Domani, 11 luglio 2023, andrà in onda in Campidoglio un messinscena targata PD sulle vicende di Castelporziano.
Crediamo sia giusto ricordare alcune taciute verità portate alla luce da LabUr negli ultimi tre anni, confermateci dalla Capitaneria di porto.
DANNO ERARIALE DEL COMUNE
Dal 2001 il Comune di Roma non paga allo Stato la concessione demaniale prevista nella convenzione del 1965 con la Presidenza della Repubblica.
ABBAGLIO DELLA PROCURA
I chioschi, non ricadendo sul demanio marittimo, non potevano essere sequestrati.
ESCLUSIONE DAL PUA
La Regione Lazio, non avendo alcuna competenza su Castelporziano, deve escluderlo dal Piano di Utilizzazione degli Arenili, sia regionale sia comunale.
LabUr è in possesso di tutta la documentazione comprovante quanto sopra, compresa la perimetrazione del vigente demanio marittimo a Castelporziano, inviataci il 5 luglio 2023 dalla Capitaneria di porto di Roma (CPRM Reg.Uff. 0018404). Emerge chiaramente che i chioschi non insistevano su demanio marittimo, motivo per cui deve decadere la contestazione del reato (ex art 1161 Cod.Nav.) alla base del sequestro.
Precisiamo, inoltre, che ad oggi, su quelle spiagge è stato speso quasi un milione di euro, ma il risultato, sotto gli occhi di tutti, è disastroso.
Naturalemente, dopo aver ascoltato la seduta straordinaria dell’Assemblea Capitolina di domani, ci riserviamo di dettagliare la situazione.
Infine, una nota di colore. Pochi giorni prima del sequestro dei chioschi, il consigliere comunale Giovanni ZANNOLA negava qualunque ipotesi di sequestro. Ora, lo stesso fine osservatore, afferma che i chioschi riapriranno.
C’è di che preoccuparsi.