Doveva essere il decentramento amministrativo del XIII Municipio a concedere poteri partecipativi estesi alla giunta locale e ai cittadini in termini di scelte urbanistiche. Invece, grazie al famigerato Piano Casa (all’articolo 5, comma 19 della nuova Legge della Regione Lazio n.10 del 13 agosto 2011), basta una delibera di Giunta Capitolina per decidere quanto, dove e come costruire nel ‘monopoli’ del NPRG. Come ad esempio l’ATO I40 – Infernetto Sud (81.920 mc, 700 abitanti), approvato con delibera n.376 del 24 novembre 2011. Scalzando l’Assemblea Capitolina, che rappresenta i cittadini romani, gli Assessori, di nomina politica, decidono di fatto l’urbanistica romana. Vengono addirittura cancellate le procedure di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 1 della precedente Legge Regionale 36/1987. In parole povere: il problema delle distanze tra fabbricati non esiste più, così come l’aumento del carico insediativo complessivo previsto dal PRG, la diminuzione della superficie del verde è risolta inserendo nel suo conteggio le rampe di accesso ai parcheggi, senza alcuna nuova viabilità. E’ tutto secondo legge. Anche il fatto che si costruiscano le palazzine di una 167 (edilizia residenziale pubblica) affianco a quelle a 5 piani dell’ATO I40, comprensive di interrati, in una zona idro-geologicamente a rischio, resa tristemente nota dagli ultimi fatti di cronaca. I 7 milioni di euro di opere pubbliche previsti porteranno solo un asilo nido da 60 posti.
L’ultimo incontro con i cittadini risale ad un anno fa, quando, in una desolante Commissione Urbanistica municipale, disertata dai dipartimenti del Comune di Roma e dal Responsabile dell’Ufficio tecnico del Municipio XIII, a presentare il progetto c’era (incredibile, ma vero!) il geometra della ditta costruttrice. Sembra che il Sindaco Alemanno abbia molto a cuore questo progetto, tanto che a suo tempo sollecitò con una telefonata la votazione in consiglio municipale per la necessaria espressione di parere che, ovviamente, fu favorevole.
A prescindere dal fatto che dentro l’ATO I40 atterrino, ancora una volta, i diritti edificatori del comprensorio “E1 Monti della Caccia” (l’Infernetto è ormai da tempo la discarica del cemento che gli altri municipi non vogliono), la cosa più grave è che non solo si continua a costruire scelleratamente sul territorio, ‘francobollo dopo francobollo’, senza averne alcuna visione d’insieme, ma che le scelte urbanistiche sono in mano a persone di nomina politica che assecondano gli affari del momento.
Del decentramento amministrativo, della partecipazione dei cittadini, della correzione delle patologie manifeste, della risoluzione dei fabbisogni arretrati, della risposta alle emergenze, a partire da quella gravissima del rischio idro-geologico, della democrazia, non importa più niente a nessuno. Siamo oltre l’ipocrisia di spacciare per partecipazione la pura comunicazione di decisioni già assunte dai palazzinari e avvallate sfacciatamente da un’oligarchia politica a loro servizio.
paula de jesus per LabUr