A un mese dall’inizio della stagione balneare, la capitale d’Italia brancola nel buio. Il Municipio Roma X rischia di generare sulle spiagge romane il più grave danno erariale mai visto, pur avendo totale autonomia per l’esercizio di tutte le funzioni in materia di demanio marittimo per effetto delle deleghe statali, del decentramento amministrativo e della recente legge regionale 1/2020. Per tale motivo si è presentato un dettagliato esposto alla procura contabile e alle autorità di vigilanza.
Tutto ha origine da un provvedimento del nuovo direttore del municipio, Giacomo GUASTELLA, un semplice dirigente comunale insediatosi a novembre 2020 e proveniente da Velletri, che ha annullato a dicembre la legge 145/2018 con cui lo Stato ha previsto gli strumenti necessari per garantire la redditività degli arenili in combinato con la legge 77/2020. La conseguenza è che ad oggi 3,5 km del litorale romano risultano ancora senza concessione, corrispondenti ai 37 stabilimenti balneari di cui si è dichiarata la scadenza al 31 dicembe 2020 e a cui non si è applicata l’estensione fino al 2033 come indicato nella 145/2018.
Una scelta, discutibile, che potrebbe apparire giustificata dalla discrezionalità amministrativa in potere al Municipio Roma X. In realtà così non è perché in contemporanea il municipio sta applicando alle imprese balneari quanto previsto dalla legge n.126 del 13.10.2020, vale a dire la sanatoria di tutti i contenziosi generatisi negli anni precedenti per via degli errati canoni demaniali richiesti agli stabilimenti. Dunque un motivo di nullità del provvedimento di avvenuta scadenza, visto che la 126/2020, applicata da Giacomo GUASTELLA, riconferma la 145/2018, addirittura estendendo la durata al 2033 anche delle concessioni fluviali e lacuali.
Per tali motivi, LabUr ha documentato questa grave situazione sottoponendola alle autorità competenti con espressa urgenza di tutelare l’interesse pubblico in termini di redditività e valorizzazione del demanio marittimo.