Incomprensibile la disinformazione di certa stampa sul campeggio Capitol, di cui LabUr ha ampiamente scritto (1). La verità dei fatti è che con decreto del Presidente della Sezione Seconda Bis de Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, Elena Stanizzi, depositato in segreteria il 14 luglio 2016, è stato autorizzata “l’attività ricettiva limitatamente alle opere ritenute conformi al progetto di cui all’autorizzazione unica“. In altre parole, come dice lo stesso sito del campeggio Capitol (http://www.campingcapitol.com) “da sabato 6 agosto aprirà il settore campeggio“, dunque roulotte, caravan e tende.
Non è vero, come ha scritto ad esempio La Repubblica, che sono ripresi i lavori, così come non è vero il racconto delle origini delle indagini, visto che il primo controllo del 7 marzo 2016 è stato originato dall’esposto di LabUr inviato il 2 marzo 2016 al Comune di Roma, al X Municipio, al CBTAR, alla Regione Lazio e al Corpo Forestale dello Stato, come ben sa il Direttore del Municipio, Arch. Cinzia Esposito, e il comandante Antonio Di Maggio, a capo dei VV.UU. Gruppo Mare. Sul Capitol in questi ultimi anni c’è stato un silenzio assordante a partire proprio dagli elogiati da La Repubblica a cui spettava il controllo: l’ex presidente del Municipio X (Andrea Tassone, PD, finito agli arresti per Mafia Capitale) e l’ex vicepresidente del Municipio X (Sandro Lorenzatti, SeL). Il primo ha addirittura autorizzato il rifacimento (comunque necessario) di tutta via di Castelfusano, con procedure amministrative a dir poco discutibili, allo scopo di favorire soprattutto la riapertura del campeggio. Il secondo, Sandro Lorenzatti, storico ‘verde’, è stato Membro rappresentante per la Regione Lazio della Commissione della Riserva Naturale Statale “Litorale Romano” (2006-2012), riserva naturale dove appunto si è insediato il campeggio (Tipologia 1, area ‘intoccabile’). Il silenzio di Lorenzatti è proseguito anche dal 2013 al 2015, cioè mentre i lavori del campeggio procedevano indisturbati. Ora, in merito all’annullamento della “determinazione n. 919 del 15.06.2016, con la quale è stata ingiunta la rimozione o demolizione delle opere abusivamente realizzate in via di Castel Fusano 195” è stata fissata “per la trattazione collegiale della controversia la camera di consiglio del 30 agosto 2016“. Se il Comune di Roma avrà ragione, rimarrà inalterato il termine di rimozione e demolizione delle opere entro i 90 giorni decorrenti dalla data di notifica della determinazione, avvenuta in data 27 giugno 2016. Dunque, sorprendono alcune dichiarazioni ‘audaci’ quale “a settembre sarà un grande evento a festeggiare la rinascita di una struttura già presente negli anni Ottanta, destinata a riqualificare e rilanciare turisticamente il mare di Roma“, perché negli anni Ottanta quel cemento non c’era.
Le carte vanno lette, capite e rese disponibili ai lettori e ai cittadini rispettandone il contenuto e non alterandolo per scopi poco nobili che nulla hanno a che fare con l’informazione.
(1) I CAMPEGGI DI OSTIA DIMENTICATI DA ‘MAFIA CAPITALE’
http://www.labur.eu/public/blog/?p=1827
Paula de Jesus per LabUr