1.000 alloggi, 3 miliardi di investimenti, 153 milioni nelle casse del Comune di Roma. Questi i numeri che Alemanno in 6 anni pensa per il Lungomare di Ostia. Ma da dove proverranno i fondi ? Dai privati. Si delinea lo scenario già impostato a luglio 2010 di nuove concessioni edilizie regalate ai costruttori per poter finanziare i lavori della Metro C, i cui costi (nelle tratte T2 e T3) sono ormai raddoppiati.
Dove sono finiti i progetti (e i soldi) per la riqualificazione del lungomare di Ostia ? Da più di un anno Alemanno promette di mostrarli, ma annulla il giorno dopo l’evento annunciato. L’ultimo, quello del 15 febbraio a Cineland (Ostia). Ora il nuovo appuntamento è per gli Stati Generali (22-23 febbraio, Palazzo dei Congressi, all’EUR) dove verrà inaugurata la Mostra dei progetti strategici di Roma Capitale. Tra questi, appunto, il Programma di riqualificazione di Ostia e del Lungomare, un accordo di programma che prevede un milione di mc per 1.103 alloggi con un investimento di 3 miliardi e che porteranno alle vuote casse del Comune 153 milioni di oneri concessori. Si stimano 1.000 addetti fissi ma non si è mai spiegato di cosa si parla e soprattutto con chi si farà questo ‘accordo di programma’. Ricordiamo che nel diritto amministrativo italiano un accordo di programma è una convenzione tra enti territoriali (regioni, province o comuni) promossa per realizzare delle opere e che il proponente (in questo caso Alemanno) deve indicare con quali fondi si faranno le opere. La soluzione Alemanno l’ha già trovata. Ci riferiamo alla Metro C, che già nel dicembre 2001 fu inserita dal CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) nel 1° Programma delle Infrastrutture Strategiche, in base alla “Legge Obiettivo” n. 443/2001.
Sono passati 10 anni ma i lavori vanno a rilento, quasi fermi, perché i soldi non ci sono. Un esempio su tutti. Nella seduta del 22 luglio 2010 il Cipe ha approvato la tratta T3 della metro C (Colosseo/San Giovanni), approvando 282 milioni di costi in più rispetto ai 510 iniziali. Nella stessa data, l’amministratore delegato di Roma Metropolitane, Federico Bortoli, ha però invitato i privati facenti parte della compagine di imprese costituenti il Contraente Generale (Astaldi, Vianini Lavori, Ansaldo Trasporti, Cmb, Ccc) a finanziare il 50% della realizzazione della tratta T2 (Colosseo/Clodio, quella che passa per P.zza Venezia e San Pietro), passata da 818 milioni a 1,5 miliardi di euro, di cui il 70% coperto dallo Stato. Come si troveranno questi finanziamenti ? Ottenendo dal Comune di Roma, a favore dei privati, la possibilità di costruire ulteriori parcheggi e strutture commerciali nelle stazioni, ma anche di edificare su aree comunali od espropriate esterne al centro storico. Dove ? Il lungomare di Ostia. Così non solo tornano i conti, ma anche i tempi. La tratta T2 è slittata al 2016 ed il Comune di Roma ha previsto (nel 2010) 6 anni per completare il lungomare. La proposta economica doveva arrivare a Natale ma è stata rinviata a fine febbraio. Ne aspettiamo l’annuncio agli Stati Generali.
I signori amministratori stiano però molto attenti nel formularla anche perché c’è un precedente. La gara della Metro D è stata sospesa dopo l’intervento dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture di luglio 2010, in cui manifestava la perplessità che si finanziassero i lavori in modalità analoga. L’Autorità ha sostenuto che “la valorizzazione immobiliare appare una misura estemporanea con tutte le incertezze del caso”, asserendo che in tale modalità il trasferimento dei rischi è tutto a sfavore della Amministrazione, cioè delle tasche di noi contribuenti. Aspettiamo dunque gli Stati Generali, sperando che non si trasformino (per Alemanno) in uno Stato d’Assedio.
dott.ssa Paula de Jesus
Urbanista e Membro dell’Assemblea Regionale delle donne del PD