Ad Ostia case comunali di 40 anni fa (costruite con sabbia di mare nel cemento), stanno per essere vendute dal Comune di Roma. Le manutenzioni, onerose e spesso mai fatte, saranno a carico degli acquirenti che prima di 10 anni non potranno vendere le case. Di mezzo la Romeo Gestioni, che il PD del XIII Municipio difende. Il Comune cerca così di liberarsi del proprio patrimonio immobiliare vecchio e fatiscente. Chi tutela i cittadini ?
Mentre Alemanno gioca con Tor Bella Monaca neanche fosse il Lego, il Comune vende le sue case di Edilizia Residenziale Pubblica più scadenti, quelle che avrebbero bisogno di pesanti manutenzioni straordinarie. E’ il caso di Ostia Ponente e delle ex-case Armellini di Via Vincon, Piazza Gasparri, Via Forni, Via Cagni, Via del Sommergibile, case costruite nei primi anni ’70 usando nel cemento la sabbia di mare. Case dove la «Romeo Gestioni» avrebbe dovuto progettare ed eseguire interventi di manutenzione straordinaria per l’adeguamento normativo, la riqualificazione ambientale e la loro valorizzazione. Case che oggi vengono messe in vendita tra i 33 e i 77 mila euro, cifre convenienti, ma dietro cui si nasconde più di un tranello. Nessuno spiega agli inquilini che non c’è alcun bisogno di comprare perché possono tranquillamente rimanere conservando i diritti finora acquisiti. Nessuno spiega che dopo l’acquisto le spese straordinarie verranno attribuite ai proprietari. Nessuno spiega che gli edifici non hanno un proprio fascicolo del fabbricato che provi la qualità delle costruzioni. Nessuno spiega che chi acquista avrà l’obbligo di non rivendere l’immobile per un periodo di 10 anni. Non solo, ma il PD del XIII Municipio si dissocia da questi atti di accusa e difende invece la «Romeo Gestioni», sostenendo che esegue correttamente tutte le manutenzioni, che le case sono perfettamente stabili e che Alfredo Romeo è stato assolto il 19 marzo 2010 dalle accuse rivoltegli. Ma chi è Alfredo Romeo, di cui la «Romeo Gestioni» è la principale società ? L’attività imprenditoriale di Romeo parte da Napoli, quando nel 1989 la «Romeo Gestioni» si aggiudicò, per la prima volta in Italia, il censimento e l’amministrazione del grande patrimonio pubblico. A Roma, alleato con Caltagirone, Alfredo Romeo ha vinto nel 1987 un maxi-appalto per la manutenzione delle strade capitoline, revocato poi da Alemanno. Rimane invece in piedi, solo nel Comune di Roma, la gestione di circa 44.800 unità immobiliari (1.239 edifici) e di oltre 1.400.000 metri quadrati di superfici comuni di pertinenza esclusiva delle unità in gestione. Il primo appalto per la gestione del patrimonio immobiliare capitolino venne affidato alla «Romeo Gestioni» nel 1997. L’appalto è stato negli anni rinnovato, l’ultima volta nel 2005, per la durata di sette anni, ad un importo di 92,8 milioni, in cui è incluso il patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica comunale (24mila alloggi). Oggi, in base alle norme regionali, possono essere venduti solo un terzo del totale e il Campidoglio conta di recuperare circa 400 milioni di euro da investire per la realizzazione di nuovi alloggi popolari e per la ristrutturazione della restante parte invenduta.Proprio per questo, anche a Roma, già da fine 2008, dovevano essere attivati i controlli sull’efficacia dell’operato della «Romeo Gestioni», ma del resoconto (che doveva arrivare sul tavolo dell’assessore capitolino al Patrimonio, Alfredo Antoniozzi, «tra due o tre giorni»), non se ne è saputo più nulla.Insomma, case vecchie e mal costruite che si cerca di vendere per fare cassa e per togliersi di mezzo un’onerosa manutenzione che dal 2012 dovrà essere rimessa in discussione per la scadenza dell’appalto con la «Romeo Gestioni». Questo l’obiettivo del Comune di Roma. A farne le spese, ignari cittadini a cui nessuno racconta le cose come stanno. L’unico che è stato chiaro è stato proprio Alemanno che ad inizio Giugno ha detto ai cittadini di Tor Bella Monaca: «Si sta valutando l’ipotesi di regalare gli appartamenti ai residenti, che dovrebbero però occuparsi della manutenzione». Come dire: ho in mano una patata bollente, a chi la do ?
Comunicato stampa LabUr – 28 settembre 2010