OSTIA, BANDO SPIAGGE: ANCORA TROPPA NEBBIA

ff2c66d6-6288-463e-a9be-232b3ddfc78cOggi nel corso della Commissione Controllo, Trasparenza e Garanzia si è iniziato ad affrontare il tema del bando di affidamento delle 37 concessioni del 22 dicembre 2020 (targato M5S) scadute il 31 dicembre 2020. Una vicenda travagliata che ha avuto due successivi interventi, uno amministrativo e uno giudiziario.
Il bando è stato dapprima revocato (con Delibera di Giunta, in fase di aggiudicazione provvisoria) il 15 dicembre 2021 dall’attuale amministrazione PD guidata da Mario FALCONI, forte della sentenza del Consiglio di Stato e nelle more dell’approvazione del Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA). Poi, il 15 febbraio 2022, il Tribunale Amministrativo del Lazio (TAR), su ricorso di un aggiudicatario provvisorio, ha annullato la delibera MA, e questo è stato uno dei punti posti da LabUr oggi in commissione, SOLO PER LA PARTE RIGUARDANTE LA REVOCA, conservando di fatto la PROROGA TECNICA AL 2023 delle concessioni scadute il 31 dicembre 2020, proroga che dunque resta VIGENTE.
Inoltre a Maggio dovrà esprimersi nuovamente il TAR su ricorso di alcuni attuali titolari delle concessioni balneari e pertanto il Municipio X si trova in un limbo a pochi mesi dall’apertura della stagione balneare.

Sempre oggi, in commissione, LabUr ha depositato la segnalazione inviata all’autorità di vigilanza sui contratti pubblici (ANAC) riguardante la questione della DIVIDENTE DEMANIALE in località Castelfusano, la ‘linea’ con cui, in pratica, si individuano i beni in concessione racchiusi tra essa e la linea di costa. La segnalazione è composta a sua volta dall’istanza di verifica della dividente inviata alla Capitaneria di Porto il 14/02/2022 e all’Agenzia del Demanio il 15/12/2021 a cui ha finora risposto solo parzialmente il Demanio in data 22/12/21 e 11/2/2022. Si tratta di verificare il completamento del procedimento di sdemanializzazione di ben 400mila mq lungo i 4 km di litorale compresi tra il Canale dei Pescatori e la Tenuta di Castelporziano. Un dato che escluderebbe un terzo delle aree fino ad oggi date in concessione.

In attesa che si esprima anche il Segretariato Generale di Roma Capitale e che giungano le risposte alle istanze di verifica, è bene ricordare che non è possibile procedere all’affidamento in concessione se non è nota la consistenza dei beni dati in concessione. Dal 1938 sono state cedute da parte dello Stato, aree al Comune, ma gli atti non si sono mai perfezionati con un’acquisizione. Dunque LabUr ha chiesto al Presidente della Commissione Pietro MALARA di affrontare il problema per evitare di ingenerare ulteriori ricorsi e contenziosi nonché un conseguente danno erariale.

Ricordiamo inoltre che il parziale annullamento della delibera sentenziato dal TAR si basa sul fatto che alla delibera di natura politica (comunque firmata dal Direttore Tecnico municipale, Carla SCARFAGNA) non sia seguito un atto di natura tecnica firmato dal dirigente (sempre Carla SCARFAGNA). Peccato che valga anche il contrario e cioè che l’ex Direttore Tecnico, Giacomo GUASTELLA, non avrebbe potuto pubblicare il bando iniziale senza esser stato emesso un precedente atto di indirizzo politico, cosa su cui si è chiesto (sempre da LabUr) un approfondimento da parte della Commissione.

Per altro oggi si è assistito, ad inizio commissione, alla richiesta da parte della consigliera del M5S, Silvia PAOLETTI, di allegare a pubblico verbale la nota contenente il parere espresso dall’Avvocatura Capitolina il 7 dicembre 2021 (nota RF/116711) con cui si lasciava alla giunta municipale la discrezionalità di annullare il bando. In realtà tale nota rimane ancora ad oggi coperta da “segreto professionale”, come richiesto dal Capo del II Settore dell’Avvocatura Capitolina, Avv. Guglielmo FRIGENTI. Per tale motivo LabUr ha inviato una segnalazione al Segretariato e alla stessa Avvocatura per avere chiarimenti su come la consigliera PAOLETTI sia venuta in possesso della nota e se questo costituisca un reato perseguibile penalmente.

Infine, abbiamo chiesto al Presidente MALARA, di verificare perché sia stata messa nello stesso bando delle concessioni scadute il 31 dicembre 2020 la concessione del tratto di arenile noto come “Isola Fiorita”, ex concessione del Ministero degli Interni, visto che la concessione era già stata riconsegnata nel 2018 e che la spiaggia e le strutture risultano da anni in grave stato di abbandono. Di fatto rappresenta un bene infruttifero dal 2018, con un lucro cessante e un danno (erariale) emergente. Così come abbiamo chiesto di approfondire se il Ministero degli Interni abbia regolarizzato il pagamento di tutti gli oneri concessori, in quanto, se ciò non risultasse, rappresenterebbe un’ulteriore anomalia aver messo a bando quel tratto di arenile, guarda caso proprio quello aggiudicato (provvisoriamente) alla società New Life srl autrice del ricorso al TAR che ha fatto annullare in parte la delibera di revoca del bando.

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INFERNETTO, VIA CECCAROSSI – LO STATO DELL’ARTE

FB_IMG_1646236489909“Se la strada l’hanno fatta i privati, come è possibile che sia pubblica?” Queste le parole dette oggi, in sede di sopralluogo tecnico della Commissione congiunta LL. PP. e Urbanistica, presso via Domenico Ceccarossi all’Infernetto dall’Arch. Massimiliano Fusco. Dal 7 marzo 2018 Fusco è alle dipendenze di Roma Capitale (Municipio Roma X), oggi responsabile dell’Ufficio Traffico e Segnaletica Stradale. Assieme a lui, il Geom. Goffredo PAGNANELLI, responsabile dell’ufficio che gestisce il patrimonio stradale e gli appalti di manutenzione ordinaria e straordinaria delle sedi stradali e dei marciapiedi dell’Infernetto.

Nel sopralluogo bisognava definire le modalità per riaprire al traffico via Domenico Ceccarossi, chiusa da oltre due anni al fine di garantire la pubblica e privata incolumità essendosi creata una enorme voragine per cedimento del manto stradale.

La questione risale al 19 settembre 2011 quando, con esito positivo, venne collaudata via Castrucci, via Pasquini e il sistema viario adiacente in conformità alla rete viaria principale prevista nel Piano Particolareggiato O/51 Infernetto. Tutto in regola secondo la normativa vigente, tutto come richiesto da Roma Capitale. Si tratta di opere realizzate a scomputo degli oneri concessori che i costruttori nella zona avrebbero dovuto versare nelle casse capitoline e con i quali invece si sono realizzate queste opere di urbanizzazione primaria.

Soldi pubblici spesi per opere pubbliche da parte dei privati e investiti direttamente sul territorio. Al collaudo doveva seguire, da parte del Dipartimento per le Periferie (non più esistente), la consegna delle opere al Municipio Roma X che da quel momento in poi lo avrebbe inserito a patrimonio e a regolare manutenzione. Ciò accadeva in data 20 febbraio 2015, dopo 4 anni dal collaudo. Per modeste irregolarità documentate fotograficamente invece il Municipio non prese in consegna le opere. Da quel momento, il nulla. Ecco perché la strada, mai tenuta in manutenzione per 11 anni dopo il collaudo , presenta oggi voragini e incuria.

La strada è pubblica, non privata, ma l’iter amministrativo per la presa in consegna non c’è mai stato, generando di fatto un danno patrimoniale. Ben 3 MLN di euro restano paralizzati dalla inefficienza degli uffici. Eppure, per riparare la voragine formatasi, basterebbe una cifra attorno ai 35 mila euro sempre che, lasciando la strada ancora abbandonata, non si creino altre voragini.

La nuova giunta municipale, dopo 5 anni di inerzia della precedente, sembra aver preso la decisione di intervenire in via definitiva: la voragine deve esser riparata, la strada aperta e destinata al trasporto pubblico locale (mezzi ATAC), quello che insomma era previsto dal piano particolareggiato nel 1992 (30 anni fa). Dove prendere i soldi? Dal fondo di manutenzione ordinaria destinato ogni anno dal Municipio alle strade di Ostia, Infernetto e Casalpalocco (Lotto A) di cui è responsabile Goffredo PAGNANELLI. Con quei fondi si sono p.es. eseguiti i lavori della prima versione della pista ciclabile sul lungomare di Ostia, oltre 100 mila euro spesi peraltro creando un debito fuori bilancio.

A questo punto sembra tutto filare per il verso giusto: la politica è d’accordo, la strada è pubblica (anche se ancora non perfezionata), i soldi ci sono e la stagione è quella giusta per fare lavori.

Occorre solo informare i funzionari del municipio che, stranamente, sembrano non conoscere la materia di cui sono responsabili.

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INFERNETTO, VIALE DI CASTELPORZIANO: MAI RIPIANTATI I 37 PINI TAGLIATI

759ae6db-aba8-4e6f-8fc4-a3afaebd9c02A seguito della nostra diffida del 15 gennaio 2022 riguardante il taglio di 37 pini sul viale di Castelporziano e le successive ulteriori precisazioni del 7 febbraio 2022 (che qui appresso riportiamo), abbiamo ricevuto (datate 25 gennaio e 14 febbraio 2022) le risposte attendiste dell’Assessore ai Lavori Pubblici del Municipio Roma X, Guglielmo CALCERANO, che in sostanza altro non affermano che i lavori sono stati svolti nella precedente consiliatura, incaricando l’attuale direttore tecnico, Mario SICA, di verificare quanto da LabUr segnalato.

CALCERANO, come si vede dal filmato del 28 gennaio 2022, è perfettamente a conoscenza della fine di quei 37 pini, mai ripiantati sul viale di Castelporziano (1). Ora attendiamo che ci faccia conoscere la regolarità dell’appalto e soprattutto se c’è stata regolarità nel piantare 37 alberi diversi dai pini in un’altra località. Le questioni relative al verde le lasciamo all’assessore municipale competente in materia, CALCERANO ci dovrà dire se l’appalto si è svolto regolarmente visto che i 37 alberi sono stati piantati all’inizio del suo mandato. Attenderemo dettagliato riscontro prima di segnalare la questione presso le autorità competenti in materia di appalti pubblici.

(1) l’intervento nel filmato è di Goffredo PAGNANELLI, funzionario dell’Ufficio Manutenzione Ordinaria e Straordinaria Lotto A – Ostia – Casal Palocco – Infernetto, avvenuto durante la Commissione III Lavori Pubblici e Mobilità del 28 gennaio 2022

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Oggetto: precisazioni atto invito/diffida del 15.01.2022 – alberature rimosse per lavori sul viale di Castelporziano (località Infernetto)

LabUr – Laboratorio di Urbanistica (www.labur.eu), intende precisare e segnalare all’assessore del Municipio Roma X, Guglielmo CALCERANO, quanto di seguito esposto.

IL FATTO

In data 15 gennaio 2022 LabUr inviava a più destinatari del Municipio Roma X, via PEC, un invito a reimpiantare sul viale di Castelporziano i 37 pini abbattuti per lavori stradali diffidando a posizionarli altrove, neppure in parchi e/o giardini pubblici, essendo prevalente il ripristino del valore paesaggistico, naturalistico e culturale del viale di Castelporziano (1) sopra ogni altra forma di compensazione ambientale. La nota era indirizzata in primis a Guglielmo CALCERANO, attuale assessore municipale ai Lavori Pubblici e Patrimonio, nonché portavoce dei Verdi di Roma che, nei giorni precedenti, aveva a mezzo stampa, assieme all’assessore municipale all’Ambiente, Valentina PRODON, sostenuto non essere possibile il ripristino dei pini con altri pini citando il “Regolamento Capitolino del verde pubblico” che invece al comma 22 dell’articolo 19 prescrive il reimpianto di individui arborei della stessa specie laddove trattasi di viali monumentali.

In data 1 febbraio 2022, con nota CO/9882 del 31 gennaio 2022 (datata 25 gennaio 2022 e redatta il 17 gennaio 2022) Guglielmo CALCERANO inviava al sottoscritto il dovuto riscontro all’atto stragiudiziale di invito e diffida sopra citato, affermando: 1) di essersi già interessato della questione mediante accesso civico generalizzato, in qualità di avvocato e portavoce dei Verdi di Roma, in data 1 giugno 2020, relativamente al taglio dei pini facenti parte della ‘alberata monumentale’ (così da lui definita) esistente lungo il viale di Castelporziano; 2) di aver acquisito, tramite l’accesso civico generalizzato, la Relazione Tecnica redatta il 2 dicembre 2019 dall’agronomo Rocco SGHERZI, incaricato dalla Cardi Costruzioni srl (ditta esecutrice dei lavori) e di avere da essa tratto le seguenti informazioni: presenza di vincoli paesaggistici lungo il viale, elevato grado di interferenza tra i pini esistenti ed esistenza di varie parassitosi; l’agronomo concludeva, secondo la personale lettura di CALCERANO, che, in fase di reimpianto, sarebbe stato opportuno ”effettuare una compensazione decentrata, identificando aree vicine, dove poter realizzare piccoli nuclei di alberi da potersi adibire a parco, con la funzione di tanti piccoli polmoni verdi”.

PREMESSO

– che la nota di invito e diffida inoltrata da LabUr si proponeva di tutelare, in un contesto patrimoniale, il bene pubblico al quale le alberature stradali appartengono, chiedendo di verificare la corretta conduzione dei lavori eseguiti, compreso l’abbattimento di 37 pini e il loro reimpianto;

– che la competenza sulla gestione delle alberature stradali (a prescindere dall’appartenenza politica dell’assessore CALCERANO a un partito ambientalista) è dell’assessore all’Ambiente, Valentina PRODON;

– che il regolamento comunale del verde pubblico così, come l’opinione dell’agronomo incaricato dalla ditta esecutrice dei lavori, non è vincolante né determinante per la corretta conduzione dell’appalto soprattutto quando trattasi di un viale monumentale e di interesse paesaggistico;

– che, per quanto sopra, l’assessore CALCERANO avrebbe dovuto: a) chiedersi come mai ad oggi, a 2 anni dall’autorizzazione (9 gennaio 2020) e poco meno dall’effettivo taglio dei pini (25 maggio 2020), nonché ad oltre un anno dalla conclusione dei lavori, nessuno dei 37 pini sia stato ripristinato in loco con alberature della stessa specie (come dovuto per legge) b) limitarsi ad avviare d’ufficio un’istruttoria finalizzata ad acquisire informazioni su dove, eventualmente, tali alberature (pini) siano state posizionate, senza aggiungere considerazioni personali di alcuna rilevanza amministrativa,

CONSIDERATO

– che nella Relazione Tecnica dell’agronomo Rocco SGHERZI è chiaramente scritto (pagina 12 di 17) che le precedenti potature effettuate sui pini, soprattutto (indichiamo noi) quelle del 2014 realizzate dalla Eco Sabina Appalti srl sul viale di Castelporziano (finite nella relazione prefettizia della Commissione di Accesso per i fatti di ‘mafia capitale’) sono state effettuate in maniera errata “con conseguenti squilibri ormonali e disordini nella successiva crescita”;

– che nella medesima Relazione Tecnica, dei 519 pini verificati 405 sono stati identificati, secondo la loro propensione al cedimento, di Classe C (rischio moderato) 77 di Classe C-D (rischio elevato) e 37 di Classe D (rischio estremo, da abbattere e sostituire), dunque nessuno di classe A (rischio trascurabile) e/o di classe B (rischio moderato);

– che gli attuali consiglieri municipali Marco BELMONTE (PD) e Alessandro IEVA (M5S) hanno ricoperto la carica di assessore all’Ambiente del Municipio Roma X nelle due precedenti consiliature a cavallo temporale del commissariamento per mafia del municipio medesimo e che pertanto sono informati dei fatti, rispettivamente dei lavori di potatura eseguiti nel 2014 e dei lavori stradali in questione (il 28 ottobre 2019 è stato stipulato il contratto tra l’Amministrazione e l’impresa Cardi Costruzioni Srl),

PRESO ATTO

– che, recentemente (inizio gennaio 2022), sono stati piantate 37 alberature (non pini, ma sughere e cerri) nell’area verde presso via Bersone all’Infernetto, una delle opere a scomputo degli oneri concessori che si dovevano realizzare dal 2001 nella convenzione Castelporziano Sud e che comprendeva (da parte del costruttore) la messa a dimora di alberature, mai avvenuta, tutto quanto sopra premesso, considerato e preso atto

SI CHIEDE CON URGENZA

di sapere se la ditta Cardi Costruzioni srl abbia rispettato quanto previsto da capitolato e se le alberature (sughere e cerri) dell’area verde presso via Bersone siano state impiantate in compensazione dei 37 pini del viale di Castelporziano violando le prescrizioni autorizzative del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale (nota QL/1396 del 9 gennaio 2020) che richiedevano esemplari della stessa specie (pini). Con riserva di agire nelle sedi giudiziarie preposte, a verifica di un danno erariale e di omissione di atti di ufficio, a difesa di un interesse pubblico.

(1) il viale di Castelporziano (in località Infernetto) risulta essere individuato come “Bene del Patrimonio Culturale” nella Tavola C-29 3 del P.T.P.R. (parte del ‘sistema dell’insediamento storico – viabilità e infrastrutture storiche, ex art.60, c.2, L.R. 38/99)

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OSTIA, SFRATTO CASE LAREX/ARMELLINI: “ABBIAMO SCHERZATO”

WhatsApp Image 2022-02-08 at 16.35.04Lo sfratto del fabbricato al civico n.15 di via Marino FASAN, uno dei quattro delle case Larex/Armellini, indicato per la data del 23 marzo 2022, non ci sarà. Lo dichiara l’assessore al Bilancio e Politiche Abitative del Municipio Roma X, Giuseppe SESA (PD), il consigliere municipale Mirella ARCAMONE (DemoS) e la rappresentante dell’Unione Inquilini. Il tutto emerge dalla Commissione II Politiche Sociali e Abitative del Municipio X dell’8 febbraio 2022 a neanche due settimane dalla precedente del 27 gennaio in cui il rappresentante degli inquilini delle case Larex/Armellini, aveva testualmente dichiarato davanti a tutti, compresi gli avvocati della Larex/Armellini, non ricevendo alcuna risposta:

Di concreto noi inquilini non sappiamo nulla. L’unica cosa che sappiamo è che un giorno abbiamo trovato appeso nell’androne delle scale l’eventualità di sgombero che poi è stata rimandata di mese in mese. L’ultima è di adesso, che accadrà il 23 marzo” (VIDEO)

Lo sfratto delle case Larex/Armellini è il risultato del combinato delle sentenze del TAR (che hanno visto soccombere Roma Capitale) e della delibera di giunta capitolina n.244 del 30 settembre 2021 con cui si approva il cronoprogramma degli sfratti delle 4 palazzine Larex a cominciare dal civico n.15.

avviso sfratto larex 2021L’iter è iniziato con l’avviso di sfratto del 9 giugno 2021 con il quale la Corte di Appello di Roma (Ufficio Esecuzioni) comunicava che lo sfratto avrebbe avuto luogo il 29 luglio 2021. Poi, la delibera del 30 settembre e rinvii su rinvii.
Nei giorni scorsi, come ha dichiarato anche la rappresentante sindacale, il nuovo avviso dell’ufficiale giudiziario con indicata la data del 23 marzo a cui è seguito l’interessamento della Prefettura e della Questura non informate di quanto sopra.

La soluzione proposta nella commissione municipale dell’8 febbraio è stata quella di ricorrere alla cancellazione della delibera 244, inserendo il problema Larex/Armellini in un contesto più ampio che riguarda tutta Nuova Ostia con l’acquisizione a patrimonio comunale dei 1042 appartamenti di Angela ARMELLINI (quelli della Larex sono di Alessandra ARMELLINI, entrambe figlie del costruttore Renato ARMELLINI).

Ci domandiamo però una cosa importante: chi sta pensando alla sicurezza dei cittadini bloccati da anni dentro case fatiscenti che cadono a pezzi e che, per incapacità della precedente amministrazione a guida M5S, ancora non sono state puntellate?
Sugli aspetti urbanistici e gli affari trasversali, che nel quadrante in questione comprendono l’Idroscalo, il porto di Ostia e la nuova arginatura del Tevere, attendiamo di parlarne all’arrivo dei fondi europei PNRR.

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OSTIA, A PROCESSO LE ‘RUSPE DELLA LEGALITÀ’ DI ALFONSO SABELLA

b059c7f7-c562-46fa-b69c-ce60bcd0b96aAlfonso SABELLA, il magistrato condannato dalla Corte dei Conti per le torture del G8 a Genova del 2001 (primo caso riconosciuto in Italia), ad Ostia non ha visto nulla durante i 4 mesi del suo mandato con delega delle funzioni di Presidente del Municipio Roma X. Non ha visto le malefatte di Andrea Tassone (condannato a 5 anni per ‘mafia capitale’), non ha visto le irregolarità sulle spiagge libere e tant’altro ancora. Neppure ha visto che le ‘ruspe della legalità’, imposte dal PD romano, che hanno abbattuto i chioschi di Castelporziano nel 2015, erano quelle della Malù Lavori srl di Luigi MARTELLA, oggi, dopo 7 anni, rinviato a giudizio (assieme a 9 funzionari del comune) perché imputato del reato di corruzione a seguito di una moltitudine di appalti pilotati.

Assieme a lui, anche l’imprenditore Alessio FERRARI. Entrambi erano soci (diretti e indiretti) in più società che tranquillamente partecipavano alle gare comunali e municipali, senza alcun controllo. 

In realtà l’intreccio delle società tra i due era ben più complesso. Su tutta Roma operava, secondo la Procura, un vero e proprio cartello di imprenditori che, mischiandosi nelle quote societarie di più imprese, non solo alteravano la regolarità delle procedure di gara a cui partecipavano (aggiudicandosele tutte) ma soprattutto organizzavano la corruzione negli uffici comunali e municipali. Fino a qui l’accusa, che andrà sostenuta in giudizio.

La gravità della questione è che in quegli anni (2010-2015) nessuno ha visto nulla né in fase di gara, né di aggiudicazione e tanto meno di pagamento finale. Un esempio. La demolizione dei chioschi di Castelporziano è costata più di 100mila euro ed è stata aggiudicata alla Malù Lavori Srl e poi pagata ad un’altra società (legata alla prima) con pubblicazione degli atti solo nel 2021.

Neppure alcuno ha sollevato la questione, tanto meno il magistrato antimafia Alfonso SABELLA, che Luigi MARTELLA e Alessio FERRARI erano anche soci della Siculiana Costruzioni srl il cui nome (Siculiana) ricorda ‘casualmente’ quello della cittadina siciliana patria dei Cuntrera e Caruana, famiglie mafiose che hanno ottenuto una posizione chiave nel traffico di stupefacenti e nel riciclaggio di denaro sporco, ribattezzate come i “Rothschild della Mafia” o i “banchieri di Cosa Nostra”.

Insomma, il distratto Alfonso SABELLA, definito ‘il cacciatore di mafiosi’ (con tanto di discutibile serie televisiva imposta dal PD romano) ad Ostia non ha visto quello che si doveva vedere

Per quanto riguarda la spiaggia di Castelporziano, ricordiamo brevemente i fatti.

A seguito della determinazione dirigenziale n. 2632 del 31 ottobre 2014 emessa da Roma Capitale, Municipio X, notificata il 19 novembre 2014 con la quale si ordinava la demolizione delle opere abusivamente realizzate, il 10 marzo 2015, con determinazione dirigenziale nr.462, l’ex direttore del municipio, Claudio SACCOTELLI, voluto ad Ostia da Tassone stanziò i soldi per la “demolizione delle superfetazioni e ampliamenti esterni realizzati abusivamente sull’arenile di Castel Porziano”. Tra questi, i chioschi 3, 4 e 5 di cui LabUr ampiamente scrisse al tempo.

Poco più di una settimana ed il 18 marzo arrivarono le dimissioni di Tassone travolto da ‘mafia capitale’ . Nel frattempo, venivano aggiudicati in via provvisoria sia i lavori di demolizione alla Malù Lavori srl (verbale di gara CO/41181 del 30 marzo) sia l’incarico di coordinatore della sicurezza a Susanna MAGI (nota CO/43124 del 9 aprile 2015) poi entrambi trasformati in definitivi il 10 aprile 2015 con determinazione dirigenziale nr.669.

Nella stessa data del 10 aprile veniva rimosso dall’incarico Claudio SACCOTELLI.

Consegnati i lavori con verbale di urgenza prot. CO/44729 del 14 aprile 2015 iniziarono le demolizioni, subito sospese il 15 aprile (verbale prot. CO/45912) per intervento del Consiglio di Stato. Furono riprese il 29 aprile (verbale prot. CO/50953) e nella stessa giornata (verbale prot. CO/50990) di nuovo sospese. Infine, vennero riprese il 24 giugno 2015 (verbale prot. CO/75608) e concluse.

Solo con la determinazione dirigenziale nr. 812 del 21 aprile 2017, dopo convalida del responsabile del procedimento, Nicola DE BERNARDINI (che il 2 gennaio era diventato direttore tecnico del municipio) venne autorizzato il pagamento dei lavori (circa 130.000 euro) ma non alla Malù Lavori srl bensì alla Alfa srl che, in data 26 gennaio 2017, aveva acquisito la Malù Lavori srl con tutti i rapporti giuridici di debito e di credito, contratti in essere. Titolare della Alfa srl, Alfredo FERRARI, stesso cognome di Alessio FERRARI socio di Luigi MARTELLA.

La Alfa srl aveva acquisito nella stessa data del 26 gennaio 2017 la Trevio srl di Alessio FERRARI e la Nicolò Lavori srl, i cui titolari effettivi erano Luigi MARTELLA e Alessio FERRARI. La Alfa srl parteciperà poi a una numerosa serie di gare in raggruppamento con la Edil Nic srl di Simona FERRARI e Nicolò MARTELLA. Nomi e cognomi che si inseguono senza che la pubblica amministrazione abbia mai preso una concreta posizione di cautelare attesa.

Ora il processo, che giudicherà Luigi MARTELLA ed Alessio FERRARI assieme ai funzionari comunali e municipali. Se vale per essi la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, altrettanto non si può dire della trasparenza amministrativa di Roma Capitale che solo in data 23 luglio 2021 ha pubblicato, in ottemperanza ai doveri di pubblicità degli atti relativi alle procedure per l’affidamento degli appalti pubblici, l’appalto in questione, non si capisce perché considerato tra quelli avviati nel 2021 quando è stato aggiudicato nel 2015.

Forse il meccanismo di vendere le aziende indagate è solo una casualità, come per il nome della Siculiana Costruzioni srl o per la ricorrenza dei cognomi MARTELLA e FERRARI in questo poco edificante intreccio di società. Resta il fatto che due società tra loro collegate non possono partecipare alla stessa gara e che, a partire da Alfonso SABELLA, nessuno ha controllato quello che anche un semplice cittadino può fare accedendo al Registro delle Imprese. Una totale mancanza di legalità amministrativa.

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NUOVA OSTIA: ANCHE LA LAREX IN MANO AGLI ARMELLINI

armellini renatoSul problema delle 4 palazzine della Larex Spa in via Marino Fasan, LabUr ha già scritto tutto dal 2009. E’ pertanto imbarazzante che ancora oggi, nella Commissione II Politiche Sociali e Abitative del Municipio X in data 27 gennaio 2022, si faccia per l’ennesima volta “il punto della situazione” continuando però a nascondere anche l’ultima novità e cioè che la Larex Spa appartiene interamente ad Alessandra ARMELLINI, sorella minore di Angela, quest’ultima proprietaria (tramite la Moreno Estate srl) praticamente di tutto il quartiere di Nuova Ostia (nato appunto come speculazione edilizia del costruttore, il padre, Renato ARMELLINI).

La Larex Spa è stata costituita il 30 ottobre 1990 e, con atto del 17 luglio 2019, è diventata proprietà 100% della Briseide srl che a sua volta è proprietà al 99% di Alessandra ARMELLINI e all’1% della Valle Giulia srl, che (attiva dal 6 agosto 2019) è al 100% di Alessandra ARMELLINI. Non è stato dunque un caso che, seppur non invitato, fosse presente in commissione l’avvocato Oreste BRAGA, direttore generale del gruppo Alessandra ARMELLINI, esperto nel “settore immobiliare” che affiancava l’avvocato Maria DI GIORGIO della Larex Spa.

Il 23 marzo 2022 gli inquilini del fabbricato di via Marino Fasan n. 15 dovranno andare via ma non si sa dove. Infatti, lo ricordiamo, il compendio immobiliare della Larex si compone di quattro fabbricati siti in via Marino Fasan ai civici 9, 15, 23 e 29 per un totale di n. 84 appartamenti, concessi in locazione a Roma Capitale e destinati ad alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP). Il contratto del 1° ottobre 2001 è stato dichiarato definitivamente cessato in data 31 maggio 2013 e, a partire dal 1 giugno 2013, il comune sta provvedendo a corrispondere alla Larex Spa l’indennità di occupazione del compendio, versando l’importo annuo di € 416.255,29 esente IVA.

Poiché non è possibile procedere all’immediato e contestuale rilascio di tutti e quattro i fabbricati, si inizierà a rendere libero e a riconsegnare prima il fabbricato di via Marino Fasan n. 15 per proseguire, uno per volta, con tutti gli altri. Dove? Non si sa.

Intanto la presenza del gruppo ARMELLINI al tavolo delle trattative lascia perplessi soprattutto se si considera che le forze politiche municipali sedute a quel tavolo sono le stesse che dal 2009 non hanno mai gestito la questione, ora nelle mani delle sentenze dei tribunali con il Prefetto di Roma a vigilare la situazione.

La grottesca soluzione a un problema creato dalla politica romana troppo morbida verso un costruttore che ha realizzato 60 anni fa case con pessimo materiale edilizio e che non sono mai state tenute in manutenzione, l’ha offerta prima il M5S con Virginia RAGGI e ora il nuovo assessore capitolino competente in materia, Tobia ZEVI (PD): il famoso ‘rent to buy’, cioè valorizzare le case ed acquistarle da parte del comune, lo stesso trattamento offerto agli altri 1.042 appartamenti (che cadono a pezzi), sempre a Nuova Ostia, della Moreno Estate srl di Angela ARMELLINI, sorella di Alessandra (proprietaria della Larex).

In pratica si tratta di un tavolo che, con la scusa di tutelare gli inquilini, da una parte mette in piedi una sanatoria edilizia per abitazioni che neanche avevano l’abitabilità per essere destinati ad alloggi popolari, dall’altra garantisce agli ARMELLINI di capitalizzare un vecchio e decrepito investimento immobiliare che non ha più alcun valore di mercato. Ne più ne meno di quanto accaduto con il Ponte Morandi di Genova, ricostruito a spese dello Stato che ha pure pagato i Benetton per acquisirne le quote in ASPI.

L’aspetto dunque non ha solo un carattere tipicamente di speculazione edilizia mascherata da fini sociali e abitativi, ma rappresenta l’ennesimo metodo di insabbiare oltre 10 anni di cattiva gestione amministrativa lasciando la delega del problema (creato dal comune) agli stessi che lo hanno generato. Per capire cosa hanno rappresentato a Ostia gli ARMELLINI, lasciamo al lettore un link a un’inchiesta di 8 anni fa,

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EUROSPIN INFERNETTO: PASSI CARRABILI SENZA AUTORIZZAZIONE MA IL SUPERMERCATO, DIFFIDATO, NON CHIUDE

WhatsApp Image 2022-01-25 at 13.10.24Il supermercato dell’Eurospin all’Infernetto, località “il Macchione”, di cui abbiamo già ampiamente parlato, è stato oggetto di un controllo da parte del Gruppo X Mare del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale. L’esito, racchiuso nei verbali 14180239226 e 14180239226 del 17 novembre 2021, è imbarazzante: non ci sono le autorizzazioni dei due passi carrabili siti in via Franchetti 53 e in via Cristoforo Colombo 1841.
Andrebbe dunque chiuso ma continua ad essere aperto dall’8 novembre 2021. Ha violato (e nessuno se ne è accorto) la documentazione presentata in Conferenza dei Servizi per ottenere le autorizzazioni. E’ stato LabUr ad aver segnalato (da mesi) la irregolarità, ma il Municipio Roma X non ha alcuna intenzione di intervenire.

Eppure il presidente, il direttore e l’assessore competente del Municipio X sono al corrente della questione ma dal 1° dicembre 2021 (data della seconda comunicazione dei vigili urbani) Mario Falconi, Carla Scarfagna e Antonio Caliendo si trincerano nel silenzio. Neppure il nuovo direttore tecnico, Mario Sica, dice qualcosa. Anche il Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive di Roma Capitale, con nota prot. QH20220001441 del 12 gennaio 2022 ha sollecitato il Municipio ad intervenire visto che il Dipartimento aveva diffidato il supermercato Eurospin ad aprire.

Il problema è urbanistico e non di natura commerciale ed è nato sotto la precedente amministrazione del M5S che vedeva come presidente, direttore e assessore competente Giuliana Di Pillo, Nicola De Bernardini (poi Giacomo Guastella) e Damiano Pichi, nonché l’onnipresente ‘faccendiere’ locale, Paolo Ferrara. Perché oggi l’amministrazione del PD asseconda le precedenti scelte?

La risposta è appunto nell’inquadramento urbanistico di questo centro commerciale che insiste all’interno del Toponimo 13.08 “Infernetto – via Lotti” adottato nel 2013 che ancora deve definire come recuperare gli standard urbanistici (parcheggi, servizi, verde) per un nucleo di edilizia ex-abusiva stimato intorno ai 2mila abitanti. E’ questo il modo di disegnare una città?

Il grande supermercato della Eurospin Lazio Spa (oltre 1.500 mq, più parcheggi e strutture di servizio) è aperto sulla complanare della via Cristoforo Colombo, unica uscita da via Ermanno Wolf Ferrari verso Roma per il quartiere Infernetto, un tratto di strada da sempre congestionato dal traffico e soggetto a rischio idraulico per la presenza dell’influente L del Canale Palocco. Il costo di realizzazione è stato di 2,5 milioni di euro.
La proprietà del terreno è della MDS Costruzioni srl di Angelo DI STASI, acquisito da Gianfranco BINDI. Solo dopo il fine lavori e l’attivazione della struttura commerciale è subentrata la Eurospin che deve rispettare tutti gli obblighi di legge, ma questo non sembra avvenire.

Il silenzio dei Comitati di Quartiere (da quello storico CdQ Infernetto agli ultimi arrivati nonché l’indifferenza dell’omonimo Consorzio di Recupero presieduto da Giancarlo Anelli) è un brutto segnale per lo sviluppo di un quartiere come quello senza servizi dell’Infernetto, dove i supermercati sono più delle scuole e dove l’impegno civico di facciata si concentra non su un interesse pubblico ma su come accaparrarsi favori politici tacendo di volta in volta.

 

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OSTIA, BANDO CONCESSIONI BALNEARI: VIOLAZIONE DEL M5S DEL SEGRETO PROFESSIONALE RICHIESTO DALL’AVVOCATURA

30685108-35ac-4208-a898-1beb314b37f8Le concessioni balneari di Ostia, in vista dell’adozione del Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA) di Roma Capitale, sono diventate un caso politico con tanto di passivo coinvolgimento dell’Avvocatura Capitolina, come di recente ben argomentato da Evoluzione Civica. Ciò che fa scalpore è che il parere dell’avvocatura espresso il 7 dicembre u.s. sulla revoca del bando per l’affidamento delle concessioni (voluta dalla nuova giunta PD del Municipio X) sia stato utilizzato dal M5S (sia dall’ex sindaco Raggi che dall’ex presidente del Municipio X, Di Pillo) seppure coperto da “segreto professionale” come richiesto dal Capo del II Settore dell’Avvocatura Capitolina, avvocato Guglielmo FRIGENTI. La violazione di accesso a tale nota è stata addirittura spavaldamente resa pubblica a mezzo stampa dal quotidiano La Notizia in data 20 gennaio 2022 e poi tramite comunicato stampa il 21 gennaio 2022.

La nota, di contenuto giuridico amministrativo, era indirizzata solo alla Direzione del Municipio (Carla SCARFAGNA) e per conoscenza al Presidente del Municipio (Mario FALCONI) ma evidentemente qualcuno l’ha fatta uscire e data in pasto alla politica per finalità collegate ai “rilevanti interessi economici sottesi alla gara” che entrambi gli schieramenti (PD e M5S) difendono. Sulla questione, non c’è stato da parte della politica alcun riferimento all’interesse pubblico. Ricordiamo che il Demanio Marittimo non è patrimonio di Roma Capitale ma dello Stato e che è in corso un accertamento dell’Agenzia del Demanio sulla sdemanializzazione di 400.000 mq del litorale di Ostia levante avvenuta nel 1938. Neppure la questione può riportarsi al contenzioso europeo sull’evidenza pubblica per l’affidamento delle concessioni demaniali tirando in ballo le recenti sentenze del Consiglio di Stato. La revoca è infatti un semplice atto amministrativo che rientra nella discrezionalità degli organi politici eletti.

Nel merito, la violazione del segreto professionale fatta dal M5S è ancor più grave perché si attribuiscono all’Avvocatura Capitolina conclusioni non veritiere, estratte dalla nota sopra citata, riportando in virgolettato solo quanto fa comodo al M5S. Questo ‘tirare per la giacchetta’ una struttura capitolina come l’avvocatura per propria propaganda politica non può essere consentito soprattutto se, come si legge a mezzo stampa, si confonde la questione amministrativa con quella della legalità, argomento del tutto estraneo alle motivazioni della revoca del bando. Il M5S ritiene che il PD stia favorendo la illegalità sul litorale romano? Faccia una denuncia alla Procura presso il Tribunale di Roma e non un pavido e confuso esposto alla Corte dei Conti, a cui già a suo tempo LabUr ha inviato tutta la documentazione per valutare il danno erariale conseguente a quell’illegittimo bando di affidamento giustamente annullato e firmato dall’ex direttore municipale Giacomo GUASTELLA.

E’ stata infatti proprio l’Avvocatura Capitolina, nella nota del 7 dicembre 2021, ad affermare che la discrezionalità (e la responsabilità) degli aspetti amministrativi che coinvolgono la gestione del demanio sono estranei “alla sfera di propria competenza” e che (riguardo alla revoca del bando) si rimetterà alla sentenza del 18 maggio 2022 con cui il TAR Lazio si esprimerà nel merito sui ricorsi presentati dagli attuali titolari delle concessioni balneari contro il bando suddetto.

Per quanto sopra, riteniamo a questo punto doveroso, a tutela dell’interesse pubblico, fare piena chiarezza sulla questione rendendo accessibile la nota dell’avvocatura nella sua interezza e presentando un esposto alle autorità competenti per violazione del segreto professionale compiuto dal M5S di Roma Capitale e del Municipio X.

 

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OSTIA, UNA DANNOSA DIFESA COSTIERA

IMG-20220118-WA0014ATTO STRAGIUDIZIALE DI INVITO E DIFFIDA

A: Regione Lazio – Direzione Regionale Lavori Pubblici

OGGETTO: invito e diffida a sospendere ogni attuale o futuro intervento ad Ostia levante a difesa della costa che modifichi la linea di costa e la spiaggia sommersa

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LabUr – Laboratorio di Urbanistica (www.labur.eu), portatore di un interesse diffuso e collettivo,

PREMESSO

  • che i danni denunciati dai concessionari balneari interessati, a seguito delle recenti mareggiate, hanno evidenziato tutte le criticità già espresse in altre sedi degli interventi in corso per la “riqualificazione del tratto del litorale di Ostia Levante, compreso tra lo stabilimento Pinetina e lo stabilimento Gambrinus, nel Comune di Roma, X Municipio Ostia”;
  • che la ‘riqualificazione’ in corso non sta ripristinando alcuna linea di costa storica di riferimento ma sta solo modificando la linea di costa attuale con effetti non prevedibili;
  • che i lavori in corso stanno alterando la spiaggia sommersa, annullando di fatto ogni studio precedente condotto per combattere il fenomeno dell’erosione (non delle mareggiate);
  • che tali modifiche contrastano con le indicazioni del Governo di istituire un tavolo tecnico, all’interno del contenzioso europeo sulle concessioni balneari, per definire con certezza la perimetrazione del demanio marittimo, delimitato proprio dalla linea di costa (a mare) e dalla dividente demaniale (a terra);
  • che per quanto riguarda il tratto di litorale interessato, l’individuazione della dividente demaniale è attualmente sottoposta a verifica amministrativa, sollecitata da LabUr, da parte dell’Agenzia del Demanio e demandata a Roma Capitale e alla Regione Lazio,

CONSIDERATO

  • che i lavori in corso non stanno garantendo la programmata ‘difesa della costa’;
  • che si stanno di conseguenza modificando anche le perimetrazioni delle singole concessioni balneari a scapito della imminente adozione del Piano di Utilizzazione degli Arenili di Roma Capitale;
  • che le profonde modifiche della spiaggia sommersa introdotte dai lavori in corso, dovute alla mancata presa in considerazione del ripristino di una linea di costa di riferimento, stanno creando effetti negativi anche su tratti del litorale romano più meridionali (p.es. lo stabilimento balneare Ra.Lo.Ce.),

VISTO

  • che la Regione Lazio non ha finora adottato alcun criterio scientifico per ripristinare una naturale linea di costa di riferimento ma ha solo programmato interventi di modifica della linea di costa,

per quanto sopra premesso, considerato e visto, 

si invita la Regione Lazio e in particolare la sua Direzione Regionale Lavori Pubblici a sospendere i lavori in corso prima delle imminenti e violente mareggiate stagionali, e la si diffida ad intervenire con la stessa metodologia invasiva laddove gli effetti delle lavorazioni in corso stanno causando nuovi danni, al fine di non propagare l’alterazione della spiaggia sommersa lungo tutto il litorale romano di levante

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INFERNETTO, VIALE DI CASTELPORZIANO: DIFFIDATO IL MUNICIPIO

7f1c4b44-234d-460b-b29a-64a210d82e93ATTO STRAGIUDIZIALE DI INVITO E DIFFIDA

Con riferimento alla seguente dichiarazione rilasciata a mezzo stampa dall’Assessore ai LL.PP. e Patrimonio del Municipio Roma X, Guglielmo CALCERANO, … il Regolamento del verde pubblico e privato approvato dall’Assemblea capitolina a giugno scorso impone il rispetto di nuovi criteri spaziali (ampiezza delle tazze, distanza dai palazzi e dal bordo stradale) incompatibili con la mera sostituzione degli alberi già in sede”, con chiaro riferimento anche al viale di Castelporziano all’Infernetto, come altrove confermato anche dall’Assessore municipale all’Ambiente, Valentina PRODON,

PREMESSO

  • che il comma 22 dell’articolo 19 del “Regolamento Capitolino del verde pubblico e privato e del paesaggio urbano di Roma Capitale” (1), così riporta: “Il ripristino di alberate esistenti e di alberate che rivestono importanza per il loro valore paesaggistico, naturalistico e culturale per la città è effettuato in ogni caso con nuovi individui arborei della stessa specie di quelli sostituiti, anche in deroga alle disposizioni del presente Regolamento”
  • che nell’Allegato 1 del citato Regolamento, nell’elenco delle principali normative di riferimento, è compreso il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (P.T.P.R.) della Regione Lazio
  • che il viale di Castelporziano (in località Infernetto) risulta essere individuato come “Bene del Patrimonio Culturale” nella Tavola C-29 del P.T.P.R. (parte del ‘sistema dell’insediamento storico – viabilità e infrastrutture storiche, ex art.60, c.2, L.R. 38/99)

VISTO

  • che alla data odierna non sono state ripristinate le 37 alberature (pini) rimosse a seguito dei lavori eseguiti sul viale di Castelporziano per il rifacimento del manto stradale

CONSIDERATO

  • che, oltre all’articolo del Regolamento citato, le dimensioni (larghezza 5 metri) del marciapiede lungo il viale di Castelporziano e le distanze delle abitazioni sono conformi anche a nuovi impianti di alberature di classe 1° e altezza superiore i 18 metri, in quanto il Regolamento prevede per tali alberature una distanza minima dal centro del tronco dal ciglio stradale di 120 cm e, per i pedoni, una superficie calpestabile larga almeno 150 cm, 

PRESO ATTO

  • che l’Assessore Guglielmo CALCERANO risulta essere portavoce per Roma di Europa Verde nonché avvocato con particolare competenza di diritto amministrativo, del lavoro e dell’ambiente,

tutto quanto sopra premesso, visto, considerato e preso atto, il sottoscritto

INVITA

Guglielmo CALCERANO a far ripristinare sul viale di Castelporziano le alberature rimosse per i lavori 

DIFFIDA

Guglielmo CALCERANO a far posizionare altrove le 37 alberature in sostituzione di quelle rimosse, neppure in parchi e giardini pubblici essendo prevalente il ripristino del valore paesaggistico, naturalistico e culturale del viale di Castelporziano sopra ogni altra destinazione

(1) Delibera di Assemblea Capitolina n.17 del 12 marzo 2021

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