Il 10 ottobre scorso si è tenuta una incredibile commissione municipale congiunta LL. PP. e Politiche Sociali e Abitative – dunque successivamente al nostro articolo del 18 settembre [1] – relativa ad alcune problematiche in alcune palazzine ERP in via Baffigo a Nuova Ostia di proprietà della Moreno Estate, popolarmente chiamate “case Armellini” o “case di ricotta”. La commissione è disponibile sul canale youtube del Municipio X e dura esattamente solo min. 15.01, poi si interrompe inspiegabilmente la registrazione, ma sufficienti per sentire lo scontro tra una impreparata e inadeguata Presidente della Commissione Politiche Abitative, Mirella Arcamone, e l’Avvocato Alba Torrese della Moreno Estate. Spocchiosamente, dopo 3 anni, la Arcamone insiste a non studiare il dossier di uno degli scandali più grandi d’Italia sotto molti profili.
Alba Torrese è da sempre l’Avvocato di Angiola Armellini. Le cronache raccontano ad esempio quando nel 1994, un anno dopo la morte di Renato Armellini, il suo studio fu lo scenario di uno scontro fisico fra Angiola, sorella maggiore, e Francesca, una delle altre due sorelle. Durante la Commissione l’Avv. Torrese ricorda alla Arcamone che le case ERP di Nuova Ostia non sono di Angiola Armellini, ma dalla Moreno Estate srl, di cui l’Armellini è solo un socio.
La Arcamone dovrebbe infatti conoscere che Angiola Armellini nel 2014, è finita nei pasticci sia per questioni tributarie (accusata di aver occultato al fisco due miliardi di euro) ma anche penali (accusata di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale). La vicenda si è conclusa nel 2017 mediante un accordo con l’Agenzia delle Entrate e il pagamento di 36 milioni e 127 mila euro, rispetto ai 39 milioni chiesti, più altri 10 milioni al Campidoglio per tasse evase (IMU, ICI). A seguito del pagamento, il l procedimento penale ha visto il decreto di archiviazione n.986/17 del Tribunale di Roma.
A creare i problemi nel 2013 alla Armellini, erano stati soprattutto i 1.042 locali di Nuova Ostia (note anche come “case di sabbia”), affittati al Comune di Roma per l’emergenza abitativa dalla Moreno Estate srl, avente per socio unico l’allora Grand Baie S.A. (costituita il 10 luglio 1997, con sede in Lussemburgo e capitale detenuto dalla Daedalus Overseas Inc. con sede a Panama e dalla Acca-Mba con sede nelle Isole Vergini britanniche, tutti paradisi fiscali).
Allarmata dalle indagini che erano partite nel 2012, la Armellini trasferì a Roma la sede della Grand Baie S.A., trasformata in Grand Baie srl, il 18 dicembre 2013, data dalla quale Angiola Armellini è divenuta socio unico per calmare le indagini, invece poi proseguite. Non era la prima volta, perché tra il 2008 e il 2009 aveva approfittato di ben 10 scudi fiscali al fine di far rientrare in Italia le società detenute all’estero, intestandole ad un trust.
Solo il 28 luglio 2020, subentra come socio unico della Moreno Estate srl la Società per Amministrazioni Fiduciarie SPAFID [2]. Con tale azione, la fiduciaria di Mediobanca, diventa di fatto gestore dei beni patrimoniali della Armellini che quindi diventa amministratore occulto. Infatti, dalle visure camerali, risultano amministratori della Grand Baie srl, Daniela Olivieri (2015), Luisella Palmieri (2017) e Dario Veronese (2023), mentre amministratori della Moreno Estate srl sono Daniela Olivieri (2014) e Luisella Palmieri (2017).
Sono esattamente gli stessi nomi che si ritrovano nella recentissima sentenza del Tribunale Ordinario di Roma – Sezione Sedicesima Civile (sentenza n. 9596/2023 pubbl. il 15/06/2023, RG n. 24463/2018), sezione specializzata in materia di impresa che la Arcamone non ha mai letto altrimenti saprebbe che Daniela Olivieri è stata amministratore unico della società Immobildieci srl (una delle tante della galassia di società della famiglia Armellini) dal 2014 al 2017, poi sostituita da Luisella Palmieri e che la gestione effettiva della società era rimasta in capo alla Armellini, la quale
operava quale amministratore. Dunque, prima con vestizione estera delle società, poi con il posizionamento delle c.d. “teste di legno” nella carica di amministratore unico, Angiola Armellini non ha mai inteso figurare in maniera trasparente nella gestione delle società che affitta i locali al Comune di Roma. Solo per un breve periodo (quello delle indagini) è risultata socio unico della Grand Baie srl (non amministratore), per poi affidare il tutto alla SPAFID, fiduciaria appunto di Mediobanca, che ha assunto l’impegno di amministrare i beni per conto della Armellini.
Questo ruolo di imprenditore occulto non è disciplinato in nessuna norma del Codice Civile, non svolge pubblicamente e in modo palese la sua attività, non è iscritto al Registro delle imprese e non soggiace all’obbligo di rispettare gli obblighi di pubblicità e trasparenza previsti dalla legge per gli imprenditori. Questa totale assenza di trasparenza può generare una serie di complicazioni legali, soprattutto in caso di controversie con terzi, come nell’attuale contenzioso in essere da 10 anni con il Comune di Roma.
Come è possibile che nessuno ponga questo problema, in primis proprio la Arcamone?
Ma non è tutto.
In Commissione l’Avv. Alba Torrese, di fronte alla minaccia di fare un intervento in danno nelle palazzine di Via Baffigo, inorridita (e lo siamo anche noi che da 10 anni ci occupiamo della vicenda) ricorda quello che da anni scriviamo e diciamo in ogni consesso, anche istituzionale e in cui era presente la Arcamone [3], la quale da 3 anni “ingenera confusione”, noi aggiungiamo anche illusioni dolose: “Esiste una sentenza passata in giudicato che ORDINA lo sgombero degli immobili di proprietà della Moreno Estate srl. Gli immobili NON sono in uso al Comune di Roma che li OCCUPA ABUSIVAMENTE. Si tratta di atto illecito che produce danno ingiusto e che costituisce reato perché il Comune di Roma sta occupando da 10 anni immobili privati nell’ambito dei quali non ha nessun diritto, facoltà o potere di eseguire i lavori, meno che mai lavori in danno. Ogni accesso di ditte in quei immobili costituisce INVASIONE di edifici privati. Tutti, dalla Arcamone, all’Assessore al Patrimonio Comunale e Municipale, Tobia Zevi e Giuseppe Sesa, ma soprattutto al Direttore del Dipartimento Patrimonio del Comune di Roma, Alberto Festa, conoscono (o dovrebbero conoscere) perfettamente la situazione vista l’enormità di diffide che gli sono state inviate e notificate così come le sentenze passate in giudicato”.
Troviamo gravissimo tutto quanto continua ad accadere sulla vicenda delle case ERP della Moreno Estate srl a Nuova Ostia, dove lo ricordiamo, vivono 5.000 persone, in case spesso fatiscenti e pericolanti e su cui pendono sentenze di sgombero anche per la precarietà in cui versano gli immobili.
Angiola Armellini, di fatto Sindaca di una città nella Capitale, specula sull’incapacità amministrativa di gestire il problema delle famiglie senzatetto, lasciando dal 1972 migliaia di persone dentro ‘case di ricotta’ che cadono letteralmente a pezzi e su cui l’Amministrazione Capitolina da 3 anni parla di rent-to-buy.
Da una parte abbiamo uno Stato (il Comune di Roma) che è il primo abusivo, che fa il forte con i deboli e il debole con i forti in un momento in cui si sono inasprite le pene per le occupazioni, che finge di non sapere quali siano i suoi obblighi e doveri illudendo i cittadini e comportandosi come un’ipocrita. Dall’altra un’im-prenditrice altrettanto ipocrita, Angiola Armellini, che siede, tra l’altro, nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia dedicandosi al restauro di palazzi, ma non dei suoi, seguendo la “filosofia secondo cui sebbene il degrado sia contagioso, la bellezza lo è ancora di più”.
Peccato che allo Stato spettino doveri comportamentali superiori.
[1] https://www.labur.eu/public/blog/2024/09/18/ostia-erp-armellini-dopo-il-pignoramento-di-18mln-a-danno-del-comune-pagati-altri-29mln/
[2]
SPAFID ha il ruolo di amministratore di grandi patrimoni di famiglie e di aziende quotate a controllo familiare, come gli Armellini
[3] https://www.labur.eu/public/blog/2020/01/26/2141/