppi, ma che comunque hanno garantito una apprezzabile qualità dei lavori. Il Municipio X è responsabile, grazie al decentramento amministrativo, della manutenzione delle alberate stradali e le alberate stradali sono tutelate dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (art. 10, c.4, lett.g; art. 12, c.1 in quanto le alberature marginali sono pertinenze delle strade pubbliche). Chiederemo dunque all’assessore municipale all’ambiente e sicurezza, Marco Belmonte, di fornire tutte le informazioni necessarie. Marco Belmonte è stato per 5 anni nella precedente consigliatura municipale, come opposizione, presidente della Commissione Garanzia e Trasparenza ma non ha fatto nulla per spiegare dove è finito quasi un milione di euro per riparare via di Castel Fusano in somma urgenza all’interno di uno dei lotti dell’appalto di 5 milioni di euro di giugno 2010. Resta infine da valutare che fine faranno i ben 405.000 euro della limitrofa pista ciclabile (alcuni dicono che addirittura non ci sarebbero più): non vorremo che fossero in parte stati ‘assorbiti’ nei costi di sistemazione di via di Castel Fusano.

2) PISTA CICLABILE
Lateralmente a via di Castel Fusano, nel solo tratto terminale verso via dei Pescatori, è prevista una pista ciclabile i cui lavori dovevano iniziare un anno fa (5 novembre 2012) e terminare dopo 180 giorni. Ad oggi, non c’è nulla perché a suo tempo la Soprintendenza Archeologica di Ostia richiese, tra un pino e un altro, di scavare altre ‘buche’ per fare dei sondaggi archeologici. La zona infatti dove si snoda via di Castel Fusano (area archeologica di Pianabella) è ricchissima di reperti: possibile che a distanza di un anno la necessità dei sondaggi archeologici sia scomparsa? Perché la Soprintendenza oggi tace?

3) AFFIDAMENTO DELL’APPALTO
La fretta con cui il Municipio vuole iniziare ed affidare i lavori, utilizzando magari il principio della somma urgenza o addirittura dell’affidamento diretto, non convince. Se così fosse, oltre ad alcune evidenti mancanze procedurali rispetto a quanto previsto dal “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”, verrebbe meno l’attuazione della evidenza pubblica, cioè della procedura principale e necessaria con la quale la pubblica amministrazione dovrebbe svolgere la sua attività negoziale nell’individuazione di un contraente per il reperimento sul libero mercato di forniture, servizi e opere. Chiederemo pertanto che venga da subito rispettata la comunicazione del 29 aprile 2013 emanata dalla “Autorità per la vigilanza sui Contratti pubblici di lavori, servizi e forniture” che prevede la trasmissione dei dati relativi ai lavori su via di Castel Fusano, con finalità di rilevazione dei dati connesse alle attività sia di vigilanza che di spending review. Interesseremo della questione anche l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Paolo Masini, che di recente è stato artefice del “Patto per lo Sviluppo, la Legalità e la Trasparenza delle Opere Pubbliche” firmato in Campidoglio dal Comune di Roma con sindacati e associazioni di categoria. Tale patto intende infatti favorire la conoscenza e la verifica da parte dei cittadini delle previsioni e conseguenti realizzazioni delle opere pubbliche a Roma Capitale: via di Castel Fusano è tra queste.

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MUNICIPIO X: MALAFEDE SU VIA DI ACILIA

Giacomina Di Salvo, assessore all’urbanistica dell’attuale Municipio X di Roma Capitale, ha raggiunto il suo primo record: ben 85 giorni per informare sul raddoppio della via di Acilia, vicenda nota da quasi 20 anni. Una delle opere a scomputo che risalgono alla deliberazione consiliare n.107 del 15 maggio 1995, modificata ed integrata con le deliberazioni consiliari n.32 del 5 marzo 1996, n.260 del 16 dicembre 1996 e n.262 del 2 ottobre 1997, poi perfezionatesi nella famosa Convenzione del 23 marzo 1999 a firma dell’allora Sindaco, Francesco Rutelli. Una delle più brutte pagine dell’urbanistica romana legata allo scandalo delle Terrazze del Presidente. Una lottizzazione abusiva sanata e mandata in prescrizione, di cui la Di Salvo riesce perfino a sbagliare, nella sua relazione, il numero di unità immobiliari che la compongono: non sono 900 ma 1.367 (38 unità commerciali e 32 unità direzionali). La Di Salvo scrive del sequestro del 2008, del parziale dissequestro del febbraio 2011, della rivalutazione degli oneri a maggio 2011, della nuova convenzione stipulata il 4 novembre 2011, per concludere che, se va tutto bene, per colpa dell’Italgas il fine lavori è previsto per giugno 2015, pur non essendoci ancora un progetto esecutivo per il sottopasso dell’innesto con la via Cristoforo Colombo.
Peccato che la Di Salvo non abbia aggiunto il dettaglio che il 13 dicembre 2011 il GUP (Giudice dell’Udienza Preliminare) del Tribunale di Roma, Roberto Saulino, abbia assolto il costruttore Antonio Pulcini e altri 16 tra funzionari dell’ufficio Condono del Comune di Roma e del Municipio ex-XIII, prendendo atto “del sopraggiunto inglobamento dell’edificato nella nuova destinazione urbanistica dell’area”.

La Di Salvo da per scontato che le Terrazze del Presidente (quasi 300mila mc senza servizi) abbiano tutte le opere di urbanizzazione primaria a posto (comprese, ad esempio, le fogne), concentrandosi solamente sulle opere di urbanizzazione secondaria (p.es., asili nido, aree verdi, impianti sportivi) nell’attesa che Pulcini faccia le opere stradali attese da 20 anni. Per l’assessore tecnico Di Salvo dunque si tratta solo di ‘ritocchi’. Tradotto, secondo il tecnico Di Salvo, ‘urbanisticamente’ le Terrazze del Presidente sono compatibili con il contesto, proprio come ha detto Saulino. Il cerchio dunque si sta chiudendo.

Tutto è partito il 14 gennaio 2011 quando Roberto Saulino, questa volta in qualità di GIP (Giudice per le Indagini Preliminari), ha firmato l’archiviazione del procedimento per diffamazione contro la Gabanelli e Mondani, avviato il 6 giugno 2008 da Roberto Morassut (al tempo, Assessore all’urbanistica di Roma), dopo la puntata di Report del 4 maggio 2008 che svelò lo scandalo delle Terrazze del Presidente. Saulino conosceva bene le carte e la sua pessima sentenza del 2011 ne è la prova.
Lo scandalo delle Terrazze del Presidente, nato sotto le giunte Rutelli e Veltroni, ha portato indubbi vantaggi al Piano di Zona ‘Malafede’, costruito successivamente alle sue spalle (e in quota alla sinistra) grazie agli oneri proprio di Pulcini: le strade di accesso dalla via di Acilia al Piano di Zona ‘Malafede’ (via Usellini e via Menzio) sono le uniche opere realizzate del pacchetto previsto già nel 1999.

Lo scenario, farsa, assai probabile dei prossimi mesi? Un fittizio intervento di miglioria della via di Acilia, l’abolizione del sottopasso per la Colombo, nuovi servizi per le Terrazze del Presidente (realizzati dal ‘filantropo’ Pulcini, tra i finanziatori tra l’altro della campagna elettorale del presidente del Municipio X, Andrea Tassone), ad uso anche del Piano di Zona ‘Malafede’ (che, come previsto, dovrà essere densificato) e infine beatificazione della giunta municipale di sinistra. I primi segnali già sono arrivati e sono ravvisabili nella relazione alquanto imprecisa e incompleta dell’assessore ‘tecnico’ Di Salvo.

Come se non bastasse questo inquietante scenario ‘urbanistico’, l’11 settembre 2013 il consigliere municipale Giulio Notturni (Lista Marchini) presenta una interrogazione alla Di Salvo, su segnalazione di Antonio Crisci (comitato Terrazze del Presidente), sui tempi di realizzazione del raddoppio della via di Acilia. In data 20 novembre 2013 (nr. prot. 122620) viene protocollata la risposta, che però giunge a Notturni solo giovedì scorso (4 dicembre 2013). La stessa risposta fotocopia della Di Salvo viene invece inviata in data 20 novembre 2013 (nr. prot. 122626) all’Associazione Axamalafede Villa Fralana, motivandola come risposta a una precedente richiesta di chiarimenti fatta da tale associazione in data 01 ottobre 2013, cioè 3 settimane dopo quella del consigliere Notturni. Peccato che l’associazione Axamalafede Villa Fralana abbia come ‘presidente’ proprio il marito della Di Salvo, legato ad esponenti del PD locale, che il 23 novembre ha organizzato un evento in Piazza Omiccioli, invitando l’assessore Di Salvo ad ‘illustrare’ la sua risposta sul raddoppio della via di Acilia, prima che la risposta arrivasse al consigliere Notturni. Insomma, cose mai viste, gestite tutte in famiglia contro ogni regola di correttezza amministrativa che è quella di gestire il bene pubblico, non questioni private o privatistiche.

A breve LabUr proporrà un incontro per fare chiarezza davanti a tutta la cittadinanza e non solo ad amici e parenti.

paula de jesus per LabUr

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PORTO DI ROMA: DOMANI UN PASSO IMPORTANTE PER IL SUO FUTURO

Domani il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, firmerà “il Patto per lo sviluppo, la legalità e la trasparenza nei lavori pubblici di Roma Capitale” insieme alle parti sociali e alle associazioni di categoria. Saranno presenti anche il Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, il Prefetto, Giuseppe Pecoraro e il Presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, Sergio Santoro. Sarà dunque compiuto un passo significativo nel percorso di trasparenza degli appalti, anche quello che riguarda il Porto di Roma, coinvolto nell’inchiesta sulla mafia del Litorale romano. Un’opera strategica come il raddoppio del Porto della Capitale non può infatti avere alcuna ombra anche lontanamente vicina a questioni mafiose, ne tanto meno servirsi di generali della Guardia di Finanza per ottenere agevolazioni amministrative o condizionare la politica locale.
Il Porto di Roma è un’opera pubblica realizzata mediante l’affidamento in concessione ad un’impresa privata. E’ un bene appartenente alla pubblica amministrazione, finalizzato al soddisfacimento di esigenze collettive. Non c’è alcun ‘proprietario’ del Porto al di fuori dello Stato, ma solo i cittadini che hanno comprato dall’impresa privata i singoli posti barca e le pertinenze annesse, per la durata della concessione. Come avviene per i loculi al cimitero. Il Porto di Roma però non è un cimitero, bensì dovrebbe essere una fonte di sviluppo per il territorio. Sono almeno 10 anni che non si riesce ad estirpare da dentro il Porto la presenza di elementi malavitosi che si infiltrano nelle attività commerciali, che gestiscono la sicurezza, che condizionano il sistema degli appalti. Poca volontà da parte della politica locale di fare chiarezza su quest’opera strategica da 100 milioni, forse per l’antica amicizia che lega il proprietario dell’impresa privata che ha realizzato il Porto e il Presidente del Municipio X, Andrea Tassone. D’altronde il minisindaco ha tergiversato 4 mesi prima di convocare il consiglio straordinario sulla mafia sul Litorale romano che si è risolto in una passerella del PD senza alcuna partecipazione o coinvolgimento con le realtà politiche, sociali e territoriali.
La mafia la si combatte sul piano economico-finanziario, sulla disarticolazione della proprietà, non a parole. Da luglio non c’è stata alcuna ‘normalizzazione’, come viene politicamente definito il ritorno al controllo del territorio. E’ proprio di ieri infatti la notizia di un altro incendio doloso ad Ostia e della terza rapina in due settimane all’ufficio postale del Porto, nonostante al suo interno ci siano gli uffici della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Capitaneria di Porto e sia tornato il controllo agli ingressi.
Nessuna notizia ancora sul fallimento (aprile 2013) dell’impresa privata che ha realizzato il Porto di Roma. Nessuna notizia su nuove indagini dopo gli arresti del 27 luglio o sull’uccisione dell’imprenditore Corvini a Casalpalocco. E’ calato il silenzio, ma i negozi bruciano. E’ questa la normalizzazione tanto cara al presidente del Municipio X o ad alcuni ambienti della politica romana?
Domani sarà una grande occasione per scoprirlo.

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OSTIA, QUEI MALEDETTI PINI ASSASSINI

Avevamo già scritto cosa prevede la Legge n.10 del 14 gennaio 2013, “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” (GU n.27 del 1-2-2013), già ampiamente disattesa (LINK). Sappiamo tutti quanto il verde pubblico sia uno degli standard urbanistici che consentono la nascita delle città. Non tutti forse sanno che a Roma, nelle sole alberate stradali, sono state censite circa 120 specie di essenze arboree, con 18 generi predominanti (142.007 piante, l’87% del totale) le cui prime tre sono: Robinia specie varie (18.866), Platanus specie varie (17.251) e Pinus Pinea (16.507). A turno, vanno abbattute perché, stranamente, trattandosi di alberi, ‘perdono le foglie’ e ‘fanno le radici’.

Dopo i platani, mentre le robinie tremano, ora è il turno dei pini. Tagliamoli, bruciamoli, disperdiamone le ceneri. Pini maledetti, assassini. Distruggiamo tutte le copie de “I Pini di Roma” di Ottorino Respighi. I pini devono stare in pineta: cosa ci fanno a bordo strada? Neanche le streghe di Salem furono così tanto perseguitate nel 1692. Frutto dell’ignoranza in materia di piantumazione e del collaborazionismo di ambienti politicamente pilotati, sta nascendo in questi giorni, dopo la morte del motociclista sulla via Cristoforo Colombo per la caduta di un pino, la indecente campagna contro il pino, l’albero di Roma. L’attuale amministrazione, incapace, arrogante e supponente, continua a scaricare sull’operato della precedente giunta e sulla presunta pericolosità dei pini, le sue responsabilità. L’attuale Municipio X è pieno di pini a bordo strada, da almeno 60 anni ed è l’unico a Roma con proprio decentramento amministrativo che prevede quanto segue:

Art. 4 Aree verdi e parchi pubblici
1. E’ attribuita al Municipio la competenza in materia di istituzione, programmazione, progettazione, realizzazione, gestione, manutenzione e tutela dei parchi e giardini di interesse municipale, delle alberate stradali e delle altre aree verdi situate nel territorio del Municipio, escluse le aree archeologiche.

L’Assessore all’Ambiente e Sicurezza del Municipio X, Marco Belmonte (PD), per 5 anni (2008-2013) è stato presidente della Commissione Controllo e Garanzia dello stesso municipio, in grado dunque di avere tutte le informazioni possibili, anche quelle sulla messa in sicurezza del tratto della Via C. Colombo incriminato (già oggetto nel 2010 di analogo episodio senza vittime). Belmonte in questi giorni è riuscito a dire un’immensità di sciocchezze, a volte tra loro contraddittorie, non assumendosi mai la responsabilità di una evidente negligenza dell’amministrazione che rappresenta. Era il 31 luglio 2013 quando assieme al presidente dell’attuale Municipio X, Andrea Tassone, aveva dichiarato: “Tra qualche giorno si procederà alle potature degli alberi nell’entroterra. Siamo consapevoli che non sono i periodi adatti per questo genere di interventi, ma prevalgono le ragioni di sicurezza… La tromba d’aria che, nei giorni scorsi, si è abbattuta sul Litorale e sull’entroterra provocando la caduta di alberi e rami, fortunatamente non ha causato danni per l’incolumità dei cittadini, ma dobbiamo correre ai ripari”. L’altro giorno, quando è caduto il pino, ben dopo 4 mesi le dichiarazioni sopra riportate, la velocità media del vento era di 29 km/h (grado 5, brezza tesa, ‘oscillano gli arbusti con foglie’). Non cerchiamo colpevoli improbabili, non inventiamoci pini assetati di sangue: evitiamo che amministratori negligenti e incompetenti gestiscano il verde pubblico. Belmonte si dimetta per decenza. Sarà la magistratura a trovare i colpevoli, che non sono di certo i pini di Roma.

paula de jesus per LabUr

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OSTIA, URBANISTICA CREATIVA: UN ASILO CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

Gran parte di Ostia, fino alla stazione centrale Lido Centro è a rischio idrogeologico R4, il massimo previsto in Italia, per mancanza di un tratto d’argine del fiume Tevere mai realizzato dal 1998. E cosa ti combina l’assessore all’urbanistica municipale, Giacomina Di Salvo? Individua come priorità assoluta, tra le opere pubbliche previste dal Programma di Riqualificazione Urbana Ostia Ponente (al quale l’opera dell’argine appartiene), la realizzazione dell’opera pubblica n.8 “Scuola materna e Asilo nido” di via del Sommergibile.
L’assessore Di Salvo non si è mai interessata dell’argine (collegato all’intervento pubblico n.14, ‘Parco Sportivo’), che da via C. Avegno fino all’arginatura principale del Tevere (all’altezza dell’impianto di sollevamento del Consorzio di Bonifica) è necessario per la messa in salvaguardia idraulica di Ostia, dichiarata ad alto rischio dal Piano Straordinario di Bacino, argine previsto nel Programma di Riqualificazione Urbana Art.2 legge 179/92, Ostia Ponente.
La mancata opera dell’argine è collegata al Porto di Ostia ed è eredità delle giunte rosso-verdi Rutelli e Veltroni. L’imbarazzante leggerezza dell’assessore Di Salvo, se da una parte può giustificarsi con la sua assoluta non conoscenza del territorio, non può essere taciuta: decine di migliaia di cittadini di Ostia sono a rischio e lei individua come priorità assoluta una scuola materna e un asilo nido?
Riportiamo i dati di tutti i soldi previsti (e in gran parte scomparsi) sotto Rutelli e Veltroni all’interno del Programma di Riqualificazione Urbana Ostia Ponente. Chiederemo alla Di Salvo di fornire un dettagliato rendiconto della situazione dell’argine in questione.

– Stipula Accordo di programma: 28/12/1998
– Costo complessivo delle opere pubbliche: €. 27.520.408
– Finanziamenti pubblici agli interventi pubblici: €. 4.725.218 (17,17%) di cui €. 2.604.492 statali e €. 2.120.726 comunali
– Finanziamenti privati agli interventi pubblici: €. 22.795.190 (82,83%)
– Costo complessivo degli interventi privati: €. 84.641.568
– Finanziamenti pubblici agli interventi privati: €. 7.133.852 (8,43%)
– Finanziamenti privati: €. 77.507.716 (91,57%)

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