Piove da stamattina nel XIII Municipio e il pericolo per gli abitanti di Punta di Malafede si ripresenta. Dopo lo straripamento del Fosso del Fontanile il 20 ottobre 2011, i lavori condotti dall’ARDIS (Agenzia Regionale Difesa del Suolo) e da mesi terminati, hanno lasciato una situazione di estremo pericolo. La gran parte delle briglie realizzate si sono già interrite, le sponde non hanno più vegetazione o reti di contenimento e rischiano di franare nel letto del fosso, mentre lo smottamento a monte del fosso dell’enorme discarica abusiva sotto il Casale l’Aretta, prosegue inesorabile verso valle minacciando l’abitato. Come abbiamo da sempre sostenuto, già da luglio 2006 l’Ufficio Extradipartimentale della Protezione Civile del Comune di Roma, in collaborazione con l’Università di Tor Vergata, aveva appurato la competenza sul fosso da parte dell’ARDIS, sulla base del Piano Stralcio n.5 dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere, nonché della Delibera della Giunta Regionale del Lazio n.238 del 2 aprile 2004. A confermarlo una lettera dell’ARDIS datata 7 luglio 2010 (prot. D2/2Y/03/160128) firmata dal Direttore, Ing. M.Lasagna, e dal Dirigente dell’ufficio territoriale per le opere idrauliche, Ing. G.Giardi, in cui si afferma quanto segue: “le competenze idrauliche sul Fosso del Fontanile sono state assegnate all’ARDIS giusta delibera di giunta n.238/2004”. Dal 28 maggio 2010 l’iter burocratico si è concluso anche perché l’importo di spesa necessario per la sistemazione del Fosso del Fontanile, con cui sono stati condotti i lavori, è effettivamente arrivato tramite definanziamento di un’opera inclusa nell’elenco di quelle da eseguire da parte dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere. Gravissimo ed irresponsabile dunque l’atteggiamento dell’Ing. Giardi quando, nei giorni successivi al 20 ottobre 2011, ha negato davanti ai cittadini che gli fosse mai stata assegnata la competenza del Fosso del Fontanile. Rinnoveremo dunque la nostra denuncia contro la responsabilità colposa della Regione Lazio per i disastri del 2008 e del 2011 nonché la carenza in fase progettuale del Comune di Roma per aver realizzato l’intubamento del fosso nel tratto dell’abitato, senza neppure averne la competenza.
nella foto: una delle briglie interrite (foto del 5 maggio 2012)
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