OSTIA, SPIAGGE: IL TAR BOCCIA IL ‘PIZZO’ SULLE CONCESSIONI

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250313_140729_0000Le spiagge di Ostia, di Castel Porziano e di Capocotta non sono patrimonio del Comune di Roma per fare cassa. Così si è espresso di nuovo il TAR Lazio che oggi ha sospeso il bando di gara, in scadenza il 17 marzo, per l’affidamento di 31 concessioni demaniali marittime.

La Giunta Capitolina, senza alcun appoggio normativo a riguardo, aveva previsto una corresponsione all’Amministrazione di un importo aggiuntivo rispetto al canone e determinato in base al fatturato degli stabilimenti. Un vero e proprio ‘pizzo di Stato’.

La sentenza è un altolà al Sindaco Roberto Gualtieri e all’Assessore al Patrimonio Tobia Zevi, troppo dediti agli show piuttosto che a risolvere i problemi.

A meno di 60 giorni dall’inizio della stagione balneare tornano sulle spiagge i vecchi concessionari, ma rimangono le macerie dovute alle mareggiate (si veda il Kursaal) o all’abbandono (si veda La Casetta).

Quando la giustizia amministrativa è costretta a correggere ripetutamente la Pubblica Amministrazione il significato è uno solo: la gestione del territorio è allo sbando e non solo da un punto di vista amministrativo, ma soprattutto urbanistico.

Mentre viene bocciato il bando sulle spiagge, il Comune di Roma continua ad opporsi alle sentenze con costi esorbitanti per le casse capitoline e finge di ignorare la questione della dividente demaniale che definisce il limite del demanio marittimo e cioè quali aree debbano realmente essere considerate ‘spiagge’ oppure no.

Tutto è rimandato al 14 ottobre per la decisione finale nelle aule di Tribunale e nel merito si entrerà anche per le deliberazioni della Giunta capitolina n. 136/2024 del 26.4.2024, recante “indirizzi e criteri generali per la valorizzazione economica, sociale e paesaggistico-ambientale del Litorale di Roma”, e n. 44/2025 dell’11.2.2025, recante “integrazione” a detta delib. n. 136/24.

Un pasticcio così non si era davvero mai visto.

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