SKATE PARK A NUOVA OSTIA, IL COLLAUDO È L’ENNESIMA IRREGOLARITA’

IMG-20211117-WA0010Dopo le vicende giudiziarie del Polo Natatorio del 2009, Ostia non merita l’ennesimo scandalo su un impianto sportivo. Quasi 200.000 euro sono stati sviati nella realizzazione del nuovo skate park. I nuovi documenti acquisiti da LabUr saranno inviati all’autorità anticorruzione e alla FIRS per evitare che l’impianto (di dubbia regolarità patrimoniale) possa essere inserito in qualche proposta di candidatura dell’Italia come paese organizzatore di eventi internazionali.

E’ stato il C.E.V. (Consorzio Edili Veneti Soc.Coop., impresa esecutrice la Pegaso srl di Grottaferrata) ad aggiudicarsi la gara della “Manutenzione straordinaria e riqualificazione urbana dell’area delimitata da Via della Martinica, Via Nostra Signora di Bonaria all’Idroscalo, con installazione di nuovi arredi urbani e allestimento area con attrezzature sportive e Skate” con un ribasso del 31,823%. La somma totale a disposizione della amministrazione era di 630.000 euro, con un importo a base d’asta di 420.000 euro. L’offerta della CEV fu di 286.343,4 euro pari a un importo contrattuale di 407.000 euro, con una economia di ribasso d’asta di 163.000 euro) (d.d. 1311 del 3 luglio 2019).

Sembrano numeri buttati a caso ma proprio su questi si è giocato nel condurre i lavori per la realizzazione dello skatepark a Nuova Ostia.

Marco FAZZARI, del Municipio Roma X, ha ricoperto il ruolo di responsabile di procedimento e di direttore dei lavori (d.d. 2639 del 18 dicembre 2018) ed è lui che ha firmato il conto finale riconosciuto alla C.E.V. e riportato nel certificato di regolare esecuzione dei lavori. Per i contratti di lavori di importo inferiore a 1 milione di euro è sempre facoltà della stazione appaltante (cioè il Municipio X in questo caso) sostituire il certificato di collaudo con il certificato di regolare esecuzione, che viene emesso dal direttore dei lavori e confermato dal responsabile del procedimento (cioè sempre Marco FAZZARI). Fino a qui, nulla di irregolare.

I lavori sono stati consegnati all’impresa il 18 settembre 2019 e dovevano durare 200 giorni naturali e consecutivi, ma sono stati interrotti per Covid-19 il 12 marzo 2020 (ripresi solo in parte il 18 maggio per problemi di allaccio da parte delle società di pubblici servizi) e ripresi in modo regolare il 14 aprile 2021 per concludersi il 23 aprile. Il certificato di regolare esecuzione è stato firmato il 12 maggio, ma già il 17 dicembre 2020 (durante il fermo per Covid-19) alla impresa era già stato pagato (prima del fine lavori), grazie alla d.d. 2976, l’intero importo poi risultante cinque mesi dopo nel conto finale: 334.000 euro (286.000 di lavori, 18.000 per oneri di sicurezza e 30.000 di lavori in economia).

Non risultano dunque i 163.000 euro aggiuntivi, prima salvati in economia, poi stanziati con affidamento diretto il 28 dicembre 2020 (d.d. 3065) sempre a favore della C.E.V. per la recinzione dell’area, che sarebbe stata “opera non prevista nel contratto originale”. In realtà è un falso perché il progetto esecutivo andato in gara comprendeva (Elaborato 9, “Computo Metrico Estimativo ed Elenco Prezzi Unitari”, voce n.46) la “Fornitura e messa in opera di recinzione di produzione industriale, tipo Acumina” per un importo di 47mila euro. Era dunque sbagliato il progetto o si sono introdotte illegittime opere di rifinitura generale?
Perché non compaiano nel conto finale questi soldi, è presto detto.

Proprio in quel periodo si era appreso che l’impresa vincitrice, la C.E.V. Consorzio Edili Veneti Soc.Coop., che aveva delegato i lavori alla Pegaso Srl, non possedeva sufficiente esperienza nella costruzione di skate park. Per questa ragione furono assunti “in staff” lo spagnolo Sergi Arenas e lo slovacco Milos Ogurcak, che a loro volta avevano coinvolto in differenti fasi anche manodopera italiana come Matteo Storelli, Simone Verona e Giovanni Grazzani. Eppure l’impresa aveva dichiarato “di aver svolto in precedenza (ed in particolare nell’ultimo triennio 2016-2017-2018) lavori analoghi a quelli della presente gara con particolare riguardo alla realizzazione di impianti sportivi per sport rotellistici“.

Ed è proprio in quel periodo (di dichiarato fermo Covid dell’impresa) che LabUr segnalò che qualcosa non tornava, così come Il Messaggero accuse subito smorzate da continui video della sindaca Virginia Raggi che garantiva che il cantiere procedeva regolarmente (ma non era fermo per Covid?). Oggi dai documenti ufficiali mancano invece quei 163.000 euro.

Siamo certi che il neo Presidente del Municipio X, Mario Falconi, che è andato il 25 luglio con il Sindaco Gualtieri in campagna elettorale allo skatepark non usi questo modello “esportabile” per gli appalti, qualunque finalità essi abbiano.

 

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