LabUr ha avviato nei confronti dell’Agenzia del Demanio un percorso chiarificatore per definire il patrimonio disponibile in località Idroscalo di Ostia, in grado di essere valorizzato economicamente ai sensi dell’articolo 3-bis del D.L. n. 351 del 2001 che consente di dare in concessione o di locare a privati, a titolo oneroso, beni immobili di proprietà dello Stato ai fini della riqualificazione e riconversione tramite interventi di recupero, restauro, ristrutturazione, anche con l’introduzione di nuove destinazioni d’uso finalizzate allo svolgimento di attività economiche o attività di servizio per i cittadini.
Da 12 anni LabUr combatte contro gli interessi speculativi esistenti in quell’area che nel 2010 hanno portato allo sgombero e demolizione parziale dell’abitato spontaneo, avvenuto in un contesto governato dagli affari più o meno leciti del Porto di Roma ad Ostia e fiancheggiato da iniziative locali. Ricordiamo, p.es., il progetto di “Riqualificazione Idroscalo foce fiume Tevere (2002)” per conto del Consorzio Nuovo Idroscalo (valore 10MLN di euro) e il progetto di “Ampliamento e ristrutturazione dei cantieri navali Canados (2007-2010)” per conto delle Società Cantieri Navali s.r.l., Canados International s.r.l. e Canados Work s.r.l. (valore 36,267MLN di euro).
Un punto deve rimanere fermo: l’area dell’Idroscalo di Ostia è dello Stato, non è di Roma Capitale e tanto meno è proprietà degli abitanti (molti dei quali neppure residenti ma che pretendono diritti gestionali). È un bene dello Stato e dunque di tutti gli italiani. E’ ora che all’Idroscalo la politica deponga le armi e azzeri i rapporti con loschi figuri tramite i quali ha tentato di impossessarsi solo del consenso elettorale degli abitanti attraverso propaganda becera e menzogne, che colpiscono solo i fragili che in quell’area vivono per ragioni di emergenza abitativa. Se per loro l’abusivismo di necessità è un tema che deve inderogabilmente essere affrontato con il dovuto rispetto e cura sulla base di un piano sociale e urbanistico ambizioso, per i restanti abitanti si deve parlare di meri interessi privatistici e speculativi. Per questa ragione LabUr ha avviato un censimento degli atti di provenienza e dei diritti demaniali delle aree per restituirle a un interesse collettivo e diffuso che vada oltre il miope problema di politica abitativa, finora utilizzato a proprio vantaggio dalla politica romana.
L’area dell’Idroscalo di Ostia deve essere prima di tutto considerata sulla base del Decreto Interministeriale di sdemanializzazione n. 976 del 16/05/1957, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n.193 del 03/08/1957, del Ministro per la Difesa-Aeronautica
di concerto con il Ministro per le Finanze, mediante il quale l’area, già appartenente al Pubblico Demanio Aeronautico, fu trasferita al Patrimonio dello Stato. In più, l’area deve essere inquadrata all’interno del federalismo demaniale e del contenzioso economico esistente tra l’Agenzia del Demanio e gli abitanti che insistono, con le loro case, su particelle ancora risultanti al catasto come “fabbricati urbani da accertare”. Per ultimo, deve essere vagliata la concessione dell’area rilasciata ai cantieri navali della Canados (codice compendio RMB0886, parte dell’ex Idroscalo di Ostia “Carlo Del Prete”).
Senza tale presupposto, che non è solo un inquadramento urbanistico ma soprattutto particellare e patrimoniale, non si avrà mai una soluzione sia per gli abitanti sia per l’intera collettività.
Per tali motivi LabUr ha promosso presso l’Agenzia del Demanio, mediante un processo di Rigenerazione Urbana, l’utilizzo degli immobili pubblici nell’area dell’Idroscalo di Ostia, al fine di attivare un processo di trasformazione e valorizzazione di quel territorio, creando opportunità di investimento, di crescita e occupazione all’interno di un inquadramento urbanistico particolareggiato. Solo con l’impiego di strumenti di partnership pubblico-privato è infatti possibile individuare nuove destinazioni d’uso per tali immobili in tempi brevi e certi, attivando un dialogo costante con il territorio e con il contesto sociale ed economico nel quale tali beni sono inseriti e di cui LabUr può farsi portatore di un interesse collettivo.
Senza il coinvolgimento dei cittadini, delle istituzioni e degli operatori privati, nei percorsi di rigenerazione urbana collegati al riuso degli immobili pubblici, sia di proprietà dello Stato che di altri Enti territoriali, è infatti impossibile raggiungere importanti obiettivi.
Grazie al supporto degli studi eseguiti da parte di una famosa università olandese, che restano per il momento confinati all’interno della proposta di LabUr e non divulgabili, siamo certi che a breve la difficile questione della rigenerazione dell’area dell’Idroscalo di Ostia sarà risolta, anche sulla base del parere favorevole dell’Autorità di Bacino espresso a riguardo alcuni fa (insediamento misto).
Il sogno degli abitanti storici dell’Idroscalo di Ostia di edificare nell’area un proprio ‘borghetto’, nel rispetto della normativa vigente e del diritto demaniale, nonché per conservare il concetto di comunità storica, è possibile ma non favorendo interessi localistici e particolari.
Di tutto questo si è oggi discusso con il Presidente del Municipio Roma X, direttamente coinvolto nella questione, che ha manifestato la volontà di valutare un percorso con LabUr per produrre, a titolo gratuito, una dettagliata relazione tecnica riguardante la situazione demaniale dell’Idroscalo di Ostia.