Dal finto Decentramento Amministrativo per Ostia alla reale colata di 15 milioni di mc di cemento prevista nei prossimi 30 mesi. Queste le bugie elettorali della Giunta Alemanno, sostenute da un Municipio marionetta. A trarne vantaggio, solo la malavita. Un territorio dove esiste usura, droga, prostituzione, gioco clandestino e riciclo di danaro negli appalti pubblici e nell’edilizia privata.
Roma sommersa dal cemento elettorale di Alemanno. Gli oneri concessori, cioè i soldi dovuti al Comune per ogni permesso di costruzione, non sono più vincolati per realizzare strade, scuole, fogne ma vengono usati per le spese ordinarie: consulenze faraoniche, eventi di propaganda, stipendi stratosferici. Questo il penoso stato del Comune di Roma, diventato un’accozzaglia di marionette al servizio dei costruttori, a partire dall’Ass. Marco Corsini, capace solo di fare delibere salva-piscine per i Mondiali di Nuoto. A Roma non c’è più l’Urbanistica, ma solo il “Comando del Territorio” a vantaggio degli speculatori e non dei cittadini.
In particolare, il Comune di Roma sta abusando dello strumento perequativo della “compensazione edificatoria”, che dovrebbe servire per spostare il cemento da una parte all’altra del territorio per salvare aree preziose sotto il profilo ambientale e paesaggistico, ma che invece viene usato per aumentare la rendita fondiaria, portando il cemento dove le case costano di più. Densificazioni, verticalizzazioni, trasformazioni di aree agricole e industriali in residenziali, premi di cubatura. A peggiorare questo desolante quadro la Regione Lazio con il suo nuovo Piano Casa che corre in aiuto del PdL e dell’UDC, che gioca all’opposizione in Campidoglio per nascondere le sue origini ‘palazzinare’: la moglie di Casini è la figlia di Caltagirone, la moglie di Tabacci è la figlia di Armellini.
A pagare uno dei prezzi più alti tra i 19 Municipi di Roma è il Tredicesimo, quello che ha il mare, le pinete, la Riserva del Litorale e la tenuta di Castelporziano, carente, se non addirittura privo, di strade, scuole e fogne, ma dove si portano tutte le “compensazioni edificatorie” di Roma. Un municipio dove non solo è previsto il raddoppio del porto di Ostia, ma anche dove coleranno, prima del 2013, almeno 15 milioni di metri cubi di cemento. Cemento legato alla malavita, in un territorio dove esiste usura, droga, prostituzione, gioco clandestino e riciclo di danaro negli appalti pubblici e nell’edilizia privata. Quindi, oltre il danno ambientale, anche quello sociale.
Si aggredisce dunque un territorio, come quello del XIII Municipio, perché troppo residenziale, proprio da parte di chi impostò tutta la sua campagna elettorale contro il cemento. Come ad esempio l’attuale Presidente della Commissione Urbanistica municipale, Sergio Pannacci (nella foto), che oggi invece firma tutto quello che gli viene comandato, ma che ebbe a dire: “i cittadini e i servizi prima di tutto, poi le costruzioni e gli interessi dei costruttori”, “la centralità di Acilia-Madonnetta ? Ci opporremo con tutte le nostre forze a questa ondata di cemento”, “prima di mettere in atto i progetti, dobbiamo studiarli”, “l’Infernetto è pieno di cantieri ma privo di servizi” (solo all’Infernetto verranno 3 milioni di metri cubi di cemento).
Anche l’Assessore all’Urbanistica del Municipio, Renzo Pallotta, è riuscito a dichiarare, il 24 novembre 2009, dopo la parata del finto decentramento amministrativo: “non assisteremo più a colate di cemento che cadranno dall’alto, bensì parteciperemo in modo costruttivo al futuro sviluppo di questo territorio”. Confermando così che continuano a prevalere gli interessi “caduti dall’alto”, visto che il decentramento non c’è stato.
Lo stesso Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, sta portando sul Litorale le speculazioni degli sceicchi arabi.
Le cose sono due: o questa gente è stata bugiarda in campagna elettorale ingannando la gente o è rimasta per 30 mesi una marionetta dei vari Alemanno, Cutrufo, Corsini. In entrambi i casi, non sta facendo nulla di utile per il XIII Municipio ed è ora che se ne vada a casa.
dr.Ing. Andrea Schiavone
Il Presidente