OSTIA, STAGIONE BALNEARE 2019. INTEGRAZIONE ESPOSTO BANDI ASSISTENZA BAGNANTI

ordinanza rettificataA distanza di oltre un mese dal nostro esposto che ha costretto alla rettifica dell’Ordinanza balneare 2019, si riscontrano nuove anomalie. L’elenco delle spiagge libere riportate nell’ordinanza non è quello ufficiale scaturito nel periodo di commissariamento, la segnaletica apposta dal Municipio è in gran parte mancante, i bandi di gara non sono stati ancora assegnati in maniera definitiva e la Capitaneria di porto non ha minimamente controllato l’assenza dovuta per legge delle indicazioni delle postazioni di salvataggio. Si ribadisce la presunzione di danno erariale.

PROCURA DELLA CORTE DEI CONTI

Procura Generale

Procura Regione Lazio

GUARDIA DI FINANZA

Comando Generale (AOO)

II Gruppo Roma (via delle Fiamme Gialle 16/A, 00122 Roma)

Sezione Operativa Navale Lido di Ostia (porto di Ostia)

AUTORITA’ NAZIONALE ANTICORRUZIONE

 

e p.c.

 

CAPITANERIA DI PORTO

Comando Generale

Capitaneria di porto di Roma Fiumicino

Delegazione di Spiaggia di Ostia

COMUNE DI ROMA

Municipio Roma X (Presidente, Direttore, Assessore Ambiente)

Dipartimento Programmazione Attuazione Urbanistica

 

Roma, 5 giugno 2019

 

OGGETTO: INTEGRAZIONE – esposto per presunzione di danno erariale e violazioni di legge dei bandi assistenza bagnanti emessi dal Comune di Roma (stagione balnerae 2019)

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, in qualità di presidente di LabUr – Laboratorio di Urbanistica (http://www.labur.eu), a tutela di un interesse pubblico[1], intende sottoporre agli enti e autorità indicati tra i destinatari, una integrazione dell’esposto già inviato in data 2 maggio 2019 chiedendo un intervento urgente e immediato essendo la stagione balneare iniziata sul litorale romano il 1° maggio 2019.

 I FATTI

A seguito del precedente esposto inviato, in data 27.052019 è stata pubblicata dal Comune di Roma la rettifica alla ordinanza della Sindaca di Roma n.73 del 24.04.2019[2]. La nuova ordinanza ha preso la numerazione 90 in data 27.05.2019[3].

Con la rettifica e con riferimento al precedente esposto, è stata inserita tra le spiagge libere di competenza del Municipio X per il servizio di assistenza ai bagnanti, la spiaggia libera c.d. ‘Amanusa’ relativamente alle postazioni 104 e 105 riportate nell’ordinanza n.40/2016 emessa il 30.05.2016 dalla Capitaneria di porto di Roma[4]. Tale rettifica ha portato il riallineamento con quanto previsto dal Lotto 2 del bando di gara per il “Servizio di Assistenza bagnanti sulle spiagge libere del Lido di Ostia[5].

Inoltre, un’altra rettifica ha definitivamente escluso che il servizio in questione fosse garantito per la postazione 60 (cfr. ordinanza Capitaneria 40/2016) dell’ex stabilimento balneare MED, postazione non inclusa in alcun lotto.

La rettifica non ha invece tenuto in considerazione altri grossolani errori che vengono di seguito elencati e che provano una forte negligenza da parte del Comune di Roma:

PUNTO 1

Nell’ordinanza rettificata l’elenco al punto 6.1 delle spiagge libere non coincide con l’elenco ufficiale, pubblicato sul sito del Comune di Roma, al quale la stessa ordinanza richiama[6]. Si notano le seguenti incongruenze sostanziali:

  • al nr.6 dell’elenco ufficiale viene erroneamente riportata l’indicazione spiaggia compresa tra l’Istituto Tecnico Nautico Marcantonio Colonna e Village e non, come correttamente riportato nell’ordinanza balneare al punto 6.1 lett.c), spiaggia compresa tra lo Stabilimento Aneme e Core ed il tratto di arenile consegnato all’istituto Tecnico Nautico Marcantonio Colonna;
  • al nr.7 dell’elenco ufficiale viene riportata l’indicazione spiaggia lungomare Paolo Toscanelli snc corrispondente alla postazione 19 dell’ordinanza n.40/2016 (The One, ex Glam, attuale Bahia), spiaggia non contemplata da alcuna lettera dell’ordinanza;

PUNTO 2

Nell’ordinanza rettificata, con riferimento alle spiagge in essa indicate e alle relative postazioni di salvataggio previste dall’ordinanza n.40/2016 della Capitaneria di porto, si conservano le errate attribuzioni (comprese nei bandi di gara in questione) come di seguito elencato:

  • la postazione 14 (Gara Spiagge Libere, lotto 2) è posizionata presso la spiaggia indicata dal nr.6 dell’elenco ufficiale e dunque dentro l’area consegnata all’Istituto Tecnico Nautico Marcantonio Colonna, spiaggia non di competenza del Municipio X;
  • la postazione 20 (Gara Spiagge Libere, lotto 2) è posizionata presso la spiaggia[7] individuata dalla ex concessione Istituto figlie di Maria Immacolata, oggi revocata ma mai inclusa nell’elenco delle spiagge e dunque non di competenza del Municipio X;

INTEGRAZIONE

  1. sono a tutt’oggi mancanti i cartelli delle postazioni 1, 2 e 3 (Gara Happy Surf), in violazione dell’ordinanza n.40/2016 della Capitaneria di porto
  2. le gare (Spiagge Libere, 2 lotti, Happy Surf, 1 lotto) non risultano ancora aggiudicate in modalità definitiva, violando il contenuto dell’ordinanza rettificata;
  3. la segnaletica informativa da posizionare sulle spiagge libere è in gran parte mancante[8];

[1] L’interesse pubblico è giustificato in virtù di un precedente esposto di LabUr, avente sempre per oggetto le spiagge libere del litorale romano, sul quale si è già espressa l’ANAC con deliberazione n.1086 del 5 ottobre 2016, reperibile al seguente indirizzo www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital Assets/anacdocs/Attivita/Atti/Delibere/2016/1086/del.2086.2016.pdf (recepita dal Comune di Roma con Determinazione Dirigenziale n.1248 del 09 giugno 2017 reperibile al seguente indirizzo http://www.labur.eu/varie/determinazionedirigenziale1248del20170609.pdf)

[2] https://www.comune.roma.it/web-resources/cms/documents/ordinanza_stagione_balneare2019.pdf

[3] https://www.comune.roma.it/servizi2/deliberazioniAttiWeb/showPdfDoc?fun=deliberazioniAtti&par1=U08=&par2=NTgyNQ

[4] http://www.guardiacostiera.gov.it/roma-fiumicino/Documents/040-2016.pdf

[5] https://romacapitale.tuttogare.it/documenti/allegati/4019/bando-di-gara-spiagge-lido-di-ostia-signed-firmato.155082759484aeb.pdf, Durata del contratto di appalto: dal 20 Aprile 2019 al 30 Settembre 2019 per un totale di almeno 106 giorni

[6] https://www.comune.roma.it/web-resources/cms/documents/Allegato_B_Demanio_litorale.pdf

[7] https://www.comune.roma.it/web-resources/cms/documents/Allegato_A_Demanio_litorale.pdf

[8] Con Determinazione Dirigenziale n. Repertorio n. 1087/2019 del 30/05/2019 prot. CO/88707/2019, la Direzione del Municipio Roma X ha impegnato i fondi ed affidato il Servizio di fornitura della segnaletica informativa da posizionare sulle spiagge libere del Litorale di Roma Capitale, ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. n. 50/2016 e s.m.i., alla Ditta Max3 – P.IVA 09659151006 (codice creditore 68083)

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PONTE DELLA SCAFA, ESPOSTO: VERIFICA DEL PROGETTO DEFINITIVO

Screenshot 2022-02-18 18.30.56In data odierna è stato inviato il seguente esposto indirizzato alla Corte dei Conti, alla Guardia di Finanza, alla Prefettura di Roma, all’ANAC e all’Agenzia del Demanio ed in conoscenza alla Italiana Costruzioni Spa, al Comune di Roma e alla Regione Lazio, corredato da allegati.

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Roma, 24 maggio 2019

OGGETTO: Realizzazione Nuovo Ponte della Scafa località Municipio Roma X – segnalazione di presunto danno erariale ed illegittimo esproprio di aree del Demanio dello Stato (tot.pagg.14)

LabUr, Laboratorio di Urbanistica (http://www.labur.eu) intende esporre i seguenti fatti, relativi alla realizzazione del Nuovo ponte della Scafa sul fiume Tevere in località Municipio X di Roma Capitale, a seguito di documentazione ricevuta dall’Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Lazio.

I FATTI

Con Ordinanza Commissariale di Protezione Civile n. 186 del 30.06.2009, il Comune di Roma ha approvato il progetto definitivo, la variante urbanistica e la dichiarazione di pubblica utilità, dell’intervento codice C2.1-05 “Ponte della Scafa e della relativa viabilità” (attraversamento del fiume Tevere in località Municipio X di Roma) originato dal Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri n.3543 del 04.08.2006 con il quale era stato dichiarato lo stato di emergenza per la situazione determinatasi nel settore del traffico e della mobilità a Roma. In 12 anni nulla è stato fatto ma in data 05.09.2018, alle ore 14.10, si è riunita, presso la Stazione della Roma-Lido fermata Ostia Antica, la III Commissione Capitolina, che ha dichiarato quanto segue:

l’impresa vincitrice del bando in oggetto, sta redigendo il progetto esecutivo che dovrà essere consegnato entro sessanta giorni. Seguiranno i sondaggi per determinare la portanza che il terreno dovrà sopportare secondo la nuova legge antisismica per opere ed infrastrutture in classe di uso 3 e 4 come nel caso in questione, nonché la bonifica degli ordigni bellici. Tali attività avranno durata di circa 4 mesi, a partire dal prossimo, quindi è prevista una perizia di variante per le nuove attività da svolgere, che sarà approvata entro il mese di settembre. I lavori del nuovo ponte inizieranno tra marzo ed aprile 2019 e si concluderanno, come certificato dall’impresa aggiudicatrice, dopo 441 giorni lavorativi, ipotizzando l’apertura dello stesso, in assenza di problematiche ostative, nel mese di ottobre 2020

Ad oggi (24 .05.2019) ancora non è stato fatto nulla di quanto dichiarato ma è stata solo recintata un’area all’interno del Comune di Fiumicino che sarà una delle tre aree cantiere previste (due, per ogni piede arco del ponte, la terza, lato Comune di Roma, presso la spalla del nuovo ponte). All’interno di questa area, proprio dove dovrà esser realizzato il piede arco del ponte (lato Comune di Fiumicino) esistono particelle del Demanio dello Stato che non possono essere espropriate se non dopo regolare processo di sdemanializzazione, mai avviato. Ciò non solo costituisce una gravissima negligenza da parte del Comune di Roma (ente appaltante) ma anche un grave danno erariale nonché una illegale occupazione dell’area ad uso cantiere vigendo invece un regime di esproprio decretato.

PREMESSO

1. che in data 31.03.2009 l’Agenzia del Demanio comunicava al Comune di Roma questa situazione;

2. che in data 23.04.2019 l’Agenzia del Demanio ha confermata il mancata avvio della sdemanializzazione;

3. che in data 09.05.2019 quanto sopra è stato confermato dal Comune di Roma che è ricorso ad una occupazione temporanea dell’area in questione, autorizzato dalla Regione Lazio;

4. che, secondo il verbale del 05.09.2018, la cantierizzazione dell’area in questione non è orientata all’avvio dei lavori ma all’acquisizione dei sondaggi da parte della ditta esecutrice;

5. che non risulterebbe alcuna autorizzazione o comunicazione di tali fatti all’Agenzia del Demanio;

6. che avviare i sondaggi su un’area non sdemanializzata per eseguire il piede arco del ponte è un’attività inutile e dispendiosa (4 mesi);

7. che il decreto di esproprio che include tali particelle del Demanio dello Stato è illegale e dunque deve essere annullato e nuovamente bandito nella sua complessità, anche per tutte le altre particelle,

SI CHIEDE

la verifica della regolarità di apertura del cantiere in oggetto e del progetto definitivo andato in gara che insiste, non solo per i piedi arco del ponte, ma anche per le altre opere di viabilità accessoria, su particelle del Demanio dello Stato, per legge inespropriabile. LabUr si riserva ogni ulteriore integrazione del presente esposto affinché sia tutelato l’interesse pubblico

N.B.: ad esito dell’esposto, l’ANAC ha deliberato in data 21 dicembre 2021 (n.849) dopo 2 anni di istruttoria

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ISOLA SACRA (FIUMICINO): ESPOSTO CONTRO IL NUOVO ARGINE

PASSO SENTINELLAESPOSTO

CORTE DEI CONTI
GUARDIA DI FINANZA
PREFETTURA DI ROMA
ANAC
p,c,

REGIONE LAZIO
DIREZIONE REGIONALE LAVORI PUBBLICI, STAZIONE UNICA APPALTI, RISORSE IDRICHE E DIFESA DEL SUOLO
COMUNE FIUMICINO
AUTORITA’ BACINO FIUME TEVERE
IL MESSAGGERO
IL FARO ONLINE

Roma, 23 maggio 2019

OGGETTO: Nuovo argine località Isola Sacra (Fiumicino, Roma) – Presunto danno erariale, esposizione a grave rischio idrogeologico degli abtitanti, appropriazione indebita dell’area golenale al demanio regionale (tot.pagg.7)

 

Il sottoscritto dr.ing. Andrea SCHIAVONE, presidente di LabUR, Laboratorio di Urbanistica (http://www.labur.eu) intende esporre i seguenti fatti, relativi alle dichiarazioni rilasciate oggi a mezzo stampa (Il Messaggero, ed. Ostia, 23 maggio 2019) da parte del consigliere della Regione Lazio Michela CALIFANO, relative al positivo collaudo del nuovo argine realizzato in località Isola Sacra (Fiumicino, Roma).

I FATTI

Con nota del 10.09.2012 (prot. 0003083) l’Autorità di Bacino fiume Tevere (ABT) comunicava all’Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo (ARDIS) della Regione Lazio, relativamente alla realizzazione di un’arginatura a protezione dell’abitato di Isola Sacra in comune di Fiumicino (progetto definitivo), quanto segue:

La realizzazione delle opere previste nel progetto definitivo di cui all’oggetto permetterebbe il completamento della messa in sicurezza dell’area. Dall’esame degli elaborati tecnici prodotti da codesta agenzia si comprende che l’intervento su Fiumara Grande consiste nel rialzo e ringrosso dell’argine destro esistente del primo tratto e nella realizzazione ex novo di un tratto di argine sempre in destra idraulica a sezione trapezia nella parte terminale verso la Foce del Tevere. Tale soluzione sia per quanto attiene la tipologia dell’opera che per la localizzazione planimetrica del tratto da realizzare ex novo è stata ritenuta compatibile con la pianificazione di bacino del Comitato Tecnico di questa Autorità nella seduta del 26 aprile 2012.

Nel documento, firmato dal dirigente dell’Ufficio Piani e Programmi dell’ABT, ingegner Carlo FERRANTI, si fa esplicito riferimento, per la messa in sicurezza dell’area e per garantire la funzionalità idraulica del nuovo argine (realizzazione ex novo di un tratto di argine sempre in destra idraulica a sezione trapezia nella parte terminale verso la Foce del Tevere), del rialzo e ringrosso dell’argine destro esistente del primo tratto, mai avvenuto.

Per quanto sopra esposto, con riserva di ulteriori integrazioni,

SI CHIEDE

  1. La verifica di un presunto danno erariale costituito dalla realizzazione del nuovo argine che non avrebbe alcuna funzionalità idraulica non essendo state rispettate le prescrizioni dell’ABT;
  2. La verifica di un presunto rischio idrogeologico per gli abitanti di Isola Sacra per i quali non esisterebbe ancora alcuna protezione da eventuali piene del fiume Tevere per la mancanza del rialzo e rinforzo dell’argine esistente, contrariamente da quanto dichiarato dalla Regione Lazio;
  3. La verifica di una presunta appropriazione indebita da parte della Regione Lazio della nuova area golenale (formatasi con il nuovo argine), che finirebbe per essere compresa all’interno del demanio regionale assoggettato, secondo una recente sentenza del Tribunale di Civitavecchia (Sezione Civile, dr. Giovanni SPINELLI), al demanio idrico: “possibilità per la Regione di applicare il regime dei beni demaniali [art. 822 ss. c.c., applicabile anche al demanio regionale a mente dell’ 11, c. I, l. 281/1970] anche a beni non espressamente compresi
    nell’elenco di cui all’art. 822 c.c., ma funzio nalmente coinvolti nelle finalità proprie dei beni ivi indicati è espressamente riconosciuta, del resto, dall’art. 11, c. II, l. 281/1970”;
  4. La verifica (in funzione del precedente punto 3) di una presunta variazione di destinazione d’uso del Sito di Interesse Comunitario IT6030024

 

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OSTIA, STAGIONE BALNEARE 2019: ESPOSTO BANDI ASSISTENZA BAGNANTI

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02.05.2019 (ore 12:07) sopralluogo del Municipio X presso la postazione 21. Mancante la cartellonistica della postazione 20

LabUr – Laboratorio di Urbanistica, a tutela di un interesse pubblico, ha presentato agli enti e alle autorità competenti (Comune di Roma, Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Procura della Corte dei Conti) un esposto per presunto danno erariale, violazione delle norme esistenti e sospetto numero ristretto di partecipanti ai bandi di gara per il “Servizio di Assistenza bagnanti sulle spiagge libere del Lido di Ostia”. I due bandi, per complessivi 3 lotti, hanno visto concorrere solo tre partecipanti, già vincitori sulle stesse spiagge per gli stessi servizi nel 2018.
L’interesse pubblico è giustificato in virtù di un precedente esposto di LabUr, avente sempre per oggetto le spiagge libere del litorale romano, sul quale si è già espressa l’ANAC con deliberazione n.1086 del 5 ottobre 2016, recepita dal Comune di Roma con Determinazione Dirigenziale n.1248 del 09 giugno 2017.

’identificazione delle postazioni di salvataggio presso le spiagge libere soggette all’affidamento dei servizi di balneazione da parte del Municipio X del Comune di Roma è univoca, in quanto riferita all’ordinanza n.40/2016 emessa il 30.05.2016 dalla Capitaneria di Porto di Roma. Tale ordinanza prevede, per i singoli tratti di arenile di competenza del Comune di Roma, una precisa collocazione delle postazioni di salvataggio in funzione dei metri lineari di fronte mare, indicazioni che però non coincidono con i dati dichiarati dal Comune di Roma. Infatti, la pubblicazione dell’Ordinanza della Sindaca di Roma n.73 del 24.04.2019, successiva alla pubblicazione dei bandi, ha portato confusione nella definizione dell’elenco delle spiagge libere di competenza del Comune. Nei bandi, risulta il servizio di assistenza e salvataggio anche per postazioni non di competenza del Comune di Roma e non indicati nell’ordinanza sindacale, configurando così un danno erariale. Inoltre, risulterebbe una violazione dell’ordinanza della Capitaneria di Porto (40/2016) in quanto non è stato valutato l’allestimento di ulteriori postazioni per l’assistenza ai bagnanti. Tra i bandi di gara e l’ordinanza sindacale dunque esistono sostanziali differenze sul servizio di assistenza ai bagnanti. Infine, nei bandi il servizio di assistenza ai bagnanti decorre dal 20 aprile e non dal 20 maggio, come invece riportato nell’ordinanza sindacale e dunque anche in questo caso si configura un danno erariale.
È stato richiesto un urgente intervento in quanto, alla data odierna, non risultano ancora aggiudicati in via definitiva i 3 lotti, ma solo provvisoriamente.

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OSTIA, SPIAGGE. ESPOSTO IN PROCURA PER LE DENUNCE TEMERARIE DI FINTE ASSOCIAZIONI ‘APARTITICHE’

Fotor_155136649177692Roma, 28 febbraio 2019

OGGETTO: Attività di denuncia temeraria svolta da parte dell’associazione Mare Libero e del Comitato Mare per Tutti prima della pubblicazione dell’ordinanza 215/2018 per la stagione balneare invernale

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, presidente di LabUr – Laboratorio di Urbanistica (www.labur.eu), intende presentare formale esposto per i fatti di seguito descritti.

PREMESSA

LabUr, da oltre un decennio opera sul territorio del Municipio X (ex-XIII) di Roma Capitale a difesa dell’interesse pubblico con particolare attenzione alle questioni urbanistiche inerenti il Demanio, marittimo e fluviale, in piena collaborazione con gli organi politici e amministrativi e con l’autorità giudiziaria. Tale attività si è in particolar modo distinta durante le fasi di indagini di Mafia Capitale e durante il conseguente periodo di commissariamento del municipio stesso. Il presente esposto vuole segnalare un anomalo comportamento da parte di alcune associazioni civiche che, dichiarandosi apolitiche e apartitiche ma in realtà organizzate e dirette da personaggi e attivisti del territorio tesserati nel PD, in Sinistra Italiana e nei Radicali, ingannano la fede pubblica conducendo in realtà vere e proprie campagne politiche in nome dell’interesse pubblico, creando però allo stesso tempo notevole danno al rapporto tra Cittadini e Istituzioni in nome di una presunta legalità di cui sarebbero portatrici.

I FATTI

L’ordinanza del Sindaco di Roma n.215/2018 (Stagione Invernale 2018/2019 sul litorale di Roma Capitale. Norme e Disposizioni) del 30 novembre 2018 (prot. CO n.186926) all’articolo 1, così recita: “La stagione invernale 2018/2019 inizia a decorrere dalla data di pubblicazione della presente Ordinanza all’Albo Pretorio e termina il 30 aprile 2019”. L’ordinanza è stata pubblicata all’Albo Pretorio il 22 febbraio 2019 con termine di pubblicazione il 23 marzo 2019 e prevede (articolo 8, comma 9) ricorso al TAR del Lazio entro 60 giorni e al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla data di pubblicazione.

Pertanto, avendo la stagione invernale inizio solo dalla sua pubblicazione all’Albo Pretorio, le norme e disposizioni in essa indicate non hanno alcuna validità prima del 22 aprile 2019 e non possono essere richiamate nelle eventuali sanzioni amministrative applicate. LabUr ha segnalato la mancata pubblicazione dell’ordinanza all’Albo Pretorio in data 20 febbraio 2019 in quanto, da mesi, il Gruppo X Mare del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale stava svolgendo attività di controllo, in base all’ordinanza 215/2018, elevando sanzioni amministrative ai concessionari degli stabilimenti balneari. Il tutto ha avuto origine, almeno come si evince dai dati pubblicamente disponibili, da una iniziativa condotta dai consiglieri municipali del PD Athos DE LUCA e Margherita WEYLAM, nonché dall’associazione Mare Libero e dal Comitato Mare per Tutti, ampiamente pubblicizzata il 22 dicembre 2018 dal quotidiano Il Fatto Quotidiano, il cui contenuto può così sintetizzarsi: “durante la stagione estiva 2018 la Polizia Locale non avrebbe fatto rispettare la relativa ordinanza 83/2018 seppure molte infrazioni presenti presso gli stabilimenti balneari fossero sotto gli occhi di tutti. Come si può controllare un territorio ‘mafioso’ se non si riesce a fare neanche le multe ai gestori degli stabilimenti? Doppio esposto in Procura (PM, Claudia TERRACINA) nei confronti della Polizia Locale per omissioni di atti d’ufficio (uno di Athos DE LUCA, l’altro del Comitato Mare per Tutti)”. Da qui le iniziative di verifica dei controlli durante la stagione invernale 2018/2019 in funzione della nuova relativa ordinanza 215/2018. Tale mancanza di controlli, secondo gli stessi soggetti, avrebbe poi un ‘significato’ politico, come sostenuto da Agostino BIONDO, componente del Consiglio Direttivo di Mare Libero e segretario dei Giovani Democratici di Ostia. Così infatti di recente ha scritto (25 febbraio 2019) sul proprio profilo pubblico su Facebook, condiviso da Marco POSSANZINI, segretario Sinistra Italiana per il Municipio X:

Mi sono fatto convinto che nell’amministrazione si sia attivata già da tempo una macchina finalizzata ad adottare “ad culum parandum” provvedimenti di decadenza, demolizione e via discorrendo per dimostrare la volontà di portare un cambiamento nel sistema di gestione delle spiagge; ma, allo stesso tempo, tali provvedimenti devono essere volutamente errati nel contenuto, e quindi destinati ad essere bloccati dal TAR, per consentire ai concessio nari di veder conservata la propria posizione. Di fatto, si stanno ponendo solide basi affinché tutto resti come prima facendo creder e di aver provato a cambiare…

Athos DE LUCA, politico di lungo corso, è attualmente componente in Municipio X sia della Commissione Ambiente che della Commissione Urbanistica (che si interessa del Piano di Utilizzazione degli Arenili) ed è a conoscenza che ogni commissione è competente per materia anche nelle funzioni di controllo. Anche se come presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma con Ignazio Marino nulla ha visto degli appalti irregolari affidati a Salvatore Buzzi, è difficile credere che assieme alle due associazioni sia riuscito ad identificare ogni dettaglio di ogni articolo dell’ordinanza 215/2018 senza prima individuare l’arco temporale dell’applicazione dell’ordinanza stessa. Resta infatti accertato che le denunce da cui sono partiti i controlli del Gruppo X Mare in funzione della 215/2018 siano state prodotte dal Comitato Mare per Tutti sulla scia della denuncia per omissioni di atti di ufficio già presentata. Pertanto, l’attività condotta da Mare Libero e dal Comitato Mare per tutti (con la copertura politica dei partiti sopra indicati), seppur lodevole teoricamente per l’impegno civico, assume in pratica il connotato di minaccia verso pubblico ufficiale, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri. Infatti il Gruppo X Mare non era tenuto a fare alcuna attività di controllo in funzione dell’ordinanza 215/2018 prima della data di pubblicazione del 22 aprile 2019. Athos DE LUCA e tutti gli associati avrebbero potuto svolgere un’attività politica nelle sedi opportune e sensibilizzare tramite i media l’opinione pubblica, ma non denunciare al Gruppo X Mare l’inosservanza di un’ordinanza ancora non operativa senza prima aver ben valutato il contenuto della denuncia stessa che a tutti gli effetti si è dimostrata temeraria ed intimidatoria. Ciò porta ad ipotizzare una serie numerosa di reati penali ascrivibili alle due associazioni che vanno dalla violenza o minaccia a un pubblico ufficiale (art. 336 cp), all’interruzione di pubblico servizio (art. 340 cp), alla violazione della fede pubblica documentale (artt. 476-493bis cp), alla diffamazione (art. 595 cp) e/o calunnia (art. 368 cp), alla violenza privata nei confronti dei concessionari degli stabilimenti balneari (art. 610 cp) o addirittura al procurato allarme qualora nelle denunce presentate (di cui non siamo a conoscenza del contenuto) siano stati indicati ‘pericoli insistenti’ (art. 658 cp). (post del 19 gennaio 2019, si riconosce Athos DE LUCA, terzo da sx)

SI CHIEDE

ai destinatari del presente esposto, ciascuno per propria competenza, di ristabilire i termini per i quali le attività di controllo, necessarie ed indispensabili per la fruizione del bene pubblico, siano improntate nell’ottica dell’interesse pubblico e non della visibilità politica, strumentale ad altre tipologie di interessi.

In fede, dr.Ing. Andrea Schiavone

 

 

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PORTO DI OSTIA: LABUR ASSOLTO CON FORMULA PIENA

(nella foto: Esterino Montino, Mauro Balini e Massimo Di Somma durante le prime fasi di realizzazione del porto di Ostia) © ARCHIVIO MINO IPPOLITI

(nella foto: Esterino Montino, Mauro Balini e Massimo Di Somma durante le prime fasi di realizzazione del porto di Ostia)
© ARCHIVIO MINO IPPOLITI

Dopo aver condotto in solitaria per 8 anni un dettagliato lavoro di controinformazione sulle vicende tecniche, amministrative e autorizzative del Porto turistico di Roma ad Ostia, nonché sul suo mancato raddoppio, non possiamo che essere soddisfatti dell’assoluzione con formula piena sentenziata nei nostri confronti dal Tribunale di Roma, X Sezione Penale (Dott. Renato Orfanelli).

E’ stato l’unico rinvio a giudizio che LabUr ha dovuto affrontare in oltre 10 anni di battaglie urbanistiche su Roma, una costante attività sempre finalizzata alla difesa dell’interesse pubblico.

Ringraziamo tutti i giornalisti con i quali abbiamo collaborato che in questi anni hanno creduto in noi e nella bontà del nostro lavoro. Chi pensava di fermarci infangando brutalmente il nostro impegno e/o impadronendosi delle nostre inchieste per avere un po’ di visibilità si metta l’animo in pace, se ci riesce.

Ci dispiace solo che l’ex Sindaco di Roma, Francesco Rutelli, e l’attuale Sindaco di Fiumicino (ai tempi, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma), Esterino Montino, non abbiamo colto l’opportunità per contribuire ad illuminare un argomento, come quello del Porto turistico di Roma ad Ostia, dalle mille ombre. Noi comunque continueremo nel nostro cammino.

Per chi volesse approfondire quanto da noi prodotto in 8 anni, può consultare il nostro sito al seguente puntatore: http://www.labur.eu/public/blog/?cat=32

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OSTIA, PONTE DELLA SCAFA (SR 296). ESPOSTO ORDIGNI BELLICI.

esposto ordigni ponte scafaESPOSTO

Roma, 18 settembre 2018

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, 340-5708124, presidente di LabUr – Laboratorio di Urbanistica (http://www.labur.eu) espone di seguito fatti a sua conoscenza su cui chiede massima vigilanza da parte degli Enti e delle Autorità destinatarie per garantire la pubblica e privata incolumità nel territorio dei comuni di Roma e Fiumicino.

PREMESSO

  • che dal 26 giugno 2016 con l’entrata in vigore della legge 177/2012 è stata espressamente prevista la valutazione dei rischi da possibile rinvenimento di ordigni bellici inesplosi anche nei cantieri temporanei o mobili interessati da scavi;
  • che pertanto per i lavori in questione, qualunque sia il loro inquadramento tipologico, è prevista la valutazione rischio-ordigno;
  • che la valutazione rischio-ordigno rientra in ogni caso fra “tutti i rischi” da prendere in considerazione, ai sensi del comma 1, art. 28 del D.Lgs. 81/2008;
  • che l’area interessata dagli scavi è in prossimità di aree soggette alla valutazione di rischio-ordigno, come p.es. l’area limitrofa interessata dalla realizzazione del nuovo ponte della Scafa;

CONSIDERATO

  • che non risulta presente presso il cantiere un cartello lavori con le indicazioni previste per legge;
  • che nessun documento con indicazione dei lavori e della procedura del loro affidamento risulta ad oggi pubblicato nella sezione Amministrazione Trasparente dei siti web della Regione Lazio e/o dell’Astral Spa o altrove;
  • che, a prescindere se per il cantiere in questione sia previsto l’obbligo di nomina del Coordinatore per la Progettazione (a cui competerebbe la valutazione prevista dalla legge 177/2012), si deve sempre ritenere, in attuazione di quanto in generale previsto dal D.Lgs. 81/2008, che la valutazione del rischio-ordigno sia compito del datore di lavoro dell’impresa esecutrice (delle attività di scavo);
  • che l’impresa esecutrice delle attività di scavo, da informazioni prevenute, è la Sondedile Srl;
  • che nessuna delle imprese specializzate, iscritte all’apposito albo istituito presso il Ministero della Difesa risulta incaricata della “bonifica preventiva e sistematica” intesa come l’insieme delle attività connesse con la ricerca, l’individuazione e lo scoprimento di eventuali ordigni bellici inesplosi in una data area;
  • che la finalità della normativa citata è che l’area oggetto degli interventi di scavo sia priva di ordigni bellici (o perché si è valutato che non possono esservene, o come risultato a seguito della bonifica);
  • che l’esito della valutazione del rischio-ordigno rappresenta un elemento essenziale e condizionante per lo sviluppo della progettazione e la successiva realizzazione dell’opera, non da ultimo in termini di incidenza economica, tempi e pattuizioni contrattuali;
  • che la valutazione rischio-ordigno deve essere effettuata fin dalla prima fase della progettazione, anche nel caso in cui la tipologia o l’entità dell’opera non richiedano una vera e propria progettazione, in vista della successiva definizione tecnica e contrattuale per evitare anche un danno erariale;
  • che seppure la normativa citata non dica nulla né esista ad oggi una procedura standardizzata o codificata per effettuare la valutazione del rischio-ordigno, le uniche due modalità oggi considerate, fra loro complementari, sono l’analisi storica documentale (reperimento informazioni e consultazione di fonti) e l’analisi strumentale (indagini magnetometriche di superficie);
  • che seppure l’analisi storica documentale può contribuire a mettere in luce se l’area indagata sia stata in passato interessata da eventi bellici o ritrovamenti di ordigni, indicando quindi come plausibile (in vario grado) la possibilità di ulteriori rinvenimenti, essa non consente tuttavia di escludere a priori la possibilità che vi siano (ancora) presenti ordigni;
  • che seppure l’analisi strumentale (esclusivamente indagini magnetometriche superficiali) consenta al più di segnalare per interferenza ferromagnetica la presenza di oggetti, con una capacità di indagine limitata però ad una profondità di 1 metro, non consente di investigare gli strati sottostanti né di escludere in essi la presenza di eventuali ordigni
  • che le indagini magnetometriche di superficie non costituiscono pertanto in alcun modo una “bonifica”, né consentono di “certificare” o attestare sotto il profilo “bellico” lo stato di un’area (come affermato dal Ministero della Difesa), perché esse rappresentano unicamente un ulteriore elemento di indirizzo per la valutazione del rischio e per la scelta se sia necessario o meno procedere alla bonifica sistematica;
  • che, salvo rare eccezioni (es. area già interessata da precedente bonifica sistematica recente e dello stesso contenuto, in assenza di successivo rimaneggiamento o riporti), non è possibile con la sola valutazione escludere la possibilità di rinvenimento di ordigni bellici in una data area, soprattutto perché limitrofa ad aree ancora da indagare e perché le opere di micropalificazione in corso a tali profondità mai sono state eseguite nell’area,

VISTO

  • che il 4 settembre 2018 la Regione Lazio e la Astral Spa, rispettivamente nelle persone del Presidente Nicola Zingaretti e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Mauro Alessandri, e dell’Aministratore Unico Antonio Mallano, hanno dichiarato il termine dei lavori in oggetto per la data del 24 settmbre 2018,

SI CHIEDE CON URGENZA DI VERIFICARE

  1. se il Soggetto Interessato (il committente, secondo il D.Lgs. 81/2008) abbia presentato la necessaria istanza al Reparto Infrastrutture territorialmente competente;
  2. se, sulla base del parere vincolante e delle prescrizioni da questo formulate (entro 30 giorni dall’assunzione al protocollo dell’istanza), sia o no stato redatto il progetto di bonifica bellica dell’area in questione (progetto di B.O.B.);
  3. se il Reparto Infrastrutture, ricevuta la sottoscrizione per accettazione delle prescrizioni e il progetto di bonifica (sottoscritti sia dal committente che dalla ditta BCM incaricata dei lavori), abbia entro 30 giorni verificato e approvato il progetto, rilasciando il nulla osta all’avvio della bonifica;
  4. se al termine delle attività di bonifica, la ditta BCM abbia rilasciato l’attestato di bonifica bellica;
  5. se, a seguito del sopralluogo del personale del Reparto Infrastrutture e del rilascio da parte di questi (entro 60 giorni dall’acquisizione al protocollo dell’attestato di bonifica bellica) del verbale di constatazione, si sia concluso il procedimento di bonifica e reso possibile considerare l’area bonificata, a tutti gli effetti.

 

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Ostia, Fiumicino. Integrazione esposto chiusura ponte della Scafa (ex SS 296)

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Integrazione dell’esposto del 21 agosto 2018 successivo alla chiusura al traffico del ponte della Scafa con il quale si chiede con urgenza agli enti e alle autorità destinatarie di attivare i propri poteri di vigilanza al fine di verificare le numerose incongruenze che derivano dall’operato dell’Astral Spa e della Regione Lazio in grado chiudere senza preavviso, per imminente pericolo, un ponte il 20 agosto 2018 e di programmarne la riapertura solo un mese dopo, il 24 settembre 2018, soprattutto a fronte delle discutibili affermazioni dell’Ing. Antonio Mallamo (Astral Spa) rilasciate in data 31 agosto 2018.

INTEGRAZIONE ESPOSTO DEL 21.08.2018

INTEGRAZIONE PER GRAVI DICHIARAZIONI RILASCIATE NEI SUCCESSIVI GIORNI

Roma, 04 settembre 2018

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, 340-5708124, presidente di LabUr – Laboratorio di Urbanistica (http://www.labur.eu) integra l’esposto già inviato via PEC agli stessi destinatari, esponendo di seguito fatti a sua conoscenza su cui richiede la massima vigilanza da parte degli Enti e delle Autorità destinatarie per garantire la pubblica e privata incolumità nel territorio dei comuni di Roma e Fiumicino.

PREMESSO

  • che in data 20 agosto 2018 il ponte della Scafa (ex SS 296) è stato chiuso senza preavviso dalla Astral Spa, con una serie di incongruenze già segnalate nell’esposto di cui la presente ne costituisce a tutti gli effetti una integrazione;
  • che in data 21 agosto 2018 si è tenuto un incontro convocato da Astral Spa, al quale hanno preso parte la Regione Lazio, il Municipio X di Roma Capitale, la Città Metropolitana, Aeroporti di Roma, Anas, Roma Servizi per la Mobilità, Cotral, Comune di Fiumicino, Capitaneria di Porto, i comandi di Polizia Locale di Fiumicino e del Municipio X di Roma Capitale, in cui è emerso quanto segue: criticità: carbonatazione del calcestruzzo ed esposizione dei ferri agli agenti atmosferici (già note a maggio 2018), Interventi: verifica degli appoggi sulle selle Gerber (da fare a ponte chiuso), Individuazione delle ditte specializzate per riapertura e interventi;
  • che in data 23 agosto 2018 si è tenuta una riunione convocata dalla Regione Lazio, alla quale hanno preso parte il Municipio X di Roma Capitale, l’Astral, la Prefettura, Roma Capitale, il Comune di Fiumicino, la Capitaneria di Porto, i Vigili del Fuoco, dell’Esercito e la Città Metropolitana, in cui è emerso quanto segue: riapertura completa del ponte non prima di tre mesi, interventi di fresatura dell’asfalto che dovrebbero alleggerire il carico del ponte, approfondimenti tecnici sulla stabilità;
  • che in data 25 agosto 2018 si è tenuto un sopralluogo presso il Ponte della Scafa a cui hanno preso parte il Municipio X di Roma Capitale, Roma Capitale, Regione Lazio, Comune di Fiumicino, l’Astral e la Guardia Costiera, sono state fatte delle valutazioni da parte del Genio Militare per un eventuale posizionamento di un ponte Bailey sui piloni del ponte esistenti per non gravare sulla struttura e consentire gli interventi necessari (evidenza del “problema sulla trave Gerber”);
  • che in data 29 agosto 2018 il ponte della Scafa è stato riaperto con Ordinanza n.5 del 2018[1] su indicazione dello Studio Nunziata[2] (mail del 27 agosto 2018) per avvenuto alleggerimento delle strutture (le solo 570 tonnellate di asfalto scarificato);
  • che in data 31 agosto 2018 si è tenuto un Consiglio straordinario del Comune di Fiumicino[3] sulle problematiche dovute alla chiusura del Ponte della Scafa a cui ha partecipato, tra gli altri enti presenti, anche l’Astral Spa nella persona dell’ Antonio Mallamo (Amministratore Unico di Astral Spa) che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

(da minuto 41:00 a minuto 51:00)

  1. il ponte era sotto osservazione dal 2010 e gli ultimi controlli risalgono al 2016: non si sono rilevavate fino alla data del 20 agosto 2018 criticità tali da interdire il transito sul ponte,
  2. a maggio 2018 sono stati commissionati lavori tramite un bando di gara per le seguenti attività: 8 prelievi di campioni dalle strutture in calcestruzzo con prove di compressione monoassiale, 20 prove di carbonatazione, 8 saggi sulle barre di armatura,
  3. le prove di laboratorio sono state eseguite dall’Università di Roma Tre,
  4. i risultati erano previsti per fine agosto ma già il 20 agosto una telefonato della ditta incaricata ha informato Astral Spa che i risultati di laboratorio indicavano “severe criticità”,
  5. Il ponte è al limite della ‘rottura’, servono altre verifiche per garantirne la sicurezza al 100%,
  6. i lavori si svolgono giorno e notte e, a parte qualche piccolo intervento, dal 20 al 31 agosto sono consistiti in un alleggerimento del ponte scarificando circa 570 tonnellate di asfalto (stratificazione di circa 35 cm nel corso degli anni) e rimuovendo circa 300 tonnellate di balaustre in marmo,
  7. le verifiche, simulate con software appropriati calcolando i momenti a taglio e a pressione, hanno consentito la riapertura parziale del ponte,
  8. tre studi separati hanno confermato la bontà della decisione dell’Astral Spa, così come ha espresso parere favorevole il “ Petrangeli dell’Università[4],
  9. sono in corso le verifiche sui giunti ed entro una settimana sarà disponibile il progetto per la riapertura del ponte istituendo un doppio senso di marcia per i soli veicoli leggeri;

(da minuto 3:00:15 a minuto 3:08:46)

  1. l’Astral opera su base triennale le attività di programmazione delle manutenzioni su tutti i ponti della rete stradale di competenza (regionale),
  2. il ponte e il viadotto della Scafa sono tenute in maggior considerazione,
  3. sul viadotto della Scafa da dicembre 2017 ad oggi è stata avviata una campagna di indagini di cui si conosceranno i risultati “tra un mese, un mese e mezzo”,
  4. il passaggio di consegna della ex SS 296 all’Anas non si è fermato ma è incluso in una più ampia operazione, descritta da un Decreto del Presidenza del Consiglio dei Ministri già pubblicato, che sarà perfezionato “fine di quest’anno, metà dell’anno prossimo”,
  5. per il ponte della Scafa sono già stati spesi 500 mila euro nel 2016 per manutenzione straordinaria (minuto 3:04:36 ss.),
  6. servirà probabilmente una “imbracatura delle selle Gerber”;
  • che in data 4 settembre 2018 il Presidente e l’Assessore ai lavori Pubblici della Regione Lazio, rispettivamente Nicola Zingaretti e Mauro Alessandri, hanno dichiarato che il ponte della Scafa “sarà riaperto al traffico leggero, ai mezzi di soccorso e al trasporto pubblico locale in entrambi i sensi marcia da lunedì 24 settembre” mediante “posa in opera di micro pali sul lato del ponte che raggiunge il X Municipio di Roma Capitale”,

CONSIDERATO

  • che negli incontri sono stati utilizzati, da parte di Astral Spa, termini chiari riferiti alle caratteristiche dei componenti strutturali (impalcato, pile, spalle, dispositivi d’appoggio, etc.), al tipo dei carichi di servizio (statici, dinamici) e alle azioni chimiche come la carbonatazione (‘il biossido di carbonio, presente nell’atmosfera, penetra nel calcestruzzo e reagisce con gli idrossidi a formare carbonato di calcio ed acqua’) e la corrosione (ossidazione del metallo delle barre d’armatura con conseguente espulsione del copriferro),
  • che negli incontri tecnici sono spesso stati citati i “giunti di dilatazione”, di cui sono a tutti noti i problemi di durabilità, in quanto spesso resi inefficaci nei ponti esistenti a causa di poca manutenzione e di effetti dinamici legati al traffico veicolare o perché esposti agli agenti atmosferici (l’acqua che li attraversa rappresenta la causa principale di degrado per gli elementi in calcestruzzo armato),
  • che negli incontri tecnici[5] è stata segnalata l’inadeguatezza del sistema di impermeabilizzazione e di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche per il mancato controllo delle acque di piattaforma, maggior causa di degrado degli elementi in calcestruzzo nei ponti dove è presente la salsedine,
  • che negli incontri tecnici mai si è parlato per il Ponte della Scafa di una valutazione della sua sicurezza sismica e del rinforzo delle sue pile, considerato che dopo il terremoto in Italia Centrale del 24 agosto 2016 si è invece tornato a parlare di pericolosità dei ponti che, costruiti tra gli anni ‘60 e ’70, non superano i nuovi standard di sicurezza ribaditi in maniera perentoria dal decreto ministeriale del 2008. poi dalla legge del 2012 ed infine dall’aggiornamento del decreto nel 2018,

VISTO

  • che l’Ing. Antonio Mallamo, per il ponte della Scafa, ha omesso di ricordare che era stata deliberata già in data 27 marzo 2017 [6] una “Attività di rilievo mappatura delle patologie di degrado e progettazione degli interventi di manutenzione del ponte della Scafa”, affidata alla FTP Associati – Studio Tecnico di Architettura e Ingegneria[7] consistente in:
  1. mappatura dei processi di corrosione dei ferri di armatura e di degrado del calcestruzzo presente sull’intradosso d’impalcato, sulle spalle e sulle pile,
  2. verifica della tenuta all’acqua dei giunti di dilatazione,
  3. mappatura dei degradi presenti sulla carreggiata stradale (giunti di dilatazione) e sui marciapiedi pedonali,
  4. attività di progettazione esecutiva degli interventi di ripristino conservativo;
  • che di tale attività non risulta alcuna traccia di lavori eseguiti o comunque programmati;
  • che per il ponte della Scafa, si è deliberata negli ultimi due anni (dopo il 24 agosto 2016) solo un’attività investigativa in data 6 marzo 2018[8] (“Attività di rilievo mappatura delle patologie di degrado e progettazione degli interventi di manutenzione straordinaria del ponte della Scafa”) annullata il 13 marzo 2018[9] e tecnicamente eseguita solo in data 16 maggio 2018[10];
  • che la riapertura del ponte della Scafa prevede come attività principale quella di posa in opera di ‘micropalisenza alcuna indicazione di opere di rinforzo di tutte le strutture in calcestruzzo ammalorate e di sostituzione dei giunti (opera, quest’ultima, che prevede la chiusura del ponte);
  • che l’opera di intervento citata dall’Ing. Antonio Mallamo al punto 14) sopra elencato trova riscontro, tra i dati pubblicati dall’Astral e dalla Regione Lazio, solo in lavori di rifacimento[11] della pavimentazione stradale nei tratti più degradati dall’innesto con la SS 8 Via del Mare al Km 2+000 e il miglioramento della segnaletica stradale su tutta la tratta della ex SS 296 (lavori completati già in data 23 marzo 2016[12] con un investimento di 500.000 euro, come confermato dall’allora Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, oggi presidente della Regione Lazio);
  • che il trasferimento della ex SS 296 dalla Regione Lazio all’ANAS citata dall’ Ing. Antonio Mallamo al punto 13) sopra elencato trova riscontro soltanto nel complesso meccanismo in corso di annullamento del ‘federalismo stradale indicato del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 febbraio 2018 che prevede tempi molto lunghi per l’efficacia del trasferimento in quanto subordinato ai criteri e modalità individuate dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 ottobre 2000[13]

SI CHIEDE CON URGENZA

  • di attivare i propri poteri di vigilanza sui punti elencati nell’esposto del 21 agosto 2018 al fine di verificare le numerose incongruenze che derivano dall’operato dell’Astral Spa in grado chiudere senza preavviso, per imminente pericolo, un ponte il 20 agosto 2018 e di programmarne la riapertura un mese dopo, il 24 settembre 2018, soprattutto a fronte delle discutibili affermazioni dell’Ing. Antonio Mallamo rilasciate in data 31 agosto 2018.

In fede,

dr.Ing. Andrea Schiavone

 

[1] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R._296_Della_Scafa_5_18.pdf

[2] Via Marconi 10, 80036 Palma Campania (NA)

[3] Registrazione audio/video disponibile al seguente puntatore http://fiumicino.videoassemblea.it/index_20180831.htm
[4] Presumibilmnte il Prof.Ing. Mario P.Petrangeli, ex professore di “Teoria e progetto di ponti” e “Gestione dei ponti e delle grandi infrastrutture” presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università “La Sapienza” di Roma, ora Amministratore Unico e Direttore Tecnico della società Mario Petrangeli & Associati srl, L.go dell’Amba Aradam 11, 00184 Roma

[5] consiglio straordinario del Comune di Fiumicino, 31 marzo 2018, intervento dell’Assessore ai Lavori Pubblici del Municipio X di Roma Capitale, Ing. Carlo Bollini, (da minuto 2:55:45 a minuto 2:59:35) in http://fiumicino.videoassemblea.it/index_20180831.htm

[6] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_36_del_27_marzo_2017.pdf

[7] con sede in via Vasanello 24, 00189 Roma

[8] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo-Ordinanza-S.R.-296-della-Scafa-1.18.pdf

[9] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_1_18.pdf

[10] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_2_118.pdf

http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_3_18.pdf

http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_85_Del_22_Marzo_2018.pdf,

http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_169_Del_5_Luglio_2018.pdf

[11] http://www.regione.lazio.it/binary/rl_main/tbl_news/RIEPILOGO_LAVORI_ASTRAL.pdf

[12] https://www.nicolazingaretti.it/notizie/strade-roma/

[13] «Individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali ed organizzative da trasferire alle regioni ed agli enti locali per l’esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi di cui agli articoli 99 e 101 del decreto legislativo n. 112 del 1998, in materia di viabilità»

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OSTIA NEL VIDEO DEL PRIMO MINISTRO CONTE

Nel filmato del 20 agosto 2018 in cui Giuseppe Conte, primo Ministro, ci parla del bilancio dei primi due mesi di governo, viene ricordata Ostia mostrando le immagini delle spiagge libere di Ostia Ponente (minuto 3:18). Un risultato ottenuto grazie a LabUr durante il periodo di commissariamento per mafia del Municipio X di Roma Capitale. Un giusto riconoscimento che ci da grande soddisfazione. LabUr non smetterà di denunciare gli abusi urbanistici commessi dalle amministrazioni passate. Siamo certi che il Governo del Cambiamento non ne diventerà complice valutando con rigorosità i documenti che gli sottoporremo.

Nella determinazione dirigenziale 1248 del 9 giugno 2017, emessa dalla Commissione Straordinaria del Municipio X di Roma Capitale, tutta la vicenda.
Nella categoria ‘spiagge italiane‘, tutte le nostre battaglie.

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Ostia, Fiumicino: chiusura ponte della Scafa. Esposto all’ANAC

26 aprile 2016, firma della convenzione per trasferire la ex SS296 dalla regione Lazio all'Anas

26 aprile 2016, firma della convenzione per trasferire la ex SS296 dalla regione Lazio all’Anas

Il 26 aprile 2016 una convenzione tra Anas, Regione Lazio e Comune di Fiumicino fu firmata per mettere in sicurezza via dell’Aeroporto di Fiumicino (la ex strada statale 296, oggi ancora della Regione Lazio ma che doveva finire nel patrimonio Anas). Poi il terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016. Per quasi un anno, fino a marzo 2017, nessun controllo statico del ponte della Scafa (che scavalca il Tevere) ne del viadotto dell’Aeroporto (che scavalca il canale di Fiumicino). Poi le verifiche affidate dall’Astral (la società che cura le strade regionali) a ditte esterne, di cui non si conoscono gli esiti, fino al 20 agosto 2018 quando si chiude il ponte della Scafa ma non il viadotto dell’Aeroporto (che è messo peggio). Una serie di presunte negligenze e omissioni che LabUr ha segnalato all’ANAC, nella veste di autorità di vigilanza dei contratti pubblici, e a tutti gli enti ed istituzioni interessate da questo che sembra uno scandalo italiano guarda caso scoppiato dopo il tragico crollo del ponte di Genova (14 agosto 2018).

——————————–

ESPOSTO

 

OGGETTO: presunta illegittima chiusura del ponte della Scafa (ex SS296), località Municipio X di Roma Capitale, mancata attuazione della convenzione del 2016 tra Anas e Regione Lazio in termini di sicurezza, segnalazione di possibile analogo pericolo per il viadotto dell’Aeroporto (ex SS296)

Roma, 21 agosto 2018

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, 340-5708124, presidente di LabUr – Laboratorio di Urbanistica (http://www.labur.eu) espone di seguito fatti a sua conoscenza su chi richiede massima valutazione da parte degli Enti e delle Autorità destinatarie per garantire la pubblica e privata incolumità nel territorio dei comuni di Roma e Fiumicino.

PREMESSO

  • che via dell’Aeroporto di Fiumicino (ex SS296) è una ex strada statale, attualmente ancora di proprietà della Regione Lazio e della Città Metropolitana di Roma, che supera il canale di Fiumicino circa al km 1.200 con il ‘viadotto dell’Aeroporto’ (anche erroneamente chiamato ‘della Scafa’) e supera il fiume Tevere circa al km 4.200 con il ‘ponte della Scafa’;
  • che la ex SS296 è importante via di collegamento tra il Municipio X di Roma Capitale e il Comune di Fiumicino, nonché da/per l’aeroporto di Fiumicino e l’Ospedale G.B. Grassi a Ostia;
  • che l’Astral Spa (Azienda Strade Lazio) è la società della Regione Lazio preposta alla progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione amministrativa della rete viaria regionale,

CONSIDERATO

  • che in data 20 agosto 2018[1], senza alcun preavviso, l’Astral ha ordinato la temporanea chiusura del ponte della Scafa ad ogni tipo di traffico “per consentire approfondite verifiche ad elementi di degrado emersi all’esito di indagini avviate molto tempo prima dei tristi avvenimenti di Genova”, creando notevoli disagi alla cittadinanza senza un piano alternativo della viabilità concertato con i comuni di Roma e Fiumicino, come previsto per legge;
  • che il 26 aprile 2016[2] l’Anas (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade) aveva dichiarato di voler sostenere investimenti di milioni di euro per il potenziamento e la messa in sicurezza della viabilità da/per l’aeroporto di Fiumicino mediante una articolata convenzione firmata dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (PD), dal Presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani e dal Sindaco del Comune di Fiumicino Esterino Montino (PD) alla presenza del  Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio (PD);
  • che la convenzione suddetta comprendeva il  trasferimento nel patrimonio Anas della ex SS296;
  • che l’intenzione di tale convenzione doveva essere confermata dalla successiva “Convenzione per la gestione da parte di Anas Spa delle ex Strade Statali ricadenti nella Regione Lazio[3] del 12 ottobre 2016;
  • che non risultano attività investigative sulle condizioni statiche del ponte della Scafa e del viadotto dell’Aeroporto condotte dall’Astral subito dopo il terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016 ma solo molti mesi dopo;

VISTO

  • che solo il 9 novembre 2016[4], si sono rilevati problemi non sul ponte della Scafa ma sotto la campata del viadotto dell’Aeroporto, consistenti in ferri scoperti, calcestruzzo ammalorato e vistose fessurazioni;
  • che l’Astral, nella stessa data del 9 novembre 2016, ha comunicato che, pur non rilevando “alcun pericolo di crollo, come anche certificato dai Vigili del Fuoco”, tuttavia “il viadotto necessita di manutenzione e, a tale scopo, Astral Spa sta predisponendo una perizia di spesa per stabilire l’esatto importo dei lavori, che verranno successivamente finanziati dalla Regione Lazio
  • che pertanto, in data 7 marzo 2017, l’Astral, con determina n.29[5], ha autorizzato, in favore della Techproject srl[6] l’affidamento dell’incarico di svolgere le opportune indagini e di predisporre un progetto di messa in manutenzione straordinaria del viadotto dell’Aeroporto;
  • che le attività richieste alla Techproject srl smentivano di fatto le precedenti rassicurazioni del 9 novembre 2018 in quanto consistenti in quelle di seguito descritte:
  1. rilievo morfologico, geometrico e meccanico del viadotto;
  2. verifica degli apparecchi di appoggio e dei giunti di dilatazione;
  3. verifica del livello di degrado della struttura;
  4. esecuzione di una campagna di prove sperimentali, per la definizione delle proprietà meccaniche dei materiali;
  5. caratterizzazione geotecnica del terreno di fondazione;
  6. analisi statica del manufatto;
  7. analisi e verifiche di vulnerabilità sismica
  8. attività di progettazione esecutiva degli interventi di ripristino conservativo;
  • che anche per il ponte della Scafa è stata deliberata in data 27 marzo 2017[7] una “Attività di rilievo mappatura delle patologie di degrado e progettazione degli interventi di manutenzione del ponte della Scafa”, affidata alla FTP Associati – Studio Tecnico di Architettura e Ingegneria[8] consistente in:
  1. mappatura dei processi di corrosione dei ferri di armatura e di degrado del calcestruzzo presente sull’intradosso d’impalcato, sulle spalle e sulle pile;
  2. verifica della tenuta all’acqua dei giunti di dilatazione;
  3. mappatura dei degradi presenti sulla carreggiata stradale (giunti di dilatazione) e sui marciapiedi pedonali;
  4. attività di progettazione esecutiva degli interventi di ripristino conservativo;
  • che alle attività della Techproject srl (viadotto dell’Aeroporto) e della FTP Associati (ponte della Scafa) non è seguito fino alla data odierna (21 agosto 2018) alcun lavoro di manutenzione né ordinario, né straordinario;
  • che per il ponte della Scafa si è deliberata una nuova attività investigativa in data 6 marzo 2018[9] (“Attività di rilievo mappatura delle patologie di degrado e progettazione degli interventi di manutenzione straordinaria del ponte della Scafa”) annullata il 13 marzo 2018[10] tecnicamente eseguita solo in data 16 maggio 2018[11];
  • che il trasferimento dell’ex SS296 dalla Regione Lazio all’Anas non è mai avvenuto e dunque non c’è stato alcun potenziamento e messa in sicurezza della viabilità da/per l’aeroporto di Fiumicino come previsto e finanziato dalla convenzione del 24 aprile 2016;
  • che la convenzione del 26 aprile 2016 è a tutti gli effetti un contratto pubblico inteso a garantire la pubblica e privata incolumità dei cittadini da cui un Ente pubblico non può sottrarsi,

SI CHIEDE

  • di verificare i motivi della mancata attuazione della convenzione del 26 aprile 2016 tra il Comune di Fiumicino, la Regione Lazio e l’Anas che ha finito per sottrarre gli investimenti destinati alla sicurezza della ex SS296;
  • di rendere pubblici gli esiti dei controlli dell’Astral affidati alla Techproject srl per il viadotto dell’aeroporto e alla FTP Associati per il ponte della Scafa entrambi a marzo 2017;
  • di verificare a quali interventi sul ponte della Scafa a giugno e luglio 2018 si riferisce il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, nell’intervista rilasciata oggi a Repubblica[12] non figurando alcun atto pubblicato da Astral a riguardo;
  • di verificare perché solo dopo molti mesi dall’esecuzione delle attività di controllo eseguite, l’Astral non sia intervenuta a segnalare la criticità statica del ponte della Scafa.

 

[1] http://www.astralspa.it/?p=20935 e

http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo-Ordinanza-S.R.-296-Della-Scafa-4.18.pdf

[2] http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/anas-fiumicino

[3] http://www.stradeanas.it/sites/default/files/2016-10-14_Convenzione_Regione_Lazio.pdf

[4] http://www.astralspa.it/?p=10689

[5] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_29_del_7_Marzo_2017.pdf

[6] con sede in via Prenestina 380, Roma 00171

[7][7] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_36_del_27_marzo_2017.pdf

[8] con sede in Roma, via Vasanello 24 – 00189,

[9] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo-Ordinanza-S.R.-296-della-Scafa-1.18.pdf

[10] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_1_18.pdf

[11] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_2_118.pdf e http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_3_18.pdf

[12] http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/08/21/news/chiusura_ponte_della_scafa_a_fiumicino_montino_si_faccia_presto_-204585138/

 

 

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