Arrivano le condanne per i danni erariali e la conferma che Libera e UISP non avevano ragione sulle spiagge libere, nonostante alcuni media compiacenti. Nessuno, tranne LabUr, ha visto niente in 16 anni, nemmeno Alfonso Sabella.
Con sentenza n°5292019 la Corte dei Conti ha dichiarato la contumacia di Aldo Papalini e condannato a titolo di colpa grave, a risarcire 100mila euro, Paolo Cafaggi (per il 45%), Aldo Papalini (per il 45%) e Stefano Nuti (per il restante 10%) a seguito della denuncia di LabUr-Laboratorio di Urbanistica per i danni derivanti dalla gestione dei servizi per la balneazione in spiagge libere attrezzate del Municipio X di Roma Capitale, che aveva ottenuto per la medesima denuncia sull’irregolarità di affidamento una sentenza anche da parte dell’ANAC, l’Associazione Nazionale Anti Corruzione.
La sentenza ripercorre l’affidamento dei servizi connessi alla balneazione nelle 8 spiagge libere di Ostia, partendo dal 1999. Fino al 2007 l’Amministrazione aveva provveduto ad affidare i servizi di pulizia delle spiagge e dei servizi per la balneazione senza adottare atti formali, limitandosi a riscuotere un canone per un chiosco e l’indennizzo per gli altri servizi (noleggio sedie, ombrelloni ecc.). Nel 2012 approva una procedura aperta per la gestione degli arenili sempre senza previsione di canone che verrà annullata, su segnalazione di LabUr, in autotutela per vizi procedurali. Il successivo bando però è pieno di illegittimità, come sempre da LabUr segnalato e confermato dall’ANAC, e perciò è stato annullato con comunicazione agli affidatari di provvedimenti di recupero delle somme dovute, provvedimenti mai eseguiti.
La Procura ha calcolato il danno erariale maturato tra il 2007 e il 2015 quantificandolo in 341.184,83 euro, di cui 87.272,34 a titolo di canoni non riscossi e 253.912,49 a titolo di indennità di occupazione non riscossa per violazione della deliberazione di Giunta della Regione Lazio n°2816 del 1999.
Fermo restando che le spiagge libere non potevano essere oggetto di concessione, l’assegnazione dei servizi accessori alla spiaggia poteva essere effettuata in convenzione dal Municipio X, che aveva ricevuto il passaggio di competenze con la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n°18 del 18/19 aprile 2011, solo secondo criteri di efficienza ed economicità. Questo è un punto fondamentale perché il nuova PUA, così come presentato martedì 14 gennaio 2019 in aula Massimo Di Somma, alla luce delle modifiche richieste dalla sola maggioranza del M5S, non paiono andare in questa direzione soprattutto sulle spiagge libere. La proficua utilizzazione del bene demaniale è previsto per altro anche dal codice della navigazione (Art. 37). Chioschi e similari devono inoltre avere caratteristica di temporaneità ed essere di facile rimozione a fine stagione, cosa mai avvenuta per decenni. In pratica le spiagge libere si comportavano come spiagge in concessione. E nemmeno è valsa la tesi di alcuni convenuti secondo cui il corrispettivo al Comune era barattato con servizi come la pulizia della spiaggia e il servizio di sicurezza e salvataggio perché c’era una evidente sproporzione tra questi servizi e gli introiti che potevano derivare dallo sfruttamento economico di arenili e chiosco. Da qui il danno erariale.
LE CONDANNE PER COLPA GRAVE
Al Dirigente Biazzo (Resp. dell’Uff. Demanio Marittimo del Comune di Roma dal 1° gennaio 2007 al 4 marzo 2010, sotto Veltroni) avrebbbe dovuto essere imputato il 35% del danno per gli anni che vanno dal 2007 al 2009 per un valore di 146.098,85. Ma gli inviti a dedurre sono stati notificati tra settembre e novembre 2017, per cui i danni perseguibili sono stati valutati a partire dal 2012, cioè entro i 5 anni risalenti l’invito a dedurre, per cui Biazzo esce di scena per prescrizione.
Al Dirigente Aldo Papalini (Dir. UOAL del Municipio X) per gli anni 2009 e 2010 e dal 1° gennaio 2012 al 14 luglio 2013 l’importo di 101.098,968.
Al Dirigente Paolo Cafaggi (Dir. UOAL del Municipio X) dal 17 luglio 2013 all’11 gennaio 2015) per 130.372,6569.
A Stefano Nuti (responsabile del procedimento dell’UOAL) dal 2 agosto 2011 all’8 febbraio 2016, per 19.088,2785.
Per loro vengono esclusi dal calcolo i danni dal 2007 al 2012 sempre per ragioni di prescrizione.
La colpa grave risiede nella volontà di non ottemperare alle disposizioni legislative, nell’ignorare i citati criteri di economicità e nel non rispondere agli obblighi di fare, alla diligenza, all’azione nel pubblico interesse, nell’ignorare le norme, nel non vigilare sulle assegnazioni e nel tradimento del principio del buon andamento della gestione amministrativa.
LA STORIA
Per diversi anni (dal 2007 al 2015) alcuni tratti di spiaggia del Litorale di Ostia vengono assegnati a diversi soggetti gratuitamente; dal 2011 la gestione di questi tratti di Litorale passa al Municipio X. La gratuità dunque è un comportamento illegittimo perché la legge regionale prevedeva l’affidamento dei servizi con valutazione della “convenienza economica”. Le spiagge sono state occupate come se fossero in concessione mentre dovevano essere spiagge attrezzate, quindi con ombrelloni e altre attrezzature ritirate ogni giorno e con i manufatti smontati a fine stagione. Nessun atto preparatorio c’è mai stato per valutare il valore dei servizi svolti. Nessun atto istruttorio dei dirigenti è stato stilato per verificare l’eventuale costo di pulizia degli arenili e del servizio di salvamento e dunque il loro valore economico. Neppure quello degli altri servizi svolti dai soggetti affidatari quali il noleggio sdraio e ombrelloni, servizio bar ecc. ecc. L’argomentazione da loro addotta che il baratto fosse la pulizia dell’arenile non regge secondo la Corte dei Conti perché chi affitta ombrelloni e sdraio ha tutto l’interesse alla pulizia dello stesso. E il fatto che ci fossero delle cooperativa (cioè ci fosse un intento sociale) non giustificava tale comportamento, anche alla luce del fatto che diverse spiagge erano date in uso ad associazioni per gli sport dilettanteschi o ad enti la cui natura di cooperativa nulla dice circa gli intenti sociali, tant’è che non emerge nulla agli atti di assegnazione sulla modalità di scelta dei soggetti con cui stipulare convenzioni. Pertanto viene confermato anche dalla Corte dei Conti che la gratuità è illegittima e riferibile ad un comportamento negligente da parte dei dirigenti che hanno assegnato i lotti senza condurre alcuna valutazione sull’economicità dei servizi assegnati e sul valore sociale dei soggetti che avrebbero svolto le attività. A prescindere che alcuni bandi siano stati annullati e in diversi casi si sia proceduto solo alla proroga di assegnazioni precedenti, i responsabili dell’Amministrazione si sono comportati in modo negligente: non hanno mai stilato verbali di controllo dello stato di fatto dei luoghi all’inizio e alla fine della stagione balneare, nessuna ispezione durante la stagione, nulla sulla decisione di conservare i manufatti a fine stagione per ragioni di economicità. Il comportamento dunque delle spiagge libere attrezzate era identico a quello delle spiagge in concessione senza pagamento del canone fino al 2015 (quindi amministrazione Veltroni, Alemanno, Bordoni, Orneli, Vizzani, Tassone) creando un danno erariale per mancati introiti commerciali. Per altro anche il TAR Lazio (sentenza 3942/2019) aveva evidenziato che c’erano delle illegittimità gravissime sottostanti alla scelta di assegnare i lotti a titolo gratuito, danneggiando così l’Amministrazione.
Il danno dunque consiste nel non aver condotto, secondo i canoni della legittimità e diligenza, l’attività istruttoria prima e ispettiva poi sulla possibile fruizione delle spiagge libere e non aver pertanto valorizzato adeguatamente un bene pubblico. Quindi i responsabili amministrativi al di fuori delle regole hanno proceduto ad assegnare beni pubblici a titolo gratuito per anni senza una corretta formalizzazione delle convenzioni a soggetti (cooperative e associazioni, anche Libera contro le Mafie e la Corruzione) che, in spregio alle regole, hanno potuto conseguire vantaggi economici notevoli, snaturandone anche la funzione prevista di libero accesso. Dunque grave sciatteria e cattiva gestione.
E nessuno ha visto niente, solo LabUr. Nemmeno il magistrato, allora Delegato dal Sindaco Marino al Municipio X (dopo l’arresto del Presidente del Municipio X, Andrea Tassone) poi commissariato. Davvero curioso.