nella foto: una serie di lussuosi villini a ridosso di uno dei canali dell’Infernetto
Partiamo da 4 dati di fatto:
1 – esistono opere abusive realizzate dai residenti lungo tutti i canali dell’Infernetto, mai sanzionate dal Comune di Roma e da tempo immemore segnalate dal CBTAR, opere che restringono le sezioni dei canali e riducono le aree di esondazione degli stessi;
2 – la gran parte degli allagamenti nelle case dell’Infernetto sono stati dovuti al reflusso delle fogne nei bagni, cucine, griglie e quant’altro abusivamente collegato nei seminterrati all’impianto fognario;
3- manca l’attuazione del Piano Particolareggiato dell’Infernetto (datato 1994) con la conseguente mancata messa a norma delle strade per la raccolta delle acque meteoriche, strade che hanno portato fiumi d’acqua dentro le rampe di villini che non si sarebbero mai allagati;
4 – la gran parte dei canali di scolo dell’Infernetto sono stati tombati e gli influenti del Canale Palocco sono ormai utilizzati a servizio delle nuove urbanizzazioni, stravolgendone il ruolo originario.
In questo scenario da terzo mondo assistiamo a scandalose dichiarazioni di vero e puro sciacallaggio, purtroppo non solo da parte dei politici ma anche da parte di alcuni comitati di quartiere che spesso e volentieri hanno all’interno dei geometri che lavorano a stretto contatto con l’amministrazione. E’ scandaloso che si stia cercando a tutti i costi un capro espiatorio che, per ‘magica’ concertazione, tutte le parti in causa vorrebbero individuare solo nel Consorzio Bonifica Tevere ed Agro Romano (CBTAR). Per tali motivi, LabUr si dissocia completamente dalle accuse rivolte al Consorzio di Bonifica e diffida chiunque a formulare false ipotesi giustificatorie relative ai drammatici fatti avvenuti. I veri responsabili sono il Comune di Roma, l’ACEA e la Polizia Municipale che avrebbero dovuto rispettivamente rilasciare, autorizzare e controllare negli ultimi 18 anni la corretta edificazione del territorio. Accusare solo il CBTAR è come guardare il dito mentre si indica la luna e la luna, in questo caso, sono tutti gli spregiudicati costruttori che hanno finito per devastare indisturbati i terreni agricoli dell’Infernetto.
Questo per quanto riguarda l’Infernetto perché se dovessimo parlare anche di Punta di Malafede e del Fosso del Fontanile, dovremmo aggiungere all’elenco anche l’Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo (ARDIS) che risponde alla Regione e che nessuno chiama in causa.