L’ultimo bluff di Alemanno su Tor Bella Monaca: non si tratta di un Programma di Riqualificazione Urbana, come fino ad oggi sostenuto, ma di un PRINT, Programma d’Intervento. LabUr l’aveva già sostenuto, ma la conferma è arrivata ieri, 25 marzo 2011, durante il primo incontro del processo partecipativo tenutosi presso la sede del Municipio VIII. Questa tipologia di strumento urbanistico adottato cambia la sostanza dell’intervento e finirà forse per generare un forte danno erariale se non si farà chiarezza sulle modalità con cui si intende procedere. Vediamo perché.
Ricordiamo innanzitutto che tutto il quartiere di Tor Bella Monaca è un insediamento residenziale pubblico (Piano di Zona n. 22), costruito tra il 1981 e il 1983 in attuazione del I PEEP (Piano di Edilizia Economico e Popolare) di Roma ai sensi della Legge 167/62. Alemanno vuole, attraverso la Decisione di Giunta Capitolina n. 6 del 16.02.2011, approvare la decima variante del Piano di Zona, impiegando lo strumento urbanistico del Programma d’Intervento (PRINT), dettagliato all’articolo 14 delle Norme Tecniche di Attuazione del Nuovo Piano Regolatore Generale (NPRG) del Comune di Roma.
In sostanza un PRINT è un’iniziativa pubblica la cui finalità è di sollecitare, coordinare e integrare soggetti, finanziamenti, interventi pubblici e privati, diretti e indiretti per migliorare la qualità urbana e ambientale. Nella realtà il PRINT viene utilizzato per apportare varianti urbanistiche belle e buone dove non si sarebbe potuto agire altrimenti. Ma chi controlla la legalità del procedimento ? Nessuno, anche se la Provincia, in teoria, potrebbe opporsi. Il Comune infatti, prima della variante, dovrebbe chiederle espressione di parere. Dunque il rischio per quanto riguarda il PRINT di Tor Bella Monaca è quello di ridurlo a un banale piano di lottizzazione.
Il danno peggiore però risiede altrove, cioè nei cosidetti Programmi Complessi, che servono a reperire i finanziamenti per le opere di urbanizzazione. Nei programmai complessi non c’è solo il PRINT, ma anche lo strumento urbanistico del Programma di Recupero Urbano. I Programmi di Recupero Urbano (P.R.U.) però sono degli strumenti urbanistici basati su due leggi promulgate all’inizio degli anni ’90: la legge n.179 del 1992 “norme per l’edilizia residenziale pubblica” e la legge n.493 del 1993 “per l’accelerazione degli investimenti ed il sostegno dell’occupazione e per la semplificazione dei procedimenti in materia edilizia”. La n.179 del 1992 ha definito le finalità e modalità della programmazione, la copertura finanziaria, gli obiettivi sociali speciali, i contributi di edilizia agevolata, i soggetti operanti e soprattutto i programmi integrati di intervento, strumenti poi utilizzati per riqualificare non solo l’abitato, ma anche gli spazi pubblici delle periferie. La legge n.493 del 1993 ha snellito invece solo alcune procedure burocratiche per accelerare i processi di investimento e di occupazione in materia edilizia, definendo a sua volta i P.R.U. nell’articolo 11 al comma 2, da qui conosciuti come ‘Art.11′.
Bene, la Commissione all’Urbanistica della Regione Lazio ha approvato all’unanimità, il 23 settembre 2005, il P.R.U. di Tor Bella Monaca. Questo prevedeva 6 interventi privati, 27 pubblici per oltre 150 milioni di euro di investimenti. A distanza di quasi 20 anni dalla promulgazione della legge e di 6 dalla firma del’accordo di programma tra Regione Lazio, Comune di Roma e Costruttori Romani, deve ancora essere realizzato quasi tutto. Adesso incombe dunque il rischio dell’accavallamento con il PRINT. Alemanno non ha assicurato alcuna compatibilità urbanistica tra vecchi e nuovi interventi. Se non ci sarà compatibilità, dove finiranno i soldi previsti nel 2005 (il 70% dei quali, a carico dei privati) ? E’ inutile sostenere da parte del Comune di Roma che lo stato di diritto alla base della variante è dato dall’insieme delle previsioni del Piano di Zona integrate con il P.R.U. di Tor Bella Monaca se non si mettono nero su bianco i numeri, reali, degli standard urbanistici che si otterranno. Potrebbero addirittura, nella previsione del PRINT, essere stralciate, integrate, ridotte alcune opere pubbliche del vecchio P.R.U. a vantaggio unico dei privati, che non pagherebbero così quanto dovuto, con conseguente danno erariale.
Alemanno deve chiarire questo punto ed impegnarsi a completare, prima del PRINT, le opere pubbliche rimaste sospese. Non ci si deve illudere perché già il 28 Aprile 2009, presso la sala “Verdi” dell’Hotel Quirinale a Roma, la Commissione Urbanistica dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, presieduta da Errico Stravato, subito dopo ‘eletto’ come direttore del Dipartimento di Urbanistica del Comune, organizzava il seminario “Programmi Integrati, limiti e prospettive nel Piano Regolatore di Roma”.