La sedicente pista ciclabile sul lungomare di Ostia, costata 3 milioni di euro sottraendo fondi al mercato dell’Appagliatore e alla manutenzione stradale ordinaria, affronta senza vergogna l’ennesimo scandalo sotto la regia M5S e PD. Causa dei problemi al traffico veicolare (bus, disabili, parcheggi, scarico merci, mezzi di soccorso), soggetta d allagamenti quando piove, senza alcuna manutenzione (15 mila euro all’anno), è stata addrittura inserita tra le opere finanziabili con i fondi europei.
LA NORMATIVA
Il PNRR raggruppa i progetti di investimento in 16 Componenti, a loro volta riuniti in 6 Missioni, tra cui risulta la missione nr.4 “Istruzione e ricerca” che comprende la misura M2C2- 4.1 “Rafforzamento mobilità ciclistica“. Si tratta di 600 milioni di euro per la realizzazione di due diversi sub-investimenti: a) “Ciclovie urbane” nelle città che ospitano le principali università, da collegare a nodi ferroviari o metropolitani; b) “Ciclovie turistiche” in altre zone d’Italia.
La valutazione dei progetti presentati dai Comuni è del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT) che con Decreto n.509 del 15.12.2021 ha riservato al Comune di Roma 51 km di piste ciclabili, per una somma pari a 13.615.495,00 euro.
IL COMUNE DI ROMA
Con nota prot. QG 3702 del 04.02.2022 il Dipartimento Mobilità e Trasporti ha inviato al Ministero la manifestazione di interesse per l’accesso alle risorse elaborando un elenco di piste ciclabili e sostenendo che esse rispettano le disposizioni del Decreto 509/2021, nello specifico l’articolo 3 (Spese ammissibili – Tempistica) che al comma 2 richiede un collegamento, per mezzo di pista ciclabile, tra la sede o più sedi delle università presenti sul territorio con uno o più nodi ferroviari metropolitani a servizio del medesimo territorio. Tra queste, compaiono 2,73 km per prolungare la sedicente pista ciclabile del lungomare fino a quella fatiscente lungo via della Villa di Plinio.
Il passaggio finale, è stata la delibera di Giunta Capitolina n.74 dell’8 marzo 2023 con cui si è approvato il tutto. Avremo così (sempre se si farà) altri 800mila euro buttati via per una cosa inutile, ma soprattutto illegittima come vedremo.
Per meglio intendere la questione, il riferimento è l’elaborato di maggio 2019 del Comune di Roma dove risulta, al codice C2-64 la prevista pista ciclabile sul lungomare Toscanelli (poi rovinosamente realizzata) e il codice C2-51, la dorsale Colombo che dalla intersezione con la via Laurentina (località Montagnola, prima dell’EUR) dovrebbe condurre ad Ostia i ciclisti. Nello stesso elaborato si nota la rete attuale, tra cui la fatiscente pista ciclabile su strada lungo la via della Villa di Plinio (in pineta, tratto dal Canale dei Pescatori alla Colombo).
LE ILLEGITTIMITA’
Tale approvazione capitolina deve passare, per competenza, al vaglio del MIT che però con Decreto n.598 del 28.12.2018 (a seguito di ricorso gerarchico presentato da LabUr) aveva definito illegittima la realizzazione della sedicente pista ciclabile sul lungomare di Ostia da parte del Municipio X (progettista, Nicola DE BERNARDINI), annullando di fatto la sua esistenza. Questa non è l’unica illegittimità. Infatti la proposta di unire la pista del lungomare con quella in pineta (facendo credere che sia l’unica soluzione per raggiungere in bicicletta dalla stazione di Castelfusano della Roma-Lido la sede universitaria di Roma Tre ad Ostia presso l’ex Hotel Enalc) è non veritiera in quanto già oggi esiste un percorso di appena 4 minuti lungo le attuali strade (circa 1 km). Se proprio si volevano buttare via i soldi, si poteva ricorrere alle corsie ciclabili: un po’ di vernice sull’asfalto delle seguenti strade ed il gioco era fatto con poche migliaia di euro (non 800mila):
– STAZ.CASTELFUSANO – UNIVERSITA’
Via della Stazione di Castelfusano, via dell’Aquilone, via Ugolino Vivaldi, via Gaspare Balbi, via Leopoldo Ori
– UNIVERSITA’ – STAZ.CASTELFUSANO
Via Leopoldo Ori, via Gaspare Balbi, via Ugolino Vivaldi, Lungomare Lutazio Catulo, via della Stazione di Castel Fusano
Invieremo pertanto un esposto al MIT e agli uffici europei perchè questa spesa inutile ed illegittima non rappresenti l’ennesima dimostrazione di incapacità e malaffare dell’amministrazione capitolina.