IDROSCALO DI OSTIA: ESPOSTO (“tutela della pubblica e privata incolumità”)

Esposto inviato in data odierna al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, alla Regione Lazio, al Comune di Roma, alla Procura di Roma, alla Prefettura di Roma
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Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, presidente del Laboratorio di Urbanistica, LabUr (www.labur.eu), residente in xxx xxxxxxxx xxx (Roma), xxxxxxxxxx, espone i seguenti fatti.

FATTI
Dal 17 febbraio 2010, a seguito dell’ordinanza n.43 del Sindaco di Roma, Giovanni Alemanno (oggi indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso) è stata dichiarata la tutela della pubblica e privata incolumità, di ogni abitazione, locale, struttura ed edificio insistente in zona Idroscalo di Ostia, esposti a rischio di allagamento o di isolamento. Da tale data, che ha comportato solo un parziale sgombero dell’area, nessuna opera è stata eseguita, seppur prevista, a tutela dell’abitato esistente, ad eccezione della scogliera a mare realizzata dalla Regione Lazio (tramite ARDIS) con Delibera di Giunta nr.361 del Maggio 2009 (1.140.519,68 euro per i lavori di costruzione di una scogliera a mare per la protezione dell’abitato dell’Idroscalo). I fondi sono stati messi a disposizione del Commissario Delegato di cui all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3734 del 16.01.2009, “Primi interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi atmosferici che hanno colpito il territorio nazionale nei mesi di novembre e dicembre 2008”.
I responsabili della Protezione Civile del Comune di Roma, della Regione Lazio e di quella Nazionale che si sono succeduti dal 17 febbraio 2010 ad oggi, hanno dunque indebitamente rifiutato di eseguire un atto di ufficio che, per ragioni di sicurezza pubblica, doveva essere compiuto senza ritardo. In aggiunta, tali responsabili, nel loro ruolo di pubblico ufficiale e di incaricato di un pubblico servizio, non hanno mai risposto alle richieste dei cittadini dell’Idroscalo di Ostia che sollecitavano di eseguire le opere previste, né sono mai state esposte le ragioni del ritardo, pur avendo inoltrato regolare richiesta di chiarimenti in forma scritta.
In particolare, si citano i seguenti responsabili:

DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE
Franco Gabrielli: dal 13.11.2010 al 02.04.2015 (già vice capo dipartimento sotto Guido Bertolaso, attuale Prefetto di Roma)
Guido Bertolaso: dal 07.09.2001 al 05.11.2010
PROTEZIONE CIVILE REGIONE LAZIO
Gennaro Tornatore: dal 01.10.2014 al 30.09.2019
Luca Fegatelli: dal 11.05.2010 al 09.01.2014 (arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico dei rifiuti)
Maurizio Pucci: dal 23.02.2006 al 11.05.2010 (attuale Assessore del Comune di Roma ai Lavori Pubblici, infrastrutture, manutenzione urbana e decoro, periferie, protezione civile

PREMESSO
1. che ancora si attende, come previsto dall’ordinanza n.43 del 17 febbraio 2010 del Comune di Roma, la realizzazione di palancole in acciaio tipo Larssen 23, per una lunghezza di circa 200 metri, opera di protezione a fiume, mai realizzata;
2. che ancora si attende dal 2011 un regolare stanziamento annuo da parte della Regione Lazio per l’ordinaria manutenzione della scogliera a mare (opera pubblica di protezione civile);
3. che ancora si attende dal 4 agosto 2011 il completamento della scogliera a fiume nel tratto da via delle Petroliere a via dei Bastimenti per ricostruire la difesa spondale fino ad oggi mancante, di competenza della Regione Lazio (ARDIS), per la realizzazione della messa in consistenza della sponda e di un argine in massicciata alto 2 metri (opera pubblica di protezione civile);
4. che dal 2000 non si effettua una manutenzione anche minima del fondale del Tevere, soprattutto nel tratto da Capo due Rami fino alla foce del Tevere;
5. che l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri (OPCM) n.3734 del 16 gennaio 2009 prevedeva di ripristinare con urgenza la pulizia, la bonifica, la funzionalità idraulica dell’alveo e delle aree di competenza fluviale, nel tratto del Tevere compreso tra Castel Giubileo e la foce per la sua messa in sicurezza;
6. che il 28 gennaio 2011 (con OPCM n.3920) è stato deciso di prorogare al 31 dicembre 2011 il termine per completare le opere previste dall’OPCM n.3734 e mai realizzate
7. che con l’OPCM n. 3925 del 23 febbraio 2011 è stata abrogata tale proroga, lasciando il Tevere nello stato di completo abbandono iniziale,

si chiede con urgenza
di verificare se nei confronti di Maurizio Pucci, Luca Fegatelli e Franco Gabrielli siano riscontrabili i reati di rifiuto d’atti d’ufficio e di omissione d’atti d’ufficio, disciplinati dall’articolo 328 del codice penale.
Con osservanza,

dr.Ing. Andrea Schiavone

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OSTIA, VARCHI – LA CARITAS DI SABELLA CON I SOLDI DEI CITTADINI

I famosi ‘varchi’ di Ostia sono ancora in alto mare: chiusi, sporchi, senza sorveglianza e non idonei per i diversamente abili, gli anziani e le carrozzine, come invece prevede l’ordinanza balneare del 2015 (dunque, obbligo di legge). I finti varchi non sono neanche idonei per l’accesso al mare dei mezzi di salvataggio o per eventuali evacuazioni del Litorale (obbligo di legge). Insomma, gli spot pubblicitari del Sindaco Ignazio Marino, ma soprattutto del suo delegato, l’Avv. Alfonso Sabella, alla guida del Municipio X dopo l’arresto dell’ex-presidente Tassone per Mafia Capitale, lasciano il tempo che trovano. Imbarazzanti i silenzi della Capitaneria di Porto (il cui Comandante, Lorenzo Savarese, è troppo concentrato sulla sua nomina presso l’Autorità Portuale di Civitavecchia) e dei Radicali (che hanno presentato il 15 giugno un ricorso al TAR, chiedendo l’annullamento dell’istituzione dei varchi). Ancora più imbarazzante la situazione che riguarda la Colonia Marina L’Arca, spazio demaniale balneare adibito a servizi di accoglienza e assistenza per bambini, anziani, disabili e cittadini a basso reddito situato davanti al capolinea della Roma-Lido. Lo stabilimento Balneare “L’Arca” è gestito dalla Cooperativa Sociale Roma Solidarietà (C.R.S.), Società Cooperativa Sociale ONLUS, promossa dalla Caritas di Roma, il cui legale rappresentante è il Monsignor Enrico Feroci. Dal 24 aprile 2015, presente già il nuovo direttore tecnico, l’Arch. Cinzia Esposito (la stessa che discuteva con Balini e D’Ausilio i permessi per il raddoppio del Porto di Roma), è in atto il contenzioso per l’apertura del varco situato tra la Colonia Marina L’Arca e l’adiacente stabilimento balneare Gambrinus (storico stabilimento balneare di Cesare Urbinati che due anni fa è passato nelle mani dell’imprenditore De Sando). Il varco però è interamente dentro la colonia marina. A rappresentare in tale data il Monsignor Feroci, Mario Urbinati, operatore della Mensa Caritas, da vent’anni e nel servizio notturno itinerante in strada per aiutare i poveri. Proprio nella riunione del 24 aprile è emersa la disponibilità da parte della Caritas di mettere a disposizione delle scolaresche le zone d’ombra installate nell’area in concessione, ma non la realizzazione del varco, a causa delle difficoltà economiche in cui versa la Caritas. Si parla di un importo intorno ai 10/12 mila euro. Colpo di scena: Alfonso Sabella, insediatosi in Municipio il 29 aprile (cioè pochi giorni dopo la riunione) avrebbe garantito la copertura economica da parte del Comune di Roma per l’apertura del varco.
Nonostante l’esposto presentato da LabUr, nonostante i varchi siano stati spacciati per un’operazione di Legalità, il Segretario Generale del Comune di Roma, Serafina Buarnè, ha negato l’accesso civico all’operazione ‘varchi ad Ostia’, alla faccia della trasparenza. Il varco Caritas è ad oggi ancora chiuso tutto il giorno e Sabella non ha alcuna intenzione di usare qui le “ruspe della legalità”. Campeggia sempre sul cancello il cartello “Abbiamo iniziato la bonifica delle superfici per poter effettuare i lavori e creare il varco di accesso libero al mare. Prevediamo nella settimana prossima (dal 20/4 al 26/4) di iniziare i lavori. Ci scusiamo per il disagio arrecato”. Insomma, della serie ‘attendere prego: Dio è occupato, ma Sabella no’. La pubblicità sui giornali amici ormai l’ha avuta e in vista del Giubileo si è portato avanti con il lavoro con un atto di Misericordia, ma con i soldi dei cittadini ovviamente, dimenticandosi che il ruolo che ricopre lo obbliga ad attenersi a precise disposizioni amministrative che devono andare a vantaggio dell’intera collettività e non del singolo privato.

Paula de Jesus per LabUr

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OSTIA, L’ABBATTIMENTO DELL’UFFICIO TECNICO E LA SPIAGGIA CHE NON C’E’

spiaggia La Conchiglia dietro l'Ufficio Tecnico

Il simbolo del degrado istituzionale di Ostia è il decadente scheletro dell’Ufficio Tecnico sul Lungomare Paolo Toscanelli 137, chiuso da mesi. Dietro, una bella spiaggia che prima Andrea Tassone (ex-presidente del Municipio X (dal 4 giugno agli arresti domiciliari per Mafia Capitale), poi i comitati, avrebbero voluto che diventasse una spiaggia libera con l’abbattimento dell’edificio. Oggi però ben due concessioni demaniali marittime si dividono la spiaggia a metà, escludendo di fatto ogni possibilità di realizzare una spiaggia libera attrezzata.
Comprendere nei dettagli la situazione è impresa ardua perché ad Ostia, in un “territorio mafioso”, come ama descriverlo Alfonso Sabella, delegato dal Sindaco in sostituzione di Tassone, regna molta omertà.
Partiamo dal Piano di Utilizzazione degli Arenili (P.U.A.) approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 36 del 14 febbraio 2005, ormai scaduto e che non costituisce strumento urbanistico (secondo il PRG vigente, tav. 3.23, è “verde pubblico e servizi pubblici di livello locale”). A pagina 14 delle Norme di Attuazione del PUA, si legge: “L’amministrazione comunale entro la durata del PUA dovrà trasferire altrove il proprio Ufficio Tecnico del Municipio XIII, demolire l’edificio e realizzare la completa riqualificazione del tratto di arenile fermo restando i vincoli anche promuovendo un bando internazionale“. E’ su queste basi che i Radicali insistono nel chiederne la demolizione in funzione anche di un accordo del 13 febbraio 2015 fatto proprio con l’ex-presidente Tassone. Contemporaneamente il M5S ha sollevato a riguardo un pesante dubbio: “… la spiaggia che stavano per assegnare a Buzzi e Carminati, infine, quella per cui l’ex minisindaco del Pd Andrea Tassone si stava dando da fare. La proposta era l’abbattimento dell’ufficio tecnico per ricavarci uno stabilimento balneare, ovviamente in modo illecito e in favore della criminalità“.
Precisiamo che con la nuova legge regionale sull’utilizzo del demanio marittimo si rimanda di fatto di almeno 2 anni la procedura di adozione/approvazione del nuovo PUA da parte del Comune di Roma e dunque anche l’abbattimento dell’Ufficio Tecnico stesso. Esiste però il problema che riguarda il lotto assegnato alla Cooperativa Sociale “La XIII”, confinante a ponente con l’Ufficio Tecnico, con ingresso sul Lungomare Paolo Toscanelli al civico 137/A. Si tratta del Lotto n.6, riservato ai sensi della Delibera di Giunta Capitolina n.124/2009 alle Cooperative Sociali di tipo B iscritte nell’elenco speciale istituito ai sensi della legge 381/91 presso il Dipartimento V di Roma Capitale, di 5.274,35 mq di superficie. Analogamente per il tratto di spiaggia dietro l’Ufficio Tecnico in concessione allo stabilimento balneare “La Conchiglia”, confinante a levante, confermato fino al 2020. Sia l’affidamento alla cooperativa sociale “La XIII” che il rinnovo della concessione de “La Conchiglia” sono avvenute sotto l’amministrazione Tassone, ma gli atti, di cui siamo in possesso, sono gli stessi visionati dalle forze politiche che chiedono l’abbattimento dell’Ufficio Tecnico, che non si può realizzare fino ad approvazione del PUA. Inoltre, in base alla legge regionale sopra menzionata, il Comune di Roma eccede già di quel 50% di arenile, richiesto ad ogni Comune, a spiagge libere o libere con servizi.
Insomma, l’unico che deve aprire gli occhi, invece che propagandistici varchi a mare, è Sabella. Dopo aver detto che tutti gli stabilimenti balneari non sono a norma (pena decadimento della concessione), che ad Ostia c’è la mafia, che serve l’accesso libero al mare per far ‘pomiciare’ i ragazzi, dovrebbe far chiarezza sulla grave affermazione sostenuta dal M5S e comunque attivarsi, in qualità di delegato per il Litorale, affinché il PUA del Comune di Roma prenda il via. Per l’abbattimento dell’Ufficio Tecnico c’è tempo, anche perché la spiaggia di questo futuro stabilimento balneare ad oggi non esiste, con buona pace dei Radicali e del M5S.

per LabUr Paula de Jesus

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OSTIA, VARCHI A MARE: L’INDECENTE SILENZIO DELLA CAPITANERIA DI PORTO

Il Capitano di Vascello (CP) Lorenzo Savarese

Dopo il nostro esposto sui varchi e la conferma che avevamo ragione a definirli illegali, avuta con le ordinanze emesse dal Consiglio di Stato, anche il secondo esposto relativo al varco dello Stabilimento balneare “Maresole” è rimasto inascoltato dalla Capitaneria di porto di Roma che si è rifiutata di fare chiarezza, rischiando ora una denuncia per omissione di atti d’ufficio. Complice di tutto questo indecente silenzio il Comune di Roma nella persona di Alfonso Sabella che, delagato dal sindaco a condurre le vicende del litorale romano, invece di intervenire in ambito amministrativo preferisce sostituirsi alla Procura di Roma in bizzarri interventi con le ruspe definite “della legalità”. Di legale, da parte dell’attuale amministrazione, a Ostia però non c’è nulla: solo atti di forza e bullismo istituzionale. Ecco perché, per fare chiarezza sulla situazione dei varchi, nella ricerca della verità che da sempre ci contraddistingue, incontreremo sia la Federbalneari che l’Associazione “Maresole” le cui risposte ricevute chiariscono molti aspetti. Poi, con la Capitaneria di porto, ci parleremo a modo nostro perché non ci piace per nulla ciò che sta accadendo.

Tutto è legato alla Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Il mandato dell’attuale presidente, Pasqualino Monti (trattamento annuo di quasi 215mila euro) è scaduto il 7 giugno 2015, tanto che l’autorità portuale è entrata in regime di prorogatio. Tra i vari enti, anche la Città Metropolitana di Roma deve rendere pubblici i nomi della terna da presentare al ministro Graziano Del Rio per guidare l’autorità portuale. La decisione di Marino, in piena ‘mafia capitale’ e in pieno scontro con il PD di Civitavecchia, si è concentrata su sei nomi, uno dei quali è quello di Lorenzo Savarese, comandante in carica della Capitaneria di porto di Roma e già sponsorizzato dal sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, assieme a Francesco Maria Di Majo e Giuseppe Roma. Savarese negli ultimi due mesi ha rallentato tutta una serie di controlli richiesti dai cittadini a cui invece aveva dato grande spazio fin dal primo giorno del suo insediamento, il 27 febbraio del 2012. In fondo se i varchi devono essere il fiore all’occhiello della legalità firmata Marino/Sabella perché sbracciarsi tanto? Meglio un indecente silenzio.

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OSTIA: NESSUN VARCO, CI SONO LE CASE SULLA SPIAGGIA

L’incredibile caso dello Stabilimento balneare “Maresole”, con le case (almeno 60) costruite sulla spiaggia accanto a uno dei più famosi stabilimenti di Ostia (Peppino a Mare). Neanche a 100 metri dalla riva. La Capitaneria non apre qui il varco a mare previsto sin dal 1989. Eppure l’Associazione Maresole, concessionaria, non risulta registrata presso alcuna Camera del Commercio. Esposto in Procura, al Comune di Roma, alla Regione e in Capitaneria di porto.

Roma 22 giugno 2015

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, presidente di LabUr (Laboratorio di Urbanistica, www.labur.eu), chiede con urgenza di verificare la mancata apertura del varco a mare presso lo Stabilimento balneare “Maresole” (concessionario: Associazione Maresole, Lungomare Amerigo Vespucci, 90 – Ostia Lido, Roma) e segnato al numero 3) dell’elenco dei varchi previsti dalla Capitaneria di porto di Roma in data 14 aprile 1989 per consentire al pubblico di accedere liberamente al mare. Si specifica che tale elenco e conseguente apertura dei varchi pubblici ivi inseriti è stato ribadito dal Comune di Roma tramite ordinanza sindacale di balneazione n.89 del 24 aprile 2015 nonché in data 9 giugno 2015 dal Consiglio di Stato che ha emesso due nuove ordinanze confermando quanto già stabilito a riguardo il 6 maggio 2015 dal TAR del Lazio.
Si fa inoltre notare che l’Associazione Maresole non risulterebbe registrata presso alcuna Camera di Commercio e che sarebbe in corso nei suoi confronti un procedimento intrapreso dall’Avvocatura Capitolina, condotto dall’Avvocato Andrea Camarda (Settore VI Attività legale relativa a: Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica).
Presso lo Stabilimento balneare “Maresole” sono state edificati villini ad uso residenza estiva su demanio marittimo, regolarmente iscritti al Catasto fabbricati, che contrastano con ogni logica di utilizzo del pubblico arenile secondo quanto regolamentato dal PUA vigente (deliberazione del Consiglio Comunale n.36 del 14.02.2005, “Adozione del Piano di Utilizzazione degli Arenili, di cui alla deliberazione, G.R.L. n. 2816/99″).
Con osservanza.

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OSTIA, VARCHI A MARE: TUTTO DA RIFARE

Chiarezza da parte del Consiglio di Stato sui 10 presunti varchi ‘aperti’ lungo il litorale romano: sono tutti irregolari, per dimensioni e posizionamento. Questa l’intera vicenda
Tra gli altri provvedimenti, il Municipio X, Direzione Ambiente e Territorio – Ufficio Demanio Marittimo, in data 8 aprile 2015, ha emesso due determinazioni dirigenziali imponendo l’apertura di un varco di accesso al mare, sia allo Stabilimento balneare “Marechiaro” in concessione alla Kelly’s s.r.l. (d.d. n. 655) che allo Stabilimento balneare “La Rotonda” in concessione a La Turistica srl (d.d. n.654).
I due stabilimenti hanno subito presentato ricorso che, in data 10 aprile 2015, il TAR del Lazio ha respinto fissando, per la trattazione collegiale, la camera di consiglio del 6 maggio 2015, così motivando: “Rilevato che non è ancora aperta la stagione balneare e che, in ogni caso, l’apertura dei varchi deve essere oggetto di specifiche indicazioni in ordine alle dimensioni, all’effettivo posizionamento e alle opere da realizzare eventualmente allo scopo; a tale stregua l’apertura in questione potrà essere effettuata solo quando l’autorità comunale avrà reso esplicite le su richiamate indicazioni”.
Il Comune di Roma ha dunque integrato in data 14 aprile 2015 le precedenti determinazioni dirigenziali con la d.d. n. 689 (per “Marechiaro) e la d.d. n.688 (per “La Rotonda”).
In data 6 maggio 2015, il TAR del Lazio ha dunque emesso due ordinanze con le quali imponeva ai due stabilimenti balneari l’apertura dei varchi, così motivando: “Il punto 2.2.3 del disciplinare tecnico del Piano di Utilizzo degli Arenili di Roma Capitale prevede espressamente che “dovrà essere lasciato libero sul confine fra due concessioni un corridoio di non meno di mt 2 per permettere l’accesso libero” e che “tale corridoio graverà sull’area delle due concessioni interessate e confinanti” “.
Il ricorso in appello dei due stabilimenti non ha avuto esito positivo perché in data 9 giugno 2015 il Consiglio di Stato ha emesso due nuove ordinanze confermando quanto già stabilito il 6 maggio dal TAR del Lazio.
Tutto terminato, come ha trionfalmente annunciato il Sindaco di Roma, Ignazio Marino? Neanche per sogno, perché così motivando il Consiglio di Stato ha di fatto dichiarato irregolari i 10 varchi pubblici fino ad oggi sbandierati dal Comune di Roma, inseriti tra le altre cose all’interno dell’ordinanza sindacale di balneazione n.89 del 24 aprile 2015. In pratica, se devono essere rispettate le condizioni di larghezza (almeno 2 metri) e di posizionamento dei varchi (gravanti su due concessioni confinanti) previste dal PUA vigente (deliberazione del Consiglio Comunale n.36 del 14.02.2005, “Adozione del Piano di Utilizzazione degli Arenili, di cui alla deliberazione”, G.R.L. n. 2816/99), ad Ostia è tutto da rifare, con buona pace del Sindaco di Roma.
Di seguito il nostro nuovo esposto con documentazione video allegata (per il precedente esposto, questo è il puntatore)

ESPOSTO DEL 14 GIUGNO 2015 INOLTRATO ALLA CAPITANERIA DI PORTO

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OSTIA, FINTI VARCHI A MARE: IL CONSIGLIO DI STATO CONFERMA L’ESPOSTO DI LABUR

Tutti i finti varchi finora aperti da Marino sono irregolari secondo il PUA vigente, come già denunciato nell’esposto di LabUr più di un mese fa (punto n.8): “Le norme del vigente Piano di utilizzazione degli arenili di Roma Capitale, prevedono che dovrà essere lasciato libero sul confine fra due concessioni un corridoio di non meno di 2 metri per permettere l’accesso libero“. Così ha deciso il Consiglio di Stato.
Pronta la diffida verso la Capitaneria di porto di Roma a chiudere questi finti varchi. Restiamo in attesa del ricorso al TAR preannunciato dai Radicali contro questi finti varchi, voluti da Marino solo per recuperare credibilità su Roma in termini di legalità da parte di un PD devastato dalle indagini di ‘mafia capitale’.

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OSTIA, LA DERIVA DELLA LEGALITA’

Siamo alla deriva democratica. Se un comitato, un’associazione o un singolo cittadino fanno un esposto, il capo segreteria del Sindaco Marino comunica che non è possibile più incontrare l’Amministrazione perché c’è il pericolo di “inquinamento probatorio”. E’ accaduto a Labur dopo l’esposto sui varchi a mare.
Non basta. Anche se un comitato, un’associazione o un singolo cittadino pubblicano stralci dell’informativa dei ROS (Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri) su Mafia Capitale in cui compaiono i nomi della segreteria del Sindaco, non sarà più possibile incontrare l’Amministrazione.
Silvia Decina è stata affiancata da Marino ad Alfonso Sabella nella guida del X Municipio dopo il discioglimento della giunta Tassone, indagato e coinvolto nelle intercettazioni di mafia capitale.
Una laurea in chimica, un’esperienza al Mc Donald’s e poi nelle segreterie del PD, evidentemente non bastano per maneggiare la materia giuridica, nemmeno se si guadagnano 143mila euro l’anno pagati dai cittadini. Un esposto non è una denuncia e non esiste alcun “inquinamento probatorio”. Non è mai accaduto, nemmeno sotto il ‘fascista’ Alemanno, come l’ha sempre additato il PD, una simile asfaltatura della democrazia e riaffaccio di autoritarismo.
Prendiamo atto che non si vuole riconoscere la partecipazione democratica come strumento essenziale di controllo e si procede invece contro norme che tutelano il diritto dei cittadini di intervenire nell’iter degli strumenti urbanistici. Ricordiamo a Silvia Decina che lo Statuto del Comune di Roma, in attuazione dei principi costituzionali e comunitari, assume come suo principio programmatico “l’assicurare la più ampia partecipazione degli appartenenti alla comunità cittadina, singoli o associati, all’amministrazione locale”. Il contributo dei cittadini che si organizzano per partecipare attivamente e secondo legge alla formazione dell’interesse generale hanno, tra le loro prerogative, quella di inoltrare all’Amministrazione degli esposti, atti con cui qualunque interessato segnala fatti o situazioni che, pur non costituendo reato, ritiene pregiudizievoli per sé o per la collettività o, in genere, per il buon andamento del pubblico servizio, e pertanto chiede un intervento alla competente Autorità. L’indirizzo di questa Amministrazione, che sbandiera impropriamente le parole “legalità”, “trasparenza” e “partecipazione” compie ogni giorno attentati ai diritti civili e politici dei cittadini oltre che a quelli costituzionali.

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NUOVA OSTIA, SEDE DEL PD: ESPOSTO PER DANNO ERARIALE E ABUSIVISMO


Esposto alla Procura, alla Corte dei Conti, alla Gdf e al Comune di Roma sull’incredibile caso della sede PD di Nuova Ostia che da oltre 10 anni non paga l’affitto e le spese, pagate però dal Comune di Roma ad Angiola Armellini, la famosa ‘miss evasione’ (oltre 1000 unità immobiliari affittate ad Ostia al Comune per l’emergenza abitativa senza pagare le tasse). Il PD non è in emergenza abitativa ma in emergenza legalità. Ben venga l’auto-denuncia del senatore Stefano Esposito (commissario PD per il X Municipio dopo le dimissioni per mafia capitale dell’ex-presidente Andrea Tassone) ma non è accettabile che un danno erariale di oltre un milione di euro e un’occupazione abusiva ai danni dell’emergenza abitativa passino inosservati. LabUr è stata l’unica voce a denunciare da sempre questo scandalo. Ora non ci tiriamo di certo indietro.
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ESPOSTO
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A
PROCURA DI ROMA Procuratore (Giuseppe Pignatone)
CORTE DEI CONTI Procuratore regionale Lazio (Angelo Raffaele De Dominicis)
GUARDIA DI FINANZA Comando Generale (Saverio Capolupo), Nucleo Polizia Tributaria Roma
COMUNE DI ROMA
Sindaco di Roma (Ignazio Marino), Vice Capo di Gabinetto (Rossella Matarazzo), Delegato Presidente X Municipio (Alfonso Sabella), Dipartimento Patrimonio (Mirella Di Giovine)

Da
LABUR – Laboratorio di Urbanistica
Oggetto: CIRCOLO PD ABUSIVO IN VIA ANTONIO FORNI 12-16A, OSTIA (X MUNICIPIO, ROMA)
Pagine: 2
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Il “Laboratorio di Urbanistica – LabUr” , nella persona del Presidente dr.Ing. Andrea Schiavone, nato a Roma il …, telefono …,

ESPONE I FATTI DI SEGUITO RIPORTATI
Dalle dichiarazioni rilasciate in data 20 maggio 2015 alla stampa dal senatore Stefano Esposito, che ricopre attualmente anche la carica di Commissario PD per il X Municipio del Comune di Roma, risulta che la sede del PD di Nuova Ostia, locata in via Antonio Forni nr.12-16A non paga l’affitto al Comune di Roma almeno dal 2004, occupando l’immobile in questione senza alcun titolo.
Questo era già stato ammesso il 6 febbraio 2014 dai diretti responsabili del PD, Andrea Storri e Sabrina Giacobbi, le cui dichiarazioni vengono di seguito riportate:

• “Non paghiamo niente – conferma Sabrina Giacobbi, segretaria del circolo dei democratici di Ostia Nuova – Ma non abbiamo nulla da rimproverarci”
• “Quegli immobili ricadono nella parte commerciale – spiega Andrea Storri, assessore al bilancio del Municipio X [e coordinatore PD del X Municipio fino alla data del commissariamento dopo i fatti di ‘mafia capitale’] – e stanno sul piano strada, ma di negozi in quell’area non ce ne sono. Il partito occupò quell’immobile, parliamo degli anni 70, per fare attività politica ed evitare un uso improprio”

I locali rientrano all’interno dell’elenco degli immobili condotti dal Comune di Roma in fitto passivo ad edilizia residenziale pubblica. Più precisamente, i locali risultano così classificati (fonte: Dipartimento Patrimonio – Sviluppo e Valorizzazione del Comune di Roma. Rilevazione al 15 settembre 2014)

COMUNE – Roma
MATRICOLA IBU – 23853
MATRICOLA UIB – 1229103
TIPO UIB – Locale Commerciale
INDIRIZZO – Via Antonio Forni
CIVICO – 12/16A
SCALA – /
PIANO – PT
INTERNO – /
MUNICIPIO – 10

Il senatore Stefano Esposito era stato informato della questione già in data 6 marzo 2015 direttamente dal sottoscritto ma sta agendo per eludere il controllo amministrativo pregresso, condizionando quello in essere tra il Comune di Roma e la proprietà dei locali: “Ho chiamato la proprietaria dello stabile [Angiola Armellini] per farmi fare una proposta, se sarà accessibile, sottoscriveremo un contratto regolare, altrimenti ce ne andremo”.

CONSIDERATO
1. che i locali occupati abusivamente dal PD risultano essere in gestione del Comune di Roma;
2. che il PD ha fatto negli anni un uso dei locali non solo politico ma per trarne profitto (i locali venivano affittati a circa 50 euro per feste e/o eventi);
3. che i locali risultano essere stati modificati all’interno con la realizzazione di nuovi vani senza aver ottenuto alcuna autorizzazione,

SI CHIEDE CON URGENZA
oltre alla verifica di un evidente danno erariale, l’immediato sequestro preventivo dei locali da parte del Comune di Roma (art. 321 c.p.) e la verifica da parte della procura di Roma dell’esistenza dei seguenti reati perseguibili d’ufficio perché i fatti sono stati commessi “da più di dieci persone, anche senza armi” in rispetto anche dell’art. 639 bis c.p.:

– art. 633 c.p. (Invasione di terreni o edifici) [invasione arbitraria di edifici pubblici per trarne profitto]
– art. 635 c.p. (Danneggiamento) [modifiche non autorizzate dei vani interni]
– art. 639 c.p. (Deturpamento ed imbrattamento delle cose altrui) – (parti esterne ed interne)

In fede,
dr.Ing. Andrea Schiavone

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OSTIA: ESPOSTO CONTRO I VARCHI A MARE

ESPOSTO
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PROCURA DI ROMA (Mario Palazzi)
COMUNE DI ROMA
Sindaco di Roma (Ignazio Marino)
Vice Capo di Gabinetto (Rossella Matarazzo)
Delegato Presidente X Municipio (Alfonso Sabella)
Dirigente U.O.A.L. X Municipio (Cinzia Esposito)
CAPITANERIA DI PORTO
Comando Generale – Amm. Isp. Capo (CP) (Felicio Angrisano)
Roma Fiumicino – Comandante C.V. (CP) (Lorenzo Savarese)
Del.ne di Spiaggia di Ostia – 1° M.llo Np (Rosario Febbraro)
Da LABUR – Laboratorio di Urbanistica
Oggetto VARCHI PUBBLICI LITORALE DI OSTIA
Pagine 2
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Il “Laboratorio di Urbanistica – LabUr” , nella persona del Consulente Tecnico dr.ssa Paula Filipe de Jesus, nata a Montreal (Canada) il 26 Settembre 1967, telefono 348-7726362,

ESPONE I FATTI DI SEGUITO RIPORTATI
L’apertura da parte del Comune di Roma di alcuni varchi pubblici per l’accesso al mare lungo il litorale di Ostia, non censiti in alcun elenco di pubblico accesso, non pertinenti ad alcuno strumento urbanistico e non attrezzati per una completa e corretta fruibilità degli stessi, non garantisce la tutela della pubblica e privata incolumità, generando invece possibili situazioni di pericolo che, in concomitanza con l’inizio della stagione balneare, devono necessariamente essere eliminate.

PREMESSO
01) che l’Ordinanza del sindaco di Roma, n.89 del 24 aprile 2015 (Stagione balneare anno 2015. Norme e disposizioni per il litorale marittimo di Roma Capitale), da adesso in avanti chiamata Ordinanza, non è mai stata pubblicata presso l’Albo Pretorio online del Comune di Roma, ricorrendo al potere sindacale di ordinanza contingibile e urgente, previsto dall’articolo 54 del TUEL;
02) che non esiste, per la materia di cui trattasi, alcuna sussistenza dei presupposti previsti dalla legge per tale applicazione di contingibilità ed urgenza, vale a dire:
– ricorrenza di situazioni di oggettivo pericolo per la privata e/o la pubblica incolumità;
– inevitabilità del ricorso a tale rimedio straordinario sussidiario per l’accertata insufficienza, agli effetti del conseguimento del fine perseguito, dei mezzi giuridici ordinari messi a disposizione dall’ordinamento;
03) che l’Ordinanza introduce per la prima volta la definizione di ‘varco pubblico’ per il libero accesso e transito alla battigia in ogni orario, anche notturno, senza però specificare le caratteristiche del ‘varco pubblico’;
04) che ogni varco pubblico ad oggi realizzato non rispetta le necessarie caratteristiche per la possibile necessità di consentire il rapido deflusso dalla battigia in caso di emergenza o di pericoli per l’incolumità pubblica ovvero quelle concernenti l’agevole accesso di mezzi e personale di protezione e soccorso, risultando di fatto non segnalato e non conforme secondo la normativa vigente in materia;
05) che i varchi pubblici ad oggi realizzati, non essendo distribuiti in maniera sufficiente lungo il litorale marittimo di Roma Capitale, sono integrati dagli ingressi degli stabilimenti balneari (definiti genericamente ‘varchi’) dalle ore 07.00 alle ore 19.00 e, in via eccezionale, fino alle ore 22.00 qualora, non oltre i 150 metri lineari dall’ingresso dello stabilimento, non sia presente un fruibile varco pubblico di accesso;
06) che l’Ordinanza non risulta essere allineata con l’Ordinanza di Sicurezza Balneare n.55/2014 emessa il 29 maggio 2014 dal Capo del Circondario Marittimo di Roma – Comandante del porto di Fiumicino, in tema di esposizione di opportuna cartellonistica trilingue (italiano, inglese e tedesco) recante indicazione circa l’orario di balneazione, tassativamente compreso dalle ore 09.00 alle ore 19.00 (orario di apertura dei servizi degli stabilimenti balneari), non corrispondente con l’apertura degli stabilimenti balneari per il raggiungimento della battigia e dunque con il servizio di salvataggio;
07) che non è previsto alcun impegno di spesa per la stagione balneare 2015 da parte del X Municipio di Roma Capitale che è tenuto, secondo l’Ordinanza, a garantire la sicurezza e la pulizia dei varchi, siano essi quelli pubblici che quelli rappresentati dagli ingressi degli stabilimenti balneari, come previsto anche dalla deliberazione n.28 del Consiglio del Municipio X di Roma Capitale adottata nella seduta del 17 luglio 2014, parte integrante della Ordinanza;
08) che tali varchi oggi realizzati non rispettano quanto indicato dal Piano di Utilizzazione degli Arenili (P.U.A.) approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 36 del 14 febbraio 2005;
09) che i varchi pubblici oggi realizzati non soddisfano i requisiti minimi per l’accesso al mare dei soggetti diversamente abili e alle mamme con bambini, in passeggino, fino a 3 anni, con la predisposizione di idonei percorsi;
10) che l’Ordinanza non è stata pubblicata all’Albo Pretorio di Roma Capitale e non è stata notificata ai concessionari degli stabilimenti balneari, come previsto dall’Ordinanza stessa,

CONSIDERATO
che con Ordinanza n.18 del 30 aprile 1990 della Capitaneria di porto del Compartimento marittimo di Roma gli stessi varchi oggi aperti furono fatti chiudere con effetto immediato, abrogando l’Ordinanza n.58 del 14 luglio 1989 con cui erano stati realizzati, per impraticabilità, mancanza di condizioni igieniche, eccessivo dislivello dell’accesso all’arenile, etc.

SI CHIEDE
l’immediata chiusura dei varchi pubblici e, per quanto sopra esposto, di verificare l’esistenza di reati da cui deriva pericolo per la pubblica e privata incolumità generati per imperizia e/o negligenza della Pubblica Amministrazione, produttivi di danni estesi e complessi, che mettono a repentaglio la vita e l’integrità di un numero indeterminato di persone.

In fede,
dr.ssa Paula Filipe de Jesus

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