OSTIA, X VILLAGE: LO SCANDALO ESTIVO TARGATO M5S

IMG-20210723-WA0011Il c.d. ‘Villaggio dello Sport” o X-Village, ieri, 22 luglio 2021, è stato di nuovo bocciato dalla Commissione Comunale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo. In pratica dopo 2 mesi dall’apertura l’evento è ancora senza autorizzazioni e le bugie di Alessandro IEVA (M5S), vicepresidente del Municipio X e prossimo candidato presidente, diventano sempre più gravi.

IMG_20210723_150921Proprio ieri (vedi foto) i tecnici ARETI ancora sistemavano gli allacci elettrici ed erano in corso i necessari lavori per la segnaletica stradale senza che il Gruppo X Mare della Polizia Locale di Roma Capitale, comandato da Guido CALZIA, ne avesse preso visione.

Dopo il nostro esposto e la successiva integrazione, ora attendiamo anche un intervento deciso dell’inerte Giuliana DI PILLO, presidente del Municipio X, e di Carla SCARFAGNA, il direttore che ha autorizzato l’evento senza controllarne i requisiti normativi.

Un evento di fatto ‘abusivo’ voluto dal M5S e smascherato dalla Commissione municipale di Controllo e Garanzia poi per ripicca fatta ‘saltare’ dalo stesso M5S con le volontarie e pretestuose dimissioni di Antonino DI GIOVANNI (capogruppo municipale M5S) dipendente presso la segreteria del Dipartimento di Sicurezza del Ministero degli Interni.
Alla faccia della trasparenza amministrativa.

Alessandro IEVA mentre confabula con gli organizzatori (4 giugno 2021)

Alessandro IEVA mentre confabula con gli organizzatori (4 giugno 2021)

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OSTIA, PISTA CICLABILE: LE BUGIE DI VIRGINIA RAGGI SUI LAVORI IN CORSO

IMG-20210722-WA0012Il materiale fotografico oggi raccolto contrasta con le false affermazioni rilasciate da Virginia RAGGI, sindaca della Capitale d’Italia, ormai trasformata in un ‘pupazzetto’ elettorale dal M5S di Ostia per promuovere una pista ciclabile dichiarata il 18 giugno 2021 per la terza volta illegittima dal Ministero dei Trasporti. Questo l’imbarazzante scenario imbastito da Paolo FERRARA,  consigliere comunale pentastellato con interessi su Ostia, già coinvolto con il costruttore Luca PARNASI nello scandalo dello Stadio della Roma che proprio ieri è stato definitivamente cassato sebbene la RAGGI avesse più volte assicurato “che lo stadio si farà“, sempre e solo per fini elettorali.

Tornando alla illegittima pista ciclabile di Ostia, ciò che fa più specie è il silenzio a cui è stato ridotto il Gruppo X Mare della Polizia Locale di Roma Capitale comandato da Guido CALZIA. Controlli zero, atti amministrativi zero,

IMG_20210722_144700Le foto che alleghiamo, scattate stamattina, dimostrano lavori in sub appalto che invadono con mezzi e uomini la carreggiata stradale senza alcuna regolarità e sicurezza, con i pochi ciclisti che fanno slalom dentro il cantiere senza che nessuno si curi della pubblica e privata incolumità. Tra i lavori già eseguiti spiccano in tutta la loro pericolosità le nuove pedane di fermata per gli autobus, disassate rispetto al cordolo di protezione della illegittima pista ciclabile. IMG_20210722_151019Le foto parlano da sole, e l’ambulanza ferma nel traffico grida vendetta.

Eppure il Piano di Sicurezza e Coordiamento, aggiornato al 1 luglio 2021 a firma del direttore del Municipio Roma X, Giacomo GUASTELLA, prevedeva la presenza dei servizi igienici in dotazione del cantiere che invece non ci sono, così come di attrezzare le aree di intervento per proteggere i lavoratori, invece lasciati a rischio investimento.

Inesistenti anche gli accessi previsti per i mezzi di fornitura materiali e le zone di carico e scarico, improvvisate sulla pista stessa.

Sul cantiere opera la AGV Appalti srl e, in subappalto, le ditte Laziale Strade srl, Granulati Montefalcone srl e MAB Multiappalti srl.
Procedono infine le attività di verifica amministrativa da parte delle autorità interessate dall’esposto inoltrato da LabUr.

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OSTIA, “CONTRATTO DI FIUME”: INGERENZA DEL MUNICIPIO X

IMG-20210719-WA0003In data 8 giugno 2021 con Pro. CO/76935 da parte di Francesco Vitolo (M5S) che presiede la Commissione Ambiente Territorio e Sicurezza viene redatta una proposta di risoluzione per lo Sviluppo di parchi di affaccio sul Tevere per i quartieri in riva idraulica del tratto di pertinenza del Municipio X con l’obiettivo “di dare mandato alla Presidente e alla Giunta del Municipio X affinché attivi la segreteria tecnica del Contratto di Fiume Tevere Castel Giubileo – Foce sulle progettualità necessarie per realizzare aree di affaccio in riva sinistra idraulica del Tevere ricadenti nel Municipio X individuando opportune aree nei seguenti siti: Idroscalo, Ostia Antica, Bagnoletto/Dragone, Dragoncello, Casaletto di Giano …” e si aggiunge che “si risolve di evidenziare che le aree di Ostia Antica e Casaletto di Giano … siano le prime su cui sviluppare le predette progettualità” attraverso “soluzioni tecniche che comprendano l’utilizzo dell’argine stipulando accordi e/o servitù con l’attuale concessionario”. Nel documento, davvero imbarazzante sotto il profilo tecnico/giuridico/amministrativo, si parla addirittura di “libera fruizione della continuità spondale, degli argini e delle golene”, di “fruibilità sostenibile”, di fantomatiche “analisi condotte”. Il M5S del Municipio X, nel disperato tentativo di mantenere una promessa elettorale fuori tempo massimo, tenta di forzare la realizzazione del sentiero cicloturistico sull’argine del Tevere in sponda sinistra che per fortuna ha smesso almeno di essere chiamato nei documenti ufficiali “Sentiero Pasolini” e di cui LabUr ha ampiamente parlato evidenziandone tutte le criticità, le illegittimità e illegalità (LINK 1 LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5). Dopo aver dato ampia dimostrazione in 5 anni di non conoscere la materia demaniale, dopo aver illuso il proprio elettorato cavalcando slogan privi di fondamento giuridico (confondendo il demanio fluviale con quello marittimo), dopo che gli organi preposti al controllo gli hanno ribadito in tutti i consessi che avevano imboccato una strada cieca, dopo aver tentato senza fortuna di infilare questo sedicente progetto in qualunque tavolo anche quelli ‘amici’, dopo che la Polizia Municipale è stata inviata anche dal Prefetto per comprendere il motivo di deliranti affermazioni da parte dell’Amministrazione municipale, tentano il piano variante Delta in campagna elettorale. Con la scusa di aver aderito al Contratto di Fiume Tevere Castel Giubileo-Foce (CFT) attraverso una mozione in cui si motivava la scelta con “intende garantire l’accessibilità e la fruizione del fiume”, l’Amministrazione pentastellata del Municipio X, nella totale assenza di pubblicità e trasparenza che ha contraddistinto il suo operato, chiama dei “tavoli tecnici” per operare di fatto pressioni illecite. Nell’ultimo tavolo tecnico, tenutosi settimana scorsa (che non è pubblico e pubblicato), l’Ing. Giorgio Pineschi (Vigilanza e Bacini Idrografici Regione Lazio) ha testualmente ribadito: “Noi siamo l’Ufficio preposto alla Vigilanza e Rispetto delle Regole, che sono quelle del Diritto del Codice Civile e Penale ,che parte dalle concessioni, e non possiamo avvallare illeciti. Siamo chiamati in ambito idraulico al rispetto delle regole. Abbiamo fatto diverse denunce, non contro ignoti ma contro noti, cioè l’associazione che si è resa responsabile di illeciti sull’argine in sponda sinistra del fiume Tevere. Abbiamo demolito infrastrutture pericolose, perché la priorità è la sicurezza dei ciclisti e di chi percorre queste aree. Per noi il rispetto delle regole, come funzionari pubblici, è la prima cosa. Il Sentiero Pasolini, o come lo volete chiamare, NON esiste. Se mai esisterà questo percorso dovrà partire dal rispetto delle regole. Questa è la strada maestra. Le regole sono chiare: ci sono cose che si possono fare e cose che non si possono fare”. Ricordiamo all’Amministrazione pentastellata del Municipio X, in particolare all’Assessore Alessandro Ieva e al Presidente della Commissione Ambiente Francesco Vitolo, che il Contratto di Fiume Castel Giubileo – Foce non è stato ratificato e comunque non è il luogo preposto per fare campagna elettorale. Ricordiamo loro che si tratta di uno strumento di programmazione negoziata e non di imposizione politica da parte di un partito. Che ogni soggetto partecipante al tavolo vale quanto gli altri (uno vale uno, in questo caso sì) e non può portare avanti questioni ideologiche contrarie a leggi, norme e regolamenti. Ricordiamo loro anche che l’Art. 68 bis Codice dell’ambiente ( D.Lgs. 152/2006) è molto chiaro: “i contratti di fiume concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico”. Quindi non perseguono finalità ludiche, non sono il gingillo del potentato di turno. I CdF devono dare vita a processi partecipativi aperti e inclusivi, con condivisione di intenti, di impegni e di responsabilità tra i soggetti aderenti, pubblici e privati, che hanno come obiettivo primario la tutela dell’ambiente, la prevenzione dei danni ambientali, la corretta gestione delle risorse idriche, la salvaguardia del rischio idraulico e la valorizzazione dei territori fluviali che evidentemente i grillini scambiano per un lunapark. I soggetti che aderiscono al contratto di fiume hanno tutti lo stesso peso e voce in capitolo. I soggetti aderenti al CdF definiscono un Programma d’Azione (PA) condiviso tra tutti i firmatari e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo che, lo ribadiamo, NON è stato ratificato. L’obiettivo del CdF è quello di ottenere un livello di protezione ambientale elevato grazie al raggiungimento di risultati mirati e all’introduzione di nuove formule idonee a dare attuazione, ma mai in contrasto con leggi, norme e regolamenti nazionali e sovranazionali. Non ci può essere alcun rendimento economico senza la sostenibilità ambientale e l’utilità pubblica, secondo i principi di sussidiarietà orizzontale e verticale. I CdF hanno l’obiettivo di stimolare la progettualità territoriale dal basso, non dall’alto, attraverso il raggiungimento dell’“equilibrio delle tre E”: Ecologia, Equità, Economia, partendo da un’analisi delle criticità del bacino e del territorio interessato. In particolare, l’alto rischio idraulico, la compromissione della qualità delle acque superficiali, il degrado ambientale del fiume e dei territori circostanti. E’ uno strumento dunque di soft law, l’approdo di un lungo iter di studi e comparazioni, che serve alle Regioni per chiedere finanziamenti al Ministero. In un sistema di governance multilivello i Contratti di fiume si configurano come processi continui di negoziazione tra le Pubbliche Amministrazioni e i soggetti privati coinvolti a diversi livelli territoriali e si sostanziano in accordi multisettoriali e multiscalari caratterizzati dalla volontarietà e dalla flessibilità tipiche di tali processi decisionali. I CdF contribuiscono al perseguimento degli obiettivi propri delle normative in materia ambientale, in particolare in riferimento al raggiungimento del “buono stato” di qualità dei corpi idrici previsto dalle direttive dell’U.E. in materia. Qualunque progetto presentato da un CdF, non da un soggetto del CdF, deve dunque, come ha ribadito fino alla nausea l’Autorità di Vigilanza e Bacini Idrografici della Regione Lazio rispondere alla leggi ed essere preceduto dall’analisi sulla fattibilità finanziaria ed economica, cosa mai avvenuta nel fantomatico Sentiero Pasolini (ora trasformato in affacci sul Tevere spacciati per opera di pubblica utilità, manifestazione evidente di ignoranza amministrativa). E tra le analisi preliminari ci sono quelle dei portatori di interesse e le reti esistenti tra gli stessi. Per questa ragione si parla di “processi partecipativi aperti ed inclusivi“, proprio perché si cerca di raggiungere una “piena condivisione di intenti”, cosa anche questa mai avvenuta. Solo al termine di questa attività preparatoria, si procede alla conclusione del CdF vero e proprio, cioè quell’atto di impegno vincolante che formalizza le decisioni condivise nel processo partecipativo, definendo gli impegni specifici di ciascun contraente e tutte le fasi del procedimento devono essere improntate ad alti standard di trasparenza. Una parola fuori dai radar di questa Amministrazione.

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OSTIA, IL VILLAGGIO DELLO SPORT SENZA REGOLE

IMG-20210713-WA0003In data odierna è stata presentata una dettagliata integrazione dell’esposto  del 9 giugno 2021 con valore di  deposito atti per la Commissione Speciale di Controllo e Garanzia del  Municipio Roma X e istanza di  revisione in autotutela per l’annullamento della determinazione dirigenziale CO/1384/2021 del 9 giugno 2021, a seguito delle gravi irregolarità amministrative riscontrate:

1. le  opere  sulla  spiaggia libera  denominata SPQR  sono state  realizzate  in  totale  assenza della necessaria  autorizzazione  da parte  dell’Agenzia  delle  Dogane  e Monopoli,  ex  art.19 d.lgs. 374/1990, senza alcuna  comunicazione da  parte  dell’affidatario  e  senza alcun controllo degli  Uffici;
2. l’occupazione delle aree demaniali  e municipali  è  avvenuta da  parte dell’affidatario  settimane prima  dell’aggiudicazione  definitiva  senza alcun controllo  da parte  degli  uffici  e delle autorità preposte  al  rispetto  della  esecutività  della  determinazione dirigenziale CO/1384/2021;
3. sono state  trasmesse  su  maxischermo  le partite  UEFA  2020  senza autorizzazione  della Commissione  Provinciale  di  Vigilanza sui  locali  di  Pubblico  Spettacolo,  il  cui  sopralluogo (con  esito negativo)  è  avvenuto solo in data 10  luglio 2021;
4. esiste una palese  pressione politica esercitata dal  vicepresidente  del  Municipio  Roma X, Alessandro  IEVA,  sugli  uffici  municipali  che  di  fatto  impedisce la correttezza dei  procedimenti  e dei controlli  amministrativi.

IL DOCUMENTO

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OSTIA: IL VILLAGGIO DELLO SPORT (X-VILLAGE) È ‘ABUSIVO’

IMG-20210709-WA0012Dopo un mese dalla nostra denuncia di mancate autorizzazioni per il Villaggio dello Sport, decantato come #cosefatteneldecimo dal M5S, abbiamo avuto la conferma che l’X Village è di fatto abusivo.
Si è tenuta questa mattina (9 luglio 2021) la Commissione Controllo, Trasparenza e Garanzia presieduta da Pietro Malara, presente anche la maggioranza e gli Uffici Municipali, che ha preso l’impegno di valutare tutti gli atti per l’istanza di revoca.
Anche la Spiaggia Libera SPQR, inclusa nel Villaggio dello Sport, è senza autorizzazioni, così come l’area vuota ma recintata prospicente la stazione Roma-Lido “Cristoforo Colombo”, che di fatto sono state sottratte alla pubblica fruizione da più di un mese.

Durante la Commissione la maggioranza ha potuto solo esprimere un silenzio assenso quando gli Uffici hanno ammesso che solo l’11 giugno è divenuta esecutiva l’assegnazione dell’area, dunque, come denunciato da LabUr, i lavori eseguiti nei giorni precedenti erano non autorizzati. Nella spiaggia libera SPQR, inaugurata dalla Raggi il 5 agosto 2020 con lo slogan “ripristiniamo la legalità e restituiamo ai cittadini la vista sul mare“, è stata occupata senza autorizzazioni, come se fosse una concessione temporanea stagionale. Chi ha abbattuto i chioschi sulle spiagge libere dopo nostra denuncia all’ANAC e alla Procura, in nome della “legalità del giorno dopo”, si inventa che si può aprire un chiosco purché si lasci la pubblica fruizione. Dunque, invitiamo i cittadini a mettere teli e ombrelloni sui campi sportivi perché nessuno li può mandare via.
L’Agenzia delle Dogane non ha mai dato  alcun nulla osta né ha mai ricevuto alcuna comunicazione da parte dell’affidatario come dovuto per legge compromettendo così l’affidamento successivo. Si è scoperto inoltre che solo domani (sabato 10 luglio) è previsto il sopralluogo da parte della Commissione Spettacoli per il maxischermo, a 24 ore dalla finale dell’Italia. Tradotto, gli spettacoli tenutisi fino ad oggi non erano autorizzati nemmeno dalla Commissione.

Ennesima brutta pagina amministrativa del Municipio X a guida 5S per i quali il vessillo della legalità e trasparenza va inteso nel suo valore zoologico, la parte espansa della penna degli uccelli.

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NUOVA OSTIA, LAREX: IL MUNICIPIO CAUSA DELLO SGOMBERO

IMG-20210624-WA0011Oggi, 24 giugno 2021, durante il consiglio straordinario del Municipio Roma X, Alessandro IEVA, assessore all’Ambiente e Sicurezza, ha respinto le affermazioni rilasciate dall’Avvocatura Capitolina il 18 giugno scorso in Commissione Capitolina Politiche Sociali, definendole “mendaci”.
L’Avv. Andrea MAGNANELLI, che ha seguito in Tribunale il contenzioso con la Larex, aveva ribadito quanto scritto in sentenza “una vicenda paradossale in cui gli immobili a rischio crollo sono nella detenzione e nella custodia di Roma Capitale che trascura da anni tale condizione, ma provvede ad intimare al proprietario, che non li detiene e non può accedervi, di eseguire i lavori di messa in sicurezza per privata e pubblica incolumità, non avendo neppure provveduto ad interdire l’accesso a tutte le aree ritenute a rischio per la pubblica incolumità” e ricordando che la Larex non ha potuto puntellare le 4 palazzine di Via Marino Fasan a Nuova Ostia perché il Municipio non aveva provveduto, come richiesto, alla rimozione dei rifiuti (qui tutto l’intervento di Andrea MAGNANELLI).
Secondo la ricostruzione di IEVA, a settembre 2020 il Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale avrebbe chiesto l’intervento della Larex per puntellare gli edifici previa bonifica delle carcasse di auto e dei detriti (in realtà esisteva una Determinazione di Protezione Civile già nel 2017, dunque i fatti erano noti da anni). IEVA, che ha il ruolo di interloquire con AMA, forte della convenzione extra-TARI, avrebbe ricevuto un fondo di 150mila euro a inizio dicembre dopo la variazione di bilancio. A seguito del sopralluogo del 9 dicembre 2020, effettuato dall’Ufficio Tecnico Municipale, IEVA rispondeva di non poter intervenire essendo ancora in attesa del preventivo di AMA, poi giunto il 14 dicembre per un importo di 87.000 euro e una durata dell’intervento di 15 giorni. L’inizio lavori, fissato il 31 dicembre, non è stato effettuato in quanto AMA si è rifiutata perché non era “sicuro accedere ai locali”.  Così a fine 2020 i fondi sono andati persi.

Sono passati 6 mesi, nessun intervento nemmeno in somma urgenza, per consentire alla proprietà il puntellamento degli edifici e la messa in sicurezza di centinaia di persone. E’ pericoloso per gli operatori AMA, ma non per i residenti di Via Marino Fasan.
Un fatto di una gravità inaudita sotto il profilo politico, amministrativo e a nostro avviso anche penale.

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OSTIA, PISTA CICLABILE: IL M5S ABBANDONA LA COMMISSIONE CHE SVELA LE LORO BUGIE

IMG-20210619-WA0005Si è tenuta il 18 giugno 2021 la seconda seduta della Commissione Controllo e Garanzia sulla finta pista ciclabile di Ostia. Il Ministero dei Trasporti ha di nuovo confermato che non poteva il Municipio istituirla e Risorse per Roma ha dichiarato di non  aver mai contribuito alla sua progettazione ma di essersi limitata alla sola “trasposizione grafica”, neppure retribuita. In pratica tutto è colpa della ‘matita’ di Nicola DE BERNARDINI (ex direttore tecnico municipale) e della volontà politica di Virginia RAGGI che ha forzato l’inaugurazione di questa finta pista ciclabile mai collaudata perchè i lavori non hanno mai ricevuto il visto di regolarità contabile della Ragioneria Generale. Quindi sono altri i veri “cialtroni e mascalzoni“, come ci ha calunniato Paolo FERRARA (ex capogruppo capitolino M5S, coinvolto nelle indagini sullo scandalo dello Stadio della Roma). A questo punto è ben delineato il reato penale commesso e potremo denunciare, grazie alle conferme acquisite in Commissione, i responsabili. Finora ci siamo limitati a degli esposti, documentando i fatti. Chiaro il nervosismo di tutta la masnada grillina dei consiglieri di Ostia che, complice, si è piegata al comando superiore ingannando i suoi elettori e che ora finge di non ricordare che furono proprio Giuliana DI PILLO e Alessandro IEVA, presidente e vicepresidente municipale, a dichiarare che almeno la finta pista ciclabile definitiva avrebbe dovuto essere autorizzata dall’Assemblea Capitolina. Ed invece è stata la stessa Giunta municipale ad aver imposto la ‘pecionata’ del progetto di DE BERNARDINI, che non sarebbe mai passata al vaglio dell’Assemblea Capitolina, violando il regolare procedimento amministrativo, come appunto ieri ha ribadito il Ministero contro il cui decreto il municipio non si è mai opposto. Una squallida storia di periferia romana, ora penalmente perseguibile, simbolo eclatante delle pressioni esercitate dalla politica sugli uffici come un video proprio di Nicola DE BERNARDINI conferma. Fa per ultimo riflettere che ieri in Commissione, per la seconda volta, su un tema di interesse collettivo, per fornire risposta ai disagi che da un anno subisce la cittadinanza romana, tutti gli uffici alle dipendenze di Virginia Raggi, compreso il Gruppo X Mare del corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, fossero assenti. Un silente ossequio che non potrà mai esser giustificato.

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OSTIA, CASE ARMELLINI (LAREX E MORENO ESTATE): IN COMMISSIONE SI PARLA DI SGOMBERI

foto di A.G. per 'Vuoto Criminale'

foto di A.G. per ‘Vuoto Criminale’

Si è tenuta oggi, 18 giugno 2021, la V Commissione Capitolina – Politiche Sociali presieduta da Maria Agnese CATINI sulla “situazione della permanenza degli utenti negli immobili ERP di proprietà della Larex e della Moreno Estate (più note come case ex-Armellini) a fronte della pericolosità delle strutture e della sopraggiunta intimazione di sfatto” a Nuova Ostia.

LabUr è stato invitato a partecipare dalla Presidente che ha focalizzato in modo puntuale il problema sociale in tutta la sua complessità e gravità. Come da noi sempre asserito (LINK 1, LINK 2 e LINK 3), la situazione è gravissima sotto ogni profilo, in particolare quello di protezione civile.

L’Avv. Andrea MAGNANELLI, dell’Avvocatura Capitolina, che ha seguito la questione LAREX (le 4 palazzine di Via Marino Fasan) ha puntualizzato che per negligenza del Municipio X è stata di fatto inficiata l’azione legale davanti al TAR del Lazio che si è espresso a favore della LAREX. La mancata rimozione di carcasse d’auto e masserizie varie ha impedito alla LAREX di fare gli interventi di messa in sicurezza degli stabili pericolanti, con conseguente fissazione dello sgombero delle palazzine al 29 luglio, come da avviso della Corte di Appello. Ricordiamo che dal 2017 erano stati stanziati 150mila euro a favore del Municipio per bonificare quei luoghi in accordo con AMA e consentire alla proprietà di intervenire.

Come se non bastasse, l’Ing. Massimo BRANCA, responsabile della sicurezza statica degli edifici privati per conto della Protezione Civile capitolina, ha rivelato che la perizia tecnica degli edifici è stata eseguita, e non si capisce perchè, dal Dipartimento SIMU.

Quindi, abbiamo centinaia di persone che vivono in stabili pericolanti perché il Municipio non ottempera una banale pulizia dei sotterranei e che è costata lo sgombero del 29 luglio p.v. (LAREX) e abbiamo (MORENO ESTATE) 5.000 persone sotto sgombero alla data del 12 agosto (termine fissato dalla sentenza TAR Lazio del 9 giugno) che non sanno che fine faranno. A parte l’Avvocatura Capitolina e la Protezione Civile non si è presentato nessuno a dare risposte alle seguenti domande sugli impegni presi dall’Amministrazione nelle diverse Commissioni che si sono tenute sul tema nel corso di questi ultimi 5 anni e che qui brevemente riportiamo:

– Commissione Trasparenza e Garanzia, 5/12/2018, avente come oggetto “sgombero abitanti case ex Armellini (Moreno Estate)”, in riferimento al Rent-to-buy, cosa è stato fatto dal 2018 circa l’impegno alla vendita del patrimonio capitolino ERP? C’è stata la sanatoria per i 380 nuclei familiari su 1.042 che pagano l’indennità di occupazione ma che perderebbero ogni diritto alla residenza in caso di sgombero o cessione di proprietà? C’è stata l’attività ispettiva? Esistono nuovi criteri economici per l’assegnazione delle case?

– Commissione Patrimonio e Politiche abitative, 13/2/2019, c’è stata la verifica dello stato degli immobili come promesso? Cosa è stato fatto dalla data di quella commissione, per mettere in sicurezza i residenti visto che gli stabili “presentano balconi pericolanti e situazioni rischiose per la sicurezza degli inquilini”? E’ stata fatta la stima degli abusi edilizi con l’ausilio del Dipartimento di Urbanistica e Ufficio Condoni? Si è stabilito quante istanze in sanatoria sono state presentate e la certificazione di agibilità degli immobili e la congruità catastale e urbanistica?

– Commissione Patrimonio e Politiche Abitative, 7 ottobre 2020, si continua a parlare di “rischio crollo”, “assenza di manutenzione”, “scongiurare lo sgombero forzato”, “soluzioni per le 5.000 persone”. Nulla è pervenuto e la tutela per la privata e pubblica incolumità, che spetta al Sindaco, è affidata ai contenziosi in Tribunale, dando la colpa a quelli di prima, dopo 4 anni, perché non hanno sollecitato la proprietà ad ottemperare, mentre da 3 anni non si consente alla proprietà la messa in sicurezza perché non si puliscono i seminterrati.

– Commissione Patrimonio e Politiche Abitative, 5/3/2021, si parla del debito fuori bilancio di 18MLN che vanno riconosciuti alla Moreno Estate a seguito di sentenza. Non si parla della messa in sicurezza degli abitanti. Si parla di soldi, “di sminare la faccenda dello sgombero”, di trattative con la proprietà ancora in corso che hanno un iter lungo con passaggio anche in Assemblea Capitolina, e di altre verifiche in particolare le tecnico/strutturali delle unità che ancora non ci sono state e di contenziosi in tribunale che stanno costando milioni di euro alle casse Comunali che pagano i cittadini romani. Parliamo, al 21/3/2021 di oltre 28MLN di euro solo di indennità di occupazione da riconoscere alla Moreno Estate. Le case crollano e loro hanno terminato il mandato.

Gli sgomberi non si fermano. Chi dovrebbe preoccuparsi di mettere in sicurezza gli stabili per salvaguardare la vita di 5.000 persone, pensa invece a giocare a calcetto a piazza Gasparri la partita della Legalità con la nazionale poeti, mentre non è stato in grado neppure di pulire con 150mila euro i sotterranei per consentire la messa in sicurezza degli stabili.

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SPIAGGIA DI CASTELPORZIANO: ESPOSTO PER DANNO ERARIALE. OCCUPAZIONE SENZA TITOLO DAL 2001

IMG-20210617-WA0007ESPOSTO – Spiaggia libera di Castelporziano, tratto compreso tra il Canale di Palocco e il Fosso del Tellinaro (43.816,24 mq e 1.827,00 mq di superficie coperta) – occupazione senza titolo dal 2001 da parte di Roma Capitale con conseguente danno erariale, per il mancato versamento degli oneri concessori, di oltre 1.200.000,00 euro (unmilioneduecentomila euro)

In data 28 gennaio 2021, a seguito di accesso civico generalizzato, il Municipio Roma X, che esercita tutte le funzioni amministrative inerenti il demanio marittimo per conto di Roma Capitale, ha inoltrato a LabUr l’ultima Concessione Demaniale Marittima ad essa rilasciata così come previsto (e di seguito meglio dettagliato) dalla Convenzione del 14 luglio 1965 firmata con il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica per poter gestire la spiaggia libera di Castelporziano.

Risulta che dal 31 dicembre 2001 Roma Capitale occupa il bene demaniale in questione senza alcun titolo, con conseguente danno erariale, per il mancato versamento degli oneri concessori, di oltre 1.200.000,00 euro (unmilioneduecentomila euro). Si è pertanto inoltrata alla Regione Lazio (Ente gerarchicamente superiore a Roma Capitale in materia di Demanio Marittimo) un’istanza di verifica amministrativa volta ad accertare la ventennale occupazione senza titolo dell’area demaniale in questione da parte di Roma Capitale, Le risposte delle due Direzioni Regionali competenti in materia di Concessioni Demaniali Marittime6 sono risultate tra di loro in netta contraddizione e non esaustive della questione:

→ Direzione Regionale Lavori Pubblici, Stazione Unica Appalti, Risorse Idriche e Difesa del Suolo – Area Concessioni (n.prot. Reg.Uff. U.0280453 del 31 Marzo 2021) : sull’area in questione, il Municipio Roma X esercita le proprie funzioni in termini del combinato della Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 18 del 18/19 aprile 2011 e della legge n.1 del 27 febbraio 2020 della Regione Lazio;

→ Direzione Regionale per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive – Area Economia del Mare n.prot. Reg.Uff. U.0298926 del 7 Aprile 2021: sull’area in questione, il Municipio Roma X esercita le proprie funzioni solo in termini della Convenzione citata e non di subdelega regionale.

Inoltre, entrambe le Direzioni Regionali, così come la Presidenza della Repubblica, hanno ammesso di non essere a conoscenza della concessione in questione che invece fino al 31 Dicembre 2001, prima del trasferimento alla Regione Lazio delle funzioni amministrative demaniali, è stata regolarmente rilasciata dalla Capitaneria di porto di Roma in quanto Capo del Compartimento Marittimo, prima Ente del Ministero della Marina Mercantile, poi del Ministero dei Trasporti e della Navigazione.

Infine, l’Area Economia del Mare sopra citata, ha inoltrato l’istanza di verifica amministrativa anche all’Agenzia del Demanio e alla competente Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per acquisire eventuali diverse valutazioni che, trascorsi 60 giorni, non sono mai pervenute.

PREMESSO

– che la tenuta Presidenziale di Castelporziano, ben definita in atti e in planimetria, è dotazione del Presidente della Repubblica in virtù della Legge n.1077 del 09 agosto 1948 pur rimanendo nella sua interezza un bene del patrimonio indisponibile dello Stato;

– che la tenuta Presidenziale di Castelporziano, con decreto del Presidente della Repubblica n.136/N in data 5 maggio 1999, in ragione del riconosciuto valore naturalistico e ambientale, è stata assoggettata a specifico regime di tutela e gestione secondo criteri che si richiamano alle disposizioni contenute nella legge 6 dicembre 1991, n.394 e con successivo decreto del Ministero dell’Ambiente, inserita tra le aree naturali protette;

— che con scrittura privata rep.n. 50213 del 14 luglio 1965 registrata all’Ufficio Registro di Roma in data 17 luglio 1965, vol. 17653, è stata stipulata una Convenzione, quale premessa al rilascio di una concessione da parte dell’Autorità Marittima competente, tra il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica ed il Comune di Roma, per la costituzione di una spiaggia libera attrezzata ad uso pubblico, antistante la tenuta di Castelporziano (tratto compreso tra il Canale di Palocco e il Fosso del Tellinaro, km. 2,150), poi autorizzata giusta deliberazione del Consiglio Comunale n.1409 del 2 luglio 1965 e perfezionata con deliberazione n. 281 del 20 ottobre 1992, con la quale il Consiglio Comunale ha delegato al Consiglio dell’allora Circoscrizione XIII, oggi Municipio Roma X, l’adozione dei provvedimenti concernenti la gestione della spiaggia in menzione;

– che l’area in Convenzione è comprensiva del Demanio dello Stato e del Demanio Marittimo, separati dalla c.d. “dividente demaniale” ben indicata nel SID (Servizio Informatico Demaniale marittimo) e che in effetti corrisponde alla morfologia dei luoghi in quanto demarca la presenza di vegetazione dunale non compatibile con le mareggiate ordinarie invernali e che indica con chiarezza la demarcazione tra le aree del Demanio dello Stato e quelle del Demanio Pubblico dello Stato (in questo caso, Ramo Marina Mercantile), differendo nei diritti d’uso degli enti utilizzatori, gestori, concessionari dei beni;

– che la fascia costiera della tenuta di Castelporziano citata rientra tra i beni inclusi dal trasferimento delle funzioni amministrative e di gestione attribuite agli enti territoriali per effetto del Decreto Legislativo n.112 del 31 marzo 199817 e confermati con il D.Lgs. n. 85 del 28 maggio 2010, in quanto non è inclusa nell’elenco dei beni individuati con il D.P.C.M. del 21 dicembre 1995 (che escludono dalla competenza delle Regioni solo le aree di preminente interesse nazionale in relazione alla sicurezza dello Stato e alle esigenze della navigazione marittima),

PRESO ATTO

– che l’ultima concessione rilasciata al Comune di Roma da parte del “Ministero dei Trasporti e della Navigazione – Capitaneria di porto di Roma” è del 13 ottobre 1998 (fino al 31 dicembre 2001) con inizio 1 gennaio 1998, riferita alla fascia costiera della tenuta di Castelporziano citata, per km 1,810 e non per km. 2,150;

– che il Comune di Roma, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative dallo Stato alle Regioni, ha avuto solo competenza per sub-delega dalla Regione Lazio, della gestione amministrativa delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative, tipologia a cui non appartiene (in quanto dotazione del Presidente della Repubblica) la fascia costiera citata;

– che la Regione Lazio, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative dallo Stato alle Regioni, non ha mai preso in carico la gestione della concessione demaniale relativa alla fascia costiera citata, ignorandone ad oggi l’esistenza e mai sostituendosi alle funzioni amministrative della Capitaneria di porto di Roma;

– che il Comune di Roma, ai sensi del Codice della Navigazione e del suo Regolamento, occupa pertanto da 20 anni, senza alcun titolo, un’area demaniale con conseguente danno erariale per il mancato versamento degli oneri concessori,

CONSIDERATO

→ che al Presidente della Repubblica deve essere riconosciuta una assoluta indipendenza ed autonomia, rispetto alle altre pubbliche amministrazioni, nella gestione e cura dei beni attribuitigli dalla legge e che dunque Roma Capitale è tenuta a rispettare la convenzione del 1965 che è valida in presenza di una concessione in essere;

→ che la convenzione richiede in maniera esplicita su area demaniale marittima l’obbligo di un titolo concessorio, come previsto appunto nell’atto del 1965 e come è stato fino al 31 dicembre 2001,

CHIEDE

con urgenza, un eventuale intervento amministrativo, penale e contabile per competenza affinché si imponga a Roma Capitale la regolarizzazione della sua posizione concessoria in considerazione del fatto che in questo periodo di emergenza sanitaria ed in prossimità della stagione balneare è in corso di approvazione da parte di Roma Capitale il Piano di Utilizzo degli Arenili (PUA).

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INFERNETTO, IL SUPERMERCATO FANTASMA SULLA COLOMBO

eurospinSta sorgendo a lato della complanare della via Cristoforo Colombo (in direzione Roma), nel tratto compreso tra via Ermanno Wolf Ferrari e via di Acilia, di fianco al distributore di benzina (zona Infernetto). Ne avevamo già parlato ma ancora ad oggi gli uffici di Roma Capitale non sono riusciti ad individuare chi abbia rilasciato l’autorizzazione per l’entrata del cantiere che procede senza sosta. Trascorsi 90 giorni, è partito l’esposto.

ESPOSTO

 

IL FATTO

In data 11 marzo 2021 veniva inoltrata dal sottoscritto al Municipio Roma X e al Gruppo X Mare della Polizia Locale di Roma Capitale un’istanza di accesso civico generalizzato, con la seguente puntuale e dettagliata formulazione del documento richiesto

  • Autorizzazione rilasciata per l’entrata del cantiere dell’edificio commerciale in corso di realizzazione nel Municipio Roma X, all’altezza del km. 20,950 della via Cristoforo Colombo, con accesso dalla complanare (permesso di costruire d.d. 102 del 19 febbraio 2021, prot.n.12974)

Dopo 90 giorni, il Municipio Roma X, il Gruppo X Mare del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale e il Dipartimento Sviluppo Economico – Attività Produttive (d’ora in avanti, DSEAP[1]) non hanno saputo fornire riscontro per dichiarata mancata competenza, interessando per ultimo il Dipartimento Infrastrutture e Manutenzione Urbana (d’ora in avanti, SIMU[2]), che, in data 27 maggio 2021 (prot. QN/103971/2021) ha risposto che “non si evince il contenuto della richiesta dell’istante” e che “si consiglia al richiedente di riformulare, in maniera puntuale, l’accesso generalizzato in parola“, inoltrando l’originaria istanza di accesso civico generalizzato nuovamente al Municipio Roma X.

CONSIDERATO

  • che l’istanza in oggetto dell’11 marzo 2021 è intervenuta a cavallo delle due determinazioni[3] dirigenziali con le quali si è rilasciata sia l’autorizzazione commerciale a favore della società Eurospin Lazio S.p.A. (mq. 1383) sia il Permesso di Costruire;
  • che l’iter amministrativo è stato condotto dal DSEAP nella persona di Tonino EGIDDI, dirigente da molti anni inserito nell’organizzazione comunale con incarichi di prestigio, per ultimo la nomina a presidente della Commissione aggiudicatrice per l’affidamento di 37 concessioni demaniali marittime (CO/1404/2021 dell’11 giugno 2021);
  • che i lavori erano già iniziati prima dell’11 marzo (data dell’istanza in oggetto) e prima dell’emissione della nuova determinazione dirigenziale con il permesso di costruire (datata 30 marzo 2021);
  • che l’autorizzazione per l’entrata del cantiere è dunque indicativa della regolarità delle autorizzazioni,

CHIEDE

di intervenire affinché venga dato immediato e urgente riscontro all’accesso civico generalizzato in oggetto.

**********

ALLEGATO 1

11 MARZO 2021
Inviati via PEC, due distinti accessi civici generalizzati (ACG)
– il primo all’URP del Municipio Roma X (ld.mun10@comune.roma.it, protocollo.municipioroma10@pec.comune.roma.it)
– il secondo al Gruppo X Mare del corpo di Polizia Locale di Roma Capitale (protocollo.polizialocale.10mare@pec.comune.roma.it)

entrambi aventi per oggetto la seguente richiesta

→ Autorizzazione rilasciata per l’entrata del cantiere dell’edificio commerciale in corso di realizzazione nel Municipio Roma X, all’altezza del km. 20,950 della via Cristoforo Colombo, con accesso dalla complanare (permesso di costruire d.d. 102 del 19 febbraio 2021, prot.n.12974)

15 APRILE 2021
Il Municipio Roma X risponde con due diverse comunicazioni (ACG acquisito con prot. CO/29076/2021)
– (prot. CO/2021/0042603) inoltra l’ACG al Dipartimento Sviluppo Economico – Attività Produttive (DSEAP)
– (prot. CO/2021/0042614) risponde all’URP di non avere il documento richiesto

23 APRILE 2021
Il Gruppo X Mare risponde con due diverse comunicazioni (ACG acquisito con prot. VO/17982/2021)
– (prot. VO/0028276/2021) “agli atti non risulta presente l’autorizzazione da Lei richiesta bensì il parere (che ad ogni buon fine si allega) espresso da questo Comando per il rilascio dell’autorizzazione de qua”. In realtà il parere indicato nel testo si riferisce al rilascio delle autorizzazioni necessarie per l’apertura della struttura commerciale, sostenendo che “ai soli fini del traffico e della viabilità il passo carrabile citato è stato realizzato nel rispetto delle normative vigenti” confondendo cioè l’attuale passo carrabile per l’accesso al cantiere (oggetto dell’ACG) con quello futuro per accedere al centro commerciale una volta terminati i lavori.
– (prot. VO/2021/0028307) inoltra, per competenza, l’ACG al Municipio Roma X e al DSEAP

04 MAGGIO 2021
(prot: QH/0032956/2021) Il DSEAP, non ritenendosi competente, risponde all’inoltro dell’ACG del Gruppo X Mare, inviando l’ACG al Municipio Roma X e allo stesso Gruppo X Mare.

25 MAGGIO 2021
(prot. CO/0061775/2021) Il Municipio Roma X inoltra l’ACG al Dipartimento Sviluppo Infrastrutture Manutenzione Urbana e Manutenzione Strade di Grande Viabilità

27 MAGGIO 2021
(prot. QN/103971/2021) il SIMU scrive che “non si evince il contenuto della richiesta dell’istante” e che “si consiglia al richiedente di riformulare, in maniera puntuale, l’accesso generalizzato in parola”. Inoltrato al Municipio Roma X

 

NOTE

 

[1] più precisamente , Dipartimento Sviluppo Economico – Attività Produttive,  Direzione Sportelli Unici – P.O. Strutture di Vendita e Impianti Produttivi, Servizio Strutture di Vendita e Impianti Produttivi, Sportello Medie Strutture di Vendita

[2] più precisamente, Dipartimento Sviluppo Infrastrutture Manutenzione Urbana e Manutenzione Strade di Grande Viabilità

[3] Determinazione Dirigenziale. n. QH/189/2021 del 30 marzo 2021, prot. QH/22758, come integrazione e sostituzione  della Determinazione Dirigenziale n. QH/102/2021 del 19.02.2021, prot. QH/12974,

[4] in data 23 gennaio 2020 il Gruppo X Mare inviava al Dipartimento Sviluppo Economico – Attività Produttive il prot.6500 (pratiche 211/18-138/2020, rif.55811 del 8 novembre 2019)

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