E’ stata inaugurata dal Sindaco Ignazio Marino il 4 luglio la “Casa della Città” in via della Moletta 85. Si tratta del luogo, indicato dal Comune di Roma, della “Trasparenza e Partecipazione” sui più importanti progetti che interessano le trasformazioni urbane della Capitale.
Due le sale, di cui una interamente dedicata al progetto del nuovo stadio della Roma, un progetto privato, non approvato, in attesa ancora di essere definito di “pubblico interesse”. A pagare l’allestimento di pannelli e totem informativi, il costruttore Luca Parnasi, presente all’inaugurazione insieme al Vice Sindaco e Assessore al Patrimonio, Luigi Nieri, e all’Assessore alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo.
Marino, Nieri e Caudo hanno garantito che un processo partecipativo sulla proposta della AS Roma ci sarà e dunque sarà possibile per i cittadini inviare osservazioni e confrontarsi con l’amministrazione almeno sulle opere pubbliche previste a corredo dello stadio perché, come ha dichiarato Marino “Negli Stati Uniti è sempre prevista la partecipazione, qui la società è americana, perché dovremmo essere da meno?”
In 70 giorni, meno dei 90 previsti per legge, il Comune dovrà certificare il «pubblico interesse della proposta». Parnasi però ha dichiarato che si augura che il “progetto non venga modificato in funzione delle opere di viabilità che si rendessero necessarie”.
IL NUOVO PONTE SUL TEVERE
Parnasi lo afferma perché le infrastrutture viarie e di mobilità sono a carico del privato, pronto ad investire 250 milioni. Inoltre, non sono previste attualmente cubature residenziali, ma uffici e strutture commerciali. Lo scorso 26 marzo però l’assessore Caudo ha dichiarato “Abbiamo chiesto che allo stadio si arrivi con la metropolitana e dunque di prolungare la linea B da Magliana fino a Tor di Valle. La linea B in quel tratto è di superficie. Immaginiamo che entri nell’area dello stadio, attraversi il Tevere e faccia capolinea a Muratella. Sono opere che devono finanziare i privati”. Sempre quel giorno, durante la conferenza stampa, l’AD della AS Roma (Zanzi) ha affermato che ci sono 700 milioni di euro per le infrastrutture e il Sindaco Marino si è affrettato ad assicurare che lo stadio sarà terminato nel 2016, ma prima si faranno le infrastrutture. Quindi, 2 anni scarsi per realizzare la metropolitana e il nuovo ponte sul Tevere, alle spalle dell’ex Ippodromo di Tor di Valle.
I numeri non tornano. Dunque, al suo debutto la “casa di vetro”, come l’ha definita Marino, non è proprio trasparente.
LA CONFERENZA URBANISTICA DI OTTOBRE
L’inaugurazione della “Casa della Città” avviene mentre in quasi tutti i municipi di Roma si tengono incontri con la cittadinanza definiti ‘Laboratori urbanistici’ al fine di stilare l’elenco delle criticità del territorio. L’obiettivo dichiarato dall’amministrazione è quello di trasformare le criticità in “risorse” tramite un progetto di rigenerazione urbana che dovrà necessariamente passare attraverso la richiesta di fondi europei. A ottobre infatti si terrà, dentro la Casa della Città, una Conferenza Urbanistica cittadina, che con buona probabilità sarà, tristemente, l’ennesimo ‘libro dei sogni’. L’esempio più lampante è avvenuto qualche giorno fa nell’attuale Municipio X dove un Architetto, che non ha alcun ruolo istituzionale, ha presentato le visioni progettuali racchiuse nel libro che ha scritto con il capogruppo capitolino PD, Francesco D’Ausilio. A prescindere dalla questione di forma che è sostanza, queste ‘visioni’ poggiano persino su una scarsa conoscenza del regime idraulico del Tevere e del sistema dei canali. Sono infatti stati mostrati dei rendering in cui gli esistenti, modesti e malridotti canali di bonifica di Ostia assumevano la navigabilità e le sembianze di quelli di Amsterdam.
Se questo è lo stile di presentare nuove idee, impossibili secondo il Piano Regolatore, la partecipazione diventa un mero esercizio di sfogatoio delle necessità di chi la città la vive, a partire dal fortissimo gap di standard urbanistici che nessuno dice perché non si sono realizzati e invece propina la solita fallimentare ricetta dell’ “ulteriore cubatura, in cambio dei servizi mancanti”.
LA FRETTA DANNEGGIA LA PARTECIPAZIONE
Parnasi, Caudo e Marino hanno fretta di approvare lo stadio della Roma. Si tratta di una delle più forti trasformazioni urbane del settore Sud Ovest di Roma (dall’EUR fino ad Ostia). La Casa della Città non è ancora adeguata a sostenere un simile processo partecipativo ed andare fino a lì a vedere un progetto non definitivo e non approvato ha in questo momento poco senso. Lo stadio per altro non sarà della società giallorossa, ma della EURNOVA S.r.l. (leggasi Parnasi) che ne concederà l’utilizzo, una volta costruito, alla AS Roma, che vi disputerà i propri incontri casalinghi secondo termini e condizioni che saranno in seguito concordati tra le parti. Si tratta dunque di un progetto interamente privato che si appresta ad essere portato avanti in tutta fretta e nel pieno del periodo estivo vacanziero con le solite modalità del Comune: forte con i deboli (i cittadini) e debole con i forti (i costruttori). Sarà dunque importante la voce della cittadinanza attraverso le osservazioni sulle opere pubbliche a contorno di quest’opera.
Paula de Jesus per LabUr