Nella tragedia individuale e di una intera comunità storica, va in onda solo la miserevole tragedia demagogica della politica. Infatti, a peggiorare la situazione ci si è messa anche l’opposizione (che nel XIII Municipio significa solo PD).
Nel pomeriggio del 22 febbraio 2010, il giorno prima dell’illegittimo e (mezzo) fallito sgombero all’Idroscalo di Ostia da parte dell’amministrazione capitolina, si tenne una riunione tra il Sindaco Alemanno e il Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, durante la quale, secondo quanto sostiene il minisindaco, le demolizioni furono convenute anche con i cittadini. Nessun verbale di quella riunione è mai stato mostrato ed ormai la credibilità di certe affermazioni, dopo la latitanza del Comune di Roma negli ultimi 8 mesi, è a livelli di minimo storico.
Si apprende dalla stampa che nel corso dell’incontro, tenutosi il 27 ottobre, voluto ed ottenuto dalla Comunità Foce del Tevere, Vizzani ha incredibilmente ribadito che l’amministrazione “si è impegnata a dare la massima informazione”. Falso.
Doveva infatti esserci, come disse il Sindaco Alemanno, un tavolo di confronto permanente con i cittadini dell’Idroscalo. L’avvio degli incontri è avvenuto il 26 febbraio 2010, nell’aula consiliare del Municipio XIII. E’ seguito un solo altro incontro. Ma Vizzani ha sostenuto, durante la seduta di Commissione Patrimonio, Casa e Scuola, voluta dalla Comunità Foce del Tevere, che ci sono stati altri incontri, l’ultimo a luglio 2010. Di cosa si sia parlato non è dato saperlo, visto che i verbali non li ha neppure il Parroco dell’Idroscalo, Don Fabio Vallini, eletto a portavoce proprio del tavolo di concertazione.
Vizzani non ha fornito informazioni in merito, invitando i cittadini a prendersela con i rappresentanti di questo tavolo di concertazione che evidentemente non passerebbero le informazioni alla comunità.
Vale la pena raccontare come si è costituito il “tavolo di concertazione”: alla riunione del 26 febbraio erano presenti 15 cittadini, compreso Don Fabio. Secondo quanto dichiara lo stesso Vizzani: “L’unica istituzione che l’amministrazione riconosce è il tavolo di concertazione. Noi abbiamo chiesto 2 rappresentanti per ogni quadrante. Nel tavolo di concertazione fanno parte i rappresentanti di tutto il territorio dell’Idroscalo, quindi non solo quelli oggetto dell’intervento”.
Dunque, togliendo il Parroco Don Fabio (portavoce), l’Idroscalo sarebbe stato suddiviso in 7 quadranti ed esiste un’area “oggetto dell’intervento” (cioè di sgombero e demolizioni) e un’area che può stare più tranquilla (per adesso, visto che comunque Vizzani ha confermato che tutto l’Idroscalo deve scomparire). Vizzani smentisce così se stesso e da ragione a LabUr che ha sempre saputo che tutta l’area dell’Idroscalo è prevista esser sgomberata e demolita.
Sull’area dell’Idroscalo di Ostia infatti sono previsti 2 tipi di intervento se e quando l’area sarà dismessa dal Demanio: il primo del Comune di Roma, per fare dell’area da via dei Bastimenti alla foce un parco fluviale con edificio faro, la rimanente (fino a via delle Piroghe) destinata al raddoppio dei cantieri navali ed oggetto di iniziative private. Insomma lo stesso progetto della precedente amministrazione Veltroni.
E’ inqualificabile che l’amministrazione non dia informazioni ai cittadini, avendone l’obbligo, non solo legale ma morale, viste le promesse fatte. Ma ancor più grave è che sia proprio l’amministrazione a insinuare sospetti sulla lealtà dei rapporti fra i residenti dell’Idroscalo. L’amministrazione dimentica che alle 6:30 del mattino del 23 febbraio scorso Alemanno e Vizzani si sono presentati con un esercito di forze dell’ordine per demolire l’Idroscalo senza dare alcun preavviso, come disposto invece per Legge.
Nella tragedia individuale e di una intera comunità storica, va in onda solo la miserevole tragedia demagogica della politica. Infatti, a peggiorare la situazione ci si è messa anche l’opposizione (che nel XIII Municipio significa solo PD) che il 9 settembre dichiara a verbale, durante un consiglio straordinario, di volerne chiamare un altro sull’Idroscalo di Ostia. Ai residenti viene mostrato un documento fotocopiato di richiesta “interna” da parte del PD Municipio XIII, datato 9 settembre, ma curiosamente compare la firma del capogruppo Misto Antonio Ricci (Verdi) e le firme di Orneli, Bergamini, Spanò e del capogruppo del PD XIII Andrea Tassone. E’ lo stesso Tassone però ad affermare il 27 ottobre, che se il Presidente aennino Giacomo Vizzani risponde all’interrogazione popolare sul perché non si siano tenuti più i tavoli di concertazione, lui ritira la richiesta di Consiglio Straordinario, in contrasto con il suo partito. Infatti, Carlo Lucherini, segretario PD Provincia di Roma e consigliere regionale, ha presentato nei giorni scorsi in Regione Lazio un’interrogazione urgente a risposta scritta sulla mancata convocazione dei tavoli con i cittadini.
Sorgono spontanee alcune domande: Ma questa richiesta esiste o no ? C’è la volontà politica di affrontare i problemi, non solo di legittimità, su quanto è accaduto e accade, e che giustamente vengono sollevati dai residenti dell’Idroscalo di Ostia ? C’è la volontà politica di fare un percorso condiviso e trasparente da parte dell’amministrazione tutta con la Comunità dell’Idroscalo, ascoltandola e progettando con essa un futuro ? C’è davvero la volontà di essere rappresentanti del popolo o solo quella di essere rappresentanti dei poteri forti ?