Tanta propaganda, zero fatti, anche con l’Amministrazione GUALTIERI. “Dobbiamo provare a rendere più dinamico il processo di acquisizione e alienazione degli immobili“, così l’Assessore al Patrimonio e Politiche Abitative del Comune di Roma, Tobia ZEVI, il 5 gennaio scorso.
A luglio 2022, LabUr aveva sollevato il caso delle Casette Pater di Acilia, il complesso di circa 300 lotti con abitazioni voluto da Mussolini negli anni ’40 presso i Monti di S.Paolo, lasciato in completo abbandono e ormai preda delle occupazioni abusive. L’Organo di Revisione, che controlla il bilancio capitolino, aveva rilevato infatti che il Comune non ha mai rispettato il piano di vendite (definito da decenni) secondo quanto previsto per legge. Un danno patrimoniale segnalato da LabUr anche al Municipio Roma X che dal 1951 avrebbe dovuto adempiere a tutti gli interventi di carattere tecnico attinenti alla gestione delle c.d. Casette Pater. Più di 60 anni di colpevole assenza di qualunque manutenzione ordinaria e straordinaria da parte del Comune e gestionale da parte del Municipio.
Per questa ragione LabUr aveva chiesto di verificare con la massima urgenza la completezza di tutti gli atti amministrativi necessari all’ alienazione delle “Casette” di Acilia agli aventi diritto che avevano già manifestato interesse all’acquisto.
L’INCONTRO CON IL DIPARTIMENTO
Solo il 2 dicembre 2022, dopo 5 mesi, c’è stato un incontro presso il Dipartimento con il Presidente della Commissione Patrimonio e Politiche abitative, Yuri TROMBETTI, alla presenza anche del Comitato “Casette Pater Acilia”.
LO STORICO
Da circa 30 anni, i cittadini a cui sono arrivate le lettere del Comune di Roma con un prezzo di vendita, per una ragione o per l’altra, non sono mai riusciti a concludere l’operazione di compravendita presso il notaio. Il cd “comprensorio Casette Pater Acilia” era stato infatti messo in vendita dal Comune di Roma come terreno perché le casette erano state realizzate nel 1936, senza fondamenta e in paglia, e dovevano durare 10 anni in attesa di un ricollocamento delle famiglie. Ad oggi quelle casette, dove il Comune non si è mai preoccupato di fare manutenzione, se stanno in piedi è perché chi ci sta dentro ha fatto manutenzione, realizzato gli impianti, portato i bagni all’interno delle case. Di fatto sono inabitabili.
Poi, negli ultimi anni, il Comune ha deciso di vendere non più i terreni, ma gli immobili. Dall’operazione di alienazione sono però rimasti fuori circa 70/80 lotti di coloro che non sono riusciti a vendere per tutta una serie di problematiche. Nel frattempo, su quel comprensorio, è accaduto di tutto, compresi abusi condonati dal Comune di Roma che hanno leso i diritti di chi attendeva di procedere all’acquisto del terreno lasciando inalterato il vecchio immobile.
LA MANCATA ALIENAZIONE
Da 10 anni le Casette Pater risultano in vendita nel DUP del Comune di Roma, ma il Dipartimento non riesce a risolvere due problematiche: la prima è il frazionamento, la seconda una serie di abusi edilizi (che però non sono mai stati certificati dagli enti competenti) che hanno condizionato la finalizzazione della vendita da parte del Comune di Roma. Il prezzo nel frattempo è risultato fuori mercato. Inoltre, tra i compratori ci sono diverse persone che avevano diritto, secondo la vecchia delibera del 1990, ma lo hanno perso nel corso degli anni.I l Comune ammette di non aver mai operato alcuna manutenzione perché considerava le ‘Case del Duce’ provvisorie e dunque andavano obbligatoriamente demolite essendo case in paglia e senza fondamenta.
Quindi gli inquilini potevano comprare, ma avevano l’obbligo della demolizione prima della ricostruzione. Le persone che in questi anni sono riuscite a farlo hanno ricostruito addirittura con premi di cubatura e abusi, mai certificati, che hanno addirittura danneggiato i confinanti in attesa di acquisto, che oltre al danno hanno subito la beffa di vedere i loro immobili, considerati inagibili, occupati dagli abusivi. Nonostante i solleciti dei notai, la compravendita non è andata avanti a causa del mancato frazionamento da parte del Comune.
IL DANNO ERARIALE
LabUr – Laboratorio di Urbanistica, il 1° luglio 2022, ha inviato un’istanza di verifica amministrativa con carattere di urgenza per la predisposizione delle deliberazione di Assemblea Capitolina per l’alienazione delle “Casette Pater Acilia” così come previsto dal DUP 2022 – 2024 (codice 1.a.LA.0105.19) non essendo stato rispettato il relativo piano di alienazione secondo quanto previsto ex art. 58 comma 1, L.n. 1112/2008. Durante la riunione, il Dipartimento il 2 dicembre ha ribadito che il Comune di Roma ha dei terreni da vendere su cui insistono delle pertinenze, le c.d. “casette”, che possono essere demolite e ricostruite. Il problema è che il Comune non vende a prescindere da cosa venda, terreno o casa che sia. Gli assegnatari dei terreni e i loro eredi sono ben individuati, essendo stati anche censiti, e ci sono delibere su delibere che sanciscono i loro diritti all’acquisto, ma il Comune non vende danneggiando di fatto un bene patrimoniale per mancata manutenzione.
Ancora oggi, incredibilmente, l’Amministrazione Capitolina non sa se “Casette Pater” siano da considerarsi ERP oppure Patrimonio, aspetto amministrativamente derimente. Se sono ERP i beni sono andati in tutti questi decenni in deperimento per mancata manutenzione da parte del Comune, se sono Patrimonio il Comune sta di fatto tardando a vendere creando un danno erariale, cosa per altro ribadita anche dall’ OREF (Organo di Revisione Economico-Finanziario) e dalla Procura di Roma.
L’ABUSIVISMO
Secondo quanto riferito in riunione dal Dipartimento sarebbero addirittura da considerarsi misti: ERP per quanto riguarda le “casette”, per tutto il resto Patrimonio disponibile, con il piccolo particolare che il Comune non ha mai operato alcuna manutenzione e addirittura ha posto in morosità chi si è sostituito a lui nella manutenzione ordinaria e straordinaria, dai tetti all’installazione dei termosifoni.
A causa del mancato frazionamento da parte del Comune sono stati compiuti degli abusi nel corso degli anni da parte di alcune persone che hanno comprato su invito del Comune, ma che hanno inglobato, con il permesso del Comune, porzioni di terreno assegnate ad altri che così hanno perso la possibilità di demolire e ricostruire le loro “casette” per insufficienza di metratura.
Dunque gli ultimi 70/80 aventi diritto non riescono a chiudere la questione della compravendita con il Comune di Roma.
CONCLUSIONI
Cambiano le Amministrazioni, ma i problemi no. Anzi si aggravano. Già ai tempi del Sindaco MARINO naufragò la proposta di delibera preparata dagli uffici con cui si delineavano le modalità e il prezzo di vendita, essendo la delibera del 1990 non più applicabile. Cadde la Giunta davanti al notaio, chissà se lo stesso che sollecitava il Comune al frazionamento delle Casette Pater.
Questo lassismo colpevole ha prodotto negli anni distorsioni senza fine. Nel 2006, ad esempio, a seguito di una lettera del Comune di Roma, coloro che hanno aderito all’offerta di vendita del lotto a 45 euro al mq avevano un certo indice di edificabilità che oggi però non esiste più.
I continui cambiamenti che vengono operati dal Comune hanno di fatto pregiudicato gli aventi diritto.
Il problema non è amministrativo, ma di volontà politica. Nulla si è più saputo circa la riunione del 5 dicembre scorso tra il Direttore del Dipartimento Patrimonio e Politiche Abitative, il Presidente TROMBETTI e l’Assessore ZEVI, così come di tutte le altre promesse, ma il Comune ha continuato a mettere a bilancio la vendita di queste “casette”. Evidentemente il Comune di Roma, a guida GUALTIERI, ha deciso di risolvere la questione per estinzione dei partecipanti.