Aveva promesso davanti alle telecamere di una TV locale che sarebbe venuto oggi a presentare i progetti per il waterfront di Ostia presso Cineland, nello stesso luogo in cui Veltroni 6 anni fa presentò il piano strategico per il Litorale. E invece ha rimandato per l’ennesima volta l’incontro, che ora è previsto per il 15 luglio. Così il laboratorio di urbanistica LabUr ieri ha presentato tutti i progetti che Alemanno e il Vice Sindaco, Mauro Cutrufo, da 3 anni mostrano in ogni consesso, soprattutto internazionale, ma mai ai cittadini del XIII Municipio. Una presentazione che ha messo in luce la continuità della visione di città dell’amministrazione Alemanno con quella di Veltroni (e Rutelli prima), lontanissima da un’idea di città come “bene comune”. Ne è uscita una Ostia modello “Dubai dè noantri”, un’operazione che lo stesso Assessore all’Urbanistica definisce meramente “di carattere edilizio che ora deve essere tradotto in un provvedimento di densificazione, con variante urbanistica che sarà portata in giunta entro agosto”, cioè mentre, secondo quanto afferma il Sindaco, dovrebbe svolgersi il processo di partecipazione (in pieno Agosto dunque) con la cittadinanza, fino a metà settembre. Insomma, l’ennesima presa per i fondelli e la conferma, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che anche la giunta di centro destra è legata ai poteri forti e non solo. Mentre si svolgeva l’evento di LabUr, dal titolo emblematico “Dichiarazione d’Indipendenza dalle sciocchezze di Alemanno”, il Sindaco presenziava ad Ostia all’inaugurazione del parco dedicato a Monsignore Clemente Riva, disertata dalla Caritas di Ostia per protesta contro la violenza dello sgombero del campo rom di via della Acque Rosse. “Nemmeno le bestie sono trattate così”, ha detto Don Franco Dedonno. Alemanno ha ribadito che gli sgomberi proseguiranno e che il Comune di Roma assisterà solo gli elementi più fragili dei senzatetto ovvero le donne e i bambini, senza offrire alcun percorso di inclusione. Un Sindaco forte con i deboli e debole con i poteri forti. Lo sgombero del 26 giugno scorso nella Pineta delle Acque Rosse è l’ultimo di una serie numerosa, che hanno portato alla memoria quello illegittimo e ancora più grave operato il 23 Febbraio 2010 all’Idroscalo di Ostia. La Comunità Foce del Tevere ha ricordato ieri al Sindaco, attraverso uno striscione, tutte le promesse mancate, a partire dai tavoli di concertazione fermi da luglio dell’anno scorso, mentre il mini sindaco dichiarava il prossimo sgombero del centro sportivo di via Mario Ruta, area che non è nelle disponibilità del Comune di Roma e il cui proprietario ha un regolare contratto di 6 anni e dove dovrebbero sorgere le 70 case popolari destinate ai 500 famiglie residenti all’Idroscalo.
LabUr ha mostrato non solo le diverse versioni dei progetti per il waterfront, ma anche la loro incongruità, gli errori grossolani e le dimenticanze tra la versione presentata agli Stati Generali nel febbraio scorso e quella successiva di maggio alla Luiss, a dimostrazione non solo che non c’è un progetto urbanistico, ma che chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica gioca al Lego insieme al potentato di turno, spostando 1 milione di metri cubi lungo il Litorale su richiesta. Ciò che era previsto nelle 5 isole Portoghesi dell’era Rutelli e Veltroni al largo di Ostia, è stato spostato sul Lungomare: beauty farm, alberghi, centri commerciali, mega discoteca con 20 piste da bowling, ristoranti, nuova darsena sul canale dei Pescatori, raddoppio de Porto, centri sportivi compreso un impianto per una delle più grandi scuole di surf d’Europa, nuovo Ponte della Scafa e naturalmente molta edilizia privata. Tutto in aree o vincolate, o demaniali o a patrimonio dello Stato o delle Ferrovie. Ma Cutrufo è certo: “tra il 2012 ed il 2013 saranno pronte il 60% delle opere del Secondo Polo Turistico, dove il waterfront gioca una parte fondamentale”. Manca solo il Casinò, il ‘casino’ invece è assicurato ad Ostia, soprattutto nei fine settimana della lunga estate romana. In assenza di qualunque forma di partecipazione e di informazione, ieri lo storico stabilimento balneare Urbinati, che ha ospitato l’evento, ha voluto dare un segnale importante, mettendo a disposizione di tutti il proprio spazio ogni lunedì, affinché i cittadini abbiano un punto di riferimento dove potersi confrontare con i tecnici di LabUr sulle trasformazioni del loro territorio. (di paula de jesus per LabUr)
A breve tutte le presentazioni sul sito di Labur