Il disegno di legge intitolato “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”, in questi giorni all’attenzione del Parlamento, introduce un nuovo reato, quello di occupazione abusiva delle case (da 2 a 7 anni). Il reato sarà riconosciuto anche verso la Pubblica Amministrazione? Perché ad Ostia, nel più grande quartiere in Italia di edilizia residenziale pubblica (ERP, le “case popolari”), dove vivono più di 5.000 persone in una situazione di disagio economico, il più grande abusivo è proprio il Comune di Roma. Dal pignoramento esecutivo del 2017, nessun nuovo contratto è stato stipulato con la famiglia Armellini proprietaria delle 1.041 “case popolari”, a cui il Comune paga dal 2012 un’indennità di occupazione di oltre 4MLN di euro all’anno, mettendosi di fatto alla guida del racket delle case, inteso come monopolio intransigente e spietato.
Angiola Armellini, di fatto Sindaca di una città nella Capitale, specula sull’incapacità amministrativa di gestire il problema delle famiglie senzatetto, lasciando dal 1972 migliaia di persone dentro case di ricotta che cadono letteralmente a pezzi.
Se lo Stato è il primo abusivo, l’imprenditrice è la prima ipocrita: Angiola Armellini siede, tra l’altro, nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia dedicandosi al restauro di palazzi, ma non dei suoi, seguendo la “filosofia secondo cui sebbene il degrado sia contagioso, la bellezza lo è ancora di più”. La sua ipocrita filantropia arriva a finanziare programmi di Educazione Civica in tutte le scuole italiane, dimenticando che uno dei diritti umani fondamentali è il diritto all’abitare e il pagamento delle tasse, milioni di euro sembra mai versati.
Vediamo cosa è successo nelle “case di sabbia” a Nuova Ostia dal 2014, anno in cui Angiola Armellini è stata accusata di aver frodato il fisco per circa 2 miliardi di euro, perché come dice Kerry Kennedy, bisogna dire la verità al potere.
IL CASO
Di questo mostro urbanistico, in mano alle sorelle Armellini, dato in affitto al Comune di Roma per l’emergenza abitativa (ben 1.041 unità abitative), abbiamo ampiamente parlato negli ultimi 10 anni. Abbiamo anche rilevato l’insana volontà del Comune (affittuario dal 1972) di acquisire a patrimonio tali immobili, anche se dal 1998 ne contesta vizi di costruzione e pessima manutenzione. Non solo. Gli immobili che si affacciano sul lungomare insistono completamente nella fascia di inedificabilità prevista dall’articolo 55 del Codice della Navigazione e dunque sono di fatto abusivi.
I contenziosi tra gli Armellini e il Comune di Roma si protraggono da 50 anni e hanno arricchito le tasche di una delle più potenti famiglie di ‘palazzinari’ della Capitale, risultata, nell’affitto per emergenza abitativa di queste fatiscenti ‘case di sabbia’, sempre vincente fino addirittura allo sfregio del pignoramento a suo favore a danno delle casse del Comune di Roma.
Infatti con Deliberazione n. 15 dell’Assemblea Capitolina in data 17 gennaio 2023 è stata riconosciuta la legittimità del debito fuori bilancio a sanatoria del pagamento senza mandato di € 18.412.024,48 eseguito dalla Tesoreria Comunale a favore della Moreno Estate srl (società della galassia Armellini) a seguito di sentenza del Tribunale di Roma Sez. VI Civile n. 17487 del 14 settembre 2017, e successivo atto di pignoramento presso terzi n. 2018-021241 (Procedimento Esecutivo R.G.E. n. 6171/2018), “per il risarcimento del danno causato dal mancato rilascio, dall’1 gennaio 2013 al 14 settembre 2017, degli immobili di Ostia Lido, Lotti B/D/F/G/H/N/P per complessive n. 1.041 unità abitative e relative pertinenze, oltre n. 15 locali ad uso diverso, il cui contratto di locazione è stato disdetto”.
Tutto concluso, tutto chiarito? No, la brutta storia degli Armellini a Ostia va avanti ma, per capirla, occorre fissare alcuni passaggi.
LA STORIA DEL DEBITO
Nel 2001 il Comune di Roma ha stipulato un contratto per la locazione degli immobili Armellini (Lotti B/D/F/G/H/N/P, 1. 041 unità) più altri 15 locali ad uso diverso gestiti dalla Pelopia S.p.A. per conto della Goldstreak LTD, con decorrenza dal 1 gennaio 2001 e durata convenuta in anni 6+6, contratto nel quale è subentrata dal 1 gennaio 2002 la Eurolux Real Estate Company S.A. a seguito di atto di compravendita degli immobili dalla Goldstreak LTD. Infine gli immobili sono divenuti proprietà della Moreno Estate S.à.r.l. (trasformata nel 2014 in srl). Passaggi che comunque hanno conservato il tutto in mano agli Armellini.
Si arriva così, dopo diversi contenziosi, al 28 giugno 2012, quando il Giudice del Tribunale Ordinario di Roma dispone il rilascio degli immobili in questione alla data del 10 maggio 2013, a seguito di disdetta inviata il 17 ottobre 2011 dalla Moreno Estate S.à.r.l.
Nel frattempo, la Moreno Estate S.à.r.l. aveva comunicato la propria disponibilità alla stipula di un nuovo contratto di locazione al canone annuo di € 12.500.000 che invece il Comune riteneva da ridursi a €9.400.000 costringendo la Moreno Estate S.à.r.l. a formulare una nuova proposta di locazione al canone annuo di €11.500.000,00 oltre €300.000,00 annui per canone di manutenzione ordinaria degli immobili in questione.
Solo ad inizio 2014 interviene l’Ufficio Gestione Stime del Dipartimento Patrimonio che stima congruo un canone locativo di €6.698.000, poco più della metà di quello inizialmente proposto dalla Moreno Estate srl, che rinnova la disponibilità pur non condividendo tale stima.
Passano gli anni e nel 2017 arriva, munita di formula esecutiva, la suddetta condanna per Roma Capitale al risarcimento del danno per mancato rilascio degli immobili quantificato per il periodo 1 gennaio 2013 – 14 settembre 2017 in € 18.332.903,46 oltre interessi legali dalla data di pubblicazione della sentenza a quella di effettivo pagamento.
Con delibera 234 del 14 dicembre 2018 la Giunta Capitolina delibera infine di effettuare il prelevamento dal fondo di riserva ordinario di € 18.412.024,48, sbloccato poi solo nel 2023.
IL PROBLEMA
Ad oggi gli edifici sono ancora occupati, il nuovo contratto non c’è e gli immobili sono sempre più pericolanti e fatiscenti per assenza dei necessari interventi di ristrutturazione (che la Moreno Estate srl dice di non poter fare fino a quando gli immobili sono occupati). In sostanza si rischia un nuovo pignoramento di importo maggiore rispetto al precedente essendo trascorsi 7 anni dalla prima condanna che valutava un periodo di 4 anni.
I conti sono presto fatti. Dalla pagina del sito del Comune di Roma dedicata (e aggiornata al 9 gennaio 2024) risulta, nella tabella dei canoni relativi a immobili destinati a ERP, che il Comune di Roma (senza contratto) continua a pagare le “case di sabbia”, o di “ricotta che dir di voglia, degli Armellini sotto forma di indennità di occupazione per €3.729.963,91 ad uso abitativo e per €423.670,73 ad uso diverso, pari a €4.153.634.64 all’anno, dunque da settembre 2017 a settembre 2024, il Comune deve agli Armellini ben €29.075.442,48.
IL PARADOSSO
A seguito dell’ultimo avviso pubblico finalizzato all’acquisto dal libero mercato di unità immobiliari da destinare ad alloggi per le “case popolari” da parte di Roma Capitale, si è presentata come operatore proprio la Moreno Estate srl proponendo le stesse ‘case di sabbia’ di Nuova Ostia. Peccato che sia stata esclusa dal Dipartimento Patrimonio per non aver presentato la documentazione richiesta. Assurdo che dopo oltre 50 anni di affitto passivo il Comune di Roma non conosca la documentazione relativa agli immobili Armellini, mentre invece ritenga conforme la documentazione pervenuta da parte dei restanti operatori. In questo modo, l’indennità di occupazione continua.
Avremo modo nelle prossime settimane di approfondire altri aspetti di questa vergognosa vicenda che affonda le radici nella più grave lottizzazione urbanistica (abusiva) mai avvenuta all’interno del Comune di Roma.