XIII Municipio, 22 Luglio 2009 – Un Mondiale di Nuoto, quello della gare in acque aperte tenutosi ad Ostia, senza un pontile di partenza, senza la presenza del pubblico e senza bandiere italiane sventolanti. Un’immagine raffazzonata di qualcosa che poteva essere un evento ma che si sta dimostrando essere, ogni giorno, sempre di più, la continuazione delle scelleratezze compiute al Polo Natatorio di Lungomare Caio Duilio. Dopo la mareggiata che ha distrutto un pontile di partenza mal costruito e mai collaudato, sono passati 4 giorni e che cosa si è realizzato in sostituzione, associandolo all’imbuto di arrivo ? 4 boe, 2 gialle e 2 rosse, e uno striscione legato a due dei pochi pali di fondazione superstiti.
Tutto regolarissimo, visto che le partenze devono essere esclusivamente dall’acqua e che l’arrivo deve essere segnalato con boe galleggianti in modo da costituire un imbuto, con in fondo un traguardo fisso da toccare, facilmente individuabile (muro o tabellone), situato in acqua della misura minima di mt. 3x 1.50 posizionato ad un massimo di cm. 50 sopra il pelo dell’acqua. Ma allora perché non lo si è fatto subito ? Si sarebbero risparmiati 70.000 euro. Analogo discorso per il sistema di cronometraggio, ieri fortemente improvvisato (altri 30.000 euro buttati durante la mareggiata per una gravissima negligenza da parte dell’organizzazione). Lo stesso dicasi per il pubblico. Inizialmente doveva esserci una tribuna ad esso dedicata, poi è scomparsa, poi si è detto che ci sarebbe stato l’ingresso a pagamento, infine ieri non era pronto nulla.
Un nastro bianco/rosso delimitava il tratto di spiaggia prospiciente le tribune destinate solo ai team e alla stampa, il pubblico se voleva poteva assistere dalle spiagge confinanti. Il risultato è che non c’era nessuno, solo i bagnanti incuriositi e neppure tanti. Molti non sapevano neppure che gare fossero. Abbiamo visto una sola bandiera italiana, tenuta da un bambino seduto a terra tutto il tempo, deluso di non poter sostenere la sua squadra nazionale. All’arrivo dell’australiana Gorman e del tedesco Lurz ad applaudire erano solo i componenti dei rispettivi team. Senza parlare delle boe di segnalazione del campo di gara ‘incerottate’ all’ultimo minuto per coprire gli sponsor, del divieto di balneazione esteso oltre i limiti imposti dalla Capitaneria di Porto (prendevano ben 6 stabilimenti su ogni lato, invece che 3), della ‘secca’ successiva alla mareggiata che aveva invaso parte del campo di gara o del palinsesto della RAI che ieri portava orari sbagliati delle partenze (ma il Comitato Organizzatore cosa ci sta a fare ?).
Tutto questo mentre sorge il dubbio che la piscina del Polo Natatorio di Ostia non sia ‘esattamente’ lunga 50 metri, come dovrebbe essere da omologazione FIN. In altre parole, tutti sapevano che il mare di Ostia non è certo il più idoneo per le gare in acque aperte ma con un minimo di organizzazione si poteva fare qualcosa di eccezionale per rilanciare il litorale romano. Ed invece scegliere Ostia è servito solamente per poter giustificare l’edificazione di un Polo Natatorio, futuro Centro Federale FIN, primo tassello di una serie di pesantissime costruzioni su tutto il Lungomare. Come ci ha promesso lo stesso Presidente del XIII Municipio, Vizzani, prima contrario al Polo, oggi invece forte sostenitore di quest’opera. Saranno stati i poteri del futuro decentramento amministrativo a convincerlo del contrario ?
LabUr XIII
Il Presidente
dr. Ing. Andrea Schiavone