Abbiamo ripercorso insieme a Francesca Biagiotti per Piazza Pulita andato in onda il 17 febbraio scorso su La7, la storia degli impianti pubblici sorti per i mondiali di nuoto Roma 2009.
E si scopre che “Qui è tutto collaudato”. Lo affermava davanti alle telecamere, Giuseppe Castellucci, direttore del Polo Natatorio di Ostia, impianto pubblico ad oggi ancora non terminato, sorto per i Mondiali di Nuoto di Roma ’09. L’ennesima e nuova versione di Castellucci: “L’impianto è stato collaudato circa 8 mesi fa”, cioè intorno a giugno 2011. Ma forse non è ancora la verità. A noi risulta infatti che presso il Polo Natatorio di Ostia, negli scorsi giorni, si sono tenuti dei collaudi non meglio specificati. A condurli, l’Ing. Eugenio Cimino, lo stesso consulente pagato a peso d’oro (350 mila euro) per l’impiantistica meccanica della Scuola dei Marescialli a Firenze, su cui hanno indagato i magistrati all’interno dello scandalo degli appalti della famigerata «cricca». Ci domandiamo a questo punto, visto che i corsi aperti al pubblico sono iniziati già ad ottobre 2010, se tutto fosse in regola a quel tempo. La Procura di Roma, che, dopo un nostro esposto, oggi sta indagando sull’impianto di Ostia con il PM Anna Maria Cordova, aveva però insabbiato un altro nostro precedente esposto del 2010: nulla si è infatti mai saputo da parte del PM Maria Letizia Golfieri. Sembra dunque non aver mai fine la serie di scandali di questo impianto, inaugurato da Alemanno a luglio 2009 ma ancora mezzo chiuso per l’inagibilità della foresteria e dei parcheggi, dati quest’estate in concessione allo stabilimento balneare “Le Dune” della famiglia Papagni. Un impianto per il quale in data 30 aprile 2009 il Commissario Delegato Ing. Claudio Rinaldi aveva presentato al Comitato Provinciale del CONI la richiesta di parere tecnico favorevole, indicando una spesa complessiva di 26 milioni di euro (prot.nr.1028). Peccato però che il 13 Luglio 2009 all’impresa esecutrice dei lavori venisse invece riconosciuto un ammontare dei lavori eseguiti pari a 12,6 milioni di euro (UCD prot.n.18705). A chi sono finiti allora gli altri 13,4 milioni di euro? Solo la necessaria trasparenza amministrativa e la pubblica evidenza del collaudo tecnico-amministrativo, potranno fare chiarezza sulla questione. Per questo motivo abbiamo chiesto al Comune di Roma, alla FIN e agli Uffici del Commissario Delegato di rispondere sullo stato dei collaudi e delle omologazioni delle piscine del Polo Natatorio di Ostia, visto che non ci saranno più i soldi delle Olimpiadi del 2020 per completarne i lavori mancanti.
SPRECHI OLIMPICI – Il Link al pezzo andato in onda su La7