Come si è potuto costruire il Porto Turistico di Ostia se le concessioni edilizie le doveva rilasciare l’ufficio tecnico dell’allora XIII Circoscrizione, che però nega di averlo fatto ? A queste domande ci risponderà la Procura della Repubblica di Roma a cui nella prossima settimana invieremo un dettagliato esposto, citando anche la politica locale, in particolare l’ex-presidente della XIII Circoscrizione, Paolo Orneli (PD), poi diventato delegato del sindaco per il litorale ed oggi consigliere del XIII Municipio. Orneli dovrà spiegare, tra le altre cose, come mai non si è dato seguito alla convenzione con il Comando Generale della Guardia di Finanza per la costruzione di una Caserma del gruppo e della Compagnia d’Ostia Lido, dove invece oggi sorgono alberghi e residence. Non solo, ma dovrà spiegare con quale criterio la superficie complessiva dell’area (circa 575.000 mq, di cui 187.000 relativi allo specchio d’acqua), la cui destinazione secondo il P.R.G. del Comune di Roma era per la gran parte destinata a Zona N (verde pubblico) ed in parte Zona E/3 (Aree destinate ad Edilizia Economica e Popolare), è stata variata. Molte risposte, molti misteri, che a suo tempo già venivano sollevati dalla stampa, che scriveva: “… testardo, Mauro Balini [presidentte dell’A.T.I. Spa, concessionaria dell’area demaniale del porto] è riuscito a costruire il porto di Roma. Ha dribblato le lungaggini della burocrazia grazie a una torma di ex consiglieri circoscrizionali…”.
La storia dei lavori del Porto Turistico di Ostia comincia il 1° gennaio 1999, come riportato su una lettera della stessa concessionaria dell’area demaniale, l’Attività Turistiche Imprenditoriali Spa (A.T.I. Spa). Peccato che l’autorizzazione al Sindaco a procedere all’Accordo di Programma, ai sensi dell’art. 27 della L. 142/90, per la realizzazione dell’intervento denominato “Porto di Roma” in località Ostia Ponente, fu deliberata solo il 30 giugno 1999 (nr.88). Non solo, ma la consegna anticipata delle aree comunali, del Demanio Marittimo e del Demanio dello Stato, al fine della realizzazione dell’approdo per il diporto nautico, è del 21 gennaio 1999 (ordinanza del Sindaco – Dipartimento III, n. 7), mentre la ratifica dell’accordo di programma è avvenuta con delibera del Consiglio Comunale nr.51 del 31 luglio 2000. Ci domandiamo, come ha fatto il Porto Turistico ad iniziare i lavori 18 mesi prima ? Lo stesso Comune di Roma (ex Dipartimento IX – U.O.2, Ufficio Concessioni Edilizie) ha confermato che l’approvazione del progetto edilizio del porto è avvenuta dopo la ratifica del Consiglio Comunale. Infatti il primo cartello lavori è del settembre 2000, a lavori già iniziati da più di un anno, in cui si cita la dovuta autorizzazione n.46791 addirittura del 7 luglio 1998 da parte della allora XIII Circoscrizione, ma non per il porto turistico, bensì per il Centro Habitat Mediterraneo (C.H.M.). Qui l’imbroglio, perché l’Ufficio Tecnico della XIII Circoscrizione scriveva successivamente, il 9 luglio del 2001 (pochi giorni dopo l’inaugurazione del porto), che “l’autorizzazione nr.46791 del 7/7/1998 non risulta rilasciata da questa U.O.T.”. Un mistero che solo la Procura potrà chiarire.
dr.Ing. Andrea Schiavone
Il Presidente