INFERNETTO, LOMBRICHI E LUMACHE SULL’ESSELUNGA

IMG-20220511-WA0034Come LabUr, possiamo vantarci di aver bloccato 10 anni fa lo scellerato progetto del centro commerciale Esselunga all’Infernetto in zona a rischio idraulico, un progetto talmente invasivo che necessitava, per raggiungerlo, di un complesso reticolo viario composto da sottopassi e rotatorie nel terreno a destra della via Cristoforo Colombo procedendo verso Ostia, dopo l’incrocio con via Canale della Lingua (dietro la stazione di servizio IP), confinante con l’area espositiva “Priolo Store”.

Di recente se n’è tornato a parlare con conseguenti smentite da parte del Municipio Roma X. Nel frattempo però sul Esselungaterreno di 16 ettari sopra citato, visibile da chiunque, è sorta una enorme discarica di sfalci e potature, sono stati realizzati sedicenti ‘orti urbani’ (espressione impropria visto che l’area non è di proprietà del Comune e sono regolamentati per legge) e si è organizzata la vendita al dettaglio di uova fresche, fave, ortaggi e pollame. Il terreno risulta essere intestato a C.M., un signore di Ceccano (FR) che da poco ha compiuto 99 anni (classe 1923).

Le attività lì svolte sono invece condotte dall’Azienda Agricola Castel Fusano, regolarmente iscritta dal 2020 alla Camera del Commercio e con sede legale in via del Canale della Lingua 130, intestata a Leonardo PATRIZI, figlio di Claudio famoso fotografo di Casal Palocco.
Da notare che l’azienda ha come attività prevalente quella dell’allevamento di ‘lombrichi e lumache’ nonché di coltivazione di foraggio ed erba medica, non avendo più la qualifica di coltivatore diretto. Invece ci sono galline, pecore e capre.

A livello urbanistico è molto strano che un’area inserita dal 2002 nei famigerati “Patti territoriali di Ostia” voluti dalla Regione Lazio sia stata rilasciata libera: ciò vorrebbe dire che la proposta 9D/1 della Lazio Consulting srl (cioè la realizzazione del megastore Esselunga) è stata del tutto dichiarata ‘non ammissibile’. L’Assessore municipale alle Attività Produttive, Antonio CALIENDO (PD), e il Presidente della Commissione Urbanistica, Marco BELMONTE (PD), non hanno risposte in merito. Neppure l’Assessore all’Ambiente, Valentina PRODON (PD), reputa anomalo l’insediamento dell’Azienda Agricola Castel Fusano in quell’area, a ridosso della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano.

Resta il fatto che il Codice ATECO in possesso dell’azienda (cod. 1.49.9) esclude l’allevamento di pollame così come anche la vendita sfusa di uova che è regolamentata da altra normativa, particolarmente stringente a seguito del recente focolaio di aviaria a Roma. Lo stesso dicasi per la discarica del verde, che ha un triste precedente a Casal Palocco riconducibile a Sesto CORVINI, l’imprenditore ucciso nel 2013 con un colpo di pistola in bocca.

Insomma da un megacentro commerciale, tra rotatorie, svincoli e sottopassi, si è passati al contadino fai da te, all’orto di guerra, nel totale disinteresse della pubblica amministrazione e forse in completa assenza di controlli.

 

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