Un nuovo attacco all’Idroscalo, inatteso, questa volta sotto la giunta M5S. Un irresponsabile Piano Speditivo di Protezione Civile approvato dal Comune di Roma riconosce di fatto un rischio idraulico inesistente. Da qui, la nostra diffida inviata alle autorità preposte. Segnaliamo che questo avviene mentre:
– Paolo Cafaggi, ex-direttore tecnico del Municipio X (commissariato per mafia) è stato integrato dentro l’unità di scopo “Studio e ricerca per la definizione di modelli e strumenti a supporto della pianificazione degli interventi di protezione civile” pur avendo diversi procedimenti penali in corso (Ordinanza del Sindaco n.100 del 11/11/2016)
– Diego Porta, che coordinò il parziale sgombero dell’Idroscalo il 23 febbraio 2010, non solo risulta direttore ‘ad interim’ della Protezione Civile comunale ma gli è anche stato conferito l’incarico di Comandante Generale del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale al Dirigente di Polizia Locale (Ordinanza del Sindaco n.101 del 11/11/2016)
– la Regione Lazio sta chiedendo il ritiro del provvedimento (Decreto 42/15) con cui classificava i territori a rischio idrogeologico
– il Porto di Ostia continua indisturbato a non avere (da 15 anni) un proprio Collegio di Vigilanza che dovrebbe imporgli le opere idrauliche a difesa dell’Idroscalo, considerato che proprio la realizzazione del porto ha compromesso la sicurezza dell’abitato alla foce del Tevere.
In attesa di risposte alla nostra diffida inviata congiuntamente con la Comunità Foce del Tevere, riportiamo anche l’esposto/denuncia che a suo tempo LabUr inoltrò nei confronti di Alemanno)
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DIFFIDA
(inviata a: Comune di Roma, Municipio X, Corpo Polizia Locale, Protezione Civile, Collegio Vigilanza PRU Ostia Ponente, Regione Lazio, Autorità di Bacino fiume Tevere)
Con riferimento alla delibera di Giunta Capitolina n.89 del 18 novembre 2016, con la quale il Comune di Roma ha approvato il Piano Speditivo di Protezione Civile per la zona denominata “Idroscalo di Ostia”, si valuta irresponsabile lo scenario di pericolosità e di rischio ivi descritto sulla base dei punti di seguito indicati e ben noti alle Autorità preposte alla redazione del piano medesimo:
1) opere di difesa idraulica mancanti a monte dell’Idroscalo (p.es. il partitore di Capo due Rami)
2) opere di attraversamento del fiume inadeguate ed in corso di nuova progettazione (p.es. Ponte della Scafa)
3) presenza non regolamentata dei natanti presso i cantieri navali lungo la sponda in sinistra idraulica del fiume Tevere
4) opere di difesa idraulica non realizzate dal concessionario del Porto di Roma ad Ostia, così come previsto da ben due Accordi di Programma (realizzazione e ampliamento del porto)
5) assenza di un aggiornato profilo batimetrico del Tevere e di un regolare dragaggio del suo alveo
6) assenza di verifica tecnica delle conclusioni riportate nel piano stesso, comprese le attività di eventuale evacuazione descritte
Poiché in tanti anni di partecipata discussione sul territorio riguardo al problema di messa in sicurezza dell’area dell’Idroscalo di Ostia, compromessa dalla realizzazione del Porto di Roma (in totale assenza, da oltre 15 anni, del previsto Collegio di Vigilanza), è grave che non si sia provveduto ad informare, come previsto per Legge, la popolazione ivi residente. Per altro, poichè ciò avviene a seguito della totale inerzia amministrativa sino ad oggi dimostrata, si diffida il Comune di Roma e tutte le Autorità che hanno partecipato alla redazione del Piano Speditivo a rendere operativo il piano medesimo, in quanto si deve PRIMA riaprire un tavolo tecnico inclusivo delle problematiche sopra accennate. Infine, l’attuale Piano Speditivo è del tutto inadeguato e non garantisce un’effettiva tutela della pubblica e privata incolumità, configurandosi, per altro, il reato
di procurato allarme (art.658 c.p.).
Ricordiamo, a titolo meramente esemplificativo, che prevedere una fascia AA alla foce del Tevere per assicurare “la massima officiosità idraulica possibile ai fini della salvaguardia della città” è affermazione priva di senso in presenza di quanto sopra elencato.
In fede,
dr.Ing. Andrea Schiavone (presidente LabUr)
Sig.ra Franca Vannini (portavoce Comunità Foce del Tevere)