OSTIA, SPIAGGE. ESPOSTO IN PROCURA PER LE DENUNCE TEMERARIE DI FINTE ASSOCIAZIONI ‘APARTITICHE’

Fotor_155136649177692Roma, 28 febbraio 2019

OGGETTO: Attività di denuncia temeraria svolta da parte dell’associazione Mare Libero e del Comitato Mare per Tutti prima della pubblicazione dell’ordinanza 215/2018 per la stagione balneare invernale

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, presidente di LabUr – Laboratorio di Urbanistica (www.labur.eu), intende presentare formale esposto per i fatti di seguito descritti.

PREMESSA

LabUr, da oltre un decennio opera sul territorio del Municipio X (ex-XIII) di Roma Capitale a difesa dell’interesse pubblico con particolare attenzione alle questioni urbanistiche inerenti il Demanio, marittimo e fluviale, in piena collaborazione con gli organi politici e amministrativi e con l’autorità giudiziaria. Tale attività si è in particolar modo distinta durante le fasi di indagini di Mafia Capitale e durante il conseguente periodo di commissariamento del municipio stesso. Il presente esposto vuole segnalare un anomalo comportamento da parte di alcune associazioni civiche che, dichiarandosi apolitiche e apartitiche ma in realtà organizzate e dirette da personaggi e attivisti del territorio tesserati nel PD, in Sinistra Italiana e nei Radicali, ingannano la fede pubblica conducendo in realtà vere e proprie campagne politiche in nome dell’interesse pubblico, creando però allo stesso tempo notevole danno al rapporto tra Cittadini e Istituzioni in nome di una presunta legalità di cui sarebbero portatrici.

I FATTI

L’ordinanza del Sindaco di Roma n.215/2018 (Stagione Invernale 2018/2019 sul litorale di Roma Capitale. Norme e Disposizioni) del 30 novembre 2018 (prot. CO n.186926) all’articolo 1, così recita: “La stagione invernale 2018/2019 inizia a decorrere dalla data di pubblicazione della presente Ordinanza all’Albo Pretorio e termina il 30 aprile 2019”. L’ordinanza è stata pubblicata all’Albo Pretorio il 22 febbraio 2019 con termine di pubblicazione il 23 marzo 2019 e prevede (articolo 8, comma 9) ricorso al TAR del Lazio entro 60 giorni e al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla data di pubblicazione.

Pertanto, avendo la stagione invernale inizio solo dalla sua pubblicazione all’Albo Pretorio, le norme e disposizioni in essa indicate non hanno alcuna validità prima del 22 aprile 2019 e non possono essere richiamate nelle eventuali sanzioni amministrative applicate. LabUr ha segnalato la mancata pubblicazione dell’ordinanza all’Albo Pretorio in data 20 febbraio 2019 in quanto, da mesi, il Gruppo X Mare del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale stava svolgendo attività di controllo, in base all’ordinanza 215/2018, elevando sanzioni amministrative ai concessionari degli stabilimenti balneari. Il tutto ha avuto origine, almeno come si evince dai dati pubblicamente disponibili, da una iniziativa condotta dai consiglieri municipali del PD Athos DE LUCA e Margherita WEYLAM, nonché dall’associazione Mare Libero e dal Comitato Mare per Tutti, ampiamente pubblicizzata il 22 dicembre 2018 dal quotidiano Il Fatto Quotidiano, il cui contenuto può così sintetizzarsi: “durante la stagione estiva 2018 la Polizia Locale non avrebbe fatto rispettare la relativa ordinanza 83/2018 seppure molte infrazioni presenti presso gli stabilimenti balneari fossero sotto gli occhi di tutti. Come si può controllare un territorio ‘mafioso’ se non si riesce a fare neanche le multe ai gestori degli stabilimenti? Doppio esposto in Procura (PM, Claudia TERRACINA) nei confronti della Polizia Locale per omissioni di atti d’ufficio (uno di Athos DE LUCA, l’altro del Comitato Mare per Tutti)”. Da qui le iniziative di verifica dei controlli durante la stagione invernale 2018/2019 in funzione della nuova relativa ordinanza 215/2018. Tale mancanza di controlli, secondo gli stessi soggetti, avrebbe poi un ‘significato’ politico, come sostenuto da Agostino BIONDO, componente del Consiglio Direttivo di Mare Libero e segretario dei Giovani Democratici di Ostia. Così infatti di recente ha scritto (25 febbraio 2019) sul proprio profilo pubblico su Facebook, condiviso da Marco POSSANZINI, segretario Sinistra Italiana per il Municipio X:

Mi sono fatto convinto che nell’amministrazione si sia attivata già da tempo una macchina finalizzata ad adottare “ad culum parandum” provvedimenti di decadenza, demolizione e via discorrendo per dimostrare la volontà di portare un cambiamento nel sistema di gestione delle spiagge; ma, allo stesso tempo, tali provvedimenti devono essere volutamente errati nel contenuto, e quindi destinati ad essere bloccati dal TAR, per consentire ai concessio nari di veder conservata la propria posizione. Di fatto, si stanno ponendo solide basi affinché tutto resti come prima facendo creder e di aver provato a cambiare…

Athos DE LUCA, politico di lungo corso, è attualmente componente in Municipio X sia della Commissione Ambiente che della Commissione Urbanistica (che si interessa del Piano di Utilizzazione degli Arenili) ed è a conoscenza che ogni commissione è competente per materia anche nelle funzioni di controllo. Anche se come presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma con Ignazio Marino nulla ha visto degli appalti irregolari affidati a Salvatore Buzzi, è difficile credere che assieme alle due associazioni sia riuscito ad identificare ogni dettaglio di ogni articolo dell’ordinanza 215/2018 senza prima individuare l’arco temporale dell’applicazione dell’ordinanza stessa. Resta infatti accertato che le denunce da cui sono partiti i controlli del Gruppo X Mare in funzione della 215/2018 siano state prodotte dal Comitato Mare per Tutti sulla scia della denuncia per omissioni di atti di ufficio già presentata. Pertanto, l’attività condotta da Mare Libero e dal Comitato Mare per tutti (con la copertura politica dei partiti sopra indicati), seppur lodevole teoricamente per l’impegno civico, assume in pratica il connotato di minaccia verso pubblico ufficiale, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri. Infatti il Gruppo X Mare non era tenuto a fare alcuna attività di controllo in funzione dell’ordinanza 215/2018 prima della data di pubblicazione del 22 aprile 2019. Athos DE LUCA e tutti gli associati avrebbero potuto svolgere un’attività politica nelle sedi opportune e sensibilizzare tramite i media l’opinione pubblica, ma non denunciare al Gruppo X Mare l’inosservanza di un’ordinanza ancora non operativa senza prima aver ben valutato il contenuto della denuncia stessa che a tutti gli effetti si è dimostrata temeraria ed intimidatoria. Ciò porta ad ipotizzare una serie numerosa di reati penali ascrivibili alle due associazioni che vanno dalla violenza o minaccia a un pubblico ufficiale (art. 336 cp), all’interruzione di pubblico servizio (art. 340 cp), alla violazione della fede pubblica documentale (artt. 476-493bis cp), alla diffamazione (art. 595 cp) e/o calunnia (art. 368 cp), alla violenza privata nei confronti dei concessionari degli stabilimenti balneari (art. 610 cp) o addirittura al procurato allarme qualora nelle denunce presentate (di cui non siamo a conoscenza del contenuto) siano stati indicati ‘pericoli insistenti’ (art. 658 cp). (post del 19 gennaio 2019, si riconosce Athos DE LUCA, terzo da sx)

SI CHIEDE

ai destinatari del presente esposto, ciascuno per propria competenza, di ristabilire i termini per i quali le attività di controllo, necessarie ed indispensabili per la fruizione del bene pubblico, siano improntate nell’ottica dell’interesse pubblico e non della visibilità politica, strumentale ad altre tipologie di interessi.

In fede, dr.Ing. Andrea Schiavone

 

 

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PORTO DI OSTIA: LABUR ASSOLTO CON FORMULA PIENA

(nella foto: Esterino Montino, Mauro Balini e Massimo Di Somma durante le prime fasi di realizzazione del porto di Ostia) © ARCHIVIO MINO IPPOLITI

(nella foto: Esterino Montino, Mauro Balini e Massimo Di Somma durante le prime fasi di realizzazione del porto di Ostia)
© ARCHIVIO MINO IPPOLITI

Dopo aver condotto in solitaria per 8 anni un dettagliato lavoro di controinformazione sulle vicende tecniche, amministrative e autorizzative del Porto turistico di Roma ad Ostia, nonché sul suo mancato raddoppio, non possiamo che essere soddisfatti dell’assoluzione con formula piena sentenziata nei nostri confronti dal Tribunale di Roma, X Sezione Penale (Dott. Renato Orfanelli).

E’ stato l’unico rinvio a giudizio che LabUr ha dovuto affrontare in oltre 10 anni di battaglie urbanistiche su Roma, una costante attività sempre finalizzata alla difesa dell’interesse pubblico.

Ringraziamo tutti i giornalisti con i quali abbiamo collaborato che in questi anni hanno creduto in noi e nella bontà del nostro lavoro. Chi pensava di fermarci infangando brutalmente il nostro impegno e/o impadronendosi delle nostre inchieste per avere un po’ di visibilità si metta l’animo in pace, se ci riesce.

Ci dispiace solo che l’ex Sindaco di Roma, Francesco Rutelli, e l’attuale Sindaco di Fiumicino (ai tempi, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma), Esterino Montino, non abbiamo colto l’opportunità per contribuire ad illuminare un argomento, come quello del Porto turistico di Roma ad Ostia, dalle mille ombre. Noi comunque continueremo nel nostro cammino.

Per chi volesse approfondire quanto da noi prodotto in 8 anni, può consultare il nostro sito al seguente puntatore: http://www.labur.eu/public/blog/?cat=32

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OSTIA, PONTE DELLA SCAFA (SR 296). ESPOSTO ORDIGNI BELLICI.

esposto ordigni ponte scafaESPOSTO

Roma, 18 settembre 2018

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, 340-5708124, presidente di LabUr – Laboratorio di Urbanistica (http://www.labur.eu) espone di seguito fatti a sua conoscenza su cui chiede massima vigilanza da parte degli Enti e delle Autorità destinatarie per garantire la pubblica e privata incolumità nel territorio dei comuni di Roma e Fiumicino.

PREMESSO

  • che dal 26 giugno 2016 con l’entrata in vigore della legge 177/2012 è stata espressamente prevista la valutazione dei rischi da possibile rinvenimento di ordigni bellici inesplosi anche nei cantieri temporanei o mobili interessati da scavi;
  • che pertanto per i lavori in questione, qualunque sia il loro inquadramento tipologico, è prevista la valutazione rischio-ordigno;
  • che la valutazione rischio-ordigno rientra in ogni caso fra “tutti i rischi” da prendere in considerazione, ai sensi del comma 1, art. 28 del D.Lgs. 81/2008;
  • che l’area interessata dagli scavi è in prossimità di aree soggette alla valutazione di rischio-ordigno, come p.es. l’area limitrofa interessata dalla realizzazione del nuovo ponte della Scafa;

CONSIDERATO

  • che non risulta presente presso il cantiere un cartello lavori con le indicazioni previste per legge;
  • che nessun documento con indicazione dei lavori e della procedura del loro affidamento risulta ad oggi pubblicato nella sezione Amministrazione Trasparente dei siti web della Regione Lazio e/o dell’Astral Spa o altrove;
  • che, a prescindere se per il cantiere in questione sia previsto l’obbligo di nomina del Coordinatore per la Progettazione (a cui competerebbe la valutazione prevista dalla legge 177/2012), si deve sempre ritenere, in attuazione di quanto in generale previsto dal D.Lgs. 81/2008, che la valutazione del rischio-ordigno sia compito del datore di lavoro dell’impresa esecutrice (delle attività di scavo);
  • che l’impresa esecutrice delle attività di scavo, da informazioni prevenute, è la Sondedile Srl;
  • che nessuna delle imprese specializzate, iscritte all’apposito albo istituito presso il Ministero della Difesa risulta incaricata della “bonifica preventiva e sistematica” intesa come l’insieme delle attività connesse con la ricerca, l’individuazione e lo scoprimento di eventuali ordigni bellici inesplosi in una data area;
  • che la finalità della normativa citata è che l’area oggetto degli interventi di scavo sia priva di ordigni bellici (o perché si è valutato che non possono esservene, o come risultato a seguito della bonifica);
  • che l’esito della valutazione del rischio-ordigno rappresenta un elemento essenziale e condizionante per lo sviluppo della progettazione e la successiva realizzazione dell’opera, non da ultimo in termini di incidenza economica, tempi e pattuizioni contrattuali;
  • che la valutazione rischio-ordigno deve essere effettuata fin dalla prima fase della progettazione, anche nel caso in cui la tipologia o l’entità dell’opera non richiedano una vera e propria progettazione, in vista della successiva definizione tecnica e contrattuale per evitare anche un danno erariale;
  • che seppure la normativa citata non dica nulla né esista ad oggi una procedura standardizzata o codificata per effettuare la valutazione del rischio-ordigno, le uniche due modalità oggi considerate, fra loro complementari, sono l’analisi storica documentale (reperimento informazioni e consultazione di fonti) e l’analisi strumentale (indagini magnetometriche di superficie);
  • che seppure l’analisi storica documentale può contribuire a mettere in luce se l’area indagata sia stata in passato interessata da eventi bellici o ritrovamenti di ordigni, indicando quindi come plausibile (in vario grado) la possibilità di ulteriori rinvenimenti, essa non consente tuttavia di escludere a priori la possibilità che vi siano (ancora) presenti ordigni;
  • che seppure l’analisi strumentale (esclusivamente indagini magnetometriche superficiali) consenta al più di segnalare per interferenza ferromagnetica la presenza di oggetti, con una capacità di indagine limitata però ad una profondità di 1 metro, non consente di investigare gli strati sottostanti né di escludere in essi la presenza di eventuali ordigni
  • che le indagini magnetometriche di superficie non costituiscono pertanto in alcun modo una “bonifica”, né consentono di “certificare” o attestare sotto il profilo “bellico” lo stato di un’area (come affermato dal Ministero della Difesa), perché esse rappresentano unicamente un ulteriore elemento di indirizzo per la valutazione del rischio e per la scelta se sia necessario o meno procedere alla bonifica sistematica;
  • che, salvo rare eccezioni (es. area già interessata da precedente bonifica sistematica recente e dello stesso contenuto, in assenza di successivo rimaneggiamento o riporti), non è possibile con la sola valutazione escludere la possibilità di rinvenimento di ordigni bellici in una data area, soprattutto perché limitrofa ad aree ancora da indagare e perché le opere di micropalificazione in corso a tali profondità mai sono state eseguite nell’area,

VISTO

  • che il 4 settembre 2018 la Regione Lazio e la Astral Spa, rispettivamente nelle persone del Presidente Nicola Zingaretti e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Mauro Alessandri, e dell’Aministratore Unico Antonio Mallano, hanno dichiarato il termine dei lavori in oggetto per la data del 24 settmbre 2018,

SI CHIEDE CON URGENZA DI VERIFICARE

  1. se il Soggetto Interessato (il committente, secondo il D.Lgs. 81/2008) abbia presentato la necessaria istanza al Reparto Infrastrutture territorialmente competente;
  2. se, sulla base del parere vincolante e delle prescrizioni da questo formulate (entro 30 giorni dall’assunzione al protocollo dell’istanza), sia o no stato redatto il progetto di bonifica bellica dell’area in questione (progetto di B.O.B.);
  3. se il Reparto Infrastrutture, ricevuta la sottoscrizione per accettazione delle prescrizioni e il progetto di bonifica (sottoscritti sia dal committente che dalla ditta BCM incaricata dei lavori), abbia entro 30 giorni verificato e approvato il progetto, rilasciando il nulla osta all’avvio della bonifica;
  4. se al termine delle attività di bonifica, la ditta BCM abbia rilasciato l’attestato di bonifica bellica;
  5. se, a seguito del sopralluogo del personale del Reparto Infrastrutture e del rilascio da parte di questi (entro 60 giorni dall’acquisizione al protocollo dell’attestato di bonifica bellica) del verbale di constatazione, si sia concluso il procedimento di bonifica e reso possibile considerare l’area bonificata, a tutti gli effetti.

 

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Ostia, Fiumicino. Integrazione esposto chiusura ponte della Scafa (ex SS 296)

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Integrazione dell’esposto del 21 agosto 2018 successivo alla chiusura al traffico del ponte della Scafa con il quale si chiede con urgenza agli enti e alle autorità destinatarie di attivare i propri poteri di vigilanza al fine di verificare le numerose incongruenze che derivano dall’operato dell’Astral Spa e della Regione Lazio in grado chiudere senza preavviso, per imminente pericolo, un ponte il 20 agosto 2018 e di programmarne la riapertura solo un mese dopo, il 24 settembre 2018, soprattutto a fronte delle discutibili affermazioni dell’Ing. Antonio Mallamo (Astral Spa) rilasciate in data 31 agosto 2018.

INTEGRAZIONE ESPOSTO DEL 21.08.2018

INTEGRAZIONE PER GRAVI DICHIARAZIONI RILASCIATE NEI SUCCESSIVI GIORNI

Roma, 04 settembre 2018

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, 340-5708124, presidente di LabUr – Laboratorio di Urbanistica (http://www.labur.eu) integra l’esposto già inviato via PEC agli stessi destinatari, esponendo di seguito fatti a sua conoscenza su cui richiede la massima vigilanza da parte degli Enti e delle Autorità destinatarie per garantire la pubblica e privata incolumità nel territorio dei comuni di Roma e Fiumicino.

PREMESSO

  • che in data 20 agosto 2018 il ponte della Scafa (ex SS 296) è stato chiuso senza preavviso dalla Astral Spa, con una serie di incongruenze già segnalate nell’esposto di cui la presente ne costituisce a tutti gli effetti una integrazione;
  • che in data 21 agosto 2018 si è tenuto un incontro convocato da Astral Spa, al quale hanno preso parte la Regione Lazio, il Municipio X di Roma Capitale, la Città Metropolitana, Aeroporti di Roma, Anas, Roma Servizi per la Mobilità, Cotral, Comune di Fiumicino, Capitaneria di Porto, i comandi di Polizia Locale di Fiumicino e del Municipio X di Roma Capitale, in cui è emerso quanto segue: criticità: carbonatazione del calcestruzzo ed esposizione dei ferri agli agenti atmosferici (già note a maggio 2018), Interventi: verifica degli appoggi sulle selle Gerber (da fare a ponte chiuso), Individuazione delle ditte specializzate per riapertura e interventi;
  • che in data 23 agosto 2018 si è tenuta una riunione convocata dalla Regione Lazio, alla quale hanno preso parte il Municipio X di Roma Capitale, l’Astral, la Prefettura, Roma Capitale, il Comune di Fiumicino, la Capitaneria di Porto, i Vigili del Fuoco, dell’Esercito e la Città Metropolitana, in cui è emerso quanto segue: riapertura completa del ponte non prima di tre mesi, interventi di fresatura dell’asfalto che dovrebbero alleggerire il carico del ponte, approfondimenti tecnici sulla stabilità;
  • che in data 25 agosto 2018 si è tenuto un sopralluogo presso il Ponte della Scafa a cui hanno preso parte il Municipio X di Roma Capitale, Roma Capitale, Regione Lazio, Comune di Fiumicino, l’Astral e la Guardia Costiera, sono state fatte delle valutazioni da parte del Genio Militare per un eventuale posizionamento di un ponte Bailey sui piloni del ponte esistenti per non gravare sulla struttura e consentire gli interventi necessari (evidenza del “problema sulla trave Gerber”);
  • che in data 29 agosto 2018 il ponte della Scafa è stato riaperto con Ordinanza n.5 del 2018[1] su indicazione dello Studio Nunziata[2] (mail del 27 agosto 2018) per avvenuto alleggerimento delle strutture (le solo 570 tonnellate di asfalto scarificato);
  • che in data 31 agosto 2018 si è tenuto un Consiglio straordinario del Comune di Fiumicino[3] sulle problematiche dovute alla chiusura del Ponte della Scafa a cui ha partecipato, tra gli altri enti presenti, anche l’Astral Spa nella persona dell’ Antonio Mallamo (Amministratore Unico di Astral Spa) che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

(da minuto 41:00 a minuto 51:00)

  1. il ponte era sotto osservazione dal 2010 e gli ultimi controlli risalgono al 2016: non si sono rilevavate fino alla data del 20 agosto 2018 criticità tali da interdire il transito sul ponte,
  2. a maggio 2018 sono stati commissionati lavori tramite un bando di gara per le seguenti attività: 8 prelievi di campioni dalle strutture in calcestruzzo con prove di compressione monoassiale, 20 prove di carbonatazione, 8 saggi sulle barre di armatura,
  3. le prove di laboratorio sono state eseguite dall’Università di Roma Tre,
  4. i risultati erano previsti per fine agosto ma già il 20 agosto una telefonato della ditta incaricata ha informato Astral Spa che i risultati di laboratorio indicavano “severe criticità”,
  5. Il ponte è al limite della ‘rottura’, servono altre verifiche per garantirne la sicurezza al 100%,
  6. i lavori si svolgono giorno e notte e, a parte qualche piccolo intervento, dal 20 al 31 agosto sono consistiti in un alleggerimento del ponte scarificando circa 570 tonnellate di asfalto (stratificazione di circa 35 cm nel corso degli anni) e rimuovendo circa 300 tonnellate di balaustre in marmo,
  7. le verifiche, simulate con software appropriati calcolando i momenti a taglio e a pressione, hanno consentito la riapertura parziale del ponte,
  8. tre studi separati hanno confermato la bontà della decisione dell’Astral Spa, così come ha espresso parere favorevole il “ Petrangeli dell’Università[4],
  9. sono in corso le verifiche sui giunti ed entro una settimana sarà disponibile il progetto per la riapertura del ponte istituendo un doppio senso di marcia per i soli veicoli leggeri;

(da minuto 3:00:15 a minuto 3:08:46)

  1. l’Astral opera su base triennale le attività di programmazione delle manutenzioni su tutti i ponti della rete stradale di competenza (regionale),
  2. il ponte e il viadotto della Scafa sono tenute in maggior considerazione,
  3. sul viadotto della Scafa da dicembre 2017 ad oggi è stata avviata una campagna di indagini di cui si conosceranno i risultati “tra un mese, un mese e mezzo”,
  4. il passaggio di consegna della ex SS 296 all’Anas non si è fermato ma è incluso in una più ampia operazione, descritta da un Decreto del Presidenza del Consiglio dei Ministri già pubblicato, che sarà perfezionato “fine di quest’anno, metà dell’anno prossimo”,
  5. per il ponte della Scafa sono già stati spesi 500 mila euro nel 2016 per manutenzione straordinaria (minuto 3:04:36 ss.),
  6. servirà probabilmente una “imbracatura delle selle Gerber”;
  • che in data 4 settembre 2018 il Presidente e l’Assessore ai lavori Pubblici della Regione Lazio, rispettivamente Nicola Zingaretti e Mauro Alessandri, hanno dichiarato che il ponte della Scafa “sarà riaperto al traffico leggero, ai mezzi di soccorso e al trasporto pubblico locale in entrambi i sensi marcia da lunedì 24 settembre” mediante “posa in opera di micro pali sul lato del ponte che raggiunge il X Municipio di Roma Capitale”,

CONSIDERATO

  • che negli incontri sono stati utilizzati, da parte di Astral Spa, termini chiari riferiti alle caratteristiche dei componenti strutturali (impalcato, pile, spalle, dispositivi d’appoggio, etc.), al tipo dei carichi di servizio (statici, dinamici) e alle azioni chimiche come la carbonatazione (‘il biossido di carbonio, presente nell’atmosfera, penetra nel calcestruzzo e reagisce con gli idrossidi a formare carbonato di calcio ed acqua’) e la corrosione (ossidazione del metallo delle barre d’armatura con conseguente espulsione del copriferro),
  • che negli incontri tecnici sono spesso stati citati i “giunti di dilatazione”, di cui sono a tutti noti i problemi di durabilità, in quanto spesso resi inefficaci nei ponti esistenti a causa di poca manutenzione e di effetti dinamici legati al traffico veicolare o perché esposti agli agenti atmosferici (l’acqua che li attraversa rappresenta la causa principale di degrado per gli elementi in calcestruzzo armato),
  • che negli incontri tecnici[5] è stata segnalata l’inadeguatezza del sistema di impermeabilizzazione e di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche per il mancato controllo delle acque di piattaforma, maggior causa di degrado degli elementi in calcestruzzo nei ponti dove è presente la salsedine,
  • che negli incontri tecnici mai si è parlato per il Ponte della Scafa di una valutazione della sua sicurezza sismica e del rinforzo delle sue pile, considerato che dopo il terremoto in Italia Centrale del 24 agosto 2016 si è invece tornato a parlare di pericolosità dei ponti che, costruiti tra gli anni ‘60 e ’70, non superano i nuovi standard di sicurezza ribaditi in maniera perentoria dal decreto ministeriale del 2008. poi dalla legge del 2012 ed infine dall’aggiornamento del decreto nel 2018,

VISTO

  • che l’Ing. Antonio Mallamo, per il ponte della Scafa, ha omesso di ricordare che era stata deliberata già in data 27 marzo 2017 [6] una “Attività di rilievo mappatura delle patologie di degrado e progettazione degli interventi di manutenzione del ponte della Scafa”, affidata alla FTP Associati – Studio Tecnico di Architettura e Ingegneria[7] consistente in:
  1. mappatura dei processi di corrosione dei ferri di armatura e di degrado del calcestruzzo presente sull’intradosso d’impalcato, sulle spalle e sulle pile,
  2. verifica della tenuta all’acqua dei giunti di dilatazione,
  3. mappatura dei degradi presenti sulla carreggiata stradale (giunti di dilatazione) e sui marciapiedi pedonali,
  4. attività di progettazione esecutiva degli interventi di ripristino conservativo;
  • che di tale attività non risulta alcuna traccia di lavori eseguiti o comunque programmati;
  • che per il ponte della Scafa, si è deliberata negli ultimi due anni (dopo il 24 agosto 2016) solo un’attività investigativa in data 6 marzo 2018[8] (“Attività di rilievo mappatura delle patologie di degrado e progettazione degli interventi di manutenzione straordinaria del ponte della Scafa”) annullata il 13 marzo 2018[9] e tecnicamente eseguita solo in data 16 maggio 2018[10];
  • che la riapertura del ponte della Scafa prevede come attività principale quella di posa in opera di ‘micropalisenza alcuna indicazione di opere di rinforzo di tutte le strutture in calcestruzzo ammalorate e di sostituzione dei giunti (opera, quest’ultima, che prevede la chiusura del ponte);
  • che l’opera di intervento citata dall’Ing. Antonio Mallamo al punto 14) sopra elencato trova riscontro, tra i dati pubblicati dall’Astral e dalla Regione Lazio, solo in lavori di rifacimento[11] della pavimentazione stradale nei tratti più degradati dall’innesto con la SS 8 Via del Mare al Km 2+000 e il miglioramento della segnaletica stradale su tutta la tratta della ex SS 296 (lavori completati già in data 23 marzo 2016[12] con un investimento di 500.000 euro, come confermato dall’allora Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, oggi presidente della Regione Lazio);
  • che il trasferimento della ex SS 296 dalla Regione Lazio all’ANAS citata dall’ Ing. Antonio Mallamo al punto 13) sopra elencato trova riscontro soltanto nel complesso meccanismo in corso di annullamento del ‘federalismo stradale indicato del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 febbraio 2018 che prevede tempi molto lunghi per l’efficacia del trasferimento in quanto subordinato ai criteri e modalità individuate dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 ottobre 2000[13]

SI CHIEDE CON URGENZA

  • di attivare i propri poteri di vigilanza sui punti elencati nell’esposto del 21 agosto 2018 al fine di verificare le numerose incongruenze che derivano dall’operato dell’Astral Spa in grado chiudere senza preavviso, per imminente pericolo, un ponte il 20 agosto 2018 e di programmarne la riapertura un mese dopo, il 24 settembre 2018, soprattutto a fronte delle discutibili affermazioni dell’Ing. Antonio Mallamo rilasciate in data 31 agosto 2018.

In fede,

dr.Ing. Andrea Schiavone

 

[1] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R._296_Della_Scafa_5_18.pdf

[2] Via Marconi 10, 80036 Palma Campania (NA)

[3] Registrazione audio/video disponibile al seguente puntatore http://fiumicino.videoassemblea.it/index_20180831.htm
[4] Presumibilmnte il Prof.Ing. Mario P.Petrangeli, ex professore di “Teoria e progetto di ponti” e “Gestione dei ponti e delle grandi infrastrutture” presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università “La Sapienza” di Roma, ora Amministratore Unico e Direttore Tecnico della società Mario Petrangeli & Associati srl, L.go dell’Amba Aradam 11, 00184 Roma

[5] consiglio straordinario del Comune di Fiumicino, 31 marzo 2018, intervento dell’Assessore ai Lavori Pubblici del Municipio X di Roma Capitale, Ing. Carlo Bollini, (da minuto 2:55:45 a minuto 2:59:35) in http://fiumicino.videoassemblea.it/index_20180831.htm

[6] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_36_del_27_marzo_2017.pdf

[7] con sede in via Vasanello 24, 00189 Roma

[8] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo-Ordinanza-S.R.-296-della-Scafa-1.18.pdf

[9] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_1_18.pdf

[10] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_2_118.pdf

http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_3_18.pdf

http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_85_Del_22_Marzo_2018.pdf,

http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_169_Del_5_Luglio_2018.pdf

[11] http://www.regione.lazio.it/binary/rl_main/tbl_news/RIEPILOGO_LAVORI_ASTRAL.pdf

[12] https://www.nicolazingaretti.it/notizie/strade-roma/

[13] «Individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali ed organizzative da trasferire alle regioni ed agli enti locali per l’esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi di cui agli articoli 99 e 101 del decreto legislativo n. 112 del 1998, in materia di viabilità»

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OSTIA NEL VIDEO DEL PRIMO MINISTRO CONTE

Nel filmato del 20 agosto 2018 in cui Giuseppe Conte, primo Ministro, ci parla del bilancio dei primi due mesi di governo, viene ricordata Ostia mostrando le immagini delle spiagge libere di Ostia Ponente (minuto 3:18). Un risultato ottenuto grazie a LabUr durante il periodo di commissariamento per mafia del Municipio X di Roma Capitale. Un giusto riconoscimento che ci da grande soddisfazione. LabUr non smetterà di denunciare gli abusi urbanistici commessi dalle amministrazioni passate. Siamo certi che il Governo del Cambiamento non ne diventerà complice valutando con rigorosità i documenti che gli sottoporremo.

Nella determinazione dirigenziale 1248 del 9 giugno 2017, emessa dalla Commissione Straordinaria del Municipio X di Roma Capitale, tutta la vicenda.
Nella categoria ‘spiagge italiane‘, tutte le nostre battaglie.

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Ostia, Fiumicino: chiusura ponte della Scafa. Esposto all’ANAC

26 aprile 2016, firma della convenzione per trasferire la ex SS296 dalla regione Lazio all'Anas

26 aprile 2016, firma della convenzione per trasferire la ex SS296 dalla regione Lazio all’Anas

Il 26 aprile 2016 una convenzione tra Anas, Regione Lazio e Comune di Fiumicino fu firmata per mettere in sicurezza via dell’Aeroporto di Fiumicino (la ex strada statale 296, oggi ancora della Regione Lazio ma che doveva finire nel patrimonio Anas). Poi il terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016. Per quasi un anno, fino a marzo 2017, nessun controllo statico del ponte della Scafa (che scavalca il Tevere) ne del viadotto dell’Aeroporto (che scavalca il canale di Fiumicino). Poi le verifiche affidate dall’Astral (la società che cura le strade regionali) a ditte esterne, di cui non si conoscono gli esiti, fino al 20 agosto 2018 quando si chiude il ponte della Scafa ma non il viadotto dell’Aeroporto (che è messo peggio). Una serie di presunte negligenze e omissioni che LabUr ha segnalato all’ANAC, nella veste di autorità di vigilanza dei contratti pubblici, e a tutti gli enti ed istituzioni interessate da questo che sembra uno scandalo italiano guarda caso scoppiato dopo il tragico crollo del ponte di Genova (14 agosto 2018).

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ESPOSTO

 

OGGETTO: presunta illegittima chiusura del ponte della Scafa (ex SS296), località Municipio X di Roma Capitale, mancata attuazione della convenzione del 2016 tra Anas e Regione Lazio in termini di sicurezza, segnalazione di possibile analogo pericolo per il viadotto dell’Aeroporto (ex SS296)

Roma, 21 agosto 2018

Il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, 340-5708124, presidente di LabUr – Laboratorio di Urbanistica (http://www.labur.eu) espone di seguito fatti a sua conoscenza su chi richiede massima valutazione da parte degli Enti e delle Autorità destinatarie per garantire la pubblica e privata incolumità nel territorio dei comuni di Roma e Fiumicino.

PREMESSO

  • che via dell’Aeroporto di Fiumicino (ex SS296) è una ex strada statale, attualmente ancora di proprietà della Regione Lazio e della Città Metropolitana di Roma, che supera il canale di Fiumicino circa al km 1.200 con il ‘viadotto dell’Aeroporto’ (anche erroneamente chiamato ‘della Scafa’) e supera il fiume Tevere circa al km 4.200 con il ‘ponte della Scafa’;
  • che la ex SS296 è importante via di collegamento tra il Municipio X di Roma Capitale e il Comune di Fiumicino, nonché da/per l’aeroporto di Fiumicino e l’Ospedale G.B. Grassi a Ostia;
  • che l’Astral Spa (Azienda Strade Lazio) è la società della Regione Lazio preposta alla progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione amministrativa della rete viaria regionale,

CONSIDERATO

  • che in data 20 agosto 2018[1], senza alcun preavviso, l’Astral ha ordinato la temporanea chiusura del ponte della Scafa ad ogni tipo di traffico “per consentire approfondite verifiche ad elementi di degrado emersi all’esito di indagini avviate molto tempo prima dei tristi avvenimenti di Genova”, creando notevoli disagi alla cittadinanza senza un piano alternativo della viabilità concertato con i comuni di Roma e Fiumicino, come previsto per legge;
  • che il 26 aprile 2016[2] l’Anas (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade) aveva dichiarato di voler sostenere investimenti di milioni di euro per il potenziamento e la messa in sicurezza della viabilità da/per l’aeroporto di Fiumicino mediante una articolata convenzione firmata dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (PD), dal Presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani e dal Sindaco del Comune di Fiumicino Esterino Montino (PD) alla presenza del  Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio (PD);
  • che la convenzione suddetta comprendeva il  trasferimento nel patrimonio Anas della ex SS296;
  • che l’intenzione di tale convenzione doveva essere confermata dalla successiva “Convenzione per la gestione da parte di Anas Spa delle ex Strade Statali ricadenti nella Regione Lazio[3] del 12 ottobre 2016;
  • che non risultano attività investigative sulle condizioni statiche del ponte della Scafa e del viadotto dell’Aeroporto condotte dall’Astral subito dopo il terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016 ma solo molti mesi dopo;

VISTO

  • che solo il 9 novembre 2016[4], si sono rilevati problemi non sul ponte della Scafa ma sotto la campata del viadotto dell’Aeroporto, consistenti in ferri scoperti, calcestruzzo ammalorato e vistose fessurazioni;
  • che l’Astral, nella stessa data del 9 novembre 2016, ha comunicato che, pur non rilevando “alcun pericolo di crollo, come anche certificato dai Vigili del Fuoco”, tuttavia “il viadotto necessita di manutenzione e, a tale scopo, Astral Spa sta predisponendo una perizia di spesa per stabilire l’esatto importo dei lavori, che verranno successivamente finanziati dalla Regione Lazio
  • che pertanto, in data 7 marzo 2017, l’Astral, con determina n.29[5], ha autorizzato, in favore della Techproject srl[6] l’affidamento dell’incarico di svolgere le opportune indagini e di predisporre un progetto di messa in manutenzione straordinaria del viadotto dell’Aeroporto;
  • che le attività richieste alla Techproject srl smentivano di fatto le precedenti rassicurazioni del 9 novembre 2018 in quanto consistenti in quelle di seguito descritte:
  1. rilievo morfologico, geometrico e meccanico del viadotto;
  2. verifica degli apparecchi di appoggio e dei giunti di dilatazione;
  3. verifica del livello di degrado della struttura;
  4. esecuzione di una campagna di prove sperimentali, per la definizione delle proprietà meccaniche dei materiali;
  5. caratterizzazione geotecnica del terreno di fondazione;
  6. analisi statica del manufatto;
  7. analisi e verifiche di vulnerabilità sismica
  8. attività di progettazione esecutiva degli interventi di ripristino conservativo;
  • che anche per il ponte della Scafa è stata deliberata in data 27 marzo 2017[7] una “Attività di rilievo mappatura delle patologie di degrado e progettazione degli interventi di manutenzione del ponte della Scafa”, affidata alla FTP Associati – Studio Tecnico di Architettura e Ingegneria[8] consistente in:
  1. mappatura dei processi di corrosione dei ferri di armatura e di degrado del calcestruzzo presente sull’intradosso d’impalcato, sulle spalle e sulle pile;
  2. verifica della tenuta all’acqua dei giunti di dilatazione;
  3. mappatura dei degradi presenti sulla carreggiata stradale (giunti di dilatazione) e sui marciapiedi pedonali;
  4. attività di progettazione esecutiva degli interventi di ripristino conservativo;
  • che alle attività della Techproject srl (viadotto dell’Aeroporto) e della FTP Associati (ponte della Scafa) non è seguito fino alla data odierna (21 agosto 2018) alcun lavoro di manutenzione né ordinario, né straordinario;
  • che per il ponte della Scafa si è deliberata una nuova attività investigativa in data 6 marzo 2018[9] (“Attività di rilievo mappatura delle patologie di degrado e progettazione degli interventi di manutenzione straordinaria del ponte della Scafa”) annullata il 13 marzo 2018[10] tecnicamente eseguita solo in data 16 maggio 2018[11];
  • che il trasferimento dell’ex SS296 dalla Regione Lazio all’Anas non è mai avvenuto e dunque non c’è stato alcun potenziamento e messa in sicurezza della viabilità da/per l’aeroporto di Fiumicino come previsto e finanziato dalla convenzione del 24 aprile 2016;
  • che la convenzione del 26 aprile 2016 è a tutti gli effetti un contratto pubblico inteso a garantire la pubblica e privata incolumità dei cittadini da cui un Ente pubblico non può sottrarsi,

SI CHIEDE

  • di verificare i motivi della mancata attuazione della convenzione del 26 aprile 2016 tra il Comune di Fiumicino, la Regione Lazio e l’Anas che ha finito per sottrarre gli investimenti destinati alla sicurezza della ex SS296;
  • di rendere pubblici gli esiti dei controlli dell’Astral affidati alla Techproject srl per il viadotto dell’aeroporto e alla FTP Associati per il ponte della Scafa entrambi a marzo 2017;
  • di verificare a quali interventi sul ponte della Scafa a giugno e luglio 2018 si riferisce il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, nell’intervista rilasciata oggi a Repubblica[12] non figurando alcun atto pubblicato da Astral a riguardo;
  • di verificare perché solo dopo molti mesi dall’esecuzione delle attività di controllo eseguite, l’Astral non sia intervenuta a segnalare la criticità statica del ponte della Scafa.

 

[1] http://www.astralspa.it/?p=20935 e

http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo-Ordinanza-S.R.-296-Della-Scafa-4.18.pdf

[2] http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/anas-fiumicino

[3] http://www.stradeanas.it/sites/default/files/2016-10-14_Convenzione_Regione_Lazio.pdf

[4] http://www.astralspa.it/?p=10689

[5] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_29_del_7_Marzo_2017.pdf

[6] con sede in via Prenestina 380, Roma 00171

[7][7] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Determina_36_del_27_marzo_2017.pdf

[8] con sede in Roma, via Vasanello 24 – 00189,

[9] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo-Ordinanza-S.R.-296-della-Scafa-1.18.pdf

[10] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_1_18.pdf

[11] http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_2_118.pdf e http://www.astralspa.it/wp-content/uploads/Testo_Ordinanza_S.R.296_Della_Scafa_3_18.pdf

[12] http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/08/21/news/chiusura_ponte_della_scafa_a_fiumicino_montino_si_faccia_presto_-204585138/

 

 

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STADIO DELLA ROMA: RICHIESTA DI ANNULLAMENTO IN AUTOTUTELA



IMG_1528879073555La Procura di Roma ha ottenuto l’11 giugno 2018 gli arresti in carcere, come misura cautelare, non solo di Luca Parnasi , ma in pratica di tutta Eurnova srl: 2 dirigenti (Luca Caporilli e Simone Contasta), 1 funzionario (Giulio Mangosi), il commercialista (Gianluca Talone) e l’avvocato di fiducia (Nabor Zaffiri). L’accusa è grave: reato 416, comma 1 e 2 codice penale (associazione a delinquere) “per essersi associati tra loro allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica Amministrazione”.
Questo basterebbe per esercitare da parte del Comune di Roma e della Regione Lazio (enti che vedono entrambi indagati propri organi) il potere decisorio di annullare in autotutela gli atti amministrativi emessi a favore di Eurnova srl per il progetto del nuovo Stadio della Roma. Il fine di tale azione garantirebbe il più efficace perseguimento dell’interesse pubblico.

Ricordiamo infatti che la iniziativa privata di realizzare il nuovo Stadio della Roma in località Tor di Valle è stata presentata dalla Eurnova srl al Comune di Roma in funzione di quanto disposto dalla cosidetta “Legge sugli Stadi”, composta solo dall’articolo 1, commi 303-305, della legge n. 147/2013. Tale proposta, secondo la legge sopra citata, aveva bisogno di una iniziale dichiarazione di pubblico interesse da parte del Comune di Roma per poter essere accolta. Ciò è di fatto avvenuto mediante la delibera di Assemblea Capitolina n.132 del 22 dicembre 2014, non rispettando i tempi di istruttoria previsti nella legge stessa.
A volere con fermezza il nuovo stadio furono il Sindaco di Roma, Ignazio Maria Marino, e l’Assessore alla Urbanistica, Giovanni Caudo, quest’ultimo oggi al ballottaggio per la presidenza del Municipio III di Roma Capitale (si voterà il 24 giugno).

La Procura ha indagato per poco più di un anno a partire dalla metà del 2017, ma già dal 2014 erano partite denunce contro questo progetto che LabUr ha sempre definito scellerato e illegittimo (tutte le denunce sono sul proprio sito: http://www.labur.eu/public/blog/?cat=57.

Nell’estate 2017, ad una anno dalla elezione della Raggi, fu messa in liquidazione volontaria Parsitalia del Gruppo Parnasi (ma non Eurnova) e fu pubblicata la nuova legge 96/2017 con cui si ‘perfezionava’ (in peggio) la precedente “Legge sugli Stadi” del 2013. E’ in questo contesto, tra indagini, liquidazione e nuova legge, che la Regione Lazio ha indetto il 5 dicembre 2017 (dopo essersi chiusa negativamente la prima il 5 aprile 2017) una seconda Conferenza dei Servizi, conclusasi con esito positivo il 22 dicembre 2017. Grave pertanto risulta essere l’arresto (ai domiciliari) di Michele Civita (PD), assessore regionale all’Urbanistica (dal 21 marzo 2013 al 29 marzo 2018) per corruzione, rilevandosi “asservimento della funzione agli interessi di Luca Parnasi”.
Da chiarire anche l’accusa a carico del capogruppo capitolino del M5S (Paolo Ferrara, indagato per corruzione).

A poco dunque serve l’annuncio della sindaca Raggi ‘ di congelare’ l’iter amministrativo per essere “venuto meno il rapporto fiduciario con Parnasi”. Imbarazzante il silenzio della Regione Lazio da parte di Nicola Zingaretti che ha sempre avuto al suo fianco Michele Civita (anche in Provincia, dal 2008 al 2012).

In tutto questa confusione, nessuno parla della questione degli espropri dei terreni della famiglia Armellini, oltre 600mila mq rivalutati a prezzi di mercato, e del processo in corso per bancarotta fraudolenta della SAIS srl, da cui sono provenuti i terreni a Luca Parnasi.

Per garantire l’interesse pubblico ora Comune e Regione dovranno intervenire in autotutela annullando tutto.

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REPORT, “OSTIAGGI” – LA MALA INFORMAZIONE

ReportNella puntata di Report su RAI3 dal titolo “Ostiaggi”, del 7 maggio scorso, è andata in onda una brutta pagina di giornalismo definito d’inchiesta. Nessuna investigazione approfondita, ma solo la costruzione di un teorema su indizi sguaiati. Dallo sciocchezzaio di google maps,  spacciato per elemento probatorio tecnico, alla fonte a viso coperto per paura di presunte ritorsioni, che in realtà tutti conoscono; dall’associazione che non esiste, all’uso strumentale di un tecnico ‘infedele’ appartenente all’Ispettorato Edilizio, che però non aveva alcuna competenza sul demanio e anzi era stato utilizzato in qualità di consulente esperto dal famoso sceriffo dell’antiabusivismo della Polizia Municipale di Roma Capitale, Antonio Di Maggio. Più che le testimonianze hanno colpito le assenze eclatanti, come ad esempio i protagonisti degli uffici che contano, a partire dalla UOAL – Unità Operativa Ambiente e Litorale preposto alla gestione e al controllo delle spiagge, o gli ex Direttori dei Municipi che hanno gestito la partita dei bandi di gara per gli affidamenti delle sabbie divenute mobili. Un crogiolo di illazioni degno di una fiction, dove tutto si fonde e si confonde. Il danno non è solo alla verità dei fatti, ma soprattutto alla società civile e democratica. Non è infatti accettabile che si presenti una narrazione basata sulla contrapposizione tra due uomini dello Stato, in cui uno fa la parte del buono e l’altro del cattivo, con l’utilizzo della collaudata tecnica della retorica dell’antimafia che ammette solo atti di fede. Chi osa sollevare un ragionamento critico o anche solo delle perplessità viene tacciato di mafiosità.  Non è accettabile affermare che il Prefetto Domenico Vulpiani è cattivo perché è stato nominato Commissario Straordinario dal Ministro degli Interni Angelino Alfano, a cui spettavano le ratifiche, reo di aver mangiato in un ristorante balneare. La nomina dei tre Prefetti dopo il Commissariamento di Ostia è avvenuta sotto la concertazione del Capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, e del Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, attuale Capo della Polizia. Non è invece discriminante per Report il fatto che un magistrato come Alfonso Sabella, si sia  prestato alla politica del PD renziano e sia stato nominato inopportunamente da Paolo Gentiloni membro della Corte dei Conti qualche giorno prima della sentenza della stessa Corte che lo ha condannato al risarcimento di quasi 1,2 milioni di euro per i fatti del G8 di Genova alla Bolzaneto e per il danno di immagine al Ministero degli Interni e della Giustizia.
Alfonso Sabella è stato al governo di Ostia solo 5 mesi dopo di che è stato Commissariato. In quei 5 mesi, un tempo che non è sufficiente nemmeno per conoscere gli oltre 900 dipendenti del Municipio X tra cui si aggirava con la pistola, Alfonso Sabella si è distinto per la superficialità delle sue azioni, che hanno ondeggiato tra interventi ‘manu militari’ sulle spiagge di CastelPorziano (lasciando bagni chiusi, spiaggia sporca e dune invase e devastate da comportamenti di illegalità diffusa oltre che una scia di ricorsi) di cui Report non ha parlato e omissioni colpevoli sulle spiagge libere, compresa quella in affidamento a Libera. E poco importa che il Prefetto Vulpiani, con una lunga e onorata carriera alle spalle, abbia istruito anche la richiesta di decadenza di 44 concessioni. Per Report egli è colpevole, non si è comportato come uomo dello Stato, ma come giocatore di una squadra imprecisata, semplicemente perché non indossava la casacca di Alfonso Sabella. E poco importa a Report che l’esito delle indagini da parte dell’ANAC su esposto di LabUr non abbiano dato ragione a Sabella. Il M5S ha potuto solo prendere atto delle delibera di Raffaele Cantone e procedere con gli abbattimenti, viste le illegalità compiute dagli Uffici preposti al controllo delle spiagge, cioè la UOAL e la Direzione del Municipio X sotto Sabella, anche quando era Assessore alla Legalità per il Comune di Roma. Di questo Report non ha parlato, perché il teorema avrebbe mostrato tutta la sua fragilità. Cui prodest questa narrazione?
Se la “legalità non ha colore politico” e “va applicata sempre con forza e indipendenza”, non si comprende perché il Prefetto Vulpiani e gli altri due Commissari (donne e uomini dello Stato attaccati più volte con acrimonia durante il loro operato proprio dal PD renziano), che si sono mossi nel  corso dei due anni di commissariamento con l’obiettivo di ripristinare la legalità nel Municipio X, vengano da Report strattonati e spinti dentro all’agone politico che va dall’ex Sindaco di Roma, Francesco Rutelli, passando per Angelino Alfano fino ad approdare al M5S, mentre un uomo dello Stato come Alfonso Sabella, che ha scelto liberamente quale casacca indossare, abbia la patente del puro. Eppure sarebbe stato meglio per un magistrato tenersi alla larga dalle sirene della politica. E’ una questione più che etica di opportunità, di coscienza. Dismettere disinvoltamente la maglia dell’arbitro per indossare la casacca di una squadra, diventando di fatto partigiano, è quanto di più lontano dall’indipendenza evocata da Report e che è propria dei magistrati. E questo vale anche per i preti che dismettono l’abito talare per occuparsi di politica.

Paula de Jesus per LabUr – Laboratorio di Urbanistica

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OSTIA, SPIAGGE LIBERE. ESPOSTO LOTTO 7 EX – ‘LA SPIAGGETTA’

ostia la spiaggettaIn questi giorni di demolizioni dei chioschi sulle spiagge libere di Ostia, interrotte dalla mancanza di soldi pubblici,  nessuno ricorda che per il Lotto 8 (ex-Amanusa) ed il Lotto 7 (ex-La Spiaggetta) le demolizioni erano a carico rispettivamente di Libera e La Isla Bonita. Questo recitava con chiarezza la convenzione firmata da ciascun affidatario. Chi avrebbe dovuto vigilare sul rispetto della convenzione era l’ex Direttore del Municipio Roma X, Claudio Saccotelli. Davanti al silenzio della Pubblica Amministrazione, LabUr (come già fatto per il Lotto 8) ha presentato un primo esposto per il Lotto 7.  In assenza di vigilanza sui contratti pubblici (tali erano le due convenzioni) tocca alle associazioni del territorio intervenire. (nella foto: i lavori di sistemazione de ‘La Spiaggetta’ prima che venissero realizzate le strutture).

 

ESPOSTO

COMUNE DI ROMA
Municipio Roma X, Ragioneria Generale, Segretario Generale, Avvocatura Capitolina
PREFETTURA DI ROMA
Area II – Raccordo con gli enti locali –
AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE
PROCURA DI ROMA
CORTE DEI CONTI

OSTIA, BANDO SPIAGGE LIBERE 2014
COOPERATIVA SOCIALE “LA ISLA BONITA” ED IL LOTTO 7

Luogo: Lotto 7 (Arenile compreso tra gli stabilimenti “Delfino” e “Belsito” – Ostia Levante – Lungomare Duilio)
Oggetto: Mancata trasparenza amministrativa, mancata rispondenza ai requisiti del bando di gara, mancata attinenza al proprio oggetto sociale, presunto danno erariale

PREMESSA
La recente puntata della trasmissione televisiva Report (Rai 3), andata in onda il 07.05.2018, dal titolo “Romanzo Litorale”, ha trattato non solo delle concessioni demaniali marittime del litorale romano ma anche della gestione delle cosiddette ‘spiagge libere’ ivi insistenti.
Pertanto, anche a seguito dell’interesse pubblico destato dalle recenti demolizioni dei chioschi su tali spiagge libere in località Ostia (1), di cui si è interessata tutta la stampa italiana (2), il sottoscritto dr.Ing. Andrea SCHIAVONE, nato a Roma il 18.03.1963, presidente di LabUr (Laboratorio di Urbanistica) con riferimento all’esposto presentato da LabUr in data 10.11.2015 , da cui è scaturita in data 05.10.2016 la delibera dell’ANAC a sua volta recepita dalla Commissione Straordinaria del Municipio Roma X (3) con la Determinazione Dirigenziale n.1248 del 09.06.2017 (che ha annullato l’affidamento dei servizi connessi alla balneazione sulle spiagge libere del litorale romano con conseguente demolizione dei chioschi sopra citati), vuole esporre nuovi fatti di presunta rilevanza penale e contabile relativi al luogo in oggetto.
Si evidenzia che le attuali demolizioni dei chioschi avvengono mediante soldi pubblici pur essendo le demolizioni state previste all’interno del bando di gara. Si stima un importo finale superiore ai 100.000,00 euro.
Su queste basi, si segnala anche il video pubblico del 07.05.2018 di Gianluca CAVINO (4), uno degli ex-affidatari del Lotto 7 in oggetto , riguardo a un possibile tentativo “di far sparire con le demolizioni dei chioschi il corpo del reato”, accusa secondo lo stesso motivata dal fatto che la Pubblica Amministrazione (demolendo i chioschi, tra cui quello del Lotto 7) starebbe alterando i luoghi dove sarebbe stato realizzato l’abuso edilizio da lei stessa compiuto negli anni su demanio marittimo.

I FATTI
Il bando di gara
A seguito del bando di gara (5) per l’affidamento nel triennio 2014-2016 dei servizi connessi alla balneazione sulle spiagge libere del litorale di Roma Capitale (diviso in 8 lotti), è risultata aggiudicataria del Lotto 7 in oggetto la Associazione Temporanea d’Impresa (A.T.I.) costituita da La Isla Bonita Cooperativa Sociale, da P.I.D. Pronto Intervento Disagi Società Cooperativa – ONLUS e dalla Guardia Ecozoofila Nazionale ONLUS, come risulta dalla convenzione firmata in data 28.04.2014 (prot. CO/52498) presso la Direzione del Municipio Roma X, in Piazza della Stazione Vecchia 26 (Roma, località Ostia).
I componenti della Commissione Aggiudicatrice del Municipio Roma X, incaricata della valutazione delle offerte presentate, erano i seguenti (6)

– Presidente Claudio SACCOTELLI, Direttore del Municipio Roma X
– Membro Rosanna D’ADDIEGO, Funzionario Amministrativo del Municipio Roma X
– Membro Stefano POSSI, Funzionario Amministrativo del Municipio Roma X
– Membro e segretario verbalizzante Donatella PUGLIESE, Funzionario Amministrativo del Municipio Roma X

Tale commissione è stata ritenuta ‘non valida’ dall’ANAC per una serie di irregolarità tra cui la non conformità ai principi e alla normativa di settore che prevede espressamente che la commissione di gara deve essere composta da un numero dispari di componenti, in violazione dell’art. 8.1 comma 2 del d.lgs. 163/2006, con particolare riferimento al doppio ruolo di Donatella PUGLIESE. Da notare che Claudio SACCOTELLI, già Direttore del Municipio Roma XIII (ora, X) da luglio 2002 a luglio 2008, è divenuto direttore del Municipio Roma X il 31.10.2013 (7) ed è stato rimosso il 10.04.2015 (8).

Il ruolo di Claudio SACCOTELLI
La scelta di Claudio SACCOTELLI come Direttore del Municipio Roma X fu voluta, come uomo di fiducia, dall’ex Presidente del Municipio Roma X, Andrea TASSONE (PD, condannato in primo grado a 5 anni nel processo di ‘Mafia Capitale’). L’insediamento di Claudio SACCOTELLI del 31.10.2013 è avvenuto tre mesi dopo l’operazione Nuova Alba (26.07.2013) che ha portato agli arresti di alcuni personaggi già coinvolti nella precedente operazione Anco Marzio (04.11.2004) intercettati a quel tempo in conversazioni con Claudio SACCOTELLI (mai indagato) proprio per la gestione dei chioschi sulle spiagge libere del litorale romano (zona di Ostia Ponente).
La scelta di Claudio SACCOTELLI doveva assicurare la continuità dell’operato dei due precedenti Direttori del Municipio Roma X (Rodolfo MURRA e Paolo SASSI). In particolare a Claudio SACCOTELLI si chiedeva di dare continuità all’opera intrapresa da Rodolfo MURRA (poi promosso a Capo dell’Avvocatura Capitolina dal sindaco Ignazio MARINO). Infatti in data 04.11.2013 (9) (4 giorni dopo la nomina di Claudio SACCOTELLI) furono annullati gli affidamenti previsti dal precedente bando di gara per i lotti delle spiagge libere (affidamento triennio 2012-2015) (10).
In realtà la Commissione Straordinaria, dopo la segnalazione di LabUr del 10.11.2015 ha dovuto in data 09.06.2017 annullare (per gravi irregolarità riconosciute dall’ANAC) il bando del 04.02.2014 e le aggiudicazioni avvenute con Claudio SACCOTELLI, tra cui quella del Lotto 7 in oggetto.
Si sottolinea che nell’ordinanza sindacale con cui Claudio SACCOTELLI venne rimosso il 10.04.2015 risulta scritto tra le motivazioni che “l’attuale situazione politica e amministrativa del Municipio X richiede il cambio dirigenziale di detta struttura territoriale”. In altre parole, dopo le dimissioni di Andrea TASSONE (18.03.2015) dovute alle indagini di Mafia Capitale, poi sfociate nei suoi arresti domiciliari (04.06.2015), il Comune di Roma nella persona del sindaco Ignazio MARINO non riteneva più opportuno confermare Claudio SACCOTELLI come Direttore del Municipio Roma X.
Per ultimo, sono da evidenziare i ‘litigi’ per l’assegnazione delle spiagge libere tra Claudio SACCOTELLI (Direttore del Municipio) e Paolo CAFAGGI (Direttore U.O.A.L. dello stesso Municipio, responsabile per le ‘spiagge’) documentati anche nella relazione della “Commissione di Accesso presso Roma Capitale” del Prefetto Marilisa MAGNO (preliminare al Commissariamento per mafia di Ostia) del 15.06.2015.
Ha rilevanza anche, in tale contesto, la notizia apparsa sui giornali di un dubbio tentativo di intrusione (ma senza scasso e senza alcun furto) denunciato da Andrea TASSONE all’interno del suo ufficio, avvenuto il 07.02.2014 dunque appena 3 giorni dopo la pubblicazione del nuovo bando delle spiagge e da Andrea TASSONE ad esso associato perchè ritenuto un atto intimidatorio seppure mai riconosciuto tale dalla magistratura inquirente (la finestra sarebbe stata lasciata ‘aperta’ dalla donna delle pulizie).

La convenzione del Lotto 7 e le demolizioni previste
Come già indicato, assegnataria del Lotto 7 è stata l’ATI con a capo La Isla Bonita Cooperativa Scoiale, rappresentata legalmente da Marco GAETANO. L’articolo 3 della convenzione (”Oneri a carico del destinatario”) prevedeva esplicitamente alla lettera “I” di “ripristinare, entro 120 giorni dalla data odierna, i luoghi secondo la planimetria allegata al presente atto quale parte integrante e sostanziale sub allegato A”. In caso di mancato ripristino, come specificato al punto “4” dell’articolo 14 era prevista la risoluzione del rapporto.
Tale convenzione è stata firmata da La Isla Bonita senza alcuna osservazione o contestazione. Un caso analogo a quanto avvenuto per il Lotto 8 aggiudicato alla A.T.I. costituita da Libera, UISP e Le Grand Coureur (cfr. esposto di LabUr ) che mai ha eseguito le demolizioni previste a fronte di rassicurazioni pervenute via scritta proprio da Claudio SACCOTELLI, di non demolire il chiosco del Lotto 8 (seppure previsto in convenzione).
Nel caso del Lotto 7 non risulta allo scrivente che analoga lettera liberatoria, seppure illegittima (considerati i successivi chiarimenti giunti dalla Commissione Straordinaria) sia stata scritta da Claudio SACCOTELLI a La Isla Bonita.

VISTO
– che il Lotto 7, più noto nel periodo della gestione dei precedenti affidatari con il nome de “La Spiaggetta”, è stato fino al 2016 tra i più famosi luoghi di ritrovo sul lungomare di Ostia, sia di giorno che di notte;
– che il Lotto 7 ha usufruito della pedonalizzazione del lungomare di Ostia nel 2014, evento su cui la magistratura ha avviato un procedimento penale nei confronti di Andrea TASSONE e Claudio SACCOTELLI;
– che non è chiaro come mai nessun controllo sia stato disposto da Claudio SACCOTELLI, Direttore del Municipio Roma X, per verificare quanto previsto in convenzione;
– che il 21.02.2018 il TAR del Lazio (00661/2018 Reg.Ric., 00985/2018 Reg.Prov.Cau.)) ha respinto il ricorso per annullamento previa sospensione dell’efficacia presentato da La Isla Bonita contro la Determinazione Dirigenziale n.1248 del 09.06.2018 sopra citata, motivando che “non emergono profili che inducono ad una ragionevole previsione sull’esito favorevole del ricorso, perché, nel periodo di riferimento, sono state svolte attività lucrative senza versare un corrispettivo”, in contrasto con la sua natura di Cooperativa Sociale di tipo b),

SI CONCLUDE
che l’affidatario del Lotto 7 sopra indicato, da quanto esposto e riscontrabile da documenti pubblici, a causa del mancato rispetto di quanto previsto dalla lettera ‘I’ dell’articolo 3 della convenzione, avrebbe ricevuto un ingiusto vantaggio, analogamente al contemporaneo affidatario del Lotto 8, potendo usufruire (peraltro con fini lucrativi non previsti per organizzazioni no-profit, così come indicato dagli atti amministrativi) di strutture eccedenti rispetto a quanto regolamentato su demanio marittimo. Il contesto di Mafia Capitale in cui ciò sarebbe avvenuto e le sopra narrate vicende che hanno coinvolto Claudio SACCOTELLI durante la sua doppia direzione del Municipio Roma X, essendo preposto alla vigilanza della convenzione (a tutti gli effetti un contratto pubblico), lascerebbero ipotizzare l’esistenza di reati penali e di un danno erariale (dovuto alle demolizioni oggi in corso) di cui si chiede ai destinatari del presente esposto dovuta verifica.
Il sottoscritto si riserva di produrre ed integrare la documentazione richiamata dal presente esposto su richiesta dell’autorità giudiziaria.
In fede,

dr.Ing. Andrea Schiavone

(1) Determinazione Dirigenziale n.CO/411/2018 del 28.02.2018 emessa dal Municipio Roma X, Direzione Tecnica

(2) P.es. https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_aprile_22/ostia-spiagge-libere-8-chioschi-restano-solo-macerie-sporcizia-6e20451c-458b-11e8-ae70-70c19cb6c123.shtml, https://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/ostia_caos_spiagge_proteste_e_denunce_per_danno_erariale-3711946.html

(3) La Commissione Straordinaria per il Municipio Roma X è stata nominata con D.P.R. del 27 agosto 2015 e si è insediata il 9 settembre 2015, per essere poi prorogata di ulteriori 6 mesi con  D.P.R. del 30 dicembre 2016

(4) Gianluca CAVINO, nato a Roma il 07.05.2015, consigliere de La Isla Bonita Cooperativa Sociale (c.f./P.IVA 06558681000), in carica dal 14.05.2015 fino a revoca), candidatosi alle elezioni amministrative del Municipio Roma X di novembre 2017 nella lista ‘Laboratorio Civico X’

(5) Determinazione Dirigenziale n.325 del 04.02.2014 emessa dal Municipio Roma X, Direzione Ambiente e Territorio, U.O.A.L.

(6) Determinazione Dirigenziale n.668 del 10.03.2014 emessa dal Municipio Roma X, Direzione Ambiente e Territorio, U.O.A.L.

(7) Ordinanza del Sindaco n.244 del 31.10.2013

(8) Ordinanza del Sindaco n.79 del 10.04.2015

(9) Determinazione Dirigenziale n.2644 del 04.11.2013

(10) Determinazione Dirigenziale n.1643 del 18.06.2013 e Determinazione Dirigenziale n.1716 del 27.06.2013, entrambe precedenti all’operazione Nuova Alba del 26.07.2013

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OSTIA, POLO NATATORIO: PER IL M5S LA SCADENZA DELLA CONCESSIONE E’ REGOLARE

Virginia Raggi, Paolo Barelli e Daniele Frongia

Virginia Raggi, Paolo Barelli e Daniele Frongia

La brutta storia del Polo Natatorio di Ostia prosegue, con la complicità non solo dei vecchi corrotti partiti di Ostia ma anche dei nuovi movimenti cittadini, primo tra tutti il M5S. Ricordiamo che si tratta di un impianto sportivo dato in concessione dal Comune di Roma per 6 anni alla Federazione Italiana Nuoto (FIN) il 21 settembre 2009 in ottemperanza dell’articolo 11 del Regolamento degli Impianti Sportivi del Comune di Roma (Deliberazione del Consiglio Comunale di Roma n.170 del 7 novembre 2002). Dopo lo scandalo dei campionati mondiali di nuoto tenutisi a Roma ed Ostia dal 17 luglio al 2 agosto 2009, il Polo Natatorio di Ostia è diventato Centro Federale della FIN. Il canone ridotto applicato alla FIN per 6 anni è di 1.814,10 euro al mese e comprende non solo l’area delle piscine ma anche la foresteria e tutti i locali annessi, tra cui il bar (in totale, ben 23.400 mq).

Nessun prolungamento della concessione (scaduta nel 2015) è mai stato deliberato dal Comune di Roma e mai alcuna amministrazione recente (Alemanno, Marino, Tronca, Raggi) si è interessata del problema. La sindaca Virginia Raggi, in visita al Polo Natatorio il 26 aprile 2017 così si è espressa: “Complimenti, il centro è bellissimo. Realtà come questa di Ostia devono essere portate ad esempio ad altre“. La stessa Giuliana di
Pillo, prima delegata dalla Raggi al litorale, ora candidata del M5S alla presidenza del Municipio X, non ha incluso nel suo programma né si è mai interessata in questi ultimi due anni delle vicende dell’impianto sportivo, pur essendo stata sua acerrima nemica sin dal 2008 quando si candidò alle elezioni amministrative municipali con la Lista Civica Amici di Beppe Grillo. Come lei anche molti attuali candidati consiglieri, tra cui Vittorio Allegrini e Alessandro Nasetti (qui, la documentazione).
L’eventuale prolungamento della concessione doveva essere richiesto entro il 2013, secondo quanto previsto dall’articolo 11 sopra citato.

Il 24 luglio 2015 la giunta del sindaco Ignazio Marino annunciò, con grande enfasi dell’allora assessore allo Sport Paolo Masini, l’approvazione di un nuovo regolamento cosa mai avvenuta neppure con la sindaca Raggi che aveva annunciato di approvarlo “entro la primavera del 2017“. Uno degli obiettivi principali del nuovo regolamento era proprio quello di risolvere la poca trasparenza amministrativa del meccanismo di prolungamento delle concessioni. Nulla è stato ancora ad oggi fatto.
In questo scandaloso contesto, senza alcun prolungamento della concessione, a dicembre 2015 (tre mesi dopo la scadenza ) la FIN ha ‘creato’ la Società Sportiva Dilettantistica FINPLUS Ostia arl, ‘senza fini di lucro’, dedicata alla gestione di tutto l’impianto sportivo ostiense. In data 6 aprile 2017 la FINPLUS Ostia, in veste di ente appaltante, ha pubblicato una ‘manifestazione di interesse’ per l’affidamento del servizio bar e ristorazione interno al Polo Natatorio (“per il servizio ristorazione, lo stesso sarà effettuato presso i locali che la ditta aggiudicataria metterà a disposizione“).
Il bando è stato aggiudicato il 26 aprile alla ditta Al Pescatore srl con sede in Ostia Lido, via dei Pescatori 43. Inutile dire che la precedente gestione del bar e della ristorazione era sempre della stessa ditta, proprietaria dell’omonimo ristorante presso il Borghetto dei Pescatori, un ristorante sede di incontri tra Salvatore Buzzi e Andrea Tassone (ex presidente del Municipio X, condannato a 5 anni per corruzione) ed entrato nella cronaca per presunte fatture gonfiate alla FIN.

Nessuno, neppure la Commissione Prefettizia insediatasi a Ostia da 24 mesi, si è mai curata di fare chiarezza sulla vicenda, come invece avrebbe dovuto fare secondo la deliberazione n.1 del 22 settembre 2015, casualmente corrispondente alla data della scadenza della concessione del Polo Natatorio. La Commissione Prefettizia insomma non ha ritenuto in due anni di dover verificare le pesanti accuse lanciate dal presidente della FIN, senatore Paolo Barelli (Forza Italia), circa le “pressioni che s’intendevano esercitare sulla FIN al fine di farla recedere dalla concessione ottenuta a favore di ‘gruppi di potere’ allo stato, non identificati”.
Per ultimo, il M5S e la Commissione Prefettizia non hanno mai avuto nulla a che dire circa l’utilizzo improprio della foresteria del Polo Natatorio, le cui camere risulta possibile affittare come un semplice albergo seppure lo scopo di lucro non sia consentito. Un esempio su tutti viene dalla convenzione ottenuta con la FINPLUS Ostia da parte della Federazione Italiana Vela in occasione del campionato CICO 2017 tenutosi al Porto di Ostia a metà marzo 2017. Queste le ‘imbarazzanti’ tariffe applicate dalla foresteria del Centro Federale (tutte comprensive di colazione): camera singola € 60,00, camera doppia € 90,00 e camera tripla € 120,00, tutte più alte di ogni altra struttura ricettiva del litorale romano.

Tutto verrà inoltrato agli organi competenti per una verifica contabile, amministrativa e penale circa eventuali reati commessi da una gestione, a dir poco ‘sportiva’, di uno dei più grandi scandali di Ostia degli ultimi 20 anni.

 

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