Prosegue senza sosta la disinformazione de La Repubblica sul camping Capitol (1) da parte di un giornalista che ha difeso per mesi Andrea Tassone (PD), il mini-sindaco di Ostia arrestato per Mafia Capitale, e che nulla ha avuto da dire sul suo vice, Sandro Lorenzatti (SEL), che per 9 anni non ha visto niente nonostante sia stato per 6 anni membro della Commissione di Riserva e 3 anni in Municipio X. Mai un accenno neppure alle intercettazioni di Mafia Capitale tra Buzzi e Fabrizio Testa proprio sul camping Capitol, che abbiamo ampiamente documentato (2).
GLI ESPOSTI
L’annosa questione Capitol si è riaperta dopo l’esposto di LabUr del 2 marzo 2016, indirizzato al Comune di Roma, al X Municipio, al CBTAR, alla Regione Lazio e al Corpo Forestale dello Stato, al quale è seguito, il 7 marzo, un controllo presso le strutture del campeggio da parte del Municipio X e dal comandante del X Gruppo ‘Mare’ del Corpo di Polizia Locale, Antonio Di Maggio. Falso dunque che l’unica “denuncia” sia di Angelo Bonelli (Verdi), di cui La Repubblica tesse incomprensibili lodi, che interviene sulla questione, dopo l’esposto di LabUr, il 12 marzo 2016 su Facebook, ripreso dal Corriere della Sera solo il 13 maggio 2016. L’articolo del Corriere si riferisce ad un’inchiesta su 11 campeggi di Roma condotta dal pool di PM Antonio Calaresu, Francesca Passaniti e Antonino Di Maio, coordinati dall’aggiunto Roberto Cucchiari. Gli approfondimenti sul Capitol sono stati delegati proprio al comandante Antonio Di Maggio, in possesso dell’esposto di LabUr del 2 marzo. I reati denunciati erano gli stessi contemplati nella determinazione n.919 del 15.06.2016, con la quale è stata ingiunta la rimozione o demolizione delle opere abusivamente realizzate nel campeggio. Quindi, l’ispezione del 7 marzo avviene a seguito dell’esposto di LabUr che riguardava proprio le strutture igienico sanitarie del campeggio, in funzione dello stato dei lavori, in forte ritardo, e dei loro futuri collaudi, motivo per cui il campeggio non ha mantenuto la promessa di aprire nella primavera del 2016. Sembra che Bonelli abbia solo fatto un esposto (non una denuncia) alla Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) il 25 maggio 2016 quando ormai le indagini erano state avviate dalla Procura di Roma. A confermarlo su facebook lo stesso Bonelli, che non manca mai, da navigato politico, di pubblicizzare le sue attività. Dunque, nessuna denuncia da parte sua prima del 2 marzo 2016, così come non v’è traccia nella storia di sue denunce sul Porto di Roma ad Ostia per quanto accaduto nel 2008, e come sia andata a finire è cosa nota; la LIPU è lì a testimoniarlo. Chiediamo dunque a Bonelli di rendere pubblica la sua denuncia in Procura sul Capitol, se esiste. Una denuncia che non viene menzionata neppure quando un utente su facebook gli scrive “vi svegliate sempre troppo tardi”. Bonelli risponde: “nel 2007 i lavori furono sequestrati grazie ad un mio esposto !!!”. Vero, le denunce di Bonelli sono ferme al 2007. Perché dunque La Repubblica, dopo aver confuso un decreto con una sentenza, si comporta come se fosse l’ufficio stampa di Bonelli? “Cui prodest scelus, is fecit”?
L’ANOMALIA E GLI OMESSI CONTROLLI
Il 3 maggio 2016, sulla base di una decisione presa il 26 aprile, il Presidente del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima Quater), Salvatore Mezzacapo, ha dichiarato ‘perento’ il ricorso numero di registro generale 2489 del 2009, proposto dalla Società SIL Campeggi Srl per l’annullamento del provvedimento di cui alla nota Regione Lazio – Dipartimento Territorio – Direzione Generale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli – Area 2S/04, prot. n. 8177/09. In altri termini, la SIL non ha più presentato istanza di fissazione di udienza nel termine di 180 giorni dopo la comunicazione, avvenuta in data 18 giugno 2015 a mezzo pec, perché evidentemente era confidente di aprire nella primavera 2016. Chi o cosa gli garantiva questa certezza?
Sul Capitol molti hanno omesso di controllare, come dovuto, in tutti questi anni: la Regione Lazio, il Comune di Roma, il Municipio X, a partire dall’amministrazione Tassone a quella di Sabella, nonostante LabUr avesse dal 2012 (3) denunciato e chiesto chiarimenti sia sulla questione del taglio dei pini sia sul procedimento di VIA (Prot. 478964 del 8/11/11), di cui non si sa più nulla.
Infine, il commissariamento di Galletti è un’altra inutile sovrapposizione alla gestione straordinaria della Riserva. Infatti, con decreto del Presidente della Regione Lazio (n. T00468 del 16 dicembre 2014), in ottemperanza alle Sentenze T.A.R. Lazio nn. 3764/2009 e 12651/2009, era già stato nominato il Dott. Vito Consoli, Direttore dell’Agenzia Regionale Parchi (A.R.P.), Commissario ad acta, con il compito di attivare tutti gli adempimenti necessari ai fini della conclusione della procedura amministrativa di adozione del Piano di Gestione e del Regolamento attuativo della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. Tutto ignorato sia dall’ex Sindaco, Ignazio Marino, sia dall’Assessore alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo, sia dal Municipio X, con Tassone e Lorenzatti e poi con Sabella. Per queste ragioni LabUr procederà a fare una dettagliata denuncia in Procura.
(1) http://www.labur.eu/public/blog/?p=1841
(2) http://www.labur.eu/public/blog/?p=1827
(3) http://www.labur.eu/public/blog/?p=1174
Paula de Jesus per LabUr