In Via Antonio Forni lo spettacolo dei ponteggi messi a protezione dei passanti per la caduta di calcinacci dalle palazzine, è impressionante. Sono le case messe oggi in vendita dal Comune di Roma, facenti parte di quelle case Armellini costruite con cemento ottenuto con la sabbia di mare quasi 50 anni fa. Un cemento armato non più in ottime condizioni a causa del sale che ne corrode i tondini di ferro. La manutenzione delle palazzine è dal 2005 della Romeo Gestioni SpA che proprio in Via Forni 39 ha un ufficio del Contact Center. Il contratto tra la Romeo e il Comune di Roma scadrà nel 2012 e Alemanno vuole disfarsi di queste palazzine prima che gli interventi straordinari di manutenzione diventino troppo onerosi. Per questo motivo, è stato dato il via, a partire da ottobre 2009, a un piano di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica su tutta Roma che comprende anche le palazzine comunali di Via Forni, acquisite il 27 gennaio 1972 da Armellini.
Il prezzo di vendita ai residenti (tra i 33 mila e i 77 mila euro, per un taglio medio di 70 mq) sarà però maggiorato delle spese di manutenzione straordinaria “sostenute dal Comune” e “opportunamente documentate”, anche se nessuno ne conosce gli importi e anche se non è noto se i lavori si potranno fare con gli inquilini all’interno delle proprie abitazioni. L’aspetto più grottesco è che di fronte a queste palazzine, al piano terra, sempre dentro una palazzina costruita da Armellini, esiste il circolo PD di Ostia Nuova, che ha ottenuto in un consiglio straordinario l’impegno da parte del presidente del XIII Municipio ad “aprire, in collaborazione con il Comune di Roma, uno sportello di aiuto per la casa”. Ma non c’è già quello della Romeo cui rivolgersi ? Perché il PD locale si interessa di mediare la situazione e non fa battaglie per impedire la vendita di palazzine pericolanti ? Di solito, chi compra una casa ha diritto che questa sia esente da vizi occulti. Invece il Comune di Roma fa il contrario: vende una casa pericolante e poi addebita le spese che gli competono.
Da calcoli di massima, un corretto intervento di manutenzione straordinaria prevede una spesa per palazzina di almeno 30-40 mila euro ad abitazione. Confrontando questi costi aggiuntivi con i prezzi di vendita, ci sembra allora che il Comune stia portando avanti un’operazione illecita. In fondo, gli inquilini che non riscatteranno la propria abitazione, continueranno a mantenere il diritto della propria casa. Che senso ha, da parte del PD del XIII Municipio, collaborare con il Comune per dare informazioni ai probabili acquirenti ? Ogni oste, quando interpellato sulla qualità del vino che vende, risponderà che è buono.
Comunicato stampa LabUr – 14.12.2010