INFERNETTO – URBANISTICA CREATIVA, DA SCUOLA A DISCARICA

is eco infLa vicenda del Centro di Raccolta differenziata dei rifiuti all’Infernetto, a ridosso di una delle aree verdi meglio conservate e della strada più importante del quartiere, è il simbolo della mancata programmazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale e della continua rincorsa emergenziale del problema dei rifiuti.
Con Determinazione Dirigenziale n.rep. QL/1716/2019 del 27/12/2019 il Dipartimento Tutela Ambientale – Direzione Rifiuti ha approvato il progetto per il Centro di Raccolta AMA S.p.A. in via E. Wolf Ferrari, rientrante nel “Piano operativo per la riduzione e la gestione dei materiali post-consumo di Roma Capitale” (2017-2021). Tra le aree scelte per la raccolta differenziata è inclusa anche l’area del Centro di Raccolta all’Infernetto, di proprietà di Roma Capitale, censita al catasto al Foglio 1151 particelle 2571p, 2572p, 4383p (3.500 mq). Il progetto ha ricevuto i pareri favorevoli (alcuni con lievi prescrizioni) di ben 12 uffici: 4 della Regione Lazio, 4 di Roma Capitale, 2 dell’ASL, più ARETI e il Ministero dei Beni Culturali. Tutto apposto? No.
Come si legge nella determinazione dirigenziale citata, nessun parere è stato espresso circa gli aspetti relativi alle emissioni in atmosfera connessi al ciclo dei rifiuti, la coerenza del progetto con quanto prescritto dal Regolamento Viario di Roma Capitale, gli aspetti riguardanti la gestione delle acque reflue, il rilascio del nulla osta acustico ambientale, gli aspetti riguardanti la gestione di eventuali rifiuti inerti prodotti nella realizzazione del centro e gli aspetti relativi alla tutela della vegetazione esistente. A leggerlo così, praticamente un disastro ambientale annunciato, proprio laddove doveva sorgere una scuola e servizi per il benessere della collettività. Tutto viene rimandato genericamente al rispetto della normativa vigente, dimenticando che in Italia i controlli non funzionano.

Nella determina si critica chiaramente la posizione non baricentrica rispetto all’utenza servita del Centro di Raccolta. Nonostante ciò si è deciso di proseguire per mere motivazioni propagandistico-elettorali. Grave infine il parere urbanistico di Roma Capitale: si può sacrificare la destinazione d’uso dell’area (scuola materna, servizi assistenziali) perché sono “tipologie descrittive e non prescrittive”. Quindi, quando nel 1992 (30 anni fa) si decise di rendere vivibile l’Infernetto (sorto abusivamente) prevedendo scuole e servizi per il quartiere, si stava scherzando evidentemente. Le destinazioni urbanistiche delle aree trattate come carne da porco per i consensi del momento e gli affari di pochi. Nell’area in questione (che ha ricevuto i soldi presi dalle tasche dei cittadini con la finalità di costruire scuole e servizi, mai realizzati) sorgerà un bel centro per poter gestire il problema della raccolta dei rifiuti da parte del Comune di Roma. Comune che mentre sottrae aree destinate a scuola, in nome dell’economia circolare come mera declamazione da parata, nel Municipio X potenzia il tritovagliatore, pianifica di realizzare un biodigestore e di costruire un termovalorizzatore in nome di un’eterna emergenza causata dalle stesse amministrazioni. Nel mentre continua ad usare illecitamente un’area demaniale sul Lungomare per il trasbordo dei rifiuti da parte dei privati (LINK). Una visione schizofrenica della gestione della ‘monnezza’ in cui l’unica ‘economia’ che viene favorita è quella privata. Le diseconomie invece le paga il pubblico, cioè i cittadini, beffati due volte.

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